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Claim più amati: probiotici e senza glifosato in vetta. Bene i green

Che caratteristiche hanno i prodotti di largo consumo che stanno dimostrando di saper resistere al taglio dei consumi degli italiani? A rispondere è l’Osservatorio Immagino di GS1 Italy che ha rilevato l’andamento delle vendite in volume di più di 138 mila prodotti, classificati in base alla presenza in etichetta di oltre 100 tra claim, certificazioni, pittogrammi e indicazioni geografiche. Da tale analisi emerge la classifica dei claim più apprezzati dagli italiani e per cui le vendite in volume sono aumentate nell’arco dei 12 mesi rilevati.

Vince il claim “con prebiotici/probiotici” nella cura della persona con il +26,6% dei volumi rispetto all’anno precedente, mentre il top performer nel food è l’indicazione “senza glifosato”, che in 12 mesi ha visto aumentare di +25,9% i volumi acquistati in supermercati e ipermercati. A seguire il claim “biodegradabile” nel mondo del cura casa green (+23,6%), l’ingrediente “avocado” nel food (+21,9%), la famiglia dei prodotti certificati “biologici” e con “peptidi” nel cura persona (+17,0% e +16,5% rispettivamente) e i claim relativi alla “assenza di residui” nei prodotti alimentari (+15,5%).

Nel solo mondo alimentare spicca anche l’andamento positivo dei prodotti presentati in etichetta come “senza soia” (+13,6%), “lavorato a mano” (+10,6%) e di cui viene indicata la presenza di ingredienti differenzianti, come “anacardi” (+12,6%) e “tahina” (+11,1%).

Acquisti ed etichette: italiani guidati da salute, territorio e sostenibilità

Dopo mesi contraddistinti da difficili dinamiche inflattive, i consumi riprendono gradualmente a crescere, trainati da tre direttrici: salute e benessere, territorio e sostenibilità. In aumento le vendite dei panieri “free from”, grazie in particolare ai prodotti segnalati come privi o poveri di zuccheri e grassi, e “rich-in”, con le proteine che si confermano protagoniste. Crescono anche le referenze che riportano sulla confezione almeno un’indicazione relativa alla sostenibilità. A rivelarlo è l’Osservatorio Immagino di GS1 Italy, studio semestrale che analizza le abitudini di consumo degli italiani di cui è stata appena pubblicata la sedicesima edizione.

L’ultimo rapporto ha rilevato e monitorato oltre 100 tra claim, certificazioni, pittogrammi e indicazioni geografiche presenti sulle etichette di oltre 138 mila prodotti, che nell’anno finito a giugno 2024 hanno realizzato oltre 47,7 miliardi di euro in supermercati e ipermercati italiani (pari all’83,4% del giro d’affari totale del canale), misurando i trend delle vendite a valore e a volume grazie alle rilevazioni condotte da NielsenIQ. “Nei 12 mesi raccontati in quest’edizione dell’Osservatorio Immagino abbiamo registrato l’andamento positivo di molti dei trend che, fino alla fine del 2023, erano stati penalizzati, soprattutto nei volumi, dall’elevata crescita dei prezzi – dichiara Marco Cuppini, Research and Communication Director di GS1 Italy -. Un segnale del fatto che gli italiani continuano a mostrare una particolare attenzione verso le direttrici di crescita che hanno trainato il largo consumo negli ultimi anni, ossia salute, benessere, territorio e sostenibilità.

I fenomeni che guidano la spesa italiana
Tra i dodici fenomeni rilevati dall’Osservatorio Immagino sono proprio quelli incentrati sul benessere e sul territorio ad aver mostrato il maggior dinamismo. In 12 mesi, il carrello della spesa dei prodotti legati all’italianità ha aumentato di +2,1% il giro d’affari, superando gli 11,3 miliardi di euro, trainato dai prodotti Dop (+3,5% a valore, +2,1% a volume). L’area del free from ha registrato un +3,0%, superando gli 8 miliardi di euro, guidato dalla maggior attenzione all’assenza e/o alla riduzione di zuccheri e grassi idrogenati e caratterizzato dagli exploit dei prodotti senza pesticidi o residui o glifosato. Crescita annua di +3,4% per gli incassi dei prodotti arricchiti (oltre 5 miliardi di euro di sell-out), dove le proteine si confermano il fenomeno del momento. Inarrestabile anche l’avanzata della sostenibilità, a cui l’Osservatorio Immagino, insieme all’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna, dedica il consueto approfondimento nella sua triplice declinazione: ambientale, sociale e benessere animale. La sostenibilità è entrata ormai prepotentemente anche sulle etichette dei prodotti mass market. L’84,8% dei prodotti rilevati dall’Osservatorio Immagino presenta on pack almeno un’indicazione relativa alla sostenibilità: in termini assoluti si tratta di 117 mila referenze, ossia 3.430 in più rispetto alla rilevazione precedente.

Le novità della sedicesima edizione
Tra i fenomeni individuati e raccontati dalla sedicesima edizione dell’Osservatorio Immagino c’è anche l’evoluzione del petcare. In un anno i prodotti destinati all’alimentazione di cani e gatti hanno aumentato di +6,2% il loro giro d’affari, sfiorando gli 1,2 miliardi di euro. Anche in questo settore si stanno affermando logiche analoghe a quelle che guidano il mondo degli alimenti “per umani”, come l’attenzione all’equilibrio nutrizionale, alla sostenibilità e all’italianità dei prodotti. A raccontarle sono ancora una volta le etichette dei quasi cinquemila prodotti petfood analizzati dall’Osservatorio Immagino. Altro fenomeno entrato nel radar dello studio è l’e-commerce, protagonista del dossier di approfondimento di questa edizione, che ne ha analizzato pesi e indici rispetto al canale fisico su un ampio paniere, composto da 102.567 prodotti digitalizzati dal servizio Immagino di GS1 Italy Servizi e rilevati nel canale web.

Gdo sempre più green: nel 2023 le vendite sfiorano i 44 miliardi

Gli scaffali della Gdo sono sempre più green: merito dell’“onda verde” dei 116.699 prodotti che comunicano in etichetta la loro sostenibilità attraverso uno dei numerosi claim relativi a questa tematica rilevati dall’Osservatorio Immagino di GS1 Italy, il report semestrale che dal 2017 analizza e racconta i cambiamenti del carrello della spesa partendo dalle informazioni presenti sulle etichette di 139.302 prodotti, responsabili dell’83,1% del giro d’affari 2023 del canale supermercati e ipermercati italiani. Complessivamente il paniere dei prodotti “green” genera 43,8 miliardi di euro di vendite, contribuendo per il 92,1% al giro d’affari complessivo del largo consumo confezionato. Le vendite a valore nel 2023 sono cresciute di +9,3% su base annua, mentre i volumi sono calati di -4,5%.

“Nonostante il contesto non facile, il tema della sostenibilità si rivela sempre più importante per l’industria del largo consumo, con produttori e distributori che continuano a investire in quest’area per rispondere alle esigenze dei consumatori e alla legislazione vigente. Le tematiche che abbiamo voluto affrontare fanno riferimento non solo al prodotto in sé ma anche al suo packaging e, più in generale, all’impegno delle aziende per ridurre l’impatto ambientale, rinforzare il loro ruolo sociale e garantire il rispetto e la salvaguardia del benessere animale in tutta la filiera” spiega Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy.

Tra le tre macro-declinazioni della sostenibilità, la più “praticata” è quella ambientale (83,6% dei prodotti), espressa soprattutto dalle indicazioni pratiche per la gestione del prodotto e della raccolta differenziata. Gli oltre 116 mila prodotti di questo paniere hanno realizzato 43,8 miliardi di euro di vendite. L’analisi per reparto merceologico condotta dall’Osservatorio Immagino ha rilevato la maggior presenza di prodotti che comunicano la sostenibilità ambientale in etichetta nel freddo (100% delle referenze) e nel fresco (99,6%), mentre per quanto riguarda la tipologia di produttori spiccano le private label (91,0%) e i brand top 20 (90,5%).

Ma quali sono le singole caratteristiche ambientali più riportate sulle etichette dei prodotti di largo consumo nella Gdo? La più diffusa è la riciclabilità del packaging, presente sul 54,5% dei prodotti monitorati dall’Osservatorio Immagino e con vendite in aumento di +13,3% a valore e in calo di -1,9% a volume su base annua. Segue l’indicazione della formulazione sostenibile degli ingredienti, rilevata sul 21,5% delle referenze e con un trend di vendita annuo di +8,2% a valore e di -4,6% a volume. A livello di performance annua, rispetto alla media, si sono fatti notare i claim riciclato (+15,7 a valore e -1,3% a volume), le informazioni sulla biodegradabilità (+33,4 a valore e -1,7% a volume) e quelle sulla plastica ridotta (+13,8 a valore e -1,4% a volume). La seconda dimensione analizzata dall’Osservatorio Immagino è quella della sostenibilità sociale, richiamata sulle confezioni di 11.650 prodotti (8,4% del totale) che hanno sviluppato 6,1 miliardi di euro di fatturato. Le aree merceologiche più impegnate su questo fronte sono freddo e cura persona (rispettivamente 11,5% e 10,0% dei prodotti). Tra i produttori spiccano i follower (21-200) e i top 20 (rispettivamente 11,0% e 10,4%). Infine, l’impegno per il benessere animale accomuna 2.803 prodotti (2,0%) con 1,4 miliardi di euro di sell-out, diffusi soprattutto nel reparto gelati e surgelati (4,9% dei prodotti) e tra le referenze realizzate dai produttori follower (3,1%).

In questa sua quindicesima edizione, l’Osservatorio Immagino ha voluto inserire un ulteriore approfondimento: l’analisi socio-demografica delle famiglie acquirenti per claim di sostenibilità in etichetta. Ne è risultata una mappatura inedita e dettagliata, che ha evidenziato sia la maggior sensibilità delle famiglie giovani con figli piccoli, sia il ruolo discriminante della fascia di reddito nelle scelte dei prodotti sostenibili. Da quest’analisi dell’Osservatorio Immagino è emerso che ci sono claim (come “riciclato” e “riciclabile”) che sono diffusi in modo trasversale e omogeneo tra i diversi cluster di famiglie. Altri, invece, sono più segmentati: ad esempio, il claim “contenuto bio-based”, è più presente nel carrello della spesa delle famiglie giovani con figli sotto i sei anni, mentre quelli relativi ai “disciplinari di filiera” sono presenti con dati superiori alla media nelle famiglie a reddito più alto, in quelle più giovani senza figli e in quelle con età più matura e senza figli conviventi.

Italiani salutisti: nel carrello sempre più prodotti free from e gluten free

L’attenzione al benessere è uno dei fenomeni di maggior spicco del 2023 rilevati dall’ultima edizione dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy, il report semestrale che analizza e racconta i cambiamenti del carrello della spesa partendo dalle informazioni presenti sulle etichette di 139.302 prodotti, responsabili dell’83,1% del giro d’affari del canale supermercati e ipermercati. L’offerta incentrata sul benessere rappresenta una parte sempre più significativa dell’assortimento alimentare di super e ipermercati e incide in modo importante sulla spesa degli italiani, dividendosi in tre grandi universi: il “free from” (che riunisce i prodotti con una minore presenza o privi di alcune sostanze nutritive), il “rich-in” (ossia quelli ricchi o arricchiti di specifici nutrienti) e gli alimenti per allergici/intolleranti.

“L’attenzione al benessere è una tendenza molto forte e attraversa tutto il mondo del food, dalla domanda all’offerta” sottolinea Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy. “Da un lato ci sono i consumatori, che sono sempre più informati sul rapporto tra cibo e benessere e che cercano prodotti alimentari con precise caratteristiche nutrizionali. Dall’altro le aziende produttrici, che ricorrono a un numero crescente di claim salutistici e che hanno anche modificato di conseguenza la formulazione e il valore nutritivo dei loro prodotti”.

Free from: le 16 sfumature del “senza”
L’universo più significativo è quello del “free from”, con 14.100 referenze che hanno incassato oltre 8,1 miliardi di euro, in aumento di +9,7% rispetto al 2022. Tra i claim riferiti alla minore presenza o all’assoluta assenza di un nutriente, a registrare le performance migliori sono quelli relativi a grassi e zuccheri. L’indicazione “pochi grassi” ha accomunato 3.118 prodotti che hanno aumentato le vendite di +0,4% a volume e di +11,5% a valore. A brillare sono stati soprattutto lo yogurt greco colato e lo skyr, i biscotti tradizionali, il tacchino e il latte Uht. Invece i 679 prodotti con il claim “senza grassi idrogenati” hanno registrato un +1,7% a volume e +15,2% a valore. Una performance a cui ha contribuito soprattutto la crescita di biscotti salutistici e tradizionali, pasticceria, torte pronte e margarina. In espansione anche le vendite dei prodotti con un minor apporto di zuccheri, grazie in particolare a confetture e spalmabili base frutta, frutta conservata, biscotti tradizionali e bevande base frutta 30-99%. I 2.950 prodotti dichiarati con “pochi zuccheri” hanno accresciuto di +1,9% le vendite in volume e di +18,3% quelle in valore arrivando a 1,4 miliardi di euro. Invece i 1.754 prodotti “senza zuccheri aggiunti” hanno ottenuto un +5,4% a volume e un +18,5% a valore per un totale di oltre 791 milioni di euro.

Rich-in: le 12 declinazioni salutistiche dei prodotti arricchiti
Quanto al mondo del rich-in, nel 2023 l’Osservatorio Immagino ha rilevato 12 claim presenti su 10.825 prodotti che hanno superato i 5 miliardi di euro di sell-out, in crescita di +10,0% su base annua. A eccezione di “iodio”, tutti i claim hanno aumentato il loro giro d’affari, mentre ad aver accresciuto i volumi venduti sono stati “fermenti lattici” (+0,3%) e “proteine” (+1,2%). Del resto, le proteine si confermano le superstar dell’anno: sono il claim più diffuso del mondo rich-in (sono evidenziate su 3.365 prodotti) e quello con il maggior giro d’affari (1,88 miliardi di euro) e anche il maggior tasso di crescita annua a valore (+12,8%), grazie al dinamismo di entrambe le componenti di mercato, domanda e offerta. A guidare la crescita dei prodotti proteici sono stati latte fresco e Uht, formaggi grana e simili, basi e alimenti per sportivi.

Prodotti per intolleranze alimentari: dal gluten free al “senza lattosio”
Nel 2023 il mondo dei prodotti destinati a chi soffre di allergie o intolleranze alimentari è rimasto significativo nel canale supermercati e ipermercati, ma ha sofferto il peso dell’inflazione. L’Osservatorio Immagino ha monitorato sei claim individuandoli su 10.991 prodotti che hanno superato i 4,7 miliardi di euro di vendite (+6,2% sul 2022), ma che hanno perso il -3,9% dei volumi. A dominare quest’universo resta il claim “senza glutine” con 8.581 prodotti e 3,2 miliardi di euro di vendite (+5,2%), ma con i volumi calati di -4,4% soprattutto a causa del trend di affettati, maionese e uova di Pasqua. Tra i claim che hanno retto meglio alle criticità del 2023 c’è stato il “senza lattosio” che ha perso meno volumi rispetto alla media (-1,3%) e ha aumentato il giro d’affari (+8,9%), superiore a 1,9 miliardi di euro, soprattutto per merito degli yogurt funzionali. La sorpresa del 2023 è il claim “senza uova”, ancora minoritario (160 prodotti con 27 milioni di euro di sell-out) ma in crescita sia a valore (+12,8%) sia a volume (+3,6%), in particolare nel mondo della pasta (senza glutine e fresca non ripiena e/o senza glutine) e dei biscotti salutistici.

Il Metaprodotto Immagino e il valore nutrizionale dei prodotti
L’Osservatorio Immagino è anche l’unico a monitorare l’apporto nutrizionale medio dei prodotti alimentari confezionati venduti in Gdo. Lo fa attraverso il Metaprodotto Immagino, un indicatore che rappresenta il “passaporto nutritivo” dei prodotti alimentari confezionati e che è basato sulla media ponderata dei contenuti di nutrienti indicati nelle etichette nutrizionali. L’analisi condotta su 82.422 prodotti, appartenenti principalmente ai reparti delle bevande, della drogheria alimentare, del fresco e del freddo, ha rivelato che in un anno è cresciuta l’incidenza media delle proteine ed è calata quella degli zuccheri, mentre la quota di grassi e carboidrati è rimasta stabile. E così il Metaprodotto Immagino 2023 è risultato composto per il 19,3% da carboidrati (di cui 7,2% zuccheri), dall’8,6% di grassi (di cui 2,9% saturi), dal 6,7% di proteine e dal 2,1% di fibre per un apporto energetico medio di 176,7 Kcal.

Gusti e tendenze: gli italiani preferiscono il salato al dolce

É il “salato” il gusto più presente sui prodotti della spesa degli italiani, una caratteristica segnalata sulle etichette di 389 prodotti alimentari confezionati venduti in supermercati e ipermercati, che hanno superato i 198 milioni di euro di sell-out, in crescita di +15,1% rispetto all’anno precedente. A rilevarlo è il dossier dedicato ai gusti in etichetta, presente nell’ultima edizione dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy, lo studio semestrale che monitora i fenomeni di consumo nella Gdo incrociando le informazioni sulle etichette di oltre 139 mila prodotti digitalizzati dal servizio Immagino di GS1 Italy Servizi e i dati di NielsenIQ di venduto e consumo.

Il dossier ha preso in analisi 2.468 prodotti, accomunati dalla presenza di uno dei 13 claim sui gusti individuati dall’Osservatorio Immagino: agrodolce, amaro, aromatizzato/aromatiche, acido, dolce, esotico, fruttato, gustoso, piccante, salato, saporito, speziato, umami. Nel 2023 questo paniere ha totalizzato 793 milioni di euro di vendite nel canale supermercati e ipermercati con un trend annuo di +9,0% a valore e di –4,3% a volume. E ha contribuito per il 2,3% al giro d’affari totale dell’intero paniere alimentare rilevato dall’Osservatorio Immagino (esclusi acqua e alcolici).

Sette claim sono andati controcorrente, essendo riusciti ad aumentare anche le vendite a volume e sono: fruttato (+24,4% a valore e +5,7% a volume), agrodolce (+10,8% e +5,5%), amaro (+11,5% e +1,7%), speziato (+6,8% e +1,5%), esotico (+7,4% e +1,0%), piccante (+10,6% e +0,1%) e, il più recente, umami (+106,7% e +31,3%).

Prodotti healthy: boom per avocado, caramello e mango, giù açai, goji e kamut

Sono quasi 14 mila i prodotti alimentari venduti in supermercati e ipermercati italiani che evidenziano sull’etichetta la presenza di un ingrediente benefico. Tuttavia questo non basta a spingerne i volumi di vendita, che nel 2023 sono diminuiti di -5,6% a fronte di un aumento di +9,4% a valore, superando i 4,4 miliardi di euro. A rilevarlo è la nuova edizione dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy, lo studio semestrale che monitora i fenomeni di consumo nella Gdo incrociando le informazioni sulle etichette di oltre 139 mila prodotti digitalizzati dal servizio Immagino di GS1 Italy Servizi e i dati di NielsenIQ di venduto e consumo.

Complessivamente l’Osservatorio Immagino ha monitorato la presenza a scaffale e il trend di vendita di 40 ingredienti healthy, ripartiti tra superfruit, spezie, semi, cereali speciali/farine, superfood, dolcificanti e traditional. Tra questi, il cacao resta il n.1 per giro d’affari (3,2% di quota sul totale delle vendite in valore), seguito da nocciola, limone e mandorla. I top performer dell’anno a valore, invece, sono l’avocado (+33,5%), il caramello (+25,9%), il mango (+24,0%) e l’olio di riso (+21,0%).

L’Osservatorio Immagino ha poi individuato 12 ingredienti che hanno aumentato le vendite sia a valore che a volume:

Avocado: +24,1% a volume e +33,5% a valore
Burro di arachidi: +10,7% a volume e +15,7% a valore
Olio di riso: +5,3% a volume e +21,0% a valore
Anacardi: +5,2% a volume e +18,8% a valore
Avena: +4,1% a volume e +18,6% a valore
Spirulina: +4,1% a volume e +7,8% a valore
Tahina: +2,7% a volume e +7,3% a valore
Farina di riso: +1,6% a volume e +18,5% a valore
Ginseng: +1,4% a volume e +15,5% a valore
Pappa reale: +0,8% a volume e +6,8% a valore
Matcha: +0,7% a volume e +11,4% a valore
Acqua di cocco: +0,6% a volume e +4,4% a valore

A perdere, invece, terreno a valore sono stati açai (-36,1% a valore e -41,0% a volume), goji (-23,0% e -25,9%), germe di grano (-14,3% e -19,2%), kamut (-11,5% e -21,0%), curcuma (-8,1% e -17,0%), edamame (-7,9% e -13,8%), canapa (-7,9% e -11,9%), zenzero (-1,4% e -10,0%), cannella (-1,4% e -8,1%).

Prodotti irrinunciabili per gli italiani: made in Italy, free from ed healthy

Nonostante l’effetto inflazione continui a farsi sentire, ci sono prodotti che gli italiani non possono proprio esimersi dal mettere nel carrello della spesa come quelli con certificazione DOP, quelli ricchi in proteine, quelli con meno zuccheri o senza uova, quelli privi di glifosato o a residuo zero, quelli realizzati in modo artigianale o di tradizione regionale, quelli vegani o certificati Halal. Questi (e molti altri) sono i fenomeni-chiave del 2023 individuati dall’Osservatorio Immagino di GS1 Italy, il report semestrale che analizza e racconta i cambiamenti del carrello della spesa partendo dalle informazioni presenti sulle etichette di 139.302 prodotti, responsabili dell’83,1% del giro d’affari 2023 del canale supermercati e ipermercati.

“L’Osservatorio Immagino continua a monitorare l’andamento dei fenomeni più diffusi e impattanti nel largo consumo individuando nuovi e inesplorati trend di consumo, perché industria e distribuzione arricchiscono continuamente le etichette di nuove informazioni, ritenendole un importante mezzo di comunicazione con lo shopper” sottolinea Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy. “Ecco perché la metodologia innovativa adottata per l’Osservatorio Immagino, basata sui prodotti digitalizzati da Immagino di GS1 Italy Servizi e le rilevazioni di NielsenIQ, dimostra di reggere alla prova degli anni e si conferma sempre di grande modernità e attualità”.

I 13 macro-fenomeni della spesa degli italiani
La quindicesima edizione dell’Osservatorio Immagino ha monitorato l’evoluzione della composizione e delle vendite, in valore e volume, di 11 panieri, tra food e non food, che rappresentano altrettanti fenomeni e tendenze di consumo:

  • Il richiamo dell’italianità: il “made in Italy”, le Dop/Igp e le regioni in etichetta.
  • Il mondo del free from: i trend consolidati ed emergenti dei claim “senza”.
  • Il mondo del rich-in: quali cibi ricchi o arricchiti guidano il mercato.
  • Il tema delle intolleranze: la dinamica del “senza glutine” e del “senza lattosio”.
  • Il cibo identitario (lifestyle): vegetariano, vegano, biologico, halal e kosher.
  • Il mondo di loghi e certificazioni: Fairtrade, Ecolabel, Cruelty free e altro ancora.
  • Gli ingredienti benefici: dall’avocado al burro d’arachidi, i sapori del momento.
  • Il metodo di lavorazione: la comunicazione di procedure di lavorazione.
  • La texture dei prodotti: morbido o croccante? Le consistenze espresse on-pack.
  • Il cura persona: i claim più diffusi, con un focus sui prodotti naturali e biologici.
  • Il cura casa green: i prodotti per la pulizia attenti all’ambiente.

Oltre a questi panieri, l’Osservatorio Immagino continua il monitoraggio del valore nutrizionale della spesa media italiana (metaprodotto Immagino) e conferma il suo approfondimento sulla sostenibilità, analizzando la presenza in etichetta delle informazioni sul corretto riciclo degli imballaggi e le performance di vendita dei prodotti dotati di claim, certificazioni e indicazioni ambientali. Infine, come in ogni edizione, l’Osservatorio Immagino propone un dossier tematico, stavolta dedicato alla comunicazione in etichetta dei gusti dei prodotti alimentari.

I 36 claim in crescita a volume del 2023
Negli 11 panieri analizzati, tra gli oltre 100 claim, loghi e certificazioni di cui l’Osservatorio Immagino monitora l’andamento nel canale supermercati e ipermercati, ce ne sono 30 che nel 2023 sono andati in controtendenza, registrando vendite in crescita non solo a valore ma anche a volume.

DOP: +1,6% a volume e +9,1% a valore.
Filiera: +0,9% a volume e +12,7% a valore.
Regione/regionale: +10,6% a volume e +14,9% a valore.
Puglia: +0,9% a volume e +12,8% a valore.
Molise: +9,2% a volume e +17,3% a valore.
Abruzzo: +0,6% a volume e +5,2% a valore.
Basilicata: +4,3% a volume e +12,0% a valore.
Valle d’Aosta: +6,2% a volume e +12,7% a valore.
Pochi grassi: +0,4% a volume e +11,5% a valore.
Pochi zuccheri: +1,9% a volume e +18,3% a valore.
Senza zuccheri aggiunti: +5,4% a volume e +18,5% a valore.
Senza grassi idrogenati: +1,7% a volume e +15,2% a valore.
Senza aspartame: +5,1% a volume e +10,8% a valore
Senza/con uso limitato di pesticidi: +4,1% a volume e +10,7% a valore
Residuo zero/zero residui/senza residui: +43,4% a volume e +67,4% a valore.
Senza glifosato: +34,2% a volume e +42,2% a valore.
Proteine: +1,2% a volume e +12,8% a valore
Con fermenti lattici: +0,3% a volume e +12,1% a valore
Senza uova: +3,6% a volume e +12,8% a valore
Vegano: +0,2% a volume e +11,9% a valore.
Halal: +5,9% a volume e +16,7% a valore.
Ecolabel: +1,9% a volume e +15,6% a valore.
Cruelty free: +0,8% a volume e +11,3% a valore.
Artigianale: +17,1% a volume e +21,6% a valore
Essiccazione: +3,1% a volume e +7,8% a valore
Cremoso: +0,1% a volume e +15,0% a valore
Morbido: +1,3% a volume e +14,2% a valore
Ruvido: +0,9% a volume e +13,7% a valore
Cura persona
Senza alcol: +0,3% a volume e +10,2% a valore.
Senza profumo: +5,1% a volume e +14,5% a valore.
Con acido ialuronico: +4,4% a volume e +16,4% a valore.
Con probiotici/prebiotici: +26,3% a volume e +36,7% a valore.
Con collagene: +3,2% a volume e +11,4% a valore.
Con retinolo: +1,5% a volume e +6,1% a valore.
Ingredienti di origine naturale: +13,4% a volume e +24,5% a valore.
Con avena: +5,2% a volume e +12,2% a valore

Boom per i superfood: in testa caramello, avocado e spirulina

I superfood macinano sempre più vendite, non solo a valore ma anche a volume. A rivelarlo è l’ultima edizione dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy, lo studio semestrale che monitora i fenomeni di consumo nella Gdo incrociando le informazioni sulle etichette dei prodotti digitalizzati dal servizio Immagino di GS1 Italy Servizi e i dati di NielsenIQ di venduto e consumo in supermercati e ipermercati.

Ad accrescere il giro d’affari annuo sono stati ben 27 dei 36 ingredienti indicati sulle confezioni di oltre 84 mila prodotti alimentari analizzate dall’Osservatorio Immagino. Il best performer a valore è stato il caramello (+41,4%), seguito dall’avocado (+37,1%) e dalla spirulina (+26,5%). A vedere anche volumi di vendita positivi sono stati: avocado (+22,2%), spirulina (+16,2%), caramello (+10,0%), seguiti da anacardi, avena, semi di lino, acqua di cocco, mango, olio di riso, farina di riso e matcha.

Complessivamente gli ingredienti benefici sono evidenziati sulle etichette di 13.667 prodotti alimentari confezionati che hanno realizzato un giro d’affari superiore a 4,3 miliardi di euro. Rispetto all’anno precedente, questa cifra ha registrato un trend crescente di +11,2%, dovuto soprattutto all’aumento dei prezzi. A crescere, però, è stata anche la domanda (+10,6%), a conferma dell’interesse degli italiani per i prodotti che contengono questi ingredienti benefici.

Etichette irrinunciabili, a leggerle è il 94% dei consumatori

Il 75% degli italiani ha rinunciato almeno una volta a comprare un prodotto dopo aver letto le informazioni presenti sulle confezioni. Al 62% invece è capitato di non riacquistarlo più dopo averne consultato l’etichetta a casa. A rivelarlo è l’indagine condotta da Ipsos e raccontata nell’ultima edizione dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy, da cui emergono le sfaccettature del rapporto tra consumatori ed etichette dei prodotti di largo consumo.

Dall’analisi emerge pure un dato determinante: circa il 94% degli italiani legge le etichette dei prodotti. In particolare, in fase di acquisto, il 42% dei consumatori consulta le etichette di tutti o quasi tutti i prodotti, mentre un altro 53% lo fa solo per alcune categorie. E quel 6% di italiani che non legge le etichette? Lo fa soprattutto perché ritiene di non averne bisogno: il 38% compra regolarmente il brand o il prodotto e quindi ritiene di conoscerlo bene, mentre il 16% pensa di saperne abbastanza. La variabile fretta è meno importante: solo uno su cinque dichiara di non avere tempo di leggere le etichette.

Un altro aspetto interessante della relazione tra italiani ed etichette è la reiterazione dell’interazione in momenti diversi. Si comincia nel punto vendita, dove dichiarano di fermarsi a leggere le etichette da quattro a sette consumatori su dieci (a seconda della categoria di prodotto). Si continua a casa, con il 15% che vi cerca ulteriori informazioni e circa il 10% torna a leggere l’etichetta dopo il consumo. E infine si prosegue anche sul web, dove vanno a documentarsi dal 10 al 18% dei consumatori a seconda della categoria di prodotto.

Fonte: Osservatorio Immagino GS1 Italy

Le informazioni più ricercate e consultate dai consumatori
L’Osservatorio Immagino rileva che, sommando tutti i momenti di interazione, gli italiani leggono le etichette soprattutto per controllare la scadenza degli alimenti (63%), per conoscere l’elenco degli ingredienti e il valore nutrizionale dei cibi (57%), per verificare provenienza e origine (52%), per controllare la salubrità dei prodotti (33%), ma anche per capire come smaltire il packaging (19%). Questa “fame” di informazioni però non sempre viene soddisfatta: il 70% circa degli intervistati afferma di essersi trovato almeno una volta in difficoltà nel trovare le indicazioni cercate e il 67% ammette di avere problemi nella comprensione delle informazioni, in particolare di quelle relative al mondo della sostenibilità.

Made in Italy, certificazioni e sostenibilità tra le tendenze di consumo

Incrociando i dati di industria e distribuzione, GS1 Italy ha pubblicato una nuova edizione dell’Osservatorio Immagino, studio semestrale che analizza e racconta i cambiamenti della spesa fatta dagli italiani in supermercati e ipermercati su tutto il territorio nazionale.

Rilevando le indicazioni (ingredienti, tabelle nutrizionali, loghi e certificazioni, claim e indicazioni di consumo) presenti sulle etichette di oltre 136 mila prodotti, l’indagine restituisce un’immagine precisa dei trend in atto nel largo consumo e ne misura l’evoluzione e l’impatto sul mercato, tramite l’analisi di 11 panieri di consumo che, in questa edizione, si arricchisce di un nuovo approfondimento sulla sostenibilità e di un’indagine sul rapporto degli italiani con le etichette.

Gli 11 macro-fenomeni della spesa degli italiani
Questa edizione dell’Osservatorio Immagino ha monitorato l’evoluzione della composizione e delle vendite, in valore e volume, di 11 panieri, tra food e non food, che rappresentano altrettanti fenomeni e tendenze di consumo:

  • Il richiamo dell’italianità: il “made in Italy”, le Dop/Igp e le regioni in etichetta.
  • Il mondo del free from: il trend dei claim consolidati e di quelli emergenti.
  • Il mondo del rich-in: quali cibi ricchi o arricchiti guidano il mercato.
  • Il tema delle intolleranze: la dinamica del “senza glutine” e del “senza lattosio”.
  • Il cibo identitario (lifestyle): vegetariano, vegano, biologico, halal e kosher.
  • Il mondo di loghi e certificazioni: Fairtrade, Ecolabel, Cruelty free e altro ancora. I nuovi valori.
  • Gli ingredienti benefici: dall’avocado al caramello, i sapori del momento.
  • Il metodo di lavorazione: la comunicazione on-pack di procedure di lavorazione.
  • La texture dei prodotti: morbido o croccante? Le consistenze espresse on-pack.
  • Il cura persona: i claim più diffusi, con un focus sui prodotti naturali e biologici.
  • Il cura casa green: la sostenibilità sulle etichette dei prodotti per la pulizia.
    Inoltre, continua il monitoraggio del valore nutrizionale della spesa media italiana (metaprodotto Immagino).

La sostenibilità al centro
Dal 2019 l’Osservatorio Immagino ha messo la sostenibilità sotto il suo radar. Per questo dall’edizione n.6 ha introdotto un doppio approfondimento semestrale: il monitoraggio delle informazioni ambientali sul riciclo degli imballaggi e il “Barometro Sostenibilità”, che misura la diffusione e le performance di vendita dei claim, delle certificazioni e delle indicazioni “green” segnalati sulle confezioni. La crescita dell’attenzione alle tematiche ambientali ed etiche ha spinto GS1 Italy ad adottare un nuovo approccio, messo a punto dall’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, per riuscire a leggere e rappresentare in modo più ampio e completo come la sostenibilità sia entrata sulle etichette dei prodotti di largo consumo. Scoprendo che parlano di sostenibilità (ambientale, sociale e benessere animale) sulle loro confezioni oltre 8 referenze su 10 e che questi prodotti sono stati meno colpiti dalla spending review degli italiani.

Italiani ed etichette
Quanti italiani leggono le etichette dei prodotti quando fanno la spesa? Di quali referenze? Quali informazioni cercano? Per quale motivo? A queste e molte altre domande risponde l’indagine che GS1 Italy ha commissionato ad Ipsos per esplorare l’interazione tra consumatore ed etichetta, rivelando che la lettura delle informazioni on-pack è un processo tutt’altro che banale (la ricerca identifica almeno tre momenti di relazione, distinti nel tempo e nell’obiettivo conoscitivo) e una relazione che coinvolge una fetta consistente di consumatori che ricerca informazioni che ritiene utili per un acquisto e un consumo più consapevoli. A conferma che l’etichetta è un fattore strategico di relazione tra il produttore e un consumatore sempre più accorto.

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