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Olio, è allarme speculazioni per invasione del prodotto tunisino

L’invasione di olio tunisino a prezzi stracciati alimenta il rischio di speculazioni ai danni dei produttori nazionali, rendendo necessario alzare la guardia contro il pericolo frodi. A denunciarlo sono Coldiretti e Unaprol in riferimento al fatto che l’Italia diventato è il principale importatore di prodotto dalla Tunisia, con ben 1/3 del totale giunto nel nostro Paese nei primi due mesi di campagna olivicola, proprio in concomitanza con l’arrivo dell’olio nuovo nazionale. Oggi l’olio tunisino viene venduto sotto i 5 euro al litro, con una pressione al ribasso sulle quotazioni di quello italiano che punta a costringere gli olivicoltori nazionali a svendere il proprio al di sotto dei costi di produzione. Una concorrenza sleale, sia considerata l’alta qualità del prodotto Made in Italy, sia il fatto che nel Paese africano non vigono le stesse regole in materia di utilizzo di pesticidi e di rispetto delle norme sul lavoro vigente nell’Unione Europea. A favorire le importazioni dalla Tunisia è anche l’accordo stipulato dalla Ue che prevede l’importazione annuale, nel periodo 1° gennaio – 31 dicembre, di 56.700 tonnellate di oli vergini d’oliva, nella cui categoria merceologica sono compresi olio extravergine d’oliva, olio vergine d’oliva e olio lampante, senza applicazione di dazi doganali.

“Per tutelare gli olivicoltori italiani occorre rivedere il periodo di applicazione dell’accordo tra Ue e Tunisia, restringendolo al periodo 1° aprile – 30 settembre ed evitando così che l’olio magrebino arrivi proprio in concomitanza di quello “nuovo” nazionale” sottolinea David Granieri, Presidente di Unaprol.

L’arrivo di olio straniero low cost alimenta peraltro anche il rischio frodi – ricordano Coldiretti e Unaprol -, con il prodotto estero spacciato per italiano. Da qui la richiesta dell’istituzione di un sistema telematico di registrazione e tracciabilità unico a livello europeo per proteggere l’olio extravergine d’oliva e garantire trasparenza lungo tutta la filiera produttiva, come scritto in una recente lettera al Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare.

L’olio d’oliva rappresenta un comparto strategico per il Made in Italy agroalimentare, grazie all’impegno delle circa 400mila aziende agricole nazionali per garantire un prodotto dagli standard elevatissimi, con un patrimonio di 250 milioni di piante e 533 varietà di olive, il più vasto tesoro di biodiversità del mondo, secondo l’analisi Coldiretti. L’Italia ha la leadership in Europa per il maggior numero di oli extravergini a denominazione in Europa (43 Dop e 7 Igp).

Monini si rifà il look: restyling per logo, bottiglie ed etichette

Monini rinnova la sua immagine e, attraverso il profondo restyling, intende rafforzare un messaggio che ripete da tempo: puntare sulla qualità e sulla percezione di valore del prodotto. Da qui la scelta di disegnare un nuovo logo, realizzare bottiglie dal design innovativo, riconoscibile e pratico per i consumatori, nonché etichette chiare e altamente informative.

“La scelta di ridefinire la nostra identità di marca è una logica conseguenza del percorso che stiamo intraprendendo e che punta a innalzare la qualità dell’olio extravergine italiano e soprattutto del suo valore percepito – hanno affermato Maria Flora e Zefferino Monini –. Purtroppo ancora oggi i consumatori non dispongono dei necessari strumenti per distinguere un prodotto buono da uno mediocre, perciò le uniche leve a cui si affidano sono quelle del prezzo e dell’abitudine. Il nostro obiettivo è cercare di contribuire a rompere questa logica, anche grazie ad un nuovo abito”.

Il nuovo logo Monini mette al centro l’identità e la storia dell’azienda, valorizzandole con una grafica contemporanea. Viene dato uno spazio più centrale alla data di fondazione, mentre la spremuta di olive e la sua rappresentazione visiva viene rafforzata e integrata maggiormente nel disegno. La forma della bottiglia invece, unica e altamente distintiva, è stata progettata per massimizzare l’impatto e la percezione del brand nel punto vendita. Anche l’esperienza d’uso sarà migliore, grazie a una maggiore maneggevolezza e un nuovo tappo che consente di dosare in maniera più precisa. L’etichetta fasciante, infine, risponde a una duplice esigenza: contribuisce a proteggere il prodotto dalla luce e consente di fornire al consumatore un’informazione più chiara ed esaustiva sul prodotto e le sue proprietà, sull’azienda e l’impegno a favore della sostenibilità, cosi come sui possibili utilizzi in cucina. La nuova identità visiva – logo, forma bottiglia, etichetta fasciante – sarà declinata in maniera coerente su tutte le referenze. Le nuove bottiglie entreranno in distribuzione a partire da febbraio.

Monini: Villa nominato DG, Angelucci nuovo Direttore Commerciale

Si registra un cambio ai vertici in casa Monini, per affrontare l’evoluzione del settore e del mercato: Umberto Villa, già parte del gruppo dirigenziale dell’impresa umbra, assume il ruolo di Direttore Generale succedendo a Riccardo Cereda, mentre Loreto Angelucci, con una solida carriera nel settore agroalimentare, diventa nuovo Direttore Commerciale. Entrambi i manager riporteranno al Presidente e Amministratore Delegato Zefferino Monini.

Umberto Villa, classe 1970, è laureato alla Luiss e ha conseguito un Executive MBA alla Bologna Business School. Vanta oltre venticinque anni di esperienza nel settore alimentare e dell’olio d’oliva in particolare, con una solida competenza internazionale nella creazione e nell’implementazione di strategie di vendita e marketing. In qualità di Responsabile Estero di Monini, ruolo che ha ricoperto per anni, ha contribuito alla creazione di tre filiali commerciali, alla crescita dei ricavi e all’espansione dell’azienda a livello internazionale.

Anche Loreto Angelucci, classe 1972, è laureato alla Luiss e ha conseguito un MBA in SDA Bocconi. Conta un’esperienza quasi ventennale nel Gruppo Barilla, dove si è occupato di marketing, trade marketing e sales, con focus particolare su pasta e condimenti. Negli ultimi sette anni ha lavorato per Pladis Global, multinazionale inglese operante nei biscotti e nel confectionary, per la quale è stato direttore commerciale Sud Europa.

Nonostante il contesto economico di mercato complesso, Monini ha chiuso il 2023 con un fatturato di 195 milioni di euro, in crescita sull’anno precedente, con performance brillanti sia in volume sia in valore all’estero e per il segmento 100% italiano. “Siamo entusiasti di dare il benvenuto nei loro nuovi ruoli a due professionisti che portano con sé un bagaglio di competenze ed esperienze fondamentali per affrontare le sfide di un mercato complesso e in rapida evoluzione – ha affermato Zefferino Monini -. In un contesto economico caratterizzato da significative sfide per il settore agroalimentare e olivicolo, Monini conferma il proprio impegno a mantenere una struttura aziendale rigorosa, flessibile e resiliente, capace di rispondere prontamente alle esigenze del mercato e della società e di contribuire a valorizzare uno dei gioielli del made in Italy”.

Zero, il nuovo olio di Costa d’Oro certifica l’assenza di pesticidi

Costa d’Oro lancia Zero, il primo olio sul mercato italiano certificato zero pesticidi residui. Si tratta di una novità che riscrive gli standard di eccellenza della produzione olearia italiana, una bottiglia in cui qualità, sicurezza e rispetto della biodiversità sono valori preziosi e convivono in un extra-vergine pensato per un target di consumatori ampio e sempre più attento a ciò che porta in tavola.

Ogni fase del processo produttivo in Costa d’Oro segue un codice etico che impone altissimi standard di qualità. Per il nuovo Costa d’Oro Zero, l’azienda ha previsto un’ulteriore certificazione, curata da un organismo terzo come SGS Italia, che consente di individuare l’eventuale presenza di oltre 260 tipologie di prodotti chimici. Solo l’olio in cui queste molecole sono al di sotto della soglia di quantificazione analitica di 0,01 mg/kg (cosiddetto Zero Tecnico) ottiene in etichetta il marchio zero pesticidi residui. Ciò significa che i fitofarmaci consentiti dalla legge per proteggere le piante nella fase di coltivazione non sono più presenti nel prodotto finito, assicurando a chi lo acquista di non ingerire pesticidi. Inoltre, le bottiglie Costa d’Oro Zero sono tracciabili su blockchain attraverso il QR code presente in etichetta in un’ottica di totale trasparenza verso il consumatore finale.

Zero è un olio extra-vergine estratto a freddo, dal colore verde vivace e dal profumo fruttato ed equilibrato. Al gusto risulta armonioso con leggere note erbacee. Raffinato anche nel gusto del piccante e dell’amaro con piacevoli note di mandorla e gradevole sottofondo di vaniglia. Si esprime a pieno con i piatti caldi come sughi e zuppe.

La sfida raccolta dall’azienda di Spoleto è preservare autenticità, qualità e ricchezza organolettica dei suoi oli rafforzando il legame col territorio e puntando sempre più su una produzione che sia anche rispettosa della biodiversità e dell’ambiente. In quest’ottica Costa D’Oro ha presentato all’ultima edizione di Tuttofood anche il piano di sostenibilità “Planet O-live” per ridurre il proprio impatto ambientale con una serie di azioni concrete tra cui la riduzione dei pesticidi, l’uso più efficiente delle risorse idriche e dei fertilizzanti, la gestione del suolo mediante l’inerbimento, l’utilizzo di energie rinnovabili negli stabilimenti produttivi, gli accordi di filiera per sostenere la produzione italiana, il recupero e la piantumazione di nuovi ulivi, fino alla tracciabilità di ogni fase di produzione.

Long Life Oil, il progetto per incrementare shelf-life e qualità dell’olio d’oliva

Salov SpA, proprietaria dei marchi Filippo Berio e Sagra, guida Long Life Oil, progetto di ricerca che propone lo sviluppo di tecnologie innovative funzionali atte al prolungamento della durata del ciclo di vita degli oli di oliva col mantenimento di un’elevata qualità organolettica, nutraceutica e nutrizionale.

Co-finanziato dalla UE tramite la Regione Toscana, Long Life Oil si propone una serie di obiettivi ambiziosi su tutta la filiera produttiva. Il progetto consiste nella pianificazione di un innovativo sistema di imbottigliamento, stoccaggio e commercializzazione del prodotto finito, basato sulla sperimentazione di nuove soluzioni e materiali di packaging e sull’utilizzo di atmosfere controllate che ottimizzano le prestazioni del prodotto (data di scadenza, stabilizzazione delle caratteristiche qualitative) coniugandole con i costi operativi. Long Life Oil, inoltre, punta allo sviluppo di un’etichetta smart che consenta il monitoraggio dei parametri fondamentali per la conservazione dell’olio di oliva (temperatura, luce) durante il trasporto e lo stoccaggio del prodotto.

Alla prima fase sperimentale iniziata nel 2022 seguirà quella su scala industriale al cui termine verrà eseguito uno studio di fattibilità per il trasferimento delle innovazioni progettate sia in produzione che nella supply chain.

Il raggiungimento degli obiettivi di Long Life Oil offrirà a Salov la possibilità di immettere sul mercato globale una nuova linea di prodotti con caratteristiche di conservabilità e qualità migliorate. Il prolungamento della shelf-life nei nuovi prodotti, inoltre, aprirà la strada a ulteriori vantaggi in termini di sostenibilità della supply chain soprattutto nella fornitura verso i mercati più distanti consentendo tempi di consegna meno stressanti e impattanti sull’ambiente e un minor spreco di prodotto.

“Long Life Oil è un ulteriore passo in un percorso di innovazione e miglioramento costante delle performance aziendali e di brand, che ci ha condotti a raggiungere risultati significativi in termini di efficienza del ciclo produttivo, con sempre maggior attenzione ai temi ESG” – commenta l’Ing. Fabio Maccari, A.D. di Salov SpA. “Con i nostri partner del progetto Long Life Oil ci siamo dati obiettivi sfidanti, ma il loro raggiungimento ci consentirà di proporre sui mercati internazionali una produzione di eccellenza e ulteriore garanzia di qualità costante nel tempo, elemento imprescindibile per noi di Salov”.

L’impegno di Salov contro la Xylella fastidiosa

Si è concluso Life Resilience, il progetto Europeo – sostenuto tra gli altri dalla Società Agricola Villa Filippo Berio di proprietà di Salov – nato con l’obiettivo di contrastare la Xylella fastidiosa (XF) promuovendo un modello di produzione agricola sostenibile, riducendo l’impronta di carbonio e mitigando il cambiamento climatico attraverso l’uso di risorse tecnologiche. Si chiudono quattro anni di intenso lavoro che hanno permesso di ottenere un modello di migliori pratiche replicabile in tutto il bacino del Mediterraneo. Tra i traguardi raggiunti spicca l’ottenimento di 18 genotipi potenzialmente resistenti alla Xylella fastidiosa e l’individuazione di buone pratiche che hanno permesso una consistente riduzione di emissioni di CO2 e dell’impronta idrica.

La Xylella fastidiosa e Life Resilience
La Xylella fastidiosa è un batterio parassita che può attaccare vari tipi di piante tra cui la vite, il pesco, il mandorlo, gli agrumi, l’oleandro e l’olivo, provocandone in molti casi la morte: una malattia che rappresenta un grave problema ecologico ed economico, in quanto la rapida perdita di esemplari danneggia in modo significativo gli ecosistemi e l’economia rurale dei paesi della regione mediterranea. Basti pensare che solo in Puglia la Xylella fastidiosa ha causato oltre 1,6 miliardi di euro di danni in 6 anni.

Di fronte a questa situazione, diverse organizzazioni di Italia, Spagna e Portogallo – la Società Agricola Villa Filippo Berio di Salov, l’Istituto per la Bioeconomia (IBE), appartenente al Consiglio Nazionale Delle Ricerche (CNR), Balam Agriculture S.L, l’Università di Cordova (UCO), Agrifood Comunicación, Greenfield Technologies S.L, ASAJA Nacional, Nutriprado L.D.A, SAHC-Sociedad Agrícola de Herdade do Charqueirao, S.A.; – hanno partecipato nel 2018 al progetto RESILIENCE che è stato cofinanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma LIFE, creato per sviluppare genotipi di piante produttive e resistenti agli agenti patogeni, applicare pratiche sostenibili e proporre l’utilizzo di metodi naturali per il controllo dei vettori del patogeno.

Il progetto prendeva anche in considerazione un tema prioritario per l’UE, ossia la mitigazione dei cambiamenti climatici attraverso un miglior uso del territorio e una silvicoltura più attenta all’ambiente. Al fine di migliorare la sostenibilità delle pratiche agricole, il progetto si è concentrato anche sull’ottimizzazione del sistema di approvvigionamento e utilizzo della risorsa idrica e sulla riduzione dell’impronta di carbonio.

Il principale risultato di Life Resilience è l’ottenimento di 18 genotipi potenzialmente resistenti alla Xylella fastidiosa caratterizzate da ottime proprietà agronomiche – precocità di entrata in produzione, vigoria vegetativa e produttività – oltre ad ottimi profili in acidi grassi degli oli. A livello pratico sono emerse informazioni utili per ottimizzare il monitoraggio e controllo della Sputacchina, principale insetto vettore del batterio Xylella Fastidiosa ottenendo una maggiore conoscenza del sistema “insetto” all’interno degli uliveti.

Un aspetto interessante del progetto è quello di aver considerato l’uliveto nel suo complesso piuttosto che la singola pianta di olivo. In quest’ottica, grazie all’introduzione della flora ausiliaria, delle cassette nido e alla corretta gestione del controllo dei parassiti, si è ottenuto un aumento della biodiversità in tutte le aree dell’ambiente agrario. Inoltre, è stato possibile applicare un’agricoltura di precisione grazie all’utilizzo dei dati provenienti dai satelliti e dai droni che hanno aiutato a capire come rendere maggiormente sostenibile l’attività all’interno dell’uliveto.

Infine, grazie all’implementazione delle pratiche sostenibili di Life Resilience si è contribuito alla riduzione dell’uso di prodotti fitosanitari e fertilizzanti, nonché a una diminuzione dell’uso di acqua e combustibili fossili, riducendo le emissioni di CO2 di 18.665 tonnellate e l’impronta idrica di 389.375 m3 nei 250 ettari di aziende dimostrative dove il progetto è stato implementato (Villa Filippo Berio, El Valenciano, Herdade do Charqueirao).

L’impegno di Salov
Salov, nei quattro anni del progetto, ha messo a disposizione il terreno di Villa Filippo Berio per studiare l’implementazione di pratiche sostenibili, il controllo degli insetti vettori, l’aumento della biodiversità e la salute del suolo. I 50 ettari interessati dal progetto sono stati suddivisi in 16 appezzamenti con 4 gestioni diverse del suolo e degli impianti:

– 1 area in cui si procede a coltivare gli olivi secondo tecniche tradizionali
– 1 area in cui è stata messa a dimora, alla base degli olivi, una copertura erbacea per favorire lo sviluppo di insetti utili alle piante e contrastare l’insediarsi di specie dannose
– 1 area in cui si sono utilizzati prodotti naturali fitostimolanti per accrescere la resistenza fisiologica delle piante
– 1 area in cui vengono sommate le variabili precedenti, quindi la messa a dimora della copertura erbacea e l’utilizzo di prodotti naturali fertilizzanti sulle foglie degli alberi

Alcuni dei genotipi potenzialmente resistenti alla Xylella fastidiosa sono piantati negli appezzamenti sperimentali di Villa Filippo Berio. Questi appezzamenti sperimentali continueranno ad essere monitorati anche ora che il progetto è concluso, per definire la resistenza al batterio e le caratteristiche agronomiche delle future nuove varietà di olivo.

“I risultati ottenuti da questo progetto sono molto interessanti e ci hanno confermato, ancora una volta, l’importanza della ricerca. Consapevoli delle dinamiche e delle esigenze del settore in cui operiamo, oggi più che mai, come Salov, sentiamo la responsabilità di dover contribuire a migliorare l’intero sistema per una produzione olivicola di qualità. In un momento in cui le sfide poste dal cambiamento climatico sono sempre più urgenti, siamo orgogliosi che i nostri terreni possano contribuire ad individuare possibili soluzioni per un’agricoltura più sostenibile e resiliente” – commenta l’Ing. Fabio Maccari, Amministratore Delegato di Gruppo Salov.

Carapelli torna in TV con un nuovo spot

Da domenica scorsa 12 giugno Carapelli è nuovamente sul piccolo schermo con lo spot “Dedicato agli artisti della buona tavola”, grazie al quale i telespettatori hanno imparato a conoscere il meglio dell’azienda fiorentina.

Due le versioni: oltre a quella di 15” incentrata sulla gamma di oli extravergini 100% italiani, ne viene proposta una da 30” con una novità, il finale che ha come protagonista Il Frantolio, l’olio Carapelli certificato da filiera sostenibile.

Un grande ritorno in comunicazione per il prodotto capostipite della gamma, rappresentante della tradizione olearia di marca nelle famiglie italiane, che rinnova la sua qualità con la certificazione di produzione sostenibile, confermandosi testimone del percorso di valore intrapreso negli ultimi anni dall’azienda olearia.

La campagna rimarrà in onda per tre settimane sulle reti Rai, Mediaset, Cairo, Discovery e Sky, con l’integrazione di un pianificazione dedicata su YouTube . La narrazione, intensa e delicata, gioca sul parallelismo arte-cucina, da sempre distintivo del brand: l’uso dell’olio extravergine di oliva Carapelli è il tocco da maestro nella preparazione di una ricetta comparata a un’opera d’arte. Il cuoco appare come un artista nella sua bottega, il tagliere rappresenta la sua tavolozza, le verdure i colori e il pennello lo strumento con cui crea il suo capolavoro, pronto per essere sottoposto alla critica dei commensali. Nella versione lunga, lo spot si completa con un codino finale in cui una giovane donna usa Il Frantolio per condire “i capolavori di tutti i giorni”.

«Uno spot con cui il pubblico ha già familiarizzato, arricchito nel finale con Il Frantolio, il nostro prodotto storico che ha arricchito la sua qualità con la certificazione da produzione sostenibile, ispirato ad un protocollo internazionale basato sulle linee guida dei Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite, che coinvolge tutti gli aspetti e gli attori della filiera produttiva per uno sviluppo sostenibile e di valore – spiega Roberto Sassoni, direttore generale della BU Italia di Carapelli Firenze Spa. Un importante topic all’interno di una strategia di comunicazione ben riuscita che, oltre a dare visibilità alla qualità, al gusto e alla tradizione della gamma 100% italiana Carapelli, punta l’attenzione anche sulla produzione certificata, frutto dell’impegno e dell’attenzione dell’azienda per la sostenibilità».

A Coricelli il premio Industria Felix “Il Centro Che Compete”

Pietro Coricelli, azienda olearia di Spoleto con oltre 80 anni di storia nella produzione e commercializzazione di olio extra vergine di oliva, ha ottenuto l’Alta Onorificenza di Bilancio in occasione del 41° evento del Premio Industria Felix “Il Centro che compete”, che si è svolto ieri presso l’Università Luiss Guido Carli a Roma. L’azienda è stata riconosciuta tra le migliori imprese a conduzione femminile con sede legale nella regione Umbria per performance gestionale e affidabilità finanziaria Cerved.

Il premio, promosso da Industria Felix Magazine, trimestrale di economia e finanza in supplemento con il Sole 24 Ore, in collaborazione con il Centro Studi Economici di Cerved, l’Università Luiss Guido Carli e l’Associazione culturale Industria Felix, viene assegnato ogni anno alle aziende selezionate da un qualificato Comitato Scientifico presieduto dal professor Cesare Pozzi, docente di Economia industriale della Luiss, rispetto ad un incontrovertibile algoritmo di competitività relativo al conto economico, all’affidabilità finanziaria indicata dal Cerved Group Score Impact e da una media addetti non inferiore all’anno precedente.

L’azienda guidata da Chiara Coricelli si è imposta tra le 90 società premiate del Centro Italia ( Abruzzo, Lazio, Marche, Toscana, Umbria) di cui solo 11 per l’Umbria, per i risultati di bilancio conseguiti nel 2020, un anno particolarmente complesso per le imprese dovuto allo scoppio della pandemia.

Una onorificenza di bilancio che riconosce e valorizza gli sforzi e i risultati ottenuti da Pietro Coricelli nel 2020 che riconferma il trend positivo anche nel 2021 con un fatturato che raggiunge 165.000.000€ in aumento del 32% rispetto al 2020 ( 125.000.000 €). Ottime performance anche a volume con 45 milioni di litri di olio venduti e crescita a doppia cifra anche su questo fronte, + 16 % rispetto al 2020 ( 38,7 milioni).

“Siamo molto orgogliosi di questo premio perché certifica l’impegno e il lavoro che stiamo portando avanti con grande determinazione per una crescita sostenibile, per l’attenzione e il rispetto verso le persone, l’ambiente e la comunità locale. Gli ultimi anni sono stati sicuramente complessi ma al tempo stesso sfidanti e di grande fermento. Abbiamo spinto molto investendo in innovazione e avviando – proprio nel 2020 – un percorso di qualità, trasparenza e sostenibilità, prima con il lancio della prima linea di olio evo a tracciabilità certificata, poi con l’implementazione della blockchain a tracciabilitulteriore garanzia di qualità e affidabilità, applicandola al nostro prodotto più venduto; inoltre, abbiamo sviluppato accordi di filiera per garantire acquisti economicamente sostenibili e per aiutare il settore agricolo italiano. Il mercato ha risposto bene premiando le nostre scelte e questo è un risultato fondamentale per guardare con ottimismo al futuro”, dichiara Chiara Coricelli, Amministratore Delegato di Pietro Coricelli.

Oleificio Zucchi a Marca per presentare i prodotti private label

Oleificio Zucchi torna a Marca, la prima edizione della fiera dopo lo stop dovuto alla pandemia. Il Salone internazionale sui prodotti a Marca del Distributore andrà in scena il 12 e 13 aprile presso BolognaFiere, nel capoluogo emiliano.

La storica azienda cremonese riprende lo spazio occupato nel 2020 presso il padiglione 30, stand C21-D22, ma con un allestimento interamente orientato alla sostenibilità: un valore al quale Oleificio Zucchi è votato da diversi anni, anticipando quello che sarebbe stato il corretto e naturale progresso del settore.

Tutta la struttura dello stand riflette l’attenzione al pianeta dell’azienda: la struttura è infatti interamente realizzata con legno certificato “filiera solidale PEFC Vaia 2018”, proveniente dagli schianti causati dalla tempesta Vaia, che nel 2018 ha colpito le foreste alpine del Nord Ovest (Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Lombardia). Tutti i materiali di comunicazione verranno inoltre stampati su carta FSC e con vernici all’acqua, mentre lo stand sarà illuminato da lampade LED a risparmio energetico: piccoli accorgimenti per ribadire un impegno fattivo verso l’ambiente che ogni giorno vede Zucchi in prima linea.

A Marca l’azienda presenterà la sua ampia offerta di prodotti a marchio privato, con varie soluzioni di packaging, adatte alle diverse esigenze del mercato. Tra le proposte diversi oli da oliva e da seme tracciati dal campo alla tavola, che permettono di conoscere la provenienza dell’olio e, per l’extra vergine, le cultivar che compongono il blend. L’offerta di prodotti rispecchia i valori aziendali che si fondano sul rispetto per il consumatore, una nuova cultura dell’olio di eccellenza e una continua ricerca di innovazione in chiave sostenibile. Presso lo stand sarà possibile degustare una selezione delle eccellenze Zucchi all’esclusivo Oil Bar, per apprendere tutti i segreti del blending che l’azienda ha reso una vera e propria arte.

“Abbiamo oltre 210 anni di storia alle spalle e per noi che a Marca partecipiamo sin dalla prima edizione, tornare ad incontrare i maggiori attori distributivi in questa sede è estremamente importante”, spiega Giovanni Zucchi, Amministratore Delegato di Oleificio Zucchi. “Si tratta di un’occasione di confronto: da sempre al primo posto mettiamo il dialogo con il cliente, impegnandoci ad offrire il prodotto più adatto alle sue esigenze, proponendo innovazioni di prodotto e di pack.”

Coricelli, arriva il primo olio firmato dagli agricoltori italiani

A partire da ieri in tutti i supermercati Pac2000a Conad, la più grande cooperativa del consorzio Conad, sarà in vendita il primo olio evo made in italy di Pietro Coricelli S.p.A “firmato dagli agricoltori italiani”. L’azienda olearia di Spoleto è stata, infatti, la capofila di un contratto di filiera triennale per l’olio made in Italy per un quantitativo di 2 milioni di chili, siglato lo scorso novembre con tre Organizzazioni di produttori Pugliaolive, Aipo Puglia e Olearia Appo, aderenti a UNAPROL.

Trampolino di lancio per l’olio frutto di questo importante accordo saranno gli scaffali dei punti vendita Pac2000a Conad presenti in Umbria, Lazio, Campania e Calabria, dove i consumatori potranno acquistare l’olio Coricelli contraddistinto dalla sigla “Firmato dagli agricoltori italiani” che rappresenta una garanzia non solo per la tracciabilità del prodotto come 100% italiano, ma per l’adeguata remunerazione prevista agli olivicoltori per la materia prima fornita. Una filiera unita che fa sistema guardando nella stessa direzione per offrire la possibilità di un acquisto sostenibile a favore dell’oro verde Made in Italy.

“La grande distribuzione gioca un ruolo fondamentale per rendere concrete azioni come queste. Abbiamo lavorato in grande sinergia con UNAPROL per dare vita all’accordo di filiera siglato lo scorso novembre in Puglia, ma è grazie alla lungimiranza di Pac2000a Conad che l’olio, frutto di questo contratto, può arrivare sulle tavole degli italiani. Siamo orgogliosi di essere parte attiva in questo progetto che lega a 360° per la prima volta agricoltura, industria e distribuzione dando vita ad una filiera di valore. Una collaborazione non scontata ma oggi più che mai necessaria per accrescere e tutelare il valore dell’olio italiano” dichiara Chiara Coricelli, Amministratore Delegato di Pietro Coricelli S.p.A.

Ed è proprio questa la visione che guida questo progetto: garantire la sicurezza e la diffusione dell’olio extravergine 100% italiano di qualità, stabilizzare le condizioni economiche della vendita per tutelarne la produzione e premiare il lavoro degli agricoltori. Un’unione di intenti che trova in Pac2000a Conad la condivisione dello spirito di interconnessione della filiera, diventando il pioniere per il settore retail.

“E’ un progetto che vede Pac2000a partire in anteprima nazionale rispetto al mondo retail. Lo facciamo perché la sostenibilità, ormai profondamente radicata nel DNA Conad, deve impegnarci in prima linea in progetti innovativi, concreti e di valore, tanto più quando è l’intera filiera a beneficiarne. Il ruolo di leader, impone a Pac2000a-Conad l’onore e l’onere di tracciare nuove vie. Sappiamo bene che portare valore in un mercato come quello dell’olio è una sfida impegnativa, ma sappiamo altresì che l’olio non può più essere solo e soltanto territorio di scontro per battaglie di prezzo. Fare bene, fare insieme, e fare innovando: questo deve essere il nostro contributo alla sostenibilità ed al valore di tutta la filiera olearia”, afferma Massimiliano Rossi – Direzione Commerciale Area Grocery Pac2000A.

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