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2024: italiani fedeli alla Mdd. Vince il cibo healthy, sostenibile e poco caro

Se la recessione appare ormai scongiurata, le previsioni per il 2024 iniziato da pochi giorni riportano in un’Italia dello zero virgola. Secondo i manager intervistati dall’Ufficio Studi Coop, la crescita del PIL stimata allo 0,5% per i prossimi 12 mesi ci rende i più lenti dell’Europa, e l’83% dello stesso campione è convinto che le sacche di povertà e i fenomeni di vulnerabilità sociale e economica nel nostro Paese siano destinati a aumentare. A fronte di un’inflazione alimentare ancora sostenuta (per i manager stimata al 3% nella media d’anno), nel tentativo di difendere i propri consumi e la loro qualità, gli italiani sembrano essersi definitivamente convertiti alla Mdd (marca del distributore) che anche nel 2024 promette di registrare ottime performance; l’82% dei manager italiani prevede un aumento della quantità acquistata, mentre al primo posto tra le scelte di acquisto in riduzione si trovano le marche industriali (non fanno eccezione nemmeno le marche leader tanto che un buon 36% ne immagina la rinuncia all’acquisto).

In miglioramento le intenzioni di spesa degli italiani sui consumi alimentari domestici; la percentuale di quanti intendono aumentare le quantità consumate (16%) supera quella di quanti intendono ridurre i consumi (11%) con una differenza di 5 punti percentuali (la stessa differenza era di -1 punto percentuale nell’indagine di agosto 2023). Il cibo resta centrale nelle scelte di consumo, ma anche a tavola, la tenuta della spesa si sposa con la sobrietà. Infatti, quasi un terzo degli italiani (31%) dichiara che dedicherà più tempo alla preparazione domestica del cibo (il modo più semplice per coniugare qualità e risparmio) e in ogni caso i principali driver di acquisto sono il rapporto qualità prezzo al primo posto (almeno per il 66% degli italiani), la convenienza e il risparmio (50%) e la salute e il benessere (41%).

Tra gli aggettivi scelti per definire il cibo del 2024 il più gettonato è salutare (45%), poi poco costoso (44%), seguito da sostenibile (27%) e semplice/autentico e essenziale (26 e 25%). Perché oltre ad essere conveniente, la tavola del 2024 deve rimanere healthy (e non certamente a caso nel 2023 le vendite delle friggitrici ad aria, che garantirebbero una preparazione più salutare delle pietanze, hanno subito un consistente incremento) quindi tradizionale ed essenziale (27%). Torna nel carrello anche l’ortofrutta che nell’estate sembrava essere stata al centro di grandi rinunce da parte degli italiani. Nella Top 5 dei prodotti in aumento nel 2024 compaiono proprio frutta e verdura al primo posto e poi subito dopo il pesce (anch’esso una difficile rinuncia degli ultimi anni). Tra i prodotti di cui gli italiani prevedono di poter ridurre i consumi le spiccano invece i dolci (li ridurrà il 41% del campione), le carni rosse (34%), i salumi e affettati (37%) e superalcolici (33%).

Ma se il 2023 ha insegnato alle famiglie come risparmiare nel solito punto vendita, è anche vero che nei mesi più difficili le ha anche condotte sempre più spesso al discount. Un trend in crescita anche nel 2024 tanto da collocare questo formato in testa alla classifica dell’incremento delle vendite sia nelle previsioni dei consumatori che dei manager intervistati. A fronte di queste tendenze solo il binomio efficienza-innovazione sembra essere la strada maestra per la moderna distribuzione del futuro.

Trimestre anti inflazione: la Mdd sale al 33,1%

Dopo un anno cominciano a crescere nuovamente i volumi per il Largo Consumo Confezionato. Il merito è riconducibile all’iniziativa varata dal Governo del trimestre anti inflazione, che resterà attiva sino al prossimo 31 dicembre, volta a favorire il contenimento dei prezzi e tutelare il potere d’acquisto dei consumatori.

Secondo l’analisi mensile di NielsenIQ, confrontando i mesi di settembre e ottobre, si registra un +1,7% per il mese di ottobre (vs -0,1% di settembre). Analizzando le singole settimane del primo mese del trimestre anti inflazione, il picco dei volumi cade nella seconda settimana con un +2,8%. Inoltre, l’indice dei prezzi varia di 2 p.p. tra settembre ed ottobre, passando da un 7% a un 5%.

In merito ai prodotti dell’Industria di Marca (IDM), nonostante le adesioni in occasione dell’iniziativa, secondo NIQ i volumi restano di segno negativo anche se in risalita. A ottobre infatti, i volumi dell’IDM si attestano al -0,5% rispetto al -1,6% di settembre ma con un indice di crescita dei prezzi sulla categoria in discesa fino a 6,2% (-1,4 p.p. vs settembre). La quota di mercato della IDM ad ottobre cala dello 0,5% attestandosi al 67,1% a totale Italia.

Risultati decisamente più rilevanti per quanto riguarda i prodotti a Marchio del Distributore (Mdd). A livello di volumi, nel primo mese del trimestre anti inflazione NielsenIQ registra un +5,4% rispetto al +2,5% segnalato a settembre ed un indice dei prezzi del 3,4%, valore decisamente in discesa rispetto a settembre (6,5%). Infine, la quota di mercato segna un valore eccezionale con il 32,9% a totale Italia per tutti i canali distributivi e proprio nell’ultima settimana del mese di ottobre, le rilevazioni di NielsenIQ registrano una quota inedita per la Mdd, pari al 33,1%.

Sul fronte delle vendite in promozione a totale Italia, per tutti i canali distributivi della GDO del comparto dei beni di largo consumo, il mese di ottobre segna un aumento delle promozioni del +1,2% rispetto allo 0,9% di settembre. La crescita si conferma anche per la Mdd con +2,9% ad ottobre, più 1,5% rispetto a settembre, mentre per i marchi dell’industria l’indice delle promozioni cala da +0,9 punti di settembre a +0,5 di ottobre.

Galvanina Group si prepara alla fiera PLMA’s

Galvanina Group, società che imbottiglia e commercializza acqua minerale, acqua aromatizzata, bibite biologiche, mixer e tè freddi con il marchio Galvanina, sarà presente con i propri prodotti all’edizione 2023 della fiera PLMA’s “World of Private Label”, che avrà luogo ad Amsterdam il 23-24 maggio prossimi. “La nostra presenza a questa importante manifestazione – commenta Gianluca Privitera, CEO di Galvanina Group – testimonia il potenziale di questa azienda, che in pochi anni è riuscita a entrare in un settore nel quale crediamo fortemente. Abbiamo inoltre tutta l’esperienza e le competenze necessarie per creare e studiare, insieme al cliente, il prodotto di maggior gradimento per il suo target di mercato”. Presso lo stand Galvanina Group (Hall 7 stand 7.Q28) si troverà l’assortimento di soft drinks tradizionali e senza zuccheri aggiunti ottenuti solo da succhi selezionati e frutta italiana e del Mediterraneo, oltre a nuovi prodotti presentati in anteprima. Inoltre, si potrà prendere visione della vasta gamma di confezioni che possono essere realizzate su misura per i clienti.

Punto di riferimento mondiale per il settore del marchio del distributore, la manifestazione è organizzata da PMLA (Private Label Manufacturers Association) che, con più di 4.000 soci, è la più grande associazione dedicata alla promozione del marchio del distributore. A “World of Private Label 2023” saranno presenti operatori di tutte le categorie commerciali: supermercati, ipermercati, discount, drugstore, grandi magazzini, esportatori e importatori. PLMA ha l’obiettivo di mettere in contatto distributori, grossisti e altri professionisti del marchio privato con i produttori. Il marchio del distributore negli ultimi anni è cresciuto in misura esponenziale, arrivando a rappresentare oltre il 30% dei prodotti venduti in Europa.

Galvanina nasce a Rimini agli inizi del ‘900 come attività artigianale grazie alla fonte di acqua, da cui prende il nome. Nel 1928 entra in funzione il primo stabilimento di estrazione e di confezionamento in vetro dell’acqua minerale. Nel corso degli anni, con la nascita degli stabilimenti di San Giuliano (Rimini) e di Apecchio (Pesaro), l’azienda ha diversificato la gamma producendo acqua aromatizzata, bibite biologiche, mixer e tè freddi. Oggi Galvanina produce 162 milioni di bottiglie che esporta in oltre 40 paesi in tutto il mondo. Nel 2019 il fondo di private equity Riverside ha acquistato la maggioranza delle quote di Galvanina, con l’obiettivo di espanderne la presenza sui mercati a livello mondiale.

Marca del Distributore, un business in crescita che vale 10 miliardi

La Marca del Distributore, ce l’ha fatta: oggi si conferma infatti un brand a tutti gli effetti con 10 milioni di ricavi al suo attivo e una quota di mercato del 18,7%.

Questi alcuni dei dati essenziali emersi nel Convegno inaugurale di Marca 2018.

La MDD continua a fare leva sull’innovazione e a crescere perché è riuscita a soddisfare le esigenze e la sensibilità degli italiani, sempre più attenti ad abitudini alimentari orientate a principi di salute e benessere. Oggi, infatti, fanno la differenza tutti quei prodotti che fanno parte del biologico e della IV gamma. Inoltre la MDD rappresenta il made in Italy, poiché la gdo alimentare si avvale di copacker al 91,5% italiani, in particolar modo Pmi.

“Quella del 2018 è un’edizione che ci dà forti conferme – dichiara Gianpiero Calzolari, Presidente BolognaFiere. Marca consolida con determinazione il suo posizionamento al secondo posto in Europa e la sua unicità a livello nazionale. Abbiamo intrapreso un percorso, quattordici anni fa, che si è dimostrato di successo e di supporto ai produttori italiani, anche in termini di internazionalizzazione. In questi anni abbiamo assistito a un profondo mutamento dei prodotti a marchio del distributore che, oggi, si esprimono in tipologie estremamente articolate, rispondendo alle esigenze di consumatori sempre più informati e attenti. Il biologico, le linee funzionali, le eccellenze territoriali enogastronomiche, l’attenzione alla qualità, sono alcune delle caratteristiche che determinano il successo del made in Italy nel mondo”.
La 14esima edizione dell’evento si è aperta con il convegno ADM sul tema “La Marca del Distributore: Il valore e il ruolo per il sistema-Paese”, quest’anno con una veste tutta nuova grazie alla collaborazione con il The European House – Ambrosetti.
“La Marca del Distributore ha dimostrato negli ultimi anni grande vitalità e notevole resilienza. Applicando il nostro modello proprietario dei “Quattro Capitali” abbiamo analizzato il contributo economico, sociale, cognitivo e ambientale generato dalla Marca del Distributore per il sistema- Paese. Il moltiplicatore economico che abbiamo calcolato è pari a 2,6, vale a dire che per ogni 100 Euro di valore aggiunto generato dalla Marca del Distributore se ne attivano 260 nell’economia. Anche in termini di occupazione, si tratta di un settore rilevante, con oltre 200.000 occupati lungo la filiera, un moltiplicatore pari a 1,9 e il 18% di occupati con meno di 30 anni (+50% rispetto alla percentuale media italiana) e il 62% di sesso femminile (+48% rispetto alla percentuale media italiana). Il successo della Marca del Distributore registrato negli ultimi anni è collegabile alla svolta strategica del settore, con il passaggio da una produzione “me too” (“tattica”) ad una diversificazione dalla marca industriale, con tipologie di prodotto innovative e a maggiore valore aggiunto” – spiega Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di The European House – Ambrosetti.

Nel corso del tempo -ha confermato Giorgio Santambrogio, Presidente di ADM –  la MDD ha modificato la sua essenza, passando da outsider a supporto della marginalità delle insegne a vero e proprio brand, che va incontro alle nuove esigenze dei clienti e fa leva sull’innovazione. Le insegne negli ultimi anni hanno non solo inserito sempre più prodotti bio, salutistici e funzionali, ma anche saputo valorizzare le tipicità dei territori e delle piccole realtà semi-artigianali molto apprezzate. La Marca del Distributore è, inoltre, un ottimo strumento per portare all’estero il prodotto italiano, sempre più performante. Da “Distribuzione” siamo diventati una vera e propria “industria del Commercio” e, parallelamente, quella che prima era definita private label è diventata Marca del Distributore: non più private, perché è venduta all’estero e on line, e si sta affermando sempre più come un prodotto pari all’industria di marca.

Debutta “Fatti buoni”, la linea premium di Gruppo Gabrielli guarda ai territori

Nasce “Fatti buoni”, la linea premium di Gruppo Gabrielli: protagonista assoluto dei prodotti a marchio è il territorio che, con le sue peculiarità ed eccellenze, offre ai clienti tipicità e qualità.

Quanto ai numeri, sono 40 i prodotti complessivi declinati in 10 linee, in collaborazione con 17 aziende fornitrici, operanti nelle regioni presidiate dal Gruppo Gabrielli. Fatti Buoni propone Pasta di semola di grano e Pasta all’uovo, Sughi, Tartufi, Olio EVO, Conserve vegetali, Confettura Extra Bio, Miele biologico, dolci, orzo tostato e Liquori.

Le referenze Fatti Buoni sono il risultato di una accurata attività di scouting in cui sono state individuate le migliori realtà regionali per proporre sugli scaffali, e quindi sulle tavole, un viaggio sensoriale dei propri luoghi attraverso i prodotti scelti che diventano ambasciatori del territorio.

Fatti Buoni, già dal nome, persegue l’intento di esaltare le realtà aziendali regionali che, nel rispetto delle buone pratiche agricole e di produzione, coltivano e trasformano ingredienti sani e genuini in prodotti di qualità.  “ Firmiamo solo il meglio” è il claim della linea premium a garanzia che Oasi e Tigre scelgono solo il meglio per i propri clienti, perché gli ingredienti sono fatti con l’attenzione e il rispetto che le aziende fornitrici mettono ogni giorno durante e per il loro lavoro.

 «La maestria del saper fare, la qualità di ciò che rende uniche le nostre regioni – ha detto Barbara Gabrielli, Vicepresidente del Gruppo – sono gli elementi che volevamo racchiudessero le nuove referenze Fatti Buoni. Al cibo deleghiamo l’importanza di tramandare sapori, storia e carattere di un territorio con cui ci identifichiamo e con il quale vogliamo continuare nel processo della crescita».

Osservatorio Marca del Distributore: 2015 anno di transizione. Nuovo slancio dal 2016

A tre mesi da Marca Bologna, il Salone internazionale di prodotti a marca del distributore in programma i 13 e 14 gennaio prossimo, si registrano tre nuove significative adesioni: Carrefour, Iper e Metro saranno presenti per la prima volta alla manifestazione organizzata da Bologna Fiere in collaborazione con Adm, portando a 21 le insegne presenti all’evento (Auchan, Carrefour, Conad, Coop, Coralis, Consorzio Distribuzione, Crai, Despar, Dico, Iper, Italy Discount, Marr, Metro, Selex, Sigma, Simply, Sisa, Risparmio Casa, TuoDì, Unes, Vègè).

Attualmente la quota di mercato per questi prodotti è del 18,2%, in linea con il 2014, secondo Adem Lab dell’Università di Parma, che con l’Osservatorio sulla Marca del Distributore da anni monitora il mercato.

Ma si prevede un nuovo slancio a partire dal 2016.

«Il 2015 si può definire un anno di transizione per gran parte delle Insegne della Distribuzione Moderna operanti in Italia per quanto attiene il prodotto a marchio», è il commento di Guido Cristini, docente all’Università di Parma e coordinatore scientifico dell’Osservatorio sulla Marca del Distributore. «Infatti, dai dati raccolti dal nostro Osservatorio, si rileva come una parte dei distributori abbia proprio nel corso di quest’anno promosso delle nuove strategie di rilancio che verranno in larga misura implementate nel corso del 2016. Alla luce di questa situazione, è ragionevole attendersi un cambiamento di rotta per quanto riguarda la quota di mercato della MDD che, dopo due anni di sostanziale stasi, potrebbe riprendere lo sviluppo in linea con quanto avvenuto nel corso dell’ultimo decennio. Lo sviluppo della quota sarà trainata non solo dalla marca del distributore ‘standard’,  ma ragionevolmente dai segmenti di MDD premium, con l’allargamento dell’assortimento sia nelle categorie già presidiate, che anche con l’entrata in nuovi segmenti di mercato – ad esempio i free from, il biologico e le linee per bambini – in grado di rispondere ai nuovi fabbisogni del consumatore finale».

L’Osservatorio stima inoltre che le imprese copacker attive in Italia siano circa 1.400, per la gran parte costituite da PMI: il 90% evidenzia, infatti, un fatturato inferiore ai 50 milioni di euro.

 

Al via il nuovo concorso Ricette di famiglia Végé

Sempre più indirizzata alla comunicazione e al coinvolgimento in rete, Végé lancia il concorso ricette di famiglia, legato ai prodotti a marchio Delizie VéGé che fino al prossimo dicembre distribuirà un montepremi del valore di oltre 17.000 €.

Per concorrere è sufficiente registrarsi sul sito web Ricette di famiglia, scegliere la ricetta da proporre che preveda l’impiego in preparazione di un prodotto a marchio Delizie VéGé e caricare sul sito la foto del piatto con accanto la confezione del prodotto utilizzato. Il concorso prevvede tre fasi dedicate ai primi piatti, ai secondi e ai dolci, prima della finale dove si scontreranno i vincitori di ciascuna di esse, che saranno giudicati dal popolo della rete e da una giuria di esperti. Al vincitore assoluto andranno 1.000 euro in buoni spesa, mntre premi vari sono previsti per i vincitori delle singole fasi, e dei più votati dalla rete e dalla giuria. Il coinvolgimento della rete di amicizie sui social è essenziale per ottenere il maggior numero di voti.

«Abbiamo pensato che il modo più appropriato di far apprezzare l’alta qualità, la sicurezza e la completezza dell’assortimento a marchio Delizie VéGé fosse un contest gastronomico aperto a tutti, semplice ma anche innovativo e divertente, che chiamasse in causa un patrimonio di memoria e di gusto particolarmente caro alle famiglie italiane: i sapori della cucina casalinga», ha affermato Giorgio Santambrogio, Amministratore Delegato di Gruppo VéGé.

A Marca la Mdd protagonista della filiera agroalimentare

È stato il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina a convocare un tavolo di discussione con i rappresentanti della filiera agroalimentare, con un messaggio video in chiusura del convegno che ha inaugurato ieri Marca a Bologna. In quella sede si proseguirà il discorso iniziato nel corso dell’incontro che ha aperto la fiera dela Marca del distributore, che sempre più si connota come momento cruciale nei rapporti di filiera tra industria e distribuzione. Quest’anno con una grossa novità: il coinvolgimento delle altre organizzazioni della filiera a monte (gli agricoltori rappresentati da Coldiretti e Confagricoltura) e a valle, con il convegno pomeridiano organizzato da Ibc, l’associazione Industrie dei Beni di consumo.

Guido Cristini, Università di Parma
Guido Cristini, Università di Parma

Un metamessaggio non da poco, se si considera che  il 2014 ha segnato uno stop nella crescita della quota di mercato della marca del distributore, a fronte di una pressione promozionale che ha toccato punte del 28,7% nei supermercati e del 34,6% negli ipermercati e che parimenti è stata esercitata sulla Mdd: 26,7% negli Ipermercati (in crescita dello 0,6%) e e 22,4% nei Supermercati, in calo dello 0,3%. Paradossalmente, ha detto Guido Cristini docente di Marketing all’Università di Parma, «la crisi ha innescato un meccanismo capovolto, in cui la Mdd ha “fatto” la marca, mentre le marche hanno de-valorizzato il proprio posizionamento, puntando al prezzo con azioni tattiche».

Francesco Pugliese, presidente Adm
Francesco Pugliese, presidente Adm

E Francesco Pugliese, nel ruolo di padronedi casa come presidente di Adm, ha osservato: «Il ruolo della Mdd è costruire la marca, è diventare marca. La pressione promozionale è come la cocaina: ti dà una botta di energia, ma con l’uso non ne puoi più tornare indietro. Ma la distribuzione sta cominciando a comprendere che il valore della filiera non può essere dato con la pressione promozionale».

Non minori sono i problemi che si rilevano a valle della filiera.

Roberto Della casa, Università di Bologna
Roberto Della casa, Università di Bologna

Li ha espressi Roberto Della Casa, Docente di Marketing dei prodotti agroalimentari e Gestione delle imprese agroalimentari dell’Università di Bologna esponendo una interessante ricerca che ha analizzato la catena del valore nella filiera agroalimentare che ha preso in considerazione 10 circoscrizioni economiche distrettuali agroalimentari, alcune tipicamente agricole, altre agroindustriali, che però nell’insieme rappresentano 9 prodotti Dop e Igp, il 45% della produzione, il 57% del fatturato, il 61% del fatturato alla distribuzione moderna. Quest’ultima è stata nell’ultimo trienni un canale in crescita di 127 milioni per i 10 distretti considerati contro una diminuzione di 100 milioni di euro degli altri canali. «Alcuni di questi prodotti vivono di distribuzione moderna», ha detto Della Casa. Che dopo aver analizzato alcuni casi, ha ricordato come il problema cruciale per il sistema agroalimentare italiano sia quello di aumentare la capacità di esportare per dare possibilità alla produzione di aumentare evitando così di cedere sui prezzi. Perché, ha sottolineato, «alcune filiere sono dominate dai costi più che dall’utile».

E proprio il tema di come realizzare strumenti (piattaforme logistiche) di aggregazione dell’offertaper l’esportazione che offrano servizi alla distribuzione estera insieme a come aumentare il valore aggiunto della filiera e alle modalità di aggregazione dell’offerta sono i temi sui quali il ministro Martina ha chiamato attorno a un tavolo di discussione i protagonisti della filiera. L’appuntamento è per martedì 27 gennaio.

 

Fabrizio Gomarasca

Terre Ducali a Marca per crescere con la Gdo

Il 2014 è stato un anno positivo per Terre Ducali: l’azienda, che opera nella Food Valley, zona tipica di produzione del Prosciutto di Parma e che oggi è una delle realtà più dinamiche nel panorama italiano del settore dei salumi, ha fatto registrare un incremento di fatturato del 20% circa. Tre le direttrici di sviluppo: consolidamento della leadership di mercato per quanto riguarda lo Strolghino di Culatello, deciso sviluppo dei mercati esteri e costruzione di importanti relazioni di business con le più importanti insegne della Gdo. Per questo sarà a Marca, la due giorni (14 e 15 gennaio) di Bologna Fiere dedicata al ruolo della marca del distributore.

A spiegare perché Terre Ducali collabori con la Gdo è il Ceo Giulio Gherri: «Da un lato si tratta di una necessità: secondo il rapporto 2014 di IRI, il segmento di offerta Mdd rappresenta oggi in Italia una quota di mercato del 18,9%, per un valore di vendita pari a 9,7 miliardi di euro. Dall’altro, la nostra è una scelta che ha motivazioni forti: in questo momento oltre che sulla convenienza, le insegne della Gdo, per le proprie marche private hanno deciso di investire sulla qualità, per una questione di brand protection. E sono sensibili all’innovazione. Attenzione alla qualità e dinamicità sono due caratteristiche insite nel dna di Terre Ducali: per questo ci siamo proposti con successo come partner delle insegne della Gdo, in modo particolare italiane, in progetti di alta gamma».

Tre le tipologie di prodotto su cui sviluppare la partnership: lo Strolghino di Culatello, il salame Felino Igp, gli affettati in vaschetta di un’ampia gamma di prodotti: dal Prosciutto di Parma al prosciutto cotto, dalla Coppa di Parma Igp al guanciale, passando per il fiocco di prosciutto e per la pancetta al pepe nero.

vaschette salumi 60 gr Terre DucaliA livello di grammatura, Terre Ducali è in grado di soddisfare richieste sia per linee monoporzione, ideali per single e per pasti fuori casa, da 60 gr, sia per linee snacking, fino a 200 gr. Grande è l’attenzione dedicata al packaging: le nuove confezioni in vaschetta, oltre a essere comode e pratiche, assicurano la freschezza del salume come appena affettato. A rendere unica la linea di affettati Terre Ducali per la Mdd è anche il fatto che le singole fette di salume siano posate nella confezione a mano: un servizio degno delle migliori salumerie e gastronomie.

Proprio riguardo alle vaschette, Terre Ducali ha dato vita alla start-up HPP Italia per l’applicazione della tecnologia delle alte pressioni idrostatiche (HPP – High Pressure Processing). Si tratta di un trattamento, con una pressione che arriva fino a 5-6 mila bar, determina un effetto sanificante sugli alimenti, modificando la struttura cellulare delle forme microbiotiche potenzialmente pericolose per la salute umana, non incidendo sulle caratteristiche organolettiche del prodotto, anzi raddoppiandone la shelf life.

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