A Marca la Mdd protagonista della filiera agroalimentare

È stato il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina a convocare un tavolo di discussione con i rappresentanti della filiera agroalimentare, con un messaggio video in chiusura del convegno che ha inaugurato ieri Marca a Bologna. In quella sede si proseguirà il discorso iniziato nel corso dell’incontro che ha aperto la fiera dela Marca del distributore, che sempre più si connota come momento cruciale nei rapporti di filiera tra industria e distribuzione. Quest’anno con una grossa novità: il coinvolgimento delle altre organizzazioni della filiera a monte (gli agricoltori rappresentati da Coldiretti e Confagricoltura) e a valle, con il convegno pomeridiano organizzato da Ibc, l’associazione Industrie dei Beni di consumo.

Guido Cristini, Università di Parma
Guido Cristini, Università di Parma

Un metamessaggio non da poco, se si considera che  il 2014 ha segnato uno stop nella crescita della quota di mercato della marca del distributore, a fronte di una pressione promozionale che ha toccato punte del 28,7% nei supermercati e del 34,6% negli ipermercati e che parimenti è stata esercitata sulla Mdd: 26,7% negli Ipermercati (in crescita dello 0,6%) e e 22,4% nei Supermercati, in calo dello 0,3%. Paradossalmente, ha detto Guido Cristini docente di Marketing all’Università di Parma, «la crisi ha innescato un meccanismo capovolto, in cui la Mdd ha “fatto” la marca, mentre le marche hanno de-valorizzato il proprio posizionamento, puntando al prezzo con azioni tattiche».

Francesco Pugliese, presidente Adm
Francesco Pugliese, presidente Adm

E Francesco Pugliese, nel ruolo di padronedi casa come presidente di Adm, ha osservato: «Il ruolo della Mdd è costruire la marca, è diventare marca. La pressione promozionale è come la cocaina: ti dà una botta di energia, ma con l’uso non ne puoi più tornare indietro. Ma la distribuzione sta cominciando a comprendere che il valore della filiera non può essere dato con la pressione promozionale».

Non minori sono i problemi che si rilevano a valle della filiera.

Roberto Della casa, Università di Bologna
Roberto Della casa, Università di Bologna

Li ha espressi Roberto Della Casa, Docente di Marketing dei prodotti agroalimentari e Gestione delle imprese agroalimentari dell’Università di Bologna esponendo una interessante ricerca che ha analizzato la catena del valore nella filiera agroalimentare che ha preso in considerazione 10 circoscrizioni economiche distrettuali agroalimentari, alcune tipicamente agricole, altre agroindustriali, che però nell’insieme rappresentano 9 prodotti Dop e Igp, il 45% della produzione, il 57% del fatturato, il 61% del fatturato alla distribuzione moderna. Quest’ultima è stata nell’ultimo trienni un canale in crescita di 127 milioni per i 10 distretti considerati contro una diminuzione di 100 milioni di euro degli altri canali. «Alcuni di questi prodotti vivono di distribuzione moderna», ha detto Della Casa. Che dopo aver analizzato alcuni casi, ha ricordato come il problema cruciale per il sistema agroalimentare italiano sia quello di aumentare la capacità di esportare per dare possibilità alla produzione di aumentare evitando così di cedere sui prezzi. Perché, ha sottolineato, «alcune filiere sono dominate dai costi più che dall’utile».

E proprio il tema di come realizzare strumenti (piattaforme logistiche) di aggregazione dell’offertaper l’esportazione che offrano servizi alla distribuzione estera insieme a come aumentare il valore aggiunto della filiera e alle modalità di aggregazione dell’offerta sono i temi sui quali il ministro Martina ha chiamato attorno a un tavolo di discussione i protagonisti della filiera. L’appuntamento è per martedì 27 gennaio.

 

Fabrizio Gomarasca