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Tag: ecosostenibilità

Croissant BuonEssere alla ciliegia, la novità firmata Bauli

In Italia si stima che oltre il 50% della popolazione adulta non sia in grado di digerire (e quindi di utilizzare come nutriente per il proprio organismo) il lattosio, zucchero presente nel latte dei mammiferi e assimilabile da chiunque solo dalla nascita fino al raggiungimento del sesto anno di età al massimo. Per soddisfare le esigenze delle persone intolleranti a questo macronutriente o semplicemente di quelle che preferiscono escluderlo dalla propria dieta, Bauli presenta una dolce novità: i Croissant BuonEssere Senza Lattosio alla Ciliegia.

Il gusto ricco e inimitabile della soffice e delicata sfoglia lievitata naturalmente per 20 ore con lievito madre incontra le uova fresche provenienti da galline allevate a terra e alcuni semplici ingredienti. Il risultato? Un “piccolo scrigno” di dolcezza perfetto per la prima colazione (ma non solo!), esaltato dalla farcitura di ciliegie 100% italiane e selezionate, in grado di sprigionare tutto il sapore autentico della frutta.

L’idea perfetta per tutti coloro che non vogliono rinunciare ai dolci piaceri della colazione o di una pausa gustosa. Ma bontà e benessere non sono solo sinonimo di gusto e qualità degli ingredienti, vogliono dire molto di più! Nell’anno che segna il centenario di Bauli, il packaging dell’intera la gamma Croissant (i Classici e BuonEssere) è stato completamente rinnovato all’insegna della sostenibilità: la riduzione delle dimensioni della vaschetta ha infatti avuto un impatto notevole in termini di riduzione dei materiali consumati e di efficientamento logistico. Grazie a questa modifica, ogni anno verranno risparmiati 200 mila kg di carta e 50 mila kg di plastica , oltre ad una riduzione di oltre 1.400 automezzi in circolazione.

Fratelli Carli, a Treviso apre il ventesimo emporio

Aprirà al pubblico sabato prossimo 3 settembre, a Treviso, un nuovo Emporio della catena retail di Fratelli Carli, per la gioia di tutti i buongustai e gli appassionati dei sapori liguri e mediterranei. Per la storica azienda olearia, che dal 1911 vende direttamente al consumatore e consegna a domicilio i propri prodotti in Italia e all’estero, si tratta del 20° punto vendita della catena monomarca e del terzo in Veneto, dopo quello storico di Padova, con oltre 17 anni di attività, e quello recentissimo di Vicenza, aperto invece a luglio scorso.

L’Emporio aprirà nel cuore della città con due ampie vetrine, al numero 7 di Piazza dei Signori, sotto gli antichi portici. Ancora una volta Fratelli Carli sceglie per il suo negozio il centro storico, con le sue eleganti vetrine e le vie del passeggio e dello shopping, il cuore pulsante della città.

L’Emporio Carli offrirà un vero e proprio viaggio nel gusto: vi si trovano non solo il celebre Olio Carli (di Oliva e Extra Vergine), ma tutti i prodotti e le conserve alimentari della tradizione gastronomica ligure e mediterranea come tonno, verdure sott’olio, olive, pesto e sughi pronti, salse, pasta, un’intera gamma Bio, vini, aceti e dolci. L’allestimento delle vetrine realizzato con sgabelli, tappeti e tavolini imbanditi di prodotti, rimanda al tavolo di casa e, con l’ulteriore supporto dei video trasmessi nei grandi monitor/totem, anticipa il viaggio che si potrà vivere all’interno dell’Emporio, dove il tavolo esperienziale e il tavolo promo suggeriscono, invogliano e informano al meglio i clienti con l’ospitalità tipica della famiglia Carli.

Per oltre un secolo Fratelli Carli ha basato il proprio modello di business sulla vendita diretta al proprio consumatore, intuendo che il rapporto diretto con la clientela e la possibilità di conoscere le preferenze di ogni acquirente sarebbero stati vincenti per i propri prodotti, a lungo. Nell’ultimo decennio, a questo canale – che pur rimane fondamentale – l’azienda ha affiancato punti vendita fisici, dove incontrare nuovi consumatori e consentire loro di vivere un’esperienza completamente immersiva tra i valori e le peculiarità della marca.

Proprio la “libertà di scelta” del consumatore resta uno dei punti di forza dell’Emporio che offrirà un’ampia varietà di servizi per fare la spesa: chi visiterà il negozio, potrà scegliere di portarla via con sé oppure di farsela recapitare a casa; sarà possibile prenotare telefonicamente i propri prodotti preferiti e concordare poi la tipologia di consegna; inoltre, si potrà compilare un’apposita “lista della spesa”, scegliendo, ancora una volta, di ritirare il sacchetto pronto alla cassa.

Rimanendo fedele al proprio status di Società Benefit, Fratelli Carli, già dal 2021, si è impegnata in un percorso di ripensamento e ristrutturazione dei propri Empori, per puntare al minor impatto possibile sull’ambiente: dalla scelta delle pitture da interno green oriented, ai materiali di arredo eco- compatibili, come legno e ferro, fino ai cartellini prezzi trasformati da plastica a targhette in PLA biodegradabile. Tutte piccole grandi scelte realizzate con il supporto di Fase Modus, studio di architettura specializzato.

Così commenta Claudia Carli, brand marketing manager di Fratelli Carli: “Siamo particolarmente orgogliosi di raggiungere, con questo nuovo punto vendita trevigiano, quota 20 Empori. Il viaggio dei nostri Empori prosegue dopo aver scoperto, con l’impegno degli anni, di aver colto la giusta curiosità e l’apprezzamento da parte dei nostri consumatori, felici di darci il benvenuto nella propria città e soddisfatti di fare la loro esperienza di gusto. Un cammino che ci stimola e che ci fornisce ottime prospettive di continua crescita in questa direzione”.

Carlos Gonçalo das Neves è il nuovo direttore scientifico EFSA

L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha nominato Carlos Gonçalo das Neves nuovo direttore scientifico EFSA. Das Neves, di nazionalità portoghese e norvegese, attualmente direttore del settore ricerca e internazionalizzazione presso l’Istituto veterinario norvegese (NVI) e docente universitario presso la Facoltà di Scienze della salute dell’Università artica della Norvegia (UiT), assumerà le nuove funzioni il 1° novembre 2022.

Das Neves è stato in precedenza responsabile del dipartimento di virologia nonché di sicurezza alimentare e minacce emergenti presso l’NVI. Titolare di dottorato di ricerca in scienze veterinarie, le sue materie di ricerca e insegnamento includono la salute animale, la biodiversità, le minacce emergenti e l’approccio One Health per una salute unica globale.

“Attendiamo con impazienza di dare il benvenuto a Carlos Gonçalo das Neves come nostro nuovo direttore scientifico. La sua esperienza internazionale costituirà un forte valore aggiunto per l’EFSA nella sua missione di costruire partenariati duraturi nei settori della sicurezza alimentare, della salute unica globale One Health e della sostenibilità”, ha dichiarato Bernhard Url, direttore esecutivo dell’EFSA .

Ricalcando le orme del precedente direttore scientifico EFSA, Marta Hugas, andata in pensione all’inizio dell’anno, das Neves svilupperà la strategia scientifica dell’EFSA e fungerà da ambasciatore scientifico dell’Autorità, promuovendo la cooperazione e l’innovazione sia all’interno che all’esterno dell’EFSA.

“Sono enormemente grato per l’opportunità di entrare a far parte della famiglia EFSA e della sua straordinaria rete di scienziati, che garantiscono che il cibo sia sicuro, sano e sostenibile. Come forte sostenitore dell’approccio di salute unica globale One Health, in veste di nuovo direttore scientifico dell’EFSA mi auguro di riuscire a contribuire a collegare ancora meglio tutti noi che operiamo con questa missione comune per l’Europa e il nostro pianeta”, ha dichiarato das Neves.

“La protesta dei bambini”, parte la nuova campagna di Mielizia

Salvare le api e vivere in armonia con il pianeta è il tema che affronta lo spot della nuova campagna pubblicitaria Mielizia che tornerà on air dal 28 agosto al 10 settembre nel formato 30” sui canali tematici per bambini e ragazzi Booing e Cartoonito, Rai Gulp, Freesbee e K2.

Lo spot Mielizia si sviluppa in una collezione di estratti video inviati da tutto il mondo per associare singole voci e farle diventare un’unica protesta. I protagonisti sono i bambini di oggi, la cosiddetta Alpha Generation, e la loro voglia di verità. Una verità che ci chiede risposte: sull’ambiente e il futuro delle api.

Due mondi che si incontrano quello di Mielizia, icona simbolo della salvezza delle api, e della Gen Alpha, perché è proprio a partire dai bambini che si possono mettere le basi per un futuro migliore attraverso un agire sostenibile. Sempre insieme, per la difesa della biodiversità.

Cantine di Verona, inaugurato il nuovo impianto di imbottigliamento

Cantine di Verona continua la sua crescita e presenta il nuovo impianto di imbottigliamento di Cantina di Custoza, inaugurato a fine luglio nella sede di Sommacampagna (Verona). La realizzazione della linea, tra le più grandi della provincia scaligera e prevista nel piano di sviluppo economico e commerciale della società post fusione, rientra nel progetto di finanziamento 4.0 ed è dotata di tutte le più moderne tecnologie di controllo.

L’impianto consentirà l’incremento della capacità di imbottigliamento, che si attesta in 10.000 bottiglie all’ora, e la possibilità di completare la filiera con mezzi propri, producendo internamente anche vini spumanti e frizzanti, la cui gestione fino a questo momento veniva affidata a terzi con impianto mobile.

La progettazione della linea di imbottigliamento è stata affidata allo staff tecnico di Cantine di Verona composto dal direttore generale Luca Degani e dagli enologi Luca Oliosi e Michele Peroni. “La linea di imbottigliamento che abbiamo inaugurato è un altro importante passo per affrontare al meglio le sfide commerciali che ci attendono come gruppo – dichiara Luigi Turco, presidente di Cantine di Verona – Potremo così presentarci sui mercati con maggiore forza, per essere ancora di più ambasciatori delle denominazioni vinicole veronesi”.

“Dal punto di vista tecnologico questa linea soddisfa appieno tutte le nostre necessità commerciali, consentendoci di produrre sia vini fermi che spumanti e frizzanti nei più diversi formati – continua il direttore generale Luca Degani. Inoltre, con le nuove tecnologie applicate, riusciamo a garantire uno standard elevatissimo sia dal punto di vista della sicurezza alimentare sia da quello dell’integrità del prodotto. Abbiamo ottimizzato anche la fase dei lavaggi dell’impianto, riducendo al minimo i consumi di acqua, bene sempre più prezioso, allo scopo di adottare pratiche ancora più sostenibili”.

MD, parte progetto di risparmio energetico su 800 punti vendita

Individuare una buona pratica di ottimizzazione dell’utilizzo dell’elettricità da estendere a tutta la rete vendita. È questo il principio ispiratore dell’iniziativa di MD che ha concluso una sperimentazione finalizzata al risparmio energetico, condotta su 12 negozi dalle caratteristiche eterogenee, ma considerate fortemente rappresentative della rete vendita. Gli ottimi riscontri hanno portato il Cavalier Podini a decidere di applicare da subito una buona pratica dalla grande portata ambientale che, estesa a tutti i negozi già a partire dalla prossima settimana, garantirà un risparmio annuo di circa 10 milioni di KWh, ossia 1870 TEP (tonnellate equivalenti di petrolio).

Il progetto pilota – Sono stati dodici i punti vendita distribuiti su tutto il territorio nazionale che, nel periodo compreso tra l’11 e il 20 luglio, hanno spento il 50% dell’impianto di illuminazione dell’area vendita. Un gesto che, senza penalizzare la chiarezza dell’offerta a scaffale, ha ricevuto un’accoglienza positiva sia da parte della clientela che del personale di tutti i negozi, scelti appositamente tra gli oltre 800 affinché potessero essere il più possibile paradigmatici per format, fatturato e collocazione geografica. Ancora una volta MD si dimostra in prima linea sui temi della sostenibilità e del consumo responsabile, con un impegno che si traduce – come nella filosofia dell’azienda – in gesti concreti.

“La nostra politica di ottimizzazione energetica sui punti vendita è un gesto importante e significativo per la tutela dell’ambiente che richiede il contributo consapevole di ciascuno di noi” – commenta Patrizio Podini Presidente di MD S.p.A. “Siamo pronti ad estendere alla nostra rete l’intervento in modo da coprirla interamente nel più breve tempo possibile. Auspichiamo che il settore distributivo possa seguire il nostro esempio e mettere in atto sempre più azioni concrete che abituino tutti a una maggiore sensibilità nei confronti del dispendio energetico”.

Una volta esteso all’intera rete vendita, questo spegnimento parziale garantirà un risparmio stimato in circa 10 milioni di KWh in un anno, ossia 1870 TEP (tonnellate equivalenti di petrolio) con la conseguente riduzione di emissioni di CO2 in atmosfera, consentendo inoltre di rimettere in circolo energia preziosa a disposizione della collettività. Un accorgimento reso possibile nell’immediato dalla lungimiranza di MD che ha previsto per tutti i suoi negozi un impianto elettrico che consente la parzializzazione.

La politica energetica di MD – Impianti fotovoltaici installati sui punti vendita di nuova realizzazione e sui centri di distribuzione, monitoraggio dei consumi della rete da remoto, segnalazione in tempo reale ai singoli negozi degli allarmi “porte aperte delle celle”, sensori per la regolazione della luminosità e l’accensione e spegnimento degli impianti sono solo alcuni esempi dell’attenzione di MD in termini di sostenibilità e contenimento dei consumi e degli sprechi energetici.

“Ogni anno investiamo per promuovere nuovi progetti ed attività di efficientamento” – conclude Podini – “perché da sempre ci assumiamo un compito di responsabilità nei confronti della nostra comunità, di cui vogliamo favorire il benessere in un’ottica win win. Credo che stiamo vivendo un momento storico che richiede un ripensamento della crescita, da intendere non come accesso a risorse illimitate quanto un loro utilizzo consapevole e ottimale”.

Una visione di grande attenzione verso l’ambiente e le risorse che verrà riassunta nell’annunciata prima relazione sulla sostenibilità, propedeutica alla redazione di un bilancio di sostenibilità già nel prossimo esercizio.

Apo Conerpo in prima fila contro il cambiamento climatico

Pesche, susine e albicocche possono aiutare a combattere il cambiamento climatico: è quanto dimostrano le ricerche svolte sul campo da Apo Conerpo, principale Organizzazione di Produttori ortofrutticoli d’Europa. Grazie alle buone pratiche agronomiche che la OP promuove fra i propri soci è possibile produrre frutta estiva di alta qualità utilizzando fino al 50% di acqua in meno, contenendo la spesa energetica per i carburanti, riducendo del 60% l’anidride carbonica prodotta dal processo di coltivazione e, addirittura, immobilizzando centinaia di migliaia di tonnellate di CO2. Un ulteriore tassello che dimostra come il pianeta Terra possa contare su un grande baluardo a difesa dell’ambiente: la frutticoltura europea, promossa da In&Out, campagna promozionale cofinanziata dall’Unione Europea con l’obiettivo di valorizzare la qualità, la salubrità e la sostenibilità della frutta e della verdura comunitaria.

“Il problema idrico ed energetico è sempre più pressante – commenta Davide Vernocchi, presidente di Apo Conerpo – e a questi si affianca il grave tema dell’innalzamento delle temperature che ha effetti nefasti anche sulla produzione agricola. A torto la frutticoltura è sempre più spesso additata come una causa del problema, accusata di sprecare acqua, di inquinare l’ambiente con i fitofarmaci e di impoverire la terra. Ma la verità è ben diversa: da oltre 20 anni Apo Conerpo utilizza il modello della produzione integrata, un insieme di pratiche agronomiche che consente di ridurre e razionalizzare l’impiego di mezzi chimici, applicare metodi a basso impatto ambientale e al contempo ottenere prodotti di elevata qualità. Oggi, grazie all’impegno dei nostri soci, nei frutteti vengono messe in opera tecniche specifiche che permettono di essere ancora più virtuosi sul fronte del risparmio idrico e della riduzione delle emissioni di gas clima-alteranti, risparmiando nel contempo energia, carburante e fitofarmaci. Le drupacee, pesche, nettarine, albicocche e susine, rappresentano un ottimo esempio dei risultati di questo impegno”.

Fra i frutti più apprezzati dell’estate, le drupacee sono state oggetto di una ricerca approfondita: “Lo studio che abbiamo effettuato ha messo a confronto diverse modalità di produzione delle drupacee – spiega Monica Guizzardi, responsabile dell’ufficio tecnico di Apo Conerpo: una coltivazione, per così dire, tradizionale senza particolari attenzioni sul fronte ambientale e una realizzata secondo il modello della produzione integrata a cui sono state applicate anche una serie di buone pratiche agronomiche di cui promuoviamo la diffusione fra i nostri soci. I risultati sono di assoluto rilievo: se, nel caso di una produzione tradizionale, ci troviamo di fronte a una produzione di anidride carbonica di 0,13 kg per ogni kg di pesche, nel caso della produzione integrata con buone pratiche questo valore scende a 0,05 kg per ogni chilo di frutta, ben il 62% in meno. Lo stesso accade con il consumo di acqua che passa da 195 dm3 per kg di pesche ad appena 101 dm3, praticamente il 50% in meno grazie all’applicazione di tecnologie sempre più precise come sensori nel terreno che rilevano l’esatta quantità d’acqua necessaria alle piante per uno sviluppo ideale del frutto. In un periodo di prolungata siccità come quello che stiamo affrontando si tratta di un risparmio estremamente impattante. Anche sul fronte dei consumi, infine, si registrano risparmi consistenti: tecniche come la confusione sessuale consentono di ridurre il numero di trattamenti con fitofarmaci per difendere le piante dai parassiti e questo, in concreto, significa una diminuzione fino al 50% dei passaggi degli atomizzatori lungo i frutteti, con un importante risparmio economico e ambientale per il carburante”.

Ma cosa si intende quando si parla di “Buone pratiche”? “Ci riferiamo a una serie di tecniche agronomiche che puntano a conciliare un’ortofrutticoltura tra le più intensamente produttive d’Europa con la salvaguardia dell’ambiente e la salute dei consumatori – spiega Guizzardi. Questo significa non solo rispettate i limiti per l’utilizzo dei fertilizzanti previsti dai disciplinari regionali ma anche, solo per citarne alcune, applicare specifiche attrezzature ed impianti per ridurre al minimo il consumo dell’acqua, utilizzare trappole per il monitoraggio dei parassiti ed applicare metodi di lotta sostenibile come la già citata confusione sessuale al fine di contenere al massimo i trattamenti fitosanitari, sfruttare le opportunità offerte dall’agricoltura di precisione. In questo modo possiamo produrre meglio, con una qualità maggiore e tutelando l’ambiente”.

Drupacee amiche dell’ambiente, quindi: “Nella lotta al cambiamento climatico è essenziale ridurre le emissioni di gas clima-alteranti. Ecco perché è importante ricordare l’attività di stoccaggio del carbonio delle piante dei nostri frutteti – conclude Vernocchi: la stima è che i nostri alberi da frutto sottraggano all’atmosfera oltre 400.000 tonnellate di CO2 ogni 12 mesi, un valore pari alle emissioni annuali di oltre 30.000 persone o quelle di 13 milioni di km percorsi da un aereo di linea. E le drupacee, in questo contesto, rivestono un ruolo di primo piano: è possibile stimare che a ogni tonnellata di pesche prodotte dai soci di Apo Conerpo corrispondano 24 Kg di anidride carbonica in meno nell’atmosfera”.

Fatturato 2021 a 37 milioni di euro per Romagnoli F.lli SpA

Romagnoli F.lli Spa, tra le principali realtà ortofrutticole italiane, ha chiuso il 2021 con un fatturato di oltre 37 milioni di euro. L’export si attesta al 3% del fatturato complessivo. Si registra una lieve flessione della quantità di patate da consumo commercializzate, pari a 29.355 tonnellate, in linea con la tendenza del mercato italiano.

“Dopo un’annata record come quella del 2020, del tutto eccezionale e certamente anomala in termini di consumi – sottolinea Giulio Romagnoli, amministratore delegato Romagnoli F.lli Spa – il ritorno ad una relativa normalità, l’inflazione e i rincari energetici, hanno avuto un impatto significativo sugli acquisti degli italiani. La nostra azienda ha portato a termine tutti i suoi progetti con ottimi risultati, senza rinunciare alla visione di lungo termine e proseguendo nel proprio percorso di continuo miglioramento di metodi, pratiche e tecniche, testimoniato da riconoscimenti di prestigio e dal rapporto di piena fiducia con gli stakeholder.

La società, ben consapevole delle crescenti difficoltà che le aziende agricole stanno incontrando a causa dei cambiamenti climatici e della sempre maggiore aggressività di alcuni patogeni, ha concentrato la propria attività sempre più verso innovazione e ricerca, al fine di dare risposte certe a un comparto pataticolo che rappresenta uno dei fiori all’occhiello del sistema ortofrutticolo nazionale. Focus della strategia commerciale dell’azienda la difesa della marginalità, anche a scapito dei volumi, selezionando nei limiti del possibile i canali commerciali nell’ambito della Gdo e Do nazionale”.

Tra le tipologie di prodotti più venduti, il 2021 ha confermato il successo delle patate Selenella e della Patata di Bologna Dop, due marchi sempre più apprezzati dai consumatori, garanzia di qualità, territorio e sostenibilità. Ottime le vendite anche della linea di patate èVita Residuo Zero, che a breve sarà affiancata da altre referenze, frutto di un percorso di ricerca sviluppato in collaborazione con il Dipartimento per l’Innovazione nei sistemi Biologici, Agroalimentari e Forestali (Dibaf) dell’Università della Tuscia e Legambiente, le patate, certificate Check Fruit, sono naturalmente tolleranti ai principali patogeni. Un prodotto in linea con la strategia “Farm to Fork”, orientata alla promozione di una filiera agroalimentare sostenibile a trecentosessanta gradi.

Buone performance infine anche per la Patata di Campo- Amica dell’Ambiente, da tempo presente sul mercato, e oggi di grande attualità per i contenuti di sostenibilità e tutela della risorsa idrica alla base degli obiettivi del progetto. La referenza è protagonista dell’iniziativa eco-solidale “Una mano dal campo”, promossa da Legambiente insieme a Romagnoli F.lli Spa e Ce.Di.Gros a favore del Banco Alimentare del Lazio ODV, molto apprezzata dai consumatori, che hanno confermato grande sensibilità verso temi ambientali e le fasce meno abbienti della popolazione.

Romagnoli F.lli Spa ha recentemente presentato il suo primo Rapporto di Sostenibilità, redatto in conformità ai “Global Reporting Initiative Sustainability Reporting Standards” definiti dal Global Reporting Initiative (GRI), standard internazionale per la rendicontazione dell’informativa di sostenibilità. Uno strumento di fondamentale importanza nell’ottica del continuo miglioramento e della crescita, che ha consentito a Romagnoli F.lli di ottenere il prestigioso rating ESG.

Tonitto 1939: oltre 2000 tonnellate di CO2 risparmiate in 13 anni

Oltre 2000 tonnellate in meno di CO2 e una riduzione del 50% di acqua utilizzata nelle produzioni. Tonitto 1939, azienda leader in Italia per il sorbetto e per i gelati senza zuccheri aggiunti e da oltre 20 anni in prima linea in favore dell’efficientamento energetico e della riduzione dell’impatto ambientale, rinnova il suo impegno verso la sostenibilità e la salvaguardia del pianeta anche in conseguenza dei cambiamenti climatici che sempre più impattano sulla vita quotidiana.

La realtà ligure, di proprietà da tre generazioni della famiglia Dovo, nel 2009 ha installato un impianto fotovoltaico all’avanguardia all’interno della struttura produttiva, che ha permesso negli ultimi 13 anni di evitare la dispersione nell’aria di oltre 2000 tonnellate di CO2. Un’azione che ha consentito non solo di migliorare l’impatto ambientale, ma allo stesso tempo di contenere nel tempo i costi, mantenendo ritmi di produzione elevati e massima qualità nella realizzazione dei prodotti.

Un senso di responsabilità contro l’inquinamento, ma anche una concreta riduzione degli sprechi e del consumo di acqua. Con la siccità che sta imperversando negli ultimi anni in tutta Italia e anche in Liguria, Tonitto 1939 da tempo ha implementato sistemi di recupero e riutilizzo dell’acqua calda per i processi produttivi che permettono di ridurre i consumi del 50%. Inoltre l’azienda ha attivato sistemi di controllo intelligente delle temperature delle celle frigorifere per evitare inefficienze e non disperdere ulteriore energia durante l’intero ciclo produttivo del gelato.

“La nostra attenzione alla sostenibilità è presente nella nostra azienda fin da nostro nonno, che nella sua latteria utilizzava ingredienti di alta qualità provenienti da filiera cortissima – afferma Luca Dovo, AD Tonitto 1939. In un momento così particolare della storia, questo impegno diventa indispensabile non solo per la salvaguardia dell’ambiente che ci circonda, ma anche per efficientare e aumentare le potenzialità della nostra azienda. Per questo abbiamo scelto oltre vent’anni fa di iniziare un percorso green che ha portato all’installazione di un impianto fotovoltaico, ad interventi sulle linee produttive per evitare gli sprechi, fino al riutilizzo dei materiali presenti all’interno degli uffici”.

L’azienda genovese ha inoltre scelto di inserire nella sua CSR (Corporate Social Responsibility) cinque dei diciassette obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall’ONU fino al 2030. Due di questi sono “energia pulita e accessibile” e “consumo e produzione responsabile” che toccano proprio il tema sostenibilità non solo dal punto di vista dell’azienda, ma anche dei prodotti che vengono realizzati: dal 2020 Tonitto 1939 ha infatti deciso di rinnovare il packaging dei propri sorbetti e gelati, optando per una conversione sempre maggiore dalla plastica (polipropilene) al cartone alimentare.

“Abbiamo sempre pensato che investire risorse e ricerca in sostenibilità fosse la migliore soluzione per tagliare traguardi importanti anche a livello di business, convogliando i maggiori sforzi sia nella universalità dell’azienda, sia nel prodotto finito – spiega ancora Dovo. Questa scelta sta avendo un grande successo anche sui mercati internazionali e ci consente di essere competitivi con i più importanti player di mercato”.

Amadori e la sostenibilità ambientale

Il gruppo Amadori, settima azienda agroalimentare italiana, è in comunicazione per presentare il suo report di sostenibilità, strumento di rendicontazione degli asset strategici e degli obiettivi futuri del piano industriale. Diversi gli ambiti e le funzioni aziendali coinvolte nel progetto, che consolida la relazione con gli stakeholder dell’azienda e rinsalda le basi del piano di sviluppo sostenibile di Amadori, che prevede investimenti da oltre 400 milioni di euro nei prossimi quattro anni.

Per Amadori, essere sostenibili significa contribuire alla creazione di un sistema alimentare equo e rispettoso dell’ambiente, delle persone e degli animali, che trova il suo fondamento in una filiera italiana integrata in tutte le sue fasi, controllata e certificata, dalle sementi alla GDO, passando per gli allevamenti e i siti di trasformazione alimentare. Un impegno che contraddistingue da sempre il modello imprenditoriale dell’azienda e che le permette di allinearsi alla strategia Farm to Fork, al centro del Green Deal europeo.

“La sostenibilità ambientale, sociale ed economica non è un esercizio di stile, ma un investimento reale e costante, i cui risultati sono il frutto di una riflessione strutturale profonda, nonché di un confronto con gli stakeholder che ne prevede il pieno coinvolgimento” – commenta Francesco Berti, Amministratore delegato Amadori Spa. In virtù di questa relazione abbiamo programmato numerose iniziative di relazione e comunicazione, tra cui survey, incontri e campagne sui media, con l’obiettivo di avviare un percorso di transizione condiviso e partecipato da tutta la comunità del gruppo”.

Diverse le azioni messe in campo negli ultimi giorni per dare visibilità e accompagnare la diffusione del report e dell’impegno sostenibile di Amadori. Una pianificazione media sulle pagine dei principali quotidiani, un sito dedicato, una campagna sui social, più una serie di incontri con gli stakeholder. Anche i dipendenti dell’azienda, più di novemila, sono stati coinvolti attraverso la comunicazione interna.

Per le attività di comunicazione, realizzazione grafica editoriale del report, nonché di relazione, Amadori ha scelto l’agenzia Homina, dotata di una trentennale expertise nel settore agroalimentare. La campagna media è stata curata dall’agenzia VMLY&R.

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