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Riso Gallo presenta ‘La carta del riso’

Oggi il comparto agroalimentare non può tralasciare i temi della sostenibilità ambientale e sociale e cresce l’aspettativa nei confronti di industria e grande distribuzione affinché si prendano carico della cura dell’ambiente. 
Da questa visione nasce il programma di sostenibilità Riso Gallo, “Coltiviamo il Futuro” che si compone di preziose collaborazioni con principali organizzazioni di tutta la filiera, partendo dalla ricerca con Università, passando per laboratori, multinazionali dell’agrofarmaco e sementieri, fino ad includere anche i partner per lo sviluppo degli imballaggi e per la valorizzazione dei sottoprodotti della lavorazione del riso in prospettiva
di economia circolare.

Il percorso, iniziato nel 2018, ha beneficiato della partecipazione attiva fin dalle prime fasi dei partner coinvolti, a dimostrazione dell’approccio condiviso ed integrato che lo caratterizza. 

La carta del Riso

Il tutto è stato presento durante un webinar organizzato da Riso Gallo, a cui hanno
partecipato i rappresentanti di oltre 70 Aziende Agricole delle “terre del riso”; nell’occasione, è stata presentata la “Carta del Riso”, un patto tra persone e territori, che consiste – in prima istanza – in semplici promemoria per le buone pratiche di tutti i giorni, che possono però contribuire in maniera significativa ad andare incontro alla richiesta di sostenibilità quale strumento chiave per la tutela e la valorizzazione del territorio e dell’ambiente.

Un obiettivo che si può raggiungere solo attraverso un approccio responsabile e consapevole, condiviso tra tutti gli attori della filiera: una “scelta di campo” a vantaggio del consumatore, per l’ambiente e per le persone, che si sviluppa secondo otto direttrici:
1. Certificazione secondo lo standard internazionale di agricoltura sostenibile FSA di SAI platform;
2. Messa in atto di azioni volte a preservare la fertilità del suolo;
3. Scelta di varietà più performanti e identificate insieme a Riso Gallo attraverso specifici studi (ad es: LCA) al fine di ridurre le emissioni di gas serra;
4. Utilizzo di semente italiana certificata, oltre che “No OGM”;
5. Divieto di utilizzo di fanghi in risaia;
6. Divieto di utilizzo di glifosate sulla coltura;
7. Tracciabilità dalla coltivazione alla distribuzione;
8. Formazione e aggiornamento continuo circa le pratiche agronomiche e della sicurezza alimentare.
La “Carta del Riso” si focalizza sugli aspetti agronomici, comprendendo tuttavia anche misure che hanno un impatto diretto sulla tutela del territorio, dell’ambiente e delle persone che ci operano ma si inserisce anche  all’interno di un progetto più ampio.

Il riso che sostiene

Riso Gallo infatti si impegna a passare, per una quota progressivamente sempre più rilevante della propria produzione, da una prospettiva di “riso sostenibile” a una di “riso che sostiene”, capace cioè, partendo dalla cura dell’ambiente e del territorio, di andare anche oltre l’ambito agricolo, allargando lo sguardo a monte, ossia alla selezione delle
materie prime ed al benessere dei lavoratori della filiera.

Particolarmente rilevante, in questo senso, diventa l’ottavo punto della “Carta”, per il quale Riso Gallo si impegna a mettere a disposizione delle aziende agricole strumenti per migliorare la biodiversità, ridurre l’inquinamento delle acque e per la razionalizzazione dei
mezzi tecnici attraverso l’utilizzo di tecnologie satellitari; il tutto a vantaggio sia dell’ambiente che del benessere delle comunità locali, per un sistema interconnesso, visto come patrimonio ambientale, culturale e umano del nostro Paese.
Un’ulteriore conferma dell’impegno di Riso Gallo è data dalla “Garanzia G.A.L.L.O.” apposta sui prodotti, che si caratterizzano per specifici requisiti di tracciabilità, origine locale e sicurezza.

Monitoraggio degli indicatori ambientali
Inoltre, nell’ambito del suo programma di sostenibilità “Coltiviamo il futuro”, Riso Gallo si è impegnata nel monitoraggio costante dei principali indicatori ambientali – con l’obiettivo del continuo miglioramento degli stessi.
All’interno dei suoi due stabilimenti Riso Gallo, l’energia elettrica utilizzata per la produzione proviene al 100% da fonti rinnovabili certificate, evitando dunque di generare ulteriori emissioni nell’ambiente. I valori legati alle emissioni ed ai consumi sono, infatti, in costante miglioramento, come dimostrano le significative variazioni registrate nel quadriennio 2016 – 2020:
• Consumi energetici totali: -10,9% (-10.262 GJ)
• Consumi energetici per kg di riso lavorato: -18,9%
• Emissioni dirette evitate di Gas serra (per produzione di calore): -17,6% (-604,1 t CO2e)
• Emissioni indirette evitate di Gas serra per riduzione imballaggi: -14,7% (-572,0 t CO2e)
Dal 2016 al 2020, si evidenzia inoltre una costante riduzione del consumo imballaggi del 15,4% (-5.014 q), pur a fronte di un aumento delle quantità di riso commercializzate: questo è il segno di un’attenzione costante all’utilizzo responsabile delle risorse.

Dal 2019, è stato infatti intrapreso un progressivo passaggio di tutti gli astucci dei prodotti Riso Gallo a cartoncino certificato FSC, la certificazione per la gestione forestale responsabile.
Ma soprattutto: Riso Gallo – per prima nel riso in Europa – ha iniziato ad utilizzare sempre più confezioni in plastica “suitable to be recycled”, sia per il sottovuoto che per il confezionamento in atmosfera protettiva.

Imballo eco-sostenibile

In particolare, per il confezionamento del riso sottovuoto, Riso Gallo ha sviluppato con Goglio, uno dei principali player in Europa nel packaging flessibile, un innovativo imballo eco-sostenibile. Il nuovo materiale è a basso impatto ambientale, come attestato dall’ente indipendente Cyclos: “Abbiamo seguito
da vicino e con molto interesse questo progetto che rappresenta un perfetto esempio di cosa significhi innovare in modo sostenibile e fare “eco-design”, pensando fin dall’origine l’imballaggio in funzione del suo riciclo”, ha recentemente dichiarato Giorgio Quagliuolo, presidente di Corepla, Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Riciclo ed il Recupero degli Imballaggi in Plastica.
“La sostenibilità è una scelta strategica per la nostra azienda – dichiara Riccardo Preve, Consigliere delegato di Riso Gallo Spa -. La Carta del Riso non fa che concretizzare un ampio percorso intrapreso già da molti anni e che mira a generare valore aggiunto attraverso scelte industriali responsabili e nel pieno rispetto dei territori in cui operiamo”.

Goglio vince l’Oscar dell’Imballaggio 2019 per il pack monomateriale 100% riciclabile

Sulla scia di questa attitudine, Goglio vince  l’Oscar dell’Imballaggio – Best Packaging 2019 per il pack monomateriale, due strati di polipropilene, 100% riciclabile, una delle tante soluzioni eco-friendly proposte, che rappresentano l’impegno “green” del Gruppo.

Caratterizzata dall’assenza di alluminio, la confezione garantisce la conservazione ottimale del prodotto grazie alla presenza dell’esclusiva laccatura barriera a base acqua, spalmata sulla superficie del materiale. Il laminato ottenuto mantiene alte le caratteristiche di barriera e protezione, migliorando al contempo le proprietà meccaniche e la resistenza alla perforazione.

La confezione è inoltre dotata dell’esclusiva valvola monodirezionale di degasazione, anch’essa realizzata interamente in polipropilene. La valvola, applicata al sacchetto, ne diventa parte integrante: poiché tutto il sacchetto è realizzato con materiale appartenente alla stessa famiglia, può essere conferito nella raccolta rifiuti plastici senza dover separare le sue parti.

Alle caratteristiche tecniche indicate si aggiungono anche due effetti estetici di notevole impatto: l’inchiostro effetto specchio e la verniciatura opaca a registro.

I dettagli a specchio, creati attraverso la stampa con effetto metallizzato, donano appeal al sacchetto, a cui si somma l’effetto opaco a contrasto, che dona un aspetto naturale al resto del sacchetto.

La soluzione monomateriale rappresenta un’alternativa all’utilizzo dello strato di alluminio garantendo performance di conservazione paragonabili, valida in tutti i casi in cui le condizioni lo permettono.

 

Innovare nella filiera: opinioni a confronto sul Palco di Retail Plaza

Innovare è imprescindibile. Come farlo all’interno della filiera?

Se ne è parlato  nel corso della Tavola Rotonda “Realizzare l’innovazione nella filiera agroalimentare: esperienze a confronto” organizzata da Retail Plaza in collaborazione con LIUC, e moderata da Giuseppe Toscano, Direttore Master Food, Università LIUC Castellanza.

Presenti sul palco tre attori del food: Osvaldo Bosetti, Group Industrial Director Europe Packaging, di Goglio; Paolo Mombelloni, R&D Manager, di Roncadin e Remo Pedon, Presidente dell’omonima azienda.

“Per prodotti come i nostri – spiega Pedon – è fondamentale innovare per rendere appealing l’offerta, puntando su confezioni sempre più accattivanti e fruibili. Per questo ci siamo impegnati su packaging e tempi di cottura”.

Per Mombelloni “l’innovazione non deve limitarsi solo al processo, ma coinvolgere ambiente, territorio e consumatori, uscendo quindi dai confini dell’azienda”.

Innovare, restando in linea con la mision aziendale, ecco il must di Bosetti. “Elevando sempre più la componente di servizio e la qualità dei prodotti”.

Uno dei driver principali?

La sostenibilità, of course: la risposta è unanime.

“E’ un aspetto sempre più sentito a livello generalizzato – spiega infatti Pedon-. Oggi non c’è catena distributiva che non chieda soluzioni sostenibili sia a livello di processo e di packaging che in ambito sociale”.

“Si guarda molto alla compostabilità dei packaging” – conferma Mombelloni. Per questo Roncadin sta lavorando attivamente sulla riduzione del film plastico, impegnadosi all’eliminazione degli accoppiati plastici per dirottare le proprie forniture verso cartoni in fibra vergine o riciclati”.

Anche per un’azienda come Goglio, storicamente impegnata nella realizzazione di packging, la direttiva europea che impone entro il 2025 l’adozione massiva di imballaggi  riutilizzabili o riciclabili, richiede un cambio di passo significativo.

“L’obiettivo – sintetizza Bosetti – è quello di andare verso materiali biodegradabili. Oggi crediamo anche sulle potenzialità della stampa digitale, in grado di contribuire concretamente alla tracciabilità dei prodotti”.

Innovazione sì, dunque. Senza se e senza ma. Ma si può parlare anche di Open Innovation?

“Senz’altro –  concorda Pedon, che da tempo si avvale fornitori definiti  strategici, che “in cambio di una relazione collaborativa  fanno lavorazioni in esclusiva”.

Anche per Roncadin “è indispensabile attivare una forte sinergia con i clienti nella formulazione  delle varie ricettazioni.”

“Tutto il nostro lavoro parte dall’interazione tra fornitori e clienti – chiosa Bosetti – e orienta la nostra produzione”.

 

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