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Coin, al via nel 2017 altri 4 shop-in-shop Amedeo D

L’urban street fashion di Amedeo D rafforza la partnership con Coin e fa poker di aperture nel 2017 entrando con dei veri shop in shop negli store di Treviso, Padova, Sassari e Catania.

Dopo l’esordio nel 2014 nel Coin di Milano 5 Giornate, seguito dagli opening di Bergamo, Brescia e Roma San Giovanni, il format Amedeo D. approda per la prima apertura in ordine di tepi è anche la prima volta in Veneto: sabato 4 marzo Amedeo D debutta infatti nel Coin di Treviso, mentre in aprile sarà il Coin di Padova ad ospitare l’insegna meneghina. I due shop-in-shop veneti copriranno rispettivamente una superficie di 250 metri quadri e di oltre 300 metri quadri e saranno caratterizzati da un mood anni ’80, in un’ambientazione dal gusto vintage legata al mondo dei videogames.

Sono previste invece nel secondo semestre le aperture negli store Coin di Sassari e Catania.

Gli spazi Amedeo D. in Coin propongono a un pubblico tendenzialmente giovane linee uomo, donna e bambino. Gli ambienti sono caratterizzati da un mix di luci, colori, musica studiati nei minimi dettagli per creare un’atmosfera coinvolgente, mentre lo staff è motivato e in sintonia con il target di riferimento.

coin_amedeod_2Tra i marchi nazionali e internazionali proposti ci sono Carhartt, Cheap Monday, Element, Kelto, Levi’s, Obey, Volcom, Adidas, Converse, New Balance, Nike, Vans, Eastpak, Herschel, The North Face, Diadora, Iuter, Scotch&Soda, Reebok, Franklin&Marshall, con una vasta serie di proposte di abbigliamento, calzature e accessori. Filo conduttore l’innovazione, gli ultimi trend e la ricerca costante di brand emergenti e in grado di cogliere sempre lo spirito del tempo.

Coin è la più grande catena di department store in Italia presente su tutto il territorio nazionale, all’interno dei più importanti centri storici e nelle principali vie dello shopping, con 40 negozi diretti e 50 store a insegna Coincasa tra Italia ed estero. È visitata da 35 milioni di persone e vanta 3,5 milioni di clienti, un portfolio di più di 800 brand e una superficie di vendita di circa 115mila metri quadri.

 

Abbigliamento, nel web il mondo si ribalta e Germania batte Italia 5 a 0

Cinque brand tedeschi nella Top 10, e nessun italiano: è questa la classifica davvero poco lusinghiera per il Made in Italy dei brand del settore abbigliamento che hanno mostrato la migliore performance online nel 2016 secondo la classifica di BEM Research.

Una supremazia, quella teutonica, che parte dal podio, conquistato da Zalando, la società tedesca specializzata nelle vendite online di capi di vestiario e accessori che ha ottenuto un punteggio medio del BEM Rank nel corso del 2016 pari a 67,4 punti. Zara, brand spagnolo del settore che opera sull’e-commerce ma ancor più attraverso i negozi fisici sparsi in tutto il mondo, ha conquistato la seconda posizione. Chiude il podio un’altra tedesca, Adidas, specializzata nell’abbigliamento sportivo, con un distacco di appena un decimo di punto rispetto alla seconda in classifica. Molto ravvicinati anche il quarto e il quinto classificato, ossia Asos e BonPrix, altre due aziende la cui casa madre si trova in Germania.

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Tra i primi 10 brand del settore si trovano poi H&M (Svezia), Nike (Usa), Deichmann (Germania), Spartoo e Kiabi (entrambe francesi).  Nel complesso, la media del BEM Rank nel 2016 per i 40 brand considerati è pari a 32,8 punti.

Andando a considerare due macro-aggregati che compongono il BEM Rank, si osserva che Zalando eccelle per la capacità di essere rintracciata sul web (visibilità online) o perché gli utenti cercano direttamente il suo brand oppure perché appare nelle prime posizioni di Google Italia per ricerche relative a parole chiave generiche ad alto traffico. Sul podio, per questo aggregato, si trovano Adidas e Zara.

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Relativamente alle prestazioni dell’homepage, ovvero alla velocità di caricamento e all’usabilità, conquista la posizione più alta BonPrix, seguita da Deichmann e dall’italiana Twin Set.

 

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«A guardare la classifica dei paesi, la Germania detiene il primo posto con ben cinque brand su dieci posizionati in classifica; il nostro Paese trova solo l’undicesima posizione grazie a Liu Jo. Sono dati che fanno riflettere – sottolinea Mariachiara Marsella, web marketing manager a BEM Research – tenendo conto che abbiamo certamente una storia da raccontare in questo settore e considerando che la ricerca del “made in Italy” nel settore abbigliamento è in crescita in Italia. Per valorizzare moda, nonché settore alimentare, le cui qualità sono riconosciute a livello globale, appare sempre più cruciale lanciare un portale a controllo italiano, sullo stile di Amazon o Alibaba. Tale esigenza è particolarmente sentita nel nostro Paese data la grande diffusione di imprese di piccola e media dimensione, che per loro natura hanno maggiore difficoltà nella competizione su scala globale».

L’acquisto online di capi di abbigliamento, calzature e accessori è notevolmente aumentato nel tempo e si prevede che entro il 2020 la percentuale sul totale degli acquisti di questi beni arriverà a oltre il 40%. Complici di questa tendenza sono diversi fattori, quali la forte competizione del settore abbigliamento che ha determinato un abbassamento dei prezzi e l’utilizzo quotidiano di smartphone e tablet con il conseguente aumento di applicazioni mobile e-commerce espressamente dedicate all’acquisto, facile, veloce e sicuro di capi di abbigliamento, accessori e scarpe.

 

Vero o falso? Certilogo certifica tutti i denim Diesel

Entro fine anno saranno tutti certificati: stiamo parlando dei capi di abbigliamento Diesel, che non dovranno più temere l’attacco dei contraffattori grazie a un’etichetta termostampata posizionata nella cintura dei jeans insieme alla Call to Action “Scan for Authenticity”. Ideata da Certilogo, lo strumento consente facilmente al consumatore di verificare l’autenticità del capo ch sta acquistando in tre modi: scansionando il Codice CLG con un lettore di codici QR standard sul proprio smartphone, inserendo il Codice CLG e rispondendo a poche semplici domande tramite l’apposita Certilogo App personalizzata Diesel, o andando sul sito certilogo.com.

«Nel nuovo panorama dei consumatori, alimentato dall’apprezzamento per l’alta qualità, stiamo adottando un approccio mirato a potenziare la fiducia dei consumatori Diesel, creando un dialogo diretto con loro”, spiega il Ceo di Diesel Alessandro Bogliolo.

«I rapporti fra i brand e i consumatori sono cambiati nell’era digitale. Non è più accettabile limitarsi all’approccio “Invitiamo i consumatori a prestare attenzione e buona fortuna” riguardo ai prodotti contraffatti, quando ognuno di noi ha in tasca la tecnologia necessaria a far cessare questo fenomeno» sottolinea Michele Casucci, Ceo di Certilogo.

Il tema del resto non è di poco conto: l’International Chamber of Commerce calcola che la contraffazione e la pirateria delle merci sottraggano ai consumatori, ai legittimi produttori e al fisco ricavi per 1,8 trilioni di USD all’anno e dia luogo alla perdita di 25 milioni di posti di lavoro in tutto il mondo.

La richiesta da parte dei consumatori di uno strumento semplice e affidabile per riconoscere ed evitare i prodotti contraffatti ha generato una crescita di oltre il 100% delle autenticazioni su certilogo.com dal 2013.
I consumatori sembrano apprezzare e, soprattutto, utilizzare questa tecnologia. Da quando il denim 5 tasche codificato Certilogo ha fatto la sua comparsa nei negozi, i consumatori di oltre 70 Paesi si sono collegati alla piattaforma Certilogo per verificare che il loro acquisto fosse autentico. Il 20% delle autenticazioni è stato eseguito da consumatori che valutavano un possibile acquisto; il 64% è stato effettuato dopo l’acquisto in un negozio fisico, mentre il 16% dopo l’acquisto in uno store o centro commerciale online.

 

 

Quando è l’app che porta in negozio, Papèm da Milano punta all’Italia

È la app che abbatte le distanze tra il negozio fisico e quello virtuale. E per festeggiare il suo primo anno di vita si regala un finanziamento di 430mila euro e l’allargamento a nuove città. Perché attualmente Papèm è disponibile solo a Milano e a Palermo. Il principio della start-up, guidata da Alberto Lo Bue, Carlo Alberto Lipari e Roberto Pirrone, è semplice ma geniale: grazie alla app scaricata sul proprio smartphone si trovano informazioni, su base geolocalizzata, su prodotti e negozi di abbigliamento e design. Gli utenti possono informarsi sull’offerta di prodotti dei negozi attorno a loro, scoprire promozioni riservate alla community e guadagnare punti (i “pèms”) per avere visitato i negozi partner.

Il progetto di allargamento sarà reso possibile da un round di finanziamento di 430mila euro ottenuto grazie a un gruppo di business angel. Oltre all’allargamento a nuove città, nel 2017 sarà lanciata una nuova versione dell’app per iOS e Android e ci sarà il raddoppio dello staff, attualmente di dieci dipendenti.

«La chiusura di questi round di finanziamento – dice Alberto Lo Bue, 26 anni, CEO e co-fondatore della società, ex data scientist a Rocket Internet – costituisce un passo fondamentale per Papèm e per la sua crescita. Il mercato delle vendite multi-canale è immenso e con una crescita del +40% da un anno all’altro. Se consideriamo esclusivamente le grandi città nel mondo, le vendite in negozio influenzate dal mobile valgono circa 31 miliardi di euro. Per molti dei nostri partner, Papèm è l’unica presenza mobile e i risultati di Milano e Palermo dimostrano come l’app abbia il potenziale per diventare il migliore compagno di shopping, in grado di supportare il consumatore su diversi touchpoint da casa, in mobilità, e all’interno dei punti vendita».

Papèm permette ai brand di raggiungere i clienti giusti al momento giusto con contenuti geo-localizzati altamente rilevanti. Gli utenti hanno tutte le informazioni necessarie per programmare il loro shopping, interagendo con i brand, conoscendo i loro prodotti e accedendo a promozioni speciali. Questi non solo in casa ma anche in negozio o per strada. L’app dà visibilità ai prodotti presenti nei punti vendita del brand in tempo reale. Allo stesso tempo, grazie ad algoritmi basati su criteri geo-comportamentali, permette di portare in negozio visite che si trasformano in acquisto il doppio delle volte rispetto a quelle tradizionali. Infine, i brand possono monitorare costantemente la loro performance e accedere a dati e informazioni rilevanti a fini strategici. Papèm attualmente ha oltre 20mila utenti attivi con una crescita del 20% su base mensile, e 200 negozi visualizzabili su una mappa delle due città. Tra i brand disponibili Brooks Brothers, PVH, Diesel, Mandarina Duck, Camicissima, Alberto Guardiani, Woolrich, Obey, Waimea, Maison Laponte, Nike, Hummes, Le Coq Sportif, Diadora, Date, Converse e Adidas.

Under Armour inventa il pigiama hi-tech che concilia il sonno degli sportivi

Che il sonno sia fondamentale per il nostro benessere è cosa arcinota; che sia sempre più difficile dormire sonni tranquilli pure. Per questo Under Armour, brand americano di abbigliamento sportivo, ha preso la questione di petto, innanzitutto inventando (è stato presentato al CES di Las Vegas, ma è già in vendita sul sito) la “biancheria da letto” (come a dire, dei pigiami) che concilia il sonno. Un esempio concerto di come le tecnologie stanno influenzando anche il mondo dell’abbigliamento, partendo proprio da un target, quello degli sportivi, particolarmente attento alle prestazioni, ma anche sempre più abituato ad utilizzare le nuove tecnologie per misurare, promuovere, controllare le proprie prestazioni.

Come funziona il tutto? Lo spiega il sito stesso: “In partnership con Tom Brady (noto giocatore di football americano) abbiamo creato il sistema per il sono più avanzato al mondo, che praticamente ricostruisce il corpo mentre riposa. La chiave è la stampa all’interno del Athlete Recovery Sleepwear, che influenza il potere degli infrarossi lontani (Far Infrared), che sono un tipo di energia nello spettro dell’infrarosso che garantisce vari benefici al corpo umano. La tecnologia TB12 è stat sviluppata per sfruttarli anche durante il sonno.. La stampa in ceramica soffice stampata all’interno dell’indumento assorbe il calore naturale del corpo e rimanda gli infrarossi lontani sulla pelle. Il che aiuta il corpo a riprendersi più velocemente, promuove un sonno migliore e regola il metabolismo cellulare”. L’aspetto invece è quello di un normale pigiama, pantaloni e casacca.

Under Armour, brand nota anche per le sue app sviluppate appositamente per i clienti sportivi (il brand stesso è stato creato da sportivi ed è estremamente attento all’aspetto delle prestazioni) ha anche ideato un’applicazione per cellulare che aiuta lo sportivo a gestire il proprio sonno e lo aiuta a ottimizzare i tempi e la routine.

Carrefour celebra la sua moda bella da svestire

Capi cool e al contempo accessibili a tutti. Belli da svestire. Sono quelli proposti da Carrefour, marchio non sempre facilmente associato al mondo della moda. Per rilanciare la sua vocazione fashion la catena francese, primo distributore in Europa e secondo al mondo, celebra il suo stile attraverso una campagna advertising realizzata con l’agenzia H48 ed esaltata dagli scatti del celebre fotografo Maki Galimberti dal titolo “Belli da Svestire”.

“Impossibile resistersi con un look così”, è il claim che accompagna le fotografie della campagna e che cattura l’attenzione del pubblico attraverso i capi Carrefour, che però non sono indossati dai modelli, ma anzi presumibilmente appena tolti. Così, con immagini sexy e coinvolgenti, “Belli da Svestire” trasmette desiderabilità e al contempo un mondo fashion alla portata di tutte le tasche e di tutte le età. Già, perché le tre immagini che compongono la campagna ritraggono tre incontri, tre diverse generazioni, che con sensualità trasmettono il piacere di “non resistere” alle tentazioni che nascono anche grazie alle scelte di stile di ognuno di noi. Gli abiti, non indossati, sono i protagonisti di una situazione nata grazie a loro. E il loro prezzo assolutamente concorrenziale è in primo piano non meno dei capi e dei modelli, pur senza togliere sensualità alla scena.

«Una campagna innovativa, di cui siamo molto orgogliosi – commenta Sebastien Jan, Direttore Tessile Carrefour Italia -. I capi di abbigliamento sono dei protagonisti insoliti rispetto alle campagne fatte in passato. Sono meno visibili, ma parlano con il cliente finale, suggerendogli che “l’unico modo per resistere ad una tentazione è cedervi”». La campagna prosegue un percorso di posizionamento iniziato con il camerino virtuale e il digital mirror del punto vendita di Carugate, alle porte di Milano, con la campagna total look, e la sfilata mare in punto vendita.

La nuova linea Carrefour viene raccontata a Milano dal 26 novembre al 14 dicembre, grazie a “Belli da Svestire”, con affissioni sulla linea della metropolitana con tre soggetti a rotazione su 250 pannelli, in Corso Garibaldi grazie all’innovativo pannello digitale sempre con tre soggetti a rotazione e con un’ampia affissone in corso XXII Marzo angolo con via Mancini 1.

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Carrefour opera in Italia con 1.065 punti vendita: 57 ipermercati Carrefour, 410 supermercati Carrefour Market, 585 punti vendita di prossimità Carrefour Express e 13 Cash and Carry Docks Market e GrossIper. Carrefour, che opera in 18 regioni e vanta 20mila collaboratori, conta anche su 30 sportelli di Carrefour Banca e 24 stazioni di carburante.

Doriani Cachemire, prima volta in outlet al Franciacorta Outlet Village

Il lusso da Montenapoleone all’outlet: Doriani Cachemire, marchio del lusso con store in
in via Sant’Andrea e nelle più prestigiose località turistiche internazionali, Sankt Moritz, Portofino e Forte dei Marmi sbarca al Franciacorta Outlet Village.

La scelta di aprire il primo punto vendita nel canale outlet rappresenta una nuova sfida per il brand di cashmere che ha scelto di proporre nel nuovo store, la propria linea uomo di maglieria in filati pregiati ponendo un’attenzione particolare ad un look informale e sportivo. In tutte le vetrine Doriani sono riconoscibili i cashmere colorati e i pullover che hanno reso famoso il marchio, ma la proposta è ben più ampia: il brand veste l’uomo elegante a 360°, dagli accessori alla polo, al giaccone sportivo in tessuti pregiati per il tempo libero.
L’expertise Doriani ha permesso al marchio di ottenere una visibilità in tutto il mondo, grazie anche alla clientela internazionale che, facendo acquisti nelle sue boutique del quadrilatero milanese e negli altri monomarca presenti in Italia e all’estero, sono diventati testimonial dell’eleganza e dello stile Doriani in tutto il mondo. Oggi anche lungo la “promenade” di Franciacorta Outlet Village la qualità del cashmere è visibile in tutti i suoi dettagli, filati pregiati di qualità superiore.

Il Franciacorta Outlet Village è parte del network Land of Fashion gestito da Multi Outlet Management Italy (MOMI), filiale italiana del gruppo olandese Multi Mall Management. In portfolio cinque Outlet Village con 600 punti vendita e 150 mila metri quadrati commerciali, situati da nord a sud Italia: Palmanova Outlet Village (Friuli), Franciacorta Outlet Village e Mantova Outlet Village (Lombardia), Valdichiana Outlet Village (Toscana) e Puglia Outlet Village (Puglia). Acquisiti dal Fondo americano Blackstone, i cinque Outlet Village sono stati scelti nel 2015 da 17 milioni di visitatori.

Nella moda è sempre più e-commerce, 1,8 miliardi e cresce più di tutti (+25%)

È la categoria di prodotto che cresce più di tutte le altre (25% contro il 13,3% dell’e-commerce in generale) in Italia e in Europa, e, anche quando si acquista moda offline (e offline, al di là dei proclami, si svolgono oltre 9 acquisti su 10) la scelta è pesantemente influenzata dalla ricerca via smartphone. Lo rivela Netcomm, il Consorzio del Commercio Elettronico Italiano, in occasione della Milano Fashion Week SS 2017.

e-commerce-settori-modaIn Italia il settore moda vale il 5% del mercato retail, con un tasso di crescita medio annuo del 30% e un valore superiore a 1,8 miliardi di euro, +25% rispetto al 2015 (dati Osservatorio eCommerce B2c Netcomm-Politecnico di Milano). Ma è anche il primo settore per ricerca di informazione online prima di un acquisto tradizionale, dove l’abbigliamento, escluse le calzature, costituisce il 40,2%, al pari di un altro settore merceologico molto forte sul web come l’elettronica (computer, tablet e smartphone). Su 19 milioni di utilizzatori di smartphone connessi alla rete, il 72% ha cercato in negozio un prodotto che aveva già visto online. Le informazioni sono ricercate prevalentemente sui siti dei retailer (oltre il 40%), seguite dal sito del produttore/fornitore (35%), e dalla semplice ricerca in rete (31%). I siti comparatori di prezzi, gli articoli di magazine online e la condivisione tramite social invece per l’abbigliamento rappresentano una fetta minima, che non arriva al 30%.

moda-mobile«Il digitale influenza in maniera rilevante il momento dell’acquisto di prodotti fashion e luxury, dando vita a un’esperienza sempre più omnicanale – dice Roberto Liscia, Presidente di Netcomm -. Alla luce di ciò, i negozi fisici sono entrati significativamente nel gioco digitale: nell’8,6% dei 30mila punti vendita è infatti possibile ritirare un prodotto acquistato online. E la metà di questi permette anche di prenotare online un prodotto disponibile al momento nel punto vendita».

Se infatti le vendite online di prodotti luxury valgono ad oggi il 6% contro il 26% delle vendite pure in store fisici, il 68% delle vendite offline è influenzato da una prima esperienza online. La multicanalità sembra dunque la chiave di volta per il successo, ancor più in questo settore che sta assumendo, dopo un avvio molto lento, un ruolo di traino delle vendite online.

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Tra sport e style, apre a Milano NikeLab ST18

Una vetrina innovativa e tecnologica per i prodotti Nike, nel cuore di Milano: apre in via Statuto, nel quartiere di Brera, NikeLab ST18 ad opera di Nike, in partnership con Percassi,

L’innovazione passa anche nei camerini, che sono dotati di illuminazione regolabile con quattro diverse impostazioni che permettono ai clienti di verificare come appaiono le calzature e l’abbigliamento se indossati in condizioni e orari diversi del giorno.

Il piano interrato dispone di lucernari artificiali che illuminano dove di solito è buio e presenta una stanza nascosta con una camera blindata, che ospiterà eventi speciali.

Grande attenzione anche alle tematiche ambientaliste: il nuovo spazio si vanta di raggiunge il massimo delle prestazioni con il minimo impatto ambientale. Arthur Huang, il fondatore dello studio di progettazione Miniwiz, specializzato nel riproporre materiali di scarto, ha collaborato con i designer di Nike per creare strutture espositive in alluminio riciclato. Non solo: tra recupero e funzionalità, le rifiniture e i materiali utilizzati sono stati progettati in modo modulare per renderli versatili e flessibili, facilitandone così l’impiego all’interno dello spazio.

In un’ottica di collaborazione con i talenti locali ma anche di shopping experience e creazione di uno spazio sociale e culturale, oltre che commerciale, nel negozio verranno esposti i lavori di creativi milanesi. Attualmente in mostra cè Martino Gamper, uno dei creativi con i quali Nike ha collaborato per la mostra The Nature of Motion durante la Milano Design Week 2016, che ha creato sedie, sgabelli e il totem centrale all’interno dello store.

Continua lo sviluppo di Kiabi in Italia, a Torino Verona e Napoli le prossime aperture

È già il terzo mercato del gruppo di fast fashion francese, dopo Francia e Spagna, e prosegue a ritmi serrati il piano di espansione di Kiabi in Italia. Tre le aperture previste nei prossimi due mesi: la prima ai primi di settembre a Torino, dove il brand è già presente con quattro punti vendita, presso la galleria commerciale del centro “Parco Dora”: 1.700 mq. di negozio, 29 dipendenti e nuove collezioni per soddisfare tutte le esigenze. L’1 e il 2 ottobre sarà la volta di Napoli, presso il centro commerciale “Campania” di Marcianise (CE) e l’8 e 9 ottobre di Verona, dove aprirà uno store nel rinnovato Auchan di Bussolengo (VR). I nuovi store vedranno impiegate rispettivamente 24 risorse facendo salire a quota 29 gli store Kiabi presenti in Italia. Ad oggi la rete distributiva conta 26 negozi diretti ed oltre 550 dipendenti.

«Quello di Marcianise è il nostro primo punto vendita, di circa 2.000 mq., nell’area di Napoli -sottolinea Massimo Pozzi, Direzione Sviluppo e Servizi tecnici KIABI Italia -. Nutriamo molte aspettative per questo negozio, forti anche del gran numero di sollecitazioni ad aprire un negozio “fisico” che da sempre riceviamo dai nostri clienti sul web della zona. È importante sapere che il bacino Napoletano rappresenta per noi il quarto mercato dietro Roma, Milano, e Torino, ed è un dato abbastanza sorprendente se si considera che questi ultimi godono da molti anni del traino offerto dai numerosi negozi esistenti».

Il nuovo Concept Store Kiabi Free, inaugurato per la prima volta lo scorso aprile presso il “Centro” di Arese (vedi la nostra fotogallery) è un’evoluzione del concetto di shopping experience dove il prodotto è valorizzato e le soluzioni espositive uniscono il volume all’attrattività. Si contraddistingue non solo per il rinnovo dei locali e della zona camerini, dove a predominare è il colore bianco, ma anche per nuovi servizi rivolti alla clientela: aree giochi dedicate ai bambini grazie alle quali i genitori possono fare shopping in tranquillità, personal shopper per chi lo desidera, personale totalmente a disposizione della clientela e molta tecnologia digitale, grandi schermi che proiettano le immagini delle collezioni e offrono la possibilità di effettuare ordini. L’obiettivo è quello di creare una relazione tra store digitale e fisico confermando la strategia cross channel per riuscire a soddisfare le esigenze di tutti. Il cliente potrà quindi effettuare gli ordini da casa e ritirarli in negozio; qualora non trovasse nel punto vendita i capi desiderati potrà connettersi allo store virtuale (tramite gli schermi o il proprio device mobile) e verificare la disponibilità in altri punti vendita.

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