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Parmigiano Reggiano, 2022 col segno più per vendite ed export

Il 2022 è stato un anno positivo per il Parmigiano Reggiano in termini di vendite e prezzi. Il giro d’affari al consumo tocca il massimo storico di 2,9 miliardi di euro contro i 2,7 miliardi del 2021, con un aumento del +6,9% (156.620 tonnellate vs 152.690 tonnellate nel 2021, +2,6%). Al massimo anche i volumi nei mercati internazionali, che crescono del +3% (64.202 tonnellate vs 62.351) e il valore generato alla produzione con 1,8 miliardi di euro contro gli 1,71 miliardi del 2021. Le aziende del Consorzio Parmigiano Reggiano hanno quindi reagito bene alla pandemia, alle incognite legate alle incertezze della crisi geopolitica accesasi con l’invasione russa del 24 febbraio 2022, al caro energia e alla riduzione del potere di acquisto delle famiglie in alcuni mercati.

Come distribuzione dei consumi, il mercato del Parmigiano Reggiano sta diventando sempre più internazionale: la quota export aumenta di due punti percentuali, salendo al 47%. Prima nello sviluppo, la Spagna (+11,3% con 1.602 tonnellate vs 1.439 nel 2021); bene anche Stati Uniti, primo mercato estero per la Dop (+8,7% con 13.981 tonnellate vs 12.867), e Francia (+7,2% con 12.944 tonnellate vs 12.077 tonnellate). Buoni i risultati anche in Giappone, che cresce del +38,8% (1.010 tonnellate vs 728), Australia, che segna un +22,7% (713 tonnellate vs 581) e Canada, con un +6,3% (3.556 tonnellate vs 3.345).

La quota Italia si attesta al 53%. Per quanto riguarda i canali distributivi, la Gda rimane il primo (62,3%), seguita dall’industria (17,5%), che beneficia della crescente popolarità dei prodotti caratterizzati dalla presenza di Parmigiano Reggiano tra gli ingredienti, e dalle vendite dirette dei caseifici, che registrano un forte aumento (+5,3%). Il canale Horeca rimane fanalino di coda, e quindi enorme potenziale di sviluppo, attestandosi al 9,2% del totale. Il restante 11% è distribuito negli altri canali di vendita.

Nei mercati, la quotazione del Parmigiano Reggiano ha registrato nel 2022 una media annua di 10,65 euro al chilo (Parmigiano Reggiano 12 mesi da caseificio produttore), in aumento rispetto al 2021, quando si era attestata a 10,34 euro al chilo. La produzione è in lieve calo rispetto al 2021, anno nella storia in cui si sono prodotte più forme in assoluto: 4,002 milioni di forme vs 4,091 milioni (-2,2%). Tra le province della zona di origine, prima per produzione è Parma (1.357.224 forme vs 1.419.179, -4,37%), seguita da Reggio Emilia (1.245.159 forme vs 1.302.555, -4,41%), Modena (849.145 forme vs 824.551, +2,98), Mantova (455.439 forme vs 442.659, +2,89) e Bologna (95.303 forme vs 102.200, -6,75%).

Con un investimento totale di 18,6 milioni di euro stanziato per lo sviluppo dei mercati nel 2023, Parmigiano Reggiano si avvia a diventare sempre più un vero brand globale, pronto ad affrontare gli ostacoli posti da mercati estremamente vasti, ricchi di prodotti d’imitazione e caratterizzati da una marcata confusione al momento dell’acquisto. Proprio per questo, il Consorzio sta lavorando assiduamente per valorizzare la distintività della Dop, fornendo al consumatore più informazioni sulle sue caratteristiche: la stagionatura, la provenienza, il processo produttivo e il gusto, tutti particolari che offrono l’opportunità di differenziarsi dai concorrenti.

«Siamo riusciti ad affrontare il 2022 grazie alla nostra capacità di essere una squadra e così dobbiamo continuare a fare nel 2023 ha dichiarato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio. «I dati di inizio anno sono estremamente incoraggianti: nei due mesi di gennaio-febbraio, le vendite nel canale Gda in Italia hanno segnato un +15,1% rispetto allo stesso periodo del 2022. Il Consorzio deve dunque assumersi sempre più la responsabilità di diventare la cabina di regia dell’intera filiera, lavorando con gli operatori e le catene distributive per sostenere i consumi nel corso di un anno in cui viene commercializzato il picco di produzione più alto nella storia della Dop, quello del 2021, con un piano articolato di investimenti in comunicazione e sviluppo domanda sia in Italia, sia soprattutto sui mercati esteri. Dobbiamo continuare a mantenere il Parmigiano Reggiano a un prezzo concorrenziale, in modo che sia accessibile alle famiglie, e a difendere la redditività delle aziende, che hanno già subito l’aumento dei costi di produzione. Questa incertezza economica va governata insieme, passando dalla logica del singolo caseificio a quella del “noi” del Consorzio, per creare nuovi sbocchi di mercato e garantire il futuro della Dop».

Plant based, nel 2022 le vendite di Heura cresciute di oltre il 260%

Heura, start-up spagnola plant-based, annuncia un fatturato di 31,4 milioni di euro nel 2022, in crescita dell’80% rispetto ai 17,7 milioni di euro del 2021. Fondata nel 2017 dagli attivisti alimentari Marc Coloma e Bernat Añaños, l’azienda è entrata nel 2023 proseguendo sulla scia di un round di investimento del valore di 20 milioni di euro, progettato strategicamente per consentirle di affrontare due delle maggiori sfide del mondo: quelle della sostenibilità e della nutrizione.

Responsabile per l’80% della crescita dell’intera categoria plant-based in Spagna, l’evoluzione nelle vendite internazionali di Heura ne evidenza il modello efficiente e scalabile. Se nel 2020 soltanto il 6% delle vendite della start-up veniva registrato al di fuori della Spagna, nel 2021 questo stesso dato è cresciuto fino ad arrivare al 12%, raggiungendo nel 2022 addirittura il 23%. Nel Regno Unito la start-up ha chiuso il 2022 aumentando di sei volte la disponibilità dei suoi prodotti grazie al suo ingresso in Waitrose, mentre in Francia ha aumentato le opzioni di alimenti plant-based in importanti rivenditori come Super U e Casino Géant, contribuendo al 30% della crescita della categoria nel Paese. Lo scorso anno Heura ha inoltre aumentato le vendite in Italia del 240% e ha messo radici anche nella regione DACH, approdando nei principali rivenditori Billa (Austria) e Migros (Svizzera).

“Il 2022 è stato un anno cruciale per Heura, durante il quale siamo passati dall’essere i leader del movimento plant-based in Spagna a rafforzare il nostro impatto fuori dalla nostra nazione di oltre il 260%” ha commentato Marc Coloma, co-founder e CEO di Heura. “Rappresentando quasi il 40% delle vendite, le nostre innovazioni più recenti – come il chorizo, la salsiccia e la cotoletta impanata a base vegetale – sono state accolte con grande entusiasmo in tutta Europa, dimostrando l’impatto concreto dell’impegno che ogni giorno mettiamo in atto per creare alimenti che rispondano al gusto dei nostri consumatori e che rinnovino le loro tradizioni culinarie preferite. Stiamo lavorando per democratizzare alimenti che siano deliziosi, ricchi di sostanze nutritive e che al tempo stesso abbiano anche un impatto positivo sul clima per tutte le persone in Europa. Il nostro team specializzato di ricerca e sviluppo e i nostri partner ed esperti leader del settore stanno creando tecnologie di proprietà che rivoluzioneranno l’industria plant-based e sbloccheranno il vero potenziale di questo movimento”.

Fatturato in crescita nel 2022 per Ar.pa Lieviti (+15%)

Sono in ascesa i ricavi di Ar.pa Lieviti, società bolognese specializzata in lieviti e preparati per realizzazioni dolci e salate, che nel 2022 ha festeggiato i 50 anni di attività. L’esercizio fiscale è stato chiuso con ricavi per 4,6 milioni di euro, con un incremento del 15% rispetto al 2021 e un margine operativo lordo che fa registrare un incremento del 18%.

Driver della crescita le ottime performance dei prodotti di punta che rendono Ar.pa un punto di riferimento nel bakery dolce e salato come il lievito secco attivo, lo zucchero impalpabile, il lievito elefante e il lievito panone dedicato alla preparazione dei pani speziati della tradizione e di altri dolci tipici delle festività. Gli ambiti risultati sono stati raggiunti anche grazie al lancio di referenze che rispondono a nuove esigenze di consumo sempre più orientate a prodotti sani e sostenibili, oltre all’approccio a nuovi segmenti di mercato, sia consumer che professionali, con strumenti dedicati.

Per mantenere elevata la qualità e ampliare la gamma dei prodotti, Ar.pa Lieviti ha destinato anche per il 2023 il 6% dei ricavi globali a investimenti in processi di ammodernamento dei macchinari per espandere il plant produttivo bolognese in linea con il modello di produzione e gestione industria 4.0, oltre a perseguire il percorso di sostenibilità ambientale all’interno del plant produttivo. Inoltre, nel corso del 2022 Ar.pa Lieviti ha ampliato ulteriormente il proprio organico inserendo altre due nuove figure professionali.

“Siamo davvero soddisfatti di questi risultati che premiano i nostri sforzi e il nostro costante impegno in un anno ancora segnato da gravi problemi macro economici come l’aumento delle materie prime, l’approvvigionamento di alcuni ingredienti fondamentali e l’incremento vertiginoso del costo dell’energia. Continuiamo a incentivare politiche di corporate well-being e nel 2023 attueremo anche piani di happiness company perché siamo certi che un buon clima aziendale favorisca produttività e idee. Per raggiungere i nuovi obiettivi di espansione stiamo continuando a investire in marketing e comunicazione, strumenti indispensabili per supportare il posizionamento del nostro brand sul mercato nazionale con l’apertura, del nostro e-commerce proprietario arpalieviti.shop ha dichiarato Carla Gherardi, Presidente Ar.pa Lieviti.

Conad, Coop Italia, Esselunga ed Eurospin tra i top 250 retailer mondiali

Wal-Mart, Amazon e Costco sono le aziende retail con il maggior fatturato a livello mondiale. Lontani dal podio interamente Usa ma in crescita i principali player italiani: Conad (64esima), Coop Italia (87esima), Esselunga (116esima) ed Eurospin (145esima). È quanto emerge dalla 26° edizione dello studio di Deloitte “Global Powers of Retailing”, il report annuale in cui vengono analizzati i risultati dell’esercizio annuale al 30 giugno 2022 (FY2021) resi pubblici dai più grandi retailer del mondo.

Secondo il report i 250 retailer più importanti al mondo hanno generato un fatturato pari a 5 mila e 650 miliardi di dollari nel corso dell’anno fiscale 2021 (periodo compreso tra luglio 2021 e giugno 2022), segnando una crescita del 8.5%, in aumento di 3.3 punti percentuali rispetto all’anno precedente.

«Pur operando in uno scenario ancora ricco di sfide, il mondo del retail ha visto una ripresa nel corso del FY2021, anche grazie al parziale allentamento delle restrizioni pandemiche in buona parte dei paesi e al ritorno alle abitudini di consumo e acquisto pre-pandemia. Tra i vari operatori retail, sicuramente coloro che operano nel settore dell’abbigliamento sono quelli che hanno maggiormente beneficiato del ritorno alla normalità, registrando un aumento delle vendite del 31,3% rispetto al calo del 14% dell’anno precedente. I retailer del mondo del lusso hanno ottenuto performance eccezionali e anche i grandi magazzini hano avuto una crescita dei ricavi del 25,7%. Anche i player dell’e-commerce hanno consolidato la loro crescita con dei risultati ottimi che si sommano ai rendimenti da record del FY2020», commenta Enrico Cosio, Deloitte Partner Deloitte responsabile del settore Retail, Wholesale & Distibution.

La Top 10 dei retailer più grandi al mondo
I primi dieci retailer in classifica contribuiscono per il 34% al fatturato complessivo generato dai 250 maggiori retailer al mondo e le prime quattro posizioni del podio sono stabili: Wal-Mart si conferma al primo posto della Top 10, seguono Amazon, Costco e il tedesco Schwarz Group. Nel FY2021 è JD.com, l’unica azienda cinese in top 10, a crescere a un ritmo superiore ai competitor e, con una crescita annuale del 25.1%, si colloca in settima posizione. La Top 10, che continua ad essere dominata da player statunitensi, nel FY2020 registra complessivamente un ritmo di crescita su base annua dell’8%.

Il margine netto complessivo della top 10 è cresciuto di 0,2 punti percentuali rispetto al 3,9% dell’anno fiscale 2020. Target, Walgreens e Amazon hanno visto crescere i rispettivi net profit margin di oltre 1,5 punti percentuali nell’anno fiscale 2021. L’aumento della redditività arriva nonostante la continua pressione causata dall’inflazione, crisi energetica e interruzioni della catena di approvigionamento, oltre all’aumento del costo del lavoro.

L’Europa conta il maggior numero di retailer nella Top 250: Germania, UK e Francia le più rappresentate
L’Europa si conferma l’area geografica più rappresentata, grazie al maggior numero di realtà che trovano posto nella Top 250: sono 90 (undici in più rispetto al Nord America e tre in più rispetto all’anno precedente) le aziende che hanno sede nella regione, tuttavia solo due di esse rientrano anche nella Top 10 (Schwarz, Aldi Einkauf). Le aziende europee contribuiscono al 33,2% delle retail revenue complessive della top 250 (-0.5 p.p.). I Paesi più rappresentati sono Germania (17 aziende), Regno Unito (19) e Francia (12).

Italia: buone performance per le aziende italiane nella Top 250
Anche la GDO italiana registra un andamento generalmente positivo nel FY2021: tre su quattro dei player del nostro Paese presenti nella Top 250 chiudono l’anno con revenue YOY in crescita rispetto al FY2019, solo Coop subisce una leggera flessione. Nella GDO, Conad si conferma il primo colosso italiano, collocandosi al 64esimo posto; seguono Coop in 87° posizione ed Esselunga al 116°; chiude Eurospin che guadagna otto posizioni grazie alle sue ottime performance, collocandosi al 145° posto della Top 250.

Investimenti in digitalizzazione sempre più importanti per la competitività
Come emerge dal report, l’integrazione della tecnologia nel settore del retail è diventata sempre più importante per attirare i clienti nei negozi fisici e creare esperienze di acquisto coinvolgenti. L’uso di tecnologie avanzate come la realtà virtuale e aumentata, l’intelligenza artificiale e l’analisi dei dati consente ai vari player di personalizzare le offerte, semplificare i processi di pagamento e coinvolgere in maniera migliore i clienti, fidelizzandoli.

«In seguito del consolidamento dell’abitudine dei consumatori ad effettuare acquisti online, i retailer con un ecommerce e i pure players digitali hanno vissuto un anno positivo e si sono dedicati a migliorare le proprie esperienze digitali, non solo online ma anche in negozio. Infatti, nel corso del FY2021, la maggior parte dei primi 10 player in classifica ha potenziato le proprie capacità digitali tramite l’introduzione di tecnologie in-store (ad esempio, gli hdPhone di The Home Depot) o migliorando la propria offerta omnichannel (ad esempio, il servizio on-demand “Acquista ora” di JD.com)», conclude Enrico Cosio.

MediaWorld, fatturato a 2,7 miliardi di euro (+2,4%)

MediaWorld prosegue la crescita sul mercato italiano. Nel 2022 l’azienda ha registrato un fatturato pari a 2,7 miliardi di euro (+2,4% rispetto all’anno precedente), uno dei più alti nella storia trentennale dell’azienda e il migliore degli ultimi dieci anni. L’Ebit si attesta a 26,6 milioni di euro, in aumento di 3,2 milioni (+13,7%) rispetto all’anno fiscale 2019 (ultimo pre-pandemico).

“Siamo orgogliosi dei risultati ottenuti nel 2022, che dimostrano come l’insegna sia capace di reagire e rispondere a scenari macroeconomici complessi come quello con cui ci siamo confrontati nel corso del 2022. Un risultato che conferma l’efficacia delle nostre strategie, che ci stimola a sostenere una continua evoluzione per garantire un supporto sempre più personalizzato ai nostri clienti e guidare la crescita del mercato” ha dichiarato Guido Monferrini, Amministratore Delegato di MediaWorld.

L’esercizio 2022 dell’insegna si inserisce all’interno di un quadro macroeconomico fortemente condizionato da diversi fattori congiunturali che hanno avuto impatto sul business: dall’intensità della guerra in Ucraina all’incremento del tasso di inflazione (+8,9% su base annua a settembre 2022) conseguente all’aumento del costo dell’energia. Inoltre il mercato dell’elettronica di consumo ha registrato una lieve contrazione (-1,9% a settembre 2022). Nonostante il contesto mutevole e complesso, MediaWorld ha registrato un aumento delle vendite sia sui negozi fisici (+1,5% rispetto all’anno precedente) sia sull’online (+0,9% anno su anno), a conferma dell’efficacia della strategia omnicanale adottata dall’azienda.

Tra i fattori chiave che hanno inciso sui valori dell’Ebit, così come sulle performance positive delle vendite, nel 2022 ha significativamente contribuito l’implementazione di un ingente piano di investimenti volto al all’upgrade delle infrastrutture tecnologiche e al rafforzamento dei punti vendita, con nuove aperture e ristrutturazioni dei negozi già presenti sul territorio. In particolare, nel 2022 MediaWorld ha destinato 40,2 milioni di euro agli investimenti, il 140% in più rispetto all’anno precedente; di questi 28,5 milioni di euro sono stati investiti per la completa ristrutturazione di 22 punti vendita, l’apertura di 3 nuovi negozi e del secondo Tech Village a Roma. Circa 11,7 milioni di euro sono stati destinati al miglioramento dell’infrastruttura IT tra cui l’implementazione del nuovo sito web mediaworld.it lanciato a luglio 2022, la creazione di un nuovo sito dedicato ai prodotti ricondizionati, l’ottimizzazione e il rinnovamento dei processi gestionali e la centralizzazione dei call center nell’ottica di migliorare i servizi e l’esperienza del cliente, che resta sempre al centro delle scelte di business.

“Nell’esercizio 2022 abbiamo proseguito l’implementazione della strategia omnicanale scegliendo di investire e migliorarci per mantenere alta la nostra competitività su tutti i fronti più strategici. Il bilancio positivo di quest’anno dimostra che siamo andati nella direzione giusta, nonostante l’incertezza del contesto in cui abbiamo operato. Nel corso del 2023 continueremo ad investire nel Paese puntando sulla crescita e sulla modernizzazione della rete fisica. Abbiamo, infatti, una decina di nuove aperture previste per questo nuovo anno, che andranno ad incrementare la presenza dell’insegna sul territorio nazionale” ha dichiarato Emanuele Cosimelli, Chief Financial Officer MediaWorld.

Gli investimenti dell’azienda sono stati effettuati perseguendo una strategia di sviluppo sostenibile, che si è declinata mediante numerose azioni, tra cui l’efficientamento energetico degli impianti di condizionamento/riscaldamento nei negozi e l’adeguamento degli impianti di illuminazione con nuove tecnologie a ridotti consumi (per esempio tutti i nuovi punti vendita sono stati realizzati con illuminazione al 100% led ad energia consumata 100% proveniente da fonti rinnovabili). In ambito circular economy è stata implementata la vendita di prodotti ricondizionati grazie all’introduzione di apposite aree espositive all’interno di alcuni negozi e al nuovo sito web dedicato, dando nuova vita complessivamente a circa 30.500 prodotti nel corso del 2022.

Cantine Riunite & Civ, il bilancio conferma la solidità della cooperativa

L’assemblea generale dei Soci di Cantine Riunite & Civ, svoltasi presso la Cantina Albinea Canali, prestigiosa realtà del Gruppo, ha approvato il bilancio di esercizio chiuso al 31 luglio del 2022. I risultati presentati dal Presidente Corrado Casoli, dal Vicepresidente Claudio Biondi e dal Direttore Generale Gabriele Lechthaler confermano la solidità della cooperativa, che ha conseguito un fatturato pari a 260 milioni di euro, in crescita del 10%, e un utile d’esercizio pari a 7,3 milioni di euro destinato a riserva, che porta il patrimonio netto della cooperativa oltre i 196 milioni di euro. Grazie a questi ottimi risultati, ai soci della cooperativa, che nella vendemmia 2021 hanno conferito quasi 800 mila quintali di uva, è stato corrisposto un prezzo medio di riparto pari a 51,11 euro al quintale.

La cooperativa, il cui capitale sociale è suddiviso tra circa 1.500 soci produttori e conferitori di uve e diverse cantine associate in Emilia-Romagna e Veneto, in questo esercizio ha sostenuto oltre 14 milioni di euro di investimenti in ammodernamento e innovazione nelle proprie cantine, con particolare attenzione all’efficientamento energetico e idrico, sia sul territorio emiliano che presso Cantine Maschio. Tale ammontare, doppio rispetto agli anni passati, testimonia lo sforzo rilevante che Cantine Riunite & Civ ha compiuto per rafforzare la leadership nei vini frizzanti emiliani, quali Lambrusco e Pignoletto, e nel Prosecco, oltre all’impegno per la sostenibilità ambientale, che il Gruppo persegue da anni.

Sul fronte dell’export, la crescita a valore è stata di circa l’11% e ha confermato la vocazione internazionale di Cantine Riunite & Civ nonché la leadership in alcuni mercati internazionali, come Centro America (+13,2%), Regno Unito (+35,7%) e Europa, con particolare riferimento ai Paesi dell’Est. Sul mercato domestico le performance sono state positive, con una crescita del canale fuori casa più sostenuta rispetto a quanto registrato in Grande Distribuzione. In Italia si è continuato ad investire in comunicazione tv, radio e web con lo spot “Maschio. Stappa un sorriso”, durante le serate del festival della canzone italiana, in occasione del Tim Music Awards, oltre agli investimenti sui canali social. Sul mercato nazionale, la comunicazione del brand Riunite 1950 è stata oggetto di un percorso di rinnovamento, a cui si sono affiancate iniziative di comunicazione.

Sempre sul fronte commerciale, dall’inizio del 2023 Cantine Riunite & Civ assumerà il controllo dell’attività di distribuzione e marketing in Italia e all’estero dei prodotti Cavicchioli, fino ad ora affidata a Gruppo Italiano Vini. Cavicchioli rappresenta una realtà fortemente radicata nel territorio modenese ed emiliano fin dal 1928 e ha contribuito a far conoscere e valorizzare il Lambrusco ed i frizzanti emiliani in Italia e nel mondo, puntando sulla qualità e tipicità dei suoi prodotti.

Il Gruppo che fa capo a Cantine Riunite & Civ, anche grazie al contributo di Gruppo Italiano Vini S.p.A., azienda leader nella produzione di vini italiani di qualità, e delle società estere di distribuzione, tra le quali la francese Carniato e la statunitense Frederick Wildman & Sons, si colloca tra le più importanti aziende vitivinicole del mondo con un fatturato consolidato di oltre 650 milioni di euro.

Gruppo La Linea Verde, fatturato 2022 chiuso con 340 milioni

Sta per chiudersi un anno di grande soddisfazione per la crescita del Gruppo La Linea Verde. Coi suoi 340 milioni di fatturato l’azienda bresciana, operativa nel mercato delle insalate pronte e dei piatti pronti freschi, prevede un +6% rispetto al 2021, anno che già era stato di segno positivo dopo la drammatica parentesi dei lockdown.

“Dicembre è tempo di bilanci e previsioni e per noi è un ottimo momento per fare il punto della situazione, verificare i risultati raggiunti e, naturalmente, porci nuovi obiettivi” spiega Andrea Battagliola, Presidente de La Linea Verde. “Raccogliamo oggi quello che abbiamo seminato: qualità e innovazione soprattutto ci hanno consentito di rimanere un punto di riferimento per i consumatori e per il mercato”.

Risultati tanto più positivi se visti in relazione al difficile contesto che stiamo vivendo e alla crisi energetica, con conseguente aumento di tutte le voci di costo, che trasversalmente tocca tutti i settori produttivi. “Anche noi siamo colpiti duramente da quanto sta accadendo, abbiamo scelto però di continuare a investire in innovazione, qualità e sostenibilità, come definito dal nostro piano strutturato di CSR. Siamo certi sia la strada da percorrere”.

In cima al podio dei prodotti che hanno trainato la crescita de La Linea Verde ci sono le Zuppe Fresche, sia in modalità Private Label che a marchio DimmidiSì: a questa categoria, cui l’azienda non smette di dedicare investimenti in Ricerca e Sviluppo, si deve quasi la metà della sua crescita nei primi dieci mesi dell’anno. Seguono i Piatti Unici DimmidiSì, le famose insalatone fresche e già pronte per il consumo. In terza posizione le insalate in busta: qui la Linea Verde fa la parte del leone soprattutto in veste di partner della grande distribuzione operando come co-packer per le più importanti insegne sul territorio.

“Essere leader nel nostro settore è al contempo motivo di orgoglio e di responsabilità perché esprime la storica vocazione della La Linea Verde a innovare adattando l’offerta alle esigenze dei clienti” dichiara Domenico Battagliola, AD de La Linea Verde. “Sottolineo con fierezza il dato che più della metà della crescita totale de La Linea Verde si deve al nostro brand DimmidiSì: questo significa aver scelto il posizionamento corretto, essere stati in grado in pochi anni di costruire un patrimonio di fiducia inestimabile sia da parte dei buyer che dei consumatori che accolgono le nostre novità con entusiasmo e curiosità”.

Il tema dell’innovazione è cruciale da sempre per l’azienda e anche per il 2023 sarà la parola chiave: nel nuovo anno non mancheranno infatti novità, compreso il debutto in una nuova categoria con un progetto cui si sta lavorando da tempo.

“In qualità di Big Player, l’azienda sente la responsabilità di essere il motore di un mercato che sa, oggi più che in passato, dimostrarsi ricettivo di tanti stimoli nuovi. Osserviamo infatti le nuove iniziative di nicchia come quelle dedicate al vertical farming nate recentemente ma che destano in noi più curiosità che interesse e che non fanno parte dei nostri piani di crescita. Noi rimaniamo focalizzati sul fare sempre meglio quello in cui il mercato ci riconosce valore ed eccellenza”.

Conad, fatturato a 18,45 miliardi di euro, +8,5% su 2021

Venerdì scorso, 16 dicembre, sono stati presentati i dati di preconsuntivo 2022 di Conad, con l’insegna che si conferma leader nella Grande Distribuzione in Italia, registrando un fatturato complessivo di 18,45 miliardi di euro, in crescita del +8,5% sul 2021.

Le principali evidenze, illustrate dall’Amministratore Delegato Francesco Pugliese e dal Direttore Generale Francesco Avanzini, mostrano come l’insegna abbia consolidato la propria quota di mercato, superando quota 15%, con una crescita delle vendite a parità di rete del +4,4%. In questo scenario, hanno giocato un ruolo fondamentale la crescita dei concept – come Parafarmacia, Ottico, PetStore e distribuzione carburanti – con un +8,6%, il proseguimento della crescita delle grandi superfici Spazio Conad (+4,7%) e il ritorno in positivo dei canali di prossimità dopo il calo del 2021 (+5,5%).

“Questi ultimi anni ci hanno visto correre tanto per crescere e diventare i numeri uno della Grande Distribuzione in Italia. La sfida per il futuro è quella di continuare a migliorarci, passo dopo passo, per generare benefici sempre più consistenti sulle Comunità che serviamo ogni giorno e sulla filiera agroalimentare nazionale” ha commentato Francesco Pugliese, Amministratore Delegato di Conad. “In quest’ultimo anno, abbiamo assorbito una parte importante degli aumenti dei listini delle aziende fornitrici, andando ad erodere così i nostri margini. Ora non abbiamo più spazio per farlo e per questo, insieme a tutto il mondo della distribuzione, chiediamo una azione di responsabilità all’intera filiera. Dobbiamo difendere il potere di acquisto dei consumatori, delle famiglie, che sono quelle che fanno lavorare tutti noi”.

“Ritengo sia importante che ci si accordi, lungo tutte le filiere, per una proroga dei contratti in corso, mantenendone le condizioni, per i primi tre mesi del 2023” ha proseguito Pugliese. “In questo periodo avremo modo, tutti insieme, di analizzare l’evoluzione dei costi, energia in primis, e delle disponibilità di materie prime. Ad aprile ci risiederemo insieme e vedremo cosa fare, avendo sotto gli occhi una situazione, mi auguro, più leggibile e stabile. Già oggi si vedono segnali che rendono non adeguatamente motivati ulteriori aumenti di listino per alcune categorie di prodotti: non dobbiamo correre il rischio di una frenata dei consumi ad inizio anno”.

In un contesto economico e sociale così delicato, Conad conferma il piano di investimenti nel triennio 2022-2024 di 2,08 miliardi di euro, di cui 701 milioni verranno utilizzati nel 2023, secondo i quattro pilastri strategici dell’insegna: canalizzazione, digitalizzazione, focus su prodotti a marchio Conad e sostenibilità, insita da sempre nel modo di fare business di Conad, e che si concretizza attraverso la strategia di sostenibilità concreta “Sosteniamo il Futuro”.

“Nel 2022 abbiamo raggiunto i livelli di crescita che ci aspettavamo su tutti i principali indicatori economici. Questo è stato possibile grazie al piano di investimenti triennale per il rinnovamento della rete di vendita e con lo sviluppo dell’insegna verso la digitalizzazione – grazie al debutto dell’e-commerce Hey Conad e i servizi aggiuntivi che orbitano attorno alla semplice spesa online -, oltre alla crescita e ampliamento della nostra offerta MDD” ha aggiunto Francesco Avanzini, Direttore Generale di Conad. “La sostenibilità, inoltre, rimane per noi uno dei pilastri fondamentali su cui basiamo il nostro modo di fare business con investimenti maggiori nel dettaglio sull’efficientamento della logistica, sul packaging sostenibile e a sostegno delle Comunità in cui operiamo”.

La digitalizzazione ha rivestito nel 2022 un ruolo cruciale negli investimenti con il debutto dell’ecosistema “Hey Conad”. L’ecosistema digitale pensato come una proposta integrata di prodotti e servizi (come tempo libero, salute e pagamenti) pensati per i clienti – oltre la spesa online – vedrà la sua completa implementazione di servizi al cliente nel 2023. Ulteriori sviluppi si sono registrati all’interno della rete nell’ambito dei concept store, con parafarmacie, negozi di ottica, distributori di carburanti, e pet store che quest’anno hanno registrato un incremento sulla rete nazionale con +38 punti vendita. L’obiettivo rimane quello di fornire risposte puntuali e diversificate alle molteplici esigenze dei clienti, tutte accomunate da qualità dell’offerta, convenienza nella spesa e forte focalizzazione su marca del distributore e prodotti freschi: dalle grandi superfici fino ai punti vendita di quartiere, con una rete attuale di 3.928 punti vendita.

Un altro importante contributo alla crescita nel 2022 è arrivato anche dai prodotti a marchio Conad (MDD), la cui offerta in questo contesto inflattivo sta evolvendo sempre di più verso la convenienza, mantenendo comunque come caposaldo l’innovazione di prodotto. La MDD Conad ha conquistato il 32,4% di quota sul totale del largo consumo confezionato a livello Italia (canale super) con un fatturato pari a 5,4 miliardi, in crescita del +12,6% a valore rispetto al 2021. Si tratta di un risultato raggiunto grazie alle linee strategiche di sviluppo dei prodotti a marchio Conad: convenienza data da un rapporto tra qualità e prezzo che non teme confronti sul mercato, attenzione alla salute e al benessere del cliente, impegno per la sostenibilità ambientale, valorizzazione del servizio e consolidamento dell’offerta premium.

A ciò si affianca il grande impegno di Conad in termini di sostenibilità, con il proseguimento della strategia “Sosteniamo il futuro”, espressione di tante iniziative concrete che caratterizzano l’insegna da sempre e che sono oggetto di continuo miglioramento sul fronte della tutela dell’ambiente e delle sue risorse, del supporto alle persone e alle Comunità e del territorio e delle imprese italiane. Nel mese di settembre, inoltre, l’impegno di Conad per il benessere delle Comunità in cui opera si è arricchito di un ulteriore tassello con la presentazione della Fondazione Conad ETS, ente non profit costituito per valorizzare l’impegno di Cooperative e Soci sul territorio. I primi progetti di sostegno nazionale hanno visto la luce negli ultimi mesi dell’anno con l’avvio della collaborazione con Unisona Live Cinema, per cui Fondazione Conad Ets consentirà agli studenti delle scuole medie e superiori di tutta Italia di accedere gratuitamente a un programma di formazione su temi di grande interesse per i giovani, e il supporto alla Onlus Viva Vittoria a sostegno dei centri che si battono contro la violenza di genere.

Nel 2022 Conad ha confermato inoltre la leadership anche sul fronte della brand awareness. L’insegna ad oggi continua ad essere Top of Mind del settore (21,1%), con una notorietà totale pari al 96,4%. Questi dati sono ulteriormente confermati dal numero di clienti che visitano settimanalmente i punti di vendita Conad, consolidando il risultato del 2021 pari a 11,6 milioni di famiglie.

Tonitto raggiunge i 12 mln di fatturato, +13% rispetto al 2021

Nonostante sia stato un anno pieno di incertezze legate alla guerra e all’innalzamento dei costi energetici e delle materie prime, Tonitto 1939 si conferma in netta e costante crescita raggiungendo nel 2022 i 12 milioni di euro di fatturato. Per il terzo anno consecutivo la realtà ligure fa segnare un segno più a doppia cifra, in particolare +13% rispetto allo scorso anno: un dato che significa nuovo record assoluto per la storica azienda, dal 2022 insignita del riconoscimento di Marchio Storico d’Interesse Nazionale (prima azienda in Italia tra i produttori di gelato).

I numeri testimoniano come Tonitto 1939, nel 2022, sia cresciuta all’estero di circa il 20%, mentre in Italia di circa il 10%. Attualmente dunque la quota del mercato estero pesa circa il 45% del fatturato totale, mentre quello italiano circa il 55%. L’anno che sta per terminare ha mostrato come Tonitto 1939 abbia saputo affrontare al meglio le avversità attraverso il consolidamento delle aree di eccellenza legate al mondo senza zuccheri aggiunti e a quello Vegan (in un recente sondaggio i prodotti fabbricati da Tonitto 1939 sono risultati i N°1 al mondo in quest’area), proseguendo la propria espansione sul mercato internazionale, in particolare in Nord Europa, nei Paesi del Golfo e da ultimo in Ucraina dove l’azienda, nonostante le enormi difficoltà contingenti, ha realizzato un’importante partnership con uno dei più importanti retailer del paese, in particolare a Kiev.

Anche in Italia la realtà ligure di proprietà da tre generazioni della famiglia Dovo ha ottenuto importanti risultati sul piano dell’allargamento distributivo anche grazie a nuove collaborazioni di rilievo a cui si unisce al lavoro distributivo fatto al sorbetto in cartoncino.

“Non era per nulla scontato riuscire a ottenere un traguardo di questo genere – afferma Luca Dovo, AD Tonitto 1939. Conosciamo il potenziale dei nostri prodotti, la qualità del nostro lavoro e la forza dei valori che ci contraddistinguono come bontà, autenticità, sostenibilità e innovazione, ma siamo stati messi a dura prova dalle vicende mondiali che hanno anche stravolto anche il nostro settore. Ci aspettavamo una crescita a doppia cifra anche per quest’anno, ma averla raggiunta ci rende particolarmente orgogliosi e ci permette a guardare con estrema fiducia al 2023 che consideriamo un anno cruciale per le nostre ambizioni”.

Sono infatti tante le novità in programma per il 2023: su tutte il lancio di una gamma di gelati high protein a brand Tonitto che riesca a intercettare, attraverso ingredienti di alta qualità e un processo realizzativo frutto di importanti studi di settore, uno dei trend più in voga negli ultimi anni, ovvero quello del gelato proteico. Inoltre l’azienda, attraverso il suo reparto Assicurazione Qualità, ha ottenuto la medaglia d’argento EcoVadis (piattaforma che mira a migliorare le pratiche ambientali e sociali delle aziende sfruttando l’influenza delle catene logistiche globali). Il lavoro svolto per ottenere tale certificazione ha portato alla determinazione del Self Assessed Carbon Footprint e, sulla base dei risultati ottenuti, Tonitto 1939 ha stabilito dei punti di miglioramento come le emissioni dirette generate dall’azienda e quelle indirette legate all’energia acquistata (es trasporti e persone). Si tratta di un passo in avanti per permettere all’azienda di migliorare costantemente il suo approccio alla sostenibilità ambientale pur mantenendo standard elevati ed efficienti di produzione.

“Il 2023 sarà un anno cruciale per i nostri piani di investimento – racconta Alberto Piscioneri, Sales & Marketing Director Tonitto 1939. Oltre ad andare a regime numerosi progetti avviati nel 2022, ne saranno avviati altrettanti, sia italiani che internazionali, definiti proprio nella seconda parte di quest’anno. In più abbiamo la volontà di riattivare la progettualità legata al mondo del fuori casa non sono in Italia, ma anche all’estero. Per questo l’obiettivo del 2023 sarà quello di raggiungere una crescita tra il 15% e il 20% rispetto al fatturato di quest’anno, un risultato che ci permetterebbe di aprire nuovi orizzonti ancora più entusiasmanti”.

L’inizio del 2023 prevedrà un’agenda fitta di importanti appuntamenti per Tonitto 1939 con la presenza a due importanti fiere di settore, il Marca 2023, a gennaio a Bologna, e la Gulfood 2023, a febbraio a Dubai. Inoltre il primo semestre del nuovo anno vedrà un potenziamento organizzativo dell’intera azienda: si punterà infatti sul rafforzamento della struttura grazie all’inserimento di nuovi talenti che si aggiungeranno alle abilità consolidate del forte e coeso team attuale per costruire una solida piattaforma da cui partirà l’ambiziosa fase di espansione dell’azienda nei prossimi anni.

Selex, crescita del 5,6% e piano di investimenti da 340 mln nonostante crisi

In occasione dell’Assemblea dei Soci, tenutasi venerdì scorso 25 novembre, Selex ha comunicato i risultati dell’anno e i piani strategici per il 2023. Il 2022 si chiuderà con un fatturato lordo di 17,8 miliardi di euro, pari al +5,6% sul 2021 (a parità di rete si stima una crescita del +4%). Un risultato molto positivo considerate le criticità che la DMO sta affrontando in questi mesi per gli effetti delle numerose crisi in corso; il Gruppo consolida così la propria quota di mercato raggiungendo il 14,7% confermandosi al secondo posto della distribuzione moderna italiana. Selex attraverso le sue 18 Imprese Socie è presente in tutta Italia con una rete commerciale multinsegna e multicanale di 3.206 punti di vendita ed un organico di circa 41.000 addetti.

«Il 2022 ci ha messo di fronte ad una situazione quasi inimmaginabile: in pochi mesi ci siamo trovati a dover convivere con il conflitto in Ucraina, i rincari delle materie prime e la spinta inflattiva che ne è derivata, incalzante e senza precedenti negli ultimi decenni» ha dichiarato Alessandro Revello, Presidente di Selex Gruppo Commerciale. «Per un gruppo che da sempre fa della coesione la sua forza, è stato facile comprendere che il modo di restare più vicino possibile ai nostri Clienti fosse difendere da subito il loro potere d’acquisto senza rinunciare ad offrir loro la qualità che da sempre contraddistingue ogni nostro sforzo sotto il profilo dei prodotti e dei servizi. In questo difficile contesto abbiamo deciso di dare vita ad iniziative commerciali capaci di assorbire per quanto possibile i rincari, cercando di coinvolgere in questa responsabilità, con grande determinazione, i produttori di beni di largo consumo con cui collaboriamo; allo stesso modo ci stiamo impegnando a rafforzare gli investimenti che mirano ad aumentare la qualità e la convenienza dei nostri prodotti a marchio, l’esperienza offerta dai nostri punti di vendita ed i servizi alla persona dedicati ai nostri clienti».

Il piano per il 2023 prevede investimenti pari a 340 milioni per l’apertura di 63 nuovi punti di vendita e la ristrutturazione di 73 unità già esistenti. Nel corso dell’Assemblea sono stati trattati altri due aspetti strategici: l’assortimento dei prodotti a Marca del Distributore e lo sviluppo di CosìComodo, la piattaforma di e-commerce del Gruppo. Le Marche del Distributore (Selex, Consilia, Vale e Il Gigante) hanno raggiunto nel 2022 un Fatturato al Consumo di circa 1,6 miliardi di euro, con una crescita superiore al 10% rispetto all’anno precedente, ed una quota di mercato in continua ascesa grazie ad importanti investimenti in ricerca, qualità e sostenibilità. L’assortimento MDD del Gruppo Selex è oggi costituito da 7.700 prodotti suddivisi tra più brand con prodotti di base, numerose linee specialistiche e marchi di fantasia, pensati per coprire tutti i bisogni e le necessità dei differenti target di consumatori.

La qualità resta al centro dello sviluppo dei prodotti MDD e si esprime nel programma di revisione e convergenza che ha l’obiettivo di uniformare capitolati, assortimenti e fornitori di tutti i brand del gruppo. Altro capitolo importante è l’attenzione alla sostenibilità dei prodotti, cui Selex dedica un programma specifico basato su: sicurezza, attenzione al territorio e rispetto dell’ambiente. Tra i risultati da sottolineare l’abbattimento dell’utilizzo della plastica nei packaging grazie alla riduzione della medesima negli imballi, all’eliminazione degli overpack ed al diffuso utilizzo di materiali riciclabili.

Tra i programmi del Gruppo si conferma la centralità dei progetti di innovazione tecnologica e di sviluppo delle vendite online attraverso la piattaforma e-commerce Cosicomodo.it, alla quale aderiscono 10 insegne, servendo 13 regioni del nostro paese con 112 punti di ritiro click & collect e con 540 cap in cui è attivo il servizio di consegna a domicilio. Nel 2022 il portale prevede una crescita in linea con il mercato di riferimento e un importante balzo dell’home delivery che dovrebbe chiudere con un +30% rispetto all’anno precedente.
Inoltre, nell’ultimo anno sono stati rinnovati gli strumenti di analisi e comprensione dei bisogni dei Clienti funzionali ad un approccio sempre più omnicanale per le attività di category e promozionali programmate dalle insegne del Gruppo.

«I risultati del 2022 ci soddisfano ma siamo molto preoccupati dall’effetto che l’incremento dei prezzi sta determinando sui consumi in queste ultime settimane» ha dichiarato Maniele Tasca, Direttore Generale di Selex. «Abbiamo esaurito la capacità del settore di assorbire gli aumenti dei costi di gestione e per limitare il rischio di ulteriore inflazione abbiamo chiesto ai fornitori di sospendere gli aumenti di listino per i prossimi mesi, in attesa si definisca meglio il contesto di riferimento del 2023».

Grazie a tutti i progetti in corso ed alle strategie commerciali adottate, Selex stima di poter raggiungere nel 2023 i 18,5 miliardi di fatturato lordo, con una crescita prevista del +3,6%.

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