G.I.P.I. nuovo player nel retail per l’infanzia

Dalla unione dei retailer italiani Io Bimbo, Iperbimbo e Papabù nasce G.I.P.I. – Gruppo Italiano Prima Infanzia: un nuovo polo e prima centrale di acquisto in Italia specializzata nel settore per la distribuzione di prodotti per l’infanzia a livello nazionale. Con 111 punti vendita su oltre 100mila metri quadri, la nuova centrale d’acquisto si propone come un partner unico per l’industria e un retailer competitivo sul mercato.

GIPI_present_mappa_RGB4[3]L’obiettivo di G.I.P.I., società consortile a responsabilità limitata con un giro d’affari aggregato di 160 milioni di euro, è di crescere in tre anni del 15% e di incidere sia a monte che a valle della filiera. Io Bimbo, Iperbimbo e Papabù (che raggruppa i punti vendita Ideal Bimbo, Paniate e Universo Bimbo) manterranno le proprie insegne sul territorio, mettendo invece a fattor comune ciò che li caratterizza per diventare un gruppo forte e sinergico. La cooperativa Io Bimbo, per esempio, con i suoi 62 punti vendita porta un’affermata capacità di coordinamento associativo, un buon potere di negoziazione e una lunga esperienza di comunicazione con il cliente finale. Ideal Bimbo è particolarmente forte nella puericultura pesante e Iperbimbo nell’alimentazione; Universo Bimbo è invece più specializzato nella cosmetica per mamma e bambino e Paniate è l’esperto del giocattolo.

Baby Care tra calo nascite e nuove modalità di consumo

Lo scorso anno il mondo Baby Care ha sviluppato un giro di affari di 264,5 mio euro, in contrazione del 3,5%, e un controvalore a pezzi in lieve crescita (+1,5%) pari a 6,9 milioni.
La dinamica a valore è certamente condizionata da alcuni fattori esogeni, come il calo delle nascite (5.000 nati in meno nel 2014, per la prima volta il calo ha coinvolto anche le mamme straniere -19% nascite totali-, cui si aggiungono 94.000 giovani emigrati all’estero negli ultimi 5 anni) e il difficile contesto economico, che ha pervaso anche questo settore e contribuito allo sviluppo di abitudini alternative tra i consumatori, come l’accesso al canale dell’usato, la crescita del fenomeno del riuso/prestito, una maggiore sensibilità al prezzo.

È un mercato in continua evoluzione quello della distribuzione specializzata che vale oggi circa il 67% dei volumi totali generati dal comparto ed evidenzia un trend positivo del 4% rispetto al 2013, mentre la la GDO è in contrazione del 4%. «Stiamo assistendo a una rapida trasformazione del retail specializzato, che si propone oggi come una valida alternativa alla GDO di cui fa proprie le logiche di acquisto. Il negozio di puericultura diventa così il punto di riferimento anche per i piccoli acquisti quotidiani, come il latte in polvere, i biberon e i pannolini. Queste merceologie accrescono la pedonabilità nel punto vendita e portano il consumatore a una frequentazione più assidua, che non si limita pertanto agli acquisti importanti al momento della nascita (passeggino, carrozzina e seggiolino), ma che conserva un ruolo nel tempo» commenta Alessandra Negrello, responsabile Panel Baby Care di GfK.