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Despar Centro-Sud sostiene il progetto Tartalove

Anche quest’anno Maiora, concessionaria del marchio Despar per il Centro-Sud, rinnova la partnership con Legambiente attraverso un altro progetto di sensibilizzazione ambientale che avrà come protagoniste le bioshopper 100% biodegradabili e compostabili, disponibili nei punti vendita della rete e pensate per la riduzione del consumo della plastica.

Despar Centro-Sud, in questo modo, mette in atto una politica sostenibile e contribuisce, al contempo, alla realizzazione del progetto “Tartalove”, ideato da Legambiente e finalizzato alla salvaguardia della tartaruga marina Caretta Caretta, un animale in pericolo che rischia di scomparire dai nostri mari a causa della pesca professionale, del traffico nautico e dell’inquinamento delle acque. L’inquinamento da plastica, infatti, è una delle cause più frequenti di mortalità per le tartarughe marine che nuotano nel Mar Mediterraneo. Gli operatori dei Centri di Recupero di tartarughe di Legambiente hanno documentato che più del 50% degli animali ricoverati aveva ingerito diversi tipi di plastiche: sacchetti, resti di bottiglie e stoviglie, cotton fioc, lenze e imballaggi di vario tipo.

Promuovere con gesti concreti la salvaguardia dell’ambiente e del territorio è una prerogativa che da anni Despar Centro-Sud ha messo in atto coinvolgendo attivamente i propri collaboratori e i consumatori mediante la partnership con enti qualificati di volontariato ambientale.

Le bioshopper disponibili nei punti vendita Despar Centro Sud, sulle quali sono stampati messaggi di sensibilizzazione ad hoc, insieme ad un sostegno economico stanziato da Maiora, contribuiranno al potenziamento dei centri di recupero tartarughe marine di Legambiente presenti nel Centro-Sud e alle attività di cura delle tartarughe.

«Il tema dell’ambiente ogni anno diventa sempre più attuale nella vita di tutti i giorni – spiega Grazia de Gennaro, Responsabile dell’Ufficio Comunicazione di Maiora – e non solo i cittadini sono chiamati ad avere un ruolo attivo, ma anche le aziende devono, mediante semplici gesti, dare un contributo fondamentale. Le bioshopper diventano quindi uno strumento di comunicazione che mettiamo a disposizione dei nostri clienti, sensibilizzandoli in merito al tema della sostenibilità ambientale e della conservazione di specie animali a rischio di estinzione. Il nostro obiettivo è quello di contribuire così ad accrescere sempre più la consapevolezza su un aspetto che riteniamo fondamentale per il futuro della nostra e delle future generazioni».

Si può adottare una tartaruga marina cliccando su www.tartalove.it

Insieme Piantiamo Alberi, parte la nuova campagna di Vallelata

Vallelata rinnova il proprio impegno in sostenibilità ambientale e in collaborazione con Legambiente e lancia la nuova campagna green “Insieme piantiamo alberi” . Grazie a questa iniziativa, volta a tutelare l’ambiente e a sensibilizzare soprattutto i più piccoli sull’importanza della natura, Vallelata contribuirà agli obiettivi di LIFE Terra, progetto Europeo di cui Legambiente è partner italiano, che ha come obiettivo la messa a dimora di 500 milioni di alberi in Europa per contrastare gli impatti del cambiamento climatico.

Fino al 15 luglio sul sito https://insiemepiantiamoalberi.vallelata.it i consumatori potranno votare l’area preferita tra le 10 in lista in 10 regioni d’Italia. Al termine del concorso, Vallelata si impegnerà a mettere a dimora una base di 100 alberi e arbusti nelle 5 aree più votate a cui si aggiungeranno, in proporzione ai voti espressi dai consumatori, ulteriori alberi fino ad un totale massimo di 1000. Una volta piantati, Legambiente si occuperà della cura degli alberi per i primi 3 anni.

Coinvolti nell’iniziativa anche i più giovani: alle 5 aree vincitrici saranno abbinate 5 scuole primarie del territorio che riceveranno una lezione su temi ambientali, tenuta dagli esperti Legambiente, un kit per piantare a casa piccole piante e la possibilità di partecipare alla giornata di piantumazione che si terrà in autunno.

“Dopo l’impegno a pulire i parchi, quest’anno con Vallelata abbiamo deciso di fare un gesto per i territori con ricadute a lungo termine: vogliamo dare vita a nuove foreste, grazie alla piantumazione di nuovi alberi e arbusti. Lo faremo anche questa volta insieme al nostro partner Legambiente, con una campagna green che chiama nuovamente a raccolta i consumatori al grido di “Insieme piantiamo alberi” ha commentato Mauro Frantellizzi, Direttore Marketing Galbani Cheese. “Un’iniziativa che mostra il nostro volto green ma che vuole anche tornare a sensibilizzare i più giovani sulle tematiche ambientali: il nostro futuro è nelle loro mani”.

“Mettere a dimora un albero è un gesto semplice e alla portata di tutti ma allo stesso tempo ha una grande valenza per l’ambiente, ancor più se si tratta di aree urbane. Gli alberi hanno un ruolo fondamentale nella lotta alla crisi climatica e ognuno di noi deve fare la sua parte, per questo ci teniamo a sensibilizzare i giovani, a cui è dedicato prioritariamente il progetto”, ha dichiarato Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente. “Ma l’invito a partecipare alla votazione di “Insieme piantiamo alberi”, per aumentare il verde urbano nelle aree scelte e selezionate per dieci regioni italiane, è rivolto a tutti. Un semplice clic che contribuirà anche al raggiungimento degli obiettivi del progetto europeo Life Terra. Un progetto, cofinanziato dal programma LIFE, a cui partecipano 16 beneficiari in 8 diversi paesi dell’UE, tra cui la Legambiente unica referente italiana. L’obiettivo di questo importante progetto europeo è creare un grande movimento di cittadini per piantare 500 milioni di alberi in tutta Europa entro il 2025, di cui oltre 9 milioni in Italia”.

Per tutti coloro che parteciperanno esprimendo il proprio voto, infine, saranno messi in palio 5 Motorini elettrici PIAGGIO.

L’elenco delle aree che è possibile votare:
• Calabria: Corigliano-Rossano (Cosenza) – Spazio verde quartiere Donnanna
• Emilia-Romagna: Ferrara – A.R.E. Schiaccianoci
• Lazio: Tivoli (Roma) – Villa Adriana
• Liguria: Ameglia (La Spezia) – Il Mammellone – Parco regionale di Montemarcello Magra Vara
• Lombardia: Paderno Dugnano (Milano)- Parco Lago Nord
• Marche: Falconara Marittima (Ancona) – Ciclabile Fiume Esino e Rocca a Mare
• Piemonte: Beinasco (Torino) – Area verde comunale di Via Fornasio
• Sardegna: Telti (Sassari) – Area verde tra le colline della Gallura
• Sicilia: Favara (Agrigento) – Parco di Giufà – area sud
• Toscana: Porcari (Lucca) – Area verde in Via dei Casoni

Grande successo per la campagna eco-solidale Una Mano Dal Campo

Rinnovato entusiasmo e una partecipazione ancora più ampia per il secondo appuntamento della campagna eco-solidale “Una mano dal campo”, promossa da Legambiente insieme a Romagnoli F.lli Spa e Ce.Di. Gros a favore del Banco Alimentare del Lazio ODV.

Nell’edizione conclusasi lo scorso 8 febbraio sono state vendute 70.130 confezioni di “Patata di Campo – Amica dell’ambiente” cui corrisponderà una donazione da parte di Romagnoli F.lli Spa al Banco Alimentare per la distribuzione di alimenti pari a 70.130 pasti*. Fino ad oggi sono più di 134.600 le confezioni vendute grazie a questa iniziativa di solidarietà.

“I risultati di questa nuova edizione di “Una mano dal campo”, ancora più positivi della precedente, sono per noi motivo di grande orgoglio – sottolinea Giulio Romagnoli, amministratore delegato Romagnoli F.lli Spa. La nostra azienda crede fermamente in questo progetto, che ci permette di supportare con un gesto concreto situazioni di fragilità personale e familiare, dimostrando ancora una volta il nostro impegno verso il tema della sostenibilità sociale, oltre che ambientale. Un sentito ringraziamento va ai partner dell’iniziativa e ai consumatori, che hanno espresso con rinnovata convinzione la propria solidarietà e l’apprezzamento nei confronti del progetto”.

“Una mano dal campo” è un progetto che testimonia l’impegno di Romagnoli F.lli Spa nei confronti di un’agricoltura sostenibile per le persone e l’ambiente. La referenza “Patata di Campo-Amica dell’ambiente”, al centro dell’iniziativa eco-solidale, è, infatti, il risultato della collaborazione tra l’azienda e Legambiente per l’Agricoltura Italiana di Qualità. Una filiera di patate di alta qualità, coltivate con sistemi irrigui a bassa pressione e ad alta efficienza, che consentono di ridurre del -30% i consumi idrici.

Riparte la campagna eco solidale Una Mano Dal Campo

Dopo il successo della prima edizione, riparte “Una mano dal campo”, la campagna eco-solidale promossa da Legambiente insieme a Romagnoli F.lli Spa e Ce.Di. Gros a favore del Banco Alimentare del Lazio ODV.

Dal 28 gennaio all’8 febbraio, in tutti i punti vendita Ce.Di. Gros del Lazio, per ogni confezione da 1,5 kg di “Patata di Campo – Amica dell’ambiente” acquistata, corrisponderà una donazione da parte di Romagnoli F.lli Spa al Banco Alimentare per la distribuzione di alimenti equivalenti a un pasto.

L’ampia partecipazione registrata dalla prima edizione dell’iniziativa – svoltasi nel mese di novembre 2021 – durante la quale sono state vendute 64.500 confezioni di “Patata di Campo – Amica dell’ambiente”, ha spinto i promotori a riproporla nel 2022. Una nuova edizione che si inserisce nell’ambito dell’accordo pluriennale di Romagnoli F.lli Spa con il Banco Alimentare Onlus e Legambiente Onlus per offrire un sostegno concreto alle persone in difficoltà e che, anche per la prossima campagna, trova supporto nella sensibilità e nell’impegno di Ce.Di. Gros.

“Attraverso questo nuovo appuntamento con “Una mano dal campo”, siamo felici di testimoniare ancora una volta la vocazione solidale che da sempre è parte integrante del nostro modo di fare impresa – commenta Giulio Romagnoli, amministratore delegato Romagnoli F.lli Spa. Un’azienda che si definisce sostenibile ha la responsabilità di investire in progetti concreti volti al miglioramento del benessere sociale, oltre che di operare adottando modelli produttivi sempre più rispettosi dell’ambiente”.

“Siamo rimasti positivamente sorpresi dal successo della precedente attività nell’ambito del progetto “Una mano dal campo”, sia in termini commerciali, per gli importanti volumi movimentati, che sociali, dati dall’impegno sostenuto da Banco Alimentare – afferma Giancarlo Amitrano, Ufficio Acquisti Ce.Di. Gros. Per questo abbiamo accettato con entusiasmo di riproporre l’iniziativa a inizio 2022, in un momento storico complesso per le famiglie italiane”.

“Disuguaglianze, povertà e crisi climatica sono facce della stessa medaglia, causate da un’economia ancora troppo “sporca” – dichiara Giorgio Zampetti, Direttore Generale di Legambiente. Abbiamo tutti la responsabilità di ripensare i nostri stili di vita e i modelli produttivi, anche quello agroalimentare. Per questo, “Una mano dal campo” propone prodotti alimentari riconoscibili dal logo “Legambiente per l’Agricoltura Italiana di Qualità” (Laiq), una campagna a cui aderiscono molte aziende impegnandosi a rispettare le nostre indicazioni, legate soprattutto all’assenza di residui chimici (residuo zero), ma anche alla riduzione delle risorse impiegate come acqua ed energia.”

“Siamo contenti del risultato ottenuto con la prima edizione, e il desiderio di replicare questa iniziativa sottolinea la sensibilità della Romagnoli F.lli di Bologna per le attività di contrasto alla povertà che Banco Alimentare porta avanti quotidianamente – commenta Giuliano Visconti, Presidente del Banco Alimentare del Lazio. Iniziative come queste rappresentano bene l’alleanza che cerchiamo di instaurare con le aziende che desiderano impegnarsi nel sociale, e desiderano essere al nostro fianco nel sostegno ad oltre 110 mila persone in stato di difficoltà”.

Il progetto “Una mano dal campo”, testimonia, inoltre, l’impegno di Romagnoli F.lli Spa nei confronti di un’agricoltura sostenibile per le persone e l’ambiente. La referenza “Patata di Campo-Amica dell’ambiente”, al centro dell’iniziativa eco-solidale, è, infatti, il risultato della collaborazione tra l’azienda e Legambiente per l’Agricoltura Italiana di Qualità. Una filiera di patate di alta qualità, coltivate con sistemi irrigui a bassa pressione e ad alta efficienza, che consentono di ridurre del -30% i consumi idrici e, attraverso l’adozione di rigorosi disciplinari di produzione, ridurre sensibilmente l’utilizzo delle molecole chimiche di sintesi nella difesa delle produzioni.

Le prossime tappe del percorso di solidarietà saranno comunicate sul sito http://agricoltura.legambiente.it/

Gruppo Gabrielli mette il vademecum del mare pulito nella borsa della spesa

La sostenibilità sociale nasce anche dai piccoli gesti: così la pensa Gruppo Gabrielli che, in seguito a un accordo con Legambiente Marche, ha deciso di inserire un pieghevole contenente otto semplici regole per salvare il mare nelle shopping bag di tutti i clienti Oasi e Tigre nelle cinque regioni in cui è presente. La campagna di informazione e sensibilizzazione giovedì 19, venerdì 20 e sabato 21 luglio caratterizzerà la vita di negozio dei punti di vendita del Gruppo Gabrielli.

Incuria e inquinamento fanno male alle nostre coste. Dal recente rapporto stilato da Legambiente “Beach Litter 2018” a seguito dell’operazione spiagge e fondali puliti svoltasi dal 25 al 27 maggio scorso, di cui il Gruppo Gabrielli è stato partner nelle regioni Marche e Abruzzo, è emerso un quadro preoccupante. Su 78 spiagge monitorate, sono stati trovati in media 620 rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia, per l’80% costituiti da rifiuti plastici usa e getta, trovati sul 95% delle spiagge. A guidare la classifica dello scempio, frammenti di plastica, tappi e coperchi, cotton fioc, mozziconi di sigaretta.

Questa emergenza, oltre al devastante impatto sull’ambiente, ha drammatiche conseguenze sugli esseri viventi che vivono in contatto con l’ecosistema marino: l’ingestione dei rifiuti di plastica è stata documentata in oltre 180 specie marine. Senza dimenticare che, secondo uno studio commissionato ad Arcadis dall’Unione europea, il marine litter costa all’Europa 478 milioni di euro all’anno solo per i settori di turismo e pesca, mentre per pulire tutte le spiagge europee il costo stimato è di 412 milioni di euro. Questo tipo di rifiuti poi restano nell’ambiente, per degradarsi e frammentarsi in pezzi sempre più piccoli creando le famigerate microplastiche che hanno una via facilitata per entrare nella catena alimentare e contaminarla.

La scelta di approfondire con Legambiente un’azione comune ecosostenibile fatta di sensibilizzazione e informazione ben si concilia con l’atteggiamento green dell’azienda, che da sempre si impegna nel convertire il proprio operato in azioni concrete di sostenibilità declinabili in tutte le aree aziendali.

 

Le azioni green di Gabrielli

Tra le iniziative del Gruppo, l’adeguamento dei punti di vendita di recente inaugurazione nella classe A+ che sono stati aperti laddove possibile senza consumo di suolo, e le riconversioni o ammodernamenti parte del piano messo in atto per rendere meno impattanti e più performanti punti di vendita non adeguati.

Inoltre, quotidianamente i punti di vendita sono coinvolti nel recupero e donazione al Banco Alimentare Onlus di referenze edibili ma non più commercialmente utilizzabili trasformando di fatto il concetto di spreco in risorsa. Un’operazione che ha portato al riconoscimento  da parte di Legambiente del premio “Ridurre si può nelle Marche”.

“Abbiamo scelto di collaborare con Legambiente perché contribuisse a raggiungere il nostro obiettivo, ossia sensibilizzare la comunità sull’adozione di abitudini sostenibili nel quotidiano – spiega Barbara Gabrielli, vicepresidente del Gruppo Gabrielli -. La responsabilità sociale d’impresa per noi è un elemento determinante e siamo molto impegnati nel migliorare il nostro operato a vantaggio dei clienti in tutto ciò che rientra nel concetto di sostenibilità. Riteniamo che un partner come Legambiente, forte della sua esperienza, sia un valore per la nostra azienda per progettualità future”.

“Continua l’impegno di Legambiente per monitorare la qualità delle nostre spiagge e lo smaltimento dei rifiuti abbandonati. Coon il Gruppo Gabrielli abbiamo avviato una campagna di informazione straordinaria che permetterà di raccontare ai clienti dei negozi come andare a fare correttamente la raccolta differenziata e qual è l’impatto che purtroppo hanno i rifiuti nel nostro mare. – commenta Francesca Pulcini Presidente Legambiente Marche -. Il nostro obiettivo è quello di accrescere la consapevolezza di tutti gli attori in gioco, dai cittadini ai turisti, dagli operatori turistici alle amministrazioni locali, affinché vengano messi in campo comportamenti virtuosi per la riduzione dei rifiuti e l’azzeramento della loro dispersione nell’ambiente”.

Gdo e riduzione dello spreco, Gruppo Gabrielli premiato da Legambiente Marche

Uno spreco alimentare non più sostenibile: per questo anche nella Gdo si moltiplicano le azioni per ridurlo, e su questo fronte il Gruppo Gabrielli ha ottenuto un importante riconoscimento da Legambiente Marche per la sua pluriennale collaborazione con Banco Alimentare. Ideato in occasione della IV edizione di “Ridurre si può nelle Marche”, il premio intende valorizzare le migliori realtà del territorio per la riduzione e prevenzione della produzione di rifiuti e dello spreco alimentare. Ufficializzato lo scorso dicembre in occasione della prima edizione dell’”Ecoforum Marche – l’economia circolare dei rifiuti”, la consegna ufficiale del riconoscimento è avvenuta lunedì 29 gennaio presso la sede del Gruppo Gabrielli a Monticelli Ascoli Piceno per mano della Presidente Legambiente Marche Francesca Pulcini.

«All’interno del primo Ecoforum delle Marche abbiamo anche premiato le esperienze che si sono distinte in quest’ultimo anno per la prevenzione della produzione dei rifiuti all’interno del bando “Ridurre si può nelle Marche” – ha sottolineato Francesca Pulcini -.  Tra questi abbiamo riconosciuto una menzione speciale al Gruppo Gabrielli, per l’impegno che da anni porta avanti con il Banco Alimentare nella prevenzione della produzione di spreco alimentare, che è sia una questione ambientale, ma anche e soprattutto etica e sociale molto importante di cui essere orgogliosi. Per Legambiente questa buona pratica è stata straordinaria, per questo abbiamo deciso di raccontarla e premiarla, e ci auguriamo possa essere da esempio per chiunque voglia seguire questa strada».

Dal 2010 infatti, è in essere un accordo con il Banco Alimentare in base al quale vengono distribuite quotidianamente le eccedenze dei punti di vendita non più vendibili per motivi commerciali ma ancora perfettamente edibili da un punto di vista organolettico.

«Accogliamo con grande piacere questo riconoscimento – ha detto Barbara Gabrielli, vicepresidente del Gruppo – in quanto è uno stimolo a continuare nell’impegno preso con il Banco Alimentare in favore di chi grava in una situazione di bisogno e nel contempo ci vede in prima linea nella lotta allo spreco alimentare che per noi è una priorità al pari di quella ambientale».

Sacchetti di plastica, è possibile portarli da casa? I dubbi di Federdistribuzione

Federdistribuzione prende posizione sulla querelle d’inizio anno scatenata dalla legge che impone di far pagare all’utente finale i sacchetti di plastica – bio o non – per la spesa. E lo fa commentando l’invito del ministero della Salute di portare da casa i sacchetti per riporre i freschi a peso, a patto che siano monouso e idonei per gli alimenti.

‘«Il fatto che si possano portare da casa sacchetti nuovi per la spesa di frutta e verdura è pura teoria, perché il consumatore per essere in regola dovrà trovare esattamente quelli che si usano nei punti vendita, dello stesso peso, biodegradabili e biocompostabili» ha spiegato all’ANSA è il presidente Giovanni Cobolli Gigli -. Quello che chiediamo ai tre ministeri coinvolti è più semplificazione e più chiarezza per non creare confusione nel consumatore e nei punti vendita».

Il Ministero dell’Ambiente ha inviato agli operatori della Gdo una circolare esplicativa delle norme previste in materia, ma secondo Federdistribuzione sono ancora tanti i nodi da scogliere, dai controlli al costo dello shopper ultraleggero.

I post di indignata protesta sono rimbalzati su Facebook e Instagram.

«Portando il sacchetto da casa – spiega infatti Cobolli Gigli – c’è il problema di verificare che sia integro e conforme a quelli distribuiti nei punti vendita, una cosa che ovviamente non possiamo fare noi; si andrebbe a creare un problema organizzativo incredibile e mille difficoltà per tutti».
Tra i lati non ancora chiariti della vicenda ci sarebbe anche quello del prezzo del sacchetto, dove ogni azienda può applicare il costo a patto che sia compreso nel range indicato dalla legge. A questo proposito Cobolli Gigli ricorda che il Mise, ministero dello Sviluppo Economico, ha permesso alle imprese di vendere il sacchetto sotto costo, e quindi chi compra maggiore quantità può spuntare un prezzo migliore, da qui le possibili differenze di prezzo che si possono trovare alle casse. E ancora sul prezzo il presidente precisa che ”le bilance da sempre sono tarate per pesare al netto la frutta e la verdura, con l’unica differenza che oggi il sacchetto si paga alla cassa”.

Considera “non praticabile” la possibilità di portare il sacchetto da casa anche Coop, che in un comunicato dichiara: “Siamo stati contrari a far pagare i nuovi sacchetti e ora siamo impegnati a contenerne il prezzo vendendoli sottocosto. Quello che è necessario è fare chiarezza: le ultime interpretazioni ministeriali sui sacchetti monouso rendono ancora più complicata la gestione dell’intera situazione. Coop presenterà a breve soluzioni effettivamente praticabili di riuso dei materiali di confezionamento dell’ortofrutta a minor costo per i consumatori e più sostenibili per l’ambiente.

Una soluzione è stata già escogitata dalla Coop svizzera che da qualche mese propone in vendita sacchetti di rete riutilizzabile. Come ricorda Legambiente, basterebbe una circolare ministeriale che permetta in modo chiaro, a chi vende frutta e verdura, di far usare sacchetti riutilizzabili. “In questo modo si garantirebbe una riduzione auspicabile dell’uso dei sacchetti di plastica, anche se compostabile, come già fatto coi sacchetti per l’asporto merci che grazie al bando entrato in vigore nel 2012 in cinque anni sono stati ridotti del 55%” ricorda l’associazione ambientalista. Guardando sempre all’Europa, Aldi, dal canto suo, ha bandito ogni tipo di sacchetto monouso dalla vendita.

E dalla protesta si è passati all’ironia.

Da sempre i cittadini pagano in modo invisibile gli imballaggi che acquistano con i prodotti alimentari ogni giorno, la differenza è che dal 1 gennaio, con la nuova normativa sui bioshopper, il prezzo di vendita del sacchetto è visibile e presente sullo scontrino. «Le polemiche di questi giorni – ha detto Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente – sono davvero incomprensibili: non è corretto parlare di caro spesa né di tassa occulta o di qualche forma di monopolio aziendale. Sarebbe utile che ci si preoccupasse dei cambiamenti climatici e dell’inquinamento causato dalle plastiche non gestite correttamente, e che si accettassero soluzioni tecnologiche e produttive che contribuiscono a risolvere questi problemi,  senza lasciarsi andare a polemiche da campagna elettorale di cui non se ne sente il bisogno. È ora di sostenere e promuovere l’innovazione che fa bene all’ambiente, senza dimenticare di contrastare il problema dei sacchetti di plastica illegali. Circa la metà di quelli in circolazione sono infatti fuorilegge, un volume pari a circa 40 mila tonnellate di plastica, e una perdita per la filiera legale dei veri shopper bio pari a 160 milioni di euro, 30 solo per evasione fiscale».

Il problema dei sacchetti bio coinvolge sia i grandi punti vendita, sia 200 mila ambulanti e i dettaglianti che complessivamente, tra alimentari e non, sono quasi 700 mila.

Leggi anche: 

Obiettivo meno plastica, una delle sfide future. Le iniziative della Gdo

Uk: la tassa sui sacchetti di plastica nella GDO si reinvestirà a beneficio della comunità locale

Porta il tuo contenitore da casa: l’invito di Carrefour Belgio per ridurre i rifiuti

 

L’articolo è stato aggiornato alle ore 17:28 per inserire un estratto del comunicato di Coop.

Mareblu coinvolge i consumatori nel suo crowfunding

Mareblu lancia Dalla parte del blu, originale campagna di crowdfunding che da oggi chiama i consumatori a scegliere online come saranno ripartiti i 50.000 euro che l’Azienda conserviera mette a disposizione di Legambiente per sostenere quattro importanti progetti a difesa del mare:

la pulizia dei litorali e dei fondali marini della campagna Spiagge e Fondali Puliti,

le attività del Centro Recupero Tartarughe di Manfredonia (FG) per la cura e la riabilitazione di esemplari feriti,

la ricerca SOS Marine Litter sull’inquinamento dei mari italiani,

le iniziative didattiche del MuSea – Museo Vivo del Mare e della dieta mediterranea di Pollica (SA).
L’iniziativa: come funziona
Con Dalla parte del blu, la seconda azienda italiana nel mercato delle conserve ittiche si rivolge ai consumatori, facendone i protagonisti assoluti di un’innovativa campagna di sensibilizzazione ambientale capace di coinvolgere il grande pubblico e sviluppata in collaborazione con Legambiente e la piattaforma di CSR 1ClickDonation di CrowdM (https://www.1clickdonation.com/).
Collegandosi al sito www.dallapartedelblu.it, infatti, gli utenti hanno la possibilità di informarsi sui quattro progetti di Legambiente a salvaguardia dell’ecosistema marino e scegliere quello a cui “donare un click”. Questo gesto di preferenza semplice e gratuito, inoltre, potrà essere condiviso dagli utenti sui principali social network. A conclusione della campagna, che proseguirà fino al 22 maggio, Mareblu regalerà a Legambiente 50.000 euro: 25.000 euro saranno distribuiti in parti uguali fra i quattro progetti, mentre i restanti 25.000 saranno suddivisi in base al numero di click ricevuti da ciascuna iniziativa.

Una partnership per la sostenibilità
Dalla parte del blu rappresenta una significativa evoluzione e integrazione nella partnership che Mareblu ha stretto dal 2012 con Legambiente nell’ambito del suo percorso di sostenibilità ambientale, economica e sociale.
Mareblu, infatti, ha individuato e condiviso con la più importante associazione ambientalista italiana iniziative e progetti finalizzati al consumo responsabile, alla riduzione dell’impatto ambientale dei prodotti nel loro ciclo di vita e alla difesa dell’ambiente.
Thai Union, la multinazionale thailandese di cui fa parte Mareblu, si è infatti impegnata per far sì che tutto il suo tonno branded sia sostenibile e che entro il 2020 almeno il 75% del tonno branded sia certificato dal Marine Stewardship Council (MSC).

“Mareblu collabora con Legambiente già da qualche anno – ha dichiarato Matteo Scarpis, Direttore Generale Mareblu – “Questa collaborazione in Italia si inserisce in un più ampio e ambizioso piano strategico di sostenibilità del gruppo Thai Union, di cui Mareblu fa parte, chiamato SeaChange. Questo programma è articolato in 4 aree principali: l’Approvvigionamento Responsabile, i Processi di produzione sostenibile, la Legalità e sicurezza sul lavoro e l’attenzione per le Persone e le Comunità in cui Thai Union opera.”

Stefano Ciafani, Direttore Generale di Legambiente, ha commentato: “La partnership con Mareblu prosegue su un percorso di confronto e collaborazione fecondo per noi e per l’azienda, che in questi anni ha sviluppato un approccio alla sostenibilità sempre più proattivo, concreto e virtuoso anche per il suo business. Il lavoro messo in campo per migliorare le prestazioni ambientali della filiera produttiva di Mareblu è il risultato concreto e tangibile di questo lavoro comune.”

Conad e Lagambiente firmano un protocollo e lanciano “Conad verso Natura”

Conad e Legambiente onlus hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per sostenere di comune accordo l’agricoltura sostenibile, condividendo e contribuendo a implementare le filiere ad alto valore ambientale e, dunque, la qualità delle produzioni.
Conad ha deciso di avvalersi della collaborazione di Legambiente onlus per dare ulteriore impulso alle proprie iniziative finalizzate a valorizzare il patrimonio agroalimentare italiano e a tutelare le risorse ambientali. Un obiettivo che l’insegna si prefigge da tempo come dimostrano, ad esempio, la linea di eccellenze tipiche regionali Sapori&Dintorni, la provenienza nazionale del 100 per cento del latte e derivati, del pomodoro, di altri vegetali in scatola e del 95 per cento dell’ortofrutta e l’adesione ai progetti Energia a km 0, Fonti rinnovabili e efficienza energetica, Riciclare conviene promossa assieme a Tetra Pak .
Impegno forte dimostra Conad anche nei capitolati di fornitura, che, oltre a “disciplinare” le produzioni nella direzione richiesta, hanno un peso positivo nella lotta ai cambiamenti climatici, nella riduzione del ricorso alla chimica, nello sviluppo di un’economia rispettosa del ruolo di tutti gli attori delle diverse filiere.
Legambiente onlus, da parte sua, si è impegnata a segnalare le filiere che ritiene più interessanti per rafforzare l’offerta di prodotti a forte valenza ambientale e etica e a sostenere, ad esempio, il lancio della nuova marca Conad Verso Natura, in programma dopo l’estate.
«Nelle persone sta crescendo una forte sensibilità ai temi ambientali e sociali; perciò dobbiamo essere pronti a soddisfare questa nuova domanda valorizzando e dando forza all’agroalimentare sostenibile», ha sottolineato l’amministratore delegato di Conad Francesco Pugliese. «Il nostro Paese ha filiere ad alto valore, ma occorre che tutti gli attori – dalla produzione alla trasformazione e alla distribuzione – si assumano la responsabilità di essere imprese che fanno della sostenibilità una ragione di sviluppo, ma anche un vantaggio per le comunità e il sistema Italia. L’accordo con Legambiente non mancherà di contribuire allo sviluppo di un modello di economia rispettoso dell’ambiente e per valorizzare le produzioni locali di qualità».
«Il protocollo di intesa con Conad – ha dichiarato la presidente di Legambiente Rossella Muroni – è un importante progetto di sostenibilità e realizzarlo con la più grande organizzazione di cooperative di imprenditori della grande distribuzione è per noi un segnale molto positivo, perché potrà contribuire ad indirizzare le politiche di produzione di ampia parte del mercato. Investire in qualità sociale e ambientale significa, infatti, investire sul futuro mirando anche ad un ritorno economico diretto, per esempio adottando misure di risparmio energetico, ottenendo anche il rafforzamento in azienda della cultura della responsabilità e trasmettendo ai clienti il valore aggiunto dell’impegno civico e ambientale. In tal senso, particolare attenzione verrà data al tema dell’economia circolare, settore in crescita in Italia, grazie al quale, i “rifiuti” di qualcuno possono diventare “risorse” per qualcun altro».

Conad e Legambiente: obiettivi e strategie

Sulla marca Conad la collaborazione verterà sugli indirizzi produttivi, sulla responsabilità sociale e sulla lotta ai cambiamenti climatici. Le aree di lavoro condivise riguardano l’utilizzo di energia verde e l’autonomia energetica, l’utilizzo dell’acqua nelle coltivazioni, la collaborazione nell’ottimizzazione dell’uso degli imballaggi e nell’uso di materiali a basso impatto ambientale. Altri ambiti riguardano, in materia di allevamenti, il rispetto delle normative, il benessere animale, il divieto dell’uso di ormoni, la certificazione del processo produttivo – e il sostegno alle filiere ad alto valore, ad esempio i prodotti di Conad Percorso Qualità e Sapori&Dintorni.

Per quanto riguarda i punti di vendita, sarà sviluppata una strategia comune per migliorare l’efficienza energetica, organizzare sessione di formazione sulla direttiva Etichetta Energetica, confrontarsi sulle modalità per rendere sostenibile la mobilità dei clienti verso i punti di vendita, valorizzare l’uso di bio-shopper e shopper di plastica riciclata e lo sviluppo del consumo sostenibile degli altri materiali di consumo.

La collaborazione tra Conad e Legambiente verterà, infine, anche su alcuni eventi di valorizzazione delle produzioni locali di qualità, tra cui Ambasciatori del territorio e Orti in festa. Si tratta di campagne di comunicazione e progetti territoriali che hanno l’obiettivo di valorizzare le piccole economie locali.

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