CLOSE
Home Tags Bilanci

Tag: Bilanci

Selex, crescita del 5,6% e piano di investimenti da 340 mln nonostante crisi

In occasione dell’Assemblea dei Soci, tenutasi venerdì scorso 25 novembre, Selex ha comunicato i risultati dell’anno e i piani strategici per il 2023. Il 2022 si chiuderà con un fatturato lordo di 17,8 miliardi di euro, pari al +5,6% sul 2021 (a parità di rete si stima una crescita del +4%). Un risultato molto positivo considerate le criticità che la DMO sta affrontando in questi mesi per gli effetti delle numerose crisi in corso; il Gruppo consolida così la propria quota di mercato raggiungendo il 14,7% confermandosi al secondo posto della distribuzione moderna italiana. Selex attraverso le sue 18 Imprese Socie è presente in tutta Italia con una rete commerciale multinsegna e multicanale di 3.206 punti di vendita ed un organico di circa 41.000 addetti.

«Il 2022 ci ha messo di fronte ad una situazione quasi inimmaginabile: in pochi mesi ci siamo trovati a dover convivere con il conflitto in Ucraina, i rincari delle materie prime e la spinta inflattiva che ne è derivata, incalzante e senza precedenti negli ultimi decenni» ha dichiarato Alessandro Revello, Presidente di Selex Gruppo Commerciale. «Per un gruppo che da sempre fa della coesione la sua forza, è stato facile comprendere che il modo di restare più vicino possibile ai nostri Clienti fosse difendere da subito il loro potere d’acquisto senza rinunciare ad offrir loro la qualità che da sempre contraddistingue ogni nostro sforzo sotto il profilo dei prodotti e dei servizi. In questo difficile contesto abbiamo deciso di dare vita ad iniziative commerciali capaci di assorbire per quanto possibile i rincari, cercando di coinvolgere in questa responsabilità, con grande determinazione, i produttori di beni di largo consumo con cui collaboriamo; allo stesso modo ci stiamo impegnando a rafforzare gli investimenti che mirano ad aumentare la qualità e la convenienza dei nostri prodotti a marchio, l’esperienza offerta dai nostri punti di vendita ed i servizi alla persona dedicati ai nostri clienti».

Il piano per il 2023 prevede investimenti pari a 340 milioni per l’apertura di 63 nuovi punti di vendita e la ristrutturazione di 73 unità già esistenti. Nel corso dell’Assemblea sono stati trattati altri due aspetti strategici: l’assortimento dei prodotti a Marca del Distributore e lo sviluppo di CosìComodo, la piattaforma di e-commerce del Gruppo. Le Marche del Distributore (Selex, Consilia, Vale e Il Gigante) hanno raggiunto nel 2022 un Fatturato al Consumo di circa 1,6 miliardi di euro, con una crescita superiore al 10% rispetto all’anno precedente, ed una quota di mercato in continua ascesa grazie ad importanti investimenti in ricerca, qualità e sostenibilità. L’assortimento MDD del Gruppo Selex è oggi costituito da 7.700 prodotti suddivisi tra più brand con prodotti di base, numerose linee specialistiche e marchi di fantasia, pensati per coprire tutti i bisogni e le necessità dei differenti target di consumatori.

La qualità resta al centro dello sviluppo dei prodotti MDD e si esprime nel programma di revisione e convergenza che ha l’obiettivo di uniformare capitolati, assortimenti e fornitori di tutti i brand del gruppo. Altro capitolo importante è l’attenzione alla sostenibilità dei prodotti, cui Selex dedica un programma specifico basato su: sicurezza, attenzione al territorio e rispetto dell’ambiente. Tra i risultati da sottolineare l’abbattimento dell’utilizzo della plastica nei packaging grazie alla riduzione della medesima negli imballi, all’eliminazione degli overpack ed al diffuso utilizzo di materiali riciclabili.

Tra i programmi del Gruppo si conferma la centralità dei progetti di innovazione tecnologica e di sviluppo delle vendite online attraverso la piattaforma e-commerce Cosicomodo.it, alla quale aderiscono 10 insegne, servendo 13 regioni del nostro paese con 112 punti di ritiro click & collect e con 540 cap in cui è attivo il servizio di consegna a domicilio. Nel 2022 il portale prevede una crescita in linea con il mercato di riferimento e un importante balzo dell’home delivery che dovrebbe chiudere con un +30% rispetto all’anno precedente.
Inoltre, nell’ultimo anno sono stati rinnovati gli strumenti di analisi e comprensione dei bisogni dei Clienti funzionali ad un approccio sempre più omnicanale per le attività di category e promozionali programmate dalle insegne del Gruppo.

«I risultati del 2022 ci soddisfano ma siamo molto preoccupati dall’effetto che l’incremento dei prezzi sta determinando sui consumi in queste ultime settimane» ha dichiarato Maniele Tasca, Direttore Generale di Selex. «Abbiamo esaurito la capacità del settore di assorbire gli aumenti dei costi di gestione e per limitare il rischio di ulteriore inflazione abbiamo chiesto ai fornitori di sospendere gli aumenti di listino per i prossimi mesi, in attesa si definisca meglio il contesto di riferimento del 2023».

Grazie a tutti i progetti in corso ed alle strategie commerciali adottate, Selex stima di poter raggiungere nel 2023 i 18,5 miliardi di fatturato lordo, con una crescita prevista del +3,6%.

ESD Italia, i soci rinnovano la partnership per altri 4 anni

Si è tenuta due giorni fa la Riunione Generale di ESD Italia, la prima centrale di acquisto italiana che ha compiuto 20 anni lo scorso novembre, ed è stata l’occasione per annunciare il rinnovo dell’alleanza per i prossimi 4 anni.

La compagine dei quattro Soci rimarrà la stessa almeno fino al 2026, forte dei buoni risultati registrati anche in questo ultimo anno. Un anno che, pur con le difficoltà che il mercato sta attraversando, per ESD Italia è caratterizzato da ottime crescite. La quota di mercato è salita al 23,3%, in crescita di 0,2 pti % sul 2021 (dati IRI), mentre l’andamento delle vendite aggregate dei Soci ESD a ottobre 2022 è del +7,2%. Il fatturato al consumo (IVA inclusa) supererà i 28,5 miliardi di euro alla fine del 2022. ESD Italia si conferma anche determinante per la crescita dei partner fornitori arrivando a rappresentare nei primi 10 mesi del 2022 il 65% del fatturato incrementale sviluppato nel Food & Beverage dalla DMO in Italia (dati IRI).

Commentando i numeri il Presidente Harald Antley si è espresso sul tema più attuale e di interesse per tutti i player del mercato, l’inflazione: “Il 2022 verrà ricordato per la concomitanza di fattori che hanno determinato aumenti fuori scala dei fattori produttivi e la conseguente inflazione all’acquisto che, nonostante l’azione di calmierazione dei nostri Soci, sta causando aumenti dei prezzi alla vendita superiori al 10% nelle ultime settimane”.

Guardando al futuro, il Presidente ha espresso la preoccupazione per l’andamento dei consumi dei prossimi mesi: “Alla luce dello scenario previsto nel 2023 non ci sono i presupposti per sostenere ulteriori incrementi di listino da parte dell’industria. Anche se i segnali di queste settimane sono purtroppo diversi, per il 2023 chiediamo un’inversione di tendenza perché non possiamo ne vogliamo aumentare ancora i prezzi, e tantomeno possiamo pensare di assorbire ulteriori aumenti dei costi di acquisto. La soluzione dei problemi non può essere quella di trasferire gli stessi lungo la filiera, fino al consumatore”.

I 4 Soci ESD Italia (Acqua & Sapone, Agorà Network, Aspiag Service, Selex Gruppo Commerciale), hanno una rete complessiva di 5.816 punti vendita ed hanno programmato per il 2023 investimenti in nuove aperture per 520 milioni di euro finalizzati all’apertura di 159 nuovi negozi ed alla ristrutturazione di 108 negozi già in attività.

Conapi, fatturato 23 mln di euro e Baracani nuovo presidente

Una cooperativa che mantiene una rotta di navigazione salda anche di fronte alle crescenti incertezze dettate dai rapidi cambiamenti della congiuntura economica e a fattori politico sociali mondiali, impegnandosi a coniugare la difesa del potere di acquisto dei propri soci e consumatori con quella dei volumi e delle quote di mercato possedute, in un panorama di calo generalizzato del mercato del miele (-8.4% a volume).

È questa la fotografia che emerge dalla 43ª Assemblea generale di Conapi, unica e autentica filiera di miele convenzionale e biologico in Italia, che ha eletto il nuovo consiglio di amministrazione che guiderà la cooperativa per i prossimi tre esercizi, ratificando la lista dei consiglieri indicati dalle assemblee territoriali e approvato il bilancio di esercizio 2021/2022. L’assemblea, che si è svolta con la modalità della delega del voto al Rappresentante designato, ha visto una grande partecipazione degli associati che rappresentano oltre 600 apicoltori e 110 mila alveari (il 45% bio), confermandosi la più grande cooperativa europea e punto di riferimento importante per l’apicoltura italiana e non solo.

Il bilancio d’esercizio 2021/2022, anche se in flessione in conseguenza della scarsità del raccolto e di una diminuzione delle produzioni a marchio del distributore, si chiude con un fatturato complessivo di 23 milioni di euro, il cui merito è da attribuire soprattutto alle produzioni caratteristiche, dove si registra la performance più che positiva di Mielizia, il marchio che rappresenta l’impegno della cooperativa, volto a valorizzare gli apicoltori soci e le loro produzioni, tutte realizzate nel segno di un’agricoltura pulita, di qualità, biologica, a sostegno della biodiversità. Un ampliamento complessivo della gamma e l’ingresso in importanti catene della Grande Distribuzione che ha registrato, da gennaio 2022 a oggi, l’ingresso di 12 nuovi clienti della GDO, per un totale di circa 600 nuovi punti di vendita, confermano Mielizia al terzo posto per quota di mercato in Italia. Secondo le ultime rilevazioni Nielsen, Mielizia è l’unico player in crescita tra i primi 10 attori, dal 2014 a oggi sono triplicati i volumi del marchio con un peso del 38% sul totale del fatturato della cooperativa, in un mercato, quello del miele, che segna in Italia una diminuzione a volume pari al – 8.4%. Confermata anche la crescita della brand awareness, che anche grazie anche alla maggiore distribuzione e ai costanti investimenti in comunicazione segna un +49% di notorietà totale dal 2018 al 2021.

Il Raccolto
La stagione 2021, che riguarda questo bilancio, si è caratterizzata per raccolti che, per alcuni mieli, ha segnato un -70% rispetto a quelli degli anni precedenti. Nel 2021 sono stati conferiti 12.000 q.li contro i circa 20.400 q.li del 2020 (- 40%): il risultato peggiore a memoria di apicoltore. La Stagione 2022, che si sta concludendo con gli ultimi conferimenti, si profila quindi migliore, anche se siamo comunque lontani dai volumi del decennio precedente. I raccolti primaverili di acacia e agrumi sono stati decisamente migliori, così come il castagno, mentre la siccità estiva ha determinato un aggravamento della carenza di millefiori, già presente negli anni scorsi.

Nicoletta Maffini, Direttore Generale di Conapi, ha dichiarato: “Il 2021 è stato segnato da una eccezionale scarsità dei raccolti italiani con la quasi totale assenza di due produzioni principali: il miele di acacia e il miele di agrumi. In un momento congiunturale tanto complesso, anche Conapi ha chiuso un bilancio difficile. – ha proseguito Maffini – “Le difficoltà sono dovute soprattutto all’assorbimento dei costi straordinari legati agli aumenti energetici e di tutti i materiali di confezionamento: dal vetro all’alluminio, dalla carta alle plastiche. Da quando è scoppiato il conflitto Russo-Ucraino abbiamo avuto, inoltre, notevoli difficoltà di approvvigionamenti di alcuni vasi prodotti proprio in quei Paesi. L’auspicio è, ovviamente, che si superi in tempi rapidi questo conflitto, perché è fondamentale lavorare tutti per affrontare e risolvere in modo prioritario le emergenze determinate dal cambiamento climatico”.

Le nuove nomine
Dopo gli approfondimenti della pre-assemblea è stato votato all’unanimità il bilancio d’esercizio 2021/2022. Nella stessa giornata si sono svolte le votazioni per eleggere i nuovi consiglieri. Un’assemblea, finalmente in presenza, con la partecipazione di 225 soci (il 75% della base sociale) provenienti da tutte le regioni. Sono 14 i soci che si sono candidati a governare la cooperativa per il prossimo triennio 2022/2025, e tra loro non c’è il presidente uscente Diego Pagani che ha scelto di non ricandidarsi, in linea con la sua contrarietà rispetto alle presidenze prolungate.

Diego Pagani, presidente uscente, ha dichiarato: “Sono particolarmente soddisfatto del percorso di Conapi in questi 15 anni. Con i Consiglieri abbiamo affrontato questioni fondamentali per la crescita della cooperativa: prima fra tutti il rilancio del marchio Mielizia ed il consolidamento del nuovo assetto organizzativo. Dal 2008 a oggi Conapi è molto cambiata, ora è una società dinamica che ha avuto la forza di rilanciare il proprio brand, acquisendo e consolidando una forte credibilità, anche a livello internazionale, la totale autonomia commerciale, una base sociale solida e una struttura organizzata che può presidiare la gestione operativa. I risultati sono stati conseguenti, con fatturati che sono raddoppiati e una gamma di prodotti sempre più vasta e differenziata. Sono condizioni che daranno strumenti utili per affrontare una situazione economica e produttiva difficile per tutti. In questo importante percorso ho sempre avuto un unico faro ad illuminare la mia strada: la responsabilità verso le famiglie dei seicento apicoltori soci e dei dipendenti di Conapi. Un ringraziamento particolare va ai Consiglieri che per me sono una seconda famiglia. Tutto il mio sostegno, il rispetto ed i migliori auguri vanno a chi ha raccolto il testimone per la guida di questa bella e complessa azienda, unica nel suo genere”.

Il nuovo Consiglio di Amministrazione – 11 membri – risulta composto dai consiglieri Mario Martino, Davide Mele, Savino Petruzzelli, Rosario Stagnitta, Nicola Tieri, Filippo Travaglia, consigliere esterno, a cui si aggiungono i consiglieri di prima nomina Stefano Farnetani, Matteo Federici, Carlo Turturiello. Il CdA della cooperativa, nella prima seduta tenutasi immediatamente dopo l’Assemblea, ha eletto presidente Giorgio Baracani, già vicepresidente, ed indicato alla carica di vicepresidente Giovanni Guido.

Giorgio Baracani, neopresidente Conapi, ha dichiarato: “Accolgo questa presidenza in un periodo molto complesso, segnato da una riduzione cronica delle produzioni che mettono in grave difficoltà le aziende socie e quindi le famiglie degli oltre seicento apicoltori che fanno riferimento a Conapi. Tuttavia, sono molto soddisfatto di un’assemblea particolarmente partecipata, che ha consentito un proficuo confronto, anche in vista delle prossime scelte che ci attendono. Credo che rivederci finalmente in presenza, dopo due anni di pandemia, sia stato importante per confrontarci e condividere le preoccupazioni ma anche le speranze e i progetti futuri. Il piano degli investimenti è una iniezione di fiducia che ci fa guardare avanti, così come il consolidamento di Mielizia ci ha dato la conferma che è stata una scelta giusta puntare sul nostro marchio, per dare la migliore valorizzazione delle produzioni dei soci. L’isolamento forzato degli ultimi anni ha evidenziato quanto sia importante lo scambio diretto fra i soci e fra i soci e la struttura. Sono quindi molto soddisfatto della crescente richiesta dei soci di potenziare la partecipazione della base sociale alla vita della cooperativa: questo sarà uno degli obiettivi del mio mandato, con l’auspicio che si compia un proficuo scambio di idee e di nuove visioni. Ringrazio Diego Pagani con il quale ho lavorato fianco a fianco dal 2008, condividendo le scelte, anche difficili, che sono state affrontate. Un grazie molto sentito ai consiglieri che hanno accompagnato la cooperativa in questi anni e un caloroso benvenuto ai nuovi componenti.”

Parmigiano Reggiano consolida la posizione nei mercati internazionali

Nel corso dell’Assemblea generale dei consorziati, il Consorzio Parmigiano Reggiano ha presentato i dati economici del terzo trimestre (gennaio – settembre 2022). Dopo aver chiuso un 2021 positivo, con un giro d’affari al consumo pari a 2,7 miliardi di euro, nel 2022 il Consorzio registra – rispetto ai primi nove mesi del 2021 – un incremento delle vendite totali pari al 2,9% (95.079 tonnellate vs 92.366 tonnellate), con un aumento dei volumi anche nei mercati internazionali, che crescono dell’1,3% (43.887 tonnellate vs 43.331).

Segno positivo anche per le vendite nel mercato italiano: +4,4% (51.191 tonnellate vs 49.035), grazie alla ripresa del canale della ristorazione e delle vendite dirette che aumentano del 4% (10.990 tonnellate vs 10.570 tonnellate).

Le aziende del Consorzio Parmigiano Reggiano hanno quindi reagito bene alla pandemia, alle incognite legate alle incertezze della crisi geopolitica accesasi con l’invasione russa del 24 febbraio, al caro energia e alla riduzione del potere di acquisto delle famiglie in alcuni mercati. Prima nello sviluppo, la Spagna (+12,4% con 999 tonnellate vs 889 tonnellate del terzo trimestre 2021), bene anche Stati Uniti, primo mercato estero per la Dop Parmigiano Reggiano (+8,2% con 10.326 tonnellate vs 9.539 tonnellate), e Francia (+7,2% con 9.323 tonnellate vs 8.697 tonnellate). Buoni i risultati anche Oltreoceano, con il Giappone che cresce del 51% (632 tonnellate vs 419) e l’Australia che segna un +12,7% (381 tonnellate vs 338 tonnellate).

«Il terzo trimestre 2022 conferma il sostanziale ‘premio’ dei consumatori, che dalla pandemia continuano a dimostrare fedeltà ai valori della nostra Dop, con un +2,9% di crescita a volume», ha commentato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano. «Nonostante i risultati positivi, siamo preoccupati dalla situazione economica italiana e dalle difficoltà che stanno affrontando le famiglie per l’aumento dei prezzi e per il caro energia. Per questo motivo, il Consorzio ha adottato un pacchetto di azioni straordinarie per un importo pari a 850mila euro: si tratta di attività promozionali in collaborazione con le più importanti insegne della GDO mirate a sostenere la domanda in un periodo di grande incertezza che potrebbe portare a una contrazione dei consumi del nostro prodotto».

Sempre in un’ottica di esigenza di equilibrio tra domanda e offerta da consolidare nel mercato e di tutela ulteriore del prodotto, l’Assemblea ha inoltre affrontato il tema delle norme che regolano la produzione di formaggi similari/comparabili al Parmigiano Reggiano, modificando lo statuto e introducendo il divieto di produrre, nei caseifici della filiera, altri formaggi comparabili/confondibili con la Dop.

L’Assemblea ha infine deliberato di portare la franchigia di esenzione contributiva al 3% rispetto alla contribuzione aggiuntiva prevista dal piano di regolazione dell’offerta come misura di avvicinamento al nuovo piano. In sostanza, la franchigia va a stabilire il volume dell’eccedenza produttiva non assoggettata alla “contribuzione aggiuntiva” fissata dal Consorzio a carico dei caseifici in caso di superamento degli obiettivi assegnati.

Esselunga combatte l’inflazione, ma azzera gli utili

Esselunga paga cara la lotta all’inflazione: il primo semestre del 2022 si è chiuso con una tenuta delle vendite, ma un sostanziale azzeramento dell’utile netto per via del contenimento dei prezzi. Una circostanza piuttosto sorprendente – il gruppo di Limito di Pioltello si è sempre segnalato nell’ambito della Gdo per gli ottimi risultati finanziari – ma che bene esemplifica le tante insidie di questa fase economica. Esselunga rivendica, infatti, di aver difeso il potere di acquisto dei suoi clienti, con una riduzione tra il 6 e l’8% dei prezzi a scaffale di oltre 1.500 articoli. L’operazione, realizzata dall’11 novembre 2021 al 30 aprile scorso, ha comportato un importante investimento e di qui l’impatto assai pesante sui conti.

La semestrale si è chiusa con vendite per 4.322,1 milioni di euro, in lieve contrazione (-0,2%) rispetto al corrispondente periodo 2021 che era andato in archivio con +6,7%. Il margine operativo lordo è pari a 214,6 milioni di euro (5,0%), dimezzato rispetto ai 427,1 milioni di euro (9,9%) del 1° semestre 2021. Al già citato investimento sui prezzi si sono sommati il significativo aumento dei costi di energia elettrica, gas e combustibili e il venir meno di un effetto che aveva influito positivamente sul corrispondente periodo del 2021, cioè la chiusura della campagna Fìdaty quinquennale. Il risultato operativo si è attestato a 30,7 milioni di euro (0,7%), rispetto ai 241,8 milioni (5,6%) del 1° semestre 2021. Infine, l’utile netto: 2,7 milioni di euro (0,1%) e il confronto con l’analogo periodo 2021 – quando l’ultima riga del conto economico recitava +221,1 milioni (5,1%) – è davvero impietoso.

Ma qual è stata l’inflazione a scaffale in Esselunga? Per il primo semestre 2022, l’azienda dichiara un incremento medio dei prezzi dell’1,7% a fronte di un rialzo medio del 7,4% ricevuto dai fornitori, precisando che “assorbire il 5,7% dell’inflazione è stata una scelta strategica maturata proprio al fine di tutelare il potere di acquisto dei clienti”. In crescita l’indebitamento: la posizione finanziaria netta è negativa per 2.347,3 milioni di euro, in peggioramento di 630 milioni rispetto al 31 dicembre 2021, principalmente per effetto dell’acquisto da UniCredit del 32,5% del capitale sociale di La Villata – società immobiliare proprietaria di un’ottantina di superfici commerciali del gruppo, di cui Esselunga deteneva già le restanti quote azionarie – con un esborso di 444,2 milioni di euro. Va comunque ricordato che il primo semestre dell’anno ha visto anche investimenti per 151,9 milioni di euro e l’apertura dei punti vendita di Fino Mornasco (CO), Torino Porta Nuova e laEsse in Largo Augusto a Milano, portando così la rete a un totale di 180 negozi.

Alla luce dei dati del primo semestre, è presumibile che nella seconda parte dell’anno Esselunga stia trasferendo una percentuale maggiore degli aumenti di listino ricevuti dai fornitori e questo renderà ancora più interessante la chiusura dell’esercizio. Restano due domande in sospeso: i clienti hanno compreso e apprezzato lo sforzo fatto dall’insegna? E quali sono i risultati finanziari di altri operatori della Gdo che non hanno mai raggiunto performance comparabili in termini di marginalità a quelle di Esselunga?

Fatturato 2021 a 37 milioni di euro per Romagnoli F.lli SpA

Romagnoli F.lli Spa, tra le principali realtà ortofrutticole italiane, ha chiuso il 2021 con un fatturato di oltre 37 milioni di euro. L’export si attesta al 3% del fatturato complessivo. Si registra una lieve flessione della quantità di patate da consumo commercializzate, pari a 29.355 tonnellate, in linea con la tendenza del mercato italiano.

“Dopo un’annata record come quella del 2020, del tutto eccezionale e certamente anomala in termini di consumi – sottolinea Giulio Romagnoli, amministratore delegato Romagnoli F.lli Spa – il ritorno ad una relativa normalità, l’inflazione e i rincari energetici, hanno avuto un impatto significativo sugli acquisti degli italiani. La nostra azienda ha portato a termine tutti i suoi progetti con ottimi risultati, senza rinunciare alla visione di lungo termine e proseguendo nel proprio percorso di continuo miglioramento di metodi, pratiche e tecniche, testimoniato da riconoscimenti di prestigio e dal rapporto di piena fiducia con gli stakeholder.

La società, ben consapevole delle crescenti difficoltà che le aziende agricole stanno incontrando a causa dei cambiamenti climatici e della sempre maggiore aggressività di alcuni patogeni, ha concentrato la propria attività sempre più verso innovazione e ricerca, al fine di dare risposte certe a un comparto pataticolo che rappresenta uno dei fiori all’occhiello del sistema ortofrutticolo nazionale. Focus della strategia commerciale dell’azienda la difesa della marginalità, anche a scapito dei volumi, selezionando nei limiti del possibile i canali commerciali nell’ambito della Gdo e Do nazionale”.

Tra le tipologie di prodotti più venduti, il 2021 ha confermato il successo delle patate Selenella e della Patata di Bologna Dop, due marchi sempre più apprezzati dai consumatori, garanzia di qualità, territorio e sostenibilità. Ottime le vendite anche della linea di patate èVita Residuo Zero, che a breve sarà affiancata da altre referenze, frutto di un percorso di ricerca sviluppato in collaborazione con il Dipartimento per l’Innovazione nei sistemi Biologici, Agroalimentari e Forestali (Dibaf) dell’Università della Tuscia e Legambiente, le patate, certificate Check Fruit, sono naturalmente tolleranti ai principali patogeni. Un prodotto in linea con la strategia “Farm to Fork”, orientata alla promozione di una filiera agroalimentare sostenibile a trecentosessanta gradi.

Buone performance infine anche per la Patata di Campo- Amica dell’Ambiente, da tempo presente sul mercato, e oggi di grande attualità per i contenuti di sostenibilità e tutela della risorsa idrica alla base degli obiettivi del progetto. La referenza è protagonista dell’iniziativa eco-solidale “Una mano dal campo”, promossa da Legambiente insieme a Romagnoli F.lli Spa e Ce.Di.Gros a favore del Banco Alimentare del Lazio ODV, molto apprezzata dai consumatori, che hanno confermato grande sensibilità verso temi ambientali e le fasce meno abbienti della popolazione.

Romagnoli F.lli Spa ha recentemente presentato il suo primo Rapporto di Sostenibilità, redatto in conformità ai “Global Reporting Initiative Sustainability Reporting Standards” definiti dal Global Reporting Initiative (GRI), standard internazionale per la rendicontazione dell’informativa di sostenibilità. Uno strumento di fondamentale importanza nell’ottica del continuo miglioramento e della crescita, che ha consentito a Romagnoli F.lli di ottenere il prestigioso rating ESG.

Ricavi e marginalità in crescita per il gruppo Lillo

Lillo S.p.A., holding della famiglia Podini a cui fanno capo come attività primarie MD S.p.A – che opera nella GDO, e Dedagroup S.p.A – che opera nell’Information Technology – chiude il 2021 con ricavi a quota 3,3 miliardi di euro confermandosi anche con questo esercizio tra le prime 50 società italiane in assoluto (già nel 2020 secondo il Report Mediobanca sui dati cumulativi di oltre 2000 società italiane era 47esima e la crescita del 2021 fa prevedere un ulteriore scalata della classifica).

In particolare, MD, tra i leader del segmento discount ha chiuso il 2021 con una quota di mercato del 15,5%, in crescita dal 15,2% dell’anno precedente ed un fatturato superiore a 3 miliardi, in crescita del 5,6% sul 2020. In forte sviluppo anche la seconda attività industriale del gruppo grazie a Dedagroup, polo di aggregazione delle eccellenze del software italiane, che nel 2021 ha registrato una crescita del 15% superando i 290 milioni di fatturato, con un aumento della marginalità operativa lorda del 38% anno su anno.

Il gruppo, tramite Dedagroup e la sua controllata Limbo, ha appena lanciato una Offerta Pubblica d’Acquisto sulla controllata Piteco, azienda leader in Italia nei servizi di tesoreria aziendale, anch’essa cresciuta nel 2021 del 58% sul 2020, con un fatturato consolidato di 39 milioni ed un margine lordo a 17,6 milioni. I piani di sviluppo per il 2022, traguardano una ulteriore spinta alla crescita del fatturato e della marginalità, grazie ad una politica di forti investimenti, previsti per 280 milioni di euro, unita ad una continua ricerca di valorizzazione delle istanze dei nostri stakeholder.

“Questi risultati – commenta Maria Luisa Podini Presidente del gruppo Lillo S.p.A. – ci inorgogliscono e ci confortano sulla bontà del percorso intrapreso. Sono il frutto di una crescita anche qualitativa che abbiamo perseguito con determinazione negli ultimi anni. Siamo fieri di essere una azienda familiare e con nostro padre Patrizio e mio fratello Marco, siamo costantemente impegnati a sfruttare al meglio le nostre competenze a servizio delle diverse unità di business per raggiungere la sintesi ottimale che oggi emerge nei numeri espressi dalla capogruppo Lillo.

Il nostro impegno per il 2022, e i prossimi anni, sarà quello di proseguire lungo questo percorso, arricchendolo con una visione aziendale che vede il positivo impatto sociale come ulteriore valore centrale all’interno delle strategie di gruppo, seguendo i principi che da sempre ci hanno guidato, anche in famiglia. Il nostro ringraziamento va a tutti gli stakeholder che con il loro prezioso apporto e sostegno, hanno contribuito al raggiungimento di questi brillanti risultati”.

Maiora, avviato un ambizioso piano di investimenti

La crescita è nel DNA di Maiora – Despar Centro Sud, che ha superato i 900 milioni di euro, di giro d’affari alle casse. I numeri del bilancio d’esercizio 2021 parlano chiaro: + 5,3% i ricavi e +43% gli utili raggiungendo i 22 milioni.

Dal 2014 al 2021 l’azienda è cresciuta ad un tasso annuo composto (CAGR) dei ricavi pari al 14,2%, della marginalità operativa (Ebitda) pari al 44% annuo, mentre degli utili ad un tasso annuo “esponenziale” del 63%.

Questi numeri rappresentano l’espressione concreta di scelte strategiche che si sono dimostrate vincenti:

– Investimenti nel rinnovamento e ammodernamento della rete di vendita;
– Piani di sviluppo e acquisizioni ben ponderate;
– Attenzione ai bisogni del consumatore;
– Cura quotidiana per il welfare e la formazione professionale degli oltre 2400 collaboratori.

Si tratta di una crescita esponenziale per un’organizzazione che vanta solide radici e destinata ad un futuro ancora più florido. L’azienda pugliese è entrata a far parte del network Elite, appartenente al gruppo Borsa Italiana Euronext, che sponsorizza l’adozione di alti standard organizzativi e di governance e ne attesta l’utilizzo attraverso la certificazione Elite, ottenuta da Maiora nel 2022.

Un riconoscimento di valore, ottenuto da Maiora durante l’anno in corso, che implica, tra le altre cose, una stabilità importante, dovuta all’inserimento dell’azienda all’interno di un network pan-europeo di imprenditori, partner, broker e investitori di grande rilievo. Maiora vede un posizionamento retail in 7 regioni italiane e un imponente Headquarter in continua espansione, a Corato (Ba).

L’azienda è figlia della storia cinquantennale delle società che l’hanno generata: Cannillo e Ipa Sud, due storiche aziende pugliesi che hanno rappresentato avanguardia imprenditoriale per il territorio. Nonostante il complesso periodo che stiamo attraversando, che implica un caro prezzi importante su tutti i fronti considerato il tasso di inflazione elevato, oggi si può affermare con somma soddisfazione che il piano di investimenti non solo sta seguendo il corso del programma, ma supera in modo eccellente ogni aspettativa.

Lo sviluppo commerciale e il piano di investimenti 2021-2025
Lo sviluppo della rete commerciale per Maiora è una strategia vincente e il canale retail rappresenta la BU più grande, in termini di risultati. Il Programma quinquennale degli investimenti 2021-2025 di Maiora prevede stanziamenti che superano i 70 milioni e si concentra su tutti i canali di vendita, prevedendo l’apertura di 16 nuovi punti di vendita e la ristrutturazione e ammodernamento della rete esistente.

Nel 2021, nonostante le difficoltà della pandemia, il piano di ristrutturazione della rete – con un focus particolare in Calabria – è stato realizzato regolarmente con un investimento rilevante in sostenibilità: è partito a maggio con le riaperture nella provincia cosentina del Despar a Cetraro e degli Interspar a Belvedere Marittimo e a San Marco Argentano e proseguito successivamente con la ristrutturazione radicale presso l’Interspar di Corato e la nuova apertura dell’Interspar a Catanzaro, nel Centro Commerciale “Le Aquile”. Inoltre sono stati realizzati una piattaforma ittica a gestione diretta e laboratori per la produzione del pane in alcuni punti vendita.

Progetti e previsioni 2022
Gli ambiziosi risultati raggiunti confermano che l’imponente progetto è destinato ad un’attuazione concreta e costante, nel rispetto completo del programma. Maiora, dunque, rappresenta l’espressione di un’imprenditoria sana e attenta al territorio e si è dimostrata ampiamente capace di generare valore per la società nella quale opera, potenziando costantemente placement e benessere. Il placement garantito da Maiora, infatti, per il 2021, conta 2460 unità ed è contraddistinto da un’alta incidenza femminile che rende l’ambiente professionale omogeneo e meritocratico, come certificato da Equal Salary Foundation. La strada intrapresa è quella corretta per raggiungere un futuro consapevole e costellato di nuovi ambiziosi successi sia per l’azienda che per tutti i suoi stakeholder. È in programma, infatti, l’apertura di 3 nuovi punti vendita in Puglia e un cash&carry in Calabria.

Per il 2022 di Maiora, si prevede un’ulteriore crescita di fatturato seguendo il trend degli ultimi anni e un mantenimento della marginalità dell’anno precedente, seppur l’attività economica del nostro Paese stia mostrando in questi primi mesi dell’anno una decelerazione diffusa a causa del conflitto in Ucraina che ha amplificato le criticità già esistenti dettate dalla pandemia.

«Anche quest’anno possiamo dirci estremamente soddisfatti dei risultati ottenuti e del lavoro svolto, continuiamo a lavorare affinché il futuro della nostra azienda rappresenti una importante certezza per il territorio nel quale operiamo e per il nostro Meridione – afferma il Presidente e Amministratore Delegato, Pippo Cannillo. Siamo certi che la crescita non possa prescindere dal valore delle professionalità e da un piano di investimenti costante e strategico».

Olive Ficacci, fatturato in crescita e balzo nell’export del 33%

Il mercato delle olive made in Italy sta vivendo una stagione particolarmente positiva: secondo gli ultimi dati Nielsen, in Italia il comparto ha registrato un incremento del +4,3% a volume. Lo sa bene Ficacci, l’azienda di Castel Madama, che opera nel settore di olive da tavola e lupini freschi e traina il comparto conquistando con i suoi prodotti innovativi sia i consumatori italiani che internazionali. Nel 2021 l’azienda ha sfiorato il 30% di incremento di fatturato, chiudendo il bilancio di esercizio a 28,5 milioni di euro, con un balzo nell’export del 33% dal 2020. Il trend positivo deriva in particolar modo dalle vendite nella GDO, canale che vanta un aumento del 27% sul 2020.

Un anno importante il 2021 per l’azienda, frutto di una strategia che punta sull’alta qualità del prodotto fresco, sulle ricette innovative e appealing, ma anche su un nuovo concept di packaging sostenibile e riciclabile che piace ai consumatori per la praticità e il plus green. Fattori decisivi anche per il semestre 2022 dove la crescita rispetto al 2021 raggiunge quota +9%, con i mercati esteri che continuano a performare (+12%).

Nella mappa delle presenze all’estero l’azienda di Castel Madama gode di un ottimo posizionamento in Spagna, Portogallo, Grecia, Belgio, Francia, Germania, UK e nell’Est Europa. In crescita la presenza anche nei paesi asiatici tra cui Cina, Giappone, Corea del Sud. Sempre più legata al trend dell’italian aperitivo è l’attenzione del mercato USA dove le varietà di proposte Ficacci costituiscono l’appetizer perfetto da inserire negli amatissimi “charcuterie board”, spettacolari taglieri che gli americani creano per riprodurre il meglio dell’happy hour italiano, realizzati con salumi, formaggi, grissini, frutta e naturalmente con tutte le varietà di olive e sottaceti.

INNOVAZIONE E SOSTENIBILITA’: LE CARTE VINCENTI DEI PRODOTTI FICACCI
“Per essere competitivi in Italia e sui mercati globali, abbiamo unito all’innovazione delle ricette e agli standard qualitativi sempre più elevati il tema della sostenibilità lanciando ben due linee di prodotto sostenibili”, spiega Romeo Ficacci. “La nostra innovativa gamma “Un piattino di…” ha un design elegante in una confezione con l’85% di plastica in meno rispetto ad altri formati. Il nostro è solo un punto di partenza: contiamo di dimezzare il consumo di plastica entro il 2026”.

Sotto i riflettori dell’ultimo Summer Fancy Food Show di New York c’era proprio la linea “Un piattino di …”, presentata inoltre nel corso dell’ultima edizione di Cibus, dove è stata premiata per l’innovazione ed esposta nel Corner Innovation del polo fieristico di Parma. “Parliamo dell’unico pack ecosostenibile certificato Aticelca (B) nella categoria, caratterizzato da un posizionamento premium”, continua Romeo Ficacci.

“Le olive fresche sono confezionate senza liquido di governo, senza conservanti e la confezione è al 100% riciclabile nella carta. La pellicola interna può essere separata dal piattino di carta, per una raccolta differenziata ancora più consapevole”.

Il suo plus innovativo è arrivato fino a Parigi dove è stato selezionato per il SIAL Paris Innovation Program, contest che si terrà in occasione della fiera internazionale dell’agroalimentare dal 15 al 19 ottobre a Villepint. La gamma “Un piattino di… ” conta 8 referenze: Bel mix di olive italiane, Olive al peperone, Olive dolci siciliane, Ricetta tipica Etnea, Olive Itrana nera (Gaeta), Olive Kalamata, Olive verdi Cerignola e Lupini (Grammature 160-210g).

Tra i prodotti che vanno per la maggiore all’estero i Deli pack Ficacci, una gamma di 26 referenze, tra cui 9 antipasti e 3 preparati per Bruschetta, che comprende la migliore selezione di olive e antipasti in comodi pack da 150-200g, prodotti in tutta sicurezza, senza conservanti, senza coloranti e aromi artificiali, senza OGM e senza glutine.

Megamark, nel 2021 vendite alle casse per 2,2 miliardi di euro

Vendite alle casse per 2,2 miliardi di euro nel 2021 per il Gruppo Megamark, in crescita del 9,7% a rete corrente rispetto al 2020 e quota di mercato che ha raggiunto il 14,6% (fonte NielsenIQ: GNLC gennaio 2022), confermando la leadership della realtà di Trani nella distribuzione moderna nel Mezzogiorno.

Il gruppo, presente in Puglia, Campania, Molise, Basilicata e Calabria con più di 500 punti vendita a insegna A&O, Dok, Famila e Sole365 con oltre 5.500 persone impiegate, ha registrato un’ulteriore crescita delle vendite alle casse anche nel primo semestre del 2022, segnando un +6,5% rispetto all’analogo periodo del 2021.

“I risultati ottenuti – conferma il cavaliere del lavoro Giovanni Pomarico, fondatore e presidente del Gruppo Megamark – ci rendono orgogliosi e ci spronano ad andare avanti nonostante il percorso, soprattutto quest’anno, sia ricco di imprevisti e impegnativi ostacoli. La spinta inflazionistica di questi mesi sta mettendo a dura prova tutto il sistema distributivo e il potere d’acquisto delle famiglie: noi abbiamo deciso di dare una risposta forte assorbendo e neutralizzando fino al 50% i rincari. Sebbene molti considerino rischiosa questa scelta, a nostro avviso è l’unica che consente di dare ristoro alle difficoltà delle famiglie, nell’auspicio che un aiuto concreto arrivi anche dal Governo e dagli altri attori della filiera. Dai risultati conseguiti in questo semestre, le famiglie dimostrano di apprezzare questa scelta e le altre azioni intraprese per difendere il loro potere d’acquisto: tra queste, l’iniziativa ‘Spesa Difesa’ con i prodotti della nostra marca commerciale Selex proposti a prezzi sempre più convenienti e i ribassi che pratichiamo regolarmente sui prodotti locali e di stagione”.

Durante l’assemblea dei soci – tenutasi lo scorso 28 giugno – si è fatto il punto sul presente e sul futuro del Gruppo ed è stato deliberato un investimento di oltre 50 milioni di euro per il piano industriale 2022-2024: nello specifico sono in programma otto nuove aperture di superstore, 12 ammodernamenti e una nuova piattaforma logistica, con una previsione di altre 300 nuove assunzioni.

“Il nostro gruppo – continua Pomarico – prosegue la propria politica di sviluppo con un occhio sempre più attento all’innovazione e alla sostenibilità ambientale. Nelle nuove strutture abbiamo scelto di utilizzare le migliori tecnologie per la catena del freddo, la climatizzazione e l’illuminazione ottimizzando così i consumi energetici”.

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare