CLOSE
Home Tags Innovazione

Tag: innovazione

Pagamenti e ritiro la via italiana all’e-commerce

L’Osservatorio e-commerce b2c della School of Management de Politecnico di Milano dedica un capitolo importante a due aspetti critici per le vendite online: i sistemi di pagamento e le modalità di consegna.

“La crescita dei mezzi di pagamento contestuali all’acquisto online  – si legge nell’’Osservatorio -prosegue anche nel 2014, con oltre il 94% del transato generato attraverso carta di credito (tradizionale o prepagata) e PayPal”. Il pesodi quest’ultimo passa dal 21 al 24% nel 2014, mentre è in leggero calo l’incidenza della carta di credito: dal 71 al 70%. Bonifico e contrassegno restano fermi rispettivamente al 4 e al 2%. Riguardo alle frodi (il disconoscimento di una transazione da parte del titolare di una carta di credito) sono veramente marginali, lo 0,13% del transato (pur sempre però pari a 17 milioni di euro).

È una situazione, quella italiana dei pagamenti, sostanzialmente allineata ai principali mercati occidentali

La situazione italiana è sostanzialmente allineata a quella dei principali mercati occidentali, dove l’insieme delle modalità di pagamento contestuali all’acquisto supera il 90% del valore delle transazioni. L’Osservatorio li classifica in cinque categorie: “wallet dei circuiti delle carte di credito, wallet di altri operatori, strumenti basati su online banking, moneta virtuale e modalità di pagamento multicanale.

I wallet forniti dai circuiti bancari, come ad esempio Masterpass e Visacheckout, per il momento adottati da un numero limitato di merchant (ad esempio Esselunga, Mediaworld e Meridiana), supportano una parte marginale delle transazioni, e, nonostante siano semplici da usare, hanno il vincolo di dover essere attivati presso i canali della banca”. Tra i wallet di altri operatori vengono segnalati il Login and Pay di Amazon e l’Apple Pay di Apple, entrambi da poco lanciati sul mercato americano. “Il primo fa leva sul numero di carta di credito memorizzato nel profilo Amazon dell’acquirente che, attraverso le credenziali del suo account, può utilizzarlo per pagare gli acquisti sui siti di altri merchant aderenti al sistema. Apple Pay, attraverso l’utilizzo delle impronte digitali, si accinge a semplificare drasticamente il processo di pagamento, evitando l’inserimento manuale di qualsiasi tipo di dato con ricadute importanti sia per pagamenti online sia per il supporto dei processi di acquisto multicanale.

Tra gli strumenti di pagamento basati su online banking, segnaliamo MyBank e Sofort. MyBank, a due anni dal suo lancio, è stato adottato da un esiguo numero di merchant in Italia, e, nella maggior parte dei casi, in modalità poco più che sperimentale. Anche Sofort, che rispetto a MyBank è una realtà già affermata in Europa (soprattutto in Germania) non ha ancora raggiunto una importante in Italia, nonostante l’adozione da parte di alcuni importanti operatori. Coloro che hanno adottato questi due sistemi di pagamento (come ad esempio Alitalia, Dalani, Decathlon, Intimissimi, Moleskine,  MSC Crociere, TicketOne, Tirrenia e Zurich Connect), hanno comunque conseguito buoni risultati, con pesi percentuali sul valore delle transazioni di diversi punti percentuali”.

Tra le modalità più recenti e innovative invece il riferimento è la moneta virtuale dei Bitcoin, ma per lo più adottata da qualche merchant all’estero e in Italia da qualche negozio online minore. Invfine vi sono le modalità di pagamento multicanale che fanno riferimento ai circuiti Sisalpay e Lottomatica, per chi preferisce continuare a pagare in contanti in ricevitoria.

Home delivery o ritiro?

Anche gli operatori italiani dell’e-Comemrce stanno cercando di superare i limiti della consegna a casa (secondo uno studio di Jda, in Gran Bretagna il costo dell’home delivery è di circa 15 sterline/consegna, di cui solo 3,5 sono a carico dell’acquirente), attraverso altri sistemi che prevedono la consegna su appuntamento, al sabato o con i lockers. Dal censimento condotto dall’Osservatorio su 80 operatori attivi in Italia si rileva che la consegna al piano, “la consegna in punto vendita e la consegna in un giorno definito sono i servizi più diffusi (adottati da circa il 40% del campione). Seguono la consegna al sabato adottata da un merchant su 5 prevalentemente nel comparto del Grocery e dell’Informatica ed elettronica di consumo e la consegna entro le 12 del giorno successivo all’ordine, offerta da poco più del 15% dei merchant del campione, prevalentemente nei comparti del Grocery, Fiori e Lavanderia.

I parcel lockers sono stati adottati da ePrice e SaldiPrivati (ma anche da Carrefour) che, grazie alla collaborazione con TNT Express, consegnano la merce servendosi di locker sul territorio nazionale. A breve sarà disponibile anche la soluzione DHL, con la sua versione di  parcel lockers denominata Packstations. Qualora si diffondessero in modo da coprire capillarmente il territorio (quanto meno alcune aree), i parcel locker potrebbero costituire una valida alternativa all’home delivery classica, superando il problema della mancata consegna grazie alla possibilità di ritirare il proprio prodotto 24 ore al giorno, 7 giorni su 7 e senza alcuna interazione con gli addetti alla consegna. Un’altra formula che alcuni retailer stanno attuando è quella del cosiddetto click & collect presso un punto vendita (Auchan Drive, Carrefour Clicca e ritira, Tigros Drive, unico distributore italiano ad adottarla).

All’estero abbiamo l’Osservatorio ha poi rilevato diversi servizi di consegna di “frontiera” da parte di operatori particolarmente all’avanguardia (e innovatori per indole). Si tratta della consegna same day, da operatori come Amazon (in USA, UK e in Spagna a Madrid), Argos e Karen Millen in UK e Flipkart in India, dei servizi di monitoraggio della consegna come il live tracking offerto da Asos in UK, che consente la verifica della posizione del pacco con un ritardo massimo di 30 minuti e il Click&Collect con box termoregolati per consegnare in maniera automatica anche i prodotti surgelati di Waitrose.

VI sono poi alcuni progetti ancora in fase sperimentale o di registrazione del brevetto, ma lontani dall’essere applicat, come il “roam delivery” cioè la consegna itinerante nel baule dell’auto, proposto da Volvo. Con un meccanismo di chiavi digitali, il corriere può aprire il baule dell’auto e depositarvi il prodotto ordinato online. Un brevetto depositato da Amazon riguarda il predictive shipping, cioè la spedizione preventiva in aree dove ci si aspetta che vengano ordinati particolari prodotti (perché visti online più volte o messi nella wishlist), nel tentativo di offrire un tempo di consegna più ridotto.

Le cinque tendenze del 2015 per i consumi food

L'incremento dal 2010 di nuovi prodotti che riportano sulla confezione la scritta "senza ingredienti artificiali", fonte Innova.

Cosa troveremo sugli scaffali nel 2015 (e oltre), cosa ci porteremo a casa e mangeremo l’anno prossimo, spinti da pubblicità e lanci di nuovi prodotti? Ce lo dice Innova, compagnia olandese che segue i cambiamenti dell’industria alimentare e beverage tramite gli Innova Market Insights, che monitorano su scala mondiale i lanci e le innovazioni di prodotto. Trasparenza nell’etichettatura, attenzione ai “gourmet da casa”, fuoripasto veloci e sani e prodotti innovativi al di là del brand che raccontino una storia sono le tendenze principali. Eccole più nello specifico:

1. Non basta dire “naturale”, bisogna dimostrarlo. È facile scrivere “naturale” sul packaging (un quarto dei prodotti in un modo o nell’altro richiama la naturalità degli ingredienti): il nuovo consumatore esperto vuole di più. Richiede informazioni chiare e più specifiche, e anche la legislazione va nel senso di una maggiore trasparenza.

2. Prodotti (gourmet) per cene casalinghe. Una maggior scelta nel fresco, ingredienti base che consentano di cucinare da zero anche cibi tradizionalmente acquistati già pronti (tipo il pane), ricette e suggerimenti da parte di produttori e distributori: sono le richieste degli chef casalinghi, che considerano il cucinare come attività alla moda, divertente, socializzante, che consente anche di risparmiare e mangiare più sano. Programmi Tv e food blog alimentano le schiere dei nuovi foodies…

3. I Millennials dettano le regole. Usano i social e sono costantemente connessi: i Millennials (nella fascia 15 – 35 anni) sono un terzo della popolazione mondiale e stanno cambiando le carte in tavola nel mondo dei consumi: informati, desiderosi di provare cose nuove, poco fedeli alla marca sono coinvolti nel momento in cui dietro un prodotto o un marchio c’è una storia (o presunta tale).

4. Fuori pasto il nuovo pasto. Si mangia quando si ha fame, quando si può, si perde la triade inossidabile colazione-pranzo-cena. Il fuori pasto sta diventando un’istituzione ma parallelamente cresce la domanda di “snack” (in realtà alimenti e bevande anche tradizionali ma presentati per il consumo on-the-go) salutisti, veloci, rivolti a diverse occasioni di consumo nell’arco della giornata.

5. Grassi e zuccheri: “buoni” contro “cattivi”. Le campagne contro l’obesità hanno stigmatizzato l’uso di grassi insaturi a favore di grassi “buoni” (olio extravergine di oliva, omega 3), il burro è preferito alla margarina, i dolcificanti naturali a quelli artificiali.

Anna Muzio

BRF: dal Brasile alla conquista del mondo con il food hi-tech

The booth of BRF at Sial Paris.

Un consumatore esigente e globalizzato, con gusti ben precisi che richiede sempre più dall’industria del food prodotti “facili”, veloci, ma anche gustosi e personalizzati, localizzati sui suoi gusti ma con un tocco internazionale, con esigenze salutiste che non possono più essere ignorate, ha bisogno di prodotti non tanto nuovi (ché il nuovo prodotto spesso non ha molto di nuovo da dire, come si vede dal flop della gran parte dei lanci sul mercato), ma innovativi. Questa la richiesta: l’offerta invece può venire dal mercato globale ormai, da grande produttori di Paesi una volta in via di sviluppo ma ormai entrati nell’arena mondiale. A questo consumatore guarda BRF, un nome di cui probabilmente sentiremo parlare spesso in futuro. Il settimo produttore di food del mondo, basato in Brasile, specializzato in alimenti surgelati, pesce e pollo in primis, sotto forma per lo più di materie prime, ha deciso infatti di partire alla conquista del mercato globale. Con una nuova strategia che punta sull’innovazione e sulla commercializzazione di prodotti ad alto valore aggiunto.

In Europa, una delle aree dove la compagnia ha intenzione di svilupparsi, BRF punta a diventare tra i primi cinque produttori di carni e pesci surgelati trasformandosi da fornitore di soluzioni standard a soluzioni personalizzate e di marca, con un forte focus sulla qualità e l’innovazione, come ha spiegato Marcos Delorenzo, il nuovo Marketing Manager per Europa ed Eurasia. «L’Europa è infatti un mercato maturo aggiunge il general manager West e South Europe Cristophe Vasseur – con consumatori che puntano alla convenienza, mangiano take away o in catene di ristoranti fast food. Ed è un mercato diversificato, con ad Ovest catene con marchi commerciali propri anche molto forti e una parte orientale dove l’offerta retail è frammentata e le private label ancora deboli. Un mercato insomma diversificato, cui BRF intende proporre soluzioni personalizzate, sia per il BtoB che per le catene di ristorazione.

Il nuovo processo di internazionalizzazione si baserà su tre pilastri: marca, distribuzione e produzione locali. Una strategia che prevede acquisizioni di produttori e distributori sul mercato internazionale, ma anche la costruzione di impianti propri e lo sviluppo di prodotti e campagne di marketing ritagliate sulle diverse culture ed esigenze locali. La prima struttura del “nuovo corso” sarà costruita ad Abu Dhabi all’inizio del 2015, in un mercato emergente dalle grandi potenzialità.

I nuovi prodotti nascono in un centro di 12.500 mq

La compagnia, inserita da “Forbes” tra le 100 più innovative del mondo, punta sulla ricerca e sviluppo grazie al BRF Innovation Center (BIC) di Jundiaí, in Brasile, un complesso di 12.500 mq dove vengono creati e testati prodotti a base di carne, pasta, verdure, ma anche i nuovi packaging, e dove lavorano 180 tra ricercatori e tecnici. Ha 40 marchi in portfolio (i più importanti sono Sadia, Perdigao, Qualy, Batavo e Elegê), che commerciano in carne (pollo e maiale), pasta, margarine, pizza surgelata e verdure. La produzione avviene invece in 58 fabbriche di cui 47 in Brasile, 9 in Argentina e due in Europa, in Olanda e Regno Unito. I 22 uffici commerciali gestiscono clienti in 110 Paesi. È la settima compagnia alimentare al mondo ed è responsabile del 20% del mercato di pollame globale. Nel 2013 ha fatturato 9,9 miliardi di euro.

Anna Muzio

La borsa della spesa salva la vita

La Reflective Sopping Bag è stata una delle attrazioni del World Retail Expo, tra gli stand dove si presentavano tra software per Crm e per l’analisi dei big data. spar-tas-op-rijweg-1-300x203Una semplice borsa riutilizzabile , di quelle che ormai tutti i supermercati vendono, tramontata l’era del sacchetto di plastica, quella proposta dalla belga Vip Promotion in associazione con la francese Lagardère è l’uovo di colombo.

La borsa della spesa viene infatti caratterizzata lungo le cuciture con una fettuccia riflettente che, al buio riflette i fari delle auto segnalando la presenza di chi torna a casa con la spesa. È stato calcolato che il 35% degli incidenti avvengono durante il periodo invernale tra le 16.00 e le 19.00. Prevista anche la versione per contenere prodotti surgelati.

Il negozio 2.0 al Salone del Franchising

Smart control, smart payment, smart engagement e smart service sono i pilastri su cui si costruisce il Negozio 2.0 che Econocom, insieme ai partner dell’Innovation Retail Lab, presenteranno al Salone del Franchising, dal 7 al 10 novembre presso FieraMilanoCity.

I franchisor, o aspiranti tali, potranno sperimentare in prima persona non il negozio del futuro, ma quello che si può già creare con le tecnologie esistenti. Grazie a un approccio globale, dall’inventario al cross selling, dall’out of stock all’antitaccheggio alla post vendita, che riesce a controllare movimentazione e servizi con un alto grado di efficienza. Perché digital signage, design all’avanguardia, QR Code, luci suggestive e tablet sono solo la punta dell’iceberg e, soprattutto, non sono più sufficienti per attirare il cliente nel punto vendita e accompagnarlo all’acquisto. Contapersone, telecamere di sorveglianza, mobile pos e firme grafometriche per i pagamenti, camerini virtuali o personal digital assistant devono lavorare in una logica di integrazione, per creare un ecosistema elegante e polifunzionale che consenta al franchisor di essere efficiente e, al contempo, spettacolare, supportando clienti e commessi in una relazione più intelligente ma anche più efficace.

“Oggi i processi di acquisto si sono molto diversificati” spiega Enrico Tantussi, country manager di Econocom, digital service provider europeo che opera in 20 Paesi. “Si compra per bisogno, per piacere o per caso. In realtà, non si vendono prodotti: si vendono, prima di tutto, informazioni. Una buona gestione delle informazioni è tutto. Il negozio 2.0 è questo e molto di più. Una logistica impeccabile che fa sempre trovare il prodotto giusto al momento giusto e un ambiente funzionale ed estetico, che coniuga design e soluzioni fisiche e digitali attraverso una convergenza di soluzioni allo stato dell’arte, creative ma anche utili. Oggi si parla molto di negozi 2.0 e di Internet of Things, ma l’intelligenza delle cose nasce prima di tutto se c’è intelligenza nella progettazione”.

Econocom e la cordata di partner (Disignum, Ingenico, Guttadauro, MobilePeople, Hs&Custom, KGroup) al Salone del Franchising saranno anche i protagonisti di una sessione di workshop.

Il 25 e 26 novembre torna il Forum Retail

Torna a Milano il Forum Retail, la mostra/convegno interamente dedicata a sistemi, soluzioni e tecnologie per il punto vendita e la GDO. L’evento, organizzato da Istituto Internazionale di Ricerca – IIR e giunto alla quattordicesima edizione, si terrà presso l’Atahotel Expo Fiera il 25 e 26 novembre.

Novità di quest’anno sono le due Premium Conference con i leader del settore. Il primo giorno a discutere sul tema “Chi saranno i leader del futuro nel Retail & GDO? Quale il ruolo della tecnologia?” ci saranno prestigiosi ospiti tra cui Oscar Farinetti, Presidente e fondatore di Eataly. Il secondo giorno si parlerà di “Integrazione multicanale: what’s next?” e di come gestire la complessità derivata dal rapido aumento di punti di contatto con il cliente.
Quest’anno raddoppierà l’area espositiva, tradizionale luogo di incontro tra domanda e offerta, ma anche luogo di formazione e informazione nei tre corner dedicati che ospiteranno 12 “free entry session” su tematiche legate all’innovazione, tra cui Sistemi di pagamento, Crm & Loyalty,  E-commerce & Digital Marketing; Soluzioni IT e tecnologiche per il retail, Smart Engagement & Nuove tecnologie nel punto vendita e Business intelligence & Big data.

I contenuti del convegno sono stati selezionati da un autorevole advisory board composto da Riccardo Boccalero, Direttore sistemi informativi e comunicazioni Cisalfa, Silvia Caselli, Direttore operativo Librerie Feltrinelli, Debora Guma, CIO Carrefour, Renato Marchi, Corporate CIO Gruppo Pam, Adalberto Santi, CIO Mc Donald’s Italia e Marino Vignati, CIO Auchan.

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare