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Tag: economia circolare

Lotta allo spreco, Continente crea dolci “circolari” con la frutta troppo matura

Cosa può fare un’insegna della Gdo della frutta troppo matura, in particolare le banane, le più sensibili all’invecchiamento? Una risposta possibile viene Continente, insegna portoghese, che ha appena lanciato un nuovo prodotto che è una bandiera dell’economia circolare: si chiama Panana ed è un dolce fatta con banane molto mature, provenienti dai negozi Continente.
Il prodotto si unisce alla gamma di dolci e chutney della private label dell’insegna, prodotti anche da frutta e verdura alla fine della vita, arricchendo la gamma di prodotti a economia circolare che aiutano a ridurre gli sprechi.

Le banane utilizzate non hanno valore commerciale perché sono troppo mature. 

La confezione di questo nuovo prodotto è simile alle caramelle e chutney di Continente, lanciato nel giugno dello scorso anno. È quindi il risultato del riutilizzo delle eccedenze alimentari dai negozi Continente, che danno origine a un nuovo prodotto, e ritornano dunque al circuito commerciale in un modo nuovo.

Questo processo di trasformazione dei prodotti alimentari in fine vita, attraverso il riutilizzo, il recupero o il riciclaggio, si chiama Economia Circolare. Un modello emerso in opposizione al modello di economia lineare, che presuppone che un prodotto abbia un inizio e una fine.

Il progetto Transformar.te, che fa parte delle iniziative Continente missione, e mira a ridurre i rifiuti residui attraverso prodotti repackaging, iniziative di flusso, il reimpiego, borse di studio interne e altre azioni.

Le eccedenze alimentari che non possono essere recuperate in questo modo vengono inviate quotidianamente agli istituti di solidarietà sociale e al sostegno degli animali. Nel 2017 queste donazioni erano equivalenti alla consegna di 2 milioni di pasti.

Economia circolare al centro commerciale, succede a Villanova di Castenaso (Bo)

Può un centro commerciale, tempio per eccellenza del consumo, diventare un laboratorio di economia circolare? Può, se dietro c’è l’impegno di Impronta Etica, un’associazione senza fini di lucro che promuove la sostenibilità e la responsabilità sociale di impresa, e di tre aziende: Camst-La Ristorazione Italiana, Coop Alleanza 3.0 e Igd SiiQ. Questi soggetti hanno deciso di fare del centro commerciale Centro Nova di Villanova di Castenaso (Bologna) il centro del progetto “Waste2Value”, nel quale hanno coinvolto attivamente Future Food Institute come knowledge partner e facilitatore. Il centro commerciale sarà il “momento narrativo” del progetto, in cui far convergere le attività di comunicazione e raccolta di idee, intercettando e coinvolgendo la comunità più ampia anche in diversi momenti e contesti. Ogni fase del progetto sarà raccontata anche sul sito internet dedicato, in un processo di storytelling attivo e partecipato.

Il progetto “Waste2Value” parte dal presupposto che ogni anno in Europa vengono sprecate circa 88 milioni di tonnellate di cibo, con un costo per la collettività di 143 miliardi di euro. L’idea quindi è quella di riportare nei cicli produttivi le materie che sono considerate “scarto” trasformandole in una risorsa: progettare, prototipare e realizzare soluzioni alternative e replicabili per la creazione di prodotti e servizi grazie al riutilizzo degli scarti di lavorazione e dei rifiuti organici – che altrimenti non troverebbero alcuna collocazione in filiere già avviate – attraverso un modello di economia circolare ​a ciclo chiuso, interno al centro commerciale. Insomma, un progetto per diffondere la cultura della sostenibilità e promuovere l’economia circolare sul territorio, verso tutta la comunità, dalle scuole alle università, sino ai visitatori dei centri commerciali, attraverso un processo di coinvolgimento attivo e partecipato. Il progetto, in corso di svolfimento, si articola in diverse fasi: dall’identificazione di possibili soluzioni sino alla loro prototipazione​, passando per un necessario confronto con la comunità, i soci e i dipendenti delle imprese coinvolte nel progetto.

Il percorso è iniziato lo scorso giugno con un hackathon di tre giorni, una maratona creativa che ha coinvolto decine di studenti delle scuole superiori e dell’università per ragionare sul tema dello spreco alimentare. Due progetti si sono distinti in questa sfida: “RePOD, proteggiamo le tue piante​” di Tommaso Tota, Mattia Pagliuso e Paola Dileo, che vuole usare i fondi di caffè e le bucce di arancia di scarto prodotte all’interno dei centri commerciali per realizzare delle piccole capsule 100% biodegradabili a lento rilascio per la fertilizzazione delle piante domestiche; e “RECYCLart, l’arte del riciclo” di Angelica Trinchera, Francesco Dell’Onze e Martina Malucchi, una piattaforma online che ha l’obiettivo di creare un ponte fra le imprese produttrici di scarti e tutte quelle entità che utilizzano questi ultimi come risorsa primaria per la creazione dei loro prodotti.

I successivi passi del progetto vedranno l’evento “Waste2Value”, con il coinvolgimento dei clienti del centro commerciale nell’elaborazione di idee sullo scarto alimentare, l’analisi di fattibilità dei progetti selezionati da parte dello staff delle imprese socie e la realizzazione delle stesse con l’aiuto dei fablab, una rete di makers e artigiani digitali. Tutto si concluderà con un evento all’interno del centro commerciale durante il quale saranno premiati e raccontati i progetti vincitori.

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