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Aspiag Service archivia il 2023 a 2,71 miliardi e investe in rete vendita e ambiente

Prosegue la crescita di Aspiag Service, concessionaria del marchio Despar in Triveneto, Emilia-Romagna e Lombardia, che ha chiuso il 2023 con un fatturato pari a 2,71 miliardi di euro, in crescita del 6,3% rispetto all’anno precedente.

Tale sviluppo ha contribuito a un significativo programma di investimenti che l’azienda ha messo in campo pari a circa 68 milioni di euro destinati al consolidamento e all’espansione della rete vendita tra nuove aperture (9) e ristrutturazioni (5) in tutti i territori che l’azienda presidia. Uno sviluppo del network a cui ha corrisposto anche un incremento dei livelli occupazionali con 405 nuove assunzioni che portano a 9.285 il numero di collaboratori nelle cinque regioni di competenza.

“Stiamo proseguendo il percorso di consolidamento del brand dell’abete nelle nostre regioni di riferimento nonostante il fenomeno inflazionistico abbia generato forte incertezza sugli acquisti, incidendo ancora molto sui consumi. Abbiamo proseguito nei nostri programmi di investimento che hanno portato a un ulteriore sviluppo della nostra rete di vendita e a un contestuale incremento dei livelli occupazionali, con oltre 400 nuovi collaboratori assunti. È cresciuto e si sta consolidando sempre più anche il rapporto di partnership con i nostri imprenditori affiliati, così come si potenzia quello con i nostri fornitori all’interno di progetti di valorizzazione delle filiere corte, delle produzioni agroalimentari regionali e dei prodotti micro-locali. In ultima analisi, sicuramente un driver strategico di sviluppo si è dimostrato essere il prodotto a marchio, che ha registrato un’ulteriore crescita nelle vendite rispetto ai dati 2022 e che raccoglie ampio consenso da parte della nostra clientela per l’ottimo rapporto fra qualità e prezzo” ha detto Christof Rissbacher, Presidente del Comitato di Aspiag Service.

Oggi sono 6.659 le referenze a marchio Despar disponibili a scaffale, in grado di soddisfare ogni esigenza di spesa unendo qualità e convenienza. Particolarmente significativo nell’ambito private label è stato l’apporto di S-Budget, il marchio esclusivo che comprende un paniere completo di oltre 700 prodotti alimentari e non come pasta, farina, burro, surgelati, prodotti per l’igiene della casa, capace di garantire un risparmio medio del 30% sul carrello. La linea di prodotti S-Budget, rivolta a un target di clientela che vuole risparmiare scegliendo prodotti con prezzi stabili e bassi, nel 2023 ha registrato una crescita del fatturato del 18% rispetto all’anno precedente.

Come annunciato, gli investimenti sono stati destinati principalmente allo sviluppo e consolidamento sui territori delle cinque regioni di riferimento attraverso nuove aperture e il restyling di punti vendita esistenti. In particolare, nel 2023 sono stati aperti 9 nuovi punti vendita, di cui 2 a gestione diretta a Cremona (CR) e Santarcangelo di Romagna (RN) e 7 negozi di imprenditori affiliati, che portano la rete a 554 punti vendita complessivi (250 diretti e 304 affiliati). Inoltre sono state 5 le ristrutturazioni di negozi tra diretti e affiliati nei diversi territori presidiati dall’azienda, nell’ottica di migliorare l’esperienza di spesa e favorire uno sviluppo del network secondo sempre più elevati standard di sostenibilità e di riduzione dell’impatto ambientale. Lo sviluppo della rete vendita ha interessato tutte le cinque regioni presidiate dall’azienda, sia in una prospettiva di consolidamento nelle regioni più storiche come Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige, sia di ulteriore crescita nelle regioni dove la presenza è più recente come Emilia-Romagna e Lombardia.

Allo sviluppo sul territorio ha corrisposto anche un incremento dei livelli occupazionali che ha portato il totale dei collaboratori a 9.285, di cui il 63,4% è rappresentato da donne. Una grande famiglia in crescita che vuole offrire alle proprie persone stabilità e certezze, come dimostrano il basso livello di turnover in uscita e il fatto che l’88,5% dei contratti è a tempo indeterminato. Centrale nella strategia di sviluppo è la valorizzazione delle filiere corte e dei micro-localismi, un progetto con il quale l’azienda intende evidenziare le produzioni dei piccoli produttori dei territori, portando nei punti vendita anche quelle micro-produzioni a chilometro zero che non potrebbero altrimenti trovare spazio nel canale della Gdo. Testimonianza di questo impegno è rappresentata dal brand “Sapori del Territorio”, il marchio che raccoglie oggi oltre 3.400 referenze a scaffale provenienti da circa 400 produttori locali. Il progetto si traduce nell’impegno a condividere e testimoniare la genuina cultura enogastronomica dei territori e nella possibilità di costruire nuove sinergie con produttori selezionati, non soltanto attraverso la promozione delle loro specialità nei punti vendita, ma portando anche il cliente a contatto diretto con la loro esperienza, organizzando iniziative ed eventi speciali che permettano alle persone di sperimentare in modo concreto la qualità del prodotto. Sempre nella prospettiva di valorizzare le filiere corte e le produzioni agroalimentari regionali, è continuata e si è rafforzata anche nel corso del 2023 la sinergia con le istituzioni locali per l’implementazione di protocolli regionali che puntano a valorizzare i prodotti locali e certificati DOP, IGP e STG e consentono di sostenere i prodotti regionali dalla produzione fino alla commercializzazione, sviluppando una filiera corta “dal campo alla vendita”. I protocolli attivati sono: “Veneto – The Land of Venice” per le denominazioni geografiche del Veneto, “Io sono FVG” per le eccellenze del Friuli-Venezia Giulia, “I love Trentino” per i prodotti trentini e “Qualità Alto Adige” per quelli altoatesini.

Grande impegno ha riguardato anche il fronte della sostenibilità: Aspiag Service è stata la prima azienda della grande distribuzione organizzata a ottenere nel 2013 la certificazione UNI EN ISO 14001 per il proprio sistema di gestione ambientale e nel 2023 ha festeggiato il traguardo dei dieci anni dall’ottenimento della certificazione ambientale, rilasciata da TÜV Italia, che rappresenta il coronamento di una serie di attività che hanno portato il gruppo a gestire le proprie responsabilità ambientali in modo sistematico. Nel tempo l’azienda ha investito oltre 30 milioni di euro per l’efficientamento energetico di sedi e punti vendita e oggi la certificazione UNI EN ISO 14001 riguarda 71 siti che comprendono tutte le diverse tipologie di punti vendita, dagli ipermercati ai supermercati di piccole e medie dimensioni, alle piattaforme logistiche fino al polo agro alimentare Agrologic.

Grande attenzione, infine, è stata posta alla salute e sicurezza sul lavoro: a seguito di verifica svolta da parte dell’ente leader a livello nazionale DNV, nel mese di maggio 2023 è stata rinnovata la certificazione ISO 45001 per tutte le unità operative. Lo standard riguarda il Sistema di Gestione della Salute e della Sicurezza del Lavoro che ha come obiettivo è il continuo miglioramento delle procedure e la definizione, applicazione e condivisione delle migliori pratiche per garantire sicurezza e salute in ogni operazione, in ogni reparto e in tutte le sedi.

Despar chiude il 2023 a 4,4 miliardi grazie a nuove aperture e Mdd

Despar Italia ha chiuso il 2023 con incassi per 4,4 miliardi di euro, in crescita del 5,6% rispetto al 2022. Un risultato a cui hanno contribuito un significativo consolidamento della rete vendita in tutti i territori presidiati dalle aziende socie, tra nuove aperture (56) e restyling di negozi (34) e l’importante apporto del prodotto a marchio, driver strategico di crescita dell’insegna, che ha raggiunto incassi per 1 miliardo di euro e una quota di mercato pari al 22,4%, superiore alla media nazionale. Per il 2024 sono previsti circa 100 milioni di euro di investimenti per 35 nuove aperture e 33 ristrutturazioni e un focus sul prodotto a marchio con più di 200 lanci di nuovi prodotti.

Aperture e restyling
Il 2023 è stato un anno importante per l’espansione e il radicamento dell’insegna nei territori: complessivamente sono state 90 le nuove aperture e i restyling di punti vendita in tutti i mercati serviti: nel dettaglio sono state 56 le nuove aperture e 34 le ristrutturazioni. Oggi Despar Italia conta in totale 1.424 negozi (408 diretti e 1.016 affiliati) per una superficie di vendita complessiva che raggiunge 832.298 metri quadrati. Le nuove aperture hanno riguardato tutte le insegne con cui l’azienda presidia il territorio, nel dettaglio sono stati avviati: 41 Despar, 12 Eurospar e 3 Interspar. Il percorso di sviluppo ha interessato tutti i territori presidiati, rafforzando la presenza del marchio dell’Abete in aree storiche e ampliando la sua influenza in nuove zone.

Mdd, un driver strategico
A ricoprire un ruolo centrale nel percorso di sviluppo, come detto, è stato il prodotto a marchio che ha raggiunto una quota pari al 22,4% in crescita di 1 punto rispetto al 2022 (Fonte Nielsen I+S, AT 2023), registrando performance positive sia a valore che a volume. Le vendite dei prodotti a marchio Despar nel 2023 arrivano al miliardo di euro (999.723.722 euro), registrando un incremento del 12,8% rispetto al 2022, mentre i volumi sono aumentati del 7,1% rispetto all’anno precedente. Nel 2023 Despar Italia ha lanciato 222 nuovi prodotti e realizzato 308 restyling: a questi risultati ha contribuito la continua ricerca e innovazione che negli anni ha permesso all’offerta private label Despar di evolversi e rispondere in modo sempre più puntuale alle esigenze dei clienti, mettendo al centro la qualità e la convenienza. Un percorso di sviluppo raggiunto anche grazie alla partnership con più di 400 fornitori, di cui oltre il 97% sono italiani e contribuiscono al rafforzamento della filiera produttiva nazionale, con cui l’insegna collabora per i prodotti a marchio.

Oggi sono 16 le linee Mdd Despar per un totale di oltre 4.700 referenze, che permettono di soddisfare ogni esigenza di spesa. Le linee di prodotto che hanno registrato le migliori performance sono state la linea mainstream Despar, con una crescita a valore del +16%, la linea Despar Premium, dedicata alle eccellenze gastronomiche, che è crescita del +7% a valore, la linea del food to go, Enjoy, che, grazie anche al lancio di nuove referenze, è cresciuta a valore del +55% e a volume del +83%, infine la linea salutistica Free From, cresciuta del 20% a valore e del 22% a volume. Un percorso di crescita che Despar Italia intende perseguire anche nel 2024 con il lancio di oltre 200 nuove referenze, oltre all’aggiornamento delle linee esistenti, guardando alle nuove tendenze del mercato e a segmenti con spazi di crescita interessanti quali gli assortimenti premium e specializzati, come per esempio il biologico e funzionale, i prodotti a più alto contenuto proteico o l’ambito dei prodotti di fascia medio alta che valorizzano le filiere corte e i prodotti tipici locali che da sempre sono nel dna dell’insegna.

Il continuo impegno per la sostenibilità…
Rilevante anche l’impegno profuso in ottica ambientale: nel 2023 Despar Italia ha infatti presentato il suo Manifesto di Sostenibilità e il brand “Cambiamo il domani”. Con questo manifesto, declinato in dieci punti, Despar intende dimostrare l’impegno costante verso la sostenibilità ponendosi in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU e a questo abbina il nuovo brand “Cambiamo il domani” che farà da cappello a tutte le iniziative che avranno a cuore ambiente e persone. Nel corso del 2023, inoltre, Despar Italia ha avviato, insieme ai soci, il progetto “Bosco Diffuso Despar” con cui l’insegna ha messo a dimora oltre 1.400 alberi in sette località diverse d’Italia grazie alla collaborazione con associazioni e realtà impegnate nel campo sociale, a conferma della volontà di Despar Italia di ribadire il proprio impegno di azienda socialmente responsabile. Anche nel 2023 è continuato il percorso insieme ai fornitori Mdd per calcolare e ridurre, ove possibile, l’impatto ambientale dei prodotti firmati Despar in termini di Co2. Despar sta infatti collaborando con i propri fornitori al calcolo della CFP (Carbon Footprint) coinvolgendoli nel percorso di transizione climatica che si articola in quattro punti: la dotazione di una politica aziendale attenta al cambiamento climatico, la quantificazione delle emissioni Ghg (gas a effetto serra), la riduzione di queste emissioni e, dove possibile, l’opportuna compensazione.

… e contro gli sprechi alimentari
Despar Italia ha inoltre continuato il suo impegno per la lotta agli sprechi alimentare, dal 2020 collabora infatti con la piattaforma Too Good To Go che ha come obiettivo quello di salvare il cibo invenduto che andrebbe altrimenti sprecato. Alla fine del 2023 sono stati contati 175 punti vendita coinvolti nelle aree di competenza di Despar Nord Ovest, Despar Centro Sud, Despar Sicilia e Despar Sardegna, e sono state ritirate dai clienti 82.058 “Surprise Bag” contenenti alimenti in perfette condizioni ma non più adatti alla vendita. A fine 2023, inoltre, la collaborazione si è ampliata con l’adesione di Despar al progetto “Etichetta Consapevole”, un’iniziativa che mira a educare le persone sulla corretta interpretazione del termine minimo di conservazione di un alimento. Despar ha aderito al progetto “Etichetta Consapevole” con un primo pacchetto di circa 30 prodotti Mdd che saranno ampliati nel prossimo futuro.

“Il nostro Gruppo ha continuato a crescere grazie alla dedizione e al costante impegno di tutte le aziende socie che quotidianamente operano sul territorio per consolidare e promuovere il marchio Despar. Uno sforzo comune che, assieme ai nostri fornitori partner, ci consente di perseguire i nostri obiettivi, innanzitutto quello di ampliare e consolidare sempre più la nostra gamma di prodotti a marchio, cifra distintiva di Despar ed elemento di riconoscibilità della nostra insegna. Un progetto ambizioso che miriamo a realizzare mediante un impegno costante nell’innovazione, nella sostenibilità e nella promozione di sempre maggiori sinergie tra tutti i nostri soci e, soprattutto, con i produttori partner, sia sul piano commerciale che su quello comunicativo e relazionale, valorizzando i principi e i valori che da sempre contraddistinguono Despar” ha commentato Gianni Cavalieri, Presidente di Despar Italia.

“Nel 2023 abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci eravamo posti, grazie a un sempre più forte radicamento sui territori e a un solido progetto di sviluppo del prodotto. Un percorso che vogliamo perseguire anche nel 2024: prevediamo di superare i 4,5 miliardi di euro di incassi, con circa 100 milioni di euro di investimenti sull’ampliamento della rete vendita con 35 nuove aperture e più di 30 ristrutturazioni che interesseranno tutti i territori nei quali siamo presenti e dove vogliamo continuare a offrire un servizio di prossimità e qualità ai nostri clienti. Lo sviluppo del prodotto a marchio continuerà ad essere uno dei nostri driver strategici di crescita con l’obiettivo di superare nel 2024 il miliardo di euro di incassi e raggiungere entro il 2025 una quota di mercato dei nostri prodotti Mdd del 25%. Prospettive ambiziose che puntiamo a raggiungere in un contesto di mercato sicuramente sfidante, ma dove siamo certi di poterci affermare con sempre maggiore forza facendo leva sui nostri punti di forza: qualità, convenienza, valorizzazione delle filiere e dei prodotti italiani e un legame sempre più stretto con la clientela e con i territori nei quali ci inseriamo” ha aggiunto Filippo Fabbri, Direttore Generale di Despar Italia.

Parte in tre punti vendita Crai di Torino il progetto per ridurre la plastica monouso

Ogni anno in Europa si producono due miliardi di imballaggi alimentari monouso e 16 miliardi di tazze monouso. Tutto diventa rifiuto. 60 minuti di utilizzo medio e 100 anni per smaltirli. Un problema che l’Unione Europea ha scelto di affrontare con il nuovo regolamento sugli imballaggi che mira a ridurre la produzione di rifiuti da imballaggio e promuovere un’economia circolare per gli imballaggi favorendo sistemi di prodotto come servizio, deposito con cauzione e “bring your own”, la possibilità di portare i propri contenitori da casa.

In questa linea che si inserisce il progetto Reusable Packaging Revolution presentato da Mercato Circolare Srl, Università di Torino e Aarhus University, in collaborazione con Around e Codè Crai Ovest, per il bando Eit Food – Poc (Proof of Concept) 2023-2025. L’obiettivo è ridurre l’utilizzo della plastica monouso degli imballaggi attraverso azioni che intervengono sulla Gdo e su diversi segmenti della cittadinanza, promuovendo un cambio di prassi e di comportamenti verso uno stile di vendita, di governance e di vita più sostenibile e green.

“Questa sperimentazione è una delle prime in Italia, una bella opportunità per Torino” racconta Nadia Lambiase, Ceo e fondatrice di Mercato Circolare. “La speranza è che insieme alle altre in atto, come quella di Spesa Sballata in provincia di Varese a cui ci siamo ispirati, possa contribuire a rendere queste esperienze delle prassi consolidate a livello nazionale. Il nostro ruolo all’interno del progetto, in linea con la nostra missione, è quello di essere una piattaforma abilitante e di connessione tra diversi soggetti: la Gdo, il commercio di prossimità, l’amministrazione, la cittadinanza, gli attori della società civile e l’università. La sfida è riuscire a cambiare le abitudini. Per riuscirci servirà tempo e la partecipazione di tutti gli attori coinvolti”.

Insieme a Codè Crai Ovest, sono stati individuati tre punti vendita di Torino, in cui saranno testate, fino alla fine di giugno, due diverse strategie di riduzione degli imballaggi: l’utilizzo dei contenitori riutilizzabili Around e quello di contenitori portati da casa.

“Abbiamo da subito scelto di aderire al progetto Reusable Packaging Revolution al fine di favorire un nuovo modo di fare la spesa, più attento e consapevole nei confronti dell’ambiente” dichiara Michele Poliseno, Presidente di Codè Crai Ovest. “Da sempre promuoviamo, all’interno dei nostri punti vendita, iniziative volte alla salvaguardia ambientale: dalla diminuzione della plastica alla riduzione dei consumi energetici. L’introduzione dei contenitori riutilizzabili ai banchi al taglio aggiunge un nuovo tassello al percorso che abbiamo intrapreso. La forza dell’insegna Crai è la prossimità, la vicinanza alle persone. Speriamo, con questo progetto, di contribuire a diffondere una sempre maggiore consapevolezza ambientale, diminuendo quanto più possibile gli sprechi e la produzione di rifiuti non necessari”.

I contenitori Around
In tre punti vendita Codè Crai Ovest di Torino è possibile acquistare i prodotti del banco gastronomia e del banco macelleria facendosi servire nei contenitori riutilizzabili Around, al posto dei contenitori monouso. Dopo essersi registrati gratuitamente sull’app Aroundrs, il/la cliente potrà richiedere, senza alcun costo aggiuntivo, il prodotto da asporto in un contenitore Around, riutilizzabile fino a 200 volte. Dopo avere consumato il pasto senza produrre rifiuti da imballaggio, il contenitore andrà restituito entro 7 giorni nel punto vendita, dove sarà sanificato e rimesso in circolo. Semplice, efficace e senza costi, né per l’ambiente né per il cliente. “Questa sperimentazione nella Gdo per noi rappresenta un punto di arrivo e di partenza allo stesso tempo perché siamo consci della grande sfida che ci aspetta e stiamo lavorando insieme a tutti gli operatori del settore per fare in modo che il riutilizzo del food packaging possa essere una soluzione in più per una riduzione significativa dei rifiuti e per mitigare l’impatto ambientale negativo derivante della produzione di imballaggi usa e getta” dichiara Daniele Cagnazzo, Co-Founder & CMO di Aroundrs.

I contenitori portati da casa
Da inizio maggio, in alcuni punti vendita Codè Crai Ovest e in alcuni banchi gastronomia del mercato della Crocetta, partirà una seconda sperimentazione che coinvolgerà un gruppo “pilota” di 50 persone nell’utilizzo di contenitori portati da casa. Nel corso del mese di aprile, infatti, sarà selezionato un gruppo di 50 persone interessate alla prevenzione dei rifiuti e alla messa in pratica di comportamenti virtuosi, e disponibili a fornire informazioni sulle buone pratiche di riduzione attivate. Le persone selezionate, dopo una fase di formazione iniziale, si recheranno nei punti vendita coinvolti dalla sperimentazione utilizzando per l’acquisto dei prodotti da banco, i propri contenitori riutilizzabili portati da casa e opportunamente sanificati.

Il monitoraggio
Attraverso l’utilizzo di un apposito QRcode e dell’app Aroundrs, sia gli acquisti fatti con i contenitori portati da casa, sia quelli fatti nei contenitori Around, saranno monitorati e tracciati. Mercato Circolare, Università di Torino ed Around elaboreranno i dati quantitativi raccolti attraverso la app Aroundrs, mentre una valutazione qualitativa sarà effettuata dall’Università di Torino attraverso dei focus group.

Mondelēz e Italia, un legame stretto che genera un valore di oltre 500 milioni

Nel 2022 Mondelēz International ha creato in Italia un valore di 514 milioni di euro. Alla sede di Milano si sommano due stabilimenti produttivi in Piemonte attraverso cui l’azienda ha generato un valore economico pari a 96 milioni di euro, con un impatto occupazionale complessivo di 1.359 posti di lavoro di cui 449 diretti e 910 indiretti.

A evidenziare i dati è il recente studio realizzato da Ref Ricerche intitolato “Il Gruppo Mondelēz International in Italia: impatto economico e sociale”, dal quale si apprende come nell’ultimo decennio il gruppo abbia investito 62,1 milioni di euro per lo sviluppo dei propri stabilimenti produttivi piemontesi nelle aree di qualità, sicurezza, innovazione e sostenibilità. Presso lo stabilimento di Capriata d’Orba (Al) vengono sfornati quotidianamente più di 16 milioni di biscotti a marchio Oro Saiwa – oltre a Tuc Cracker e a Tuc Sfoglie – utilizzando grano 100% italiano coltivato in oltre 5.000 ettari di campi di più di 450 aziende agricole distribuite sul territorio nazionale. Nel caseificio di Caramagna Piemonte (Cn), casa di Fattorie Osella, invece ogni giorno vengono lavorate 80 tonnellate di latte piemontese – proveniente da circa 20 allevamenti selezionati nelle province di Cuneo e Torino – per un totale di circa 28.530.000 litri di latte lavorati all’anno.

“Lo stretto legame tra Mondelēz e l’Italia si basa su un impegno costante verso il territorio e le filiere locali che si traduce in un impatto positivo sulle comunità e sull’ambiente in cui operiamo” afferma Silvia Bagliani, Presidente e Amministratore delegato di Mondelēz International Italia. “I continui investimenti volti a sviluppare le filiere italiane del grano e del latte per i nostri stabilimenti piemontesi rappresentano un esempio virtuoso di partnership tra i diversi attori coinvolti nella catena di fornitura e sono una testimonianza significativa del nostro impegno a creare valore condiviso per il Paese”.

L’impegno del Gruppo verso la sostenibilità
Nell’ambito della strategia del Gruppo “Snacking Made Right”, Mondelēz si pone l’obiettivo di guidare il cambiamento laddove può esercitare una maggiore influenza, ovvero lungo la catena di fornitura con programmi dedicati alle filiere di grano, latte e cacao, e su temi prioritari come packaging e clima. In Europa, Mondelēz International sta guidando la transizione verso un modello più sostenibile della filiera del grano con il programma “Harmony”. Nel 2022 in Italia il progetto ha coinvolto oltre 255 agricoltori partner, circa 3.760 ettari di campi grano, 130 ettari riservati a prati melliferi dedicati alla biodiversità, nei quali si sono osservate circa 615.000 api e 11 specie di farfalle. L’obiettivo di Mondelēz International è coltivare – entro il 2030 – il 100% del grano necessario per la produzione di biscotti in Europa secondo i principi della Carta Harmony Regenerative.

Per quanto riguarda la filiera del latte, lo stabilimento di Caramagna Piemonte (Cn) è impegnato in prima linea per il benessere animale. Dal 2016, infatti, il caseificio ha avviato un progetto volto alla valutazione del benessere delle vacche da latte secondo quanto previsto dal Disciplinare del Centro di Riferimento Nazionale del Benessere Animale dell’Istituto Zooprofilattico di Brescia (CReNBA) ed è stato il primo in Italia ad aver concluso questo programma strutturato e ad avere ottenuto l’idoneità alla certificazione del benessere animale del 100% degli allevamenti che conferiscono il latte. Sui temi prioritari di clima e packaging, gli obiettivi di Mondelēz International sono quelli di azzerare le emissioni di Co2 entro il 2050 lungo tutta la filiera (Net Zero) e di rendere, entro il 2025, il 100% dei propri packaging disegnati per essere riciclati, ridurre la plastica vergine di almeno il 25% negli imballaggi in plastica rigida e del 5% in tutti i packaging (vs 2020).

L’attenzione per le persone e le comunità
Da sempre il Gruppo Mondelēz International in Italia mette al centro le proprie persone, impegnandosi a costruire un ambiente di lavoro inclusivo e diversificato, che favorisca un autentico senso di appartenenza e valorizzi il talento di ciascuno. A conferma di ciò, nel 2024, il Gruppo si è posizionato tra le migliori 10 grandi aziende con oltre 500 dipendenti nella classifica ‘Best Workplaces Italia 2024’ di Great Place to Work. Nel 2023, sia gli stabilimenti in Piemonte che la sede di Milano hanno raggiunto un importante traguardo nell’ambito della parità di genere, conseguendo la certificazione di conformità alla norma UNI/PdR 125:2022. Più in generale, l’attenzione al benessere delle persone è sempre stata al centro della cultura aziendale di Mondelēz. ​Dal 2022, l’azienda ha introdotto “Workplace of the Future”, un nuovo approccio al lavoro basato sulla fiducia e la responsabilità delle persone e la flessibilità dei luoghi e tempi di lavoro, attraverso l’introduzione della settimana corta.

L’azienda si impegna inoltre a sostenere la genitorialità condivisa attraverso misure concrete in termini di flessibilità, permessi aggiuntivi rispetto a quanto previsto dalla legge e il riconoscimento di un congedo extra di due settimane per i neopapà, per un totale di quattro settimane complessive. A conferma del percorso intrapreso, Mondelēz ha sottoscritto il “Codice di autodisciplina di imprese responsabili in favore della maternità”, lanciato dalla Ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella. L’attenzione dell’azienda verso le persone si estende anche a livello di comunità, dove Mondelez International si impegna a contribuire a uno sviluppo più sostenibile e inclusivo della società nel suo complesso. Attraverso il programma Changemakers, i collaboratori del Gruppo mettono a disposizione il loro tempo ed il loro talento in attività di volontariato scendendo in campo a fianco di diverse realtà no profit con cui l’azienda collabora. Il Gruppo vanta inoltre importanti collaborazioni sul territorio italiano con Ngo impegnate nel sostegno delle persone in condizioni di fragilità. In particolare, da anni si impegna a promuovere l’inclusione sociale al fianco di Next, l’Associazione che aiuta persone in difficoltà ad uscire dallo stato di fragilità attraverso il lavoro e supporta l’iniziativa Sos Spesa promossa da Fondazione Francesca Rava.

Granarolo e Simbiosi ancora insieme in nome della sostenibilità

Partnership rinnovata tra Granarolo e Simbiosi, società attiva nello sviluppo di tecnologie, soluzioni e brevetti volti a ottimizzare e impiegare in modo sostenibile le risorse naturali.

Per lo stabilimento di Usmate Velate (MB), Granarolo ha optato per l’I-Chiller, un innovativo sistema che permette di produrre acqua gelida senza l’utilizzo di alcun additivo chimico e dei tradizionali sistemi di vasche del ghiaccio, che solitamente comporta un grande dispendio di energia e risorse. Attraverso l’I-Chiller, Granarolo genererà un risparmio di energia elettrica del 55%, che si tradurrà in una riduzione delle emissioni in atmosfera di circa 450 tonnellate di Co2 equivalenti all’anno, che equivalgono a quelle assorbite da 12.500 alberi.

“Per aiutare le aziende dell’agroalimentare come Granarolo ad affrontare le sfide che la sostenibilità ci chiede applichiamo una serie di soluzioni innovative che si ispirano a quanto fa la natura e in grado di favorire una vera transizione verso modelli di economia rigenerativa nelle filiere industriali e nel territorio”  ha commentato Piero Manzoni, CEO di Simbiosi.

“Con l’aiuto di Simbiosi, siamo intervenuti per ottimizzare la produzione e ridurre i consumi di energia termica e frigorifera. La sostenibilità è infatti un asset della strategia del Gruppo e anche nel piano strategico 2024-2027 rappresenta un elemento attorno al quale ruotano le scelte del Consiglio di Amministrazione e del management” ha aggiunto Paolo Cantarelli, Direttore Operations del Gruppo Granarolo.

OrtoRomi, IFCO e Alì insieme per ridefinire gli standard di efficienza logistica

Migliorare l’efficienza della catena di approvvigionamento dei prodotti alimentari freschi e ridurre l’impatto ambientale dei processi logistici: sono questi gli obiettivi della partnership tra la Cooperativa Agricola OrtoRomi, player italiano nel mercato dell’ortofrutta, IFCO – fornitore globale di cassette riutilizzabili (RPC) per la catena di approvvigionamento alimentare del fresco – e Alì Spa, azienda della grande distribuzione organizzata con 117 punti vendita tra Veneto e Emilia Romagna. Nell’ambito della collaborazione le tre aziende hanno unito le forze per ridefinire gli standard di efficienza logistica del settore, studiando un sistema innovativo per ottimizzare il flusso di pooling delle RPC di IFCO vuote.

Se nel tradizionale sistema di pooling le RPC di IFCO utilizzate vengono processate e sanificate nei centri di servizio IFCO per la successiva ridistribuzione ai fornitori, il nuovo approccio prevede che OrtoRomi riempia le RPC di IFCO di insalate fresche pre-lavate e confezionate in buste riciclabili al 100% e realizzate con un’alta percentuale di materiale riciclato e li consegni direttamente ai 117 punti vendita Alì nelle regioni di Veneto ed Emilia Romagna. Una volta scaricata la merce è OrtoRomi stesso a riportare le RPC di IFCO vuote ai propri centri di produzione, evitando il passaggio presso il centro di servizio IFCO. Infatti, essendo le insalate OrtoRomi confezionate e non entrando quindi in diretto contatto con l’imballaggio, la sanificazione delle RPC di IFCO non si rende necessaria se non dopo molti utilizzi. Tutto avviene nel massimo rispetto della catena del freddo. Il design delle cassette riutilizzabili assicura che l’insalata rimanga fresca e croccante durante il trasporto. Il nuovo flusso di pooling permette una razionalizzazione degli spostamenti e riduce drasticamente il numero di camion OrtoRomi sulla strada, riducendo le distanze di raccolta da 179km a soli 23km nonché le emissioni di carbonio correlate di un importante 94%.

“Siamo felici di poter presentare i primi risultati concreti di un’azione virtuosa che coinvolge l’operatività logistica quotidiana, messa in piedi in collaborazione con due nostri fornitori con i quali condividiamo l’impegno nei confronti della tutela dell’ambiente. Ridurre le emissioni di Co2 attraverso una razionalizzazione dei viaggi che le insalate IV Gamma OrtoRomi fanno all’interno delle cassette verdi IFCO, verso i supermercati Alì, significa interessare parte della catena del valore al grande tema della sostenibilità ambientale, convinti del fatto che questo sia alla base della sicurezza alimentare e della salute delle persone.  La sostenibilità ambientale per Alì è un impegno strategico e tocca trasversalmente ogni suo ambito d’azione, dalla progettazione dei supermercati, all’attenzione per la comunità di riferimento attraverso la messa a dimora di alberi, all’adozione di certificazioni come la ISO 14064-1 e la ISO-14001” ha commentato Giuliano Canella, Direttore Commerciale Freschi Alì.
 
Già da tempo OrtoRomi ha fatto di sostenibilità e automazione perni centrali del proprio modello di business, focalizzandosi sull’implementazione di tecniche di agricoltura a ridotto impatto ambientale, sulla modernizzazione degli impianti produttivi e sulla riduzione delle distanze nelle catene di approvvigionamento. Questa partnership rappresenta per la Cooperativa un ulteriore passo avanti verso una logistica più verde, efficiente e responsabile: “É un traguardo importante per la nostra azienda, ma soprattutto per l’ambiente – spiega Luca Pallaro, referente interno logistica OrtoRomi. “Insieme ad Alì e a IFCO abbiamo dato vita ad una partnership di valore, che ci ha permesso di potenziare l’efficienza logistica nella catena di distribuzione dei nostri prodotti. In particolare, con il nuovo sistema di approvvigionamento delle RPC di IFCO abbiamo registrato un considerevole abbattimento dei tempi e dei costi di fornitura che, in termini di sostenibilità, si traduce in un’importante riduzione delle emissioni di Co2”.

Anche Alessandra Fumagalli, Country General Manager Italia IFCO, si è dimostrata orgogliosa dei risultati che la soluzione di imballaggio riutilizzabile garantisce. “Il successo di questa iniziativa risiede nel fatto che tutte e tre le aziende credono nel valore della sostenibilità ambientale e nella forza della partnership. Questa è una collaborazione altruista per raggiungere un beneficio più elevato e condivisibile per OrtoRomi, Alì Spa e l’intera comunità”.

Doppia inaugurazione a consumo di suolo zero per Lidl, a Ferrara e Cassano D’Adda

Doppia apertura per Lidl, a Ferrara e Cassano D’Adda. Complessivamente, con queste due nuove inaugurazioni, la catena ha creato 55 nuove posizioni lavorative.

Quello in via Ungarelli 9 è il terzo punto vendita di Ferrara, il decimo nella provincia. Si estende su una superficie commerciale di oltre 1.300 mq e conta sull’assunzione di 30 nuovi collaboratori. Lo store ferrarese nasce dal recupero edilizio di un ex fabbrica abbandonata da anni. Si tratta di un format di supermercato metropolitano, disposto su due piani con un parcheggio interrato, che si inserisce nel contesto cittadino dove gli spazi a disposizione sono più ristretti.

Dal punto di vista energetico, rientra in classe A3 ed è caratterizzato da ampie vetrate che sfruttano al massimo la luce naturale. Contribuisce all’efficienza anche il sistema di luci a LED, che consente di risparmiare oltre il 50% rispetto alle precedenti tecnologie. Sempre in linea con le misure attuate negli ultimi anni dall’Insegna verso una maggiore autosufficienza energetica, sul tetto del supermercato è presente un impianto fotovoltaico da 182 kW. L’azienda si è fatta altresì carico della costruzione di un parcheggio con circa 130 posti auto e di un’area verde pubblica, entrambi a disposizione della comunità. Sempre all’interno del comparto in cui sorge il punto vendita, Lidl ha realizzato una vasca di laminazione per la raccolta delle acque meteoriche.

Sono 25 invece i nuovi collaboratori assunti per il nuovo punto vendita di Cassano D’Adda, in via Milano 80. Analogamente a quello di Ferrara, pure qui lo store nasce attraverso un’operazione a consumo di suolo zero, su un’area precedentemente occupata dall’ex caserma che fino al 2021 ha ospitato il Comando dei Carabinieri. Dal punto di vista energetico, il nuovo store di rientra in classe A2 ed è caratterizzato da ampie vetrate che assicurano maggiore luminosità, sfruttando la luce naturale. Contribuiscono all’efficienza di questo punto vendita anche l’impianto fotovoltaico da 224 kW installato sul tetto dell’edificio, il sistema di luci a LED, che consente di risparmiare oltre il 50% rispetto alle precedenti tecnologie, e la provenienza da fonti rinnovabili del 100% dell’energia utilizzata.

Infine, nei pressi del nuovo punto vendita di Via Milano, sono state realizzate una ciclostazione per la ricarica di bici elettriche e una nuova rotatoria, con lo scopo di agevolare la viabilità esistente e di consentire l’accesso in sicurezza al parcheggio dello store, che conta oltre 120 posti auto. Il fiore all’occhiello è rappresentato dal reparto frutta e verdura, con una vasta scelta di prodotti che vengono consegnati freschi ogni giorno, e dalla panetteria. Completano la proposta dell’Insegna l’area dedicata alla cura della casa e della persona, in cui trovare le ultime novità del make-up, e quella rivolta agli amici a quattro zampe.

Persone, ambiente, valore: MD stila il primo bilancio di sostenibilità

3,4 miliardi di euro di ricavi netti, con un incremento dell’11% sul 2021, un patrimonio netto di 513 milioni di euro: sono questi i numeri di MD, l’insegna italiana nata trent’anni fa con il suo primo punto vendita nel Sud Italia, che oggi conta 785 punti vendita e 6 centri logistici in tutto il territorio nazionale. Nel suo primo bilancio di sostenibilità La Buona Spesa non solo a Parole, l’azienda fa il punto su quanto realizzato nel corso del 2022 per contribuire concretamente al benessere delle famiglie in termini economici, sociali e ambientali, adottando la strategia ESG – Environment, Social, Governance (che interpreta in termini di sostenibilità tutti gli aspetti dell’attività dell’azienda). Il tutto, tenendo presenti gli obiettivi di sviluppo sostenibili indicati nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e individuando tre pilastri fondanti: persone, ambiente e valore.

Persone
Screening individuali gratuiti periodici e iscrizioni a carico dell’azienda a fondi di sanità integrativa, oltre che più di 50mila ore dedicate alla formazione sui temi di salute e sicurezza (+55% rispetto al 2021) sono solo alcuni dei servizi di MD dedicati alla salute dei dipendenti. Nell’ambito dei diritti, importante sottolineare l’inserimento di politiche di gender equality, che hanno lo scopo di valorizzare il lavoro delle donne e ridurre le differenze di genere sul lavoro, anche in termini di riconoscimento delle competenze e parità retributiva: su 9.172 dipendenti, il 64% è composto da donne e delle 2.211 nuove assunzioni (+25% sul 2021), ben il 68% riguarda donne. Inoltre, restando in tema di politiche per i dipendenti, è da evidenziare l’impegno per l’occupazione giovanile: oltre 1.500 dipendenti, infatti, sono under 30. Per quanto concerne gli aspetti di formazione e work-life balance, sono state più di 375 mila le ore di formazione erogate nel 2022, con una media di 43,5 ore per dipendente (a fronte delle poco più di 4mila ore dell’anno precedente), quasi 28 mila le giornate di lavoro flessibile usufruite (+100% rispetto al 2021). In termini di employer branding e retention talenti, da sottolineare un tasso di rientro al lavoro del 93% post congedo parentale, mentre l’86% dei dipendenti è rimasto al lavoro oltre i 12 mesi dal congedo parentale.

Per quanto riguarda il contributo allo sviluppo delle economie locali, MD ha aumentato e continua ad aumentare a scaffale i prodotti locali, a Km0 e derivati dalla filiera italiana certificata: nel 2022, il 94% dei prodotti è stato acquistato da fornitori italiani, cui viene richiesta la condivisione degli obiettivi di sostenibilità sociale, con la sottoscrizione del Codice Etico integrato con gli impegni previsti dalle politiche ESG. Numerosi i progetti a favore delle comunità e dei territori: ammontano a 6,2 milioni di euro gli investimenti per il miglioramento degli spazi urbani in relazione ai punti vendita e a 147 mila euro quelli a sostegno di iniziative per la comunità locale. Da menzionare il significativo supporto fornito alla ricerca scientifica, dalla Fondazione Veronesi (cui sono stati donati oltre 300.000 euro) all’Airc, alla Croce Rossa Italiana e al Banco Alimentare, cui nel 2022 sono state donate 182 tonnellate di prodotti, equivalenti a circa 370 mila pasti. In totale, sono stati donati più di 750 mila euro ad enti benefici e a iniziative per il territorio, di cui circa 146.000 euro ad associazioni scelte dai clienti.

Ambiente
MD sente la responsabilità di contribuire alla salvaguardia del Pianeta, mettendo in atto azioni concrete su più fronti. Tra queste, “Zero Sprechi Food”, l’iniziativa di “bollinatura” dei prodotti prossimi alla scadenza e dei prodotti ortofrutta con difetti estetici, offerti a prezzi scontati in un’ottica di riduzione degli sprechi: nel 2022, la percentuale di prodotti “bollinati” venduti è stata del 50% e l’azienda è riuscita a evitare la produzione di ben 857 tonnellate di rifiuti alimentari. Importante il sostegno dato all’economia circolare con progetti riguardanti il packaging, con la riduzione del 12% della plastica da confezionamento (quello utilizzato per gli imballaggi viene comunque riciclato attraverso il progetto Re.Wind), la scelta di un packaging riciclabile per il 98% dei prodotti a marchio MD e in carta per il 51% dei prodotti no-food, oltre che l’uso di cassette in plastica riutilizzabili e riciclabili per il trasporto dei prodotti di ortofrutta. Fondamentale la riduzione dei consumi energetici, attraverso politiche di efficientamento energetico, con l’incremento dell’utilizzo di energia autoprodotta da fonti rinnovabili per la riduzione delle emissioni di Co2: nel 2022 sono stati installati 30 nuovi impianti fotovoltaici sui tetti dei punti di vendita e dei centri logistici, il 43% di energia acquistata da terzi proveniva da fonti rinnovabili, e tra il 2021 e il 2022 si è registrata una riduzione dei consumi energetici superiore al 12%, mentre la riduzione di emissioni di anidride carbonica si è ridotta di 141t grazie all’ottimizzazione dei carichi e dei percorsi per la consegna delle merci (-14% del rapporto delle emissioni per mq rispetto al 2021).

Valore
Per MD, l’obiettivo primario è contribuire alla sostenibilità sociale e quindi al miglioramento della vita delle persone e delle famiglie. Su un totale di oltre 3,4 miliardi di valore generato, il 96,4% è stato distribuito agli stakeholder (+0,8% rispetto al 2021), tra cui il 7% ai dipendenti e collaboratori dell’azienda (+0,1 rispetto all’anno precedente). Il benessere delle persone passa ovviamente attraverso la qualità e la sicurezza dei prodotti, che vengono costantemente monitorati da un team dedicato in tutte le fasi della catena produttiva e distributiva e dotati di un’etichetta chiara, trasparente e completa. L’innovazione di prodotto e la creazione di gamme dedicate ai vari modelli di alimentazione, insieme al rafforzamento del customer care e l’arricchimento di informazioni nelle piattaforme on-line (siti e-commerce, social) contribuiscono poi a venire incontro alle esigenze di vita di consumatori sempre più attenti e informati, in costante evoluzione. Il 100% dei prodotti a marchio MD viene valutato in termini di qualità, sicurezza e tracciabilità. I dati contenuti nel primo bilancio di sostenibilità di MD, consultabile qui nella sua interezza, comprendono e arricchiscono la relazione di sostenibilità che, già nel 2021 (e dunque in anticipo sugli obblighi di legge), l’azienda aveva redatto con il coinvolgimento attivo dei dipendenti, a sottolineare la volontà di introdurre formalmente nel proprio modello di business i tanti progetti legati dal fil rouge della sostenibilità. Il documento, inoltre, è stato redatto in collaborazione con DGM Consulting Società Benefit, seguendo lo standard Global Reporting Initiative (GRI), che ha permesso di misurare e comunicare le performance di sostenibilità con la massima trasparenza e attendibilità.

“Per MD, la sostenibilità non è semplicemente un percorso obbligato, ma un’opportunità reale di crescita virtuosa: MD è sostenibile per vocazione perché il suo progetto d’impresa si è basato sin dall’inizio sull’attenzione alle esigenze di risparmio dei clienti e sulla garanzia del migliore rapporto qualità-prezzo. Ci piacerebbe promuovere la nostra visione di sviluppo sostenibile e fungere da traino per tutte le aziende del settore” ha dichiarato Maria Luisa Podini, Vicepresidente MD SpA. “Questo nostro primo bilancio di sostenibilità vuole sottolineare la necessità di concretezza, di azione più che di parole, avendo sempre come obiettivo primario il benessere e la soddisfazione dei nostri stakeholders”.

Sostenibilità, Granlatte propone di applicare l’OCM al settore lattiero-caseario

Pochi giorni fa si è svolto un seminario tecnico sulla sostenibilità della DG Agri convocato dalla Commissione Europea con l’obiettivo di discutere con il gruppo di dialogo civile sui piani strategici della PAC e sulle questioni connesse proponendo di rafforzare l’OCM per favorirne un diffuso utilizzo nel settore lattiero caseario. A prendere parte anche la Presidente di Granlatte Simona Caselli, che ha portato al tavolo l’esperienza sulla sostenibilità fatta finora dalla cooperativa e alcune riflessioni in termini di sviluppi politici.

Il percorso intrapreso dalla filiera Granlatte si è articolato nel corso degli ultimi anni passando da più ambiti. Il primo ha previsto la creazione di un Comitato Tecnico Scientifico composto dalle Università di Milano, Brescia e Bologna, la verifica delle emissioni di gas serra di un campione rappresentativo di aziende Granlatte, l’estensione del risultato a tutte le aziende agricole Granlatte. Una ricerca ha esaminato la produttività, le prestazioni gestionali e le pratiche agronomiche adottate dalle aziende anche in relazione alla collocazione geografica valutando in parallelo il possibile utilizzo di fonti energetiche rinnovabili e la gestione e il trattamento delle acque reflue. L’analisi ha portato alla determinazione, nel 2021, di un’impronta di carbonio della filiera pari a 1,50 kg di Co2 eq per kg di latte crudo. Con l’obiettivo di ridurre del 30% tale dato, sono state intraprese varie azioni ed una piattaforma digitale raccoglierà nel giro di qualche mese tutti i dati qualitativi, ambientali e sociali volti a un monitoraggio costante degli indicatori di sostenibilità. Il secondo passo è stato il raggiungimento della certificazione EPD sul latte crudo. Questo rappresenta un grande risultato per la cooperativa. Molti sono i prodotti Granarolo e Yomo ad aver ottenuto la certificazione EPD nel corso degli ultimi 20 anni, ma in Italia sul latte crudo si tratta della prima certificazione EPD in assoluto. La Dichiarazione Ambientale di Prodotto (EPD) è definita dall’Organizzazione Internazionale per la Standardizzazione (ISO) 14025 come una dichiarazione di Tipo III che “quantifica le informazioni ambientali sul ciclo di vita di un prodotto per consentire la comparabilità”. Terzo passo è stato il grande risultato raggiunto sul Benessere Animale: il 100% della filiera Granlatte è certificata Classyfarm e Bonlatte. Classyfarm è la certificazione ministeriale e Bonlatte la certificazione proprietaria, definita con un Gruppo Operativo d’Innovazione finanziato dalla Regione Emilia-Romagna.e da fondi UE, che contempla un significativo numero di indicatori aggiuntivi e fornisce all’allevatore una serie di indicazioni per migliorare nel tempo. Tutti i dati sono inseriti nella piattaforma digitale della cooperativa.

In parallelo, sul fronte dell’economia circolare, Granlatte ha avviato il Progetto Biometano di filiera che prevede la costruzione di dieci impianti consortili in tre anni situati in diverse regioni italiane. Essi produrranno 30 milioni di metri cubi all’anno di metano, ovvero l’equivalente di quanto necessario in termini di energia termica negli stabilimenti italiani di Granarolo, 500.000 tonnellate all’anno di fertilizzante naturale (digestato), evitando l’emissione in atmosfera di 60.000 tonnellate di Co2 eq. Ad oggi cinque impianti consortili sono stati avviati: Gran Metano Mantova (formalizzato), Gran Metano Cremona (formalizzato), Gran Metano Brescia (formalizzato), Gran Metano Crema (ufficializzata la partenza a dicembre 2023), Gran Metano Varese (ufficializzata la partenza a dicembre 2023). Tre invece sono gli impianti di filiera proprietari già in funzione.

In termini di biodiversità è stato siglato un accordo con Conapi per la sottoscrizione di un disciplinare di buone pratiche agricole per la salvaguardia degli insetti impollinatori e la collocazione di arnie all’interno degli allevamenti. Attualmente nelle aziende agricole Granlatte sono presenti 350 alveari sparsi in diverse regioni italiane, per un totale di 17.450.000 api. Ne deriva per gli allevatori la possibilità di richiedere finanziamenti nell’ambito dell’Ecoschema 5 della PAC 2023-2027. Da gennaio 2024 Granarolo è la prima azienda con il marchio “ApprovedByConapiBees” presente anche sulla confezione del Latte Biologico Granarolo. Tra le iniziative rivolte a una transizione sostenibile vi è anche la partenza a fine 2023 di un corso di formazione rivolto ai giovani agricoltori soci di Granlatte di età compresa tra i 25 e i 40 anni che mira a fornire strumenti concreti per far crescere le aziende nel segno della sostenibilità misurata, governando l’efficienza tecnica ed economica e promuovendo la condivisione e la capitalizzazione di conoscenze, esperienze e soluzioni.

“Nell’esperienza del Progetto di Sostenibilità Granlatte si è assunta gran parte degli oneri di progettazione, organizzazione, gestione dei dati e predisposizione della piattaforma digitale, con risultati positivi e apprezzati dai soci perché i singoli allevatori non sarebbero stati in grado di affrontare la complessità di un tale progetto e questo ha come riflesso anche una riduzione degli oneri burocratici”, ha commentato Simona Caselli, Presidente della cooperativa Granlatte. “Tuttavia, l’implementazione e la manutenzione del sistema sono molto impegnative e gli allevatori devono essere sostenuti in questa fase di grandi cambiamenti per le loro aziende, anche in prospettiva dell’entrata in vigore della nuova Direttiva CSRD. La transizione verso modelli sostenibili comporta costi tali che le risorse private dovranno comunque essere affiancate da quelle delle politiche pubbliche, che mantengono un ruolo fondamentale. Data la natura frammentata delle aziende agricole italiane ed europee, un’adeguata diffusione di queste innovazioni in tempi ragionevolmente brevi è possibile solo se affrontate in forma aggregata (cooperative, organizzazioni di produttori, filiere). Uno strumento come l’OCM, applicato anche al settore lattiero-caseario, a supporto dei Piani d’Azione per la Sostenibilità e degli investimenti nella digitalizzazione, nella certificazione e nei sistemi di controllo, sarebbe di aiuto per consentire una efficace transizione ecologica delle nostre filiere. L’OCM potrebbe fornire strumenti utili per favorire l’adozione di buone pratiche innovative, e può essere utilmente affiancato alle misure agro-climatico-ambientali dei PSR (benessere animale, biologico, agroenergia, biodiversità) ed agli eco-schemi della PAC (benessere animale, riduzione dei farmaci, biologico) utili a sostenere gli agricoltori nella fase di transizione”.

SBTi valida gli obiettivi di riduzione gas serra de La Doria

Science Based Targets initiative (SBTi), organismo globale che consente alle aziende di fissare ambiziosi target di riduzione delle emissioni, ha validato gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra de La Doria, gruppo attivo nella produzione di derivati del pomodoro, sughi, legumi e succhi di frutta a marchio della grande distribuzione.

Nello specifico l’azienda si impegna a ridurre, rispetto al 2021, del 46,2% le emissioni di gas serra dirette derivanti dall’attività produttiva (Scope 1) e quelle indirette derivanti per esempio dall’acquisto di energia elettrica (Scope 2) e a ridurre del 32,3% le emissioni a monte e a valle del ciclo produttivo (Scope 3), in particolare quelle relative all’acquisto di beni e servizi grazie alla scelta di fornitori sempre più orientati verso criteri di produzione ESG. La finalità di Science Based Targets initiative (SBTi) è accelerare l’azione delle aziende in tutto il mondo per dimezzare le emissioni entro il 2030, raggiungere le zero emissioni nette entro il 2050 e, allo stesso tempo, fornire alle imprese un percorso definito, valutando e approvando in modo indipendente i risultati raggiunti. L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra CDP, il Global Compact delle Nazioni Unite, il World Resources Institute (WRI), il World Wide Fund for Nature (WWF) e la We Mean Business Coalition.

“La validazione degli obiettivi da parte di STBi rappresenta un grande traguardo per La Doria, si tratta di un’ulteriore conferma dell’efficacia della nostra strategia per salvaguardare l’ambiente, uno dei pilastri fondamentali che guidano le iniziative del Gruppo. Tale strategia si fonda su progetti e azioni concrete che mirano non solo alla riduzione delle emissioni generate dalle nostre attività produttive, ma anche di quelle a monte e a valle della filiera. Il fatto che i nostri obiettivi siano stati validati da SBTi costituisce anche un importante segnale per i nostri partner e interlocutori riguardo l’importanza che i temi legati alla sostenibilità ricoprono per noi” ha commentato Antonio Ferraioli, CEO del Gruppo La Doria.

L’ottenimento della validazione si inserisce nel più ampio percorso di La Doria orientato all’armonizzazione degli aspetti economici, sociali e ambientali, un impegno che viene presentato e rendicontato annualmente all’interno del Bilancio di Sostenibilità. L’azienda da anni mette in pratica azioni volte a promuovere il rispetto dell’ambiente, dei diritti umani e il benessere dei lavoratori. Nello specifico queste azioni si sono tradotte nel 2023 nell’adesione allo United Nation Global Compact (UNGC), la più grande iniziativa di sostenibilità aziendale al mondo basata su dieci principi universali relativi ai diritti umani, al lavoro, all’ambiente e alla lotta alla corruzione. Gli investimenti effettuati negli anni hanno infatti permesso nel 2022 di autoprodurre il 44% del fabbisogno energetico attraverso moderni impianti fotovoltaici e impianti di cogenerazione ad alto rendimento, di ridurre del 10,8% le emissioni di Co2 grazie al recupero termico ed energetico e di recuperare il 98% dei rifiuti.

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