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Quota di mercato in crescita per Pink Lady, in Italia da 25 anni

La stagione 2023/24 si preannuncia produttiva per Pink Lady, brand che opera nel settore melicolo e che quest’anno festeggia il venticinquennale di attività in Italia. La stima potenziale del volume di vendite in Europa per il prodotto a marca Pink Lady e PinKids è pari a 225.000 tonnellate (di cui 90.000 in Italia) rispetto alle 180.000 (di cui 75.000 in Italia, +40% in 10 anni) della scorsa stagione, ovvero +25% a livello europeo e +20% in Italia.

La filiera produttiva Pink Lady coinvolge attivamente 3 Paesi e oltre 3000 produttori:
Francia: Sud-Est, Sud-Ovest, Valle della Loira – 617 produttori;
Italia: Alto Adige, Emilia-Romagna – 2.455 produttori, pari al 78% del totale dei produttori;
Spagna: Lleida, Girona – 73 produttori.
A questi si aggiungono 10 vivaisti che producono gli alberi grazie a un lavoro di selezione naturale e di riproduzione in vivaio, 3.145 produttori che realizzano un lavoro minuzioso durante tutto l’anno per produrre una mela di qualità; 81 stazioni di confezionamento nelle quali si selezionano, conservano e confezionano le mele che diventeranno delle Pink Lady e Pinkids e 13 distributori che assicurano la commercializzazione di Pink Lady in 50 Paesi del mondo.

In Italia la coltivazione della Pink Lady è presente nelle regioni più produttive e vocate dal punto di vista melicolo, l’Alto Adige e l’Emilia-Romagna, con 2.440 ettari di frutteti. Un impatto positivo sull’economia locale italiana con circa 3.000 occupazioni sostenute dal settore, di cui quasi la metà di impieghi diretti (860 in Alto Adige e 580 in Emilia-Romagna). Sul territorio sono presenti inoltre 21 stazioni di confezionamento e 6 distributori autorizzati.

Rilevante l’impegno profuso dall’azienda per la sostenibilità: Pink Lady ha infatti eliminato la plastica nelle confezioni monouso, risparmiando in media 660 tonnellate di plastica in una stagione: le confezioni sono al 100% di cartone, con alveoli di cellulosa per i vassoi destinati allo sfuso. Il cartone è certificato FSC, proveniente da foreste gestite responsabilmente.

Nel contempo si registra l’impegno per la lotta allo spreco alimentare che si concretizza attraverso la riduzione dei frutti da scartare, migliorando costantemente i metodi di produzione e al monitoraggio tecnico della qualità. Le mele commercializzate con il marchio Pink Lady rappresentano dal 70 al 80% della produzione; quelle meno colorate sono particolarmente apprezzate in cucina, mentre le mele più piccole sono commercializzate con il marchio PinKids: presentano le stesse specifiche di qualità, colore e gusto ma l’unica differenza è il formato più piccolo che permette ai bambini di gustare una mela che si adatta perfettamente alle loro mani e al loro appetito. Le mele non selezionate, invece, sono utilizzate nelle industrie di trasformazione alimentare per produrre prodotti di qualità: estratto e polpa di frutta. Le mele non consumabili sono utilizzate per l’alimentazione animale, il compost o la fertilizzazione del terreno.

Nuova social challenge per Chiquita: reinterpretare lo storico jingle

Chiquita lancia la nuova social challenge “It Sounds So Good” e incoraggia i consumatori a reinterpretare l’inconfondibile jingle del marchio con il proprio stile personale: suonarlo all’ukulele, trasformarlo in una jam hip-hop, suonarne una versione rock, o persino dargli un tocco reggae.

“Vogliamo coinvolgere i nostri consumatori e tutti gli appassionati del brand a interagire con lo storico jingle di Chiquita in una modalità autentica e partecipativa, con l’intento di portarli nel mondo valoriale della marca e farli sentire parte della famiglia Chiquita” ha detto Mariaelena Paragone, Head of Global Brand Building Strategy in Chiquita. “Con ‘It Sounds So Good’, vogliamo connetterci sempre di più con le giovani generazioni, intercettando i loro gusti e i loro linguaggi attraverso il potere della musica, e incoraggiando il loro talento da creator di contenuti”.

Questa attivazione fa parte delle iniziative a supporto della campagna globale “It Peels So Good” lanciata la scorsa estate con l’obiettivo di consolidare il ruolo di Chiquita nella categoria, non solo in termini di qualità premium e gusto inconfondibile, ma anche di heritage e personalità distintiva. “It Sounds So Good” vedrà coinvolti una serie di influencer e creator su Meta e TikTok con l’obiettivo di incoraggiare i follower a cimentarsi col canto, imbracciare uno strumento musicale, o riunirsi con gli amici per fare un po’ di buona musica con Chiquita. Le versioni speciali del jingle dovranno essere condivise sui social utilizzando l’hashtag #ItSoundsSoGood, e taggando la pagina IG Chiquita @chiquitabanana o quella Tik Tok @chiquitabananaofficial. L’attivazione si concluderà con la pubblicazione da parte di Chiquita di un video mash-up di fine anno con le interpretazioni più coinvolgenti della community.

Pesche Saturnia, nelle Marche il più grande impianto produttivo d’Europa

All’inizio del 2023 è iniziata la piantumazione della nuova varietà di pesche piatte Nettarine Saturnia. Messe a dimora dall’azienda agricola Eleuteri di Civitanova Marche (MC), saranno in totale 80 mila entro la fine dell’anno: un vero e proprio “rimboschimento agricolo” che avrà anche ripercussioni positive sull’ambiente anche in termini di assorbimento dell’anidride carbonica.

Il nuovo impianto si chiama Anfiteatro e sta sorgendo a Monte Urano, in provincia di Fermo, nelle Marche. Una volta a regime sarà l’azienda agricola più grande in Europa nella produzione di nettarine piatte su una superficie totale di 32 ettari. La nuova ed esclusiva tipologia di drupacee, molto dolce e profumata viene già venduta in Gdo con il brand Saturnia ed entro il 2023 gli ettari coinvolti saranno complessivamente 40 per un totale di circa 80mila piante che daranno oltre 1.500 tonnellate di nettarine piatte.

“L’obiettivo è raddoppiare la superficie coltivata e i volumi entro cinque anni, costruendo un magazzino di confezionamento in modo da soddisfare anche i Paesi esteri, dove le pesche Saturnia sono già molto richieste ma che non riusciamo ancora a servire per insufficienza della produzione” ha dichiarato Marco Eleuteri, Presidente dell’azienda agricola Eleuteri che ha messo sul piatto 2 milioni di euro di investimenti per rinforzare il suo ruolo di maggior produttore nazionale di pesche piatte (120 ettari, un settimo di tutta la superficie nazionale) con 2000 tonnellate e 6 milioni euro di ricavi, completamente realizzati sul mercato italiano.

La previsione di raccolta della pesca Saturnia nella sua totalità si attesta sui 2 milioni di kg quest’anno. Il raccolto, che si protrae da maggio a settembre, vede un mantenimento dei volumi totali. Sebbene le piogge di aprile e maggio abbiano ridotto la produzione del 25-30%, il dato generale è stato bilanciato dalla messa in opera di nuovi impianti avvenuta negli ultimi anni. Per rafforzare la crescita l’azienda Eleuteri ha avviato una collaborazione con la Facoltà di Agraria dell’Università Politecnica delle Marche dotandosi di un Variety Selector, ossia una figura professionale per osservare il comportamento delle nuove selezioni varietali di pesche e nettarine piatte nel mondo.

“Lo studio, l’osservazione e la sperimentazione sono alla base di una crescita aziendale virtuosa specie in un comparto come quello agricolo, dove i tempi di rientro degli investimenti sono fisiologicamente lunghi e, conseguentemente, gli errori di valutazione possono risultare drammaticamente costosi” spiega ancora Eleuteri. “È la sfida più importante fatta dalla nostra famiglia in oltre 37 anni di lavoro sulla pesca piatta. Ora, grazie ai 200 ettari che avremo in produzione nel 2024 potremo ampliare il mercato in maniera importante sia in Italia sia all’estero, guidando la crescita di questi frutti in cui siamo riconosciuti come uno dei maggiori specialisti al mondo”.

Due nuovi packaging (ecosostenibili) per i kiwi di Zespri

Zespri, azienda attiva nella produzione e commercializzazione di kiwi, ha lanciato in Italia una nuova gamma di packaging studiata per essere in linea con le esigenze del mercato e con le strategie verso gli obiettivi di sostenibilità che il brand intende raggiungere entro il 2025.

La nuova confezione va incontro alle esigenze del consumatore, sempre più attento a comprare prodotti realizzati con una gestione etica delle risorse, dalla produzione fino allo smaltimento e al perseguimento di un basso impatto ambientale.

Il nuovo design consente un maggiore spazio per la comunicazione di importanti driver di acquisto e la relativa modalità di consumo rafforzando così l’impatto di visibilità a scaffale della marca. La struttura ridisegnata permette di ottimizzare le operazioni di confezionamento, assicura una buona visibilità e protegge ulteriormente il frutto al suo interno. Non ultimo, il nuovo pack ha come plus l’essere flessibile nell’adattabilità ai diversi calibri disponibili durante la stagione commerciale, confermando così l’attenzione del brand alla qualità dei suoi prodotti.

Sviluppate per le due varietà Zespri Green e Zespri SunGold, le due nuove confezioni sono realizzate in cartone ondulato, con il 30% di carta riciclata, certificata FSC (Forest Stewardship Council) e sono disponibili presso le insegne della grande distribuzione.

Annus horribilis per la pera dell’Emilia-Romagna, crollo produttivo del 40%

Questo è stato davvero l’annus horribilis per la pera dell’Emilia Romagna IGP che ha visto susseguirsi le gelate di inizio aprile, le successive grandinate scatenatesi a macchia di leopardo e le due alluvioni del mese di maggio che hanno colpito, in particolare, l’area del ravennate. Una situazione drammatica che ha determinato un crollo produttivo superiore a quello del 2021.

Dalle analisi condotte con i propri soci, UNAPera – la più grande organizzazione europea di produttori di pere, con sede in Emilia Romagna – stima che la produzione disponibile controllata dai suoi associati per il mercato italiano del fresco sarà comunque in grado di coprire il fabbisogno dei clienti di riferimento e di tutti gli operatori impegnati nella valorizzazione delle pere nazionali.

“Un quadro complesso da cui però non intendiamo farci travolgere” commenta Adriano Aldrovandi, Presidente di UNAPera. “Salvo ulteriori complicazioni, la produzione 2023 dovrebbe presentare un elevato tenore zuccherino, per cui ottime qualità organolettiche, nonostante un aspetto non perfetto dal punto di vista estetico. Con la capacità produttiva gestita dai nostri associati consideriamo di poter coprire gran parte delle nostre esigenze”.

“Una tempesta perfetta che porta molti produttori ad abbandonare i campi o la coltivazione di pere e che intendiamo affrontare con forza e convinzione al fine di difendere e sostenere un frutto che fa parte della nostra storia, tradizione e cultura da diversi secoli e che è tra i preferiti di oltre il 30% dei consumatori italiani” aggiunge Mauro Grossi, Presidente del Consorzio di Tutela della Pera dell’Emilia Romagna IGP. “Grazie anche al sostegno della Regione Emilia Romagna, proseguiremo dunque con il progetto di rilancio avviato a fine 2022, affiancando una campagna di sensibilizzazione sia verso gli stakeholder che verso il consumatore finale per questa difficile situazione, coinvolgendo in modo attivo sia il mondo produttivo che quello distributivo”.

Il clima anomalo condiziona il prezzo di meloni e angurie

Dalle elaborazioni di BMTI sui dati all’ingrosso rilevati nel mercato all’ingrosso di Roma appartenente alla Rete Italmercati, l’andamento climatico anomalo che ha coinvolto il nostro Paese fino alla prima metà di giugno ha condizionato la domanda, la produzione e i prezzi di due prodotti tipicamente estivi e principalmente consumati in questo periodo: il melone e l’anguria.

Nello specifico, le piogge riversate da maggio alla prima metà di giugno hanno ridotto la produzione e, di conseguenza, la qualità nonché il livello della domanda, rimasto inevitabilmente basso all’inizio di entrambe le campagne e che ha mantenuto bassi anche i prezzi. Il caldo improvviso iniziato nella seconda metà di giugno però ha fatto schizzare il livello della domanda di meloni e angurie e, conseguentemente, i loro prezzi che hanno raggiunto rispettivamente un rialzo del 125% e del 78%, rispetto ad un anno fa.

In particolare, il prezzo all’ingrosso del melone questa settimana va da 2,50 a 3,00 euro/kg, per il mercato di Roma, fino a picchi che sfiorano anche i 3,50-4,00 euro/kg per il prodotto delle zone vocate (la Lombardia) mentre per l’anguria i prezzi oscillano tra 0,80 a 1,00 euro/kg.

Rincari, nel 2022 si riducono gli acquisti di frutta e verdura

Con il caro prezzi e il cambiamento climatico che ha decimato i raccolti, gli italiani hanno tagliato gli acquisti di frutta che crollano nel 2022 dell’8% in quantità rispetto allo scorso anno, ai minimi da inizio secolo. È quanto emerge dall’analisi di Coldiretti sulla base dei dati Cso Italy a commento dei dati Istat sul calo del potere di acquisto del 3,7% nel quarto trimestre del 2022.

Gli italiani – sottolinea la Coldiretti – hanno ridotto del 17% le quantità di pere, del 11% le arance e l’uva da tavola, dell’8% le pesche, le nettarine e i kiwi e del 5% le mele. Il risultato è che con 2,8 miliardi di chili nel 2022 il consumo di frutta degli italiani – precisa la Coldiretti – è risultato poco più della metà di quello di fine secolo nel 2000 con preoccupanti effetti sulla salute dei cittadini.

A diminuire del 10% sono stati anche gli acquisti di ortaggi con riduzioni del 12% in quantità per le insalate e del 22% per i fagiolini. Il brusco calo ha fatto scendere il consumo individuale sotto la soglia minima di 400 grammi di frutta e verdure fresche per persona, da mangiare in più volte al giorno, raccomandato dal Consiglio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) per una dieta sana.

Un dato ancora più allarmante – conclude Coldiretti – se si considera che a consumare meno frutta e verdura sono soprattutto i bambini e gli adolescenti, con quantità che sono addirittura sotto la metà del fabbisogno giornaliero, aumentando così i rischi legati all’obesità e alle malattie ad essa collegate.

La mela ambrosia del Piemonte diventa Frullà

Si amplia la linea delle specialità territoriali di Frullà Classico, il marchio di Natura Nuova che da una decina d’anni a questa parte identifica prodotti a base di frutta fresca frullata.

Frullà Classico Ambrosia mela del Piemonte si presenta nella classica vaschetta in alluminio da 100 grammi. Senza conservanti, senza zuccheri aggiunti, solo la polpa fresca del rinomato frutto diventa Frullà, dopo l’estrazione a freddo che ne preserva tutte le caratteristiche, a partire dal gusto aromaticamente dolce e il delicato profumo di miele.

La mela Ambrosia ha bisogno di notti fresche e giornate calde e assolate, poca pioggia. Queste particolari condizioni climatiche garantiscono al frutto una crescita lenta, il cui risultato è una mela compatta e profumata. Baciata dal sole e cullata dal vento, raccolta tra fine settembre e i primi giorni di ottobre, il suo habitat ideale è il Piemonte.

Le specialità territoriali in vaschetta di Frullà Classico nascono per valorizzare l’autenticità dei prodotti italiani, mettendo in risalto il forte legame tra eccellenze agricole con alti standard qualitativi e il territorio di origine, nel rispetto e nella salvaguardia di ecosistemi e biodiversità. Fanno parte di questa linea Frulla Classico: Mela Annurca (origine Campania), Pera dell’Emilia-Romagna IGP, Mela Pink Lady (origine Trentino Alto Adige, Veneto, Emilia-Romagna), Mela Fuji (origine Emilia-Romagna).

Frutticoltura tropicale mediterranea, oggi il convegno all’Università di Palermo

Stamattina, presso l’Università degli Studi di Palermo, aula G.P. Ballatore dell’edificio 4 in viale delle Scienze a partire dalle ore 9:00, si tiene il Convegno intermedio su “Frutticoltura tropicale mediterranea: ricerca, innovazione e trasferimento alle aziende”.

Nel corso dell’evento si parlerà di ricerca scientifica sulla frutticoltura tropicale mediterranea. Un ricco parterre di imprenditori, decision makers, ricercatori ed esperti discuterà le prospettive del settore. Verranno anche presentati i risultati intermedi di due progetti virtuosi sul tema, Tinfrut e Innomam, finanziati dalla Regione Siciliana a valere del Psr 2014-2020 sottomisura 16.1, che prevede il trasferimento della ricerca alle aziende siciliane.

Complice l’aumento delle temperature nel Mediterraneo per via dei cambiamenti climatici, molte aziende agricole siciliane, in cerca di nuove possibilità di business, hanno iniziato a coltivare frutta tropicale, in primis il mango. Nell’ambito dell’evento, ricercatori del Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e forestali Saaf dell’Università degli studi di Palermo coordinati dal prof. Vittorio Farina, responsabile scientifico dei due progetti, del Cnr-Ibbr (Consiglio nazionale delle ricerche – Istituto di bioscienze e biorisorse) di Palermo, illustreranno le attività di ricerca effettuate sulle colture tropicali siciliane durante i primi due anni di sperimentazione svolte nell’ambito dei progetti Tinfrut e Innomam con il coinvolgimento attivo delle aziende. Queste ultime racconteranno la loro esperienza all’interno dei Gruppi Operativi dei progetti.

Obiettivo principale del progetto TINFRUT “Tecnologie innovative di processo e di prodotto standardizzate e certificate per la filiera dei frutti tropicali” (ente capofila Agroqualità S.p.A.) è quello di valorizzare la filiera siciliana dei frutti tropicali attraverso la standardizzazione delle attività di coltivazione, raccolta, trasformazione, conservazione, distribuzione e, inoltre, la creazione – a cura di Agroqualità – di documenti tecnici come disciplinari e regolamenti, che abbiano il fine di trasferire alle aziende siciliane il know-how in termini di tecniche colturali, macchine e impianti per l’innovazione di processo e di prodotto.

L’evento fa parte del piano formativo dell’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della provincia di Palermo, quindi ai partecipanti che risulteranno presenti saranno riconosciuti i relativi CFP. Iscrizione tramite SIDAF. Il progetto INNOMAM “Innovazioni genetiche, colturali e post raccolta per la filiera del mango in Sicilia” (ente capofila il Consorzio regionale per la ricerca applicata e la sperimentazione Coreras) presta particolare attenzione alla genetica del materiale vivaistico, all’ambientamento delle piante, alle tecniche agronomiche (uso oculato di acqua e nutrienti), alla raccolta, alla gestione post raccolta dei frutti, all’impatto sul mercato e al turismo esperienziale

Gli argomenti trattati nell’ambito del convegno spazieranno dall’identificazione del momento ottimale per effettuare la raccolta fino alla successiva gestione del post-raccolta delle più importanti specie tropicali presenti in Sicilia. Non mancherà uno spazio per le novità, dove si parlerà di prodotti innovativi per l’industria di trasformazione come la IV gamma, con l’adozione di edible coating (EC) e modified atmosphere packaging (MAP), e di tecniche moderne come la sferificazione dei succhi. Infine, sarà trattato il tema della creazione di documenti tecnici come disciplinari e regolamenti da applicare lungo la filiera dei frutti tropicali siciliani.

L’Idimed in collaborazione con Adv Maiora società di comunicazione a marketing di occuperà di “qualificare” il prodotto attraverso una comunicazione strategica capace di raggiungere alcuni target selezionati. La Comunità attenta al cibo salutistico, al prodotto naturale, alla frutta che segue una filiera tracciata, alla produzione regionale, alla sostenibilità delle tecniche di produzione e all’impatto sociale. Un pubblico sensibile alle iniziative di promozione focalizzate sulla dimensione esperienziale (laboratori di assaggio e degustazione). Una particolare attenzione sarà inoltre dedicata alla promozione nei settori di filiera quali il food e beverage (barman, chef, pasticceri …) e il canale Horeca.

Parte la campagna di comunicazione di Pera dell’Emilia Romagna IGP

La Pera dell’Emilia Romagna IGP si presenta per la prima volta al grande pubblico con una intensa campagna di comunicazione che coinvolge tv, stampa e social network. Una pianificazione che si inserisce nel più ampio progetto di valorizzazione e rilancio promosso dal Consorzio di Tutela e che ha l’obiettivo di stimolare e valorizzare il consumo, sostenendo l’awareness di questo frutto d’eccellenza e comunicandone e promuovendone caratteristiche e qualità. La missione è coinvolgere ed entrare in empatia con il target, fornendo un’esperienza di consumo e di gusto unica e distintiva, rafforzando al contempo l’identità del prodotto che contribuisce a valorizzare il patrimonio di gusto dell’Emilia-Romagna.

Il debutto si è tenuto domenica scorsa 6 novembre, con la messa in onda degli spot tv da 15 e 30 secondi su Mediaset, Rai e Cairo. I video, on air in questo primo flight per due settimane durante i programmi e negli spazi orari con maggiore audience, sono firmati dall’agenzia bolognese LDB Advertising, che ne ha curato anche la pianificazione. Si prevede di raggiungere 174.000.000 di contatti lordi su responsabili di acquisto.

Il concept creativo è costruito intorno alla volontà di abbandonare la retorica, spesso abusata, della “nostalgia” per andare a sposare un linguaggio più contemporaneo, al passo con i tempi. La Pera dell’Emilia Romagna IGP viene dunque presentata all’interno di un teatro come se fosse l’ultima versione di un prodotto della Silicon Valley, una sorta di novità rivoluzionaria, sostenuta anche dall’utilizzo di tecnologia 3D e visual effects grazie al coinvolgimento del noto regista Federico Brugia e di Band VFX, specializzata in effetti visivi e post-produzione. In collegamento, uno chef del territorio ne esalta l’anima gourmet, mostrando una preparazione dedicata. Sul finale, la parete del teatro si apre su una splendida vallata della campagna dell’Emilia-Romagna, consentendo alla natura di fare il suo ingresso sul palcoscenico.

Ad affiancare la programmazione tv, che riprenderà con un secondo flight all’inizio del nuovo anno per sostenere la parte centrale della campagna commerciale del frutto, una pianificazione stampa su quotidiani e riviste consumer dei gruppi Mondadori, Rcs/Cairo e Manzoni con formati di grande impatto sui mesi di novembre e dicembre. Doppio il soggetto proposto: una creatività istituzionale e una consumer.

Nella prima campeggia il concept “L’inizio di una nuova P-ERA” e il visual è dedicato al frutto “al naturale”, sotto il quale è riportato un groupage delle otto varietà di Pera dell’Emilia Romagna IGP e una body-copy dedicata alle sue caratteristiche organolettiche e gourmand e alla valorizzazione delle sue origini legate all’Emilia-Romagna, terra di sapori ed eccellenze.

Nella versione consumer rimane la Pera in primo piano ma scompare lo sfondo natura, sostituito con una composizione grafica molto attuale che illustra le tante “anime” di questo frutto: dalla leggerezza alla capacità di essere fonte di ispirazione per gli chef, fino al suo legame con il territorio. Il claim “Il gusto diventa emozione” è sostenuto in questo caso da una body-copy che esprime appunto la sua capacità di esprimere sensazioni ed emozioni uniche, ribadendo il valore dell’origine emiliano-romagnola.

A corredo di queste operazioni, una presenza costante e coinvolgente sui canali Facebook e Instagram del Consorzio di Tutela, con un piano editoriale ricco di informazioni sulle caratteristiche organolettiche del frutto, curiosità e versatilità delle otto varietà tipiche.

“La volontà – spiegano Roberto Della Casa, coordinatore del progetto di valorizzazione, e Luca Pagliacci, coordinatore del progetto di comunicazione – è quella di riportare questo frutto, attraverso la Pera dell’Emilia Romagna IGP, all’attenzione dell’opinione pubblica per i suoi valori tradizionali e nutrizionali, stimolandone il consumo”.

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