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Nella moda è sempre più e-commerce, 1,8 miliardi e cresce più di tutti (+25%)

È la categoria di prodotto che cresce più di tutte le altre (25% contro il 13,3% dell’e-commerce in generale) in Italia e in Europa, e, anche quando si acquista moda offline (e offline, al di là dei proclami, si svolgono oltre 9 acquisti su 10) la scelta è pesantemente influenzata dalla ricerca via smartphone. Lo rivela Netcomm, il Consorzio del Commercio Elettronico Italiano, in occasione della Milano Fashion Week SS 2017.

e-commerce-settori-modaIn Italia il settore moda vale il 5% del mercato retail, con un tasso di crescita medio annuo del 30% e un valore superiore a 1,8 miliardi di euro, +25% rispetto al 2015 (dati Osservatorio eCommerce B2c Netcomm-Politecnico di Milano). Ma è anche il primo settore per ricerca di informazione online prima di un acquisto tradizionale, dove l’abbigliamento, escluse le calzature, costituisce il 40,2%, al pari di un altro settore merceologico molto forte sul web come l’elettronica (computer, tablet e smartphone). Su 19 milioni di utilizzatori di smartphone connessi alla rete, il 72% ha cercato in negozio un prodotto che aveva già visto online. Le informazioni sono ricercate prevalentemente sui siti dei retailer (oltre il 40%), seguite dal sito del produttore/fornitore (35%), e dalla semplice ricerca in rete (31%). I siti comparatori di prezzi, gli articoli di magazine online e la condivisione tramite social invece per l’abbigliamento rappresentano una fetta minima, che non arriva al 30%.

moda-mobile«Il digitale influenza in maniera rilevante il momento dell’acquisto di prodotti fashion e luxury, dando vita a un’esperienza sempre più omnicanale – dice Roberto Liscia, Presidente di Netcomm -. Alla luce di ciò, i negozi fisici sono entrati significativamente nel gioco digitale: nell’8,6% dei 30mila punti vendita è infatti possibile ritirare un prodotto acquistato online. E la metà di questi permette anche di prenotare online un prodotto disponibile al momento nel punto vendita».

Se infatti le vendite online di prodotti luxury valgono ad oggi il 6% contro il 26% delle vendite pure in store fisici, il 68% delle vendite offline è influenzato da una prima esperienza online. La multicanalità sembra dunque la chiave di volta per il successo, ancor più in questo settore che sta assumendo, dopo un avvio molto lento, un ruolo di traino delle vendite online.

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Tra sport e style, apre a Milano NikeLab ST18

Una vetrina innovativa e tecnologica per i prodotti Nike, nel cuore di Milano: apre in via Statuto, nel quartiere di Brera, NikeLab ST18 ad opera di Nike, in partnership con Percassi,

L’innovazione passa anche nei camerini, che sono dotati di illuminazione regolabile con quattro diverse impostazioni che permettono ai clienti di verificare come appaiono le calzature e l’abbigliamento se indossati in condizioni e orari diversi del giorno.

Il piano interrato dispone di lucernari artificiali che illuminano dove di solito è buio e presenta una stanza nascosta con una camera blindata, che ospiterà eventi speciali.

Grande attenzione anche alle tematiche ambientaliste: il nuovo spazio si vanta di raggiunge il massimo delle prestazioni con il minimo impatto ambientale. Arthur Huang, il fondatore dello studio di progettazione Miniwiz, specializzato nel riproporre materiali di scarto, ha collaborato con i designer di Nike per creare strutture espositive in alluminio riciclato. Non solo: tra recupero e funzionalità, le rifiniture e i materiali utilizzati sono stati progettati in modo modulare per renderli versatili e flessibili, facilitandone così l’impiego all’interno dello spazio.

In un’ottica di collaborazione con i talenti locali ma anche di shopping experience e creazione di uno spazio sociale e culturale, oltre che commerciale, nel negozio verranno esposti i lavori di creativi milanesi. Attualmente in mostra cè Martino Gamper, uno dei creativi con i quali Nike ha collaborato per la mostra The Nature of Motion durante la Milano Design Week 2016, che ha creato sedie, sgabelli e il totem centrale all’interno dello store.

Continua lo sviluppo di Kiabi in Italia, a Torino Verona e Napoli le prossime aperture

È già il terzo mercato del gruppo di fast fashion francese, dopo Francia e Spagna, e prosegue a ritmi serrati il piano di espansione di Kiabi in Italia. Tre le aperture previste nei prossimi due mesi: la prima ai primi di settembre a Torino, dove il brand è già presente con quattro punti vendita, presso la galleria commerciale del centro “Parco Dora”: 1.700 mq. di negozio, 29 dipendenti e nuove collezioni per soddisfare tutte le esigenze. L’1 e il 2 ottobre sarà la volta di Napoli, presso il centro commerciale “Campania” di Marcianise (CE) e l’8 e 9 ottobre di Verona, dove aprirà uno store nel rinnovato Auchan di Bussolengo (VR). I nuovi store vedranno impiegate rispettivamente 24 risorse facendo salire a quota 29 gli store Kiabi presenti in Italia. Ad oggi la rete distributiva conta 26 negozi diretti ed oltre 550 dipendenti.

«Quello di Marcianise è il nostro primo punto vendita, di circa 2.000 mq., nell’area di Napoli -sottolinea Massimo Pozzi, Direzione Sviluppo e Servizi tecnici KIABI Italia -. Nutriamo molte aspettative per questo negozio, forti anche del gran numero di sollecitazioni ad aprire un negozio “fisico” che da sempre riceviamo dai nostri clienti sul web della zona. È importante sapere che il bacino Napoletano rappresenta per noi il quarto mercato dietro Roma, Milano, e Torino, ed è un dato abbastanza sorprendente se si considera che questi ultimi godono da molti anni del traino offerto dai numerosi negozi esistenti».

Il nuovo Concept Store Kiabi Free, inaugurato per la prima volta lo scorso aprile presso il “Centro” di Arese (vedi la nostra fotogallery) è un’evoluzione del concetto di shopping experience dove il prodotto è valorizzato e le soluzioni espositive uniscono il volume all’attrattività. Si contraddistingue non solo per il rinnovo dei locali e della zona camerini, dove a predominare è il colore bianco, ma anche per nuovi servizi rivolti alla clientela: aree giochi dedicate ai bambini grazie alle quali i genitori possono fare shopping in tranquillità, personal shopper per chi lo desidera, personale totalmente a disposizione della clientela e molta tecnologia digitale, grandi schermi che proiettano le immagini delle collezioni e offrono la possibilità di effettuare ordini. L’obiettivo è quello di creare una relazione tra store digitale e fisico confermando la strategia cross channel per riuscire a soddisfare le esigenze di tutti. Il cliente potrà quindi effettuare gli ordini da casa e ritirarli in negozio; qualora non trovasse nel punto vendita i capi desiderati potrà connettersi allo store virtuale (tramite gli schermi o il proprio device mobile) e verificare la disponibilità in altri punti vendita.

Evolve la ricerca online, più veloce e mirata, e tra le opzioni avanza il colore

L’evoluzione delle ricerche online è stata velocissima negli ultimi anni nel senso di azioni sempre più mirate e veloci, con un obiettivo: acquistare online. Un cambiamento guidato da una tecnologia sempre più avanzata, con un cliente sempre più a suo agio con il mezzo digitale, che vede una presenza ormai preponderante dello smartphone. Specie nel settore abbigliamento. Con il 44% di traffico e il 24% di ordini, nella moda online lo smartphone è il dispositivo che, nel primo trimestre del 2016, vede l’unico aumento significativo. Non solo: per il quarto trimestre consecutivo lo smartphone ha guidato per oltre il 90% la crescita delle visite. Chi acquista tramite smartphone non naviga solamente: il 94% di tutta la crescita della creazione dei carrelli e il 66% della crescita degli ordini avviene tramite questo dispositivo.
Il che significa transazioni ovunque, più veloci e d’impulso.

La conferma viene dall’analisi di Demandware tramite lo Shopping Index, basato sull’attività di acquisto degli oltre 400 milioni di acquirenti in tutto il mondo che transitano sulla sua piattaforma cloud.

 

Il colore del digitale: nella moda vince il nero
La ricerca, vuoi per impazienza, mancanza di tempo, abitudine alla velocità del caricamento di pagine, deve essere sempre più precisa e focalizzata: questo richiede oggi il consumatore.
Chi acquista online vuole trovare, subito, esattamente quello che cerca. Un guaio per quei siti che non incontrano le aspettative del cliente, perché troppo lenti o complessi. Per giungere a questo obiettivo una delle tendenze in atto è la ricerca per colore: gli shopper includono la preferenza di colore del prodotto cercato il 22% in più rispetto all’anno precedente.

Per quanto riguarda i siti di moda, il nero è il colore maggiormente richiesto da chi acquista in rete con il 27% delle ricerche; seguono il bianco e il rosso con il 22% e 12%. L’arancione e il giallo risultano invece i meno richiesti e con l’1% si posizionano fuori dalla “top-ten dei colori”.

d9bc4272-6784-43c8-ad93-64612ae0fb6e__OLa riprova di questi comportamenti d’acquisto sempre più frenetici viene dall’analisi del tempo di permanenza su un sito.Nel segmento fashion, durante il primo trimestre del 2016 il tempo medio di permanenza per visita – per tutti i dispositivi – è stato di 9 minuti (-1%), mentre il tempo medio di permanenza per visita da smartphone è stato di 8,1 minuti (-10%). Una visita sempre più breve, anche influenzata dall’uso dello smartphone, che sta di fatto mutando la shopping experience experience online. Sarà dunque necessario ottimizzare la customer journey prevedendo un minor numero di passaggi dal momento in cui si effettua la ricerca fino al pagamento finale, ma anche prevedere una shopping experience unificata nel caso in cui le visite vengano effettuate tramite uno o più dispositivi, o canali.

 

Convenienza primo pensiero, e la consegna si vuole gratis
Tra i vari cambiamenti che percorrono il rapporto del cliente con la rete uno non cambia, ed è l’esigenza e anche l’aspettativa di chi acquista online di trovare convenienza. La spedizione gratuita incentiva lo shopping online. Nel settore moda la spedizione gratuita è applicata nel 65% dei casi e su un valore medio di ordine di 125 dollari, mentre il tasso medio di sconto è pari al 15%. I retailer utilizzano i negozi fisici come pick-up point per ridurre i costi di trasporto e incrementare gli acquisti.

I settori dell’abbigliamento di lusso e dell’health&beauty rimangono però quelli che presentano i tassi di applicazione della spedizione gratuita più alti, rispettivamente dell’84% e 74%.
Se in generale la spedizione gratuita ha avuto un grande successo durante il quarto trimestre del 2015, periodo in cui si è registrato il periodo di picco dello shopping digitale, nel primo trimestre 2016 è arrivata a coprire circa i due terzi del totale degli ordini, in crescita del 63% rispetto a un anno fa.

Continua il Kiabi Job Dating, prossime tappe a Verona e Caserta

Un piano serrato di aperture nella Penisola per il retailer di fast fashion francese Kiabi (leggi Kiabi punta sull’Italia e sui centri commerciali, con un nuovo layout) sta portando a una serie di selezioni di personale nelle città presso cui apriranno dei nuovi store, con una metodo particolare: il Job Dating. In soli sette minuti i candidati dovranno convincere i selezionatori di essere la persona giusta per lavorare nei nuovi store.

Il prossimo appuntamento si terrà martedì 5 luglio dalle ore 18.00 alle ore 22.00 a Verona presso il locale “VIA ROMA 33”, dove saranno selezionate 20 persone per il nuovo punto vendita che aprirà presso il Centro Commerciale Auchan di Bussolengo.

Martedì 12 luglio dalle ore 18.00 alle ore 22.00 presso il locale “CONTEMPORANEO ECCELLENZE” di Caserta in Via Giuseppe Mazzini 16 avverrà invece la selezione di altre 20 persone per il nuovo punto vendita di Marcianise che aprirà presso il Centro Commerciale Campania.

Prendendo spunto dall’idea degli speed date americani, gli appuntamenti al buio nei quali, in meno di 7 minuti, è possibile incontrare l’anima gemella, Kiabi con queste selezioni ricerca una squadra capace di esprimere i valori del brand: colore, divertimento e unicità. Ragazzi giovani, studenti o neolaureati, con una forte passione per la moda e occhio per le tendenze, si potranno conquistare il proprio ruolo all’interno dei team KIABI superando una prova di recruiting davvero unica. Tutti gli interessati in cerca di un nuovo impiego dovranno presentarsi nel locale e, curriculum alla mano, convincere Kiabi di essere il candidato perfetto, in 7 minuti.

 

Abbigliamento nel web, i marchi al top fanno e-commerce, Made in Italy grande assente

Una conferma della crescente importanza dell’e-commerce nel settore abbigliamento viene dalla classifica mensile di BEM Research, che a giugno ha analizzato l’indice di performance online di 29 marchi dell’abbigliamento. Sul podio, i marchi di e-commerce sono considerati i migliori brand online: Zalando si conferma in vetta e sbaraglia la concorrenza, ma deve fare i conti con l’avanzata di Asos. La società britannica entra nella top-five e balza al secondo posto, migliorando di otto posizioni rispetto a maggio. Al terzo posto c’è Adidas; in quarta e quinta posizione si confermano Zara e BonPrix. Esce dal gruppo dei migliori cinque Kiabi e anche in questo mese non compaiono marchi italiani al top.bem-research-abbigliamento

Chi si occupa di moda e accessori deve fare i conti con un alto grado di competizione sul web, ma l’andamento online del settore cala dello 0,4% su base mensile. Rispetto a un anno fa, invece, le ricerche su Google registrano un aumento vicino al 15%.

«Quello dell’abbigliamento è un settore che segue più degli altri l’andamento stagionale – spiega Mariachiara Marsella, web marketing manager di BEM Research –. L’arrivo dell’estate, e dei saldi estivi che partiranno nei primi giorni di luglio, porterà un aumento delle vendite in negozio, ma anche online: chi punta tutto sull’e-commerce in queste settimane deve saper sfruttare tutte le opportunità offerte dal web, non potendo contare su vetrine tradizionali in città. Purtroppo, anche in questo mese registriamo l’assenza dei brand italiani ai vertici del nostro indice. La moda made in Italy, un punto di riferimento a livello mondiale, non è ancora in grado di sfruttare al meglio le potenzialità di Internet».

La classifica dei migliori brand online, prodotta da BEM Research, è costruita sulla base di un indice, il BEM Rank, che considera cinque diversi parametri: 1) i brand maggiormente cercati su Google; 2) la visibilità dei siti web su parole chiavi ad alto traffico relative al settore di riferimento; 3) la velocità di caricamento delle pagine web; 4) l’usabilità dei siti web; 5) il grado di competizione online nel settore in cui l’azienda opera.

Kiabi punta sull’Italia e sui centri commerciali, con un nuovo layout

Punta sui centri commerciali invece che sullo store stand-alone in periferia come avvenuto fino ad ora, ma anche sull’Italia, dove intende espandersi a Sud, area senza negozi ma con vendite online incoraggianti: Kiabi, marchio francese di fast fashion specializzato nella moda bimbi (che copre la metà delle vendite), sceglie l’Italia per presentare il nuovo layout dei punti vendita, che ha debuttato nel punto vendita appena inaugurato al centro commerciale IL Centro di Arese.

Presente in Italia da 20 anni (è il terzo mercato dopo Francia e Spagna), Kiabi ha registrato un fatturato d 1,6 miliardi di euro, di cui 110 milioni nei 26 store italiani. Ha 470 punti vendita in 10 Paesi. “Saremo il family store di riferimento nei centri commerciali, e questa nuova politica è stata sviluppata anche in considerazione del fatto che riteniamo che in futuro la concorrenza non avverrà tanto tra punti vendita all’interno dello stesso centro, ma tra un centro commerciale e l’altro. Per questo valuteremo molto bene le location, anche se abbiamo visto che finora, dove abbiamo aperto, abbiamo comunque avuto risultati postivi” ha detto Massimo Pozzi, direttore sviluppo Kiabi Italia.

Tra i punti di forza dello store il rapporto ottimo prezzo-qualità ma anche il servizio, con 30 addetti a disposizione dei clienti, come in una boutique, che possono prenotare anche il proprio “personal shopper”. Infine, la multicanalità con un e-commerce “forte”, che vale il 12% delle vendite e ha permesso di diffondere il marchio anche nelle aree “non presidiate” (ma si sta lavorando a una prossima apertura in una città del Sud, che potrebbe essere Napoli) e che ha un buon ritorno anche con il click and collect in negozio.

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Per Muji restyling “alla grande”: a Milano il più esteso store d’Europa

Forse sarà anche stata una coincidenza, ma di certo non stonava l’inaugurazione dello store Muji di Milano Buenos Aires nella settimana del design (che quest’anno parla molto di Giappone) completamente rinnovato e, soprattutto, ingrandito, di ben un piano. Ora è il più grande d’Italia e d’Europa, e il primo nel nostro Paese che rappresenta il nuovo format degli store MUJI.

Per uno strano circolo il negozio è il primo inaugurato in Italia nel 2004 dalla società Ryohin Keikaku. Con una superficie totale di 948.56 metri quadrati e un’offerta di 2.500 prodotti, diventa anche il flagship store più grande d’Europa.

La ristrutturazione di Milano è la prima realizzata di una serie di restyling che coinvolgeranno l’intera rete. Che conta in Giappone 401 negozi (284 gestiti direttamente e 117 con licenza) e all’estero 301 punti vendita in Italia.

Ne ha fatta di strada il nome MUJI: usato dal 1999, deriva dalla frase “Mujirushi Ryōhin”, che in giapponese significa “buoni prodotti senza marchio”. Diventati essi stessi, col tempo, un brand.

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Il megastore di Mango a Barcellona punta sul digital signage

Foto: Bianca Mantegazza.

Schermi ovunque, di grandi dimensioni, soluzioni di design, assortimento ampio su tutte le linee donna, uomo e bambino e ampi spazi, su una superficie di 2500 mq: è d’impatto il flagship che Mango ha aperto di recente nel cuore di Barcellona, sulle Ramblas.

Proprio nella città che l’ha visto nascere e dove nel 1984 ha aperto il primo negozio, il marchio di abbigliamento spagnolo ha evidenziato la sua nuova strategia fatta di punti vendita grandi (dagli 800 mq in su) dove mostrare tutte le sue collezioni. Una strategia partita nel 2013 e che ha già portato all’apertura di 150 megastore. Lo store occupa un edificio storico d’angolo e lotta per accaparrarsi l’attenzione del turista con 8 vetrine su strada. Realizzato con una ristrutturazione durata due anni e un investimento di 25 milioni di euro, impiega 60 persone. È ancora un work in progress: il piano dedicato ai bambini infatti dovrebbe aprire a febbraio.

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Moda fast e strategie digital

L’utilizzo ampio del digital signage ha lo scopo non solo di fornire una shopping experience più coinvolgente, ma risponde alla nuova strategia del marchio spagnolo e che partirà a febbraio con la collezione primaverile: presentazione di nuovi articoli ogni 15 giorni distribuiti in tutti i negozi “per rispondere alle esigenze del mercato” e dunque cambio della comunicazione in tempo reale, che si concretizzerà con una nuova campagna lanciata ogni mese con un diverso testimonial (a febbraio la prima sarà la top model americana Kendall Jenner). Di conseguenza non sarà più stampato il catalogo cartaceo, che veniva diffuso in 22 milioni di copie. Occhi puntati invece sull’e-commerce, che oggi risponde per il 10% delle vendite.

Mango ha oltre 2.700 punti vendita in 109 Paesi, e ha chiuso l’anno finanziario 2014 con un fatturato di 2,017 miliardi di euro, + 9.3% sul 2013, e un EBITDA di 223 milioni di euro.

L’Hi-tech nel 2016 farà risorgere il punto vendita fisico? Intel pensa di sì

Le nuove tecnologie insieme a un servizio sempre più volto alla personalizzazione, del prodotto e dell’esperienza d’acquisto, potrebbero ridare smalto alla presenza (e alla frequentazione) del punto di vendita fisico, come unico luogo dove usufruire di tecnologie ad alto tasso di innovazione, come gli scanner 3D o sistemi di misurazione via tablet, non disponibili nel negozi online.

Dopo una fase di sperimentazione, queste tecnologie stanno entrando nei negozi e tra i primi a sperimentarli c’è la catena di grandi magazzini americana Nordstrom. Nel negozio di Seattle ha installato lo scanner che consente la misurazione tridimensionale dei piedi del cliente (non solo il numero di scarpe ma anche la misurazione del collo del piede e della caviglia) così da fornirgli un servizio personalizzato, proponendo, in questa prima fase, la calzatura più adatta e confortevole. Il funzionamento è descitto nel video di The Oregonian, un quotidiano locale. Lo scanner della start up svedese Volumental da anche la possibilità di produrre delle scarpe realmente su misura, come fa già Nike con il servizio di personalizzazione online, ma con l’ulteriore vantaggio di creare calzature realmente perfette, che prendono in considerazione anche le differenze che spesso ci sono tra i due piedi di una medesima persona.

La stessa tecnologia RealSense di Intel è utilizzata anche da Brook Brothers per misurare tramite tablet le misure del corpo e consigliare la taglia giusta. Una volta salvati, questo tipo di dati permetteranno di creare archivi cui accedere ogni volta che il cliente torna i negozio, per assicurargli un servizio realmente personalizzato. La stessa Intel ha annunciato che sarà proprio il 2016 l’anno in cui questa tecnologia si diffonderà nei punti vendita reali citando, oltre a Nordstrom e Brook Brothers, anche Boulanger e Levi’s Strauss.

 

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