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Citterio porta a Cibus 2022 diverse novità

Citterio sarà presente a Cibus, la più importante fiera dedicata all’agroalimentare italiano che si svolgerà a Parma dal 3 al 6 maggio. L’azienda sarà all’interno del padiglione 3 – stand A 026 con una grafica gourmet in cui sarà presente l’immagine di piatti e taglieri dei principali salumi della tradizione italiana e la rappresentazione dei prodotti core dell’azienda: Taglio fresco, Sofficette e Merenda.

Durante l’esposizione, per Citterio sarà l’occasione per presentare da un lato le novità di prodotto e il restyling di alcune linee, ma anche una vetrina importante per incontrare finalmente in presenza i buyer italiani e soprattutto internazionali vista la propensione dell’azienda verso il mercato estero.

“La nostra presenza al Cibus 2022 vuole essere un segnale di ripartenza, un motivo di grande soddisfazione per l’intera azienda dopo la partecipazione lo scorso ottobre ad Anuga 2021 – sottolinea – Alessandro Riva, direttore marketing Citterio. In questa nuova fase post Covid, abbiamo deciso di raccogliere tutte le nostre innovazioni che crediamo possano avere un buon potenziale e conquistare a pieno i consumatori. Abbiamo lavorato con la Ricerca&Sviluppo per realizzare nuove proposizioni e rivederne altre già in essere per cogliere i trend emergenti, nuove occasioni di consumo e la necessità di rassicurazione sulla filiera garantita”.

All’interno dello stand personalizzato l’azienda esporrà l’intero assortimento Citterio: dal mondo degli affettati in vaschetta fino alle altre linee come cubetti e salametti e una selezione di pezzi interi più significativi. In più ci saranno i prodotti dedicati allo snacking, al wellness, oltre a uno spazio dedicato ai prodotti di origine e al Biologico.

Cibus, fiducia e speranza nella ripresa del comparto fiere

Stefano Patuanelli, Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali è intervenuto alla seconda giornata di Cibus, esprimendo soddisfazione e ottimismo in merito alla ripresa del settore che ha visto l’evento di Parma antesignano assoluto in Europa.

Sono contento di essere qui a Parma. Ripartono finalmente le fiere e gli eventi in presenza, ed è una grande soddisfazione per me, ministro del settore più trainante dell’economia italiana.  Abbiamo risorse e abbiamo una condizione politica che ci consente di fare alcune cose che nella normalità non sarebbero possibili. Abbiamo avuto una stagione che mi auguro sia alle spalle, che ha messo in luce alcune fragilità dei nostri sistemi produttivi.  Aver inserito una parte significativa di risorse nel Fondo complementare per il sostegno alle filiere è stata un’azione giusta”.

Il Ministro ha parlato alla tavola rotonda “Made in Italy agroalimentare e le indicazioni geografiche: le strategie per spingere la crescita”, curata da Food Trend Foundation.

Le esportazioni delle Indicazioni Geografiche italiane stanno aumentando, rappresentando circa il 25% di tutto l’export alimentare, per un valore annuo di 10 miliardi di euro, sui 40 miliardi del settore (dati Federalimentare).  Mauro Rosati, di Origin Italia, ha ricordato che l’Italia ha 876 IG, 315 nel settore cibo e 526 in quello del vino. In questo settore operano 180mila imprese e 285 Consorzi di Tutela. A livello europeo, un quinto dell’export scaturisce dalle IG europee.
 
L’europarlamentare Paolo De Castro, coordinatore S&D alla commissione Agricoltura, ha preso la parola dichiarando: “Il New Green Deal e la strategia Farm to Fork lanciata dalla Commissione Ue, devono puntare al rafforzamento delle politiche di qualità. E questo è un obiettivo confermato dalla riforma della Politica agricola comune che entrerà in vigore da gennaio 2023. La Commissione presenterà entro l’anno due Regolamenti, sulla promozione e sulle IG. Ci auguriamo che questi facciano leva sulle filiere certificate italiane che sono alla base delle nostre eccellenze agroalimentari“.
 
Nello stesso convegno è intervenuto Giampiero Maioli, Responsabile del Crédit Agricole in Italia, sottolineando: “Siamo orgogliosi di essere azionisti e banca ufficiale di Fiere di Parma, nonché di aver contribuito al suo sviluppo e rilancio. Solo con una grande piattaforma di presentazione dei prodotti a livello internazionale come Cibus si può competere sui mercati globali. Tuttavia,  non ci sarà successo del Made in Italy se non ci sarà il successo del Paese. Oltre alle esigenze dei consumatori, l’industria agroalimentare dovrà tenere sempre più in considerazione la dimensione sostenibile. La finanza sta mettendo al centro dei criteri valutativi di concessione del credito i parametri ESG. Su questo aspetto Crédit Agricole rappresenta un’avanguardia: in tutti gli scoring ed i rating inseriremo questi parametri, considerando anche trasparenza della governance e grado di digitalizzazione delle imprese”.
 
Nel corso della tavola rotonda è intervenuto anche Francesco Pugliese, amministratore delegato di Conad che ha detto, tra l’altro, che Conad è contraria a tutte le semplificazioni, inclusa l’etichetta nutrizionale Nutriscore, e che eventualmente è pronta a lanciare una campagna di informazione per i consumatori su questo sistema di etichettatura.
 
Nel corso della seconda giornata si è svolto anche un workshop organizzato da Le Village by Credit Agricole sul tema delle possibili sinergie tra le aziende food e le start up del settore. Assobibe e Confagricoltura hanno organizzato il convegno “La filiera delle bevande analcoliche, rischi e opportunità”, nel corso del quale è stata espressa una forte preoccupazione per gli effetti della sugar tax: le stime parlano di -5mila posti di lavoro e -250 milioni annui di approvvigionamenti italiani in meno.  Tespi Mediagroup ha organizzato la tavola rotonda ‘Il banconista: passione e professione’, per sottolineare il valore di una figura fondamentale nel mondo dell’alimentare, mettendo a confronto diverse esperienze, dalle piccole gastronomie al banco taglio delle insegne di Gd e Do.
 

Export: exploit italiano su birra, spumante e caviale

Birra, Spumante e caviale: l’export italiano vola e fanno capolino anche produzioni ‘più esotiche’. L’analisi di Coldiretti in occasione di Cibus.

L’Italia (e il suo export) vanno alla grande e macinano volumi. Spumante, birra e caviale: tre categorie di prodotto in cui il Bel Paese dà punti al resto d’Europa. Ecco alcune evidenze emerse dall’analisi della Coldiretti su dati Istat per l’apertura di Cibus.

Se sul fronte birra le esportazioni italiane verso la Germania crescono del 10% e del 32% quelle verso gli USA, altrettanto bene vanno quelle di spumante in Francia: +8%.
Quanto al caviale la crescita è del 187%, con l’Italia che è diventata leader mondiale nell’allevamento.
A guardar bene, secondo quanto emerge dalle proiezioni Coldiretti su dati Istat, è la filiera dell’agroalimentare nel suo complesso quella che ha dimostrato la maggiore resilienza alla crisi mettendo a segno nel 2021 il record storico nelle esportazioni in aumento del 12% nel primo semestre per un valore annuale stimato in 50 miliardi. A trainare le vendite all’estero sono i settori tradizionali del Made in Italy ma non mancano – sottolinea la Coldiretti – risultati interessanti dovuti alla capacità di innovazione, qualità del prodotto e spirito imprenditoriale.

Un esempio, in questa direzione, è quello fornito dalla birra artigianale con una produzione che ha raggiunto i 550 milioni di litri all’anno, dei quali circa un terzo si ottengono da aziende che trasformano direttamente i prodotti agricoli.

Ma gli esempi continuano come le prime spedizioni di riso tricolore verso la Cina o il boom della produzione di frutta esotica Made in Italy con le coltivazioni nazionali che in meno di tre anni sono raddoppiate superando i mille ettari fra Puglia, Sicilia e Calabria per sfruttare positivamente gli effetti drammatici dei cambiamenti climatici.

Sempre più spesso nelle regioni del Sud prima si sperimentano e poi si avviano vere e proprie coltivazioni di frutta originaria dell’Asia e dell’America Latina dalle banane ai mango, dall’avocado al lime, dal frutto della passione all’anona, dalla feijoa al casimiroa, dallo zapote nero fino al litchi. Il tutto grazie all’impegno di giovani agricoltori – ricorda la Coldiretti – che hanno scelto questo tipo di coltivazione, spesso recuperando e rivitalizzando terreni abbandonati proprio a causa dei mutamenti climatici, con oltre sei italiani su 10 (61%) acquisterebbero tropicali italiani se li avessero a disposizione invece di quelli stranieri, secondo un sondaggio Coldiretti-Ixè.

Cibus riparte: al via la 20esima edizione

Si è aperta a Parma la XX edizione di Cibus, organizzata da Fiere di Parma e Federalimentare, che rimarrà allestita fino al 3 settembre.
 
Il settore agroalimentare ha voluto ripartire in presenza anche perché alcune proposte e alcuni prodotti non sono virtualizzabili – ha spiegato Antonio Cellie, ceo di Fiere di ParmaE con questa edizione di Cibus, che solo tre mesi fa sembrava impossibile da realizzare, rappresentiamo al pubblico la nostra capacità di innovazione e adattamento”.
 
Cibus celebra anche il raggiungimento dei 50 miliardi di euro annui di export, obiettivo fissato dal settore all’Expo 2015 e mancato nel 2020 causa Covid, come ha sottolineato Ivano Vacondio, Presidente di Federalimentare: “L’industria alimentare raggiungerà a fine anno i 40 miliardi di euro, cui andranno sommati 10 miliardi di euro dell’agricoltura. L’export è importante, anche perché i consumi interni presentano da anni un trend piatto. Dunque, dobbiamo puntare su mercati in forte crescita come quelli del Vietnam, della Malaysia, della Corea e altri. Una spinta al cambiamento verrà sicuramente dal PNRR, anche se si deve parlare di sostenibilità ambientale, economica e sociale”.
 
A Cibus è intervenuto in diretta streaming, Luigi Di Maio, Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione: “La riapertura di Cibus in presenza rappresenta un segnale a livello internazionale dall’Italia, in un settore in cui il Paese vanta una leadership mondiale. Con Ice Agenzia abbiamo stanziato più di un milione di euro per Cibus 2021, per favorire missioni incoming di operatori e giornalisti dall’estero. Tutto ciò nel contesto di un investimento di 57 milioni di euro nel Piano Straordinario per la Promozione del Made in Italy. La Farnesina, insieme a ICE Agenzia e Simest ha messo in campo varie iniziative per sostenere le fiere italiane”.
 
La XX edizione di Cibus è stata inaugurata da Gino Gandolfi, Presidente di Fiere di Parma; Federico Pizzarotti, Sindaco di Parma; Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia-Romagna. Nel corso della prima giornata si è tenuto, al mattino, il Convegno Inaugurale, con due tavole rotonde, una dedicata all’industria e l’altra alla distribuzione.
 
Nel pomeriggio si è tenuta l’assemblea di Federalimentare, dove è intervenuto anche Carlo Bonomi, Presidente di Confindustria: “L’industria di trasformazione alimentare ha un ruolo preminente che non viene riconosciuto né dalla politica né dai media. A livello internazionale, tra i Paesi del G7, è seconda solo a quella degli Stati Uniti d’America. Noi dobbiamo ragionare in termini di filiera, i successi vanno attribuiti a tutti, ai rapporti delle imprese con i produttori alimentari, con le reti distributive, col settore del fuori casa. Vista la sensibilità dimostrata dal governo Draghi, possiamo essere ottimisti sul blocco in Italia della etichettatura nutrizionale a semaforo Nutriscore, scientificamente infondata”.
 
Tra i vari interventi, quello di Carlo Maria Ferro, Presidente di ICE Agenzia: “L’export agroalimentare è cresciuto del 10% e più nel primo semestre 2021 e il nostro impegno è quello di sostenere questo settore. Abbiamo realizzato 19 accordi a favore del comparto con la Grande Distribuzione e 15 nuove azioni per aiutare le imprese nella trasformazione digitale verso la sostenibilità”.
 
La ripartenza di Cibus è importante, per un settore come quello agroalimentare che ha dato prova di grande forza – ha dichiarato Alberto Frausin, Presidente di FederdistribuzioneLa Grande Distribuzione c’è ed è pronta a realizzare progetti capaci di abbracciare tutti gli attori del settore, dai partner agricoli a quelli industriali, per costruire insieme un nuovo modello di sistema agroalimentare”.
 

Auchan Retail pensa locale e aiuta a esportare prodotti made in Italy nel mondo

Buono, sano e locale. Sono le tre parole d’ordine della presenza di Auchan Retail Italia a Cibus, il salone dell’alimentare che si svolge ogni due anni e che si appresta ad aprire alla Fiera di Parma (7-10 maggio). La costola italiana dell’azienda francese, che da noi vanta 19mila collaboratori ed è presente in 19 regioni con gli ipermercati Auchan, i supermercati Simply, i punti vendita di prossimità MyAuchan e i drugstore Lillapois, presenterà nella kermesse emiliana ai buyer di tutto il mondo il proprio impegno nella valorizzazione del made in Italy.

Un progetto ormai decennale, quello di Auchan Retail Italia in questo campo. Già ora la rete di export consente a 160 fornitori italiani di farsi assaggiare in 29 Paesi: quelli più vicini a noi (Francia, Austria, Svizzera, Spagna, Slovenia, Belgio, principato di Monaco, Lussemburgo) ma anche in Russia, in Moldavia, in Cina, a Taiwan, in Malesia, in Giappone, negli Stati Uniti. Questo grazie alla possibilità che l’azienda fornisce alle piccole e medie imprese di essere supportate nella gestione delle pratiche commerciali e doganali, nei rapporti con i clienti e con le catene straniere, nella promozione e nella visibilità del marchio e del prodotto.

Questo ha consentito a prodotti già molto noti, come il Panettone, ma anche a prodotti semisconosciuti fuori dai nostri confini, come i Pizzoccheri della Valtellina, la Sbrisolona, i Savoiardi, di allargare i propri orizzonti trovando mercati impensabili come la Russia, l’Ucraina, l’Ungheria. Sono 1600 le referenze che “emigrano”, tra cui molte specialità regionali.

A Cibus, Auchan Retail Italia creerà un ponte tra i produttori di eccellenze italiane presenti in fiera e buyer provenienti da dodici Paesi. Uno strumento importante è la “private label”, che può agevolare l’export sia nei confronti dei buyer di Auchan Retail nel mondo sia di quelli internazionali che visitano Cibus per far attività di sourcing di prodotti made in Italy. Per questo la linea Passioni di Auchan, dedicata a produzioni tipiche italiane a opera di artigiani del gusto, sarà protagonista dello stand al padiglione 8, posizione 015.

“Il nostro obiettivo – dice Alessandro Montanari, responsabile import-export di Auchan Retail Italia – è stato fin dall’inizio quello di rendere accessibile ai produttori italiani un mercato estero che si conferma molto curioso verso le proposte, anche di nicchia, della tradizione alimentare italiana. I risultati ogni anno sono in crescita: il giro d’affari dell’export nel 2017 ha raggiunto 56 milioni di euro, in aumento del 14% rispetto al 2016, e le migliori performance si registrano in Polonia, in Russia e a Taiwan. È un impegno in linea con la nostra forte volontà di promuovere il buono, sano e locale, diventando veri e propri ambasciatori del made in Italy nel mondo”.

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