CLOSE
Home Tags Pomodoro

Tag: pomodoro

iLcamone torna protagonista sul web e sui social con Sonia Peronaci

Torna on air iLcamone, quello vero con una nuova campagna di comunicazione che ha come obiettivo far conoscere al pubblico l’autentico pomodoro di tipologia Camone, per renderlo facilmente riconoscibile all’interno degli assortimenti della GDO e quindi distinguibile dalle altre varietà solo all’apparenza simili.

Un progetto di comunicazione a supporto dell’intera filiera
Obiettivo primario dell’attività è quello di rinnovare il racconto del marchio iLcamone, quello vero al pubblico, agevolando al tempo stesso anche i produttori nella valorizzazione dell’autentico pomodoro di tipologia Camone.

Il consumatore, sempre più attento e consapevole, sarà in grado di distinguere un prodotto unico, proveniente esclusivamente da aziende agricole italiane attentamente selezionate per garantirne la qualità e tracciabilità.

Ad oggi, gli unici produttori autorizzati all’utilizzo del marchio iLcamone sono:

• Aurora Soc. Agr. Coop O.P di Pachino (SR)
• L’Orto di Eleonora di Terralba (OR)
• Libretti srl di Vittoria (RG)
• Moncada Soc. Agr. Coop. O.P. di Ispica (RG)

Un profilo Instagram dedicato
I produttori possono contare su un ulteriore strumento di promozione del prodotto: è oggi online anche il nuovo profilo Instagram che si affianca al sito web www.ilcamone.it nel raccontare – attraverso il linguaggio diretto e immediato del social – la storia e le virtù de iLcamone, quello vero, con immagini esclusive, curiosità, ricette e contenuti multimediali realizzati ad hoc.

Sonia Peronaci si conferma madrina di una social challenge a colpi di ricette
Sonia Peronaci, nota influencer, food blogger, scrittrice e presentatrice TV, sarà ancora una volta protagonista della comunicazione de iLcamone, quello vero, quest’anno in veste di madrina e giudice di una inedita “food blogger challenge”: quattro food influencer da lei selezionati e provenienti da tutta Italia – Mamma_Gy, Mastercheffa, Vannisa Biggio e William Esposito – si sfideranno a colpi di ricette impreziosite dal gusto 100% Made in Italy de iLcamone, quello vero.

Pomodoro contraffatto, sanzionata un’azienda di Messina

Si fatica a tenere traccia di tutte le contraffazioni alimentari che piombano giornalmente sul mercato. Spesso a macchiarsi di tale crimine sono organizzazioni estere ma non bisogna dimenticare neanche quelle che operano all’interno dei nostri confini.

Proprio pochi giorni fa i Carabinieri del Reparto Tutela Agroalimentare di Messina, nell’ambito dell’operazione Scarlatto Quattro, hanno sanzionato un’impresa che etichettava la salsa di pomodoro prodotta nei propri stabilimenti utilizzando l’indicazione geografica protetta Pomodoro di Pachino IGP, pur non essendo autorizzata né dal Consorzio di Tutela né tantomeno dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. Per questo motivo, anche se la rintracciabilità ha dimostrato l’effettivo utilizzo nella preparazione di Pomodorini di Pachino IGP certificati, al rappresentante legale è stata elevata una sanzione amministrativa di 5000 euro ed è stato disposto il sequestro di quasi 10.000 bottiglie di salsa di pomodoro pari ad un valore di 30.000 euro.

I militari inoltre hanno accertato che, in provincia di Reggio Calabria, un’impresa ha commercializzato, durante il 2020, un quantitativo di pomodoro di origine italiana superiore a quello effettivamente acquistato. In particolare la vendita di pomodoro origine Italia si concentrava nel periodo in cui la stessa ditta effettuava l’importazione di svariate tonnellate di pomodoro dall’estero. Il rappresentante legale e il preposto alla vendita sono stati quindi denunciati per frode nell’esercizio del commercio.

Origine in etichetta, scatta l’obbligo anche per i pelati e derivati dell’oro rosso

Foto: Coldiretti.

Anche l’oro rosso è tracciato: scatta l’obbligo di indicare in etichetta l’origine per pelati, polpe, concentrato e degli altri derivati del pomodoro. È infatti scaduto il termine di 120 giorni previsto per l’entrata in vigore, dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale 47 del 26 febbraio 2018, del decreto interministeriale per l’origine obbligatoria sui prodotti come conserve e salse, oltre al concentrato e ai sughi, che siano composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro.

I prodotti Made in Italy ottenuti con pomodori coltivati e trasformati in Italia saranno ora riconoscibili sugli scaffali dalla dicitura “Origine del pomodoro: Italia”.

Le confezioni di tutti i derivati del pomodoro, sughi e salse prodotte in Italia dovranno infatti avere d’ora in poi obbligatoriamente indicate in etichetta le seguenti diciture:
a) Paese di coltivazione del pomodoro: nome del Paese nel quale il pomodoro viene coltivato;
b) Paese di trasformazione del pomodoro: nome del Paese in cui il pomodoro è stato trasformato.
Se queste fasi avvengono nel territorio di più Paesi possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: Paesi UE, Paesi NON UE, Paesi UE E NON UE.

Per consentire lo smaltimento delle scorte i prodotti che non soddisfano i requisiti previsti dal decreto, perchè immessi sul mercati o etichettati prima dell’entrata in vigore del provvedimento, possono essere commercializzati entro il termine di conservazione previsto in etichetta.

Si tratta di una attesa misura di trasparenza per produttori e consumatori dopo che dall’estero – rileva la Coldiretti – sono arrivati nel 2018 il 15% di derivati di pomodoro in più rispetto allo scorso anno (elaborazioni Coldiretti su dati Istat) relativi ai primi cinque mesi con 86 milioni di chili provenienti nell’ordine da Stati Uniti, Spagna e Cina.

 

Quai 5 milioni di tonnellate

La nuova normativa entra in vigore mentre si sta concludendo la campagna di raccolta del pomodoro in Italia che quest’anno dovrebbe assicurare un raccolto attorno a 4.750.000 tonnellate, con una buona qualità in termini di gradi Brix, ovvero di contenuto zuccherino, ma rese all’ettaro sotto le medie degli ultimi anni. Si tratta di una attività che impegna in moto in Italia una filiera di eccellenza del Made in Italy che coinvolge circa 7.000 imprese agricole, oltre 100 imprese di trasformazione e 10.000 addetti, che esporta 2 miliardi di euro di derivati del pomodoro in tutto il mondo.

L’Italia è il principale produttore dell’Unione Europea dove le previsioni riportano un calo produttivo complessivo del 14%, con riduzioni superiori al 20% in Spagna e Portogallo. A livello mondiale, il calo della produzione sarebbe meno sostenuto (-6,6%), nonostante la previsione di un meno 40% per la produzione cinese di pomodoro da industria, mitigata da un +14% della produzione californiana.

Sempre secondo Coldiretti oggi in Italia si consumano conserve di pomodoro per circa 30 chili a testa all’anno a casa, al ristorante o in pizzeria. I proodtti più gettonati sono, nell’ordine, le passate, le polpe o il pomodoro a pezzi, i pelati e i concentrati.

L’obbligo di orgine in etichetta per i prodotti a base di pomodoro segue quello per latte e prodotti lattiero-caseari, grano pasta e riso, di carni di manzo, maiale, di ovini e caprino e di pollame, prodotti ittici, olio, uova, miele e ortofrutta fresca.

Pomodoro Made in Italy resta a casa, in cooperativa: Pomì compra De Rica

Soddisfazione da più parti è stata espressa per l’acquisto dello storico marchio De Rica da parte del Consorzio Casalasco del Pomodoro, più noto al pubblico come detentore del marchio Pomì e leader in Italia nella coltivazione, produzione e trasformazione del pomodoro. A cedere il noto brand è Generale Conserve S.p.A., società genovese col core business nel tonno in scatola a marchio AsdoMar. L’operazione, sottolineano le parti, “riporta il rinomato brand nella sua zona originaria di produzione e decreta il passaggio di un altro importante marchio italiano direttamente in mano al mondo agricolo cooperativo, espressione di una filiera tutta italiana con un forte legame col proprio territorio d’origine”. Consorzio Casalasco del Pomodoro Soc.Agr.Coop conta 370 aziende agricole associate che coltivano 7.000 ettari di terreno dislocati nella pianura Padana tra le province di Cremona (dove ha sede a Rivarolo del Re), Parma, Piacenza e Mantova.Una terra che, nell’area padana, oggi permette alle 550.000 tonnellate di pomodoro fresco raccolto di essere trasformato nei 3 stabilimenti di proprietà della cooperativa Consorzio Casalasco in prodotti esportati in 60 Paesi nel mondo. Non viene precisato dalle parti il prezzo della compravendita avvenuta nei giorni scorsi.

Esprime soddisfazione Coldiretti che ricorda come oggi ben 3 marchi storici su 4 che siano in mani straniere, con la perdita di autonomia e di competitività sui mercati internazionali in uno dei settori strategici del Made in Italy. «Con questa operazione si realizza una svolta nella costruzione di una filiera agricola tutta italiana che vede direttamente protagonisti gli agricoltori per garantire quel legame con il territorio che ha consentito ai grandi marchi di raggiungere traguardi prestigiosi – ha commentato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo -. La svendita di marchi italiani all’estero ha spesso significato nell’agroalimentare lo svuotamento finanziario delle società acquisite, la delocalizzazione della produzione per chiusura di stabilimenti e gli acquisti delle materie prime all’estero con perdita di occupazione».

Una “riscossa della vera cooperazione espressione di una filiera tutta italiana con un forte legame col proprio territorio d’origine” rappresenta l’acquisizione secondo Ue.Coop l’Unione Europea delle Cooperative a cui Consorzio Casalasco del Pomodoro è asscociata. Una operazione – sottolinea Ue.Coop – che porta valore all’economia e al lavoro puntando sulla centralità dei soci e del territorio in cui operano, in una situazione in cui molti anche nella cooperazione sono tentati da scorciatoie speculative con il falso Made in Italy. Il marchio De Rica insieme a Pomì diventa – conclude Ue.coop – un patrimonio della vera cooperazione per valorizzare il pomodoro italiano, rafforzando la filiera agricola nazionale e garantendo al consumatore di poter utilizzare un prodotto sano che viene coltivato e prodotto interamente nel nostro Paese.

 

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare