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Mega investimento immobiliare a Liverpool per NewPrinces

NewPrinces compra casa a Liverpool e sceglie una location di alto valore, economico e simbolico. Il gruppo guidato da Angelo Mastrolia ha reso noto che la sua controllata Princes Limited – uno dei principali player del food & beverage del Regno Unito e dal 2024 parte di NewPrinces – ha completato l’acquisto della sua sede storica Royal Liver Building a Liverpool nell’ambito di un investimento di 60 milioni di sterline (circa 69 milioni di euro al cambio attuale). L’operazione si inserisce in un più ampio piano immobiliare del valore complessivo di 83 milioni di sterline (95 milioni di euro), che include anche l’acquisto del sito Symington’s di Cross Green a Leeds per 23 milioni di sterline (26 milioni di euro). Il Royal Liver Building è un degli edifici simbolo dell’identità di Liverpool. L’operazione risulta avere un impatto neutro rispetto al rapporto debito netto/Ebitda di Princes, grazie a risparmi annuali ricorrenti derivanti dall’eliminazione dei costi di locazione e dai contributi dei canoni di locazione degli attuali affittuari, ed è stata supportata da Hsbc UK, che ha concesso un finanziamento a lungo termine di 50 milioni di sterline.

UN HUB PER SOSTENERE LA CRESCITA
Princes è nata proprio a Liverpool nel 1880 come Simpson & Roberts & Co., società specializzata nell’importazione di conserve alimentari, e nel 1900 ha adottato il nome attuale. L’acquisizione del Royal Liver Building rappresenta dunque un sorta di ritorno alle origini e – secondo quanto comunicato dall’azienda – anche una scelta strategica proiettata al futuro: il sito diventerà un hub operativo centrale, in grado di sostenere la crescita, l’innovazione e il dialogo con il territorio negli anni a venire. L’idea è quella di espandere la presenza all’interno dell’edificio, utilizzandolo non solo come sede aziendale, ma anche come spazio polivalente per eventi, collaborazioni e coinvolgimento del pubblico. Princes ha confermato che tutte le attività e gli accordi esistenti con gli attuali inquilini del Royal Liver Building resteranno invariati, garantendo continuità e stabilità. “Con questa acquisizione stiamo costruendo un patrimonio comune – dichiara Angelo Mastrolia, Presidente del Gruppo NewPrinces –. Il Royal Liver Building non sarà solo un simbolo della nostra ambizione, ma anche una piattaforma strategica per l’espansione, l’innovazione e l’impegno culturale”.
Princes conta 10 siti produttivi nel Regno Unito e impiega quasi 3.000 persone. L’azienda ha recentemente annunciato una campagna a sostegno dell’industria alimentare: molti dei suoi prodotti riceveranno presto il marchio UKM, che attesta la produzione negli stabilimenti britannici e il contributo dato all’economia e alla filiera locale. “Liverpool è parte integrante del nostro patrimonio e del nostro futuro – afferma Simon Harrison, Ceo di Princes –. L’acquisizione del Royal Liver Building riflette il nostro impegno nei confronti di questa grande città, della nostra gente e del successo sostenibile. Il Royal Liver Building è un simbolo intramontabile di Liverpool ed è un onore per Princes poterlo chiamare casa”.

GLI OBIETTIVI DI FATTURATO
L’operazione segue quelle realizzate dal Gruppo NewPrinces negli ultimi mesi: il sito di Santa Vittoria d’Alba in Italia, rilevato da Diageo, consolidando la propria presenza nei segmenti delle bevande alcoliche, a basso o nullo contenuto alcolico e dei formati ready-to-drink; il marchio di alimenti per l’infanzia Plasmon e il suo sito produttivo di Latina in Italia, comprati da Kraft Heinz. Queste acquisizioni porteranno il fatturato a 3,2 miliardi di euro nel 2025, segnando un solido progresso verso l’obiettivo di 5 miliardi di euro di fatturato entro il 2030.
Il Gruppo NewPrinces ha un portafoglio di oltre 30 marchi a livello internazionale in diverse categorie, tra cui pasta e prodotti da forno, latticini, pesce e alimenti in scatola, oli alimentari, piatti pronti e prodotti speciali come alimenti per la nutrizione infantile e per il benessere. Con una presenza consolidata in 4 mercati chiave e un export verso oltre 60 paesi, NewPrinces serve più di 30.000 clienti tra i più importanti retailer d’Europa. Nel 2024, ha generato ricavi per 2,8 miliardi di euro, grazie a una forza lavoro di oltre 8.000 dipendenti e 31 stabilimenti distribuiti in Italia, Regno Unito, Germania, Francia, Polonia e Mauritius.

L’Italia è un mercato strategico per le carni rosse del Regno Unito

È un momento particolarmente positivo per l’industria britannica della carne rossa secondo Agriculture e Horticulture Development Board (AHDB), l’ente inglese che collabora con il governo e l’industria delle carni per sviluppare opportunità internazionali per questo prodotto. Le ultime statistiche di HMRC (His Majesty’s Revenue and Customs) hanno evidenziato infatti che nel 2023 le esportazioni di carne dal Regno Unito ammontano a 1,7 miliardi di sterline, principalmente trainate dalla forte domanda di agnello britannico sui mercati internazionali.

È proprio l’Europa il principale mercato di destinazione della carne d’oltremanica: il valore totale delle spedizioni di carne rossa verso l’UE durante il periodo è aumentato del 2% su base annua, pari a 1,3 miliardi di sterline. A fare da capolista in fatto di importazioni di carne ovina è la Francia, che rappresenta il mercato di destinazione più importante del Regno Unito con un export in aumento del 23% a valore e del 23% a volume su base annua. Segue la Germania con esportazioni in crescita del 15% a valore e del 12% a volume. Anche l’Italia ha giocato un ruolo cruciale: le importazioni di carne ovina da oltremanica nel 2023 sono aumentate del 37,42% rispetto all’anno precedente, passando da 2.656 a 3.650 tonnellate. Un dato che indica un significativo aumento nella domanda di agnello britannico sul mercato italiano nel corso di un solo anno e che conferma il Belpaese essere un mercato strategico per l’industria delle carni d’oltremanica.

“Le esportazioni di carne ovina sono state senza dubbio un successo straordinario del 2023, guidate dalla domanda proveniente da mercati ad alto valore in Europa e dai mercati in via di sviluppo dell’Africa occidentale, come il Ghana e la Costa d’Avorio” ha dichiarato Jonathan Eckley, Responsabile dello sviluppo del commercio internazionale di AHDB.

Se lo scorso anno le esportazioni di carne ovina hanno prosperato, quelle di carne bovina hanno registrato un calo del 15% a volume e del 9% a valore, situazione dettata dalla forte domanda interna, ma dalla debole domanda proveniente dall’Europa. In Italia le importazioni di manzo britannico lo scorso anno si sono mantenute all’incirca sui volumi del 2022: 3.256 sono state le tonnellate di carne bovina importata contro le 3.206 dell’anno precedente, registrando in questo modo un incremento di +1,56%. “L’Italia si conferma un mercato importante per noi perché il consumatore italiano è consapevole della qualità con un’attenzione particolare alla provenienza e alla sostenibilità, tutte caratteristiche che la carne britannica può offrire. Vogliamo continuare a presidiare il mercato italiano e portare avanti le buone performance conquistate lo scorso anno. Per noi sarà fondamentale mantenere le relazioni con i numerosi partner e clienti che in tutti questi anni ci hanno dimostrato fiducia e collaborazione” conclude Eckley.

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