Le abitudini di consumo delle famiglie italiane sono in continuo mutamento e l’offerta nei punti vendita sta aumentando i prodotti che soddisfano le più disparate esigenze – senza grassi e senza sale, ma con Omega3; biologico, IGP e senza glutine; senza parabeni, ipoallergenico, con estratto di Argan; 100% italiano, etc. La domanda di questi nuovi prodotti è collegata al crescente interesse che i consumatori nutrono nei confronti della provenienza e della composizione dei prodotti che acquistano (il 72% dichiara di voler sapere tutto ciò che è contenuto nel proprio cibo).
Tra ciò che si dichiara e le azioni che si compiono, però, ci sono spesso delle differenze. Per questo Nielsen CommOnPack verifica in maniera puntuale le performance di vendita di un determinato ingrediente a prescindere dalla categoria, ma anche la penetrazione di un determinato logo o claim, la dieta mediatica degli acquirenti di un dato prodotto e se quanto dichiarato dai consumatori si rifletta effettivamente nei loro comportamenti d’acquisto.
Cosa è stato rilevato finora? Per esempio, che il free-from si conferma un trend in crescita a totale (+2,3%, Nielsen CommOnPack 2016), a dimostrazione che eliminando o non inserendo alcuni ingredienti si può aumentare il valore del prodotto. Inoltre, l’assenza/riduzione del contenuto di zuccheri (apporto medio di zuccheri 9,2 gr/100gr di prodotto, in calo del -1,9%, Nielsen CommOnPack 2016), uno dei principali sub-fenomeni del free-from, rafforza l’immagine di un consumatore sempre più consapevole e orientato alla prevenzione. Va sottolineato anche che il consumo medio di zuccheri è correlato alla variabile reddituale: all’aumentare della disponibilità economica diminuisce il consumo di zuccheri.
Questo patrimonio informativo, generato dall’integrazione del database Immagino (100 caratteristiche relative alle etichette di circa 66.000 prodotti) con i panel Retail, Consumer e Media di Nielsen, permette alle aziende di intercettare nuovi trend sul nascere, nonché di scegliere i claim migliori per le proprie etichette.
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 E visto che così come dichiara il Rapporto Nielsen del 2016 Il 74% degli italiani è iscritto ad almeno un programma fedeltà presso uno o più rivenditori, è proprio sulle card che bisogna puntare, per differenziare il proprio brand all’interno di un mercato sempre più vasto. La personalizzazione dell’offerta è il passo successivo, perché occorre quindi mettere in atto azioni di marketing che differenzino i contenuti delle singole iniziative, non annoino mai il cliente, così da non perdere la propria efficacia. Il compenso in denaro non può più essere considerato l’elemento differenziante. Si tratta quindi di mettere in cantiere progetti altamente coinvolgenti, sconti e offerte personalizzate e ritagliati su misura del cliente.
E visto che così come dichiara il Rapporto Nielsen del 2016 Il 74% degli italiani è iscritto ad almeno un programma fedeltà presso uno o più rivenditori, è proprio sulle card che bisogna puntare, per differenziare il proprio brand all’interno di un mercato sempre più vasto. La personalizzazione dell’offerta è il passo successivo, perché occorre quindi mettere in atto azioni di marketing che differenzino i contenuti delle singole iniziative, non annoino mai il cliente, così da non perdere la propria efficacia. Il compenso in denaro non può più essere considerato l’elemento differenziante. Si tratta quindi di mettere in cantiere progetti altamente coinvolgenti, sconti e offerte personalizzate e ritagliati su misura del cliente.






 
 