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Caffo e ShopFully insieme per far crescere le vendite del Petrus Boonekamp

Gruppo Caffo punta sul digitale attraverso una partnership stretta con la tech company ShopFully con l’obiettivo di aumentare l’awareness del liquore Petrus Boonekamp e delle sue peculiarità, e promuovere le vendite all’interno dei punti vendita selezionati in Sicilia.

La collaborazione ha portato ottimi risultati sia in termini di sell-out che dal punto di vista della brand awareness. Secondo i risultati raccolti attraverso la Brand Building Survey proposta agli utenti DoveConviene, il 50% dei consumatori esposti alla campagna ha dichiarato di aver acquistato il liquore Petrus Boonekamp (+41 punti percentuali rispetto ai non esposti alla campagna), mentre il 52% degli utenti ricordava di aver visto la comunicazione su DoveConviene. Inoltre il 5% degli utenti coinvolti è venuto a conoscenza del brand grazie all’esposizione al contenuto, un’ulteriore evidenza che dimostra le potenzialità del digitale nel guidare i consumatori a scoprire nuovi brand.

I risultati sono stati ottenuti attraverso l’utilizzo di HI! (Hyperlocal Intelligence), la piattaforma di hyperlocal marketing di ShopFully basata sull’intelligenza artificiale, e dei marketplace di ShopFully – DoveConviene, PromoQui e VolantinoFacile -, che hanno permesso al Gruppo Caffo di entrare in contatto coi potenziali consumatori geolocalizzati in prossimità dei punti vendita presenti nella regione, a partire dalla ricerca delle informazioni online fino all’acquisto in negozio.

L’indagine antidumping cinese rischia di penalizzare il brandy italiano

La Cina sta avviando un’indagine antidumping sui liquori dell’Unione Europea che prende di mira, tra gli altri, il brandy e il cognac francese, e ciò ha già provocato immediate ripercussioni negative in Borsa per produttori come Pernod Ricard e Remy Cointreau.

“Con sconcerto veniamo a conoscenza dell’indagine antidumping che il Ministero del commercio cinese ha avviato su alcune tipologie di prodotti alcolici di provenienza UE, in particolare i distillati di vino” sottolinea Sandro Cobror, Direttore di AssoDistil. “Sebbene, dalle prime informazioni sembrerebbe che lo scopo dell’indagine sia eminentemente ritorsivo contro analoghe indagini UE indirizzate verso l’import di motori elettrici dalla Cina, non vi è dubbio che l’iniziativa cinese metta a rischio lo sviluppo del mercato del brandy in quel Paese nonché la propensione all’investimento da parte di quei produttori non ancora presenti in Cina che vedono nel grande Paese asiatico un interessantissimo mercato potenziale di sviluppo sia del brandy che dei distillati in generale.

Un’indagine antidumping rischierebbe inevitabilmente di bloccare sul nascere una iniziativa come quella della promozione del brandy italiano in Cina oltre che recare un danno economico enorme al settore degli spirits e tutto questo senza alcuna ragione reale: infatti, oggi sul mercato cinese il brandy UE viene venduto a prezzi decisamente superiori a quello dei distillati locali e comunque, laddove pure si ravvisasse l’opportunità di bloccare le importazioni di distillati dall’UE, ciò risulterebbe economicamente ininfluente per controbilanciare il rischio di un blocco delle importazioni in UE di componentistica e motori elettrici dalla Cina che vale dieci volte di più. Per questo, come associazione di categoria che rappresenta la quasi totalità della produzione distillatoria in Italia, abbiamo chiesto al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, che le nostre Istituzioni si adoperino per impedire che questa pericolosissima iniziativa abbia seguito” conclude Cobror.

Ritorna sul mercato Chazalettes, Vermouth d’antan

Torna sul mercato il vermouth dei Savoia, della Torino di fine Ottocento, dei caffè e delle regine: rinasce il marchio Chazalettes, azienda torinese fondata nel 1876 e in attività per oltre cent’anni, con due prodotti storici (è il caso di dirlo) che recuperano le ricette originali, il Vermouth Rosso della Regina, dedicato alla Regina Margherita il cui stemma ricorre nelle etichette e il Vermouth Extra Dry.

È questa un’epoca di grandi ritorni e recuperi di ricette tradizionali, anche dette vintage che così sembra più cosmopolita, con il recupero conseguente di marchi antichi andati in disuso.

«Il richiamo del mio Piemonte è stato cosi forte da farmi abbandonare una carriera iniziata a Milano per dedicarmi ad un progetto affascinante che mette insieme la cultura materiale e storica della mia regione, la passione di veder rinascere ricette antiche in un nuovo mondo giovane di consumo che mi appartiene – racconta Francesca Bava, responsabile del progetto -. Ho trovato l’appoggio e la professionalità della mia famiglia in questo campo ed il carisma del signor Chazalettes. I due prodotti di oggi sono il risultato di oltre un anno di lavoro tra vini, spezie e ricerche storiche. Uno dei miei obiettivi è quello di aggiungere un tocco femminile al mondo del Vermouth».

La lunga tradizione liquoristica che guida la famiglia Bava e la condivisione della passione per questo liquore hanno portato Giovanni Chazalettes, l’erede dei segreti della famiglia, a riprendere le sue numerose ricette per far riscoprire questo affascinate mix di erbe e spezie aromatiche con selezionati vini italiani, che ha commentato. «Sono molto fiero di sapere che questo progetto che abbiamo iniziato insieme, farà conoscere un’immagine della mia azienda e dei miei predecessori riportandoli alla modernità, perché un prodotto così storico riportato ai giorni nostri rappresenta un grande valore per la città di Torino e la liquoristica italiana».

L’incontro “La storia del Vermouth a Torino: Chazalettes”, che si è svolto oggi presso la caffetteria di Palazzo Madama, segna l’inizio di un nuovo capitolo di questa eccellenza torinese, che riunisce l’incontro di generazioni, il fascino di un’arte liquoristica antica da riscoprire e il comune impegno nel salvare un’eredità importante.

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