CLOSE
Home Tags Fatturati

Tag: fatturati

Bofrost, fatturato stabile a 145 milioni nel primo semestre 2024

Bofrost ha chiuso il primo semestre del 2024 con un fatturato di 145 milioni di euro, risultato in linea con quello dell’anno precedente che colloca l’azienda al secondo posto fra i player dell’intera categoria surgelati con una quota di mercato dell’8,5% (fonte: GFK) con oltre un milione di famiglie italiane clienti. “Nonostante la dinamica inflattiva, che da molti mesi pesa sull’andamento dei consumi, i risultati di Bofrost sono stati in linea con le aspettative, confermando la solidità della nostra realtà” ha commentato il Presidente e CEO di Bofrost Italia Gianluca Tesolin. “La spesa alimentare a domicilio è ormai entrata stabilmente nelle abitudini degli italiani, ma oggi più che mai dobbiamo rifuggire le generalizzazioni: la sfida è personalizzare sempre di più prodotti, servizi e comunicazione. Mantenendo i punti fermi che determinano il nostro successo: qualità e bontà delle nostre specialità ed eccellenza del servizio”.

Alle sfide citate Bofrost risponde, da un lato, con il costante arricchimento del catalogo (l’edizione autunno-inverno 2024-25 presenta oltre 480 specialità e 35 novità che spaziano tra surgelati e freschi/gastronomia, categoria che vale oggi il 10% del fatturato e spazia tra tante tipicità regionali), e dall’altro con importanti investimenti in tecnologia e innovazione per il miglioramento dei processi aziendali, per supportare ed agevolare il personale e per fornire a tutti i clienti, servizi e prodotti in linea con esigenze sempre più diversificate. Tutto questo in modo orientato a valorizzare un approccio che è e sarà sempre diretto e fondato sulla relazione umana. Vale, naturalmente, anche per quanto riguarda il percorso di adozione di strumenti di intelligenza artificiale: questi consentiranno di raggiungere gli obiettivi sopraccitati, permettendo di analizzare dati complessi e fornendo insight preziosi per offrire un servizio su misura per ogni cliente ma che, visto l’importanza che Bofrost dà alla relazione personale, non sostituiranno il rapporto tra le persone. “Crediamo fermamente che la tecnologia debba essere un alleato nel migliorare l’esperienza del cliente, senza mai sostituire il valore insostituibile del contatto umano” aggiunge Tesolin.

La personalizzazione perseguita da Bofrost non riguarda solo la clientela ma anche collaboratrici e collaboratori dell’azienda poiché, come sottolinea Tesolin, a fare la differenza sono le persone. Ecco allora che l’approccio innovativo alla tecnologia è orientato agli individui, al loro benessere e alla soddisfazione delle loro esigenze, diversificate a seconda della generazione a cui appartengono, al momento in cui si trovano nella loro vita personale e professionale e a tanti altri fattori. Perciò, oltre a utilizzare l’intelligenza artficiale all’interno dell’app dei dipendenti per facilitare la gestione dei documenti che riguardano il lavoratore e la lavoratrice, l’azienda ha intrapreso un percorso di analisi e ricerca, in collaborazione con l’Università degli Studi di Trieste, attraverso uno studio dell’employee experience al fine di valutare il benessere individuale dei collaboratori nelle varie fasi di carriera e mettere in campo interventi per curare la loro soddisfazione. In questo modo Bofrost potrà supportare sempre meglio l’ampliamento della propria rete commerciale, che prosegue con una copertura territoriale sempre più estesa e l’apertura di nuove zone di vendita. L’azienda cresce anche sotto il profilo occupazionale: 280 sono stati i nuovi inserimenti nei primi sei mesi dell’anno sono molte le opportunità per i ruoli di incaricati/e alla vendita e promoter in tutta Italia.

Il successo di Mielizia traina il fatturato di Conapi oltre i 22 milioni di euro

Il Consorzio Nazionale Apicoltori Conapi ha chiuso l’esercizio 2023/2024 con un fatturato di 22,2 milioni di euro, segnando così un incremento dell’8% rispetto all’anno precedente. Con oltre 600 apicoltori associati, 100 mila alveari (di cui il 45% biologici), e una produzione annua complessiva che supera le 3.000 tonnellate di miele, la cooperativa rappresenta un punto di riferimento per l’intero settore.

Il consolidamento di Mielizia
Il mercato nazionale del miele, che vale attualmente oltre 148 milioni di euro e oltre 100 milioni di euro per i canali Iper+Super presidiati dal marchio Mielizia, ha visto un calo generalizzato a valore (-1,2%), a volume (-3,2%) e confezioni (-3,2%) (dati Nielsen AT 16/06/24 Iper+Super). In questo contesto, Conapi ha registrato una performance in controtendenza. Mielizia, il marchio attraverso cui la cooperativa esprime il suo impegno verso il consumatore finale, si conferma il terzo brand più venduto nel mercato italiano nei canali iper e super, consolidando ulteriormente la sua posizione di rilievo. La crescita di Mielizia, pari al 5,6% a valore e al 5,1% a numero confezioni (dati Nielsen AT 16/06/24), è stata sostenuta dall’introduzione di nuovi prodotti che valorizzano il miele italiano dei soci e dall’acquisizione di nuovi clienti. I ricavi di vendita della cooperativa per le produzioni caratteristiche sono così saliti a 22,2 milioni di euro, rispetto ai 20,5 milioni dell’anno precedente. Conapi ha rafforzato inoltre la sua posizione a livello internazionale, registrando una crescita del 12% sia in termini di volume che di valore delle vendite estere. Il marchio Mielizia rappresenta il 70% del fatturato internazionale, con il 93% del valore esportato proveniente da prodotti biologici. I principali mercati esteri, come Francia e Giappone, continuano a essere strategici, con una notevole crescita in Giappone, evidenziando la rilevanza e l’attrattiva dei prodotti Conapi su scala globale.

Un occhio all’ambiente
Ambizioso il piano di investimenti da 5 milioni di euro con l’obiettivo di rendere il sito produttivo di Monterenzio, situato nell’Appennino Bolognese, più competitivo e sostenibile. Questo progetto di ammodernamento prevede la realizzazione di un nuovo magazzino di 2.600 mq, destinato principalmente allo stoccaggio delle produzioni conferite, con un focus particolare sul settore del miele. Parallelamente è stata acquistata una nuova linea per il confezionamento in doypack, un formato innovativo che risponde a nuove esigenze di consumo. Gli interventi in corso includono anche significative operazioni di messa in sicurezza sismica e l’efficientamento energetico dell’intero stabilimento, che contribuiranno a migliorare ulteriormente la resilienza e la sostenibilità dell’azienda.

A supporto di questo piano, nel 2023 sono stati già investiti 3 milioni di euro, finanziati in parte grazie a fondi regionali e statali, tra cui il Programma di Sviluppo Rurale (PSR) e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Entro il 2024, il completamento del piano con ulteriori 2 milioni di euro consentirà all’azienda di consolidare il proprio percorso di crescita, puntando su innovazione e rispetto per l’ambiente. L’installazione di due impianti fotovoltaici, con una capacità complessiva di 495 kW e 90 kW di accumulo, rappresenta un ulteriore passo verso l’autosufficienza energetica, mentre il nuovo magazzino sarà equipaggiato con un impianto fotovoltaico aggiuntivo da 50 kW. Queste misure non solo ridurranno i costi energetici, ma rafforzeranno anche l’impegno dell’azienda verso un futuro più sostenibile. Con questo piano di investimenti, la Cooperativa ribadisce la sua volontà di perseguire un modello di sviluppo industriale che integra innovazione, competitività e responsabilità ambientale, assicurando al contempo la sicurezza e l’efficienza delle proprie operazioni.

“In un contesto di mercato sempre più sfidante, questi risultati confermano la solidità e la visione strategica di Conapi” afferma Nicoletta Maffini, Direttore Generale di Conapi. “Gli investimenti che stiamo mettendo in campo non solo rafforzeranno la nostra posizione di leader a livello europeo, ma ci permetteranno anche di rispondere con maggiore efficacia alle sfide poste dal cambiamento climatico. Con un impegno costante verso l’innovazione e la sostenibilità, continueremo a valorizzare e supportare il miele italiano e il prezioso lavoro dei nostri soci apicoltori”.

Boom per la startup Saporeeto che punta al milione di fatturato

Una capacità produttiva di 250.000 porzioni al mese con un aumento del +600% tra agosto 2023 e agosto 2024, un milione di piatti pronti al mese entro il 2027, una crescita di fatturato da € 256.000 del 2023 al milione previsto per quest’anno e il traguardo fissato a €14 milioni entro il 2027: sono le cifre che, a un anno dal suo ingresso sul mercato per mano di Tommaso Pelladoni e l’incubatore Axxelera, attestano la crescita di Saporeeto, la startup food tech che intende rivoluzionare il mercato dei pasti pronti puntando su sostenibilità e R&D. Una crescita che ha trovato terreno fertile in un mondo fortemente dinamico, quello del food & beverage, popolato da consumatori sempre più consapevoli e inclini a preferire alimenti poco impattanti sull’ambiente, non senza un occhio al portafoglio e alla semplicità di preparazione.

“Questi numeri ci confermano quello in cui abbiamo creduto fortemente sin dal primo giorno, vale a dire la portata innovativa del nostro progetto e l’impatto positivo che questo avrebbe potuto avere sui consumatori. L’aspetto a cui teniamo molto, infatti, e su cui puntiamo di più è la parte di ricerca e sviluppo che avviene nel nostro Food Lab, dove testiamo e assaggiamo in continuazione nuove ricette da proporre al mercato: a quello italiano, da cui siamo partiti, e presto anche a quello straniero, verso il quale stiamo già muovendo i primi passi”, commenta Tommaso Pelladoni, General Manager di Saporeeto.

A guidare la produzione di Saporeeto, che entro il 2027 si propone di raggiungere 1 milione di pasti realizzati ogni mese, è il trend dei flexitariani, che secondo un recente studio di Ipsos interessa il 12% degli italiani che seguono questo regime alimentare tutto l’anno (il 30% solo saltuariamente). Globalmente invece, quasi il 70% degli intervistati abbraccia questo genere di alimentazione, che prevede un consumo ridotto di carne e pesce per motivi di salute, etici o economici, scegliendo alternative vegetali e sostituendo la carne con le verdure (nel 57% dei casi), altre proteine animali (48%) e con i legumi (42%). Quando intervistati sul perché assumano questo tipo di alimenti, il 38% dei partecipanti dichiara di volersi prendere cura della propria salute preventivamente, il 16% per dimagrire e il 32% per ragioni economiche.

Tra i milestone per il futuro prossimo di Saporeeto, attualmente presente in cinque insegne della Gdo tra le più diffuse del Nord Italia, c’è l’approdo su alcuni marketplace italiani nel corso del 2025, oltre alla partecipazione alle fiere del settore, nazionali e internazionali. “La cucina per noi italiani fa parte del quotidiano, è tradizione e storia, ma anche legami, ricordi. Ecco perché nei nostri piatti pronti portiamo l’incontro fra questi aspetti e l’innovazione, le nuove tendenze delle persone, le necessità che non sono più quelle di una volta ma che vertono sempre più in direzione di un atteggiamento salutare e sostenibile. Saporeeto è un laboratorio di idee e di open innovation, sia verso il consumatore finale che le aziende e i retailer. Il nostro team di R&D, infatti, è a disposizione anche del settore B2B, per chi vuole sviluppare piatti pronti di qualità e ottimi al gusto in private label”, conclude Pelladoni.

Ricavi in crescita per Valsoia, successo per Piadina Loriana e il gelato Häagen-Dazs

Nel primo semestre 2024 Valsoia ha registrato ricavi pari a 58,03 milioni di euro con un incremento del 4,0% (+2,22 milioni di euro) rispetto al primo semestre 2023 (55,81 milioni di euro). La crescita dei ricavi nel primo semestre è stata trainata sia dalle vendite in Italia (+3,5%) che dall’andamento positivo delle vendite all’estero (+9,5%). In Italia aumentano sia i ricavi della divisione Food Salutistica (+5,2%) che quelli della divisione Food Tradizionale (+3,2%). I consumi in Italia (totale mercati “grocery” distribuzione moderna) crescono lievemente a valore nei primi sei mesi dell’anno (+0,6% fonte NielsenIQ) mentre risultano in contrazione dello 0,9% a volume rispetto al pari periodo dell’anno precedente. Tale diminuzione nei consumi reali a volume ha caratterizzato tutto l’anno 2023 e i primi sei mesi del 2024 nonostante la sensibile frenata dell’inflazione, a partire dall’autunno 2023, che ha visto rallentare decisamente il suo tasso di crescita al +1% nel primo semestre 2024.

I principali mercati in cui operano le marche della società (21 categorie merceologiche monitorate da NielsenIQ) evidenziano, nel corso dei primi sei mesi dell’anno, andamenti migliori rispetto alla media del totale “grocery”. Le marche della società fanno registrare un positivo andamento dei consumi (a volumi) in 14 dei 21 mercati dove sono presenti, con incrementi delle quote consumi in molti dei mercati monitorati. Il positivo andamento dei consumi a volume, nel primo semestre, prolunga la performance favorevole del 2023 confermando la solidità della “brand equity” per le marche del Gruppo, che si dimostrano, perciò, non solo resilienti ma, spesso, in crescita anche in presenza di condizioni di mercato avverse, a causa di variabili esogene quali, ad esempio, il sensibile riposizionamento nei prezzi al consumo registrato negli ultimi due anni. Nel corso del primo semestre è inoltre proseguito il supporto alle marche di proprietà della società attraverso importanti investimenti in comunicazione unitamente ad attività di contatto diretto e sampling con il consumatore in occasione di grandi eventi come concerti, fiere e importanti manifestazioni sportive. Tali investimenti sono certamente a beneficio delle marche della società ma supportano positivamente anche i rispettivi mercati di riferimento, sostenendone volumi e relativo valore.

Positivo l’andamento delle vendite all’estero che registrano nel primo semestre 2024 un incremento del 9,5% sul pari periodo. La crescita è organica, in attesa dei mesi più importanti per la stagione dei gelati in tutti i principali Paesi europei nei quali opera la società. Interessante è la partenza delle vendite all’estero della “Piadina Loriana” che registra i primi inserimenti in importanti catene europee. Il primo semestre 2024 è stato caratterizzato, lato costi, da aggiustamenti al ribasso di modeste entità per alcune materie prime, controbilanciati da altri aumenti anche di rilievo (per esempio il cacao per il cioccolato). La società resta decisamente impegnata nel controllo e contenimento di tutti i costi (materie prime, prodotti e servizi) dopo la crescita degli stessi negli ultimi due anni avendo tra l’altro deciso, a inizio 2024, per una politica di “non aumento” dei listini ad eccezione della marca “Santa Rosa” confetture e della linea di crema vegetale alle nocciole della marca “Valsoia Bontà e Salute”, con l’intento di contenere l’andamento inflattivo al consumo delle proprie Marche, contribuendo a un calo generale dell’inflazione. I costi di struttura sono stabili rispetto al precedente periodo ed in linea con le previsioni di budget.

Risultano invece incrementati, come da piani marketing, gli investimenti in consumer marketing (pubblicità in particolare) e trade marketing (presidio del punto di vendita). La marginalità operativa del primo semestre 2024 (EBITDA) risulta pari a 7,0 milioni di euro, in aumento (+15,0%) rispetto al medesimo periodo dell’esercizio precedente, registrando un indice percentuale di marginalità operativa (EBITDA Margin) in miglioramento e pari al 12,1%. Il risultato operativo netto (EBIT) è pari a 5,6 milioni di euro (+18,8% verso pari periodo 2023) con una incidenza percentuale sui ricavi di vendita pari al 9,6%. L’utile netto del periodo è pari a 4,1 milioni di euro, in crescita rispetto al primo semestre dell’anno precedente dell’11,4% con un’incidenza percentuale che si attesta al 7,1% dei ricavi di vendita.

I fatturati di entrambe le divisioni sono in crescita rispetto al medesimo periodo dell’esercizio precedente. In Italia, solo i ricavi della divisione B2B (principalmente industriale) si riducono. Le performance positive sono evidenziate da tutte le principali marche di proprietà “Valsoia Bontà e Salute”, “Diete.Tic”, “Piadina Loriana” e “Santa Rosa”. “Valsoia Bontà e Salute” e tutta la divisione salutistica Italia, crescono del 5,2%. In particolare, la stagione primaverile è risultata inizialmente sfavorevole ai consumi dei gelati confezionati per il totale mercato tradizionale “dairy” (-2,3% di volumi nel primo semestre). I gelati vegetali Valsoia, in controtendenza, hanno registrato nel medesimo periodo una crescita del 4,8% a volumi trascinando il mercato dei gelati alternativi vegetali in positivo nel semestre (+1,5%). L’ottima performance di Valsoia ha portato anche a una crescita della sua quota, sino a superare il 78% dei consumi totali di gelati vegetali in Italia. In controtendenza anche i consumi del gelato tradizionale “dairy” Häagen-Dazs che al suo secondo anno di distribuzione con Valsoia, registra una crescita dei volumi per oltre il 10% (primo semestre NIQ sell-out rispetto al pari periodo dell’anno precedente). L’andamento delle vendite della divisione Food tradizionale è anch’esso in territorio positivo (+3,2% rispetto al primo semestre 2023) con, in particolare, una brillante performance della “Piadina Loriana”. Positivi anche i volumi della marca “Vallè” al suo terzo anno di presenza nel portafoglio delle marche distribuite dalla società. Le vendite all’estero risultano in crescita del 9,5% rispetto al primo semestre del precedente esercizio, con un fatturato netto di circa 5,3 milioni di euro. Tale risultato conferma l’andamento degli esercizi precedenti e il solido stato di salute delle marche in particolare nei Paesi con una presenza diretta della società ed una buona copertura distributiva. Si segnala l’avanzamento nei tempi e nei costi previsti, del progetto strategico di ampliamento del sito produttivo di Serravalle Sesia, che prevede il raddoppio della superficie tra aree produttive, magazzini e uffici.

“Esprimo soddisfazione per la crescita, dei ricavi della nostra società, anche in questo primo semestre, in uno scenario ancora caratterizzato, per quanto riguarda l’Italia, da una contrazione nei volumi del totale largo consumo confezionato. L’andamento delle nostre marche, sia salutistiche che food tradizionale resta in controtendenza con volumi e ricavi in aumento. Siamo molto soddisfatti in particolare della partenza del gelato vegetale Valsoia che, nonostante una stagione primaverile non favorevole, ha visto crescere con decisione i nostri volumi e le nostre quote al consumo. Sostanzialmente tutte le nostre marche confermano la loro solidità in termini di brand equity, in un contesto ancora segnato dalle dinamiche inflattive degli ultimi due anni. Anche le vendite all’estero accelerano la loro crescita rafforzando la nostra determinazione nel perseguire lo sviluppo internazionale. In questi primi mesi abbiamo inoltre proseguito, come da piani, il lancio di nuovi prodotti sia nell’area salutistica che nel food tradizionale. Di particolare rilievo, per la marca “Valsoia Bontà e Salute”, la introduzione dalla primavera di un importante rinnovamento nella sua immagine sia con la adozione di un nuovo system-pack che con la messa “in onda” di tre nuovi filmati pubblicitari. Il nuovo pack e la nuova comunicazione esprimono una identità di marca attuale e autorevole, confermando gli storici valori di Valsoia racchiusi nel pay-off “Bontà e Salute”. La pianificazione delle nuove pubblicità prevede, per tutto l’anno, un impatto mediatico straordinario a supporto della nostra Marca ma anche a beneficio dei consumi e del valore di tutto il mercato alternativo vegetale. La solidità finanziaria e patrimoniale della società ci permette di guardare con fiducia alla costruzione di un futuro sempre di crescita, sostenuto da investimenti importanti nelle aree della innovazione e della comunicazione ed anche coraggiosi come il raddoppio degli spazi produttivi del nostro stabilimento di Serravalle Sesia reso necessario proprio dalla crescita del business e portatore anche di benefici futuri concreti in termini di maggiore marginalità ed efficienza” ha commentato Lorenzo Sassoli de Bianchi, il Presidente di Valsoia.

Brio, fatturato a 56 milioni e consolidamento in Gdo e Horeca

Bilancio positivo per Brio, società del Gruppo Alegra specializzata nell’ortofrutta biologica, che archivia il 2023 con un fatturato a quota 56 milioni di euro (+11% rispetto allo scorso anno) e il consolidamento dei volumi venduti. A trainare gli indici verso l’alto sono l’ottima performance sui mercati esteri e la sinergia con Alce Nero, brand che continua a incrementare la propria notorietà e penetrazione nelle famiglie italiane e che si prepara a lanciare nuovi formati di ortofrutta fresca biologica con grammature più in linea con le richieste del consumatore moderno.

“Anno dopo anno, Brio ha saputo dimostrarsi partner affidabile per la Gdo non solo italiana ma anche estera, confezionando a marchio del distributore per le principali insegne europee” commenta Gianni Amidei, Presidente di Brio. Che aggiunge: “Le scelte strategiche aziendali e di gruppo, come l’allargamento della base produttiva nelle regioni del sud del Paese da parte della nostra cooperativa di riferimento Agrintesa, ci hanno permesso di essere sempre più riconosciuti come fornitori d’eccellenza, in grado sia di garantire qualità e quantità lungo una finestra commerciale sempre più ampia sia di mitigare il rischio climatico coltivando in aree diverse. La nostra crescita a doppia cifra accredita sempre di più Brio come motore per lo sviluppo e la ripartenza del bio nazionale”.

Per Brio, l’ultimo anno ha visto un solido consolidamento nella Gdo nazionale e in quella estera che vale il 50% del volume d’affari. “A evidenziarsi, in un paniere che conta oltre cinquanta referenze, sono stati prodotti sui quali possiamo vantare un’elevata specializzazione lungo tutta la filiera, dal campo al magazzino: penso a pomodori, carote, zucchine, patate, asparagi, broccoli per la verdura e kiwi, pere, arance, limoni, clementine e mele per la frutta” spiega ancora Amidei, chiarendo che proprio alle mele sia stato destinato l’investimento che, a gennaio scorso, ha portato all’inaugurazione del nuovo impianto di selezione e lavorazione installato nello stabilimento di Agrintesa e sede di Brio a Campagnola di Zevio.

Brio è presente anche nel canale Horeca: “Abbiamo perfezionato la fusione con una nostra società per essere più presenti nella ristorazione collettiva pubblica, principalmente scolastica, e privata concentrando l’attività in un unico organismo, razionalizzando costi e sfruttando le sinergie di gruppo. Ad oggi il fatturato in questo canale è in crescita e il consumo del biologico fuori casa è in netta ripresa” conclude Amidei.

Di Leo, il fatturato cresce e raggiunge quasi 20 milioni di euro nel 2023

Nel 2023 Di Leo ha registrato una crescita del 20% rispetto all’anno precedente, raggiungendo un fatturato di 19,7 milioni di euro. Con un Ebitda di 1,5 milioni di euro e un utile netto di 365 mila euro, l’azienda dolciaria, nata nel 1663 ad Altamura da una famiglia di mastri fornai, è stata capace di limitare al massimo le difficoltà derivate dalle incertezze geopolitiche e dall’inflazione. Parallelamente alla crescita economica, ha integrato nel proprio DNA una forte propensione verso la sostenibilità, dimostrata attraverso numerosi progetti e iniziative.

Numerose le azioni rivolte al rispetto dei criteri ESG: Di Leo ha ridotto del 5,25% le emissioni dirette da consumo di gas metano e del 16,75% le emissioni indirette da consumo di energia elettrica, grazie a interventi di efficientamento energetico. Inoltre, in un’ottica di economia circolare, le iniziative intraprese hanno portato a una diminuzione del 19% degli scarti di produzione. Dal punto di vista produttivo l’azienda, già pioniera di scelte come l’eliminazione dell’olio di palma dalle ricettazioni dal 1990, ha introdotto la nuova linea di biscotti Panpezzetti, prodotti con acqua di mare e un processo produttivo brevettato. Un’ulteriore testimonianza dell’impegno del brand verso l’innovazione e la ricerca di soluzioni sostenibili. L’utilizzo di farine da grano di filiera agricola italiana, coltivato sulle colline materane, per la produzione dei biscotti della linea Fattincasa, ha valorizzato, invece, il territorio e garantito la massima qualità degli ingredienti.

Tra i pilastri della cultura aziendale di Di Leo, anche la valorizzazione delle risorse umane: il capitale umano è il vero motore dell’attività grazie alla propria passione, dedizione ed esperienza. L’elevata stabilità del personale, con un dato del 98% di impiegati assunti con contratto a tempo indeterminato, testimonia l’attenzione del brand verso le persone e verso tematiche di Diversity & Inclusion. Per questo motivo è stato introdotto un nuovo sistema di welfare aziendale. La Di Leo si impegna a fornire un ambiente di lavoro sicuro, accogliente e rispettoso della dignità di ogni individuo, promuovendo la crescita professionale e il benessere psicofisico dei dipendenti. A tal fine, l’azienda ha aderito a fondi di assistenza sanitaria integrativa, garantendo così ai propri collaboratori una copertura sanitaria completa e personalizzata in base al CCNL di appartenenza.

In tema di gender equality si evidenziano ottimi risultati in tema di rappresentatività delle categorie impiegati (54% donne e 46% uomini) e dirigenti (100% donne), l’unica categoria con sbilanciamento di genere è rappresentata dagli operai (100% uomini), risultato in linea con le dinamiche del settore manifatturiero del Sud Italia. Nel 2023, inoltre, sono state erogate 656 ore di formazione non obbligatoria, equamente distribuite tra uomini e donne, con focus anche su tematiche di economia circolare, come la riduzione degli sprechi e l’uso di materiali eco-compatibili. L’impegno sociale, invece, è stato declinato con il sostegno di enti del territorio a favore della cultura, come il Teatro Mercadante di Altamura e il “Progetto lettura”, evento giunto alla  33esima edizione patrocinato dal Comune di Altamura. 

Il primo bilancio di sostenibilità
La scelta di redigere il primo Bilancio di Sostenibilità 2023 conferma l’impegno di Di Leo a comunicare in modo trasparente i propri risultati e a rendere conto delle azioni intraprese. Il documento presenta un’analisi dettagliata delle performance ambientali, sociali ed economiche dell’azienda, evidenziando i progressi raggiunti e gli obiettivi futuri. Nell’ottica di una maggiore trasparenza e responsabilità, il brand ha implementato nel corso del 2023 un processo di due diligence in materia di sostenibilità, analizzando la materialità d’impatto delle proprie attività. L’azienda ha inoltre delineato una strategia ESG che prevede la riduzione della plastica da imballo, l’efficientamento energetico e la riduzione delle emissioni climalteranti.

“Abbiamo dimostrato che è possibile coniugare crescita economica e sostenibilità, creando valore per l’azienda, per i nostri collaboratori e per il territorio. Continueremo a lavorare con impegno per un futuro sempre più sostenibile investendo in progetti innovativi. Siamo consapevoli che la sostenibilità è una sfida che coinvolge tutti e che solo attraverso un impegno condiviso è possibile costruire un futuro migliore per le prossime generazioni” ha commentato il Presidente Pietro Di Leo.

Frutta secca: la produzione di Manuzzi cresce per valore e quantità

Continua lo sviluppo sul mercato per Manuzzi, azienda romagnola che opera nel settore della lavorazione e distribuzione di frutta secca, esotica e disidratata. I dati relativi al primo semestre del 2024 evidenziano infatti una crescita che si attesta su un +14% a livello di valore della produzione e un +26% in termini di quantità rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A trainare la crescita i mix di prodotti sgusciati, dai classici misti di frutta secca al naturale ai più sfiziosi misti tostati non fritti senza sale, sempre più apprezzati dalle grandi insegne della Gdo, grazie alla loro versatilità e ai differenti pubblici ai quali si rivolgono, dagli studenti agli sportivi. A questi si accompagnano anche i datteri, dai deglet nour disponibili tutto l’anno anche al naturale (senza aggiunta di sciroppo di glucosio e senza conservanti), ai più pregiati medjoul e ramati, questi ultimi disponibili nella vaschetta apri e chiudi; oggi sono proprio i datteri il cavallo di battaglia dell’azienda, sempre più utilizzati anche in cucina come alternativa “salutare” allo zucchero semolato grazie al loro contenuto indice glicemico e all’apporto calorico decisamente inferiore. Senza dimenticare i mirtilli rossi essiccati, che stanno registrando un notevole sviluppo nell’ambito del trend generale di crescita dei berries nel mondo del fresco.

A confermare questo, anche i dati che riflettono un significativo aumento dei consumi interni, favoriti dalla diffusione di uno stile di vita orientato al benessere e da una maggiore consapevolezza nelle scelte nutrizionali: lo scorso anno il consumo di frutta in guscio in Italia si è attestato a 638mila tonnellate (fonte ISMEA) per volumi complessivi pari a oltre 115mila tonnellate. Adatti alla colazione, allo snack spezza fame, all’aperitivo o al dopo cena, e ormai completamente destagionalizzati rispetto alle tradizionali occasioni legate a ricorrenze e festività, a riscuotere consenso sono anche mix e barrette energetiche. Manuzzi continua a pianificare il futuro secondo un attento piano di sviluppo che prevedrà, nel 2025, ulteriori interventi sulla sede produttiva, per proseguire l’opera di automatizzazione delle linee di confezionamento. Già oggi l’headquarter di Manuzzi conta 3.200 mq di superficie coperta su un’area di 5.250 mq, con una sala confezionamento dotata dei più moderni strumenti ed efficaci sistemi di codifica e tracciabilità.

“Flessibilità ed immediatezza nella risposta alle richieste della grande distribuzione, grossisti ed industria sono le caratteristiche che ci contraddistinguono – afferma Aurelio Manuzzi, CEO dell’azienda – insieme alla selezione dei migliori fornitori in tutto il mondo che inseriamo all’interno di procedure di qualità secondo la certificazione IFS Food. Ma qualità per noi significa anche ricerca e innovazione nei processi produttivi, a cui dedichiamo investimenti costanti e team dedicati”.

Caffè Borbone, ricavi in aumento grazie a Gdo e mercato d’oltreoceano

Per Caffè Borbone il primo semestre del 2024 si chiude con ricavi a 166,7 milioni di euro, in aumento dell’8% rispetto allo stesso periodo del 2023. Dall’analisi dei risultati emerge inoltre l’ottimo andamento del mercato estero, che cresce del 50% rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente. In particolare prosegue lo sviluppo del mercato americano che, sotto la guida della neocostituita filiale Caffè Borbone America Corp, raddoppia il risultato 2023. A livello di canali distributivi si segnala l’ottima performance della Gdo, canale strategico per coprire ancora più capillarmente il mercato e migliorare ulteriormente la penetrazione del brand su tutto il territorio nazionale.

Il primo semestre ha segnato importanti traguardi anche sul fronte dell’impegno in ambito sostenibilità. L’azienda ha aderito alla Science Based Targets initiative (SBTi) e ha definito i suoi obiettivi di riduzione delle emissioni di Co2 a breve e lungo termine in linea con lo scenario net-zero e si appresta a sottoporli alla validazione del team di esperti di SBTi. Sempre nell’ottica di ridurre l’impronta ambientale, sono stati completati i lavori per la realizzazione di un nuovo polo logistico, con la costruzione di un nuovo magazzino da 10.000 mq nelle immediate vicinanze dello stabilimento di Caivano. Il nuovo fabbricato, che entrerà in funzione nella seconda parte del 2024, non solo permetterà un efficientamento in termini di gestione magazzino, ma contribuirà all’autonomia energetica dello stabilimento grazie all’impianto fotovoltaico da 500 kW posizionato sul tetto.

“Il percorso di crescita e sviluppo di questa prima parte dell’anno è il risultato di una strategia di business pianificata per affrontare l’attuale contesto economico e fronteggiare l’aumento dei costi della materia prima, in particolare della qualità di caffè Robusta, che ha raggiunto picchi record. Una strategia che ha messo al primo posto i consumatori, limitando il più possibile i rincari sui prezzi al pubblico, e che si è dimostrata efficace, permettendoci di continuare la nostra traiettoria di sviluppo” ha dichiarato Marco Schiavon, Amministratore Delegato di Caffè Borbone. Che aggiunge: “I risultati del primo semestre ci permettono di guardare con ottimismo al futuro e ci proiettano verso un traguardo di fine anno superiore ai 300 milioni con cui abbiamo concluso l’esercizio precedente”.

In ultima analisi, si segnala la Golden Medal che Caffè Borbone ha ottenuto a giugno nel Sustainability Rating di EcoVadis, una delle più importanti piattaforme internazionali di rating di sostenibilità, collocandosi nel 2% delle migliori società tra tutte quelle valutate da EcoVadis negli ultimi 12 mesi.

CraiFutura raccoglie i primi risultati: crescono fatturato ed Ebitda

CraiFutura, il piano avviato a fine 2022 con l’obiettivo di trasformare il Gruppo Crai in un’unica grande azienda, inizia a raccogliere i primi risultati. Si tratta di un piano industriale attraverso cui il Gruppo Crai evolve da Centrale di servizi ad azienda della distribuzione organizzata, rafforzando la capacità operativa della sede centrale di Milano, la Crai Secom, che sta diventando un vero e proprio Hubquarter: punto di incontro e coordinamento strategico dell’intero sistema Crai, in grado di centralizzare le attività chiave, produrre valore e generare fatturato. A fine 2023 la sede Crai Secom ha raggiunto per la prima volta un fatturato di 106 milioni di euro attraverso la nuova gestione centralizzata delle categorie cura casa e cura persona e al consolidamento delle piattaforme surgelati e secco. Numeri che, secondo l’azienda, riflettono la validità del percorso intrapreso, come testimoniato anche dal fatturato del Gruppo Crai, che ha concluso positivamente il 2023 con vendite complessive della rete di circa 3 miliardi di euro.

Questa trasformazione ha consentito anche di capitalizzare e concentrare parte dei risultati dei Centri Distributivi nell’Hubquarter milanese facendole registrare un Ebitda pari a 4 milioni di euro, rispetto ai 2,8 milioni dell’anno precedente, e un utile netto superiore a 1 milione di euro. A ulteriore conferma dell’efficacia del piano di sviluppo, anche i risultati aggregati di Crai Secom insieme alle società Food 5.0 (sviluppo dei prodotti a marchio) e Sinergia 5.0 (sviluppo cura casa e cura persona) mostrano un risultato positivo raggiungendo un Ebitda di circa 8 milioni di euro.

L’azienda sottolinea di credere nell’evoluzione di un modello non più legato al concetto di centrale operativa, ma proiettato verso una nuova organizzazione, che vede sede e Cedi uniti in un’unica azienda con al centro la rete dei negozi. Il piano quinquennale CraiFutura ha, infatti, come priorità il rafforzamento del modello economico e commerciale, con un focus particolare sulla valorizzazione del territorio e del suo posizionamento. L’Hubquarter è impegnato su diversi fronti, tra cui il rafforzamento di un’identità distintiva e riconoscibile, la definizione di una politica commerciale differenziante e attraente per i clienti, e lo sviluppo di modelli di business e format innovativi per migliorare la redditività degli oltre 1.500 negozi presenti in tutta Italia. 

L’evoluzione in corso ha l’obiettivo di efficientare le attività tra la sede, i centri di distribuzione e gli imprenditori, razionalizzare i costi e concentrare gli sforzi su ciò che crea vero valore per il territorio, garantendo ai clienti un’esperienza di acquisto sempre più completa e soddisfacente. “Con CraiFutura stiamo ridisegnando il futuro di Crai, consolidando la sua evoluzione ad azienda distributiva, con la massima attenzione alla profittabilità dei nostri punti vendita e alla soddisfazione dei clienti” spiega l’Amministratore Delegato di Crai, Giangiacomo Ibba. “I nostri obiettivi sono ambiziosi, ma il traguardo conseguito già al termine del primo anno rappresenta una prima importante conferma sulla validità del percorso intrapreso. Per continuare a crescere vogliamo puntare su ciò che ci rende unici: la nostra rete di imprenditori, la loro profonda conoscenza del territorio, della comunità e delle persone che ne fanno parte”.

Vending: tecnologia e innovazione alimentano il fatturato di Fas International

Fas International Spa, azienda vicentina che opera nel mercato dei retail automatico (vending machine), chiude il 2023 con dati in crescita e allarga la compagine direzionale con la nomina del manager Francesco Cantini, a cui è stata affidata l’intera operatività aziendale. Il fatturato 2023 segna 53 milioni di euro, in aumento del 12,5% rispetto ai 48,5 milioni del 2022, con un Ebitda del 19,3% (circa 10,3 milioni di euro, il 77% in più rispetto al 2022), mentre l’utile si attesta sui 4,5 milioni (in aumento di circa il 300% rispetto agli 1,7 milioni del 2022). La ripartizione dei ricavi per aree geografiche di destinazione nel 2023 indica l’Italia come il singolo mercato più importante (37,5%), seguita dai Paesi dell’Unione Europea (51,7%) e quindi dai Paesi extra Ue (10,8%).

A trainare la performance 2023 è stato in particolare l’estero, trend che si conferma anche nel primo semestre del 2024: con ricavi complessivi in crescita del +7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, i mercati internazionali confermano il momentum positivo con una crescita del +22% sul 2023, e con il peso dell’Italia che passa al 30,6%. A fronte di un calo generalizzato del -1,6% del mercato delle macchine vending nel 2023, Fas International ha registrato una crescita a due cifre grazie soprattutto agli investimenti effettuati in tecnologia e innovazione, e a una maggiore attenzione al settore del retail tech; oggi il 20% delle macchine vending vendute da Fas è destinato a postazioni pubbliche. Si tratta di una percentuale alta, se si considera il fatto che i distributori automatici sono tipicamente posizionati soprattutto all’interno delle aziende.

Il percorso di managerializzazione e valorizzazione voluto dall’amministratore delegato Luca Adriani, figlio del fondatore Antonio e da vent’anni alla guida dell’azienda assieme alla sorella Mariangela, è culminato con l’ingresso ad inizio 2023 di Francesco Cantini in qualità di Direttore Generale e, all’inizio del 2024, alla sua ulteriore ratifica con il conferimento di tutte le deleghe operative. Francesco Cantini, 59 anni, è manager di lunga esperienza: prima di entrare in FAS è stato amministratore delegato di Selecta-Argenta Italia e, precedentemente, ha rivestito ruoli di AD e Direttore Generale in diverse importanti aziende multinazionali, sia in Italia che all’estero. L’ingresso di Cantini ha dato forte impulso all’organizzazione delineando un percorso di strutturazione dell’Azienda, accelerando le metriche chiave del conto economico e contribuendo a formalizzare un piano strategico di sviluppo per i prossimi anni.

“Siamo soddisfatti dei nostri risultati che confermano la solidità della nostra visione e ci spingono a continuare il nostro percorso di crescita e innovazione; l’ingresso di Francesco Cantini, un professionista con una grande esperienza e che stimo molto, ci aiuta a proseguire in questa direzione, ancora con più forza” ha commentato Luca Adriani, Amministratore Delegato di Fas International.

“Abbiamo consolidato il mercato italiano e ora possiamo guardare all’estero, dove continuiamo a crescere. Abbiamo maggiore solidità e una strategia ben definita e possiamo contare su una tecnologia estremamente competitiva, sostenibile e applicabile al mondo del retail. Le soluzioni di Fas sono vere e proprie piattaforme digitali integrate, in grado di sostenere e gestire l’intera filiera, dalla fornitura alle prenotazioni, con diversi benefici per tutti gli attori: un netto miglioramento della qualità e del servizio, un evidente risparmio di tempo e significative riduzioni di consumi energetici” ha aggiunto Francesco Cantini, Direttore Generale di Fas International Spa.

La tendenza del retail tech

Il termine “retail tech” si riferisce all’uso e all’applicazione di tecnologie innovative e digitali nell’ambito del settore del commercio al dettaglio (retail). Tre sono le maggiori tendenze del 2023 per Fas: la prima riguarda molti imprenditori del vending che vedono nel Retail Tech una grande opportunità di ‘reinvenzione’ del modello classico della distribuzione automatica e decidono di dotarsi di infrastrutture tecnologiche su cui innestare il proprio modello di business appunto in ottica retail tech, acquistando macchine connesse e altamente tecnologiche, ad esempio con pagamento esclusivamente digitale, non solo destinate a locazioni private ma anche e soprattutto a luoghi pubblici quali per esempio i negozi automatici o H24, molto frequentati dalla comunità con un target d’elezione 19-29 anni, o dai turisti. La seconda tendenza riguarda la spinta che al retail tech viene data dalla esigenza di sopperire al forte turn-over e alla mancanza di personale nel mondo dell’hotellerie, del bar e della ristorazione, problema molto serio per tutta la industry, ma che vede una soluzione nel punto vendita automatico, anche grazie alla relativa app di prenotazione dedicata. Questa soluzione risolve la mancanza di personale, contribuisce a migliorare la customer experience ed a generare significative efficienze operative per esempio attraverso la ‘relocation’ produttiva nei centri di cottura, consentendo una vera e propria ‘rivoluzione qualitativa’ del modello con prodotti di qualità e pasti freschissimi. Infine, la terza tendenza riguarda le microaziende, ad esempio quelle degli agricoltori e degli allevatori, molto presenti all’estero, in particolare in Francia ma anche in Olanda e in Belgio, il cui sistema di vendita a chilometro zero, per dare un servizio veloce e flessibile ai propri clienti, passa attraverso la vending machine di Fas International.

“L’extra vending si sta espandendo da un lato all’estero, in particolare nei paesi nordici e nel centro Europa, dove vige una tradizione diversa e dove i negozi automatici stanno dando numeri eccezionali, penso, ad esempio, ai fornai in Olanda o in Belgio, dall’altro tra i giovani italiani. Penso, in particolare, a certi giovani imprenditori del Sud Italia che scelgono la distribuzione automatica come loro business. Questo porta gli operatori ad aumentare la propria professionalità e tecnologia, perché se il vending diventa una cosa glamour, la macchina deve essere altamente tecnologica, elegante, funzionale e di design oltre che utile. Le locazioni non hanno successo se metti la macchina vecchia” ha detto in merito Luca Adriani.

La ristorazione collettiva

Un altro comparto in crescita per Fas International nel 2023 è stato quello della ristorazione collettiva, dove Fas collabora con due importanti partner con circa 60 macchine attualmente installate. Alla catena Bar Atlantic, il brand di ristorazione interna di Esselunga che offre un servizio di ristorazione completo ai dipendenti aziendali, Fas fornisce le macchine automatiche e l’app attraverso la quale è possibile prenotare il pasto, preparato con gli ingredienti e l’apporto del personale Esselunga, direttamente dal proprio smartphone. Della stessa tipologia è l’accordo con Serenissima Ristorazione, importante realtà veneta della ristorazione collettiva e commerciale. Attraverso Food24 System, sistema tecnologico realizzato da Fas, si può gestire, tramite una webapp proprietaria del cliente, la prenotazione e la distribuzione 24 ore su 24 di prodotti alimentari in regime refrigerato controllato (+3°).

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare