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Penny: 300.000 pasti salvati con Too Good To Go

Penny rilancia sulla lotta agli sprechi alimentari ed estende a tutta la sua rete la collaborazione con Too Good To Go. La partnership ha preso il via nel 2021 e ha raggiunto il traguardo di 300.000 pasti salvati, il che ha consentito di evitare l’emissione di oltre 810 tonnellate di CO2 e l’uso non necessario di 240.000.000 di litri di acqua e di 840.000 metri quadri di suolo per anno. Di qui la decisione di coinvolgere l’intera rete italiana di Penny, composta da oltre 460 punti vendita, per salvare dallo spreco i prodotti alimentari, tramite l’app di Too Good To Go. “A tre anni dall’inizio di questa collaborazione – dichiara Monica Dimaggio, Sustainability Manager di Penny Italia – siamo orgogliosi di aver coinvolto quasi l’intera rete vendita, generando un impatto concreto in termini di pasti salvati e riduzione delle emissioni di CO₂. Oggi celebriamo questi risultati insieme alla nostra community, consapevoli che il nostro impegno non si ferma qui. Le numerose iniziative di comunicazione che hanno supportato la partnership fino ad oggi continueranno a evolversi, con l’obiettivo di sensibilizzare sempre più persone su un tema fondamentale, in cui noi retailer possiamo fare davvero la differenza”.

Siamo entusiasti di questa collaborazione con uno dei protagonisti della Gdo italiana come Penny – afferma Mirco Cerisola, Country Director di Too Good To Go Italia –. I risultati ottenuti finora e la fiducia riposta in noi dimostrano che è possibile combattere lo spreco in modo concreto ed efficace. Too Good To Go rappresenta una soluzione ideale per le aziende della grande distribuzione organizzata che vogliono ridurre gli sprechi. Ringraziamo Penny e le migliaia di utenti che, insieme a noi, si sono già impegnati e continueranno a farlo in futuro, salvando cibo prezioso dallo spreco e adottando comportamenti sempre più consapevoli e responsabili per fare la differenza per il nostro Pianeta”.

Sprechi alimentari, 1 italiano su 3 butta cibo buono fraintendendo le etichette

Sembra che gli italiani siano consapevoli dell’impatto dello spreco alimentare e dichiarano di conoscere il significato delle etichette, ma quando di tratta di passare dalla teoria alla pratica non sempre mettono in atto quanto appreso con azioni concrete e coerenti. A evidenziarlo un sondaggio condotto da Too Good To Go in collaborazione con Opinium che indaga sulla corretta interpretazione delle etichette alimentari da parte degli italiani e sull’utilizzo dei propri sensi quando si tratta di cibo. L’indagine è stata realizzata in occasione della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (SERR) che si celebra dal 16 al 24 novembre e che quest’anno è dedicata proprio al tema dello spreco alimentare.

La differenza tra “da consumarsi entro” e “da consumarsi preferibilmente entro”
Quando si osserva un prodotto, occorre prestare attenzione e capire quali sono le principali differenze tra le due etichette esistenti. Mentre la data di scadenza “da consumare entro” serve a garantire la sicurezza alimentare, motivo per il quale oltre la data indicata il prodotto non dovrebbe più essere consumato, la dicitura “da consumare preferibilmente entro” riguarda invece il termine minimo di conservazione degli alimenti, e quindi si riferisce alla data di miglior qualità del prodotto. In questo secondo caso, se conservati correttamente, gli alimenti possono essere consumati anche dopo tale data, e affidarsi ai propri sensi può essere la soluzione per evitare un inutile spreco di cibo ancora buono e adatto al consumo. Poiché il 10% degli sprechi alimentari domestici è dovuto a un’errata interpretazione delle etichette, chiarire sulle intenzioni e i comportamenti degli italiani, è un modo per sensibilizzare ulteriormente sul tema.

Poca fiducia nei propri sensi. I Millennials i più attenti
Secondo l’indagine condotta da Too Good To Go, sebbene l’81% dei consumatori italiani si dichiari consapevole del significato dell’indicazione “da consumarsi preferibilmente entro”, quasi un terzo (30%) ammette di buttare spesso o sempre il cibo una volta superata tale data. Tra i più “spreconi” gli appartenenti alla Generazione Z (42%) mentre i Millennials (21%) sembrano essere i più attenti. Proprio i Millennials sono anche i più inclini a utilizzare i propri sensi come strumento principale per valutare lo stato dei prodotti (67%) a differenza invece della maggior parte degli italiani (65%) che si affida principalmente alle etichette e che dichiara di non fidarsi completamente del proprio buon senso quando si tratta di cibo (52%). “Ogni anno, tonnellate di cibo perfettamente commestibile continuano a essere sprecate nelle nostre case, spesso a causa di fraintendimenti sulle etichette alimentari. Occorre quindi rivedere i nostri comportamenti. Quello che fa quotidianamente Too Good To Go è contribuire ad accrescere la consapevolezza sul tema dello spreco, non solo mettendo a disposizione gli strumenti più adatti per ridurlo, ma anche ispirando cambiamenti nelle abitudini di consumo e promuovendo una migliore conoscenza e comprensione delle etichette dei prodotti alimentari” ha dichiarato Mirco Cerisola, Country Director di Too Good To Go Italia.

L’Etichetta Consapevole di Too Good To Go per ridurre lo spreco in ambito domestico
Per affrontare questo problema, Too Good To Go ha lanciato nel 2021 l’iniziativa “Etichetta Consapevole” in collaborazione con alcune delle principali aziende di beni di consumo del mondo, tra cui Unilever, Danone, Carrefour, Nestlé e Bel Group, invitando le persone a utilizzare i propri sensi e ad osservare, annusare e assaggiare un prodotto che ha superato la data “da consumarsi preferibilmente entro” per valutarne lo stato. Ad oggi, In Italia, l’etichetta “Osserva, Annusa, Assaggia” conta 47 brand aderenti al progetto ed è presente su oltre 300 referenze, venendo stampata annualmente su oltre 390 milioni di confezioni. Secondo l’indagine di Too Good To Go, più di un terzo degli intervistati (36%) dichiara di aver visto o sentito parlare dell’etichetta, in modo particolare anche in questo caso, i Millennials (58%). “Oggi l’Etichetta Consapevole di Too Good To Go è presente in 15 Paesi, vanta 532 partner attivi in tutto il mondo, ed è stampata su 6 miliardi di prodotti ogni anno. Siamo orgogliosi di lavorare con così tante aziende e di riuscire a generare un così grande impatto in modo allargato, guidando i consumatori verso comportamenti più consapevoli, attenti e sostenibili per il Pianeta” conclude Cerisola.

Una Settimana Zero Sprechi: al via l’iniziativa di Too Good To Go

Per far sentire ogni individuo parte di una comunità anti-spreco, Too Good To Go lancia “Una Settimana Zero Sprechi”, campagna di sensibilizzazione varata in vista della Giornata Internazionale della Consapevolezza sugli Sprechi e le Perdite Alimentari che si celebrerà il prossimo 29 settembre. Partecipando alla campagna, attraverso questa pagina, le persone potranno vedere quanti altri si stanno unendo e sentirsi parte di un movimento più ampio.

Per tutta la settimana, i partecipanti avranno accesso a un suggerimento quotidiano da adottare a casa per agire sulla propria scala e promuovendo al contempo un senso di spinta collettiva, sapendo che anche gli altri sono impegnati. Per rafforzare questo sforzo collettivo, la campagna verrà lanciata in 9 Paesi in cui Too Good To Go opera. In questa giornata, Too Good To Go mobilita anche il suo ecosistema professionale. I partner già impegnati nella riduzione degli sprechi alimentari possono ampliare i loro sforzi partecipando alla “Sfida antispreco”. L’obiettivo è unire la rete di professionisti per una settimana di attività di sensibilizzazione, condividendo contenuti sui social media, materiali per le newsletter e molto altro. Il terzo pilastro di questo sforzo collettivo si concentra sull’agenda pubblica.

Too Good To Go, convinta che le aziende possano essere potenti agenti d’impatto e che la regolamentazione possa accelerare l’adozione di soluzioni efficaci, chiede attraverso un Manifesto dedicato, che lo spreco alimentare sia messo in cima all’agenda politica.

Il Manifesto, consultabile sulla pagina della campagna, comprende:

– Fissare obiettivi ambiziosi di riduzione dello spreco alimentare, per guidare e misurare la quantità di spreco alimentare che deve essere ridotta, dal campo alla tavola;
– Basarsi su dati significativi, per capire dove, perché e quale cibo viene sprecato e sviluppare misure efficaci nella riduzione dello spreco alimentare;
– Applicare efficacemente la gerarchia del recupero alimentare, dando priorità alla prevenzione, per stabilire un ordine di preferenza per il modo in cui le aziende devono gestire i surplus alimentari.

Oggi, come non mai, è davvero importante limitare gli sprechi alimentari. Secondo l’UNEP, ogni cittadino italiano spreca l’equivalente di 67 kg di cibo ogni anno e, sulla base di questo dato, Too Good To Go ha calcolato che corrisponde a sprecare l’equivalente di 2,6 pasti ogni settimana. Tale spreco ha un impatto diretto sul potere d’acquisto degli italiani: all’anno si tratta di quasi 360 euro a persona, circa il 13% del budget alimentare medio. Il che significa che un cittadino italiano fa sostanzialmente la spesa invano per 47 giorni all’anno. Un’altra conseguenza, meno nota ma direttamente collegata allo spreco, è l’impatto ambientale generato. Sprecando l’equivalente di 2,6 pasti a settimana, una persona in Italia spreca anche 180 kg di Co2e all’anno. Ma non solo: sprecare del cibo significa anche sprecare le risorse necessarie per la sua produzione, il che equivale all’utilizzo vano di 187m² di suolo e 54.270 litri di acqua per anno. In un contesto in cui l’attenzione alle questioni ambientali e al potere d’acquisto è sempre più forte, ridurre questi sprechi è più che mai necessario.

“I dati pubblicati da Too Good To Go evidenziano ancora una volta la portata e le conseguenze degli sprechi, ma soprattutto ci invitano ad abbracciare le soluzioni che già esistono, insieme. Perché è grazie a questo sforzo collettivo che si può arginare il fenomeno. Ci auguriamo che, riconoscendo che è in atto un profondo cambiamento collettivo, le persone siano ancora più desiderose di partecipare. Ora tocca a noi” commenta Mirco Cerisola, Country Director Italia di Too Good To Go.

Sprechi alimentari natalizi, oltre un quarto del cibo acquistato viene buttato

Anche quest’anno gli italiani sono pronti a festeggiare il Natale e l’anno nuovo con pranzi e cene. Le festività però da un lato registrano un boom di consumi, dall’altro un grande spreco di cibo. A confermarlo è un recente sondaggio di Too Good To Go che, in collaborazione con YouGov, ha indagato sulle abitudini degli italiani a tavola in occasione delle festività natalizie.

Secondo la ricerca, l’86% degli intervistati dichiara di sprecare cibo durante le feste, con il 37% di questi che getta via oltre un quarto del cibo acquistato. Tra loro vi sono soprattutto giovani nella fascia 18-24 anni che sprecano il 25% della quantità di cibo acquistata (per un intervistato su due) contro il 18,5% della fascia 25-44 anni.

La categoria di cibo più sprecata? I dolci
Sebbene siano oggetto di continui aumenti (i prezzi sono saliti del 37% rispetto al 2022, secondo il Codacons), i dolci rappresentano la categoria di cibo più sprecata: per la ricerca di Too Good To Go, 4 italiani su 10 dichiarano che ad avanzare maggiormente sono i dolci tipici come panettone, pandoro e torte, seguiti dal pane (35%) e dagli antipasti come salumi, stuzzichini o torte salate (25%). A portare a grandi quantità di cibo sprecato è spesso la quantità eccessiva di spesa. 6 italiani su 10 tendono infatti ad acquistare più alimenti rispetto al solito, a seconda dell’occasione e del numero di ospiti. Nonostante ciò, quest’anno emerge la volontà degli italiani di diventare dei “good host” attenti agli sprechi, con il 93% degli intervistati che afferma di trasformare gli avanzi in nuove ricette. Tra le soluzioni per evitare lo spreco prima, durante, e dopo le feste, gli italiani scelgono ad esempio di congelare gli avanzi (51%), condividere il cibo in eccesso (45%) e utilizzare proprio le ricette anti-spreco (43%). Questi accorgimenti vengono adottati in percentuali differenti a seconda della fascia d’età: i giovani tra i 18 e i 34 anni sono più inclini a condividere gli avanzi in famiglia o con amici (il 57% contro il 45% di media), mentre gli over 55 tendono a congelare le pietanze in eccesso (55%).

L’inflazione e il rincaro prezzi “aiutano” a diminuire la spesa
Nel corso del 2023 il rincaro generale dei prezzi e l’inflazione hanno impattato fortemente sulle abitudini di acquisto degli italiani, con il 43% che ha affermato di aver ridotto la quantità di spesa per limitare gli sprechi. Anche per il Natale 2023, con l’aumento dei prezzi, questa tendenza è confermata: circa un terzo degli intervistati pensa di ridurre la quantità di cibo da acquistare.

“Siamo contenti dei risultati che stiamo raggiungendo nel nostro Paese: dal 2019 ad oggi sono stati salvati oltre 16.500.000 pasti. Tuttavia le festività rappresentano tra i periodi in cui si registrano i picchi più alti per le eccedenze alimentari” afferma Mirco Cerisola, Country Director Italia di Too Good To Go. “Too Good To Go ha come obiettivo primario la riduzione dello spreco alimentare a livello globale, ma sappiamo che per raggiungerlo occorre soprattutto lavorare sulla consapevolezza del singolo, ispirando e responsabilizzando su un tema che è sempre più rilevante a diversi livelli. Ognuno, nel suo piccolo può fare la differenza. E proprio il periodo del Natale può rappresentare un momento in cui fare questa differenza, con comportamenti di acquisto e di consumo il più responsabili possibile”.

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