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Coronavirus e GdO: il monitoraggio di Nielsen

+2,2%: continua la crescita rispetto allo stesso periodo del 2019 delle vendite della Grande Distribuzione Organizzata, durante la settimana tra lunedì 30 marzo e domenica 5 aprile,

Per la terza settimana di fila, è il Nord Est a registrare gli incrementi più alti su base tendenziale: +5,9%, seguito subito dal Sud (+5,8%). Rimangono stabili il Nord Ovest (+0,3%) e il Centro (-0,5%).

“Con l’avvicinarsi della Pasqua emergono ulteriori novità nei comportamenti di consumo degli italiani. Rispetto allo stesso periodo del 2019, continuano infatti a crescere i prodotti base con i quali si preparano pasta, pizza e dolci caserecci. – dichiara Romolo de Camillis, Retailer Service Director di Nielsen Connect in Italia – Lo schema dei canali si è invece assestato: fino alla fine della quarantena i piccoli negozi di vicinato e le opzioni di eCommerce e click & collect rimarranno i favoriti.” 

A livello di format distributivi, il trend positivo si registra nei Liberi Servizi (+36,0%), nei Supemercati (+14,2%) e nei Discount (+4,5%). Il calo delle vendite di Specialisti Drug (-22,2%) e Ipermercati (-16,3%) rimane in linea con la contrazione delle ultime settimane.

Continua il calo dei format Cash & Carry, con un trend negativo del -48,8%, sempre in linea con il calo delle ultime quattro settimane, quindi dall’inizio della quarantena ufficiale e dalla chiusura dei locali pubblici e degli esercizi di ristorazione e catering.

Per quanto riguarda l’eCommerce, il trend delle vendite di prodotti di largo consumo online da lunedì 30 marzo e domenica 5 aprile è stato del +158%, leggermente inferiore al trend della settimana precedente.

Dal 30 marzo al 5 aprile: la cronaca

A livello di affluenza ai negozi, le dinamiche giornaliere confermano la perdita di importanza del weekend, che ormai pesa appena il 21% delle vendite settimanali; in una settimana media prima della quarantena pesava circa il 33%. Questo calo è in parte riconducibile all’orario ridotto e/o alla chiusura domenicale dei negozi.

Nello specifico, sabato 4 aprile ha registrato un -22,6% vs. stesso sabato del 2019 e domenica 5 aprile un -50,8% vs. stessa domenica del 2019, a parità di negozi. Il picco positivo si è registrato invece giovedì 2 aprile (+27,2%).

A livello di peso sulla settimana, il giorno principale rimane comunque il venerdì, confermando una nuova tendenza iniziata con la quarantena. Ricordiamo che in condizioni di normalità, il giorno principale in termini di peso sulla spesa settimanale degli italiani è sempre stato il sabato.

Le categorie

Le categorie di prodotti maggiormente impattate durante la settimana 13 (30 marzo/5 aprile) del 2020 sono sempre legate ai tre “effetti” identificati da Nielsen:

  1. effetto “stock”, in ordine di grandezza rispetto al fatturato generato: caffè macinato (+20,0%), conserve rosse (+37,3%), olio di semi (+40,6%), biscotti (+9,0%), pasta (+9,6%), conserve animali (+10,3%), riso (+15,2%), vegetali conservati (+16,0%); i comparti della dispensa non alimentare si sono invece stabilizzati, si segnalano la carta casa (+21,0%), i detergenti lavastoviglie (+19,1%) e carta igienica (3,8%);
  2. effetto “prevenzione e salute”, in ordine di grandezza rispetto al fatturato generato: guanti (+124,5%), detergenti superfici (+29,1%), sapone per le mani solido e liquido (+41,2%), candeggina (+35,6%), alcol denaturato (+128,9%), salviettine umidificate (+15,3%);
  3. effetto “resto a casa”, sempre in ordine di grandezza rispetto al fatturato generato, suddiviso in Cuochi a casa, il paniere degli ingredienti base, quindi farine (+176,0%, fatturato triplicato rispetto al 2019), uova di gallina (+50,7%), ingredienti per pasticceria (+149,3%), burro (+69,5%), mascarpone (+155,6%), zucchero (+40,1%), panna UHT (+29,5%), lievito di birra (+217,4%), margarina (+80,4%); cresce anche il Comfort food, il paniere dell’indulgence, quindi creme spalmabili dolci (+63,4%), tavolette di cioccolato (+21,7%), miele (+51,6%), patatine (+16,9%), vaschette di gelato (+22,5%), olive (+15,3%), pop-corn (+70%). Continuano anche i trend positivi di vino (+19,1%) e birre alcoliche (+18,5%).

Evidenze pre pasquali

Nelle ultime quattro settimane sono state vendute 10,1 milioni di singole uova di cioccolato, nello stesso periodo pre-Pasquale dell’anno scorso la cifra era di 15,3 milioni (-33,9%). Le colombe, invece, sono a quota 5,4 milioni di confezioni vendute, rispetto agli 11 milioni dello scorso anno (-50,4%).

*Fonte: Nielsen, Market*Track, Iper+Super+Liberi Servizi+Discount+Specialisti Drug.

Vendite a valore per categoria nella settimana 14 del 2020 vs. la stessa settimana del 2019.

Lockdown pasquale: l’osservatorio Tuttofood ai tempi di Covid 19

Pasqua? Quest’anno sarà in versione lockdown.

Analizzando e confrontando i dati di mercato, l’Osservatorio di TUTTOFOOD ha delineato gli scenari dal punto di vista sia socioeconomico, sia delle tendenze lifestyle e di consumo.  

Ma cosa sceglieranno i consumatori?

In molte Regioni ai ristoranti è consentito proseguire l’attività per la consegna a domicilio e gli italiani ne stanno approfittando. In un’indagine condotta dal Centro Studi FIPE, la Federazione Italiana dei Pubblici esercizi, il 40% dei ristoratori segnala una crescita della domanda di food delivery. E, anche se solo il 5,4% delle imprese della ristorazione tradizionale era già attrezzato, un ulteriore 10,4% si è subito attivato.

Tra i consumatori,  chi in precedenza non aveva mai utilizzato le consegne a domicilio ha cominciato a farlo (10%), mentre tra chi già le utilizzava, ma saltuariamente, il 53% ha fatto almeno 1-2 ordini dall’inizio delle misure di contenimento. I piatti più richiesti? Stravince la tradizione: il 68% ordina soprattutto pizze e il 26% preferisce piatti tipici della cucina italiana, ma il 22% va sul classico hamburger con patatine, magari per “cambiare un po’” rispetto alla cucina di casa.

Interessante il dato di chi dall’inizio dell’emergenza ha invece scelto di fare minor ricorso al food delivery: ben il 69% dichiara che è dovuto a un maggior desiderio di mettersi a cucinare in prima persona. Magari facendosi arrivare gli ingredienti a casa: per la settimana da lunedì 16 a domenica 22 marzo, il Barometro Nielsen ha registrato una crescita a tre cifre per le vendite online nei prodotti di largo consumo: +142,3%, in rialzo di ben 45 punti percentuali rispetto al trend della settimana precedente.

Che sia tramite e-commerce o facendo pazientemente la fila, in guanti e mascherina, per entrare al supermercato, i dati di vendita per merceologia sembrano confermare che molti italiani si siano scoperti chef autodidatti: sempre secondo rilevazioni Nelsen, nella settimana dal 9 al 15 marzo gli acquisti di farina sono aumentati del 185,3% rispetto alla stessa settimana dell’anno scorso. Numeri simili sono stati riscontrati anche dalle analisi di Altroconsumo che per le farine, dall’inizio dell’emergenza, ha visto un incremento medio del 106%, con un picco del 187% nella settimana del 22 marzo. Aumenti si sono registrati anche per preparati per torte e dessert, zucchero e per gli  ingredienti della pasticceria.

In quali tendenze si tradurranno a Pasqua questi comportamenti di consumo? Lo abbiamo chiesto a quattro tra i più noti chef associati APCI – Associazione Professionale Cuochi Italiani – in diverse Regioni italiane. Inventiva per recuperare gli ingredienti più comuni, ritorno alla tradizione del territorio e un tocco di salutismo sono le ricette più citate.

Per Luca Malcrida, originario della Valtellina ma attivo a Roma, dove lavora spesso come chef a domicilio oltre che tenendo corsi, la Pasqua in emergenza deve diventare un momento di riflessione anche in cucina. “Non serve correre a comprare ingredienti magari mai usati prima. Meglio imparare a usare le giacenze di casa. Pensiamo alle uova, un ingrediente facile da usare con cui si possono fare moltissime cose. Per esempio, un buon modo di celebrare la Pasqua in modo semplice ma diverso può essere recuperare la tradizione romana della colazione pasquale a base di uova sode, salumi e focaccia al pecorino. Un’altra proposta semplice e originale è reinterpretare la ‘corona pasquale’, una ciambella tipica del Centro-Sud, con frutta secca ed essiccata”.

E, pensando alle uova, non dobbiamo pensare solo al “monoprodotto” classico. Anche le uova negli ultimi anni hanno conosciuto un’evoluzione e un ampiamento di gamma, come spiega Federico Lionello, Direttore Commerciale e Marketing del Gruppo Eurovo, un leader internazionale in questo specifico mercato. “Per Pasqua abbiamo preparato le Naturelle De Luxe in Limited Edition – interviene – caratterizzate da uova con guscio naturalmente colorato: bianche, verdi-azzurre, rosa e chocolate. Provenienti da galline ornamentali di razza rustica pregiata, allevate in una filiera controllata e certificata con mangimi OGM free, sono uova biologiche e Antibiotic free 100% italiane. Si affiancano         alle Naturelle Edizione Pasquale, una confezione che vede un mix di uova naturali e uova dolci: a 8 uova di gallina da allevamento a terra si accostano infatti due uova di cioccolato al latte in una confezione in PET 100% riciclato”.

Anche per il giovane chef napoletano Luigi Barone il segreto è sfruttare le scorte che si hanno a disposizione. “Prima del blocco avevamo appena ricevuto una fornitura di piselli freschi: l’abbiamo utilizzata per diversi giorni, con ricette sempre diverse dai passati, alle zuppe, alle paste. In generale, è il momento di rivalutare la versatilità delle verdure fresche, che ci aiutano anche a mangiare più sano in un momento in cui siamo costretti a una vita sedentaria. Un altro piatto semplice da preparare ma che si presta a molte ricette gustose sono gli gnocchi, la nostra proposta sono degli gnocchetti al carciofo con salsina di formaggio. A Napoli il dolce di Pasqua è ovviamente la pastiera, che io ripropongo in una versione allo stesso tempo più tradizionale e più leggera, cuocendo il farro, anziché usare grano cotto pronto, e utilizzando ricotta di pecora”.

Stagionalità e biodiversità locale sono i punti chiave di Vincenzo Butticè, chef de Il Moro di Monza, che sintetizza il suo approccio nel motto “Non si cucina ciò che si ha, si cucina ciò che si è”. “In particolare, noi siamo in Brianza e facciamo riferimento ai prodotti tipici di questo territorio. Con uova e panna, anche vegetale, l’asparago rosa di Mezzago è perfetto per un flan leggero e salutistico: il colore rosa si deve al contenuto di ferro. Immancabile la patata di Oreno che si può sposare bene con i formaggi di Montevecchia per una pasta gratinata. Sincera, vera, ‘povera’ sono le parole d’ordine della cucina per la Pasqua di quest’anno”.

Secondo l’Executive Chef milanese Massimo Moroni, il segreto per creare “l’effetto ristorante” è mantenere la classica alternanza tra una portata di carne e una di pesce. “Il tocco diverso dal solito noi lo diamo con una tartare di ricciola con guacamole, un incontro insolito che valorizza entrambi i sapori. Essendo a Milano, poi, non possiamo rinunciare al risotto alla milanese, ma affiancandolo a uno sformato di asparagi, e reinterpretiamo il raviolo di magro con un ripieno a base di borragine, una pianta selvatica un tempo molto usata in cucina anche per le sue proprietà antinfiammatorie e protettive del sistema cardiovascolare. Il dolce, invece, non può che essere una colomba artigianale”. 

Colomba e uova di cioccolato

La colomba, e uova di cioccolato si confermano come gli irrinunciabili per concludere il pranzo di Pasqua.

Ma come dev’essere la colomba perfetta, artigianale e innovativa al contempo, secondo un esperto? “Zuccheri e grassi devono avere bilanciamenti differenti rispetto alle ricette storiche. Un attento pasticciere deve avere la sensibilità di mettere in gioco la storia dolciaria millenaria (della Sicilia, nel nostro caso), ma senza sconvolgere nulla, comprendendo le tendenze alimentari attuali e armonizzando le componenti in maniera più equilibrata, in vista del benessere fisico e alimentare”, dichiara Nicola Fiasconaro, maestro pasticciere dell’omonimo brand siciliano. E aggiunge: “Quest’anno abbiamo deciso di giocare con gli ingredienti della regina indiscussa della pasticceria siciliana, la cassata, riproposta come dolce da ricorrenza con una ricetta innovativa. Strati di colomba classica con canditi di arancia e mandorle di Sicilia il tutto farcito con crema di ricotta di pecora con una piccola percentuale di capra, per renderla più leggera”.

Quanto alle uova, le tendenze quest’anno sono due: grande attenzione alla presentazione, con uova di design o ispirate a tecniche artistiche – molto trendy lo stile dripping ispirato a Jackson Pollock, a base di gocce di cioccolato – e il prodotto “firmato” dai più noti maestri pasticceri o prodotti da grandi nomi storici della cioccolateria. Che gli italiani amino i prodotti da ricorrenza lo confermano anche i numeri: sono regolarmente uno dei best performer nelle vendite di alimentari confezionati nella distribuzione organizzata. Nei primi due mesi di quest’anno, per esempio, secondo le rilevazioni dell’analista di mercato IRI i prodotti da ricorrenza hanno totalizzato vendite per 108 milioni di euro con un incremento del 5,8% rispetto al primo bimestre del 2019. Per chi vive un lifestyle più urbano e dinamico e la colomba o l’uovo  preferisce quindi comprarli al supermercato, esistono molte opzioni di qualità che si possono individuare anche grazie ai comparatori pubblicati sui siti specializzati, come Gastronauta, Dolcesalato o Giallo Zafferano, o sui siti di molti quotidiani.

Una volta deciso il menu, per un pranzo di Pasqua a casa ma “come al ristorante” l’importante è anche creare l’atmosfera giusta: la permanenza al chiuso può comportare un impatto piscologico importante sulla nostra capacità di goderci il momento. L’edizione internazionale del prestigioso Architectural Digest suggerisce alcuni espedienti per dare ai nostri pranzi o cene in casa l’allure di una serata fuori: dai più ovvi, come tirar fuori dalla credenza il servizio buono, il tovagliato di Fiandra e l’argenteria della nonna, ai meno scontati come vestirsi per l’occasione come se si dovesse uscire o scegliere un diverso spazio della casa: ad esempio, il soggiorno se di solito si pranza al tavolo di cucina, o il terrazzo per chi ne ha uno e se il meteo lo permette. Per gli interior designer di AD, fondamentale anche curare le luci – quasi sempre le nostre sale da pranzo sono troppo illuminate da luce diretta per creare un’atmosfera – e togliere dall’ambiente gli oggetti inutili per concentrare l’attenzione dei commensali sulla mise en place e l’impiattamento che, naturalmente, dovranno essere impeccabili.      

Per ulteriori informazioni: www.tuttofood.it, @TuttoFoodMilano.

Smart working ai tempi del Covid-19: l’indagine di InfoJobs

A circa un mese dall’inizio del lockdown del Paese causato dall’emergenza sanitaria, InfoJobs, presenta i risultati di un’indagine[1] che mette per la prima volta a confronto aziende e lavoratori sul tema smart working.

I dati emersi rispecchiano un Paese che ha risposto all’emergenza utilizzando in maniera massiccia lo smart working: il 72% delle aziende ha messo a disposizione in tempi brevi mezzi e strumenti per permettere ai collaboratori di proseguire il lavoro da remoto. Tuttavia, è chiaro che non tutte le tipologie di business o non tutte le funzioni possono essere svolte in smart working, dai dati di InfoJobs risulta quindi che i lavoratori italiani in smart working siano il 15%. La parte restante della forza lavoro sembra attualmente a casa senza reddito (45% dei rispondenti, percentuale che sale al 50% per le donne), in ferie o in congedo (25%) mentre il 13% si reca ancora sul luogo di lavoro, senza nessuna modifica alle modalità di prestazione del servizio.

Ad oggi, il 56% delle aziende che hanno attivato lo smart working dichiara di applicarlo per la prima volta, mentre il 29% l’ha esteso a più figure o su più giorni. Percentuali ancora più polarizzate sui lavoratori, dove il 79% afferma di adottarlo per la prima volta, mentre per il 14,5% sono solo cambiate le modalità di fruizione e per il 6,5% non c’è stato alcun cambiamento rispetto a prima.

Pro e contro

Come sta andando lo smart working per le aziende italiane? Il 64,5% delle aziende dichiara che i dipendenti hanno apprezzato questa decisione (voluta o dovuta in base alle circostanze legislative) che non ha avuto contraccolpi sulla produttività (39%), o ne ha avuti ma in maniera limitata (25,5%). Le difficoltà comunque non mancano e il 19% delle aziende sostiene che lo smart working non stia funzionando, complici la struttura o il business che mal si sposano con il lavoro da remoto. In linea più generale, le maggiori criticità sono legate soprattutto a problemi di tipo organizzativo (44%) per mancanza di supervisione e controllo sul lavoro del personale, e relazionale (42%) perché manca il confronto quotidiano e il lavorare fianco a fianco. Solo il 14% delle aziende dichiara problemi legati alla tecnologia, rilevante soprattutto per quelle aziende che hanno risposto all’emergenza ma non erano preparate a gestirla a livello di strumenti e competenze interne.

La percezione dei lavoratori

Il 38% del campione intervistato da InfoJobs si dichiara fortunato di poter evitare gli spostamenti in questo momento, mentre il 27% apprezza le possibilità date dalla tecnologia, che mette a disposizione un ufficio “virtuale” dove è possibile continuare a lavorare come prima. Solo il 7% dice di essere meno produttivo soprattutto a causa degli impegni familiari da gestire in contemporanea, percentuale che sale al 33% per le donne con figli conviventi.

Il 17% dei lavoratori apprezza la possibilità di gestire insieme esigenze personali e lavorative, con una percentuale che sale al 30% per le donne con figli. Gli italiani che si sono inoltre trovati a dover far fronte alla creazione di spazi di lavoro fra le mura domestiche, notano con piacere il tempo risparmiato per gli spostamenti da casa all’ufficio (49%) e gli orari flessibili (19,5%). E che dire delle distrazioni fra le postazioni di lavoro? Un pensiero in meno nel caso dell’home office per l’11% dei lavoratori!

L’azienda non è però solo un luogo di prestazione d’opera, ma anche un mondo in cui si intessono relazioni o dove semplicemente ci si confronta. Ecco allora che sono diversi anche gli aspetti di cui si sente la mancanza in questa nuova gestione della routine lavorativa, in primis la socialità del luogo di lavoro e il confronto quotidiano con i colleghi (parimerito al 27%). Seguono sorprendentemente aspetti all’apparenza secondari, come la comodità della propria postazione (11%) o il piacere di prepararsi alla giornata con outfit e make-up (10%).  

E poi?

“Su ciò che avverrà una volta superata l’emergenza sanitaria, le aziende sono caute a parlare di rivoluzione”, commenta Filippo Saini, Head of Job di InfoJobs. “Anche i lavoratori sembrano apprezzare le potenzialità del lavoro da remoto, ma sono ben lontani dall’augurarsi che possa essere la modalità esclusiva e prioritaria di domani. In generale, dalla nostra indagine emerge un’Italia molto pragmatica e realista, che distingue le misure eccezionali dai propri desideri e dalla speranza per la nuova normalità di domani”

Nel dettaglio, per il 30% delle aziende non ci saranno cambiamenti delle modalità di lavoro rispetto al business pre-COVID-19, mentre il 28% dovrà valutare gli sviluppi legislativi per implementare a regime lo smart working e il 24% lo abiliterà ma solo per una parte dei dipendenti.

Concordi su un approccio prudente anche i lavoratori, il 71% vorrebbe il lavoro agile 1 o 2 giorni a settimana (89% per le donne con figli) mentre solo il 16% auspica un full time smart. Dissente il 13%: meglio l’ufficio!

[1] Indagine realizzata da InfoJobs a marzo 2020 su un campione di 189 aziende e 1149 candidati

e-commerce e omnicanalità per riattivare il business. L’analisi di VTEX

Poche attualmente le certezze. Su un punto però c’è poco da ribattere: la pandemia rappresenterà una forza motrice della trasformazione digitale del settore, e che l´e-Commerce crescerà come canale di acquisto preferenziale per gli Italiani. Da questo punto di vista l´attuale impossibilità di fruizione del canale fisico può contribuire a far crescere nella mentalità dei retailer l’esigenza di intraprendere con urgenza un percorso strategico di trasformazione digitale.

L´effetto immediato della quarantena imposta dal COVID-19 è stato un forte aumento della domanda di beni di consumo. Nella prima settimana dell’imposizione dello stato di emergenza in Italia, ad esempio, i dati Nielsen hanno riportato una crescita dell’81% nella vendita di prodotti di largo consumo online ed un’accelerazione di ben 30 punti percentuali, rispetto alla settimana precedente. Confermando il trend, anche i dati di Qapla (fornitore di un sistema integrato di gestione spedizioni) riferiti alla metà di marzo 2020 indicano un incremento mensile superiore al 50% per le vendite online di diverse categorie di prodotto, come vino e birra, farmaci e articoli per gli animali.

E’ indubbio che, quanto più lunga sarà la quarantena, con il conseguente isolamento sociale, tanto maggiore sarà la probabilità che la crescita dell’utilizzo dell’e-Commerce porti ad un aumento generalizzato delle vendite online di tutti i prodotti. Ad avvantaggiarsene saranno le aziende che dimostreranno di essere pronte a fornire i propri servizi e prodotti nella nuova modalità in modo efficiente.

In questo scenario riteniamo che la comunicazione sia il fattore chiave per attrarre nuovi clienti. Le aziende che riusciranno a differenziarsi dalla concorrenza in modo creativo e con messaggi appropriati beneficeranno di un aumento delle vendite.

In questo periodo, sottolinea VTEX – piattaforma di commercio multi-tenant -, sono numerosi i casi di retailer che hanno scelto di comunicare il proprio personale modo di affrontare la gravità del momento annunciando iniziative aziendali volte a tutelare la sicurezza e la salute dei propri clienti e promuovendo la disponibilità dei propri marketplace online come opzione di acquisto. Per attrarre  nuovi clienti, infatti, i retailer devono avere consapevolezza non solo delle caratteristiche degli utenti a cui si rivolgono ma anche del contesto in cui stanno operando.

Per esempio, Illy Caffe (https://www.illy.com/) ha aderito al movimento #iorestoacasa con una campagna mirata ad aumentare la consapevolezza della quarantena. L’azienda utilizza un banner in homepage per comunicare la propria adesione al movimento, avvisando i clienti che alla consegna del caffe pensa Illy.

Ai fini di contribuire a ridurre il rischio di contagio del COVID-19, Media World (https://www.mediaworld.it/) utilizza l’homepage del sito aziendale per informare i clienti della chiusura di tutti i suoi negozi e comunicare la promozione che prevede la spedizione gratuita per alcune categorie di prodotti.

L’e-tailer di prodotti per casa Kasanova (https://www.kasanova.com/) utilizza il suo eCommerce per rinforzare il messaggio che l’azienda si preoccupa della salute dei propri clienti e per questo motivo ha arricchito l’offerta di prodotti ad alta richiesta, includendoli a catalogo.

In tutto il mondo sono numerose le catene di negozi che utilizzano il canale digitale per comunicare e vendere ai clienti. VTEX, fortemente presente nel mercato in America Latina, collabora con diverse di queste.  

In Argentina, per esempio, Walmart (https://www.walmart.com.ar/) ha lanciato la campagna #JuntosNosCuidamos (#InsiemeCiPrendiamoCuradiNoi) dove il gigante Americano spiega al proprio target che i negozi rimarranno aperti durante la pandemia e che stanno offrendo la spedizione gratuita.

Anche in Argentina, Puppis (https://www.puppis.com.ar/), la principale catena di prodotti Pet, sta usando l’eCommerce per comunicare ai clienti le proprie iniziative a supporto dell’emergenza COVID-19. Come parte della campagna, il brand offre la spedizione gratuita per clienti over 60.

In Brasile, O Boticario, una delle più grosse catene di prodotti beauty al mondo, con circa 2000 franchising e 4000 negozi fisici, utilizza il proprio sito web per sottolineare l’importanza delle relazioni umane in un momento in cui si richiede la distanza sociale e informare al tempo stesso i clienti che la catena segue le direttive della Organizzazione Mondiale della Sanità offrendo mezzi alternativi per continuare a servire i propri clienti.

Office Max, catena messicana di prodotti per aziende, utilizza il sito web per veicolare questo messaggio “Allestisci il tuo SMART-WORKING” e “Trasferisci la tua scuola a casa” indicando ai clienti i prodotti che li aiuteranno a vivere al meglio il periodo di quarantena.

di Fabrizio Cascianelli, Director Corporate Sales

 

 

#Ripartiora, la soluzione e-commerce a costo zero per il 2020

In un momento di estrema difficoltà economica per molte aziende italiane, Afone Participations, operatore di telecomunicazioni e pagamenti elettronici, presenta il progetto #Ripartiora, la soluzione e-commerce “chiavi in mano” per vendere subito online a costo zero per tutto il 2020.

Un’idea nata dal team Italiano di Afone Participations e subito sposata da Alfasolution, web agency specializzata nella realizzazione di siti e-commerce e digital marketing, e da LegalBlink, il team di avvocati esperti in diritto digitale.

#Ripartiora rappresenta per tutte le aziende italiane, obbligate a rallentare o sospendere la propria attività di vendita, l’opportunità di ripartire grazie al digitale.

La partnership tra l’Istituto di Pagamento di Afone Participations, l’expertise digitale di Alfasolution, e la preziosa consulenza legale di LegalBlink, consentirà agli esercenti di realizzare il proprio negozio online, azzerando costi di implementazione e canoni mensili per tutto il 2020, senza vincoli di rinnovo.

#Ripartiora fornirà alle aziende uno store online sviluppato come una Progressive Web Application, una vera e propria app raggiungibile con tutti i dispositivi Android, Apple, Smart tv, tablet e pc.

Lo shop online avrà in dotazione la documentazione legale necessaria a rendere l’e-commerce sicuro e verrà integrato con la piattaforma di pagamento per accettare tutte le carte di credito.

#Ripartiora è uno strumento affidabile, semplice e intuitivo, da poter utilizzare anche per la gestione delle campagne di vendita su Social Network.

Roberto Galati, Country Manager di Afone Italia e Spagna, commenta così il progetto “Stiamo vivendo un periodo storico complesso e senza precedenti. Abbiamo scelto di lanciare l’iniziativa #Ripartiora per fornire un contributo concreto alle imprese italiane che vivono settimane di stallo economico. Grazie alla partnership con Alfasolution e LegalBlink, metteremo a disposizione la nostra tecnologia con metodi di pagamento innovativi insieme a un’infrastruttura e-commerce di altissimo livello e la preziosa consulenza di esperti in diritto digitale. Per far ripartire la propria l’attività, le imprese dovranno semplicemente inserire logo e prodotti e saranno subito online. Ripartiamo ora!”.

Covid-19: trasportatori in allarme. Il piano del Gruppo Bracchi

Il trasporto è in trincea. Camionisti, responsabili della logistica, addetti alle consegne sono in prima linea nella lotta per mantenere i servizi essenziali attivi e per far sì che i contraccolpi economici causati dal Coronavirus siano il meno invasivi possibili. Per non aggravare la crisi economica già in atto, il Gruppo Bracchi ha deciso di non bloccare tutte le attività, ma di adottare le misure precauzionali per garantire la sicurezza di tutti i dipendenti, collaboratori e partner cercando al contempo di assicurare la continuità del servizio per i clienti.

In particolare, l’azienda con sede in provincia di Bergamo, uno degli epicentri dell’epidemia, ha subito istituito un comitato di gestione della crisi che ha diffuso un decalogo comportamentale in tutte le sedi del gruppo tra Veneto (nel Vicentino), Lombardia, Slovacchia, Polonia e Germania. Un dipendente su tre ad oggi è in smartworking, sono state sospese le trasferte, è stato predisposto l’uso di mascherine e guanti usa e getta per gli autisti durante il carico presso terzi, ma anche per i magazzinieri e gli sportellisti addetti allo scambio documentale. Non solo: è stato organizzato un controllo degli accessi e screening del personale esterno presente nelle sedi aziendali per prevenire il rischio di contagi.

“Il nostro pensiero, prima di tutto, è andato alle persone che fanno parte dell’azienda e a chi, adesso, è in prima linea nel combattere la pandemia”, spiega Mauro Crippa, direttore generale di Bracchi Group. “Per i nostri dipendenti abbiamo stipulato una polizza assicurativa con Assidim e Marsh SpA che prevede indennità di ricovero dopo il settimo giorno, indennità di convalescenza e diverse forme di assistenza a seguito di ricovero in terapia intensiva causato da infezione da Covid-19″. Nella speranza che nessuno debba mai farvi ricorso, il Gruppo Bracchi vuole con questo dimostrare ai dipendenti tutto il suo supporto.

“Siamo consapevoli tuttavia che le difficoltà che il Gruppo Bracchi sta affrontando sono niente a confronto a quelle dei medici e del personale sanitario”, conclude l’amministratore delegato Lorenzo Annoni. “Per questo, contribuiremo alla raccolta fondi per l’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e alla raccolta AiutiAMO Vicenza promossa dalla Fondazione San Bortolo e dal Comune di Vicenza. Per moltiplicare l’impegno del Gruppo, per ogni euro raccolto dai dipendenti il Gruppo Bracchi ne devolverà un altro per contribuire alla causa”.

 

Emergenza Covid-19: Sodexo lancia i buoni spesa alimentari solidali

In ottemperanza all’ordinanza n. 658 del 29 marzo emanata dal Governo per garantire la solidarietà alimentare in relazione all’emergenza sanitaria in atto, Sodexo Benefits & Rewards Services si è messa al fianco dei piccoli e grandi comuni, dei cittadini e degli esercenti in difficoltà, garantendo l’erogazione del buono alimentare Pass Lunch, un servizio semplice e solidale finalizzato all’acquisto di beni alimentari di prima necessità. Modalità che sostiene ogni aspetto della filiera, sia per quanto riguarda i benefici diretti ai consumatori, ma anche nei confronti degli esercenti coinvolti nell’operazione, grazie all’applicazione di commissioni minime. Queste ultime, infatti, saranno applicate solo a copertura dei costi di gestione. Un’iniziativa in linea con l’orientamento generale di ANSEB (Associazione Nazionale Società Emettitrici Buoni Pasto), che conferma la rete dei buoni pasto come la più vasta nell’ambito di convenzionamento di strumenti alternativi al pagamento, una rete in grado di garantire la rapida spendibilità dei buoni spesa alimentari.

Per altre forme di sostegno, non solo alimentare, Sodexo ha inoltre pronto un buono acquisto multifunzionale, Pass Shopping, che può esser ordinato, erogato ed utilizzato anche in formato totalmente digitale, un vantaggio interessante in questo periodo di restrizioni. “In questo momento difficile di emergenza sanitaria, e considerato quanto emanato dal Governo per aiutare le fasce più indigenti della popolazione di piccoli e grandi comuni, abbiamo deciso di schierarci in prima linea al fianco della collettività con un servizio semplice, veloce e solidale, che rappresenta un operazione vantaggiosa e sostenibile per tutta la filiera: comuni, rete di merchant convenzionati coinvolti e soprattutto utenti finali che hanno la possibilità di ricevere un valore reale e facilmente spendibile grazie al contributo di tutti gli attori coinvolti – ha spiegato Sergio Satriano, Managing Director di Sodexo Benefits & Rewards Services – Un modo per venire incontro alle numerose famiglie in difficoltà e alle attività commerciali che operano in filiera con noi, dando una risposta efficace e concreta. Siamo inoltre pronti, con le risorse a nostra disposizione, a sostenere gli enti per rispondere alle necessità contingenti che si stanno presentando in queste difficili settimane”.

La logistica ai tempi del coronavirus: l’esempio di Raben Sittam

Aumentano gli ordini nella food industry, cambiano i comportamenti d’acquisto e le modalità di lavoro, in questo scenario tratteggiato dall’emergenza sanitaria, la logistica e i trasporti continuano a svolgere un ruolo essenziale. Infatti, come confermato anche l’ultimo decreto (DPCM – 22 marzo 2020), tutte le attività di trasporto, commercializzazione e consegna di farmaci, tecnologia sanitaria, dispositivi medico-chirurgici e prodotti agricoli e alimentari rimangono attive e non soggette a fermo.

Ma come ha affrontato l’emergenza uno dei protagonisti del settore, come Raben Sittam uno dei protagonisti europei nel settore dei trasporti e della logistica, che ha la propria sede principale a Cornaredo, all’interno della regione Lombardia, la prima regione che ha dovuto fronteggiare le conseguenze del Covid-19?

“Abbiamo da subito adottato misure extra per proteggere il nostro personale interno ed i nostri autisti” – ha dichiarato Emily Calcaterra, Human Resources Manager di Raben Sittam. “In questo periodo almeno il 50% di ogni team lavora da casa con una turnistica a rotazione, di fatto un terzo dei nostri dipendenti sta lavorando in smart working. Coloro che non dispongono abitualmente di un laptop hanno potuto portare a casa i computer desktop con VPN installata. Abbiamo implementato un maggior numero di linee per le riunioni in videoconferenza in maniera tale da ridurre al minimo necessario le riunioni interne” – aggiunge Calcaterra.

In aggiunta a misure che facilitano il lavoro da casa, Raben Sittam ha adottato misure di protezione e nuove procedure come, ad esempio, l’obbligo della pausa di 30 minuti fra un turno e l’altro in magazzino, al fine di evitare l’assembramento per chi, inevitabilmente, non può assentarsi dal lavoro. A livello pratico, il personale di magazzino addetto al carico e scarico dei mezzi e gli impiegati operativi che scambiano documenti di trasporto con i vari autisti, stanno utilizzando costantemente guanti protettivi tanto da aver posizionato, negli uffici appositi contenitori chiusi per lo smaltimento degli stessi.

Non solo, Raben Sittam monterà pannelli di protezione in vetro/plastica nei primi punti di contatto, come ad esempio: cancelli, aree di accoglienza o altri luoghi primari in cui avviene la trasmissione e la ricezione di documenti verso e dagli autisti.

“Sappiamo quanto sia difficile, in questi giorni, assicurare lo svolgimento regolare delle attività in azienda” – ha dichiarato Wojciech Brzuska – CEO of Raben Sittam. “L’operatività nel nostro settore è garantita dal lavoro giornaliero di autisti, magazzinieri, spedizionieri e altre figure chiave per le quali non è possibile lavorare da remoto. Abbiamo adottato tutte le misure preventive previste dalle istituzioni e dall’OMS al fine di far sentire al sicuro tutti i nostri dipendenti che, ogni giorno, lavorano in questa situazione di difficoltà” – aggiunge Brzuska.

 

 

Rischio crisi: puntare sull’e-commerce. Il progetto di “vendere online”

Il rischio, secondo l’allarme di confesercenti, è che si perdano fino a 6,5 miliardi di consumi e 8 miliardi di Pil nel semestre. Tradotto in posti di lavoro: non è esclusa la chiusura di 30 mila imprese, coinvolti settori che raccolgono circa un milione di attività. In particolare, per i negozi (la maggioranza nel Nord Italia) il calo stimato nelle vendite è di 748 milioni di euro.

Davanti a questa prospettiva, “Vendere online”, una società tutta al femminile che ha come focus l’aiutare le aziende a sviluppare il business nel web, ha elaborato un kit di sopravvivenza per gli imprenditori.

Pertendo dalla premessa che in questi giorni le persone stanno usando internet e social network in modo eccezionale e che i siti di ecommerce sono letteralmente esplosi, Erika Pagin e Lara Mazzon, entrambe al timone dell’azienda, propongono la loro soluzione. “Il nostro pensiero – spiegano infatti – va alle aziende che non sanno trarre le opportunità presenti online e in particolare non sanno trarre profitto dai vari marketplace, che oggi sono gli unici canali sicuri per comunicare e vendere. Il nostro vaccino contro i danni del Coronavirus all’economia è il web: saranno le vendite online a salvare i commercianti in questo periodo di chiusure forzate. Sul nostro sito www.vendereonline.net è spiegato come vogliamo aiutare gli imprenditori in questo periodo di crisi”.

Il progetto

La società rosa fondata tra il Padovano e il Veneziano regalerà 200 euro “cash”, da investire in spot online, a chi partirà con un progetto di vendita o su Facebook, o sul web con la modalità “click & collect”, ossia “ordina online e ritira in negozio”, o su Amazon con l’apertura di un negozio dedicato. I dettagli su: https://vendereonline.net/kitsopravvivenza.

“Siamo sicure che se rispetteremo tutti i decreti del governo usciremo presto dalle nostre case”, concludono le due manager. “Inevitabilmente però ci saranno dei rallentamenti nell’economia reale. Riteniamo infatti che il cambio di paradigma comportamentale negli acquisti accelererà l’uso di marketplace e siti di ecommerce. In questi giorni tutti siamo costretti ad usare internet, chiediamo consegne a domicilio e spedizioni da Amazon. Dopo il Coronavirus comperare sul web sarà routine, come già avviene negli Usa. Le pmi dovranno essere pronte ad affiancare ai propri negozi reali quelli virtuali, i nostri kit di sopravvivenza alla zona rossa sono a disposizione per aiutarle”.

Ultima settimana di marzo, in GdO vendite su ma più contenute: +2,7%

Durante la settimana tra lunedì 23 marzo e domenica 29 marzo continua la crescita rispetto allo stesso periodo del 2019 delle vendite della Grande Distribuzione Organizzata, anche se in maniera più contenuta: +2,7% a parità di negozi.

Come settimana scorsa, è il Nord Est a registrare gli incrementi più alti su base tendenziale: +7,0%, seguito subito dal Sud (+6,3%). Rallentano molto invece sia il Centro Italia (+0,4%) sia il Nord Ovest (+0,1%).

“La GDO si stabilizza su una crescita moderata durante la terza settimana di quarantena, ma il periodo Pasquale, durante il quale non potremo festeggiare come da tradizione, potrebbe causare una contrazione delle vendite – commenta Romolo de Camillis, Retailer Service Director di Nielsen Connect in Italia – Al contempo, si consolidano anche i fenomeni di consumo legati al nuovo stile di vita ‘domestico’ e alle restrizioni in termini di mobilità: da un lato continua l’ascesa di prodotti alimentari da dispensa e/o destinati alla preparazione di pietanze ‘homemade’, dall’altro si afferma anche la preferenza per modalità di approvvigionamento più comode, ovvero eCommerce e negozi di vicinato.” 

L’andamento dei formati

Il trend maggiore si registra nei Liberi Servizi (+41,6%), nei Supemercati (+15,4%) e nei Discount (+8,4%). Continua invece il calo delle vendite di Specialisti Drug (-32,9%) e Ipermercati (-17,7%).

Continua il calo dei format Cash & Carry, con un trend negativo del -50,3%, in linea con il calo della settimana scorsa.

Per quanto riguarda l’eCommerce, il trend delle vendite di prodotti di largo consumo online da lunedì 23 a domenica 29 marzo è stato del +162,1% in rialzo di +20pp rispetto al trend della settimana precedente.

Da lunedì 23 a dome­nica 29 marzo: la cronaca

Le dinamiche di afflusso ai negozi sono rimaste le stesse della settimana precedente, con trend molto positivi durante i giorni lavorativi. Si accentua perà il calo registrato nel weekend: sabato 28 -28,5% vs stesso sabato del 2019 e domenica 29 -54,9% vs. stessa domenica del 2019, a parità di superficie distributiva. Il picco positivo si è registrato invece lunedì (+22,9%). A livello di peso sulla settimana, il giorno principale rimane comunque il venerdì, confermando una nuova tendenza iniziata con la quarantena. In condizioni di normalità, invece, il giorno principale in termini di peso sulla spesa settimanale degli italiani è sempre stato il sabato.

Le categorie

Le categorie di prodotti maggiormente impattate durante la settimana 13 del 2020 sono sempre legate ai tre “effetti” identificati da Nielsen:

  1. effetto “stock”, in ordine di grandezza rispetto al fatturato generato: caffè macinato (+21,4%), conserve rosse (+52,9%), conserve animali (+16,7%), pasta (+19,3%), biscotti (+14,6%); i comparti non alimentari iniziano a registrare trend di crescita più rallentati, invece, si segnalano solo carta casa (+40,5%) e carta igienica (18,6%);
  2. effetto “prevenzione e salute”, in ordine di grandezza rispetto al fatturato generato: guanti (+163,3%), detergenti superfici (+36,3%), sapone per le mani solido e liquido (+56,8%), candeggina (+52,9%), alcol denaturato (+100,4%), salviettine umidificate (+24,5%);
  3. effetto “resto a casa”, sempre in ordine di grandezza rispetto al fatturato generato, suddiviso in Cuochi a casa, il paniere degli ingredienti base, quindi farine (+212,7%, fatturato triplicato rispetto al 2019), uova di gallina (+5,4%), burro (+85,9%), zucchero (+55,2%), mascarpone (+99,6%), lievito di birra (+226,4%) e margarina (+78%); e Comfort food, il paniere dell’indulgence, quindi creme spalmabili dolci (+72,5%), miele (+67,9%), patatine (+23,5%), pop-corn (+89,8%), olive (+13,6%), merendine (+13,3%), wafer (+9,3%). Continuano anche i trend positivi di vino (+18,5%) e birre alcoliche (+9%).

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