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Ambiente: Iper La grande i adotta lo scontrino digitale in tutti i punti vendita

Iper La grande i introduce lo scontrino digitale tramite QR code o completamente digital in tutti i punti vendita. Obiettivo: ridurre l’impatto ambientale e preservare le risorse naturali. La digitalizzazione dello scontrino mira infatti a ridurre il consumo di carta promuovendo una gestione più sostenibile delle risorse. Basti pensare che ogni settimana in media vengono emessi nei punti vendita Iper 900 mila scontrini con una lunghezza media della striscia di 50cm. Se messi in fila, equivale a 450 km, in un anno pari a 23.400Km, ovvero un viaggio di andata e ritorno da San Francisco a Sydney.

Attiva già da diversi mesi, l’iniziativa dedicata alla digitalizzazione dello scontrino nei punti vendita Iper ha portato a risultati significativi: da giugno a dicembre 2024, grazie all’adozione di scontrini digitali o in formato QR code, sono stati risparmiati più di 4.600.000 scontrini, il corrispettivo di oltre 2.000 km di carta, equivalenti a un viaggio andata e ritorno tra Milano e Parigi. Inoltre, solo nel mese di dicembre 2024, quasi 250.000 clienti hanno scelto questa modalità più sostenibile, preferendo gli scontrini in formato QR code o full digital rispetto agli scontrini tradizionali.

Per realizzare questo progetto e coinvolgere i clienti nell’adozione dello scontrino digitale, Iper La grande i ha scelto un approccio innovativo, mettendo a disposizione due diverse modalità di conversione, all’insegna della praticità e sostenibilità. I clienti in possesso della Carta Vantaggi e dell’app Iper possono aderire allo scontrino digitale (tramite sito e app) oppure scegliere lo scontrino in formato QR code. In ogni caso, è possibile archiviare e visualizzare in qualsiasi momento gli scontrini digitali nell’area riservata. Tutti gli altri clienti, al momento del pagamento, possono richiedere lo scontrino in formato ridotto con QR Code. Scansionando questo codice con lo smartphone, è possibile visualizzare lo scontrino in formato digitale, completo di tutti i dettagli dell’acquisto. Questa opzione non solo semplifica la gestione degli scontrini, ma riduce significativamente l’utilizzo di carta e consente di archiviare gli scontrini digitalmente garantendo la privacy, senza la necessità di fornire dati personali come numero di telefono o e-mail, ed evitando, di allungare il tempo di permanenza presso le casse per un’esperienza d’acquisto più fluida. Un metodo che mira a coinvolgere il maggior numero di clienti possibile per creare una consapevolezza diffusa sul tema, utilizzando come principale touchpoint la cassa e senza intaccare in alcun modo l’esperienza di spesa.

“Come Gruppo Finiper Canova confermiamo il nostro impegno verso l’adozione di attività volte alla tutela e alla rigenerazione dell’ambiente, scegliendo un approccio circolare per l’uso responsabile delle risorse e la riduzione degli sprechi – spiega Michela Riva, ESG Manager del Gruppo Finiper Canova –. Come attori della Gdo, abbiamo sentito il dovere di ridurre l’impatto ambientale dei nostri scontrini. In una prima fase del progetto, abbiamo reso tutti i nostri scontrini BPA free, sostanza chimica nociva per l’ambiente e la salute, stampandoli su carta certificata FSC. Dalla fine del 2023 abbiamo lavorato per eliminare il problema alla radice, digitalizzando tutti gli scontrini emessi nei nostri punti vendita, offrendo diverse modalità di conversione alle casse in modo da coinvolgere il maggior numero possibile di clienti nell’adozione della modalità full digital. Proprio in quest’ottica, abbiamo scelto di chiedere ai clienti, ad ogni passaggio in cassa, se desiderassero passare al formato QR code o allo scontrino full digital. I risultati ottenuti finora ci spingono a proseguire in questa direzione, promuovendo attivamente la transizione verso soluzioni sempre più sostenibili”.

Lidl rafforza la presenza in Italia e inaugura 9 store in 15 giorni

Sono nove le nuove aperture con cui Lidl Italia inaugura il 2025, equivalenti a oltre 160 nuovi posti di lavoro e un investimento complessivo di oltre 70 milioni di euro. L’ultimo a essere stato inaugurato è il punto vendita di Gozzano (NO), che si aggiunge ai cinque store aperti in contemporanea il 9 gennaio a Bergamo (BG), San Bonifacio (VR), Termoli (CB), Andria (BT) e Oristano (OR), e i tagli del nastro del 16 gennaio a Modena, Gorla (VA) ed Erice (TP).

“L’inaugurazione di nove nuovi supermercati in soli quindici giorni testimonia il proseguimento senza sosta del nostro piano di sviluppo che ci porterà a raggiungere i 1.000 punti vendita entro il 2030 – ha dichiarato Massimiliano Silvestri, Presidente di Lidl Italia -. Questi nuovi store non solo rafforzano la nostra presenza sul territorio nazionale, ma generano anche importanti opportunità di lavoro, contribuendo allo sviluppo economico delle comunità locali in cui operiamo”.

Il percorso di consolidamento di Lidl Italia nell’ultimo decennio è stato sostenuto da ingenti investimenti per l’apertura di nuovi punti vendita e centri logistici e l’ammodernamento e rinnovo degli esistenti, raggiungendo nel secondo semestre del 2024 un investimento pari a €400 milioni destinati all’apertura di 40 punti vendita. Gli investimenti per l’apertura di nuovi punti vendita e centri logistici e l’ammodernamento e rinnovo degli esistenti sostenuti da Lidl in questi anni sono cresciuti a un tasso medio annuo del +12,9% nell’ultimo decennio, superiore rispetto alle top-10 aziende della GDO (+8,1%).

Nella progettazione di ognuno dei punti vendita inaugurati oggi, Lidl ha seguito metodi costruttivi orientati all’efficienza energetica, garantendo edifici in linea con i più recenti standard aziendali di sostenibilità ambientale. Tutti gli store sono dotati di un impianto fotovoltaico e il restante fabbisogno energetico è coperto al 100% da fonti rinnovabili. L’illuminazione interna sfrutta sia la luce naturale, garantita da ampie vetrate, sia sistemi a LED, che offrono un risparmio del 50% rispetto alle tecnologie tradizionali.

I nuovi store offrono prodotti freschi, con frutta e verdura consegnate ogni giorno, un vasto assortimento di pane e specialità da forno nell’area panetteria e piatti pronti disponibili nell’angolo rosticceria. Fa parte della proposta anche una selezione di oltre 100 prodotti certificati V-Label vegetariani e vegani a marchio Vemondo. Inoltre, tutti i clienti possono usufruire di Lidl Plus, l’app gratuita di Lidl che offre buoni sconto personalizzati, promozioni esclusive e la possibilità di consultare i volantini digitali direttamente dal proprio smartphone.

Madama Oliva diventa Società Benefit e ottiene la certificazione sulla parità di genere

Per Madama Oliva il 2025 si apre con importanti novità: a partire dall’1 gennaio l’azienda è diventata Società Benefit e ha cambiato forma societaria passando da S.r.l. a Società per Azioni. La nuova ragione sociale è dunque Madama Oliva S.p.A. o, alternativamente, Madama Oliva S.p.A. Società Benefit. La trasformazione societaria, approvata all’unanimità dall’assemblea dei soci, costituisce un passo naturale nel percorso di sviluppo di Madama Oliva e punta a consolidare allo stesso tempo il proprio impegno verso la sostenibilità e li miglioramento della qualità dei servizi offerti. Nel 2024 l’azienda ha registrato dati di fatturato in aumento del 14% attestandosi a quota 53,3 milioni di euro.

“Le decisioni attuate dal CdA rafforzano la solidità e la trasparenza della struttura societaria, garantendo maggiore flessibilità per sostenere l’espansione aziendale sia a livello nazionale che internazionale” – spiega Sabrina Mancini, Direttrice Marketing di Madama Oliva -. “Questi importanti cambiamenti riflettono il nostro obiettivo di supportare in modo più efficace la crescita, consolidare il nostro ruolo di leadership nel settore e affrontare con successo le sfide di un mercato in continua evoluzione. Un altro importante risultato riguarda l’adozione dello status di Società Benefit, che integrerà formalmente obiettivi di impatto sociale e ambientale nel nostro statuto”.

L’adozione dello status di Società Benefit integrerà formalmente gli obiettivi di impatto sociale e ambientale nello statuto di Madama Oliva, con l’ulteriore consolidamento dell’impegno verso un futuro più sostenibile, equo e orientato al bene comune. Tra i cardini della politica aziendale ci saranno la creazione di valore per la società e l’ambiente, oltre che per clienti, collaboratori e partner, il monitoraggio e la rendicontazione dei risultati ottenuti attraverso la pubblicazione di una relazione periodica d’impatto sociale e ambientale. Ai cambiamenti in atto si aggiunge l’ottenimento della certificazione UNI/PdR 125:2022 riguardante la politica aziendale per la parità di genere con cui Madama Oliva intensifica il proprio impegno rispetto alla valorizzazione delle diversità e all’empowerment femminile. Tale politica è rivolta a tutto il personale e i princìpi fondamentali alla base di questa politica sono l’imparzialità e l’inclusività, la correttezza e la trasparenza; la valorizzazione delle risorse umane; la tutela della persona, della genitorialità e il contrasto ad ogni forma di violenza e discriminazione.

“Il 2025 sarà un anno ricco innovazioni e cambiamenti importanti che porteranno l’azienda ad affrontare nuove sfide. Crediamo che lo sviluppo di un modello culturale che promuove la parità di genere, oltre a generare valore sociale, apprezzato nel contesto lavorativo in cui si opera, costituisca un fattore generale di sviluppo. Per tale ragione vogliamo assicurare anche formalmente la parità di genere attraverso azioni concrete che, oltre a risultare conformi ai requisiti e agli indicatori stabiliti nelle singole aree della normativa, risultino di reale e concreto apprezzamento da parte delle donne presenti in azienda” conclude Sabrina Mancini.

Mdd, una leva di crescita per l’Italia: raggiunti 26 miliardi nel 2024 (+2,4%)

Nel 2024 i prodotti a marchio del distributore hanno raggiunto i 26 miliardi di euro (DMO+discount) di fatturato (+2,4% rispetto al 2023 e +35,4% sul 2019) e cumulati in un’unica azienda sarebbe la quarta in Italia. I dati emergono dall’analisi “Il ruolo guida della Distribuzione Moderna e della Marca del Distributore per la transizione sostenibile della filiera agroalimentare” a cura di TEHA (The European House – Ambrosetti). La ricerca analizza il valore degli impatti economici, sociali e ambientali per il Paese della distribuzione moderna che, proprio attraverso la MDD, si dimostra sempre più guida e riferimento negli standard di sostenibilità per interi comparti e per le aziende della filiera che producono e collaborano con il settore. “La transizione sostenibile non è più una scelta, ma una responsabilità” ha dichiarato Mauro Lusetti, Presidente ADM – Associazione Distribuzione Moderna. “Il nostro settore sta dimostrando con i fatti come crescita economica, sociale e tutela ambientale possano andare di pari passo. Investiamo in innovazione, creiamo lavoro, riduciamo gli sprechi e sosteniamo il risparmio delle famiglie italiane garantendo prodotti di qualità accessibili a tutti. Questo impegno è e continuerà a essere la nostra priorità strategica per il futuro del Paese”.

OLTRE L’80% DEI CONSUMI ALIMENTARI ITALIANI PASSA DALLA DISTRIBUZIONE MODERNA.
Più di 8 italiani su 10 fanno riferimento oggi alla distribuzione moderna per la propria spesa alimentare: il 65% tra supermercati e ipermercati, mentre il 16% preferisce il discount. Il restante 20% circa di consumatori frequenta mercati rionali (6,2%), si reca direttamente dal produttore (4,8%) o fa i propri acquisti in gastronomia (4,7%). “La distribuzione moderna – ha commentato Valerio De Molli, Managing Partner e CEO, TEHA – genera in Italia 208 miliardi di euro di valore aggiunto, il 10% del PIL tra il valore diretto (oltre 27 miliardi) e la filiera indiretta (181 miliardi). Un settore chiave che da anni coniuga la sostenibilità nella sua accezione più ampia alla crescita ascoltando le esigenze del mercato: secondo una nostra ricerca recente tre quarti degli italiani intervistati sono stati disposti a spendere fino al 20% in più per un prodotto sostenibile”.

SOSTENIBILITÀ ECONOMICA: PIÙ PRODOTTI MDD, PIÙ FATTURATO, OCCUPAZIONE E VALORE
Secondo l’analisi TEHA per ADM (Associazione Distribuzione Moderna) le aziende il cui giro d’affari deriva per oltre l’80% dai prodotti a marchio del distributore, tra 2015 e 2023, hanno avuto un incremento medio annuo di fatturato dell’8,5%, meglio della media dell’industria alimentare (+3,9%). Analogamente chi aumenta l’offerta in MDD ha creato più occupati (+5,5% all’anno tra il 2015 e il 2023 per chi ha un’offerta di MDD oltre l’80%) e valore aggiunto (+9,3%). “La marca del distributore – ha commentato Lusetti – si dimostra, nel contesto della distribuzione moderna, una leva di crescita per il tessuto economico del Paese: è un acceleratore per i ricavi e per gli investimenti delle piccole imprese che contemporaneamente stimola le scelte sostenibili”.

SOSTENIBILITÀ SOCIALE: OLTRE 3 MILIONI DI OCCUPATI, LA MDD HA FATTO RISPARMIARE ALLE FAMIGLIE 20 MILIARDI IN 5 ANNI
La distribuzione moderna impiega direttamente 447 mila persone e considerando la filiera sostiene oltre 2,9 milioni di posti di lavoro. Secondo i dati TEHA i contratti a tempo indeterminato rappresentano l’89% dei rapporti di lavoro con un’alta incidenza di donne (65%) e under 30 (20%). Negli ultimi anni l’inflazione alimentare ha raggiunto picchi del 13,5% mettendo in sofferenza i bilanci familiari soprattutto delle famiglie a basso reddito. Grazie ai prodotti a marca del distributore, però, sono stati generati quasi 20 miliardi (19,8) di euro di risparmi complessivi per le famiglie dal 2020 al 2024, grazie a prezzi rimasti mediamente più bassi rispetto ai prodotti di marca, consentendo un accesso più democratico a stili alimentari sani e sostenibili. “Sempre nell’ottica della sostenibilità, nel 2024 – ha sottolineato il Presidente di ADM – sono state recuperate 14 mila tonnellate di cibo nel 2024 solo grazie alla collaborazione con Banco Alimentare (pari al fabbisogno annuo di 18 mila persone in difficoltà)”.

SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE: -30% EMISSIONI CO2 IN 10 ANNI
Dal 2013 alla fine del 2022 si è passati da 8,7 kg di CO2 per euro generato dalla distribuzione moderna a 6,2 kg, una diminuzione del 30%. All’aumentare del fatturato le emissioni sono calate, un obiettivo e uno stimolo per tutti gli operatori della filiera. “Secondo un sondaggio che abbiamo realizzato insieme ad ADM in questi ultimi mesi – ha concluso De Molli – oltre il 46% delle imprese dell’industria alimentare migliorerà l’efficienza dei processi produttivi, ma è la distribuzione moderna che assume il ruolo di guida per il 58% delle imprese alimentari coinvolte: oltre la metà di loro ha dovuto introdurre cambiamenti per soddisfare i requisiti di sostenibilità della distribuzione moderna con un impatto molto o abbastanza significativo”.

 

 

Conserve Italia: investiti 86 milioni per obiettivi green

Si intitola “Insieme per lasciare il segno” il report di sostenibilità di Conserve Italia. Si tratta di un documento strategico che la cooperativa redige dal 2004 per mettere in evidenza ogni tre anni (in concomitanza con la scadenza del Consiglio di Amministrazione) i risultati raggiunti e per porsi nuovi obiettivi nell’ottica di uno sviluppo sostenibile a tutti i livelli: ambientale, sociale ed economico. Giunto alla nona edizione con un focus dedicato agli obiettivi dell’Agenda ONU 2030, il report è stato presentato sia ai soci che ai collaboratori con l’obiettivo di documentare come la sostenibilità rappresenti un requisito imprescindibile della strategia aziendale.

“La sostenibilità è un impegno tangibile che contraddistingue la nostra storia partendo dal campo e arrivando sulle tavole dei consumatori – sottolinea Maurizio Gardini, Presidente di Conserve Italia -. Il report di sostenibilità 2024 rappresenta il frutto di un lavoro collettivo che coinvolge ogni anello della nostra filiera: dai soci agricoltori ai collaboratori, passando per i partner commerciali e le comunità locali. È il nostro modo di rispondere alle sfide globali e alle esigenze di consumatori sempre più consapevoli e attenti. In questi anni abbiamo dimostrato che crescita e sostenibilità possono convivere. Abbiamo scelto di investire nelle persone, nelle tecnologie e nella riduzione dell’impatto ambientale, perché siamo convinti che il nostro futuro dipenda dalla capacità di operare in modo responsabile. Ogni decisione presa risponde a un unico obiettivo: valorizzare il lavoro dei nostri soci agricoltori, rispettando l’ambiente e sostenendo le comunità in cui operiamo”.

Il viaggio nella sostenibilità integrale di Conserve Italia è iniziato vent’anni fa con la pubblicazione del primo report. La dimensione economica della sostenibilità si concretizza nei positivi risultati di bilancio che hanno consentito all’azienda di liquidare oltre 100 milioni di euro ai soci conferitori, ai quali è destinata quasi la metà del valore economico aggiunto. Conserve Italia rappresenta una filiera 100% italiana composta da 36 cooperative agricole e può contare sul lavoro di 3.000 collaboratori tra addetti fissi e stagionali. Tra i pilastri della sostenibilità sociale aziendale spiccano la tutela di diritti umani, salute e sicurezza sul luogo di lavoro, la gestione etica della supply chain assicurata tramite il Codice Etico, l’adesione alla Rete del Lavoro Agricolo di Qualità, le certificazioni etiche. La Cooperativa è impegnata nella promozione delle competenze e del benessere dei collaboratori ai quali nell’ultimo esercizio ha offerto 34.475 ore di formazione attraverso Conserve Italia Academy, oltre ai benefici previsti nell’accordo integrativo rinnovato nel 2023; inoltre da alcuni anni è stata promossa un’attività di comunicazione interna ed engagement chiamata ‘Noi siamo Conserve’ che sta portando importanti risultati. La sostenibilità sociale di Conserve Italia si concretizza anche nel sostegno economico e con donazioni di prodotti alimentari ad enti non profit, associazioni di volontariato, centri di ricerca e strutture sanitarie.

L’impegno per la sostenibilità ambientale è finalizzato alla riduzione dell’impatto in ogni anello della catena produttiva. Il piano investimenti da 86,6 milioni di euro, che sarà concluso nel 2026, ha l’obiettivo di accompagnare l’azienda nelle grandi transizioni energetica, digitale ed ecologica attraverso diverse azioni tra le quali l’efficientamento degli impianti, il ricorso alle energie rinnovabili, la digitalizzazione e automazione di attività logistiche, il ricorso a packaging più sostenibili e una maggiore valorizzazione dei sottoprodotti di lavorazione in un’ottica di economia circolare.

Italiani e sostenibilità, una survey evidenzia progressi e ostacoli

Nel nostro Paese rimane elevata la soglia di attenzione per il tema della sostenibilità, con il 55% degli italiani che prova a fare del suo meglio per adottare comportamenti idonei, tuttavia emergono parecchi ostacoli: se da un lato chi vorrebbe essere più virtuoso non sa come fare, dall’altro molti consumatori (4 su 10) trovano sempre più difficile agire in modo sostenibile a causa della crisi economica. Sono alcune delle evidenze dell’edizione 2024 dell’indagine “Who cares? Who does? Sustainability”, realizzata su un campione di 4.382 famiglie da YouGov, leader del mercato nelle indagini rivolte ai consumatori.

Lo scenario
Il 75% degli italiani rientra o nella categoria degli eco-actives (il 23%), così vengono chiamati coloro che dimostrano una maggiore sensibilità su tematiche green e cercano allo stesso tempo di acquistare prodotti sostenibili regolarmente, oppure in quella degli eco-considerers (52%), che si dichiarano genericamente preoccupati per l’ambiente ma meno nella condizione di acquistare regolarmente prodotti green: l’interesse di tre italiani su quattro rappresenta un riscontro senz’altro positivo, soprattutto se rapportato alla media globale (64%), ma i margini di miglioramento sono ancora ampi come dimostra il 37% delle famiglie che si dichiara in difficoltà a tradurre questo impegno in azioni concrete a causa di problemi sociali e economici. I numeri mostrano come, nel nostro Paese, il riscaldamento globale costituisca ancora il problema più sentito (il 20% dei rispondenti lo include tra le tre principali preoccupazioni ambientali) seguito dall’inquinamento dell’aria (11%), che invece non rientra nella top five dei rispondenti nei 33 paesi oggetto della rilevazione. Da notare come in Italia la doppia cifra venga raggiunta inoltre da preoccupazioni relative all’acqua – sia lo spreco che l’inquinamento e la carenza si attestano al 10% – dimostrando come la gestione della risorsa idrica rappresenti sempre più un tema di rilevanza crescente. La ricerca di YouGov condotta sul Consumer Panel ha indagato anche come questo scenario si traduce nei rapporti tra i consumatori e le aziende e come impatta sui comportamenti d’acquisto dei beni di largo consumo e sul costumer journey. In generale due italiani su tre (67%, in aumento rispetto al 62% del 2023) dimostrano sfiducia nei confronti dell’effettivo valore delle azioni a favore della sostenibilità dei marchi, che giudicano interessati esclusivamente ai profitti e impegnati solamente a parole.

I consumi
Entrando nello specifico, le abitudini di consumo si declinano in modo equilibrato a favore di una sostenibilità sia economica che sociale e ambientale. Gli italiani si indirizzano infatti verso prodotti locali (81%) e di aziende del territorio (79%) mentre un importante rilievo viene attribuito al packaging, in particolare se totalmente riciclabile (75%) o ricavato da materiale riciclato (74%). Tra le priorità che rimangono non soddisfatte, circa un italiano su quattro sarebbe disposto a premiare con la propria scelta chi dona parte della sua spesa in beneficenza (29%), protegge, promuove la biodiversità (26%), riduce gli sprechi nella supply chain (25%), garantisce certificazioni ufficiali (25%) e fornisce suggerimenti per ridurre gli sprechi sulla confezione o sul sito web (25%). Viceversa, la maggioranza relativa di consumatori non prende in considerazione per i suoi acquisti alimenti totalmente vegani (44%) o sostitutivi della carne e dei latticini (22%), confermando come abitudini alimentari alternative a quelle tradizionali fatichino a fare breccia.

Il futuro
Rivolgendo uno sguardo al futuro, oltre la metà dei consumatori (55%) rivela di fare del suo meglio per adottare comportamenti sostenibili. Tuttavia gli ostacoli sono molti: il 50% del totale di coloro che si dichiarano disponibili ad acquisti ancora più virtuosi ammette di non sapere come fare, mentre sono 4 su 10 i consumatori che hanno trovato più difficile rispetto agli anni scorsi agire in modo sostenibile a causa della crisi economica. Il prezzo elevato è la prima barriera (circa il 60%) ma gli Eco-Actives sottolineano anche deficit prestazionali mentre gli Eco-Dismissers (il cluster di chi abbandona comportamenti ecologici) considerano troppo impegnativa la ricerca di soluzioni eco-compatibili. Per quello che riguarda i canali di vendita, secondo il 29% degli italiani i retailer pare favoriscano poco o per nulla uno stile di vita sostenibile, non a caso notiamo come gli Eco-Actives siano già orientati verso i negozi specializzati. Dati che fotografano una situazione critica ma che possono costituire anche un’opportunità futura di miglioramento se i retailer avranno la capacità di proporsi come abilitatori di un cambiamento.

Esselunga vara il progetto per raccolta e riciclo di capsule di caffè

Raccogliere e riciclare le capsule di caffè esauste, di qualsiasi materiale non compostabile, marchio o sistema: è questo l’obiettivo della nuova iniziativa promossa da Esselunga a Milano e che l’azienda punta a estendere anche in altre città. A seguito dei risultati positivi ottenuti dopo un periodo di test avviato a fine 2023, da pochi giorni in 22 supermercati di Milano è possibile conferire questo rifiuto domestico, sempre più diffuso nelle case.

Sviluppato in collaborazione con Amsa e A2A Ambiente, tale progetto propone una soluzione al momento non presente sul mercato, per dare nuova vita a tutti i materiali ottenuti dalla separazione dei diversi componenti del rifiuto, dal caffè residuo alla capsula, che può essere in plastica oppure in alluminio. I clienti, ritirando presso il servizio assistenza dei negozi i sacchetti da utilizzare, possono dividere direttamente a casa le capsule a seconda del materiale dell’involucro, di qualsiasi marca e acquistate ovunque per poi conferirle nei contenitori presenti nei punti vendita. Sia i sacchetti che i contenitori riportano colori specifici per facilitare la distinzione tra i diversi elementi. A2A Ambiente, con un automezzo full electric, effettua successivamente il ritiro e avvia il processo di separazione e riciclo presso i propri impianti di trattamento.

Dopo aver sviluppato capsule di caffè a marchio privato interamente compostabili, con questa nuova iniziativa Esselunga offre ai propri clienti la possibilità di smaltire le capsule in plastica e alluminio, invece di gettarle nella raccolta indifferenziata. Questo progetto è una delle azioni concrete per favorire un’economia circolare, che si colloca tra gli ambiti di intervento in cui Esselunga ha deciso di declinare il proprio impegno verso il pianeta.

Sostenibilità: FRoSTA lancia la nuova Paper Bag approvata da Legambiente

FRoSTA immette sul mercato la nuova Paper Bag, la busta per i surgelati composta al 90% di carta. Con la nuova Paper Bag l’azienda è riuscita a ridurre di un ulteriore 67% la quantità di plastica rispetto alla confezione precedente. Un risultato finora unico sul fronte dei surgelati in busta: per questo progetto, frutto di anni di ricerca e sviluppo, FRoSTA ha ricevuto l’approvazione di Legambiente che ha apposto il proprio logo sulle sue nuove confezioni con la dicitura “Prodotto consigliato da Legambiente”, inserendo il dettaglio nella sezione del sito dedicata come unico prodotto Food.

La nuova Paper Bag FRoSTA permette di abbattere l’impatto ambientale in modo drastico, la CO2 footprint ridotta del 65% rispetto alle confezioni fatte totalmente di plastica presenti oggi sul mercato del surgelato. Se per ogni 100 grammi di materiale, l’imballo in plastica tradizionale ha emissioni di CO2 intorno ai 285.89 grammi, l’attuale Paper Bag ne ha solo di 99.54. Inoltre la carta utilizzata nelle confezioni FRoSTA è come sempre certificata FSC, ente che supporta la gestione forestale responsabile e gli inchiostri sono totalmente a base di acqua. Tutto questo ha permesso di migliorare la classe di riciclabilità della confezione passando da C a B, come da standard ufficiale approvato da Aticelca, il sistema di valutazione ufficiale di riciclabilità della carta in Italia. Al momento sono cinque i prodotti FRoSTA a utilizzare per primi il nuovo imballaggio da settembre 2024, ma in modo graduale il passaggio riguarderà tutto l’assortimento FRoSTA coinvolgendo circa 40 prodotti.

Da anni, l’impegno di FRoSTA non è solo rivolto a produrre cibo gustoso e naturale, ma si concretizza in azioni di sensibilizzazione che vedono l’azienda al fianco di Legambiente da ormai cinque anni per la sostenibilità ambientale. In occasione della Giornata Nazionale dell’Albero, che si celebrerà il prossimo 21 novembre, FRoSTA rinnova il suo impegno per l’ambiente unendosi a Legambiente in attività concrete di riqualificazione del territorio e durante due appuntamenti di sensibilizzazione, in giro per l’Italia, presenterà la nuova Paper Bag. “Si tratta di un’ulteriore tappa di una collaborazione ormai consolidata tra le due realtà, Legambiente e FRoSTA, diverse ma complementari, che da anni si supportano e lavorano insieme per cercare di pensare e realizzare opere concrete per la salvaguardia dell’ambiente, supportandosi a vicenda. Impegno concreto sottolineato proprio da momenti come questi che ci vedono ancora una volta fianco a fianco sul territorio. La nostra ambizione come FRoSTA è diventare di esempio per altre realtà industriali come la nostra, perché per avere un impatto significativo serve essere sicuramente concreti, ma soprattutto uniti e numerosi. Questo è sicuramente uno dei principali obiettivi che condividiamo con gli amici di Legambiente” sottolinea Gianluca Mastrocola, AD FRoSTA Italia.

“Siamo molto felici di poter lavorare ancora una volta insieme a FRoSTA, un’azienda che crede fermamente nella sostenibilità e nella necessità di fare squadra per il bene del Pianeta e delle comunità – ha aggiunto il direttore generale di Legambiente Giorgio Zampetti -. La Festa dell’albero 2024 sarà l’occasione per aggiungere un ulteriore importante tassello a questa collaborazione ormai storica, passando dalla condivisione dei principi all’azione concreta sul territorio. Insieme metteremo a dimora nuovi alberi, che sono i nostri più grandi alleati contro la crisi climatica, contribuendo a migliorare la qualità della vita degli ecosistemi e delle persone”.

Gli appuntamenti per la giornata dell’albero
La prima tappa è prevista per lunedì 25 novembre, nell’Oasi di Monza, gioiello naturale per i cittadini. In questo luogo le recenti alluvioni hanno causato dei gravi danni alla vegetazione, danneggiando habitat delicati e la perdita della segnaletica che promuoveva la biodiversità. Il team di FRoSTA e Legambiente saranno di nuovo insieme per riqualificare quest’area naturale e per valorizzarla attraverso una nuova segnaletica. Questo evento evidenzia l’importanza della manutenzione e della protezione attiva degli spazi naturali, soprattutto in un’epoca di cambiamenti climatici che rendono più frequenti fenomeni atmosferici estremi.

La seconda tappa sarà in Molise, a Pietracatella (CB), venerdì 29 novembre. In questo secondo appuntamento il Team FRoSTA e Legambiente metteranno a dimora un frutteto per i cittadini e le cittadine che vorranno usufruirne e fare la raccolta dei frutti. La piantumazione di alberi da frutto non solo arricchisce la biodiversità locale, ma offre anche un’opportunità alle persone di prendersi cura e di godere dei frutti della terra.

Giocattoli sostenibili: nei negozi Toys Center parte l’iniziativa Grow Green

Lanciata da PRG Retail Group nei punti vendita Toys Center, Grow Green è un’iniziativa pensata per promuovere il consumo responsabile e sostenibile attraverso il Green Score, sistema di valutazione per aiutare i consumatori a comprendere alcuni aspetti dell’impatto ambientale di ciascun prodotto. I giocattoli potranno così essere identificati grazie al nuovo indicatore che offre una guida chiara e trasparente a chi desidera compiere scelte più rispettose del pianeta. Il Green Score valuta i giocattoli secondo tre parametri principali: materiali, confezione e provenienza. Ogni prodotto riceve un punteggio da 0 a 5, calcolato sommando i risultati per ciascun parametro. I giocattoli con un punteggio pari o superiore a 4 saranno contrassegnati con l’etichetta Green Score, facilmente riconoscibile sugli scaffali degli store Toys Center e online.

Come funziona il Green Score
Materiali: fino a 5 punti, attenzione all’uso di materiali sostenibili, riciclati, riciclabili (esempio legno certificato FSC, plastica riciclata, ecc.)
Confezione: fino a 3 punti, assegnati in base all’uso di imballaggi ridotti, riciclati o riutilizzabili.
Provenienza: fino a 2 punti, con un occhio di riguardo per i prodotti realizzati in Europa, che limitano le emissioni legate al trasporto.
La somma viene divisa per due per ottenere un punteggio finale su una scala di 5 livelli.

“Il Green Score nasce per offrire uno strumento di valutazione di facile lettura che permette ai nostri clienti di fare scelte consapevoli, orientate verso giocattoli che rispettano criteri ambientali, dai materiali alla provenienza. Questo indicatore, pur non sostituendo un’analisi completa del ciclo di vita dei prodotti, semplifica e rende accessibili informazioni chiave sulla sostenibilità di alcuni aspetti produttivi. Il nostro obiettivo va oltre la qualità dei prodotti: desideriamo guidare un cambiamento culturale, partendo dal settore dei giocattoli, dimostrando che anche le piccole scelte d’acquisto possono contribuire positivamente. Nella consapevolezza di essere leader nella distribuzione di questa categoria, vogliamo essere un punto di riferimento per chi sceglie con attenzione, promuovendo un’educazione alla sostenibilità fin dai primi anni di vita” dichiara Claudio Riccardi, Quality and CSR Director, PRG Retail Group.

Attraverso Grow Green dunque, PRG Retail Group invita tutti a unirsi in un percorso verso un futuro più sostenibile, dimostrando che ogni acquisto può fare la differenza.

Rigoni di Asiago chiude il 2023 a 144 milioni e scommette sui cereali

Rigoni di Asiago archivia il 2023, anno del suo centenario, con un fatturato complessivo pari a 144.058.502 euro, segnando un incremento del 4% rispetto al 2022. I prodotti di punta, come la Nocciolata, hanno visto una crescita del 4%, mentre il brand Fiordifrutta ha mantenuto una posizione stabile. Il marchio emergente Natù ha avuto un aumento significativo nelle vendite raggiungendo 4.193.858 euro. Ad oggi Rigoni di Asiago conta 319 dipendenti, di cui il 51% in Rigoni di Asiago Italia, seguita dalla Bulgaria, dove sono impegnate circa il 26% delle risorse umane, e dalla Francia, con il 23%. La restante parte dell’organico (meno dell’1%) si divide tra USA e le regioni del Benelux (Belgio, Olanda e Lussemburgo).

L’azienda è orientata all’innovazione e all’espansione sui mercati internazionali. Nel 2022 il gruppo ha acquisito la francese Saveur & Nature specializzata nella produzione di cioccolato con sede a Nantes. Più recentemente invece è stata finalizzata l’acquisizione della quota di maggioranza di Ambrosiae, società benefit italiana attiva nella produzione di granole e prodotti base cereali. L’Italia rimane il mercato principale, con un fatturato di oltre 80 milioni di euro, seguita dall’Europa e dagli Stati Uniti.

Bio e sostenibilità le parole chiave
Parole come sostenibilità e biologico non sono una scelta di moda bensì valori aziendali identitari. La conferma in tal senso la si ritrova sia nell’innovazione industriale tesa a rendere sostenibile gli ambienti di lavoro e i processi di produzione sia nel comportamento assunto da tutti coloro che prendono parte all’azienda, che con le loro azioni quotidiane contribuiscono a costruire e mantenere un ambiente di lavoro armonioso e un approccio aziendale responsabile. Il Gruppo Rigoni di Asiago si impegna a orientare le attività aziendali in particolare verso sette Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), nell’accoglienza dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. In questo cammino sono incluse anche le nuove società Saveurs & Nature e Ambrosiae. L’impegno verso la sostenibilità si riconferma ancora una volta, nella scelta degli imballaggi compostabili e riciclabili, così come nella selezione dei fornitori, di cui l’88% sono locali o hanno sede Italiana a garanzia di una filiera corta e sostenibile. Significativi i progetti come il recupero degli scarti produttivi che ha dato vita a nuovi ingredienti per la nutraceutica e la cosmesi, e altrettanto rilevante la nuova linea di produzione di succo di mela biologico, ingrediente fondamentale per la realizzazione di Fiordifrutta. Nel 2023 inoltre sono state introdotte novità come le nuove monodosi compostabili di Mielbio, Nocciolata e Fiordifrutta che rappresentano una risposta concreta e pratica alla domanda di alternative più sostenibili alle confezioni di plastica sul mercato delle monoporzioni.

Rafforzarsi nel segmento cereali
Attualmente l’azienda sta esplorando un nuovo segmento merceologico, quello dei cereali. Lo fa scegliendo Natù, la marca nata nel 2022 dedicata al benessere, arricchendo la sua linea di confetture Senza Zuccheri Aggiunti e creme Fonte di Proteine Vegetali, con due novità: Granole e Porridge, con cui combinare colazioni e creare spuntini. Il brand punta a rafforzare la propria presenza nel mercato e a divenire il player di riferimento nel mondo della prima colazione. Sugli scaffali della grande distribuzione si aggiungono le linee Granola e Porridge Senza Zuccheri Aggiunti e Fonte di Proteine Vegetali, contengono pochi ingredienti rigorosamente bio, ricchi di fibre e fonte di ferro, magnesio e potassio; perfetti per tutte le diete alimentari in quanto plant based e gluten free. Tutti i prodotti della marca Natù sono approvati dall’accreditata Associazione Italiana Nutrizionisti (A.I.Nut).

Solidarietà e responsabilità sociale
Rigoni di Asiago si dimostra inoltre un alleato affidabile nell’impegno a favore dell’inclusione sociale collaborando con la Cooperativa Altopiano 7C, che dal 2021 si occupa di confezionare e assemblare i prodotti, oltre a partecipare a eventi come Pittarosso Pink Parade e StraWoman che promuovono la ricerca scientifica per la lotta e la sensibilizzazione alla prevenzione contro il cancro. E per ultimo, ma non certo per importanza, l’azienda cura il restauro di opere del patrimonio artistico italiano, confermando la sua responsabilità sociale con il suo progetto “La natura nel cuore di…” di Rigoni di Asiago, in collaborazione con Fondaco Italia. Il percorso è iniziato nel 2015 con l’intervento di recupero dell’Atrio dei Gesuiti (l’entrata storica del prestigioso Palazzo di Brera a Milano); nel 2016/2017 con il restauro dell’originale della statua di San Teodoro (il primo Patrono di Venezia) in Palazzo Ducale; nel 2018 con il restauro della fontana “Venezia sposa il mare” nel cortile di Palazzo Venezia a Roma; nel 2019 con il restauro della Chiesa rupestre di San Giovanni in Monterrone a Matera; nel 2020 con i dipinti delle lunette lato est ed angolo sud del Chiostro Grande di Santa Maria Novella a Firenze; nel 2021/2022 con il restauro della Fontana Contarini in Piazza Vecchia a Bergamo; nel 2023 con il restauro della fontana in pietra rossa al MANN Museo Archeologico Nazionale a Napoli. Per il 2024 un’altra opera avrà presto una nuova vita.

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