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Up Day: buono alimentare solidale, esclusivamente digitale

Up Day per rispondere all’Ordinanza del Governo e con l’obiettivo di supportare tutta la Comunità, dagli esercenti alle famiglie e ai Comuni, ha sviluppato il buono alimentare solidale per l’acquisto dei prodotti di prima necessità, uno strumento esclusivamente digitale che garantisce una sicura soluzione di valore per tutti gli attori coinvolti, favorendo la creazione di una rete quanto più virtuosa e unita possibile.

Il buono, in quanto unicamente digitale, si presta ad una distribuzione da parte dei Comuni ai cittadini beneficiari e a un successivo processo di ritiro e validazione dagli esercenti, completamente informatizzati, garantendo alti standard di sicurezza per tutti gli attori coinvolti, limitando i contatti e quindi i rischi.

Il sistema è multicanale e prevede svariate modalità per l’utilizzo del buono alimentare solidale, dall’app dedicata per esercenti e cittadini, al pin code via e-mail o WhatsApp, fino al caricamento sulle card Cns a disposizione delle famiglie, superando il supporto cartaceo.

Gli esercenti di ogni tipologia e dimensione possono partecipare all’operazione a condizioni eque, senza alcun costo per l’implementazione della tecnologia né per i servizi di fatturazione che garantiscono pagamenti rapidi a cinque giorni. Up Day, inoltre, vuole supportare in particolar modo i piccoli negozi di prossimità territoriale al momento in attività ma non ancora affiliati al network, offrendo un trattamento di favore che permetta loro di farne parte con un’attivazione semplice e veloce, sempre tramite app dedicata.

Ad oggi già una trentina di Comuni, da Torino a Bologna, da Cagliari a Latina, da Cesena a Foggia, sono supportati da Up Day e dai buoni alimentari solidali digitali.

In parallelo, con l’obiettivo di offrire un nuovo concreto servizio agli esercenti e alle famiglie, a cui viene chiesto sempre più di non allontanarsi da casa, Up Day ha deciso di modificare in tempi rapidi, la propria App anti-spreco, LastMinuteSottoCasa. Per gestire l’emergenza è stata creata quindi una nuova tipologia di offerta che consenta ai negozianti “sotto casa” di informare con estrema semplicità, tramite notifica ‘live’, i cittadini di zona: saranno aggiornati circa l’attività dei negozi, gli orari, i servizi offerti (spesa pronta e imbustata, spesa consegnata a casa ecc.), in modo totalmente gratuito fino a fine emergenza. In un momento storico in cui ci viene chiesto a grande voce di non allontanarsi da casa, la rete dei negozi di vicinato sarà sempre più importante e Up Day ha deciso così di dare il proprio contributo, a sostegno di questa fondamentale rete.

“Con il buono alimentare solidale vogliamo sottolineare la nostra volontà nel salvaguardare un’operazione che deve rimanere virtuosa e fuori dalle logiche di competizione e di trattativa economica. Mettiamo al servizio della Comunità la nostra expertise, il nostro approccio tecnologico e il DNA solidale che da sempre ci contraddistingue, con l’obiettivo di andare incontro alle necessità di Comuni, famiglie ed Esercenti in questo momento delicato, creando un sistema su misura.” dichiara Mariacristina Bertolini, Direttore Generale e Vicepresidente Up Day.

 

Retail: i 7 consigli di Xtribe per ricominciare dopo l’emergenza Covid-19

Dopo il lockdown, si dovrà ricominciare. Non si sa ancora quando, ma nel frattempo il retail potrebbe preparare la sua strategia, utilizzando questo tempo per riorganizzare la propria struttura di business e prepararsi alla ripresa grazie anche all’utilizzo del digitale.

Sono tante le attività che si possono implementare e progettare in queste settimane per farsi trovare preparati alla riapertura, pronti per accogliere di nuovo i clienti all’interno delle proprie strutture, e Xtribe , la startup italiana che ha creato un geomarketplace disponibile tramite app per comprare, vendere e barattare prodotti e servizi, ha stilato una lista di 7 passi da seguire per prepararsi a riportare i clienti dall’online all’offline.

  1. Progettare una customer experience efficace: i commercianti, in questo momento, possono studiare e impegnarsi per costruire una customer experience efficace, in grado di rispondere alle aspettative dei clienti (anche di quelli più esigenti). Chiedersi “Come posso migliorare l’esperienza d’acquisto di chi entra nel mio negozio?”, “Come avviene il processo di vendita? Come posso migliorarlo?”, “Quali nuovi strumenti si possono adottare per l’assistenza al cliente?” sono domande essenziali da cui partire.
  2. Abbracciare le logiche del multichannel marketing: scegliere di comunicare su più canali la propria offerta commerciale può essere la mossa giusta per ampliare le proprie possibilità di vendita. In questo momento, ricordare – anche attraverso gli strumenti online – ai clienti e potenziali tali quali sono i valori, i vantaggi e i gli elementi di forza di un punto vendita fisico può essere utile per prepararsi al post emergenza.
  3. Utilizzare i canali digitali per creare aspettativa per la riapertura offline: utilizzare i canali online per creare attesa nei confronti della riapertura e per comunicare in modo costante con i propri clienti può essere un’azione efficace da mettere in campo, soprattutto in questo periodo di chiusura forzata.
  4. Scegliere una piattaforma in cui costruire il proprio profilo per quando ci sarà la riapertura dell’attività: uno degli strumenti possibili è rappresentato dalle piattaforme come Xtribe. Si tratta, nello specifico, di un geomarketplace che permette ai commercianti di iscriversi e iniziare a proporre e vendere i propri prodotti attraverso un’app dotata di una chat che permette di incrementare le occasioni di vendita. L’obiettivo di Xtribe è riuscire a portare i clienti e potenziali tali dall’online all’offline, facendo in modo di ridare valore a tutte quelle attività locali che meritano attenzione e che mettono il cliente al centro, focalizzandosi sulla cura dei dettagli.
  5. Focalizzarsi sulla scrittura e sulla descrizione della propria attività e dei propri prodotti o servizi: saper scrivere la propria descrizione e presentazione in modo efficace su tutti i canali digitali selezionati è il miglior modo per ottimizzare il proprio vantaggio competitivo poiché, più chiaro e in linea con il proprio contesto è il messaggio, maggiori saranno le possibilità di aumentare la propria clientela.
  6. Creazione di un minisito: è con un minisito che si ha la possibilità di mostrare tutta la propria offerta commerciale, fornendo in modo chiaro i dettagli di ogni prodotto e avendo la possibilità di essere in costante contatto con i propri clienti grazie ad una chat, come permette l’app Xtribe. Iniziare a progettare questo strumento in questo periodo, per essere pronti ad utilizzarlo in fase di riapertura dell’attività al pubblico, può essere un passo molto importante.
  7. Preparare delle promozioni speciali o un’iniziativa dedicata per la riapertura e comunicare queste azioni ai clienti: in vista della riapertura si possono studiare e creare in queste settimane delle promozioni ad hoc, riservate ai propri clienti, per fidelizzarli maggiormente una volta che si potrà tornare alla normale vita lavorativa.

 

Unione Italiana Food IV Gamma: no a speculazioni da emergenza sanitaria

Unione Italiana Food IV Gamma condanna fermamente le aste al ribasso e auspica massima collaborazione tra industria e distribuzione, in una fase di emergenza globale in cui il comparto agricolo sta attraversando una crisi senza precedenti.

In questo momento di grande difficoltà legato all’epidemia di Covid-19, anche il settore della IV gamma ha subito una frenata nell’ultimo mese (-4% dal 15 febbraio al 22 marzo, che arriva a -8% se consideriamo la sola settimana dal 16 al 22 marzo). “L’emergenza rende difficile fare previsioni sugli ordini – ogni settimana è diversa dalla precedente – e si registra un cambiamento significativo nelle abitudini di spesa di tutti gli italiani. Cambiamento che si fa particolarmente sentire su un prodotto a shelf life breve come la IV gamma” – commenta Andrea Montagna, Presidente del Gruppo IV Gamma di Unione Italiana Food. “A causa della scarsa frequenza con cui i consumatori si recano a fare la spesa oggi, infatti, il numero di buste di insalata acquistate risulta inferiore rispetto al periodo precedente”.

Nonostante le difficoltà oggettive date dalle restrizioni in atto, la IV gamma non si è mai fermata: tutte le aziende produttrici stanno facendo la loro parte garantendo sempre la produzione e la consegna delle insalate in busta presso i punti vendita con la massima flessibilità e senza alcun tipo di speculazione sul prezzo.

“In questa fase così delicata per il Paese e per la sua economia, auspichiamo che la relazione tra industria agroalimentare e distribuzione prosegua sempre e con tutti gli attori nel segno della massima collaborazione, consapevoli dell’importanza dei reciproci ruoli per la garanzia degli approvvigionamenti di prodotti ai consumatori”. – continua Montagna. “Per il benessere di tutta la filiera, a partire dai nostri agricoltori, come Gruppo IV Gamma condanniamo qualsiasi tipo di pratica che possa mettere ancora di più in difficoltà il comparto, dalle aste al massimo ribasso alle imposizioni unilaterali di riduzione dei prezzi”.

 

Assobibe chiede di sospendere plastic e sugar tax, per l’emergenza Covid-19

Assobibe chiede al Governo la sospensione immediata di Sugar e Plastic tax per evitare il tracollo delle aziende del settore, già colpite duramente dalla chiusura delle attività commerciali che rappresentano fino al 40% del loro fatturato. La contrazione della domanda e le incertezze sulla ripresa rendono insostenibile un qualunque ulteriore aumento della pressione fiscale, mettendo a rischio gli 80.000 posti di lavoro della filiera nel Paese, in parte già in ferie forzate e in cassa integrazione.

La chiusura completa di ristoranti, bar, pub, fast-food, teatri, cinema, parchi divertimento e degli altri punti vendita del canale HO.RE.CA. ha comportato una perdita del 100% delle entrate generate dal comparto delle bevande analcoliche. I danni economici già registrati si protrarranno nei prossimi mesi: la ripartenza dei consumi sarà graduale e lenta, non si completerà fino all’autunno al netto del prevedibile calo del potere di acquisto delle famiglie e degli esercizi pubblici che resteranno chiusi definitivamente anche dopo l’emergenza sanitaria. Uno scenario molto diverso da quello in cui i due provvedimenti sono stati ipotizzati.

“L’industria delle bevande analcoliche in Italia” afferma David Dabiankov, Direttore Generale dell’Associazione “chiede al Governo un gesto di responsabilità che tuteli imprese e lavoratori in un contesto economico senza precedenti. Pensare di introdurre due nuove tasse in questo momento significa condannare un’intera filiera produttiva e distributiva radicata in Italia, con effetti a cascata su numerosi settori, dall’agricoltura alla ristorazione”.

Anche nella grande distribuzione organizzata si assiste ad una contrazione dei consumi per il comparto che si attesta mediamente intorno al 10%, con risultati estremamente negativi nei Cash & Carry. Difficoltà sono registrate anche nell’export di prodotti tipici del made in Italy (aperitivi, chinotti, gassose, aranciate, etc.) a causa del calo della domanda e della saturazione della rete logistica.

In questo scenario drammatico ed incerto, con volumi e fatturati in calo e costi fissi produttivi e distributivi stabili, l’impatto delle due tasse sui conti delle imprese sarebbe ben superiore al 20% stimato prima del crollo dei consumi, ma con un gettito di risorse per lo Stato decisamente minore a quanto preventivato.

e-commerce russo ai tempi del Coronavirus: le opportunità per il food italiano

E’ boom dell’e-commerce alimentare in Russia e per il food made in Italy –  secondo le stime dell’Associazione del Commercio Elettronico Russo – si quadruplicano le opportunità. In Russia, infatti, a causa del coronavirus, il mercato del food  online potrebbe raddoppiare nel 2020, rispetto all’anno precedente quando si era attestao intorno ai 124 miliardi di rubli.

Da circa una settimana la Federazione Russa ha richiesto ai cittadini di Mosca l’autoisolamento per evitare il propagarsi del Covid-19. Seguono in questi giorni la città di San Pietroburgo e poi a ruota le altre regioni di tutto il territorio.

Così commenta Giulio Gargiullo esperto di digital marketing per il mercato russo:” Il commercio elettronico russo gode di ottima salute e i russi sono acquirenti molto attivi. Secondo Morgan Stanley il commercio elettronico in Russia raggiungerà un giro d’affari di 31 miliardi di dollari nel 2020 e un picco di 52 miliardi di dollari nel 2023 con un’impressionante crescita dunque del 170%”.

In questo momento particolare si aprono molte opportunità di business per i produttori alimentari italiani che vogliano vendere in Russia. Soprattutto piccole e medie realtà possono approfittare per vendere prodotti alimentari italiani tipici. I russi da anni sono abituati  ad apprezzare e ad acquistare prodotti italiani e hanno scoperto diversi prodotti legati alle diverse regioni d’Italia. Non sto parlando di export, ma di vendere prodotti italiani a privati con scontrino medio-alto ad un pubblico che in questo momento apprezza l’acquisto di prodotti ricercati da gustare o da cucinare direttamente a casa. Questo è un momento d’oro per tanti piccoli negozi o produttori italiani che hanno visto ridurre il proprio fatturato, oppure a quelle attività che intendono ampliare il proprio mercato beneficiando di acquirenti dall’estero”

 

Consegna e ritiro: il servizio Satispay per gli esercenti ai tempi di Covid- 19

L’emergenza Coronavirus sta impattando fortemente sul commercio. Per superare il periodo di lockdown occorre modificare le proprie abitudini di vendita e andare incontro alle nuove esigenze dei consumatori. Nasce da questi presupposti il nuovo servizio di Satispay per gli oltre 100 mila negozi aderenti al proprio network. Si chiama “Consegna e Ritiro” e permette agli esercenti di ricevere gli ordini telefonicamente, richiedere e accettare i pagamenti tramite app, semplificando così le operazioni di ritiro e di consegna. Il servizio ha infatti due differenti opzioni: “Consegna a domicilio” e “Prenota e ritira”.

Tramite questa nuova funzionalità i negozianti potranno dare visibilità alla propria attività, che sarà visualizzata direttamente nella lista dei negozi dell’app Satispay e contrassegnata con la categoria “Consegna a domicilio” e/o “Prenota e ritira” per comunicare alla community di oltre un milione di utenti, la nuova modalità di acquisto.

Agli utenti basterà selezionare una delle due categorie, scegliere il negozio, telefonare al numero che trovano nella scheda dell’attività e procedere all’ordine. Una volta concluso, il negoziante potrà inviare al cliente, direttamente dalla sua applicazione Satispay Business, la richiesta di pagamento con l’importo e la specifica dei beni acquistati. Alla ricezione della conferma di pagamento da parte del cliente, il negoziante potrà preparare l’ordine, consegnarlo in sicurezza o attenderne il ritiro presso il proprio negozio senza alcun contatto per il pagamento.

Alberto Dalmasso, CEO e co-founder di Satispay, ha commentato: “Avevamo nella nostra roadmap di sviluppo un focus su prenotazioni e delivery che immaginavamo in un arco temporale di circa tre anni. È chiaro che l’accelerazione nel cambiamento di alcuni modelli imposta dalla pandemia ha toccato molte sfere, incluso il commercio. Da sempre crediamo e agiamo nella convinzione che la capacità di adattamento sia vitale per qualsiasi business e questo ci ha permesso di pensare e sviluppare rapidamente un nuovo servizio. Voglio però aggiungere che in questi giorni in cui abbiamo lavorato a ‘Consegna e Ritira’, non solo ci ha confortato ma ci ha reso orgogliosi vedere come migliaia di negozianti ogni giorno si ingegnassero per comunicare ai propri clienti come si stavano organizzando per il delivery, segnalando e raccomandando il pagamento con Satispay. Portare nelle loro mani, e in quelle di tutti i nuovi negozi che verranno, uno strumento in grado di semplificare questo sforzo titanico che stanno facendo è per noi una grande soddisfazione. Tutto il nostro team ha lavorato alla messa punto del servizio col cuore”. 

“Consegna e Ritiro” è disponibile gratuitamente per gli esercenti per i mesi di aprile e maggio e fa parte di un più ampio servizio Satispay pensato per permettere ai negozianti di dare visibilità alla propria attività attraverso servizi smart.

La nuova funzionalità è già disponibile nell’ultimo aggiornamento dell’app Satispay Business per gli esercenti che vorranno dare visibilità alla propria attività direttamente tramite Satispay. L’obiettivo è quello di creare fin da subito una rete di negozi aderenti al servizio su tutto territorio nazionale, per riuscire a rendere disponibile questa funzionalità agli utenti nel minor tempo possibile. In questo modo, ai clienti basterà aprire l’app per vedere quali negozi vicino alla loro abitazione forniscono il servizio di consegna e ritiro.

Tutte le informazioni riguardo al nuovo servizio sono disponibili sul sito: https://www.satispay.com/it-it/consegna-e-ritiro/

 

Covid-19: Amilon supporta i comuni nella consegna dei buoni spesa

Grazie alla propria tecnologia, la società italiana leader nella distribuzione di gift card e voucher digitali aiuterà concretamente i comuni ad attuare le disposizioni governative ed erogare facilmente i buoni spesa da destinare ai cittadini più in difficoltà.

Dopo il lancio della gift card solidale Save The Shopping che sostiene i negozi e gli ecommerce attualmente chiusi, la società italiana, parte del gruppo Zucchetti, ha deciso, infatti, di supportare i singoli comuni nell’erogazione dei buoni spesa, mettendo a loro disposizione, in modo totalmente gratuito, la propria tecnologia per fornire e consegnare in tutta Italia e in via digitale i buoni spesa delle principali catene di supermercati italiani. Inoltre, lo stesso supporto tecnologico sarà offerto anche alle stesse insegne di supermercati che potranno utilizzare la piattaforma tecnologica di Amilon per distribuire i propri buoni e voucher spesa digitali direttamente ai comuni, e di conseguenza agli Italiani in difficoltà.

Il catalogo di Amilon conta la presenza di 170 brand di differenti categorie merceologiche, incluse le principali insegne di supermercati e ipermercati operanti sul territorio nazionale: AlìBennetCarrefourDespar, Conad, EsselungaEatalyIperIperalMegamark (Familia, Dok, A&O), Pam PanoramaNaturasì e Unes.

 

 

 

Ospedale temporaneo a Fieramilanocity

I team tecnici di Fiera Milano e i suoi partner stanno contribuendo alla costruzione di un ospedale temporaneo in due padiglioni dell’ex Fiera cittadina.

Vogliamo ringraziare i nostri colleghi e tutte le persone che stanno lavorando incessantemente con passione ed altruismo per aiutare a rispondere alla crisi in atto.

Gdo: Nielsen registra i primi segnali di rottura nelle vendite

Durante la settimana tra lunedì 16 marzo e domenica 22 marzo, le vendite della Grande Distribuzione Organizzata continuano a crescere, ma con meno sprint. Dopo tre settimane con trend positivo a doppia cifra, il trend delle vendite a valore rimane positivo rispetto allo stesso periodo del 2019 (+5,4% a parità di negozi), ma rallenta.

A differenza della settimana precedente è il Nord Est a registrare gli incrementi più alti su base tendenziale: +8,9%, seguito subito dal Sud (+8,3%), dal Nord Ovest (+4,2%) e dal Centro (+2,3%).

“La seconda settimana di quarantena ufficiale fa registrare un rallentamento della crescita rispetto ai trend a doppia cifra delle ultime settimane – dichiara Romolo de Camillis, Retailer Service Director di Nielsen Connect in Italia – I dati confermano i primi segnali di ‘rottura’ rilevati in precedenza: da un lato causati dalle nuove procedure di ingresso nei negozi, che limitano l’afflusso per garantire le distanze di sicurezza, dall’altro la continua ascesa dei negozi di vicinato, che si trovano nei pressi delle abitazioni e permettono quindi di limitare il tragitto per la spesa. Sul rallentamento della crescita incidono anche le restrizioni governative che vietano la vendita di prodotti non essenziali, per esempio cancelleria ed elettronica di consumo.”

A livello di format distributivi, il trend maggiore si registra nei Liberi Servizi (+40,8%), nei Supemercati (+18,5%) e nei Discount (+6,7%). Si accentua invece il calo delle vendite di Specialisti Drug (-40%) e Ipermercati (-12,2%). Continua il calo dei format Cash & Carry, canale principale di approvvigionamento per la clientela professionale e operatori HoReCa (ospitalità, ristorazione), con un trend negativo del -52,4%, in linea con il calo della settimana scorsa.

Per quanto riguarda l’eCommerce, il trend delle vendite di prodotti di largo consumo online da lunedì 16 a domenica 22 marzo è stato del +142,3%, in rialzo di +45pp rispetto al trend della settimana precedente.

La cronaca della settimana: da lunedì 16 a dome­nica 22 marzo

Le dinamiche di afflusso ai negozi sono rimasti gli stessi della settimana precedente, con trend molto positivi durante i giorni lavorativi e un calo nel weekend. In particolare, il picco positivo si è registrato giovedì 19 e venerdì 20 (rispettivamente +25,9% e +25,1%). A livello di peso sulla settimana, per la prima volta il venerdì si posiziona al primo posto.

Il dettaglio: le categorie

Le categorie di prodotti maggiormente impattate durante la settimana 12 (16 – 22 marzo) del 2020 sono sempre legate ai tre “effetti” identificati da Nielsen:

  1. effetto “stock”, in ordine di grandezza rispetto al fatturato generato: farina (+186,5%), uova di gallina (+53,7%), latte UHT (+34,1%), surgelati (+6,8%), conserve animali (+32,1%), burro (+79,7%), conserve rosse (+50,8%), pasta (+22,6%), riso (+37,9%) e caffè macinato (+21,5%);
  2. effetto “prevenzione e salute”, in ordine di grandezza rispetto al fatturato generato: guanti +263,7%, carta igienica (+28,4%), detergenti superfici (+56,4%), carta casa (+46,4%), candeggina (+87,6%), sapone per le mani, liquido e solido (+73,8%), alcol denaturato (+116,4%), salviettine umidificate (+68,6%) e termometri (+45,9%);
  3. effetto “resto a casa”, da un lato crescono categorie che potrebbero essere considerate adatte a un aperitivo casereccio, pizza surgelata (+45,7%), vino (+12,4%), birre alcoliche (+11,3%), affettati (+28,1%), mozzarelle (+44,6%), wurstel (+44,2%), patatine (+25,7%), ma cresce anche quello che possiamo considerare “comfort food”, sempre in ordine, spalmabili dolci (+61,3%), gelati (+21,5%), wafer (+16,2%). Da segnalare anche l’aumento notevole delle vendite di camomilla (+76,3%). In calo anche molti segmenti del comparto make-up (-70%), profumeria (-63,6%) e cura viso (-41,1%).

Coronavirus: impatto sul reddito e distanza sociale. Lo studio Kantar

Lockdown causa Coronavirus: cosa ne pensano i cittadini?

In generale emerge un livello molto alto di supporto alle azioni intraprese dal proprio Governo, ma preoccupazione per la sanità pubblica e una elevata comprensione delle diverse precauzioni da prendere per limitare la diffusione del virus.

Queste le evidenze principali del  uno studio realizzato (rigorosamente online) da Kantar nei Paesi del gruppo dei G7, tra il 19 e il 21 marzo.

Scendendo nel dettaglio emerge che 7 cittadini su 10 (71%) nei paesi del G7 dichiarano che il Coronavirus ha già impattato sul loro reddito, con l’Italia all’85, US e Canada (75%).Quasi i tre quarti degli intervistati (73%) sono (molto o abbastanza) preoccupati per la propria salute. Ma ancora di più, 8 persone su 10 (82%) si dichiarano preoccupate per l’eventuale contagio di famigliari ed amici, con una percentuale che arriva al 93% degli intervistati in Italia.

Sul fronte della comunicazione, i notiziari TV sono considerati la fonte più affidabile per quanto riguarda le informazioni relative al virus in paesi quali Italia, Francia, Germania, Giappone e Regno Unito, mentre per i canadesi è il Governo e per gli Stati Uniti il medico/operatori sanitari. 

E del servizio pubblico, cosa si pensa? I cittadini di Canada, Germania e Gran Bretagna sono più propensi a pensare che i servizi pubblici nel loro paese siano pronti a far fronte all’epidemia e alle sue conseguenze. In Francia sono i più scettici, gli italiani hanno una posizione intermedia:

  • Il 65% in Canada afferma che il servizio pubblico è preparato molto/abbastanza bene
  • 57% in GB
  • 56% in Germania
  • 47% negli Stati Uniti
  • 44% in Italia
  • 43% in Giappone
  • 33% in Francia

Mentre per quanto riguarda l’operato dei Governi, l’Italia è d’accordo (76%), il Canada piuttosto (66% molto o abbastanza) e anche la Francia (61%). Ma purtroppo la lezione di paesi più in difficoltà come il nostro o la Cina (e ora anche la Spagna) non sembrano essere utili: negli USA solo il 53% approva le misure prese dal Governo ed in Giappone addirittura solo il 35%.

“Gli Italiani – ha commentato Federico Capeci, CEO Italy, Greece & Israel, Insights Division – Kantar – hanno compreso l’importanza delle misure prese dal Governo per arginare la diffusione del virus e le stanno implementando come richiesto: il sentimento comune è quello di voler fare il proprio compito per riuscire a superare l’emergenza e poter ritornare alla normalità. Kantar è impegnata su diversi fronti per comprendere il nuovo contesto, in ambito politico sociale ma anche economico, con studi come questo che servono da bussola per poter navigare attraverso i grandi rischi ma anche le opportunità che nasceranno da questo momento: spesso sono infatti proprio i nostri cittadino, gli utenti, i consumatori che con il loro senso comune illustrano la strada alle istituzioni e alle aziende”.  

 

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