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Costa d’Oro racconta a Tuttofood due anni di Planet O-live per uno sviluppo sostenibile

Una vetrina internazionale per presentare le novità di prodotto, ma anche un’occasione per raccontare il proprio impegno ai fini della valorizzazione e dello sviluppo sostenibile della filiera olivicola italiana. Tuttofood 2025, in programma dal 5 all’8 maggio a Rho Fiera Milano, è un appuntamento importante per Costa d’Oro, quarta azienda olivicola in Italia. Alle attività gastronomiche previste presso lo stand (Pad 4 – st. A07), si affiancherà infatti un incontro alla Cibus Link Arena (Pad 6, Area esterna) il giorno 8 maggio, alle ore 10.30, in cui Costa d’Oro presenterà il percorso tracciato a due anni dall’avvio del piano “Planet O-live”: un modello che pone al centro la responsabilizzazione degli olivicoltori, la tutela del territorio e una visione di sostenibilità a 360 gradi – dalla produzione all’innovazione di prodotto, fino al dialogo con i consumatori e le comunità locali. Accanto all’azienda, interverranno accademici, imprenditori agricoli, tecnici agronomi e rappresentanti delle associazioni di categoria, per approfondire sfide e opportunità del settore olivicolo. Il confronto con gli attori della filiera è infatti uno dei pilastri del piano “Planet O-live”, fondato su conoscenza scientifica, condivisione e crescita economica, per costruire insieme un futuro più resiliente e sostenibile. Moderato dal giornalista Maurizio Pescari, ideatore di “Frantoi Aperti”, il talk vedrà la partecipazione dei membri del comitato scientifico della Planet O-live Academy, creata da Costa d’Oro, insieme a testimoni del mondo agricolo.
L’azienda presenterà anche il primo Report di Sostenibilità, sviluppato con Kpmg, e il Volume 2 del Manifesto della Produzione Olivicola Sostenibile, risorsa periodica tematica, collettore di Storie di Academy messe a disposizione di tutto il settore, questa volta focalizzate sul tema “Suolo, nutrizione e irrigazione. Strategie integrate per la sostenibilità dell’olivicoltura”. Relatori dell’incontro saranno: Luca Sebastiani, Professore ordinario di Arboricoltura Generale e Coltivazioni Arboree presso l’Istituto di Produzioni Vegetali, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa; Maurizio Servili, Professore ordinario di Scienze e Tecnologie Alimentari presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali Università di Perugia; Walter Placida, Presidente della Federazione Nazionale Olivicola di Confagricoltura; Marco Viola, Presidente Assoprol Umbria; Gianfrancesco Petroni, Direttore Assoprol Umbria; Daniele Converso, Tecnico Agronomo Assoprol Umbria; Pier Riches, imprenditore, azienda agricola Montemelino (Perugia); Pascal Pinson, Ceo Costa d’Oro; Daniela Pontecorvo, Chief Marketing Officer Costa d’Oro; Alessandro Bagnasco, Operations Director Costa d’Oro; Emanuele Zampetti, Raw Material Purchasing and Sales Bulk Director Costa d’Oro; Silvia Iacchelli, HR & Communication Director Costa d’Oro. A seguire, assaggio professionale dell’olio “DOP Umbria” e della Limited Edition “Opere d’Olio N.1” e degustazione di gelato all’olio curata da Alessandro Crispini, campione del mondo di gelato 2017.

ALL’ESORDIO L’OLIO DI GIRASOLE CON ZERO PESTICIDI RESIDUI
A Tuttofood 2025, Costa d’Oro presenterà inoltre in anteprima la nuova Visual Identity, che comprende il restyling della bottiglia e dell’etichetta e la nuova campagna di comunicazione “Il Laboratorio della Passione” di prossima uscita. Lo spazio espositivo (Pad 4 – st. A07), totalmente ispirato al nuovo posizionamento di brand, farà da cornice alla nuova bottiglia, più snella, moderna e maneggevole, impreziosita dal logo in rilievo. Un riposizionamento che guarda agli innovatori e ai creativi in cucina, reso evidente dalle novità di prodotto, a cominciare dalla prima linea di semi di girasole con Zero Pesticidi Residui con due referenze: ZERO CHE FRITTO!, olio di girasole alto-oleico per fritture croccanti e leggere grazie al punto di fumo elevato; ZERO OLIO DI SEMI DI GIRASOLE, ricco di vitamine D e K, ideale sia in padella che a crudo. Da segnalare anche la Brand Extension di sughi e pesti dal cuore d’olio in sei referenze: Pesto alla Genovese, Pesto alla Genovese senza aglio, Pesto Rosso, Sugo al Basilico, Sugo all’Arrabbiata e Bruschetta al Pomodoro.
Infine, ogni giorno lo stand ospiterà gli abbinamenti con olio evo creati dai giovani talenti del Corso di Alta Cucina dell’Università dei Sapori di Perugia, a sottolineare l’impegno di Costa d’Oro per avvicinare i futuri chef ad una cultura olearia moderna e approfondita, e le degustazioni di gelato all’olio curate da Crispini, storica gelateria di Spoleto campione del mondo di gelato nel 2017, per un’esperienza sensoriale che dimostra la versatilità dell’olio d’alta qualità Costa d’Oro coniugando la dolcezza del gelato alla ricchezza dell’olio evo.

A Firenze va in scena Leonexpo, la fiera dedicata all’olio evo ultrapremium

L’appuntamento è al Centro Rogers di Scandicci, alle porte di Firenze, dal 22 al 24 febbraio. Leonexpo 2025 è una fiera dedicata esclusivamente agli oli monovarietali di eccellenza: tre giorni per approcciarsi ai profumi e sapori dell’olio, imparare a riconoscere varietà e territori, scoprire oli che profumano di fiori, di frutta tropicale, pasta di mandorle o rosmarino. Note olfattive impensabili fino a pochi anni fa e che oggi, grazie alle conoscenze della biochimica e alle competenze nel controllo del sistema estrattivo, sono possibili. A selezionare “gli champagne dell’olio” Maria Paola Gabusi (nella foto in basso), Capo Panel del comitato di assaggio Aipol2 riconosciuto dal MISAAF e anima del Leone d’Oro, concorso internazionale dedicato all’olio d’oliva.

Ogni giorno dalle ore 10 sarà possibile incontrare i produttori e acquistare i prodotti presenti. Due i momenti di “assaggi liberi”, dalle 10 alle 11 e dalle 16 alle 18: i buyers saranno invitati a scegliere una bottiglia e assaporarne aroma e gusto nel bicchiere, accompagnati da Maria Paola Gabusi. Dalle 11 alle 12, in una sala apposita, è prevista ogni giorno una degustazione guidata su 6 differenti campioni. Dalla teoria alla pratica: dalle 12 alle 15 l’olio si sposa alla gastronomia, con preparazioni live e formule diverse ogni giorno. Previsti anche alcuni interventi di contenuto tecnico, ogni giorno dalle 15 alle 16. Tra gli ospiti attesi lo chef Andrea Perini, noto per l’attenzione all’olio nell’alta cucina, Alfredo Marasciulo e Matteo Mugelli, grandi tecnici e consulenti in frantoio e Marco Bernini, casaro e affinatore di formaggi, presente nella giornata del lunedì, pensata per chef, personale di sala e cucina, bartender e altri professionisti della filiera gastronomica.

L’ingresso alla manifestazione è libero – sabato e domenica dalle 10 alle 18, lunedì chiusura ore 17 – ma sarà gradita una donazione e con 5 euro sarà possibile acquistare una tote-bag personalizzata: tutto il ricavato sarà devoluto a SeaShepherd, organizzazione attiva per la conservazione della biodiversità marina, e a Survival, movimento mondiale per i diritti e la sopravvivenza dei popoli indigeni.

Pratiche sostenibili: per Fratelli Carli è tempo del quarto report di sostenibilità

Fratelli Carli ha pubblicato il quarto Report di Sostenibilità relativo all’anno solare 2023: prosegue dunque l’impegno verso pratiche sostenibili e responsabili della prima azienda produttiva italiana certificata B Corp nel 2014 e divenuta poi Società Benefit nel 2019.

La struttura del Report mantiene un raggio a medio termine e unisce la parte di rendicontazione delle performance con la pianificazione delle attività fino al 2025. Suddiviso nei consueti 5 pilastri tematici, persone, prodotti e materiali, filiera di fornitura, energia e risorse, cultura e tradizione mediterranea, il Report raccoglie in un imponente lavoro (157 pagine) la strategia dell’azienda che guarda alle proprie finalità di beneficio comune.

Guardando al primo pilastro, “Persone”, nel 2023 Fratelli Carli ha confermato il suo impegno per la parità di genere, con il 52% della forza lavoro femminile, mentre il 36% dei dipendenti è in azienda da oltre 20 anni, segno di un ambiente di lavoro stabile e inclusivo. Centrale il ruolo della formazione con 5.767 ore erogate (+32% rispetto all’anno precedente), con focus su tematiche sostenibili. L’azienda è stata nuovamente riconosciuta tra le Italy’s Best Employers, ranking che raccoglie le migliori aziende del nostro Paese capaci di soddisfare elevati standard in ambito di risorse umane. Eccellenza nella gestione delle risorse che si affianca a una costante eccellenza operativa: sono oltre 76.000 le richieste dei clienti (mail, lettere, chat) soddisfatte e 99,26% le consegne a domicilio senza errori o ritardi. Il sostegno alle comunità locali ha visto la donazione di oltre 9 tonnellate di prodotti a circa 40 associazioni e, a livello globale, sono stati garantiti 2.268.000 litri di acqua potabile attraverso progetti idrici in zone svantaggiate del mondo che non hanno accesso a questa risorsa.

Sul fronte dei “Prodotti e Materiali”, Fratelli Carli ha condotto l’analisi SLCA sul 50% delle sue linee di prodotto, rappresentanti l’83% del fatturato. Sono state effettuate 3.925 analisi di qualità per garantire prodotti sicuri e sostenibili. Parlando di materiali per i propri pack, l’azienda ha raggiunto l’obiettivo del 99,96% di cartone certificato FSC e dell’utilizzo di solo l’1,10% di plastica. Non solo, le nuove etichette per l’Olio Extra Vergine Classico e Fruttato sono state riprogettate permettendo una riduzione degli impatti della carta e degli inchiostri pari al 7%.

Il pilastro della “Filiera di Fornitura” vede centrale il progetto del “Distretto della Bontà”, avviato nel 2013, che ha coinvolto finora oltre 60 aziende che hanno lavorato quest’anno per la futura creazione di un “Distretto Benefit”: un progetto sfidante che lancia le basi per la crescita di tutta la filiera di fornitura per i prossimi anni. Attualmente, il 46,2% dei fornitori rilevanti fa riferimento ai quattro Codici di sostenibilità, mentre sono 4 le aziende B Corp o Società Benefit che operano nella catena di fornitura di Fratelli Carli.

Risultati notevoli anche nell’ambito dell’“Energia e delle Risorse” per quanto riguarda l’eliminazione degli sprechi, il corretto smaltimento dei rifiuti e l’uso consapevole dell’energia. Grazie all’inventario delle emissioni Scope 3 è stato possibile quantificare e compensare interamente, anche per il 2023, tutte le emissioni derivate dalla logistica di consegna per l’Italia e per l’estero. Non solo, Fratelli Carli ha inoltre ridotto del 26% le emissioni di CO2eq Scope 1 e Scope 2.

All’interno dell’ultimo pilastro “Cultura e Tradizione Mediterranea” sono state portate avanti iniziative di grande rilevanza come il progetto educativo The Code – Rise up Challenge, realizzato in collaborazione con l’agenzia Dentsu Italia e rivolto agli studenti delle scuole superiori. È stata inoltre siglata una partnership con l’Università di Genova per il progetto “PatrimOlio culturale”, che ha assegnato una borsa di studio per un dottorato di ricerca. Continua anche la collaborazione del Museo dell’Olivo Carlo Carli con Museimpresa, associazione che riunisce musei e archivi di grandi, medie e piccole imprese italiane, che quest’anno ha visto svolgersi la XXII edizione della Settimana della Cultura d’Impresa, dedicata allo sviluppo sostenibile.

“Siamo orgogliosi dei traguardi raggiunti nel 2023, ma il nostro impegno non si ferma qui: stiamo già guardando al futuro con un piano concreto per i prossimi anni che si poggia su obiettivi condivisi che guardano a tutti i nostri pilastri di sostenibilità. Un ringraziamento va a tutta la filiera, ai nostri stakeholder e ai collaboratori, senza i quali non sarebbe possibile portare avanti i nostri progetti – ha detto Claudia Carli, Responsabile Comunicazione Corporate Fratelli Carli e IV generazione della famiglia alla guida dell’azienda -. Vogliamo essere parte di un cambiamento concreto e tangibile e lo facciamo trasformando le sfide in opportunità, con la consapevolezza che ogni piccolo miglioramento può generare un impatto importante”.

Gli obiettivi del triennio 2023–2025 rappresentano l’impegno di Fratelli Carli nel proseguire il proprio percorso di sostenibilità, tra cui la crescita del customer care, raggiungere il 55% delle linee di prodotto analizzate con l’SLCA, completare il progetto del “Distretto Benefit”, portare al 55% i fornitori rilevanti coinvolti nel percorso di sostenibilità e proseguire l’impegno per la diffusione della cultura dell’olivo e della tradizione alimentare mediterranea.

Olio extravergine, si prevede un calo dei prezzi entro la fine del 2024

Entro la fine del 2024 si registrerà un calo sensibile dei prezzi dell’olio extravergine di oliva che tornerà a essere venduto nei supermercati ben al di sotto dei 10 euro al litro: a dirlo è Zefferino Monini, AD e Presidente dell’omonima azienda umbra. Indubbiamente una buona notizia per i consumatori che, secondo i calcoli di Monini, dovrebbero veder scendere i prezzi del 30-40%. “Ciò dovrebbe far risalire i consumi in tutto il mondo, specialmente in quei Paesi in cui l’olio extravergine non è un’abitudine consolidata. Basti pensare che lo scorso anno in Cina si è registrato un crollo del 60%” – commenta il manager, fiducioso che i consumi nel 2025 tornino intorno quota 3 milioni di tonnellate, contro i 2,7 del 2024.

A rendere possibile la ripresa è la buona annata olearia, “con una produzione prevista intorno a 3,3-3,5 milioni di tonnellate, contro i 2,5 milioni di tonnellate della scorsa campagna e che dovrebbe riportare dal prossimo anno le scorte a un livello in linea con quello degli ultimi dieci anni, cancellando le ultime due campagne che sono state eccezionali in senso negativo a causa della scarsa produzione della Spagna” aggiunge Monini, non dimenticando però l’Italia dove il clima torrido e siccitoso ha limitato la produzione. Ma questo non dovrebbe avere effetti perché “in media il nostro Paese produce 300 mila tonnellate di olio l’anno, quando il fabbisogno è di 900 mila. È chiaro che servono investimenti per produrre più olio extravergine made in Italy e per garantire maggiore resilienza ai cambiamenti climatici”.

Proprio questi presupposti hanno spinto l’azienda nel 2020 a investire nel segmento agricolo con il progetto Bosco Monini, un milione di nuovi olivi ad alta intensità piantumati entro il 2030 tra Umbria e Toscana e coltivati a regime biologico e con tecniche moderne e sostenibili. In appena quattro anni, come si evince dal Bilancio di sostenibilità, curato da The European House – Ambrosetti sulla base dei più importanti standard di rendicontazione internazionale, sono stati già piantati oltre 700 mila olivi, di cui a ottobre si raccoglieranno i primi frutti.

Di grande rilievo anche l’impegno dell’azienda verso la qualità dell’extravergine, che ha delle ripercussioni fondamentali non solo sul gusto ma anche sulla salute dei consumatori: nel 2023 il Frantoio del Poggiolo Monini ha ricevuto il riconoscimento di miglior frantoio biologico al mondo secondo la classifica del World’s Best Olive Oils, a conferma della serietà del percorso intrapreso. L’azienda si è fatta inoltre portavoce della richiesta di istituire la categoria Alta Qualità anche nel segmento dell’olio extravergine di oliva e ha ideato lo Zefferino d’Oro, il primo riconoscimento della qualità della materia prima promosso in Italia da una grande azienda, che quest’anno (2° edizione) ha registrato l’ampia partecipazione di produttori provenienti dalle aree più vocate della Penisola.

Salov, Filippo Berio premiato agli Olive Oil Awards 2023

Doppio riconoscimento per Salov, gruppo industriale tra i principali player mondiali del settore oleario. Gli oli extra vergine d’oliva Filippo Berio si sono aggiudicati due premi agli Olive Oil Awards 2023 dell’University of Applied Sciences – Institute for Food and Beverage Innovation ZHAW di Zurigo. Le giurie di assaggiatori di olio professionisti che ogni anno valutano le qualità organolettiche degli oli Evo presentati a concorso dai maggiori produttori mondiali, infatti, hanno assegnato la medaglia di bronzo alla referenza Filippo Berio Extra Vergine 100% Italiano Riserva Oro nel contest regolato dagli esperti dello Swiss Oil Panel (SOP). Inoltre, è stato assegnato il Premio Olio 2023 a Filippo Berio Extra Vergine Classico attraverso il giudizio dei consumatori. Nelle sedute di degustazione dei due panel, gli extra vergine d’oliva Filippo Berio iscritti al concorso hanno ottenuto valutazioni altissime per il loro equilibrio organolettico, ossia l’ottimale bilanciamento dei sentori (fruttato) e sapori (amaro, piccante, erbaceo ecc.) che descrivono e identificano la “personalità” di ogni olio d’oliva.

Il Premio Olio 2023 a Filippo Berio Extra Vergine Classico è il risultato che maggiormente inorgoglisce l’azienda di Massarosa (LU), perché conseguito dall’unico blend presente in concorso. Salov per mantenere i massimi standard di qualità, esegue costantemente studi approfonditi sulle proprietà organolettiche degli oli in generale e in particolare dei propri oli, concentrandosi sugli aromi e le sfumature di gusto che un prodotto agricolo può offrire in base alle cultivar, le provenienze, le campagne di raccolta, cercando confronti e scambi anche all’esterno. Da qui nasce il progetto di collaborazione avviato nel 2019 con la University of Applied Sciences – Institute for Food and Beverage Innovation ZHAW di Zurigo, il cui frutto è stata proprio la creazione di Filippo Berio Extra Vergine Classico, un blend di oli extra vergine d’oliva prodotto specificamente per il mercato elvetico e per incontrare il gusto dei consumatori svizzeri.

Il progetto ha avuto come focus lo studio di una specifica caratteristica dell’olio: l’armonia, ovverosia il grado di equilibrio tra le intensità delle diverse note positive presenti in un olio. La creazione di Filippo Berio Extra Vergine Classico rappresenta il primo risultato raggiunto dal progetto, ma sono in corso continue attività di ricerca focalizzate sull’armonia di tutti gli oli extra vergine del gruppo. Tra le più grandi aziende del settore oleario, Salov ha raggiunto nel 2022 un fatturato netto consolidato di circa 491 milioni di euro e 120 milioni di litri venduti. Il marchio Filippo Berio è distribuito in tutto il mondo, con posizioni di leadership in Paesi come Svizzera, Stati Uniti, Gran Bretagna e Belgio.

Olio extravergine italiano in difficoltà, il commento di Coldiretti

Con il crollo della produzione nazionale di olive le famiglie del Belpaese devono dire addio a quasi 1 bottiglia su 3 di olio extravergine Made in Italy mentre l’esplosione dei costi mette in ginocchio le aziende agricole e con l’inflazione generata dal conflitto in Ucraina volano sugli scaffali i prezzi al dettaglio.

E’ quanto emerge dall’esclusivo report “2022, la guerra dell’olio Made in Italy” di Coldiretti e Unaprol diffuso in occasione dell’avvio lungo la penisola della raccolta delle olive 2022/2023 in un anno profondamente segnato dai cambiamenti climatici e dai rincari di energia e materie prime che pesano su aziende e famiglie. In via XXIV Maggio 43 presso la sede di Coldiretti a Palazzo Rospigliosi sono state spremute in un vero frantoio, dal vivo, le prime olive di quest’anno alla presenza del Presidente di Coldiretti Ettore Prandini e del Presidente di Unaprol, l’associazione degli olivicoltori, David Granieri.

La raccolta inizia dalla Sicilia per poi risalire la Penisola fino a Nord dove l’ulivo con i cambiamenti climatici è arrivato fino alle vallate alpine. A pesare sulla produzione nazionale, con un calo stimato del -30%, é stata una siccità devastante mai vista negli ultimi 70 anni che ha messo in stress idrico gli uliveti danneggiando prima la fioritura e poi le gemme, soprattutto in quelle zone dove non si è potuto intervenire con le irrigazioni di soccorso per dissetare e rinfrescare le piante. Ma diverse aziende hanno deciso di non intervenire per gli elevati costi di carburante, elettricità, service e prodotti di supporto alla nutrizione dei terreni. Salva la qualità, con l’Italia che può vantare il più ricco patrimonio di varietà di olii a livello mondiale.

Con l’esplosione dei costi aumentati in media del 50% nelle aziende olivicole – evidenziano Coldiretti e Unaprol – quasi 1 su 10 (9%) lavora in perdita ed è a rischio di chiusura, secondo dati Crea. A pesare, in particolare – continua Coldiretti – i rincari diretti e indiretti determinati dall’energia che vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio nelle campagne mentre il vetro costa oltre il 30% in più rispetto allo scorso anno, ma si registra anche un incremento del 35% per le etichette, del 45% per il cartone, del 60% per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al 70% per la plastica, secondo l’analisi Coldiretti e Unaprol. Olivicoltori e frantoiani sono costretti a fronteggiare l’incremento dell’elettricità, i cui costi sono quintuplicati.

E se i costi crescono mentre scendono i ricavi delle imprese, il carrello della spesa delle famiglie registra aumenti dei prezzi al dettaglio per la maggior parte dei prodotti della tavola – spiegano Coldiretti e Unaprol – con l’olio extravergine d’oliva per il quale sono attesi forti rincari sugli scaffali in autunno con l’arrivo delle nuove produzioni.

La raccolta – riferiscono Coldiretti e Unaprol – è partita in Sicilia, che da sempre anticipa tutte le altre regioni italiane con una produzione in netto calo rispetto alla campagna precedente, attestatasi intorno a 330 milioni di chili di olio prodotto. Il calo è diffuso del Sud Italia, specie nelle regioni più vocate all’olivicoltura come Puglia e Calabria, che da sole – evidenziano Coldiretti e Unaprol – rappresentano circa il 70% della produzione olivicola nazionale. Specialmente in Puglia, cuore dell’olivicoltura italiana, si rischia un taglio fino al 50% a causa prima delle gelate fuori stagione in primavera e poi dalla siccità, mentre continua a perdere terreno il Salento – denunciano Coldiretti e Unaprol – distrutto dalla Xylella, che ha bruciato un potenziale pari al 10% della produzione nazionale. Nelle regioni centrali, come Lazio e Toscana, l’andamento è a macchia di leopardo con un leggero rialzo della produzione rispetto all’anno precedente, stimabile tra il 10 e il 20%. Sembra andar meglio invece nel resto d’Italia con il Nord, che segna un aumento produttivo attorno al 40-60% fra Liguria, Lombardia e Veneto.

Per sostenere le produzioni nazionali, resistere ai cambiamenti climatici e difendere la sovranità alimentare nazionale e la dieta Mediterranea di cui l’olio è componente fondamentale – affermano Coldiretti e Unaprol – occorrono un piano strategico per la realizzazione di nuovi impianti olivicoli con varietà italiane, risorse per contrastare l’aumento vertiginoso dei costi di gestione delle aziende agricole e realizzare nuovi sistemi di irrigazione ma – concludono Coldiretti e Unaprol – servono anche opere infrastrutturali di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini e utilizzando anche le ex cave per raccogliere l’acqua piovana in modo da raccoglierla quando è troppa e gestirne l’utilizzo quando serve.

Il consiglio di Coldiretti e Unaprol per sostenere le aziende italiane e non cadere nell’inganno del falso Made in Italy è quello di scegliere verificando attentamente l’etichetta. Sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere in vendita nei supermercati – denunciano Coldiretti e Unaprol – è quasi impossibile nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” obbligatorie per legge nelle etichette dell’olio di oliva. La scritta – precisano la Coldiretti e Unaprol – è riportata in caratteri molto piccoli, posti dietro la bottiglia e, in molti casi, in una posizione sull’etichetta che la rende difficilmente visibile tanto che i consumatori dovrebbero fare la spesa con la lente di ingrandimento per poter scegliere consapevolmente.

“Occorre intervenire per salvare un patrimonio unico del Paese con 250 milioni di piante che tutelano l’ambiente e la biodiversità ma anche un sistema economico che vale oltre 3 miliardi di euro grazie al lavoro di un sistema di 400mila imprese tra aziende agricole, frantoi e industrie di trasformazione che producono un alimento importante per la salute che non deve mancare dalle tavole degli italiani” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare “l’obiettivo di rilanciare una produzione nazionale dell’olio d’oliva messa a rischio anche dal Nutri-score sistema di etichettatura fuorviante, discriminatorio ed incompleto che finisce paradossalmente per escludere dalla dieta alimenti sani e naturali come l’olio d’oliva che è uno dei pilastri della Dieta Mediterranea conosciuta in tutto il mondo grazie agli effetti positivi sulla longevità e ai benefici per la salute”.

“Non è più rinviabile un piano strategico nazionale dell’olivicoltura che metta al centro le aziende che sono sul mercato, producono reddito e occupazione, oltre al recupero dei tanti uliveti abbandonati che devono essere rinnovati per ridare ossigeno e speranze ai territori – spiega il Presidente di Unaprol, David Granieri. Dobbiamo proseguire a livello internazionale la battaglia per tutelare la qualità del nostro olio extravergine d’oliva, cercando di cambiare anche alcuni parametri che penalizzano i nostri agricoltori già vessati dal cambiamento climatico e dall’aumento sconsiderato dei costi energetici. Il futuro dell’olio italiano passa da questi interventi fondamentali per tutelare un prodotto simbolo del Made in Italy”.

Extravergine Coricelli, l’olio firmato dagli agricoltori italiani

L’olio extravergine di oliva di Pietro Coricelli è il primo ad essere stato “firmato dagli agricoltori italiani”, una garanzia non solo per la tracciabilità del prodotto come 100% italiano, ma per l’adeguata remunerazione prevista agli olivicoltori per la materia prima fornita.

Non solo un prodotto ma un vero progetto che lega sostenibilità e qualità per sostenere la diffusione dell’olio extravergine 100% italiano, stabilizzare le condizioni economiche della vendita per tutelarne la produzione e premiare il lavoro degli agricoltori.

L’olio “firmato dagli agricoltori italiani” è in vendita nei supermercati Pac2000a Conad presenti in Umbria, Lazio, Campania e Calabria.

Gold Medal per l’olio extravergine bio di Granoro

Il 2021 si è concluso con un importante riconoscimento di qualità per Granoro e il suo Olio Extravergine d’Oliva Biologico, a cui è stato assegnata la “BIOLNOVELLO Gold Medal” in occasione del Biol International Prize 2021, il prestigioso Concorso per il miglior Olio Extravergine di Oliva Biologico del mondo, svoltosi a Matera.

La competizione rappresenta la più importante manifestazione internazionale dell’intero settore dell’olio extravergine di oliva per numero di partecipanti (produttori olivicoli), numero di paesi coinvolti, numero di esperti e consumatori coinvolti, citazioni sulla stampa specializzata e non.

Per Granoro la Gold Medal ottenuta al BIOL, assegnata ai migliori oli evo biologici prodotti nell’annata 2020/2021, è una ulteriore conferma della volontà di esprimere un forte legame con il proprio territorio. L’Olio Extra Vergine di Oliva Biologico Granoro è prodotto con olive delle varietà “Coratina” e “Ogliarola” coltivate con le metodiche dell’Agricoltura Biologica, provenienti dalle campagne che circondano Corato, sede del Pastificio Granoro. Sono raccolte a mano, con il sistema della “bacchiatura”, frante col metodo tradizionale e premute a freddo senza utilizzo di pesticidi e concimi chimici di sintesi. Il gusto è fruttato, appena piccante con un profumo delicato, una miscellanea di essenze tipiche della nostra Murgia, conservando le sue qualità organolettiche e nutrizionali sia a crudo che in cottura.

Il colore è giallo con riflessi verdi. La sua acidità naturale è mediamente di 0,5%, al di sotto del valore massimo stabilito dalla normativa vigente (0,8%) per gli Extra Vergini di Oliva.

Olio extravergine d’oliva: crescono consumi ed export

L’emergenza sanitaria ha potenziato i consumi domestici e, con questi, la riscoperta del Made in Itraly. Olio extravergine compreso, naturalmente. A testimoniarlo un recente report della Commissione Europea, che, per quanto riguarda l’Europa, ha registrato un +15,6% nelle esportazioni verso i paesi extraeuropei fra ottobre 2019 e settembre 2020, in particolare verso Australia (+37,5%), Brasile (+31%) e Canada (+28,1%). Relativamente all’Italia, invece, fra ottobre 2019 e agosto 2020 le esportazioni intraeuropee sono aumentate del 24,7%. Un export dinamico quindi che, insieme al +7,4% di vendite alla GDO dei primi undici mesi del 2020 registrate dall’ISMEA, ha compensato le perdite dovute alla chiusura del canale della ristorazione. Basti pensare che in Italia 9 famiglie su 10 consumano olio extravergine d’oliva tutti i giorni secondo Coldiretti. Con questi ritmi il mercato globale dell’olio extravergine, che nel 2020 valeva 1.465,5 milioni di dollari, secondo WMFJ arriverà a valere oltre 1,8 miliardi di dollari entro il 2026, con un CAGR del 3.6%. “Durante il lockdown le persone hanno avuto modo di fermarsi e riflettere sulla propria alimentazione e questo ha influito su ciò che cercano sugli scaffali dei supermercati – ha affermato Federica Bigiogera, marketing manager di Vitavigor – Quanto emerge dalle indagini di mercato è evidente ora più che mai: i consumatori prediligono ingredienti di qualità, sani e preferibilmente nostrani. Per noi è importante fare tesoro di questi dati ed è anche per questo motivo che da oltre 60 anni utilizziamo per i nostri grissini solo olio extravergine d’oliva al 100%, evitando l’utilizzo di olio di palma, grassi animali o idrogenati, OGM e conservanti”.

Previsioni di mercato

Ma quali sono le previsioni del mercato dell’olio extravergine per l’anno in corso? In Italia non delle migliori, almeno in termini di quantità: l’ISMEA ha registrato un calo della produzione del 30% rispetto allo scorso anno. I motivi sono da ricercarsi nelle anomalie climatiche e nella Xylella che hanno devastato gli ulivi del Sud e in particolare della Puglia, regione responsabile del 51% della produzione italiana. Tuttavia, il clima più mite che si è registrato nel Nord della Penisola nel 2020 ha permesso di assistere a incrementi sostanziali per quanto riguarda alcune regioni settentrionali e centrali come Toscana (+31%), Umbria (+70%) e Liguria (+100%), a testimonianza del fatto che quando si tratta di agricoltura è fondamentale adattare le coltivazioni al clima. E se la quantità non è eccelsa, non si può dire altrettanto della qualità: l’olio extravergine d’oliva, infatti, è un grasso liquido estratto dalle olive, coltura tradizionale del bacino del Mediterraneo, ed è l’unico olio da cucina prodotto senza l’uso di agenti chimici e raffinazione industriale.

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