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Rapporto Ocse: l’Italia deve rendere più efficace la PA

In prospettiva di una ripresa economica del nostro Pese, i fondi EU sono dirimenti. Ma come utilizzarli al meglio? Nell’ottica di una fruizione ottimale di questi aiuti, quali interventi sono imprescindibili per l’Italia, le cui sfide strutturali (divisioni tra regioni, età, sesso e produttività, debito pubblico) sono state aggravate dalla crisi pandemica?

La priorità fondamentale per la ripresa – ecco la ricetta dell’Ocse, nel suo Rapporto Going for Growth – è migliorare l’efficacia della pubblica amministrazione. Un impegno che deve includere, in particolare, la governance degli investimenti pubblici e un migliore coordinamento e attuazione tra i diversi livelli di governo.

Sono cinque, per l’esattezza, le priorità messe in evidenza dal Rapporto per il 2021.

Nell’ambito prettamente infrastrutturale, occorre migliorare l’attuazione, la gestione e la definizione delle priorità degli investimenti pubblici di qualità. Sul piano della governance e dello stato di diritto è fondamentale migliorare l’efficienza e l’efficacia della pubblica amministrazione.

Quanto al mercato del lavoro occorre preparare la forza lavoro con migliori servizi di istruzione, impiego pubblico e attivazione del mercato del lavoro.

Prioritario è pure il miglioramento dell’efficienza e dell’equità del sistema fiscale. Last but not least, serve un impegno sul fronte della concorrenza e della regolamentazione, allo scopo di aumentare la produttività e l’innovazione.

 

Stime Ocse: nuova doccia fredda per il Pil tricolore

“Nuova doccia fredda per il Pil. Nel suo Economic Outlook, l’Ocse mette nero su bianco le nuove stime per il 2016 e il 2017: il prodotto interno lordo crescerà, in entrambi gli anni, dello 0,8 per cento. Le previsioni sono state riviste al ribasso rispettivamente di 0,2 e di 0,6 punti rispetto alle stime di giugno, quando era stata stimata una crescita rispettivamente dell’1 e dell’1,4 per cento. Il capo economista dell’Ocse, Catherine Mann, ha sottolineato che a pesare su questo quadro ci sono anche la scarsa ‘fiducia’ e ‘l’incertezza politica’ sull’esito del referendum costituzionale.

Guardando fuori dai confini italiani, l’Ocse ha tagliato le stime sulla crescita di gran parte delle maggiori economie mondiali a partire dagli Stati Uniti, che passano da un +1,8% nel 2016 e un +2,2% nel 2017 a, rispettivamente, +1,4% e +2,1% “a causa dei deboli investimenti” e ‘nonostante i robusti consumi e la crescita dell’occupazione’. Rispetto all’Economic Outlook di giugno, l’unico Paese a essere interessato da una revisione al rialzo è il Brasile, la cui economia è prevista in calo del 3,3% quest’anno e dello 0,3% l’anno prossimo, mentre tre mesi fa era stata stimata una contrazione del 4,3% nel 2016 e dell’1,7% nel 2017. Revisione al rialzo nel 2016, anche se contenuta, per il Regno Unito (da +1,7% a +1,8%), seguita però da un drastico ridimensionamento nel 2017 (da +2% a +1%).

Revisione più moderata per la Francia (da +1,4% a +1,3% nel 2016 e da +1,5% a +1,3% nel 2017) mentre le attese sulla Germania migliorano per l’anno in corso (da +1,6% a +1,8%) e peggiorano per il successivo (da +1,7% a +1,5%). L’economia dell’Eurozona è invece stimata in espansione dell’1,5% nel 2016 e dell’1,4% nel 2017 (+1,6% e +1,7% nel 2017). L’organizzazione di Parigi cita un ‘rallentamento nel secondo trimestre’ dovuto ‘alla frenata dell’effimera ripresa degli investimenti’. Il giudizio dell’Ocse è impietoso: ‘Nel complesso, l’economia mondiale rimane in una trappola di bassa crescita’”.

(Fonte: www.huffingtonpost.it, “L’Ocse rivede al ribasso le stime della crescita italiana: il Pil a +0,8% nel 2016 e nel 2017”, 21 settembre 2016).

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