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Italiani e Fase 2: tutto dipende da una (buona) comunicazione. I dati GfK

Dal 4 maggio l’Italia ha ricominciato lentamente a riaprire dopo quasi due mesi di lockdown. È ormai chiaro che la cosiddetta Fase 2 sarà un percorso graduale verso una “nuova normalità”. Ma dopo la crisi legata al Coronavirus saremo gli stessi di prima? Quali scenari si profilano dal punto di vista dei consumi, del sentiment e della comunicazione?

Durante il live event “Attivarsi per la Fase 2: insight GfK su Largo Consumo, Media e Comunicazione” gli esperti GfK hanno fornito nuovi spunti alle aziende su come affrontare la crisi attuale e l’incertezza futura. Tutti gli insight presentati derivano dal monitoraggio settimanale a 360 gradi sugli effetti del Coronavirus sui mercati, i consumatori e i media che GfK ha attivato nel mese di febbraio.

Nuove abitudini di spesa nel Largo Consumo

Daniele Novello -Sub-Lead Consumer Insight – ha parlato di come è evoluto il sentiment dei consumatori italiani nelle ultime settimane, presentando i risultati più aggiornati della ricerca GfK COVID-19 Tracking, che da quasi un mese monitora l’evoluzione su base settimanale delle abitudini, gli stili di vita e le strategie di acquisto degli italiani.

Nel suo intervento “FMCG Shopper unlocked” Marco Pellizzoni– Commercial Lead Consumer Panels – ha sottolineato come l’emergenza COVID-19 sta rivoluzionando le abitudini di acquisto nel Largo Consumo. “Nelle prime settimane del lockdown è cresciuta in maniera significativa la spesa nel FMCG (+19,8%), in particolare per  famiglie giovani con bambini. – Spiega Marco Pellizzoni. Gli italiani continuano a fare scorta di prodotti, riducendo la frequenza di acquisto. È cambiato profondamente il Channel Mix, con la crescita dei canali di prossimità (inclusi i negozi tradizionali) e dell’online: l’11,5% delle famiglie italiane ha fatto la spesa online a marzo. Una abitudine nuova per molti (il 37% non aveva mai fatto la spesa online nell’ultimo anno) ma con grandi potenzialità di crescita: infatti a marzo il 19% degli Italiani ha provato a fare la spesa online ma non c’è riuscita, per limitazioni del Canale nel gestire una domanda esplosa”. Oltre ai prodotti di prima necessità e quelli legati alla pulizia, durante il lockdown sono cresciuti tutti i prodotti legati alla sfera del Benessere (Biologico, Plant Based, Senza Lattosio e Senza Glutine).

Ma cosa possiamo aspettarci per la Fase 2? Spiega Pellizzoni: “Le categorie con maggiore prospettiva di crescita sono quelle che hanno attivato Penetrazione aggiuntiva nelle ultime settimane e che sono in linea con le nuove occasioni di consumo che, in molti casi, continueranno anche nella Fase 2. Vengono meno le leve tattiche da azione in-store e ritorna centrale la comunicazione, anche da indirizzare a target di acquirenti profondamente diversi dal solito. Per sostenere la crescita durante la Fase 2, sarà centrale focalizzarsi sul mantenimento della Penetrazione, ripensare il ruolo dei Canali e stare più vicino al Consumatore, anche valutando il Direct to Consumer.”

Comunicazione di marca e strategie multimediali

Dall’inizio dell’emergenza Coronavirus, GfK sta monitorando come le aziende stanno adattano le proprie strategie di comunicazione alla crisi e ha attivato un monitoraggio settimanale per seguire l’evoluzione dei sentiment e delle attese dei consumatori nei confronti della comunicazione. Durante la web conference, Cristiana Zocchi-Solution Lead Marketing Effectiveness- ha presentato i risultati del monitoraggio, facendo il punto sul come sta reagendo la comunicazione di marca e su quali sono le attese future dei consumatori. Le nostre ricerche mostrano un elevato interesse a mantenere attivo il dialogo – commenta Zocchi – attraverso una comunicazione che dovrà però adeguarsi alla nuova normalità. Nelle attese delle persone, le aziende dovranno porre attenzione ad alcuni temi di responsabilità sociale ed economica, portati in primo piano dalla pandemia. I brand saranno poi chiamati a rispondere ai ‘nuovi’ bisogni dei cittadini-consumatori con iniziative di marketing e comunicazione specifiche per il settore in cui operano”.

Anche la fruizione dei Media è cambiata molto dopo l’inizio dell’emergenza COVID-19. Ne hanno goduto in maniera importante TV (+18%) e Web (+25%), che fanno registrare incrementi inediti, trainati da un’altissima domanda di contenuti informativi, di intrattenimento, di comunicazione. La Radio, nonostante il collasso del drive time, ha mantenuto buoni livelli di fruizione grazie, da un lato, a una consistente porzione di popolazione che ha continuato a muoversi (prevalentemente in auto), dall’altro alla possibilità di essere ascoltata attraverso un gran numero di piattaforme. Segnali simili arrivano anche dal lato della Stampa (fisica o digitale).

Durante il lockdown gli italiani sono diventati anche più multimediali, come ha spiegato Giorgio Licastro -Solution Lead Media Measurement-: “In generale la ‘carcerazione’ forzata a casa ha indotto gli Italiani ad attivare nuove modalità di fruizione dei mezzi e li ha resi più multimediali. Inducendo le generazioni più giovani a scoprire e aprirsi ai mezzi tradizionali, e le generazioni più mature ad accelerare la conversione al digitale. Tutto questo può essere un lascito per la nuova normalità, alla fine dell’emergenza sanitaria”.

In chiusura della conference, Giuseppe Minoia -Insight Advisor- ha presentato una riflessione sul ruolo “salvavita” che ha l’Entertainment ha avuto durante il lockdown – e che può avere ancora nella Fase 2. “Gli italiani, i cittadini, i consumatori come si comporteranno nella riapertura, dopo la fase acuta di COVID-19? Dai nostri dati settimanali affiora un consumatore bifronte, rispettoso degli input degli esperti, ma anche desideroso di tornare a fare altro, ad intrattenersi con altri, insomma motivato verso l’Entertainment. Dopo tanto smart working, schooling e shopping,  vogliamo tornare a rilassarci, da soli e con gli altri”.

Secondo i dati GfK, gli acquirenti di Entertainment sono cresciuti negli ultimi due anni e anche nella Fase 2 ci sono molte opportunità per questo settore: “Gli italiani non vedono l’ora di uscire  con gli amici, fare un viaggio, fare shopping non da soli, andare al bar e al ristorante, tornare dall’estetista e in palestra, entrare di nuovo in un cinema, in un teatro, in uno stadio, in un evento. Per ora non si può fare, ma i consumatori di Entertainment non vedono l’ora di poter essere i primi ad uscire per condividere questi consumi che ieri chiamavamo esperienze. Per gli operatori del settore è quindi fondamentale tornare a comunicare e a programmare, elaborando anche nuove strategie di promozione e vendita in ottica early bird”.

Gruppo Marzotto: showroom virtuale con la piattaforma Bsamply

La società del Gruppo Marzotto, presenterà le proprie collezioni online grazie alla piattaforma Bsamply e all’app di realtà aumentata ICatalog. Un percorso intrapreso già lo scorso anno, ma che la pandemia ha reso fondamentale.

Gestire l’intero processo d’ordine senza un incontro fisico fra buyer e venditori, facendo fronte alle limitazioni imposte dalla situazione attuale e riducendo significativamente l’impatto ambientale: sono queste le motivazioni che hanno spinto Marzotto Lab ad accelerare il proprio processo di digitalizzazione. A fare da apripista saranno i marchi Redaelli Velluti, dal 1893 eccellenza italiana celebre per i suoi velluti di alta gamma per abbigliamento e arredamento, e Tessuti di Sondrio, leader nella produzione di tessuti in cotone, lino e misti per l’abbigliamento di alta gamma attivo sin dalla metà dell’Ottocento.

“Da ormai due anni a questa parte, l’online rappresenta per noi un progetto centrale. La situazione in cui ci troviamo oggi, però, l’ha reso una necessità ancor più stringente – spiega Luca Vignaga, CEO di Marzotto Lab, il contenitore sperimentale e fortemente orientato all’innovazione dello storico gruppo Marzotto – Abbiamo intrapreso il percorso verso il digitale con lo scopo di ripensare il processo di vendita per abbassarne l’impatto ambientale, con l’obiettivo futuro di integrare online e offline. Attualmente questi strumenti ci permettono di essere vicini e attenti ai nostri clienti, così da essere di massimo supporto nel processo di ideazione delle loro collezioni”.

A rendere possibile questa trasformazione digitale è stata Bsamply, la B2B sales platform che consente di esporre le proprie collezioni online attraverso la creazione di private showroom, nonché richiedere campioni e inviare ordini. Se l’anno scorso il suo utilizzo era strettamente legato alle manifestazioni fieristiche e permetteva ai clienti di consultare le specifiche e ordinare tramite web i tessuti visti presso lo stand di Marzotto Lab, quest’anno la digitalizzazione delle collezioni si rivela vitale per far fronte alle nuove esigenze imposte dal distanziamento sociale. Lo showroom virtuale di Marzotto Lab presente sulla piattaforma, infatti, è una vera e propria meeting room nella quale il buyer può dialogare con il venditore su appuntamento. La vendita online imita il più possibile quella tradizionale, un modo per far sì che il valore aggiunto dato dal capitale umano non venga meno. Per i clienti più affezionati, vi è poi la possibilità di svolgere l’acquisto in totale autonomia, comprando tessuti già conosciuti o scelti in passato. Non solo, a partire dal 15 luglio e fino al 15 settembre, Marzotto Lab prenderà parte a Bsamply tradeshow Project, una vera e propria fiera online che garantirà a fornitori di materie prime e brand di vivere un’esperienza a 360°.

A completare l’ambizioso progetto sarà poi l’app di realtà aumentata Tessuti di Sondrio ICatalogue. Sviluppata in collaborazione con SENSE Immaterial Reality, permetterà un’esperienza reale della collezione Ready 4 Life Tessuti di Sondrio, articoli a stock service sempre disponibili anche per ordini di piccole dimensioni. Grazie alla tecnologia 3D, infatti, sarà possibile visualizzare i tessuti in movimento sullo schermo del proprio smartphone, verificandone caratteristiche come la caduta, altrimenti difficili da percepire senza l’ausilio di una terza dimensione.

Fase 2: pronta la telecamere termica, capace di “chiudere le porte”

Si chiama “DET2000BT” e apparirà in Italia durante la “Fase 2” dell’emergenza: “Sembra un tablet, è uno strumento rivoluzionario: blocca le porte automatiche e manda un avviso vocale per lanciare l’allarme. È necessario per evitare nuovi contagi”- spiega Leonardo Borinato (Borinato Security) che è riuscito ad importare per primo in Italia questo modello.

Lentamente l’Italia tornerà alla normalità, la “Fase 2” dell’emergenza Coronavirus riaprirà aziende e uffici nei prossimi giorni. Ma per evitare nuovi contagi i luoghi pubblici e di lavoro dovranno tutti dotarsi di uno strumento che garantisca l’ingresso solo a chi non ha la febbre e indossa la mascherina. I giganti della tecnologia cinese hanno già risolto il problema, immettendo sul mercato modelli di telecamere termiche innovative, capaci di analizzare istantaneamente flussi di persone in aree di passaggio come stazioni e centri commerciali.

La risposta italiana a questa esigenza arriva da una innovativa telecamera termica, la DET2000BT, venduta in Italia con il marchio Bos dall’azienda Borinato Security di Val Liona, nel Vicentino. Si tratta un tablet, installato su un piedistallo, che viene collocato all’ingresso dei negozi. Il cliente si avvicina e in un solo secondo la telecamera legge con un sensore termico la temperatura corporea dal volto con una precisione di 0,3 gradi. Inoltre, vede se la persona porta o meno la mascherina. In caso di febbre o mancata protezione, una voce avvisa i presenti della violazione in corso, scatta un allarme che può bloccare le porte automatiche oppure avvisare l’addetto alla reception che qualcuno sta rischiando di moltiplicare il contagio.

 

Fase 2: arriva il fast delivery a sostegno dei negozi di vicinato

L’e-commerce di vicinato: la via per ricominciare. Da qui nasce “We support locals”, la piattaforma per il fast delivery, sviluppata dall’agenzia fiorentina WeRad, pensata per mettere le attività di vicinato nelle condizioni di attivare in poche mosse il servizio di vendita con formula take away o consegna a domicilio.

Non solo bar, ristoranti e pasticcerie, già più familiari al concetto della consumazione da asporto: l’esigenza di riconnettersi con il tessuto cittadino e trovare un’altra modalità di vendita è trasversale. Dal negozio di abbigliamento all’artigiano, dal fioraio alla rivendita di materiale da ufficio, articoli per la casa o oggetti di design, dal supermercato fino alla bottega di alimentari e l’enoteca, anche i negozianti che hanno meno confidenza con la tecnologia saranno in grado di dotarsi di un sistema pratico e veloce per iniziare subito a ricontattare i propri clienti. O trovarne di nuovi in rete.

La consulenza comprende nel complesso: acquisto del dominio per la realizzazione del sito web, set up della piattaforma con primo inserimento di contenuti (ovvero i prodotti in vendita), un’ora di formazione per la gestione autonoma del sistema, avviamento dei canali social (Facebook, Instagram e LinkedIn) per la promozione online del servizio. Eventualmente è possibile richiedere anche un servizio fotografico professionale. Una volta impostato il proprio ecommerce, sarà possibile anche definire orari di consegna per il ritiro sul posto in negozio o al ristorante, scaglionando la clientela ed evitando code e assembramenti.

“Già dai primi giorni di lockdown – dichiara WeRad – ci siamo resi conto che le piccole strutture avrebbero avuto bisogno di una mano per digitalizzare la loro attività e ridistribuire i costi dei dipendenti, o dei soci stessi, impiegando il loro tempo nelle consegne a domicilio. Le consegne devono avere un costo contenuto in questo momento, ma la gestione dei costi è possibile solo se si è proprietari di una piattaforma comoda ed economica. Altrimenti è necessario appoggiarsi a strutture che hanno costi maggiori. Per questo abbiamo sviluppato una piattaforma personalizzabile e in grado di contenere i costi”.

Per andare incontro alle attività provate dalla serrata prolungata, il pacchetto “We support locals” è offerto gratuitamente per il primo mese, in modo che le attività possano rendersi conto dell’effettiva necessità e del ritorno economico. Nella fase successiva la gestione sarà offerta in abbonamento, sempre a costi contenuti.

Radio in store: così si comunicherà con i clienti nella Fase 2

Nella fase 2 di riapertura, sarà fondamentale puntare sulla comunicazione. Per questo lL Radio In-Store, servizio strategico di M-Cube, diventa strumento chiave per la comunicazione nei negozi.

Già da qualche settimana M-Cube (attivo su 240 clienti tra cui Despar, Esselunga, Benetton, Motivi, Elena Mirò, Etro, Tod’s, Carpisa, Yamamay) lavora attivamente nella creazione di contenuti per le radio In-Store dei retailer aperti, soprattutto nel settore della GDO, utili a gestire al meglio le criticità di questo periodo, e si appresta a farlo anche per le catene delle categorie merceologiche di prossima riapertura.

Per il personale di vendita sono stati creati messaggi per comunicare le misure adottate dall’azienda per garantire la sicurezza dello staff all’interno del punto vendita, informare sui protocolli e linee guida adottate dall’azienda e sulle nuove normative vigenti e ricordarne il rispetto da parte di tutti i membri del personale. Importanti anche i messaggi di incoraggiamento e di ringraziamento per favorire un clima positivo e sereno fra gli addetti. Questi messaggi vengono normalmente trasmessi negli orari a ridosso dell’apertura e della chiusura.

Per i clienti vengono realizzati due tipi di comunicazioni: informative ed emozionali. Le prime servono per ricordare al cliente le norme di comportamento, raccomandare l’uso dei dispositivi di sicurezza messi a disposizione all’interno del punto vendita, raccontare le misure che l’azienda ha adottato per garantire la sicurezza dei propri spazi e prodotti, annunciare tutti i servizi che il brand mette a disposizione per uno shopping sicuro, come, ad esempio, consegna a domicilio, shopping online, prenotazione posti in coda etc. etc.

I comunicati emozionali vengono utilizzati per fare sentire il brand più vicino ai propri clienti e favorire un clima positivo e rassicurante durante la permanenza in negozio.

M-Cube ha inoltre lanciato un servizio di comunicazione on-demand attraverso il quale il personale di vendita può attivare e gestire comunicati specifici tramite una app dedicata.

Nell’imminenza della riapertura delle catene della moda e del lusso l’attenzione si sposta anche su nuovi temi, in vista dell’introduzione o del potenziamento di nuovi servizi come appuntamenti, pagamenti senza passare dalle casse, ampliamento dell’offerta grazie agli schermi digitali.

Per far percepire il brand più vicino e attento ai propri clienti talvolta i messaggi vengono registrati da persone particolarmente rappresentative dei valori del brand (lo stilista, un testimonial importante).

Ma la radio in-store è soprattutto musica e serve per trasmettere atmosfere e stati d’animo: in questa delicata fase di riapertura al pubblico la selezione musicale, oltre a comunicare l’identità del brand, è un elemento fondamentale per creare un clima sereno, rilassato e rassicurante. Per questo il team di Sound Designer di M-Cube ha elaborato nuove playlist per questo periodo, pensate per trasmettere serenità, valori comuni e senso di appartenenza.

Secondo quanto afferma Mike Sponza, Head of Music e responsabile del reparto audio di M-Cube: “In questa delicata fase di riapertura al pubblico, la capacità aggregativa della musica diventa il un nuovo parametro dal forte valore emozionale che va a sommarsi ai rapporti tra la musica all’interno dei punti vendita e il mood, i valori e l’identità del brand. Negli ultimi due mesi, le canzoni sono state uno dei più solidi collanti tra le persone distanziate. L’esperienza maturata da M-Cube nella gestione dei palinsesti in-store di clienti attivi anche durante il periodo di lockdown ha dimostrato come la shopping experience tragga giovamento anche dalla messa in onda di canzoni che fanno parte del nostro background musicale, sia italiano che internazionale. Tali selezioni hanno contribuito a creare atmosfere serene e rilassate ed un clima piacevole e rassicurante nel punto vendita, rafforzando allo stesso anche il senso di comunità.”

 

Fase 2: il vending ricomincia dalla distribuzione dei DPI

Fase 2: Necta, marchio di Evoca Group, scende in campo a supporto delle aziende.

L’idea è semplice: offrire i sistemi Vending per distribuire in modo controllato e potenzialmente continuo (24/7) mascherine e altri dispositivi di protezione individuale, anche noti come DPI.

Necta offre una gamma di 4 distributori di diverse caratteristiche e capienza che assolvono in modo sicuro ed efficiente alla distribuzione dei DPI. Le macchine sono facilmente posizionabili all’interno degli spazi aziendali (aree di lavoro o punti di accesso), di semplice utilizzo e manutenzione al punto di non richiedere personale dedicato.

I sistemi di stoccaggio e sgancio dei distributori Necta sono facilmente personalizzabili in base alle dimensioni e caratteristiche delle confezioni da gestire. La programmazione delle macchine consente l’erogazione e la continua disponibilità dei prodotti evitando assembramenti in momenti critici e il servizio a personale che accede ad orari non pianificabili; in alternativa la programmazione può ridurne l’utilizzo a specifiche fasce orarie identificate dall’azienda.

Un lettore di carte, denominato ‘Hi!’, applicato al distributore garantisce l’identificazione del singolo lavoratore autorizzando la consegna dei dispositivi a lui dedicati (tipologia e quantità stabilita dai responsabili della sicurezza aziendale) mantenendo tracciate le consegne ed evitando nello stesso tempo sprechi.

Dal lettore ‘Hi!’ il datore di lavoro ha inoltre la possibilità di scaricare i dati di consumo tramite l’applicazione ‘Hi! Manager’, disponibile per Android, controllando su base quotidiana il consumo dei DPI.

Tutti i componenti dei distributori Necta, inoltre, rispettano i più alti standard di qualità. Le superfici esterne sono facili da pulire con detergenti di uso comune senza subire deterioramenti. I vassoi sono robusti, lavabili e facilmente caricabili.

Il vano prelievo, con apertura ‘pull’ verso l’esterno, facilita il recupero degli articoli erogati minimizzando il contatto con la macchina. A sua volta il vano può essere facilmente sanificato alla fine di ogni turno di lavoro.

Le agenzie territoriali Necta, presenti sul territorio italiano, assisteranno le aziende nell’installazione e programmazione dei distributori, rendendone semplice e immediata la messa in opera. In aggiunta, il servizio post-vendita del Gruppo Evoca, garantirà supporto tecnico in caso di necessità.

I distributori, al termine dell’emergenza sanitaria, potranno essere convertiti anche in dispenser di attrezzature e materiali di consumo in modo che siano sempre disponibili, accessibili e monitorati.

PrestaShop: contro il ristagno del business, puntiamo sulla comunicazione

Si dovrebbe riprendere gradualmente e dal 18 maggio anche i negozi potranno ricominciare. L’ottimismo dei merchant nei confronti del presente e del prossimo futuro, tuttavia, è scarso, come rivela uno studio sull’impatto del Coronavirus sul commercio online condotto da PrestaShop.

L’emergenza sanitaria ha avuto ripercussioni su business di qualunque dimensione e settore, comportando una profonda riorganizzazione del lavoro e dei processi quotidiani. Il 71% degli e-merchant intervistati conferma, infatti, di aver intrapreso azioni specifiche per adattare la propria attività professionale alla complessa situazione globale. In un caso su due (49%) ciò si è tradotto, laddove possibile, in smart-working (49%), mentre un quarto dei rispondenti (26%) si è orientato sul part-time. Orari e sedi di lavoro non sono gli unici aspetti oggetto di revisione da parte dei merchant. Il 27% degli intervistati spiega, infatti, di aver introdotto alcune restrizioni alle consegne, mentre il 13% ha deciso di investire in un piano di comunicazione di crisi. Seppur in percentuale minore (8%), c’è anche chi si è trovato a sospendere in toto le vendite, chi ha cercato di dare un boost al giro d’affari proponendo la consegna gratuita della merce e chi, ancora, ha cercato di portare avanti l’attività adottando nuovi protocolli di igiene per tutelare la salute di dipendenti e clienti.

Criticità

Nonostante l’implementazione di queste e altre iniziative, ben più di due terzi (69%) crede che il servizio fornito ai propri clienti sia inevitabilmente degradato a causa delle misure di confinamento e il 65% dei commercianti online parla di un’interruzione della propria attività a causa del rinnovo della quarantena: di questi, il 44% prevede una chiusura complessiva di uno e due mesi, mentre la stessa porzione di rispondenti (44%) è meno ottimista e stima tra i tre e i sei mesi il periodo di sospensione delle vendite.

Indagando sulle motivazioni di queste previsioni, PrestaShop ha rilevato che oltre la metà dei merchant si aspetta una generalizzata mancanza di domanda (60%), mentre il 43% teme che lo stop sia reso necessario dalle crescenti difficoltà logistiche conseguenti al lockdown. Il terzo fattore che, secondo gli esercenti, minaccia la loro attività è la complessità in termini di approvvigionamento delle scorte (36%), mentre in un quinto dei casi (21%) a rappresentare una criticità difficile da sormontare è la tutela della sicurezza dei dipendenti.

Strategie di ripresa

Per tutti questi motivi, solo il 35% dei commercianti intervistati da PrestaShop si aspetta di registrare un aumento dell’attività del proprio e-commerce in questo periodo di emergenza, mentre oltre la metà (54%) degli esercenti che possiedono anche un punto vendita fisico afferma di non aver ancora notato una trasposizione online della propria attività offline.

In questo clima di sfiducia diventa quindi più che mai fondamentale studiare una strategia per impedire il ristagno del business e stimolarne la crescita. Per potenziare l’attività del proprio e-commerce circa due terzi (65%) dei commercianti intende puntare sulla comunicazione, dai social network all’e-mail marketing, da un lato consolidando la relazione con la propria clientela, dall’altro ampliandola. Al secondo posto dei mezzi utilizzati dai merchant per incrementare il business del proprio sito spiccano le offerte promozionali (36%), seguite dall’ottimizzazione dell’esperienza utente e dei contenuti (26%).

Convinto del ruolo chiave della comunicazione in un momento di crisi, il 37% dei commercianti conferma di non aver ridotto gli investimenti nelle campagne pubblicitarie. Analizzando le scelte di chi, invece, si è trovato a diminuire le spese in questo segmento, PrestaShop ha rilevato che il canale più penalizzato risulta essere quello delle campagne Google (32%), seguite da quelle pianificate su Facebook. La percentuale scende al 16% per altre piattaforme, quali Instagram, Amazon o Criteo.

“La crescita dell’e-commerce a seguito della complessa situazione attuale promette di avere effetti a lungo termine. Chi, ad esempio, prima del lockdown non aveva familiarità con il commercio virtuale, ma la sta acquisendo ora continuerà presumibilmente a utilizzare il canale di vendita online anche una volta terminata l’emergenza. In questo contesto è cruciale che i commercianti si facciano trovare pronti e siano nelle condizioni di offrire sempre ai clienti un’esperienza di shopping virtuale completa, efficiente e appagante” dichiara Luca Mastroianni, Head of International di PrestaShop. “Consapevoli delle criticità eccezionali che i merchant si trovano ad affrontare in questo periodo di incertezze, abbiamo messo a punto il programma di supporto RestartFromHome, una piattaforma di consulenza e social learning gratuiti per aiutare i piccoli e mdi esercenti a cogliere le opportunità messe a disposizione dell’e-commerce, avviando o potenziando il loro negozio virtuale” aggiunge Mastroianni.

Fase 2: telecamere per il controllo e la sicurezza

Dopo il lockdown, la riapertura deve essere graduale e prudente. Occorrono quindi strumenti per monitorare la situzione e garantire sicurezza.

Uffici, cantieri, banche, negozi, scuole, stazioni, aeroporti, ma anche supermercati, cinema, hotel, luoghi di svago e divertimento: sono tutti ambienti dove l’accesso deve essere tutelato, sull’intero territorio nazionale.

FEVERCAM, è la nuova gamma di termocamere per il controllo della temperatura, che svolge in maniera automatica e senza l’ausilio di personale dedicato, il controllo su tutte le persone in ingresso e in transito, individuando eventuali sintomi influenzali. Uno strumento non invasivo, con lettura istantanea e basata su un algoritmo che rileva l’esatta temperatura, analizzando il volto e senza interferire con le persone.

Recentemente il Garante per la Privacy ha riconosciuto la necessità dell’uso di questo tipo di strumenti, autorizzando le misure per il controllo della temperatura delle persone nei luoghi di lavoro. Una pratica che è utilissima anche nei luoghi pubblici. Se immaginiamo di recarci in un cinema, un ristorante, un hotel, per tutti noi avere la consapevolezza che ogni frequentatore sia verificato, è prima di tutto garanzia per la collettività e, al tempo stesso, un grande valore aggiunto per l’azienda che lo utilizza, in termini di responsabilità sociale.

Il funzionamento

Grazie a FEVERCAM è possibile eseguire una scansione biometrica del volto, abilitando in automatico l’accesso e la registrazione del soggetto. Il nuovo rivelatore ad infrarossi ad alta risoluzione di 1280×1024 pixel consente una precisione senza eguali. Massima affidabilità e stabilità nel tempo e tengono conto di ogni condizione e variabile, con un ottimo rapporto qualità/prezzo

Attraverso sistemi software di ultima generazione e una tecnologia brevettata, FEVERCAM garantisce un flusso di tracciamento dati continuo e di alta precisione, in grado di controllare e prevenire il contagio del Coronavirus. Le termocamere rappresentano infatti il supporto ideale per rilevare soggetti con potenziale stato febbrile, anche con ingenti flussi di individui in movimento.

La gamma

FC – 3K/6K è una termocamera con rilevatore della temperatura corporea estremamente preciso. Il suo design compatto la rende perfetta per essere installata in ogni ambiente. Progettata per monitorare il rischio di epidemie, è di semplice utilizzo. Dispone di un software di tracciamento e riconoscimento facciale istantaneo. Il sistema di rilevamento dispone di un algoritmo brevettato specifico per l’uso in ambienti ad alto transito. La misurazione corporea ed il conseguente allarme avviene in maniera istantanea, anche su più    individui contemporaneamente.

FC – DUAL è una termocamera dual-vision dal design compatto. Fornisce contemporaneamente sia le immagini ad infrarosso della temperatura corporea sia l’immagine naturale delle persone in transito. Indispensabile quando il transito avviene in rapida successione, registrando la temperatura dei soggetti in maniera simultanea. Termocamera specifica per gli accessi in ambienti presidiati sia pubblici che privati come uffici, cantieri ed in generale in ogni area con servizio di reception.

FC – PAD è una termocamera rivoluzionaria. Dotata di un software altamente innovativo, basato su un sistema misto con termografia ad infrarossi e analizzatore biometrico. Utilizza un sensore incorporato e una dinamica fotocamera da 2 Megapixel. Identifica immediatamente attraverso una scansione in 3D i tratti del volto della persona ad una distanza compresa tra 0,2-0,8 metri e, contemporaneamente ne rileva la temperatura corporea. Funziona anche se si indossa una mascherina protettiva in viso. Dispone di un software di gestione in grado di riconoscere 15.000 volti e archiviare 200.000 passaggi.

Coop ha scelto Azerion per la sua campagna rivolta ai consumatori

Coop ha scelto Azerion, il principale network europeo di gaming online e entertainment, per promuovere una campagna realizzata in collaborazione con PHD Media a sostegno dei cittadini per aiutarli a mantenere un’idea di normalità nel fare la spesa e, per coloro che ne hanno bisogno, a riceverla a casa.

La campagna terminata  il 1° aprile sui giochi di Azerion comprendeva due creatività e veicolava un duplice messaggio: il primo di normalità e il secondo di un aiuto concreto alle persone più bisognose.

Attraverso la prima creatività, Coop ha scelto di diffondere un senso di normalità e di tranquillità ai propri clienti per ritrovare una quotidianità nel fare la spesa con la serenità di poter reperire tutti i prodotti di cui avessero bisogno. La seconda creatività della campagna, invece, è stata dedicata all’iniziativa a favore delle persone che si trovano ad affrontare un momento di difficoltà a causa dell’emergenza sanitaria in corso. Il brand collabora con il Dipartimento della Protezione Civile, l’Anci e numerose organizzazioni di volontariato per consegnare la spesa a domicilio a coloro che si trovano impossibilitati a recarsi presso i punti vendita.

Il progetto di COOP, promosso anche attraverso la campagna su Azerion, punta a raggiungere le 10.000 spese consegnate alla settimana e ha già coinvolto in tutta Italia 1.000 punti vendita in altrettanti comuni italiani e oltre 500 associazioni di volontariato.

Il risultato di questo lavoro realizzato da Azerion in collaborazione con PHD ha raggiunto livelli di engagement elevati. Il numero di click ricevuti a seguito della visualizzazione delle campagne (CTR) è stato fino a 5 volte superiore rispetto alla media di mercato grazie alla profilazione degli utenti e alla potenza del messaggio di Coop. La durata di visualizzazione dei video di entrambe le creatività è pari al 93% del tempo. Nello specifico, per la creatività a sostegno della collettività gli utenti hanno visualizzato il video per 14 secondi su 15, mentre per quello dedicato alla normalità di fare la spesa 5.5 secondi su 6.

“La campagna che abbiamo ideato per COOP conteneva un duplice messaggio particolarmente importante in queste settimane di lockdown nazionale e per questo motivo desideravamo diffondere questa bella iniziativa il più ampiamente possibile, coinvolgendo al tempo stesso la nostra audience di riferimento. Abbiamo scelto di sperimentare un nuovo canale: i giochi online, perché non solo stanno registrando un tasso di utilizzo elevatissimo – specialmente in questo periodo –, ma anche perché grazie alla professionalità del team di Azerion, abbiamo scelto il formato “In-Game Video” riuscendo così ad intercettare e coinvolgere attivamente un’ampia audience in un momento di relax e svago e quindi maggiormente propensa a visionare il messaggio della campagna” commenta Matteo Zelger, Senior Digital Manager di PHD.

Attive su tutti i device dal 26 marzo al 1° aprile, le creatività di Coop all’interno delle properties di Azerion sono apparse agli utenti nel formato definito In-Game Video. L’in-game video è una modalità che prevede l’inserimento di un contenuto video commerciale in full screen della durata massima di 30 secondi all’interno del gioco e che l’utente visualizza all’inizio di una partita. La garanzia per un brand è di distribuire il proprio contenuto adv in un ambiente 100% brand safe, privo di contenuti generati dagli utenti, di contenuti di cronaca, politica o gossip.

Nicolò Palestino, Country Manager Advertiser Solutions Italy di Azerion, commenta: “Coop ha diffuso sia un messaggio di voglia di normalità sia di sostegno e ha scelto una realtà come Azerion, che riesce a coniugare un elevato tasso di engagement, come dimostrato anche dai risultati della campagna, e al tempo stesso proteggere il contenuto da fattori di disturbo esterni. Un luogo virtuale in cui l’inserzionista incrementa la percezione positiva del brand diventando sponsor dell’intrattenimento degli utenti che proprio grazie all’esperienza pubblicitaria possono proseguire e personalizzare i giochi in maniera gratuita. La modalità in-game video proposta da Azerion è uno strumento efficace, adatto a diversi device e disponibile anche in programmatic nonché compatibile con tutte le principali piattaforme di buying utilizzate dai trading desk europei”.

 

Gambardella invita i consumatori a scegliere prodotti Made in Italy

Gambardella impresa socia di Gruppo VéGé, lancia un appello a tutti gli italiani: “tutti possiamo contribuire alla rinascita del nostro Paese sostenendo il sistema economico italiano con scelte consapevoli orientate al Made in Italy.

“Con questo appello presente in tutti i nostri punti vendita e sui principali media nazionali, abbiamo deciso di rivolgerci direttamente ai clienti che da anni fanno la spesa da noi, per condividere il nostro impegno e raggiungere insieme un obiettivo importante: la rinascita del nostro Paese e il benessere per tutti”. dichiara Mario Gambardella Amministratore Unico della Gambardella SpA ,“Vogliamo solidità per le Aziende, sicurezza economica per i lavoratori e per le loro famiglie. Vogliamo un futuro per i nostri figli, ricco di opportunità, sorrisi e grandi occasioni. Oggi possiamo fare la nostra parte, scegliamo sempre i nostri prodotti, scegliamo la nostra Italia”.

“Sosteniamo con forza l’appello del nostro amico e socio Mario Gambardella e ribadiamo che Gruppo VéGé, insieme ai suoi 36 imprenditori che rappresentano oltre 3.500 supermercati in tutta Italia, si impegna per cercare di continuare a offrire un presidio di normalità e sicurezza agli italiani per garantire tutto quello di cui hanno bisogno e assicurare in tutte le case, ogni giorno, il necessario per fronteggiare senza ulteriori preoccupazioni questo difficilissimo momento”, afferma Nicola Mastromartino Presidente di Gruppo VéGé “Il nostro senso di appartenenza e di vicinanza al territorio ci spinge a fare squadra e valorizzare ancora di più i prodotti Made in Italy perché sono buoni, sicuri e perché in questo modo ciascuno di noi può contribuire a far ripartire il nostro Paese.”

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