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Sm(art) retail, We Built This City vende souvenir d’artista

La "cornice" della vetrina viene decorata regolarmente da un artista locale.

Di sola arte spesso non si campa, e l’hanno provato sulla loro pelle fior di artisti vissuti e a volte morti poveri in canna, mentre i souvenir della cabina del telefono e Union Jack stampata su tutto, dalla tazza alla mutanda, stanno un po’ segnando il passo, e non fanno onore a una città eclettica e sempre in movimento come Londra. Da queste due considerazioni è nato un nuovo concept, We Built This City, negozietto di souvenir che potrebbe passare inosservato in quella mecca del gadget, dell’abbigliamento e dell’accessorio bizzarro che è il mercato di Camden Lock. La sua caratteristica però è che i souvenir e l’oggettistica che vende sono tutti “firmati”: non da grandi marchi, ma da 100 artisti, designer e creativi londinesi.

Quello d Camden è il secondo temporary londinese del brand, che ha debuttato – non certo a caso – a Carnaby Street, la strada londinese che più turistica non si può. Il successo è stato tale che il negozio qui è diventato permanente. I turisti più esigenti qui trovano gadget dignitosi da portare a casa, i locali oltre ad acquistare possono partecipare ai corsi (pittura ad acquarello, decorazioni in cioccolato) e agli eventi.

Sainsbury’s stila il dizionario del gusto

Sempre più presente ed identitario, il cibo è diventato centrale nelle nostre vite, tanto che se ne parla sempre più: 16 ore la settimana ovvero in media sei anni della nostra vita. Ma gli aggettivi per descriverlo sono limitatissimi: solo sei (si va dal buono, al delizioso, al gustoso e poco oltre). Per consentire ai foodie di arricchire il proprio vocabolario evitando di annoiare gli astanti e facendo anzi una splendida figura quando descrivono i loro piatti (reali o immaginari), Sainsbury’s, una delle quattro principali insegne britanniche, ha chiesto a una linguista, Susie Dent, di riunire le 101 parole atte a descrivere qualsiasi sapore che esista sulla terra in un vero e proprio dizionario del gusto, The Taste Dictionary: 101 ways to describe each mouthfulLe più bizzarre? Senz’altro “neptunian” (che ha un forte sapore di mare), ama anche l’onomatopeico “lickerous” (dolce e invitante) e il sorprendente (per noi italiani) “scorpacciata” che, a sopresa, in inglese significa “alimento di stagione”.

È uno strumento frivolo magari, ma utile e divertente, a disposizione con Pdf scaricabile per tutti i clienti e in un limitato numero di copie a stampa. Utile anche per ravvivare gli indispensabili post di piatti che diffondono le nostre esperienze culinarie sui social media, andando oltre la semplice immagine o – ancor peggio – il banalissimo emoticon-faccina.

Come spiega bene Susie Dent “dato che sperimentiamo sempre più con ciò che c’è nei nostri piatti, anche la nostra lingua deve evolvere per riflettere questo nuovo paesaggio culinario. Il Sainsbury’s Taste Dictionary è un modo fantastico per rendere più interessante l’ora del pasto e far sì che la conversazione non langua a tavola”.

Uno strumento utile anche agli addetti dei punti vendita come ricorda Susi Richards, Head of Product Development for Food di Sainsbury’s: “The Taste Dictionary segnala parole nuove e inusuali, una ulteriore fonte di ispirazione che aiuterà il food team di Sainsbury’s a immaginare e parlare di cibo”.

 

Alì a Padova accoglie il primo negozio italiano gestito da ragazzi Down

Il primo negozio italiano in cui operano persone con la sindrome di Down, che vende prodotti da loro realizzati: aprirà sabato 7 ottobre a Padova presso il Centro Commerciale Bacchiglione di Selvazzano, grazie alla disponibilità del gruppo Alì & Aliper. Il punto vendita, gestito da ragazzi e ragazze della cooperativa Vite Vere Down Dadi di Padova, venderà i prodotti realizzati nel laboratorio creativo: borse, cuscini, coperte, orecchini, bottiglie decorate, ombrelli, bomboniere, oggetti personalizzati su richiesta e molto altro.
Un ottimo modo per festeggiare la Giornata Nazionale delle Persone con Sindrome di Down che si terrà domenica 8 ottobre, e un gesto concreto di solidarietà sociale e di attenzione alle realtà no-profit del territorio.

«L’apertura del primo shop nella grande distribuzione interamente gestito da persone con disabilità intellettiva – ha dichiarato l’assessore regionale alle politiche sociali della regione Veneto Manuela Lanzarin all’Adn Kronos– rappresenta una grande conquista nel percorso di integrazione e di valorizzazione delle capacità creative e relazionali dei ragazzi Down. Alle spalle di questa esperienza, che considero un progetto innovativo per la disabilità, c’è il grande impegno dell’associazione delle famiglie, la sensibilità sociale di grandi imprenditori e la disponibilità di realtà profit a investire nel mondo no-profit. Ma, prima di tutto, c’è una nuova cultura della “normalità” che supera antiche barriere e pregiudizi ed esce dalla logica dell’assistenzialismo per valorizzare talenti e risorse presenti in ogni persona. Con Dadi_Shop l’esperienza del laboratorio creativo entra nel mercato e sfida le leggi dell’economia».

Sainsbury’s lancia la spesa slow per clienti disabili e anziani

Una sedia in ogni corsia, punti di accoglienza, e soprattutto un addetto che accoglie all’entrata il cliente bisognoso, anziano o disabile, per accompagnarlo nella spesa: succede con Slow Shopping, il servizio lanciato dall’insegna britannica Sainsbury’s nel punto vendita di Gosforth, nell’Inghilterra del Nord.

Il servizio è attivo ogni martedì dall’una alle tre. Le sedute consentono ai clienti di riposarsi alla fine di ogni corsia, ma ci sono anche punti dove vengono offerti assaggi di frutta e biscotti.

La spesa può essere allo stesso tempo un piacevole diversivo ma anche un ostacolo per le persone anziane, ad esempio. In particolare se sofferenti di una malattia cronico-degenerativa come l’Alzheimer. Secondo una ricerca, l’80% degli 850mila malati di Alzheimer britannici cita la spesa tra le attività preferite, ma uno su quattro ha smesso di andare al supermercato a causa della malattia stessa.

E per dimostrare che, al di là delle strutture, è l’accoglienza e il personale a fare la differenza in questi casi, Sainsbury’s l’anno scorso ha stanziato 50mila ore di formazione presso i suoi dipendenti per insegnare come aiutare i clienti con disabilità.

 

Frutta gratis ai bambini da Tesco, mentre i genitori fanno la spesa

Un “aiutino” per spingere i bambini a mangiare in modo più sano: è questo il senso dell’operazione che ha impegnato oltre 800 punti vendita Tesco nel Regno Unito. Mentre i genitori fanno la spesa infatti, ai piccoli vengono offerte delle porzioni di frutta da sgranocchiare.

L’iniziativa è partita da una cassiera di un supermercato dell’insegna, che ha suggerito di sostituire le caramelle che normalmente si offrivano ai piccoli clienti con una ben più sano frutto (banane, mele e agrumi tra le scelte).

Tesco non è nuovo a queste operazioni: è stato infatti tra le prime insegne a rimuovere gli snack ipercalorici dalla zona casse (vedi Tesco toglie i dolci dalle casse), ha ridotto il livello di zucchero nelle bevande per bambini e dall’inizio dell’anno vende una serie di vegetali “imperfetti”, per combattere lo spreco alimentare.

Géant Casino segue il cliente in vacanza, e porta la spesa in barca e in tenda

Il cliente va in vacanza, ma perché perderlo se si può raggiungerlo con l’e-commerce e consegne dedicate? Sembra aver pensato ciò il gruppo Géant Casino, che ha quindi quest’anno ideato più di un modo per raggiungere la clientela durante i suoi spostamenti, e magari anche farsene di nuova.

Con il servizio Casinò on Board ad esempio cinque ipermercati del Sud della Francia consegnano in porto la spesa, ordinata online, alla clientela, di nicchia ma altospendente, di chi trascorre le vacanze in barca.

Un’altra insegna del gruppo Casino invece, Spar, ha puntato su tutt’altro target, installando dei chioschi nei campeggi, dai quali si può ordinare la spesa grazie a un’apposita carta, anonima ma con la posizione della propria piazzola. La consegna avviene infatti davanti alla tenda o al caravan. Anche se l’assortimento è ristretto – 1500 articoli sui 6000 a disposizione -il servizio è assicurato.

Dansk Supermarked eliminerà le uova da allevamenti in batteria

Nella foto, la dicitura "Buraeg" indica che queste uova provengono da allevamenti in batteria e ha di fatto portato a una diminuzione delle vendite.

Dansk Supermarked Group, gruppo danese che gestisce le catene Netto, føtex e Bilka, non venderà più uova di allevamenti in batteria. Obiettivo: migliorare il benessere degli animali. L’obiettivo è arrivare a quota zero entro il 2017. Già ora sono il gruppo ha attivato una serie di iniziative che hanno di fatto “scoraggiato”  il consumo. Tra queste, l’indicazione di “uova in gabbia” al posto di uova fresche sulle confezioni, per rendere i clienti consapevoli dell’origine e del metodo di allevamento utilizzato, e che ha di fatto ridotto la vendita di uova da allevamenti in batteria. “Inoltre – si legge nel sito – abbiamo reso più attraente l’acquisto di uova non convenzionali inserendoli negli scaffali più attraenti e mettendo in promozione solo le uova non convenzionali.  Dopo queste mosse, le vendite di uova da allevamenti in batteria è diminuito”.

Il benessere degli animali è una richiesta crescente da parte dei consumatori, che, per i prodotti di origine animale, chiedono sempre più trasparenza su come vengono allevati. “Aumentare il numero di prodotti che indicano il benessere animale non solo incrementa la nostra offerta, ma alla lunga permetterà anche di abbassare di prezzi”.

Tesco partner del London Pride si tinge di arcobaleno

L’insegna della Gdo britannica Tesco si schiera a fianco del London Pride con una serie di iniziative nel punto vendita. Sabato 26 giugno e domenica 27 giugno gli store londinesi saranno vestiti – sistemando la frutta nel reparto ortofrutta ad esempio e tramite bandierine e palloncini – con la tradizionale iride arcobaleno simbolo del festival LGBT. I 12 negozi che sorgono lungo  la parata trasformeranno anche il logo e venderanno magliette che riportano frasi di clienti e collaboratori che spiegano il significato del Pride, il cui ricavato delle vendite andranno in beneficienza, e saranno coinvolti anche i furgoni per le consegne, che parteciperà alla parata trasmettendo musica.

«Sappiamo che Pride in London è un evento vivace e divertente e per questo siamo orgogliosi di essere uno sponsor ufficiale della manifestazione». Ai manifestanti saranno distribuiti bottigliette d’acqua, dolci e bandierine.

Un modo insomma per essere vicino alla propria comunità, coinvolgendo clienti e dipendenti, in iniziative culturali anche non necessariamente mainstream. In fondo, non esiste solo il Natale.

Monoprix vuol essere “amica delle api”

Ha lavorato su una trentina di fornitori dell’ortofrutta l’insegna francese Monoprix, chiedendo di applicare politiche che non mettano a rischio la vita e il lavoro di questi insetti impollinatori, fondamentali per l’agricoltura. La campagna “Monoprix tous cultiv’acteurs” appena lanciata, intende favorire l’uso di un’agricoltura responsabile, che preservi l’ecosistema grazie all’eliminazione di alcuni pesticidi, proprio quelli che rischiano di sterminare non solo gli insetti dannosi, ma anche quelli indispensabili.

I prodotti ortofrutticoli che seguono le regole di una coltivazione “amica delle api” e a favore della biodiversità, saranno segnalati da un’etichetta “Bee Friendly”, in modo da essere facilmente individuati dai consumatori.

Walmart testa i droni, in magazzino

Un centro logistico Walmart.

Non si tratta di una, ancora difficoltosa e sotto l’occhio dei regolamenti statali, consegna sulla porta di casa come aveva prospettato qualche tempo fa Amazon, ma Walmart, colosso della grande distribuzione americana, i droni li sta sperimentando non nel cielo, ma a casa sua. O meglio nei suoi giganteschi centri logistici statunitensi, per controllare l’inventario, verificando dall’alto se ci siano prodotti mancanti o mal posizionati: il sistema potrebbe essere utilizzati di routine tra 6/9 mesi.

Sulla logistica e il contenimento dei costi si sta giocando una delle partite più “calde” della distribuzione moderna, in un’ottica di multicanalità ormai diffusa ed imprescindibile. E i numeri di Walmart sono impressionanti: ha 63 centri di distribuzione negli USA, che servono 90-100 supermercati nel raggio di 350 chilometri.

Il test fa parte di un programma lanciato l’anno scorso da Walmart e volto a utilizzare gli ultimi ritrovati della tecnologia per migliorare la supply chain. Oltre ai droni, il team dedicato dell’insegna americana sta lavorando con la realtà virtuale, la realtà aumentata, e la realizzazione di micro-magazzini e centri di distribuzione iperlocali.

 

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