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Continua l’espansione di Babaco Market, nuovi arrivi in Veneto e Lombardia

Babaco Market annuncia l’arrivo in Veneto a Padova, Verona e Vicenza. Il servizio si espande inoltre in Lombardia in tre nuove città: Lecco, Lodi e Cremona e in Emilia Romagna con la provincia di Piacenza. Con l’espansione in Veneto, Babaco Market arriva a servire oltre 550 comuni in 20 province tra cui Milano, Torino, Bologna, Reggio Emilia, Bergamo, Brescia e Pavia, continuando ad allargare i propri confini in Italia.

Nato a Milano a maggio 2020, durante l’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 per rispondere alle esigenze dei consumatori di avere a disposizione servizi di spesa online con un occhio di riguardo verso scelte più sostenibili, Babaco Market è un servizio di delivery su abbonamento che rende disponibili frutta e verdura sempre freschissima e di stagione direttamente a casa dei consumatori. Votato alla lotta allo spreco alimentare, il servizio si inserisce in maniera virtuosa nella filiera produttiva di frutta e verdura riconoscendo un prezzo equo ai produttori agricoli e aiutandoli a dare il giusto valore a quei prodotti che oggi faticano a trovare sbocco commerciale, seppur buonissimi, a causa di difformità estetiche, sovrapproduzioni o perché colture territoriali di nicchia poco conosciute al grande mercato anche se d’eccellenza (tra cui presidi slow food).

La mission ambiziosa di contrastare in maniera attiva lo spreco alimentare ha permesso all’azienda di raggiungere importanti traguardi. Babaco Market ha contribuito a salvare oltre 700 tonnellate di frutta e verdura. Attualmente, collabora con 100 produttori sparsi su tutto il territorio nazionale e i prodotti inseriti nelle box sono 100% Made in Italy. Sempre in linea con la mission anti-spreco del brand, Babaco Market ha deciso di limitare al massimo l’utilizzo dei materiali di imballaggio e della plastica; proprio per questo tutte le Babaco Box sono 100% plastic free.

Iscriversi è molto semplice: accedendo al sito, l’utente può abbonarsi a una Babaco Box di frutta e verdura di stagione, di diverse misure, e può scegliere di riceverla direttamente a casa con frequenza settimanale o quindicinale. La frutta e la verdura delle Babaco Box sono sempre di stagione e provengono da agricoltori attenti alla qualità e agli standard di coltivazione, piccoli produttori e presidi slow food in tutta Italia, contribuendo anche alla salvaguardia della tradizione gastronomica locale italiana. Le selezioni settimanali vengono fatte in base alle disponibilità cercando sempre di garantire la massima varietà di prodotti e il rispetto della stagionalità degli alimenti.

“Babaco Market nasce con il duplice obiettivo di costruire una filiera eCommerce sostenibile e di supportare il comparto agricolo italiano, contribuendo a generare valore sia dal punto di vista del raccolto, che a oggi rischia di essere perso perché non soddisfa i requisiti estetici della distribuzione, sia valorizzando le piccole produzioni non considerate dai canali di distribuzione mainstream. Attualmente i prodotti che vengono destinati alle box arrivano da tutto il Paese, contribuendo a far conoscere eccellenze locali provenienti da tutte le aree geografiche d’Italia”, commenta Francesco Giberti, CEO e Founder di Babaco Market, che continua: “siamo lieti di annunciare il nostro arrivo in Veneto a Padova, Verona e Vicenza e l’espansione del servizio in Lombardia a Lecco, Lodi e Cremona, con l’aggiunta di Piacenza in Emilia Romagna: si rinnova anche per il 2023 il nostro impegno di diffusione dei nostri valori di sostenibilità e di lotta contro lo spreco alimentare in maniera sempre più capillare”.

I social influenzano sempre di più le scelte d’acquisto del cibo

Dopo il periodo della pandemia, i contenuti alimentari sui social media hanno rafforzato la loro influenza sulla popolazione orientando le scelte d’acquisto, in modo particolare della generazione Z. Le ricerche sul fenomeno hanno evidenziato come l’82% degli zoomers abbia infatti interagito con i post dedicati al food anche dopo il 2020, mentre il 70% si è lasciato ispirare per provare un nuovo snack; il 47% ha seguito i trend promossi sui social e il 45% si è incuriosito al cibo sensoriale.
 
Solo in Italia, nel 2020 si sono registrati oltre 1,59 milioni di post a tema food (+ 57.4 % rispetto al 2019): un fenomeno certamente indotto dalla permanenza forzata in casa, ma che vede tutt’oggi un importante cambiamento nel comportamento alimentare della popolazione, dato che il 54% degli italiani segue i food influencer per ricevere consigli culinari. Un trend in crescita, quello dei social, anche Europa: un sondaggio del 2022 in ha evidenziato che il 56% delle persone intervistate, dai 13 ai 39 anni ha voluto seguire le tendenze in voga sui social media per preparare i pasti; il 47% ha continuato a postare foto sul cibo e un terzo delle persone si è rivolto ai social per scoprire nuove ricette.

Tra le categorie di contenuto più popolari il cibo sensoriale, l’organizzazione della dispensa e il mukbang, trend coreano con rappresentazioni divertenti. Ma anche consigli nutrizionali, ricette “casalinghe” da poter riprodurre facilmente a casa; consigli per evitare gli sprechi e riutilizzare in modo creativo gli scarti degli alimenti; proposte per cimentarsi in cucina con la famiglia; ricette fantasiose per le intolleranze, allergie o orientamenti alimentari particolari.

Il canale maggiormente utilizzato per la condivisione dei contenuti è Instagram (75,64% del totale), seguito da Facebook e Twitter. Incisivo anche il ruolo di  Youtube per l’esperienza di acquisto: il canale sta infatti rivoluzionando il modo in cui gli acquirenti scoprono i nuovi prodotti disponibili sul mercato. Il 75% concorda sul fatto che l’esperienza personalizzata di Youtube migliori il classico percorso di acquisto offrendo spunti inaspettati: durante il video le persone stanno già pensando alla possibilità di scoprire nuovi prodotti.

Non solo social ma anche pubblicità, media e l’offerta di film on demand risultano preponderanti nell’orientamento delle tendenze alimentati in Italia. Anche il Belpaese infatti aderisce all’immaginario correlato al cibo made in USA: dal 2020 impazza sul web l’american food, spesso connesso alle mode del momento e alla cultura popolare. Assaggiare quello che gli italiano vedono nei film è una vera e propria esperienza per i clienti, così come per collezionare le confezioni colorate degli snack made in USA.

Un esempio è rappresentato da Affamati USA che, nata nel novembre 2019 ha registrato immediatamente un’impennata delle vendite e ha segnato una crescita del 116% nel 2021 e del 5,7% nel 2022. Segue a ruota il tema del food ecommerce, trend in rapida crescita in Italia così come in tutta Europa:  si stima che nel 2022 il settore food nel mondo del commercio online abbia registrato una crescita del 17% e ad oggi il 44% dei grandi brand del comparto food siano presenti online. 

“Grazie alla vasta scelta di prodotti, la consegna a domicilio sembra essere il trend del futuro e il food rientra in un panorama competitivo che richiede le giuste piattaforme di commercio e strategie di marketing accuratamente progettate – dichiara Valentino Bergamo, CEO di Calicantus – l’eCommerce rappresenta oggi un vero e proprio ecosistema e si configura sempre più come volano indispensabile per lo sviluppo dell’economia italiana”.

Siamo quindi di fronte a un momento storico decisivo per la trasformazione dei modelli di business delle aziende, che devono rispondere con prontezza alle esigenze dei consumatori italiani, sempre più digitali, che chiedono un’esperienza di acquisto sempre più su misura. 

eCommerce nel largo consumo, superati 2 miliardi di € nel 2022

Il giro d’affari generato dalla spesa online delle famiglie italiane nel 2022 ammonta a oltre 2 miliardi di €. A rivelarlo “Lo scenario dell’eCommerce nel Largo Consumo”, l’ultimo report di NielsenIQ. Secondo l’indagine il fatturato progressivo, dall’inizio dell’anno a fine dicembre 2022, dell’eCommerce è cresciuto del +10,5% rispetto al 2021.

L’analisi di NielsenIQ rileva che il comparto eCommerce in Italia è cresciuto più velocemente rispetto al canale offline – sia nel progressivo sia nel singolo mese di dicembre – e precisamente di una volta e mezzo. I dati evidenziano che, volgendo lo sguardo all’anno appena concluso, la performance migliore per l’eCommerce si è registrata nel terzo trimestre (luglio, agosto e settembre), periodo in cui le vendite sono cresciute del +21,2% rispetto allo stesso periodo del 2021. Nel trimestre considerato, le regioni del Nord-Ovest, cioè Lombardia, Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta (cd. Area 1), hanno contribuito – in valore assoluto – alla crescita del settore quasi 4 volte in più delle regioni di Sud, cioè Abruzzo, Molise Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia (cd. Area 4). Infatti, l’Area 1 ha raggiunto un fatturato incrementale di 37,2 milioni di €, contro i 10,6 milioni di € della più piccola Area 4.

Considerando poi le vendite del settore online per ogni singola settimana, il fatturato medio settimanale del 2022 è stato pari a 38,6 milioni di € (+3,6 milioni rispetto all’anno precedente). Il record di vendite si è registrato nella settimana del Black Friday (21-27 novembre 2022), con un fatturato di 55,5 milioni di €. Subito dopo si colloca la settimana precedente al Natale (12-18 dicembre 2022) con ricavi da 49,6 milioni di €. Nel mese di luglio, invece, si è registrato l’incremento di acquisti online più alto rispetto al 2021 (+35,7%). Per quanto riguarda i volumi, se a totale Omnichannel risultano leggermente negativi (-0,3) nel progressivo, nel canale eCommerce crescono invece del 5,1%.

Le performance della spesa online a dicembre 2022
Considerando il solo mese di dicembre, il fatturato dell’eCommerce è pari a 215 milioni di €, in crescita dell’11,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Inoltre il settore raggiunge una quota pari al 2,3% sul totale Italia omnichannel del Largo Consumo Confezionato sia nel progressivo, sia nel solo mese di dicembre 2022. La crescita in valore dell’eCommerce riguarda tutte le Aree NielsenIQ e addirittura tutte le 20 regioni d’Italia. Nello specifico, le Aree del centro-sud si confermano anche a dicembre come le regioni che crescono a ritmi più veloci, con un’Area 4 (Abruzzo, Molise Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia) che cresce 4 volte più velocemente rispetto all’Area 1 (Lombardia, Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta).

Cosa comprano online gli italiani
Come negli altri mesi del 2022, anche a dicembre la crescita dell’eCommerce continua ad essere guidata principalmente dal comparto pet (animali) e dal cura persona, settori digitalmente molto più sviluppati rispetto ad altri, che registrano nel progressivo tassi di crescita tra il 20% e il 30% e che, nell’ultimo mese dell’anno, risultano particolarmente in forma con tassi tra il 20% e il 40%. Rimane positivo anche l’andamento del food confezionato (+14,8%) e del grocery in generale (+11,7%). Come già registrato a novembre, anche a dicembre il comparto delle bevande (soprattutto alcoliche) limita leggermente la crescita del canale online (-4,4%), per il ritorno al consumo fuori casa da parte degli italiani. Anche ortofrutta, ittico e freddo frenano leggermente a dicembre.

Smart Sommelier, chiuso l’accordo con Gruppo VéGé e ReStore

È stato sottoscritto un accordo fra VéGé, ReStore e Smart Sommelier per dotare i soci del Gruppo VéGé di nuovi servizi tecnologici al consumatore. In particolare verrà data la possibilità alle insegne che fanno parte del Gruppo VéGé di integrare, all’interno dei siti eCommerce “targati” ReStore, le attività offerte da Smart Sommelier.

Questo servizio nell’ambito dell’eGrocery consentirà agli utenti, tramite videochiamata, di mettersi in contatto istantaneamente con un sommelier professionista certificato, a disposizione per il giusto consiglio d’abbinamento tra un vino ed un piatto, di conoscere la descrizione di una particolare etichetta o di ricevere un suggerimento per la scelta di un vino, una birra artigianale o spirits presenti nella piattaforma di spesa on line. Viene quindi instaurato un rapporto human to human fra cliente e sommelier, grazie alla tecnologia, ancora una volta strumento abilitante, che è un valore distintivo e un valore aggiunto.

Giorgio Santambrogio, CEO di Gruppo VéGé, dichiara: “Questa nuova partnership nasce con l’obiettivo di accompagnare le nostre imprese socie verso quel percorso di innovazione spinta, che da tempo come Gruppo abbiamo intrapreso. In ReStore e Smart Sommelier abbiamo trovato i giusti partner per migliorare ulteriormente l’esperienza d’acquisto sia fisica che digitale dei nostri clienti-consumatori, abbracciando armonicamente la realtà dell’omnicanalità”.

Barbara Labate, CEO di ReStore, aggiunge: “Siamo contenti di implementare all’interno dei siti eCommerce del Gruppo VéGé e per i Soci che lo vorranno questo servizio, che testimonia un percorso costante di innovazione realizzato all’interno delle nostre piattaforme. Il nostro obiettivo primario è mettere al centro il consumatore finale ed i suoi bisogni, migliorando sempre di più la propria esperienza di navigazione. Ringraziamo il Gruppo VéGé, da sempre molto attento alle novità del mondo digitale e promotori di innovazione per i propri Soci, che ha scelto di continuare questo percorso di digitalizzazione insieme a ReStore”.

Gianluca Parisi, Ceo di Smart Sommelier, conclude: “Smart Sommelier è una community che coinvolge clienti, distribuzione e produttori per offrire ai primi il migliore consiglio su vino, birra e spirits, garantendo un’esperienza unica ed autentica in fase di acquisto. L’accordo con VéGé e ReStore consentirà un’accelerazione importante alla crescita del servizio che verrà offerto on line e che naturalmente ci consentirà di raggiungere velocemente un numero rilevante di clienti. Allo stesso tempo consideriamo il mondo del vino, birra e spirits un mercato di partenza per un progetto che fa della scalabilità una dei valori distintivi nel mercato retail”.

Retailer online, i rischi dei bot nelle vacanze natalizie

Le vacanze sono motivo di buon umore per i venditori retailer online. Il Black Friday e il Cyber Monday appena passati, così come gli acquisti natalizi, spesso rappresentano un’occasione per incrementare le vendite, magari dopo un anno di magra. Tuttavia, la concentrazione dei ricavi dell’e-commerce durante le festività può creare un notevole rischio: se qualcosa infatti va storto, tanto da condizionare le entrate durante queste settimane, c’è poco tempo per recuperarle. Nella gestione del rischio per le attività festive, c’è una potenziale minaccia che può essere ben considerata, quantificata e mitigata: il rischio dei bot.

I bot sono programmi software o script che eseguono compiti automatizzati e ripetitivi e sono onnipresenti sul web. Si stima che fino al 50% del traffico internet provenga da utenti non umani. Sebbene alcuni bot siano utili alle aziende, come i crawler di ricerca, i bot potenzialmente dannosi causano notevoli danni economici alle aziende di e-commerce, rallentando le prestazioni sul web e delle app, sottraendo merci, accaparrando scorte ed effettuando appropriazioni di account attraverso il cosiddetto “credential stuffing”, che comporta frodi e furti di identità.

Secondo il rapporto 2022 Holiday Season Cyber Threat Trends pubblicato dal Retail and Hospitality Information Sharing and Analysis Center (ISAC), “le vacanze sono il periodo dell’anno più intenso per i consumatori e per i professionisti della sicurezza informatica che devono affrontare minacce persistenti. Dall’inizio di ottobre alla fine di dicembre, le minacce informatiche alle organizzazioni si espandono sia in termini di scala che di intensità, in linea con l’aumento del traffico dei consumatori”. Questo perché i cybercriminali che utilizzano i bot sono alla ricerca di denaro e, durante le festività, può accadere che prendano di mira il vostro sito di e-commerce e le applicazioni che presentano problemi di protezione.

Come i bot possono incidere sui vostri profitti durante le vacanze
Gli attacchi da parte dei bot possono assumere forme diverse e danneggiare le attività di vendita, le operazioni e le relazioni con i clienti in vari modi. Prevedere il meccanismo con cui i bot possono compromettere le applicazioni con sofisticati attacchi automatici e capire come mitigarli può aiutare un’azienda a raggiungere le stime di guadagno in vista delle festività. In particolare, i seguenti tipi di attacchi da parte dei bot sono pronti a compromettere la stagione dello shopping.

Scraping di contenuti
Lo scraping di contenuti prevede l’uso di bot automatizzati per raccogliere grandi quantità di dati da applicazioni profilate al fine di analizzarli, riutilizzarli o venderli altrove. Sebbene la raccolta di contenuti abbia usi legittimi (ad esempio, gli aggregatori di viaggi online effettuano lo scraping dei siti web delle compagnie aeree per raccogliere informazioni sulle tariffe aeree), lo scraping può essere utilizzato anche per scopi illegali, tra cui la manipolazione dei prezzi da parte dei concorrenti e il furto di contenuti protetti da copyright. Inoltre, volumi elevati di scraping possono avere un impatto sulle prestazioni del sito e causare malfunzionamenti, impedendo agli utenti legittimi di accedere al sito.

L’impatto dello scraping può essere particolarmente dannoso nei periodi di intensa attività commerciale, e quando un sito di e-commerce è già affollato di potenziali clienti. I concorrenti possono essere molto motivati a raccogliere dati aggiornati sui prezzi e il sovraccarico di traffico può far crollare o rallentare un sito, rendendolo poco responsive. Con lo shopping online, le performance sono fondamentali, dal momento che i concorrenti sono a portata di clic.

Accumulo di scorte
La gestione delle scorte di magazzino per le festività è difficile e i commercianti si trovano ad affrontare prove particolarmente ardue, soprattutto in questo momento di crisi della supply chain. I bot per l’accumulo delle scorte possono aumentare le sfide logistiche mettendo in attesa un gran numero di prodotti, rimuovendoli così dall’inventario e impedendo ai clienti reali di effettuare acquisti. L’accumulo di scorte e altre forme di manipolazione dei bot possono vanificare gli acquisti e minacciare la fedeltà dei clienti e la reputazione del brand, per non parlare dell’impatto sui ricavi, dal momento che i consumatori effettueranno i loro acquisti altrove.

Rivendita/taglio dei prezzi
I commercianti che propongono offerte a tempo limitato corrono il rischio che i bot dei venditori completino istantaneamente il processo di acquisto e di checkout online per acquistare prodotti all’ingrosso nel momento in cui vengono messi in vendita. Successivamente, rivendono questi articoli sui mercati secondari con un notevole ricarico. Sia i bot per gli acquisti che quelli per le scorte consentono ai malfattori di controllare le giacenze di magazzino e i livelli di prezzo, provocando una riduzione fittizia delle scorte e la frustrazione dei consumatori.

Credential stuffing
Il credential stuffing è un’altra tecnica guidata dai bot che può interferire con gli acquisti e i ricavi durante le vacanze. Sfruttando il fatto che molti utenti riutilizzano le password tra le varie app, gli autori degli attacchi testano un gran numero di credenziali compromesse sui form di login per impadronirsi degli account e commettere frodi. Le festività rappresentano un’ottima opportunità per i criminali di mettere in scena questi illeciti: gli aggressori approfittano dei pesanti carichi di lavoro dei team di cybersicurezza, sapendo che le organizzazioni impiegheranno più tempo per rilevare le frodi. Anche quando i bot non riescono a impadronirsi degli account, spesso ne causano il blocco provando più volte password errate, costringendo i clienti a seguire la procedura di password dimenticata o a chiamare il servizio clienti. Quando un cliente ha il carrello pieno di regali per le vacanze, è un brutto momento per dirgli che il suo account è stato bloccato.

Non opponetevi ai bot generando attriti con i clienti
Sebbene sia fondamentale arginare i bot per raggiungere gli obiettivi di guadagno delle proprie vacanze, ci sono modi giusti e sbagliati di combatterli. Alcune difese anti-bot convenzionali, che apportano ulteriori problemi e difficoltà al processo di acquisto, possono essere altrettanto dannose per gli acquirenti quanto gli attacchi che si vogliono prevenire. Quando i clienti sono pronti ad acquistare, volete davvero tormentarli con irritanti CAPTCHA o costringerli a registrarsi per l’autenticazione a più fattori? Con i concorrenti a portata di clic, qualsiasi ostacolo può avere un impatto sui tassi di conversione.

Auguriamo al vostro staff di sicurezza di trascorrere una vacanza senza bot
Quando pensate ai bot e alle vacanze, tenete presente che i bot potenzialmente dannosi richiedono un impegno considerevole da parte dei team di sicurezza e dei team di assistenza clienti che si dedicano ai clienti infuriati che sono stati bloccati nel proprio account. I team di sicurezza informatica lavorano a lungo durante la stagione per cercare di bloccare i bot prima che possano danneggiare i vostri profitti e compromettere negativamente l’esperienza dei consumatori. Un’efficace riduzione dei bot può portare un po’ di sollievo ai collaboratori in prima linea.

E-commerce, previsti fino a 1,8 miliardi di euro di resi durante le festività

Una rilevazione condotta da DS Smith, società che opera nel settore degli imballaggi sostenibili, ha mostrato come, a causa delle forti accelerazioni a cui sono sottoposti i pacchi provenienti da operatori del commercio elettronico, il Natale potrebbe portare a un conto di 1,8 miliardi di euro di resi docuti al danneggiamento degli articoli. Per aiutare a comprendere le condizioni che i pacchi devono sopportare per raggiungere i consumatori in perfette condizioni, DS Smith sta sperimentando gli “accelerometri”, che tracciano la velocità di un pacco durante il suo viaggio e forniscono dati che possono spiegare i danni subiti.

La ricerca di DS Smith ha dimostrato che un tipico pacco online è sottoposto a forze G che raggiungono anche i 50G, un valore pari a 50 volte quello della forza di gravità. Si tratta di un livello quasi quattro volte superiore a quello che causerebbe la perdita di coscienza di un astronauta esperto (11G) e di un’accelerazione 10 volte superiore a quella che si prova sulle montagne russe (5G). I dettagli dell’esperimento arrivano mentre il 53% degli acquirenti online dichiara di aver ricevuto articoli pesantemente danneggiati e il 72% ammette di essersi lamentato per aver ricevuto merce danneggiata già quest’anno, per un totale di 33 milioni di consegne danneggiate.

Coloro che hanno ricevuto un articolo danneggiato hanno dichiarato che in media l’articolo è costato 56,10 euro, per un valore potenziale di 1,8 miliardi di euro di merci danneggiate inviate ogni anno. I consumatori sono meno tolleranti nei confronti dei pacchi danneggiati e l’aumento del costo della vita spinge sempre più persone a restituire articoli di valore inferiore. Secondo la ricerca, gli italiani hanno dichiarato che il valore medio di un articolo che decidono di restituire se danneggiato è di 21,70 euro. Ad aggravare il problema per le aziende, e mentre un numero crescente di marchi prende in considerazione l’idea di far pagare il reso, il 56% degli acquirenti dichiara di aspettarsi il reso gratuito e il 39% la consegna gratuita.

“Sebbene faccia chiaramente parte della vita di tutti i giorni, l’e-commerce è ancora una forma di acquisto relativamente nuova e, grazie alla nostra ricerca, abbiamo scoperto che le condizioni a cui sono esposti i pacchi sono volatili. I pacchi devono essere pronti a viaggiare a velocità sorprendenti e questo significa che le aziende devono essere pronte a proteggere i prodotti durante il viaggio” ha commentato Stefano Rossi, CEO di DS Smith Packaging. “I nostri team di innovazione e progettazione verificano la velocità con cui i pacchi viaggiano e il loro impatto, e utilizzano queste informazioni per elaborare diversi progetti. Utilizziamo i principi del design circolare non solo per ridurre i danni, ma anche la quantità di materiale utilizzato, in modo che i pacchi proteggano il loro contenuto e siano il più possibile sostenibili. Vogliamo nuove idee, quindi cercheremo dei partner che collaborino con noi in questo senso”.

E-commerce cresce più dei negozi fisici con Black Friday da record

Nell’analisi “Lo scenario dell’eCommerce nel Largo Consumo” NielsenIQ evidenzia mensilmente l’andamento a consuntivo dei consumi e delle abitudini di acquisto delle famiglie italiane in relazione agli acquisti online. I dati raccolti da NielsenIQ rilevano che a novembre 2022 il fatturato progressivo – ovvero da gennaio ad oggi – dell’eCommerce è pari a 1,8 miliardi di €, di cui 181 milioni registrati nel solo mese di novembre. L’andamento in valore del canale online è positivo del +10,3% nel progressivo, diversamente raggiunge il 16,2%, se si considera la crescita del solo mese di novembre (vs 2021). I dati rivelano, inoltre, che in Italia l’online si sviluppa più del canale offline sia nel progressivo sia nel singolo mese di novembre.

La quota dell’eCommerce sul Totale Italia Omnichannel del largo consumo è pari al 2,3% nel progressivo, con valori in leggero rialzo (2,6%) se si considera il solo mese di novembre. Per quanto riguarda i volumi, nel progressivo risultano leggermente negativi a totale Omnichannel (-0,2), mentre nel canale online crescono del 5,3%. L’eCommerce inoltre cresce in valore in tutte le Aree NielsenIQ ed addirittura in tutte le 20 regioni d’Italia. Le Aree del centro-sud sono quelle che crescono a ritmi più veloci, con un’Area 4 (Abruzzo, Molise Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia) che cresce 2.5 volte più velocemente rispetto all’Area 1 (Lombardia, Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta) a novembre.

Nel canale online continua la polarizzazione già in atto da tempo che favorisce l’incidenza delle vendite dei prodotti primo prezzo (9,5%) e Superpremium (35,3%), con +0,4 punti percentuali rispetto all’anno scorso registrati in entrambe le fasce prezzo – dati aggiornati al progressivo di settembre.

Cosa comprano online gli italiani
Nel mese di novembre, la crescita dell’eCommerce è guidata principalmente dal comparto Pet (Animali) e dal Cura Persona, settori digitalmente molto più evoluti rispetto ad altri, che continuano a registrare tassi di crescita tra il 20% ed il 30% nel progressivo e tra il 20% ed il 50% nel solo novembre. Tra i comparti che invece frenano leggermente la crescita dell’online le Bevande (in maggioranza alcoliche), in virtù del ritorno al consumo fuori casa da parte degli Italiani, così come anche l’Ortofrutta e l’Ittico.

I risultati del Black Friday 2022
Stando all’analisi di NielsenIQ, durante la settimana del Black Friday di quest’anno, l’eCommerce del Largo Consumo ha registrato il record di vendite più alte per una singola settimana: 55,5 milioni di € generati dal canale online, superando il precedente record di 50,5 milioni di € che apparteneva all’edizione del 2020.

Sempre durante la settimana del Black Friday 2022, l’eCommerce ha raggiunto una quota sul totale Omnichannel del 3,2%. Cura Persona e Pet Care – con una quota eCommerce rispettivamente del 9,7% e del 7,8% sul loro perimetro Omnichannel ed in crescita entrambi di oltre 2 punti percentuali rispetto all’anno scorso – si confermano come categorie trainanti gli acquisti online anche durante la settimana di promozioni. Rimane in sofferenza invece il mondo delle bevande, spinto soprattutto da quelle alcoliche, che si ferma ad una quota del 2,5%, in calo rispetto al 3,1% registrato nel 2021.

Retail, M-Cube evidenzia 9 tendenze che segneranno il 2023

M-Cube, società che opera nelle soluzioni di In-Store Digital Engagement, ha stilato la lista dei 9 trend del retail che saranno più in voga per il 2023. Il cambiamento delle abitudini di acquisto sta interessando in maniera profonda il mondo retail, come dimostrano anche i risultati di un’indagine condotta da M-Cube In un universo in divenire come quello del retail, la consumer experience sta vivendo una profonda trasformazione e i brand si sono dovuti necessariamente adattare, dialogando con il consumatore in maniera completamente nuova. Per aiutare i brand a seguire le tendenze più efficaci, M-Cube ha stilato una lista delle nove tendenze che segneranno il mondo del retail nel 2023:

1. I brand daranno la priorità agli investimenti in negozio rispetto all’e-commerce
La ricerca di M-Cube ha rilevato che il 67% dei marketer sta investendo in esperienze in negozio più coinvolgenti per attirare il consumatore a tornare a un engagement emotivo forte anche in-store. Nonostante l’e-commerce continuerà a ricoprire una buona fetta di mercato, i brand nel prossimo anno dovrebbero tornare a investire in esperienze sempre più coinvolgenti in negozio, che permettano di colpire il cliente a livello emozionale.

2. I consumatori sono sempre più affezionati alla privacy data dalle soluzioni digitali
Il consumatore si è abituato all’alto livello di privacy che gli acquisti tramite canali e-commerce consentono di raggiungere: per questo utilizzano sempre di più soluzioni digitali in-store, tendenza che dovrebbe continuare a crescere, grazie a strategie in cui l’omnicanalità all’interno degli store diventa centrale. Infatti, la gestione sinergica dei vari punti touchpoint nei negozi con i device personali del cliente permette di ottimizzare l’esperienza d’acquisto del consumatore stesso. Con l’aumento dell’uso di soluzioni digitali, gli addetti vendita negli store dovranno capire come interagire con i device presenti: l’obiettivo sarà di ridefinire il ruolo del buyer e costruire così una nuova proposta di journey.

3. La tendenza principale non sarà solo shopping
Sebbene la pandemia abbia accelerato il mercato dell’e-commerce, il lockdown ci ha insegnato una cosa: le persone amano l’interazione umana, l’essere connessioni e vivere esperienze da ricordare. Ecco perché, con la ripresa dell’esperienza in-store, i brand abbracceranno l’experience retail, che permetterà ai punti vendita di combinare musica, ristorazione e intrattenimento così da offrire al cliente un’esperienza indimenticabile da portarsi fino a casa.

4. I rivenditori online investiranno in negozi fisici
Man mano che riprenderà piede l’importanza del negozio fisico, sempre più brand online investiranno nella creazione di spazi fisici. Un esempio di questa tendenza è quello di Amazon e dei suoi punti vendita Amazon Fresh, progettati per riflettere l’esperienza online e dove i clienti possono ritirare i loro prodotti, metterli nel “carrello virtuale” e uscire dal negozio senza dover pagare fisicamente. Un mondo simile a quello reale ma più sostenibile e non legato al denaro contante.

5. L’omnicanalità in negozio sarà cruciale
Oggi il modello di business per la vendita al dettaglio è radicalmente cambiato rispetto soltanto a pochi anni fa: le aziende si stanno sempre più spostando da una strategia multicanale e crossmediale a una gestione integrata di tutte le informazioni, dei dati e dei comportamenti degli utenti che transitano dai diversi touchpoint. In questo modo, l’esperienza omnicanale – con al centro un consumatore interconnesso con tutti i touchpoint del negozio – consente alle aziende di personalizzare le esperienze per tutti i loro clienti e fornire loro un servizio qualitativamente molto alto.

Omnichannel management non significa semplicemente gestire le vendite in negozio e le vendite online, ma identificare le tecnologie più adatte ad abilitare nuove logiche di servizio e di offerta senza soluzioni di continuità tra canali fisici e canali digitali. Il tutto tracciando e monitorando ogni singola interazione per analizzare i feedback registrati e perfezionare sia l’offerta che la relazione. Solo così è possibile progettare al meglio le soluzioni di ingaggio e di fidelizzazione che garantiscono ai consumatori esperienze quanto più gratificanti, coerenti e rilevanti possibili, soprattutto se si vuole restare competitivi nella nuova normalità.

6. Uno scenario adattato alle esigenze della Gen-Z
Per riportare la Gen-Z nei negozi fisici, i brand dovranno ricreare nel punto vendita un’esperienza più coinvolgente dato che il prodotto da solo non sarà più sufficiente per influenzare i clienti. Le generazioni più giovani sono native digitali e apprezzano la velocità e la convenienza delle offerte date dall’e-commerce. Per questo è fondamentale che i brand traspongano i vantaggi del mondo online ai negozi fisici e creino uno spazio dove ingaggiare la Gen-Z e avvicinarla al mondo del retail fisico.

7. I rivenditori esploreranno l’impatto dei Big Data e del Metaverso sulle esperienze dei clienti
Man mano che il mondo fisico e quello digitale continueranno a interfacciarsi, i brand dovranno utilizzare sempre di più l’intelligenza artificiale per ottimizzare e personalizzare le esperienze dei propri clienti. Un rapporto di Accenture ha confermato che l’86% delle aziende si è adattato alla fine della pandemia ritrovando una nuova normalità in cui l’utilizzo di Intelligenza Artificiale, Big Data e Metaverso permetteranno di portare i brand in un mondo virtuale ma

8. L’inflazione renderà il consumatore sempre più attento ai costi
Data la recessione che sta interessando l’economia a livello globale e quella del nostro Paese in particolare, i consumatori saranno sempre più attenti ai costi. Ne è specchio la flessione delle vendite retail che hanno registrato un calo dell’1,6% nell’agosto 2022. Per affrontare con successo questo scenario, i brand dovranno impegnarsi maggiormente sull’engagement dei clienti, trovando soluzioni che sappiano attirarli e incentivare gli acquisti di valore.

9. Musica la centro della brand identity nel punto vendita
Per i brand diventerà sempre più cruciale trasmettere i propri valori e rafforzare la propria brand identity e per farlo sarà sempre più centrale il ruolo della musica, strumento di forte engagement per comunicare all’interno dei punti vendita in modo coinvolgente e immersivo.

Largo consumo, l’eCommerce cresce del 9%

La spesa online di prodotti di largo consumo in Italia è cresciuta del 9% nel 2022, dopo un 2021 in cui questa categoria aveva registrato un incremento del 23,5%, raggiungendo €1,8 miliardi di vendite totali, equivalente al 2,5% del volume d’affari dell’intero settore FMCG. Si tratta di un trend positivo, ma piuttosto lontano dall’exploit straordinario del 2020, in cui era stato messo a segno un balzo del +146% negli acquisti online della GDO, per effetto dei confinamenti. A trainare la crescita in questo specifico segmento, sono i consumi nel Personal Care (+24,6%), Pet Care (+24,3%) e nel Food la Drogheria Alimentare (+8,8%).

La nostra Penisola nello scacchiere europeo si colloca in ottima posizione per l’eCommerce del FMCG nel Grocery, con una penetrazione del 42% (UK e Francia svettano al 57%), ma una ancora bassa frequenza di acquisto (al 6,8 con UK al 15,8) fa attestare la market share al 3,5% (con UK al 12,2%). Le spinte inflattive stanno determinando una crescita dei prezzi online in media più cari del 5,8%, con un trend di aumento negli ultimi due mesi (da 3,7% a 5,8%), ma nello specifico comparto FMCG l’innalzamento medio è del +1,6%.

Passando ai trend a livello nazionale divisi per area geografica, se nel Nord-Ovest e nel Nord-Est il valore dell’eCommerce cresce del +5,9% e del +7,5%, l’incremento è del 12,5% nell’area che comprende Toscana, Marche, Umbria, Lazio e Sardegna, e addirittura del 30,2% nel Sud Italia, Sicilia compresa. Si tratta di alcune evidenze presentate alla quinta edizione di Netcomm Focus Food, dove sono stati illustrati i dati dell’Osservatorio Digital Netcomm FMCG, in collaborazione con NielsenIQ e dell’Osservatorio FMCG e-commerce: Prezzi e Assortimenti, in collaborazione con Qberg.

Spiega Roberto Liscia, Presidente di Netcomm: “Lo scenario macro-economico odierno, soprattutto per effetto dell’inflazione che registriamo, sconta un incremento di costi sull’intera filiera agro-alimentare. Si tratta di rincari che è inevitabile che ricadano anche sugli operatori online e che si sommano a un maggior rialzo dei costi di trasporto e consegna. È chiaro che ci troviamo a esplorare una nuova fase e stadio dell’eCommerce, in cui i canali digitali si sono consolidati come abitudine di consumo fondamentale per 33,3 milioni di persone. Ma va anche osservato che se la pandemia ha dato una spinta enorme all’eCommerce, è anche vero che l’eCommerce ha sdoganato gli acquisti multicanale, con un italiano su quattro che dichiara di aver comprato sia online che nei negozi fisici da una stessa insegna. Proprio incontri come quello odierno creano per tutti gli attori della filiera – dalle aziende produttrici, agli intermediari, fino ad arrivare alle aziende distributrici – il territorio comune per discutere ed efficientare le attuali logiche produttive, commerciali e di operation. Esistono best practices, che prevedono nuovi paradigmi nell’erogare l’offerta, attraverso tecnologie promettenti come la robotizzazione del delivery, ma anche progetti altamente innovativi e sostenibili a fronte di considerevoli investimenti lungo tutta la supply chain”.

Prezzi online per categorie merceologiche
Le spinte inflattive stanno determinando una crescita dei prezzi online in media più alti del 5,8%, con un trend di aumento negli ultimi due mesi (da 3,7% a 5,8%), ma nello specifico comparto FMCG l’innalzamento medio è del +1,6%. L’analisi dell’Osservatorio traccia un notevole rincaro dei generi di prima necessità, come Latte (+7,2%) e Pasta (+6,8%). In crescita anche il segmento dei Gelati (+6,7%), anche per effetto di un caldo autunnale prolungato in tutto il Paese. Un aumento a doppia cifra (+33,2%) si segnala per le Confezioni Speciali/Ricorrenze (con le Uova di Pasqua costano di più dei Panettoni). Tra i decrementi, spiccano gli Accessori Cane e Gatto (-16,6%, in continuità con la scorsa edizione), il Pet Food (-4,1%), i Piatti Freschi/Specialità (-6,6%) e la Profumeria (-13,6%).

Assortimenti online
Gli assortimenti sono molto concentrati sui primi 10 produttori, che pesano per il 18%, mentre i Private Label valgono il 17%. I primi 30 produttori sommati alla Private Label rappresentano quasi la metà della quota di visibilità e i produttori non tra i primi 30 sono 849 e oltre 5.800 marche. Sempre i produttori non tra i primi 30 hanno trend costanti di crescita nell’assortimento. Va anche osservata una tendenza di decrescita in tutte le macrocategorie del Private Label, in linea con le analisi dello scorso anno.

Promozioni e sconti, strategie nelle diverse aree geografiche
Continua a salire la percentuale di prodotti caratterizzati da un’azione di taglio prezzo, percentuale che arriva al 10.02%. Va anche osservato che si assiste a una dinamica di maggiori sconti, ma meno impattanti: infatti, da un lato lo sconto medio, calcolato come sconto % sul totale delle osservazioni, cala dal 2,73% al 2,62%. Ma dall’altro più sconti, ma meno profondi, perché diminuisce anche la percentuale che rappresenta la profondità degli sconti medi dichiarati.

Inoltre, le insegne gestiscono le diverse piazze geografiche secondo diverse strategie. L’analisi condotta su tre diverse insegne evidenzia tre politiche differenti nel gestire le varie piazze di vendita. Ad esempio, i prezzi minimi non sono concentrati su una stessa piazza (e.g. per l’insegna 2, il 36.9% delle referenze ha il minimo a Forlì, il 34.2% a Milano, il 28.9% a Roma). Questo perché le politiche rispecchiano da un lato la struttura di governance, dall’altro anche stadi di maturità diversi nel modo di affrontare la localizzazione e la dicotomia tra fisico e online.

eCommerce nel largo consumo, fatturato in crescita

Nell’analisi “Lo scenario dell’eCommerce nel Largo Consumo” NielsenIQ evidenzia mensilmente l’andamento a consuntivo dei consumi e delle abitudini di acquisto delle famiglie italiane in relazione agli acquisti online.

I dati raccolti da NielsenIQ rilevano che a settembre 2022 il fatturato progressivo – ovvero da gennaio ad oggi – dell’eCommerce è pari a 1,4 miliardi di € di cui 185 milioni registrati nel solo mese di settembre. L’andamento del canale online (in termini di fatturato) è positivo del +9%, secondo solo ai Discount (10,4%) nel progressivo ma primo fra tutti i distributivi, con 13,7%, se si considera la crescita del solo mese di settembre (vs 2021). I dati rivelano, infatti, che l’online si sviluppa – sia nel progressivo sia nel singolo mese di settembre – più velocemente del canale offline in Italia, precisamente di una volta e mezzo.

La quota dell’eCommerce sul Totale Italia Omnichannel del largo consumo è pari al 2,3% nel progressivo settembre 2022, con valori in leggero rialzo rispetto al periodo precedente e pone il Bel Paese al quinto posto in classifica in Europa.

Quante famiglie acquistano online e in che regioni d’Italia
Ad oggi, le famiglie italiane che hanno acquistato prodotti di largo consumo online sono 10,8 milioni, pari al 42% dei nuclei familiari (rilevazione trimestrale). Per questo gruppo, l’eCommerce rappresenta quasi il 10% della spesa complessiva nei prodotti grocery. La penetrazione nelle quattro Aree NielsenIQ vede una concentrazione maggiore nelle Aree del Nord, ma con un Sud Italia in crescita e recupero.

I mesi di luglio, agosto e settembre del 2022 evidenziano tendenze di crescita dell’eCommerce molto alte, in alcuni casi superando sempre la doppia cifra in tutte le Aree NielsenIQ e in generale cresce in tutte e 20 le Regioni d’Italia. Inoltre, nella settimana terminante al 17 luglio 2022 l’eCommerce del largo consumo è cresciuto del 69,7%, grazie anche ad importanti iniziative promozionali esclusive del mondo online. Le Aree del centro-sud a settembre sono quelle che crescono a ritmi più veloci, con un’Area 4 (Abruzzo, Molise Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia) al 30,2% che cresce 6 volte più velocemente rispetto all’Area 1 (Lombardia, Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta) con il 5,9%.

Cosa comprano online gli italiani
Nel mese di settembre, la crescita dell’eCommerce è guidata principalmente dal comparto Pet (Animali) e dal Cura Persona, settori digitalmente molto più sviluppati rispetto ad altri, che continuano a registrare tassi di crescita tra il 20% ed il 30%. Bene anche le performance del Food Confezionato, che registra un +15,2%, mentre frena leggermente il comparto Bevande (-1,2%) – in maggioranza alcoliche – in virtù del ritorno al consumo fuori casa da parte degli Italiani.

Metodologia NielsenIQ
NielsenIQ riceve con cadenza settimanale dai partner le informazioni censuarie di vendita per ogni singolo prodotto venduto online che aggrega in banche dati per coprire l’intero perimetro del largo consumo in Italia. NielsenIQ collabora con la quasi totalità dei player della GDO offline e online, compresi i principali pure player.

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