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Istat: commercio al dettaglio in lenta crescita. Bene il food, male gli iper.

L’Istat ha reso noto i dati del commercio al dettaglio di giugno. Un mese che, rispetto a maggio, regista un lieve calo delle vendite al dettaglio (-0,3%). Tuttavia il confronto tra trimestri pende a favore del periodo aprile-giugno su quello precedente (+0,4%) e rispetto a giugno 2014 si registra una variazione positiva sia per il valore delle vendite delle imprese della grande distribuzione (+1,5%) sia per quello delle imprese operanti su piccole superfici (+1,7%).

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«Sono indicazioni – commenta il presidente di Federdistribuzione Giovanni coboldi Gigli – da prendere sicuramente con cautela, ma a fronte di tassi inflattivi sostanzialmente fermi (ad agosto ancora +0,2%) l’auspicio è che questo segnale rappresenti un primo passo di un percorso di crescita che possa irrobustirsi nel tempo, anche grazie alle condizioni economiche internazionali che permangono positive: basso prezzo delle materie prime, quantitative easing, cambio euro/dollaro favorevole.

Occorre ora sostenere questi segnali di ripresa – prosegue il presidente di Federdistribuzione – anche per contrastare le preoccupazioni che provengono dai mercati finanziari esteri (crisi greca e cinese) che potrebbero gettare nuova incertezza sulle famiglie frenandone ancora i consumi. È indispensabile dunque attuare il piano annunciato di riduzione della pressione fiscale per famiglie e imprese, completare il programma di riforme e avviare un serio e strutturato progetto di sviluppo del Mezzogiorno».

Con riferimento al primo semestre del 2015, cresce dello 0,4% rispetto allo stesso periodo del 2014.

Nella grande distribuzione il valore delle vendite aumenta, in termini tendenziali, del 2,3% per i prodotti alimentari e dello 0,4% per quelli non alimentari. Nelle imprese operanti su piccole superfici, le vendite registrano una variazione positiva sia per i prodotti alimentari (+2,4%) sia per quelli non alimentari (+1,6%).

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Con riferimento alla tipologia di esercizio della grande distribuzione, a giugno 2015 si registra un aumento dell’1,4% per le vendite degli esercizi non specializzati e del 2,4% per quelle degli esercizi specializzati. Tra i primi, aumentano dell’1,5% le vendite degli esercizi a prevalenza alimentare e dello 0,7% quelle degli esercizi a prevalenza non alimentare.

Schermata 2015-08-31 alle 10.41.22In particolare, per quanto riguarda gli esercizi non specializzati a prevalenza alimentare, aumentano le vendite di supermercati e discount (rispettivamente +2,3% e +4,5%), mentre diminuiscono quelle degli ipermercati (-1,2%).

 

In autunno il Retail Tour Virtuale di Kiki Lab

Tendenze e casi di innovazione e successo da New York, Cannes, Stoccolma, Nuova Delhi, Parigi, Barcellona e testimonianze del retail italiano anche quest’anno, tra ottobre e novembre, al centro del Retail Tour Virtuale di Kiki Lab.

In un pomeriggio di lavori Fabrizio Valente, fondatore di Kiki Lab, guiderà i partecipanti attraverso le tendenze del settore, presentando con dati e immagini le aree Retail visitate dal team Kiki Lab nell’ultimo anno: catene e indipendenti; mass-market, discount, lusso; alimentare e non alimentare; servizi e ristorazione rapida; salute e tempo libero.

Due gli appuntamenti: il 28 ottobre a Brescia e il 12 novembre a Milano. I convegni saranno arricchiti da testimonianze aziendali: già confermati per Milano speech di Autogrill e Decathlon e per Brescia di Calze Ileana, Parliamo di thé e Italmark-Gruppo Odolini.

Per informazioni e iscrizioni: 030.221681 – kiki@kikilab.it

Fabrizio Valente è anche presente al World Retail Congress di Roma (8-10 settembre), dove modererà una delle sessioni parallele dedicate all’innovazione nel retail presentando e discutendo con i protagonisti due casi significativi: l’italiana Mr Fleming, catena di farmacie innovative e l’olandese Bilder & De Clercq, lo store che risponde alla domanda “che cosa preparo per cena?”, fornendo la risposta con cgli esatti ingredienti per comporre il piatto che si è scelto di fare.

In questo video alcune testimonianze di retailer Italiani protagonisti al World retail Congress di Roma

Oasi e Tigre contro il caro scuola: prenoti i libri online e ottieni un buono spesa

Contro il caro scuola si segnala un interessante esempio di integrazione online offline in alcuni punti vendita Oasi e Tigre del Gruppo Gabrielli, unita auna promozione intelligente. I possessori di carta Unika possono ordinare i libri di testo online fino al 4 ottobre (per le scuole medie inferiori, superiori e università), ritirarli nel punto vendita prescelto e ottenere un buono sconto sulla spesa pari al 20% del costo sostenuto.

È una risposta a sostegno delle famiglie che a settembre hannop un appuntamento oneroso: per ogni figlio a scuola infatti, si spenderanno mediamente 514 euro per il corredo scolastico (+1,5 %rispetto al 2014) mentre, per la prima volta, spese stabili per libri e dizionari, con una stima prevista intorno ai 531 euro e 70 centesimi secondo quanto diramato da Federconsumatori.

Copia di barbara_Gabrielli_0574“Siamo vicini alle famiglie attraverso questa operazione contro il caro scuola – ha detto Barbara Gabrielli vicepresidente del Gruppo (nella foto) – per tutelare il loro potere d’acquisto e offrire nel contempo un servizio utile e di facile utilizzo.”

Collegandosi ai siti di Oasi o Tigre   si accede alla piattaforma di prenotazione e una volta effettuata la registrazione, seguendo la procedura si potrà concludere l’iter di ordinazione e preferenza del punto di vendita Oasi o Tigre presso il quale effettuare il ritiro, il tutto supportato dalla possibilità di ricevere un allert via mail o sms secondo le proprie preferenze.

Tanti i vantaggi a disposizione di chi usufruirà del servizio: primo fra tutti la possibilità di utilizzare il buono ricevuto entro 60 giorni nello stesso punto di vendita di emissione fatta eccezione per gli articoli già in promozione e le referenze specificate nel regolamento.

Tesco distribuisce il surplus di cibo dei punti vendita con una app

Per la distribuzione di eccedenze di cibo alle associazioni caritatevoli, Tesco sta utilizzando un sistema innovativo. Attraverso la App FareShare Food Cloud, ogni store manager avvisa le associazioni collegate (Fare Share nel Regno Unito e l’impresa sociale Food Cloud in Irlanda) della disponibilità di surplus di cibo ogni giorno. L’organizzazione conferma il ritiro, lo raccoglie direttamente nel punto vendita e lo trasforma in pasti per chi ne ha bisogno. Fare Share non distribuisce il cibo direttamente alle persone bisognose, ma collabora con oltre 1900 progetti locali (ostelli per anziani, donne, rifugiati) che si occupano di fornire cibo alle persone beneficiarie.

Attualmente Tesco ha in corso questo progetto in Irlanda e lo sta testando in un punto vendita di Londra e in altri dieci a Liverpool, Belfast e Glasgow.

 

Remeo, dalla tavola della Regina agli scaffali di Carrefour

A Londra ha vissuto il suo grande exploit, conquistando anche VIP di spettacolo e dello sport e persino Partridges, fornitore  della Casa reale inglese. Sino a pochi mesi fa era distribuito soltanto nel Regno Unito, presso i principali delicatessen e punti vendita di alta qualità, ma oggi l’italianissimo Remeo Gelato arriva in Italia, distribuendo in esclusiva per la GDO nei Carrefour Market Gourmet, a partire dai punti vendita Gramsci, Siena, Gustavo Modena, per poi estenderi nei prossimi mesi ad altri Gourmet italiani.

Il brand Remeo – che in latino significa “io ritorno” – evoca prepotentemente l’idea di un ritorno alle origini del gelato italiano, prodotto con le tradizionali tecniche artigianali. Il Gelato Remeo, infatti è al 100% naturale, senza glutine e prodotto in Italia

Basta visitare i profili social su Instagram, Twitter e Facebook del produttore, leggere i commenti e vedere le foto per comprendere l’entusiasmo degli inglesi e degli italiani in Inghilterra per i gelati Remeo.

Oltre al suo sapore genuino nei gusti “classici e raffinati” del “Vanilla bourbon”, “Cioccolato fondente”, “Pistacchio siciliano” e “Caffè espresso”, Remeo conquista anche per l’originalità dei vasetti, confezioni trasparenti – sviluppati da un team di ingegneri e disegnati da Marta S., ex senior designer della casa di moda Etro, che conservano al meglio il gelato, mettendone in risalto la purezza, oltre ad essere un vero e proprio inedito nel mondo del packaging.

I luoghi della spesa preferiti dal popolo della rete nell’analisi di Web-Research

Quali sono i luoghi della spesa preferiti dagli italiani? Chi vince tra la moderna distribuzione e gli altri formati? È proprio vero che i mercati sono così apprezzati? Abbiamo indagato nel web domestico i pareri scritti spontaneamente e liberamente dai consumatori su plus e minus dei formati distributivi per effettuare un benchmark tra la Gdo/Do e gli altri formati distributivi nel settore alimentare.

Sono stati analizzati Social, Blog e Forum escludendo, per scelta metodologica, siti proprietari, articoli della stampa specializzata e non, news e ogni altra fonte reperibile in rete che potesse contenere giudizi che inquinassero il rilevamento.

Il periodo considerato è stato di 12 mesi, dal 1° Giugno 2014 al 30 Maggio 2015.

Abbiamo isolato un campione di 2.891.417 pareri la cui indagine ci ha garantito la rappresentatività statistica in ogni cella di quota.

Social, Blog e Forum sono quasi equamente suddivisi come luogihi della discussione, con una maggiore rilevanza per i Social.

Ricordiamo che più un argomento è trattato in ambenti dedicati quali Forum e Blog, maggiormente l’argomento è affrontato con competenza ed approfondimento. Ricordiamo inoltre che con “Influencer” indichiamo quei naviganti ritenuti dagli altri fonte attendibile di informazione nell’oltre 80% dei casi: sono coloro che fanno proseliti, sono gli opinion leader della rete. La media di Influencer nel web domestico si attesta intorno al 20%.

Da quanto sopra si evince che i netsurfer italiani quando digitano riguardo i formati distributivi dove effettuare la spesa alimentare lo fanno con competenza, cercano e lasciano commenti in ambiti specializzati nel 61% dei casi e gli Influencer che ne scrivono sono in percentuale sensibilmente superiore alla media nazionale.

Se dati come l’elevata provenienza di pareri da internauti di formazione Media e Alta, se una percentuale considerevole di Uomini – trattandosi di spesa alimentare – sono in parte diretta conseguenza dell’ambiente analizzato (il web) – confermata dall’Età: 88% nelle fasce 18/48 anni – non dobbiamo dimenticare che il popolo della rete coincide al 100% col profilo dei consumatori dell’immediato futuro.

Quanto allo split sulla provenienza dei pareri riguardanti la Gdo/Do e gli altri formati, siamo in presenza di una forbice sia per quanto riguarda le aree gografiche che le tipologie di insediamento.

Grazie all’analisi dei testi rinvenuti, effettuata attraverso i software semantici di intelligenza artificiale che emulano le reti neurali, abbiamo potuto non solo individuare di quali argomenti si scrive in rete e quanto se ne scrive ma anche attribuire una personalità agii stessi testi, pesando i giudizi (positivi e negativi).

GDO VS ALTRI FRMATI

 

Sulla base dei pareri intercettati, i formati distributivi di cui i consumatori parlano in rete riguardo la spesa alimentare sono sostanzialmente sette, di cui tre attengono al canale moderno (ipermercati, supermercati, minimarket/negozi di prossimità), due alla formula dei mercati coperti e all’aperto, gli altri sono i negozi tradizionali e quelli per la vendita di prodotti sfusi, più nuovi, che abbiamo definito negozi alla spina. La percentuale nell’inforgafica indica il volume di pareri relativi al formato valutato

Notiamo subito come i formati della distribuzione moderna, sebbene rappresentino solo 3 delle 7 tipologie di negozio menzionate, siano citati nel 63% dei casi, lasciando agli altri 4 formati il rimanente 37% dei giudizi.

La classifica di cui sopra può essere interpretata come la classifica di popolarità dei formati distributivi secondo gli internauti domestici.

Con “negozi alla spina” indichiamo i negozi dove è possibile acquistare prodotti sfusi (nel presente rilevamento: prodotti alimentari); altre peculiarità di tali negozi sono l’approvvigionamento da produttori locali e la vendita di prodotti bio ed equo solidali. Sebbene alcune insegne abbiano reparti dedicati a prodotti alla spina, nella web research effettuata con “Negozi alla Spina” abbiamo fatto riferimento a catene dedicate/franchising, cooperative e negozi privati, (escludendo le insegne attrezzate in proposito).

È significativo che i giudizi sui negozi alla spina – che in Italia non arrivano al migliaio – siano il 15% del totale.

Abbiamo poi indicato i cluster di giudizio in cui si sono accorpati i pareri intercettati, riguardanti le 7 tipologie di negozio / formato distributivo, inerentemente alla spesa alimentare (pareri multipli).

I dati così accorpati danno origine alla classifica delle 8 “reason why di acquisto dei prodotti alimentari” o “reason why di scelta del negozio presso cui effettuare la spesa alimentare”, da parte del popolo della rete nazionale.

Entriamo ora nel vivo del rilevamento. Abbiamo riclassificato i giudizi secondo una scala paragonabile alla votazione scolastica: voto 10 per il massimo giudizio positivo, 0 per il parere peggiore nelle otto motivazioni definite in precedenza, con risultati di immediata evidenza.

Abbiamo poi calcolato una media aritmetica dei voti per i differenti formati e una media globale dei formati della Gdo/Do e quella degli altri formati. Ciò significa che il voto di ogni singola reason why di acquisto è ritenuto di ugual peso nel definire la media, vale a dire che la valutazione di ogni motivazione di scelta concorre in ugual misura alla reputazione di un formato distributivo.

Abbiamo visto precedentemente la classifica dei cluster in cui si accorpano le otto reason why di acquisto/motivazioni di scelta del punto vendita, redatta in base al volume di pareri per ciascun cluster; possiamo affermare che il volume di pareri relativo ad ogni singola reason why di acquisto ne misura l’importanza attribuitale dai netsurfer/consumatori nazionali. Abbiamo quindi pesato i voti per tale classifica e ridefinito le medie (ora pesate, non più aritmetiche).

In questo modo esprimiamo la reputazione globale di ogni singolo formato distributivo sulla base di ciò che i consumatori/naviganti reputano più importante (meno importante), per scegliere dove effettuare la spesa alimentare e non solo per il voto attribuito ad ogni reason why di acquisto.

In estrema sintesi:

– prezzo, qualità, comodità sono le tre motivazioni di scelta vincenti;

– i formati distributivi della Gdo/Do sono valutati in maniera brillante, gli altri formati sono appena sotto la sufficienza, penalizzati soprattutto dai mercati: infatti i negozi privati/tradizionali e quelli alla spina sono giudicati positivamente grazie ad item che li connotano con maggiore precisione;

– da tenere monitorato il fenomeno dei negozi alla spina.

di Gian Marco Stefanini
www.web-research.it Srl

 

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E’ un istituto di ricerche di mercato e consulenze di marketing che offre servizi rivolti ad aziende e multinazionali presenti nel mercato domestico.
Ha portato tra i primi in Italia una nuova metodologia di ricerche ed analisi di mercato: Web listening – Web research – Web monitoring.

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La qualità e la raffinatezza alimentare secondo Heinen’s (Cleveland)

Nasce a Cleveland nel 1929, all’inizio della grande depressione. Oggi Heinen’s conta 22 punti vendita e si espande, orgogliosa della continuità di una conduzione familiare giunta alla terza generazione.

Daniele Tirelli, presidente Popai, ne parla con dovizia di particolari nell’ultimo numero inStore, raccontando il punto vendita che ha segnato l’espansione della catena familiare fuori dai confini di Cleveland.

Aprendo a Barrington (una cittadina ormai inglobata nell’area della Grande Chicago e distante 380 miglia dai propri headquarter) la famiglia ha aperto la strada verso il ricco Illinois. L’investimento di 10 milioni di dollari servì per dare spazio alla creatività degli architetti dei Process Creative Studios.

L'area della Grande Chicago: il segnalino indica la posizione di Barrington (da Google Maps)
L’area della Grande Chicago: il segnalino indica la posizione di Barrington (da Google Maps)

I suoi designer che sono conosciuti per la cura del dettaglio e per l’uso raffinato dei materiali, rimodellarono un edificio commerciale occupato precedentemente da uno Staples, e crearono un superstore di 4000 mq circa, dall’indubbia distintività. L’estetica dei suoi interiors, la comunicazione e la segnaletica furono affidate invece allo Studio Graphique, una società specializzata nella cosiddetta “In-Store Brand Experience”, che risolse il problema della funzionalità del percorso in un layout indubbiamente originale, con l’eleganza dell’arredo. Il tutto ha dato luogo a una soluzione d’indubbio interesse nel campo degli high-end supermarket, ovvero la formula che produce gli sviluppi e le suggestioni più avvincenti delle diverse correnti del marketing-at-retail.

 

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Agli occhi di un Italiano punti di vendita come Heinen’s di Barrington sembrano appartenere ad un genere ben circoscrivibile come posizionamento: quello del superstore alimentare specialistico d’alta gamma, quindi notevolmente selettivo. In realtà, all’occhio esperto balzano agli occhi numerose, sostanziali caratteristiche, tutte frutto di dettagli e di reciproche “citazioni” tra le insegne che si contendono l’area attorno ai grandi laghi. Il punto di vendita di Barrington costituisce anch’esso un ibrido e funge da richiamo per segmenti di popolazione individuati non tanto con i vecchi criteri socio-demografici, ma piuttosto in base alla loro cultura di consumo.

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A Roma è di scena il World Retail Congress, 8-10 setttembre. Ecco il programma

Dall’8 al 10 settembrriflettori puntati su Roma per la nona edizione del World Retail Congress, evento internazionale e punto di riferimento per il mondo retail,  quest’anno per la prima volta in Italia, con un programma ricco di spunti.

Scarica qui l’agenda dei lavori

L’Hotel Cavalieri Hilton sarà il palcoscenico per oltre 1000 delegati di tutto il mondo provenienti da aziende leader di settore che si confronteranno sul tema “Trasformazioni nel retail, quali scenari oggi, domani e in futuro”. L’evento, che attrae i player più influenti della distribuzione mondiale, avrà quest’anno come ospite eccezionale Sir Tim Berners-Lee, inventore del World Wide Web, che terrà un particolare speech sui futuri e visionari sviluppi del web. Tra gli speaker, tutti di livello internazionale, citiamo Oscar Farinetti, fondatore di Eataly, Andy Clarke, Ceo di Asda Walmart, Jonathan Alferness, Vicepresident di Google, Julie Hamilton, Vicepresident Coca Cola.

Le tre giornate del World Retail Congress prevedono un fitto programma di eventi, workshop e presentazioni interattive, tavole rotonde e meeting in cui il grande tema sarà proprio il futuro del retail: nuove sfide, soluzioni e prospettive offerte. Inoltre, il programma sarà arricchito da alcune attività collaterali come l’annuale Future Retail Challenge in cui squadre di studenti di tutto il mondo competeranno nel creare un nuovo concept di retail, l’introduzione di tre nuove aziende nella Hall of Fame dei migliori innovatori del settore e la consegna dei prestigiosi World Retail Awards che saranno assegnati a conclusione dell’evento.

L’edizione 2015 del World Retail Congress prevede inoltre alcune importanti nuove iniziative:

  • Il World Retail Congress Innovation Hub, contest che premierà le migliori start-up in ambito retail che avranno l’opportunità di presentare il proprio progetto ad una platea di CEO delle principali aziende presenti. Un’occasione unica per confrontarsi con i player più influenti e all’avanguardia.
  • Future vision, un panel di esperti di diversa provenienza presenterà le linee guida che modelleranno il retail in futuro, in un’ottica unitaria e coesa. Un documento importante e d’ispirazione per tutti gli operatori del settore.
  • CEO Leadership Workshop, un programma nato dalla collaborazione fra la Said Business School Oxford University e WRC per la formazione continua dei CEO.

Giornata storica per il retail alimentare italiano. Amazon apre il suo supermercato

Mai smentiti e mai confermati i rumors che si sono susseguiti negli ultimi mesi, Amazon alla fine l’ha fatto. E l’arena della distribuzione italiana e dell’e-commerce non sarà più come prima.

Schermata 2015-07-29 alle 14.14.11Da oggi la sezione Alimentari e cura della casa è on line anche in Italia sul sito di Amazon. Si tratta di 20.207 referenze al lancio, di cui 2261 pr la cura dei bambini  e 10948 per la pulizia e la cura della casa. Tra i marchi nazionali e internazionali presenti: Barilla, Valfrutta, Knorr, Rio Mare, San Benedetto, Mulino Bianco, prodotti di punta per la prima infanzia di Plasmon, Mellin o Huggies e quelli per la cura della casa come Chanteclair, Dash, Scottex, Cuki.

Molti prodotti sono contrassegnati come Prodotti Plus, articoli a basso prezzo venduti e/o spediti da Amazon acquistabili all’interno di un ordine il cui importo totale sia pari o superiore a EUR 19 (spese di spedizione escluse).

I clienti iscritti a Prime possono scegliere una delle opzioni di consegna disponibili inclusa la spedizione gratuita illimitata in un giorno che consente di ricevere i prodotti di uso quotidiano direttamente a casa in 24 ore, disponibile in più di 6.000 comuni italiani, o il servizio Spedizione Sera che permette di ricevere i prodotti lo stesso giorno, disponibile nell’area di Milano.

Quanto ai prezzi, abbiamo fatto un rapido confronto relativo alla pasta secca nella confezione da 500 grammi tra i prezzi praticati da Amazon e quelli di Esselunga (l’unico retailer ad avere un commercio on line ben rodato). Spaghetti: Barilla 0,72 euro Amazon vs 0,50 Esselunga (in promozione da un prezzo pieno di 0,84 euro), Voiello 0,75 vs 1,35 euro, De Cecco 0,96 vs 1,35, Garofalo 0,90 vs 1,29 euro.

«Adesso i clienti possono acquistare migliaia di prodotti alimentari a lunga conservazione e per la cura quotidiana della casa con un click e dimenticare code e pesanti borse da trasportare» ha dichiarato François Nuyts, Country Manager di Amazon Italia e Spagna. «Oggi è solo il primo giorno: abbiamo iniziato con migliaia di prodotti da centinaia di marchi nazionali e internazionali di eccellenza, e continueremo ad ampliare la nostra selezione in modo rilevante nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. A cominciare da questa estate daremo l’opportunità ai venditori terzi di offrire i loro prodotti all’interno del nuovo negozio Alimentari e cura della casa: questa è una grande occasione per le aziende alimentari italiane di raggiungere milioni di clienti Amazon sia in Italia sia all’estero».

Il passo successivo a settembre, quando sia i produttori italiani, sia i rivenditori di generi alimentari potranno utilizzare Amazon Marketplace e vendere i propri prodotti su Amazon come venditori terzi. Potranno inserire gratuitamente i prodotti e avere il pieno controllo della propria offerta da un account unico e accedere direttamente a milioni di clienti, non solo in Italia ma anche all’estero, contando sul supporto della logistica di Amazon.

«La cucina – afferma Xavier Garambois, VP Retail di Amazon EU – è uno dei più importanti patrimoni culturali italiani. Sono migliaia le aziende locali che producono specialità alimentari di alta qualità e i clienti in tutta Europa non vedono l’ora di assaggiarle. Ora queste imprese possono diventare fornitori di Amazon o vendere direttamente i loro prodotti ai nostri clienti internazionali».

Con ‘arrivo del supermercato di Amazon, il comparto grocery e food&wine enogastronomico dell’eCommerce italiano è destinato sicuramente a crescere. «Il comparto alimentare è nel 2015 uno dei settori più dinamici nel panorama dell’eCommerce B2c italiano”, afferma Alessandro Perego, Direttore Scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano. “Crescono sia il Grocery (spesa da supermercato), che nel 2015 supera i 200 milioni di euro, sia il Food&Wine enogastronomico, che sfiora i 260 milioni di euro».

Aggiunge Alessandro Perego: “Negli ultimi due anni sono diverse le insegne della grande distribuzione che hanno attivato iniziative di Click&Collect, con la possibilità di ordinare online e di ritirare presso il punto vendita. Anche nel Food&Wine enogastronomico rileviamo un certo fermento grazie all’intraprendenza di produttori, “presidi territoriali” (che valorizzano prodotti locali), retailer, enoteche e start up, come ad esempio nella vendita di prodotto fresco (soprattutto frutta e verdura), nella consegna del pranzo pronto a domicilio, e nella vendita di prodotti in nicchie molto specifiche. L’ingresso di Amazon non può che incrementare ulteriormente la vitalità del comparto. Ne beneficeranno anche le PMI del settore food, che con il Marketplace potranno avere un ulteriore canale di accesso all’eCommerce e all’Export online.”

Consumi: sei stili differenti nell’iconografia stilizzata del vertical plotter di Coop

Volti giganti che si susseguono sovrapponendosi, mentre un plotter “ciclopico” prosegue inarrestabile nella sua impresa grafica di trasporre i lineamenti dei visitatori su queste immense tele open source: le pareti esterne del Future Food District di Coop, all’interno di Expo.

Siamo al cospetto del “Vertical Plotter”, il plotter più grande del mondo attraverso cui COOP Italia e lo studio di progettazione Carlo Ratti Associati vogliono riproporre in chiave avveniristica, l’atavico istinto antropico di lasciare traccia del proprio passaggio.

Ed ecco quindi che, in forma stilizzata, su queste immense pareti resterà traccia di giovani, studenti, famiglie che hanno varcato la soglia del supermercato e lasciato una propria foto.

Il vertical plotter è un dispositivo che si muove su una parete verticale e si avvale di un software che permette la riproduzione di qualsiasi informazione e input: messaggi, immagini, grafiche. Una volta ricevuta l’informazione digitale, il dispositivo la trasforma in realtà. L’intero sistema si sposta su un piano cartesiano, dove il plotter si muove liberamente lungo l’asse orizzontale, mentre il gruppo di testine di stampa scorre sulla guida verticale e riproducono (utilizzando spray di 5 colori) i volti sulla facciata, in funzione dello stile alimentare di ciascuno.

6Gli stili

Già lo stile alimentare è importante e per rendere iconograficamente questa distinzione ci si avvale della recente ricerca commissionata da Coop a Sita Ricerche che ha individuato 6 distinti profili.

  • Gli italian food lovers,  appassionati della cucina classica italiana e dei prodotti simbolo della italianità.
  • I wellness consumer (21,3%)
  • Gli easy consumer (17,4%), ossia quanti per necessità o per scelta dedicano poco tempo alla preparazione del cibo.
  • I buongustai-foodie (16,4%).
  • I vegani-vegetariani (5,3%), in cui prevale la preoccupazione per l’esclusione di ingredienti.
  • I green&ethic (4,5%), sostenitori del consumo responsabile ed etico, con attenzione alle implicazioni di impatto ambientale e sociale nella scelta dei prodotto acquistati.

L’App

E per aiutare il cliente che entra nel supermercato a individuare più velocemente il proprio stile, è stata sviluppata da Accenture  l’app CoopExpo, che attraverso alcuni step, individua il profilo di ciascuno.

In questo modo il visitatore riceverà un contenuto dedicato, in funzione del suo stile di vita, arrivando quindi a definire un vero e proprio assortimento personalizzato e “ritagliato” sulle sue abitudini.

Come funziona? Il cliente all’apertura della mobile app, tramite logiche di gamification, sceglie tra diverse immagini quali rispondono maggiormente alle proprie attitudini e/o stili di vita. La mobile app, quindi, memorizza le scelte e propone i prodotti maggiormente in linea con le sue aspettative. Durante la visita nello store, le tecnologie di proximity marketing, implementate da Accenture tramite la piattaforma Proxee, trasmettono all’app, in bluetooth low energy (BLE) e ultrasuoni, informazioni sulla posizione del cliente. I prodotti in linea con il profilo del cliente sono così mostrati contestualmente al suo percorso all’interno dello store. L’obiettivo è quello di comunicare al cliente i prodotti di suo interesse nel momento più utile durante la sua visita al supermercato.

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