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Retail Institute Italy: Marco Zanardi è il nuovo presidente

MARCO ZANARDI

L’Assemblea dei soci di Retail Institute Italy ha rinnovato le cariche associative per il biennio 2020-2021. Si è proceduto, in prima battuta, all’elezione del nuovo Consiglio Direttivo, all’interno del quale è stato nominato Presidente Marco Zanardi, Partner di Beready e già Vice Presidente nel precedente mandato.

A Zanardi è affidato il compito di guidare l’organizzazione punto di riferimento del Retail in Italia, in una fase di profondo cambiamento per il settore, che fronteggia le sfide di un’evoluzione trainata in primis dalla trasformazione digitale, ma anche dal cambiamento di modelli dei business, dalla globalizzazione, dai cambiamenti geopolitici, da mutamenti sociali ed economici della disruption nella Retail industry. In questo importante compito sarà affiancato da 3 Vicepresidenti: Erika Andreetta, Partner di PwC, Giorgio Porro, Presidente di MK Group e Giorgio Santambrogio, Amministratore Delegato di Gruppo VéGé.

Daniele Tirelli, che ha ricoperto la carica di Presidente negli ultimi 16 anni, resterà in Associazione in qualità di Presidente Emerito.

Così ha definito il nuovo Consiglio Direttivo, composto da circa metà dei consiglieri uscenti e altrettanti nomi nuovi, ventitré autorevoli esponenti dell’industria, grande distribuzione (alimentare e non) e distribuzione selettiva, esclusiva, intensiva (fashion, energia, automotive, etc); di società di consulenza internazionali, dei servizi, tecnologia e visual communication. Imprenditori e manager, ampiamente rappresentativi di tutto l’ecosistema retail, il cui contributo sarà fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi per i prossimi due anni.

Una direzione chiara, confermata dalla presentazione di un nutrito programma di progetti e iniziative previsti per il 2020, che saranno illustrati nel dettaglio nelle prossime settimane e che segnano il cambio di passo, inquadrandosi in una strategia fortemente orientata all’ampliamento del presidio internazionale in ottica “glocal”, all’intensificazione delle attività di ricerca, al potenziamento della formazione e degli strumenti informatici e digitali a servizio dei soci e non solo, al consolidamento e alla crescita dei “grandi eventi” di Retail Institute Italy, alla collaborazione aperta con Università, Centri di ricerca, Associazioni di settore e start up hub, in un’ottica di open innovation.

 

Retail Tomorrow torna a Milano il 22 e il 23 maggio

Il 22 e 23 Maggio 2019 a Milano si alza il sipario sulla terza edizione di Retail Tomorrow, “Shaping the future of retail”, una due giorni dedicata all’innovazione e alle nuove tecnologie nel Retail, con un nuovo focus sulle dinamiche dello Shopper Marketing. Organizzato da Retail Institute Italy, l’evento si terrà quest’anno alla Torneria Tortona, in concomitanza con la XII edizione del RIAward.

Un think tank d’eccezione, che consentirà  di immergersi nel futuro e aprirsi alle intuizioni, per confrontarsi con speaker nazionali e internazionali, con i pionieri del cambiamento e con le startup più disruptive, per fare il punto sulle strategie da mettere in campo e i modelli da adottare!

Dopo il successo delle precedenti edizioni, l’appuntamento annuale di Retail Institute Italy dedicato all’innovazione e alle nuove tecnologie nel Retail, si arricchisce quest’anno di una nuova sessione interamente dedicata allo Shopper Marketing. Quattro plenarie vedranno l’alternarsi di manager ed esperti in un confronto sull’analisi dello scenario, i nuovi trend, le strategie applicate e, l’evoluzione e il ruolo del punto vendita, nuovo centro focale di una customer experience “seamless”.

Tra i relatori di questa edizione: Noel Pennington, Global Business Development di Amazon; Petr Řežábek, Senior Trade Marketing Manager REEMEA Region di LEGO Group; Jon Stine, IoT Laboratory, MIT Massachusetts Institute of Technology; Marco Benasedo, CIO, Boggi Milano; Diletta Bortesi, Senior Marketing Manager, Thun; Marco Cagnetta, CEO Sales & Marketing, Cellularline; Massimiliano Cariola, Direttore Marketing, Porsche Italia, Enrico Casati, Founder & CEO, Velasca; Fabio Donà, Direttore Marketing, Despar – Aspiag; Maria Giulia Ganassini, Communications Manager, MailUp, Alberto Mattiello, Head of Future Thinking Project, Wunderman Thompson, Valentina Pontiggia, Direttore Osservatorio eCommerce B2c e Inn. Digitale nel Retail, Osservatori Digital Innovation – Politecnico di Milano, Francesco Spanedda, Chief Brand Officer, Thun; Andrea Ziella, Head of Marketing & Digital, Mattel Italy, Elio Catania, Presidente Confindustria Digitale.

Tre sessioni parallele ospiteranno seminari e workshop per l’approfondimento di molteplici tematiche verticali: dall’utilizzo efficace dei big data alle strategie di comunicazione omnichannel, passando per il geomarketing, dalla rivoluzione del Visual Commerce e le nuove sinergie tra social e shopping all’applicazione del neuromarketing per la customer experience, dal Design Thinking come catalizzatore di innovazione per le imprese fino al ruolo strategico del Green Retail.

Uno spazio sarà dedicato poi allo Startup Pitch, in cui le realtà più innovative avranno l’opportunità di presentare le proprie idee.

Infine, in concomitanza con l’evento, si terrà la XII edizione del Retail Institute Award, il contest che celebra le eccellenze del Retail e del POP. Tredici le categorie in gara, suddivise in quattro macro-aree: Pop Design, Engagement, Store Design, Startup.

Tutte gli aggiornamenti sull’evento e sull’Award sono disponibili su www.retailtomorrow.it

Per informazioni sulle modalità di iscrizione e per partecipare al contest scrivere a: info@retailtomorrow.it

Evolvation: come cambia il settore alimentare. A colloquio con Daniele Tirelli

Stili alimentari in profondo mutamento, complici i nuovi trend, le tecnologie sempre più raffinate e i complessi equilibri su scala mondiale, capaci di innescare processi inediti, pervasivi e  – in molti casi – persino destabilizzanti.

Una rivoluzione a tal punto radicale e imprevedibile che, per definirla in modo appropriato e rispettoso delle sue peculiarità, si è ricorsi a un neologismo: Evolvation.

Una crasi intrigante che sarà oggetto del convegno “FOOD EVOLVATION: learning to sell future’ nourishment”, in programma il prossimo 8 maggio all’interno di Retail Plaza, l’arena di dibattito organizzata durante TUTTOFOOD (fieramilano 6-9 maggio).

Per capire la portata dei cambiamenti in atto e le possibili ripercussioni sui mercati, abbiamo incontrato Daniele Tirelli, che in qualità di presidente del Retail Institute Italy, porterà sul palco del convegno la sua visione, frutto di un programma di ricerca d’avanguardia.

Professor Tirelli oggi il cambiamento ha un nuovo nome: Evolvation. Perché ricorrere a questa crasi?

Questa definizione esprime un concetto difficile, che fonde il termine EVOLution con quello di innoVATION. Il settore alimentare si differenzia per molti versi. Rispetto ad altri, è oggetto di un cambiamento molto ampio, diffuso e veloce. Osserviamo, così, un continuo mutamento dei tratti dei prodotti esistenti sul mercato, che rimanda al concetto di evoluzione epigenetica o lamarckiana. Si tratta di un adattamento continuo e progressivo all’ambiente, cioè ai gusti mutevoli dei consumatori. D’altra parte, non mancano innovazioni radicali, che potremmo paragonare alla ‘speciazione’, ovvero alla comparsa di nuove entità prima inesistenti. Questi due aspetti sono molto confusi nella teoria e nella prassi corrente del marketing e generano fraintendimenti nelle tecniche di lancio di nuovi prodotti, che possiamo definire semplicistiche e confuse, allo stesso tempo. Infatti, gli 8 lanci su 10 che falliscono dipendono dai grandi malintesi sul loro time-to-market, e vengono, pertanto, uccisi prematuramente dai loro creatori.

Come, in che misura e a quale velocità sta cambiando il settore alimentare?

La velocità del processo evolutivo-innovativo, in questo campo, è influenzata dalla pressione di molteplici forze: a) la ricerca scientifica e tecnologica applicata all’agro-alimentare; b) la propulsione commerciale dei mercati globalizzati; c) la cultura popolare influenzata dal sistema mediatico. In breve, è più facile creare nuovi prodotti con i loro processi produttivi. Le diverse “civiltà alimentari” operano, sempre di più, scambi reciproci delle proprie risorse. Il tema dell’alimentazione è al centro dell’attenzione di miliardi di consumatori e assume, a volte, anche forme parossistiche grazie ai formati televisivi e alle altre forme di comunicazione.

Su scala mondiale, che sono sono i vessilliferi del cambiamento?

Certamente le grandi multinazionali del settore sono ancora gli artefici della Food Evolvation. Infatti, sono in grado di cogliere molti elementi destrutturati di novità e di inglobarli nel loro portafoglio-prodotti e, quindi, di commercializzarli su ampia scala secondo le tecniche del marketing internazionale. L’elenco sarebbe lungo, ma basterà citare ciò che accade nel campo delle bevande, sempre più orientate al funzionalismo. Per quanto riguarda lo scenario internazionale, è  certo che i flussi più importanti stanno scaturendo dalle nazioni del Far East e anche dal Sud America, almeno dal punto di vista dell’ingredientistica e delle ricettazioni. Penso  agli epicentri quali l’India, l’Indonesia o le Filippine.

Si punta sulla funzionalità

E chi i gregari?

Sono convinto che, pur nella reciprocità degli scambi consentiti dalla “globalizzazione”, il mondo Occidentale riceverà molti più contributi di quanti ne possa fornire alle gigantesche realtà demografiche dei paesi in pieno sviluppo. Al di là dei pregi delle tradizioni gastronomiche europee, le produzioni agricole asiatiche combinate alle soluzioni culinarie di quelle nazioni, incideranno sempre di più sulle diete del Vecchio Continente oltre che degli USA. A me piace dire che le tradizioni degli altri, agli occhi di chi le scopre e impara ad apprezzarle, diventano delle “innovazioni”, anche se tali non sono.

 

Acini oblungi e apireni, frutto di un’attenta selezione

Quanto le nuove abitudine al consumo sono condizionate dalla Evolvation e quanto, al contrario, la condizionano?

La spettacolarità dell’evolvation è la sua spontaneità. La cultura neo-positivista che prevale in Occidente tende a vedere le abitudini di consumo come frutto di una razionalità che deve essere controllata attraverso la precettistica calata dall’alto dai vari esperti. In realtà, la combinazione di varie soluzioni ristorative e di canali specializzati nell’alimentare nelle grandi città, fa sì che, impercettibilmente, ogni giorno, si creino delle occasioni esperienziali grandi e piccole verso cibi meticciati, diversi da quelli abitudinari. Un esempio è il successo tra i giovani del melange della Hawaiian Poke Bowl. Un altro aspetto è la frattalizzazione che avviene in tutte le classi di prodotto. Pensiamo al sale. La commodity per antonomasia, in poco tempo, si è frazionata in tante alternative legate all’origine: le Hawaii, l’Himalaya, la Persia, ecc. Pensiamo ai mieli monoflorali: di ciliegio, anice, mandarino, cotone, erica, ecc. Il numero delle alternative cresce in modo più che proporzionale in ogni comparto, mentre la distribuzione classica evidenzia grandi difficoltà nel fronteggiare questa esondazione di referenze.

Come cambieranno, da qui a qualche anno, gli schemi gastronomici mondiali?

Il fenomeno di maggior rilievo, nella storia dell’alimentazione moderna, è stato indubbiamente lo “scambio colombiano” conseguente alla scoperta di un altro continente. Per realizzarsi pienamente ha impiegato alcuni secoli. La caduta del comunismo, che ha aperto la via ai liberi commerci su scala planetaria, ha fatto sì che, in poco tempo, tutti i continenti abbiano cominciato ad interagire con tutti gli altri. Vi sono state condizioni per cui (si pensi ai decenni di prezzi del petrolio contenuti) sono cambiati i vettori  del commercio (si pensi alla crescita ininterrotta dell’ortofrutta in contro-stagione, consegnata per via aerea e raccolta al giusto punto di  maturazione). Insomma, assisteremo ad una grande fusione di stili e di basi gastronomiche. Se in Asia si comincia ad apprezzare l’olio d’oliva, in occidente si diffonderà la cucina a base di cocco. Egualmente le sofisticatissime ricette ayurvediche colonizzeranno l’arcipelago delle culture occidentali vegetariane e salutiste. Il fenomeno grandioso consiste nel fatto che i popoli si conosceranno sempre meglio, scambiandosi le ricette e le soluzioni ritenute migliori.

Recente incrocio di prugna e albicocca

Quali i principali asset di questa trasformazione?

Superfluo dire: una distribuzione adattata a queste enormi pressioni commerciali. Io prevedo un grande ruolo per aziende come Amazon.com e Ali Baba che oltre al network con i consumatori finali hanno un asset straordinario nella loro organizzazione logistica. La loro vera forza si esprimerà non tanto e non solo nel servizio “globalizzato” ai consumatori finali. Il grande impatto verrà dalla capacità di sostituirsi al “grossismo” tradizionale, per servire una fitta rete di piccoli punti di vendita specializzati, che opereranno nel tessuto sempre più intricato e inaccessibile dei centri metropolitani culturalmente e umanamente cosmopoliti. La loro strana inversione strategica, che è consistita nel cercare prima la clientela familiare che non il piccolo dettaglio, li ha messi in grado di risolvere, meglio di altri, il problema logistico che risulta molto più rilevante del CRM e delle problematiche del front-end. Spostare i prodotti alimentari da ogni parte del mondo, in quantità crescenti, mantenendoli integri e sani e a prezzi accessibili è una conquista spettacolare e stupefacente. Ed è questa il fondamento della Food Evolvation.

 

Retail Visions: l’appuntamento è per il prossimo 8 Novembre

Retail Visions – The Design Conference – organizzato da Retail Institute Italy – dà appuntamento per il prossimo 8 Novembre alla Triennale di Milano.

Giunto alla decima edizione, l’evento partendo dall’analisi di alcune tra le più interessanti case history, cercherà di individuare le migliori strategie per poter definire al meglio le tendenze che stanno cambiando il mercato retail, sempre più mutevole:
 – La fine della customer journey lineare e dei modelli di vendita tradizionali
 – Nuovi modelli di business e nuovi concept
 – Il futuro del punto vendita nell’era della digitalizzazione del pdv
 – Integrazione online e offline

Gli Speakers che interveranno:

Mattia Longhi
Pinko

Paolo Locatelli
LG Electronics

Marco Turinetto
Politecnico di Milano

Michele Rossi
Under Armour

Claudio Baitelli
La Feltrinelli

L’evento si terrà presso la Triennale di Milano, dalle ore 9,30 alle ore 13,30
Per informazioni in merito  alle modalità di partecipazione contattare: convegni@retailinstitute.it
L’accesso è consentito solo previa registrazione.

Retail Food Service: appuntamento il 5 luglio a Milano

Retail Food Service: torna il convegno di Retail Institute Italy dedicato  a uno dei settori più in ascesa grazie allo sviluppo ormai parallelo della ristorazione moderna e dei specialty food stores.

Il 2016 ha segnato in Italia un anno molto interessante per il mondo della ristorazione di massa, grazie al successo delle insegne internazionali dei quick & casual restaurant, a dimostrazione che la globalizzazione della ristorazione “popolare” è un fenomeno irreversibile e di grande impatto.

Nel corso del convegno, verranno racconate nuove formule interessanti dal punto di vista del concept e del design, mettendo a confronto innovazione nazionale e straniera.

Tra le aziende che interveranno: Autogrill, Ikea, Burger King Italia, Cibiamo e Thun

Il convegno avrà luogo Milano in data 5 Luglio 2017, dalle ore 9.30 alle ore 13.00, presso la sede di Coop Lombardia e Fondazione TOG.

L’accesso è consentito previa registrazione.
Per info e iscrizioni: convegni@retailinstitute.it

Retail Institute Italy presenta “Retail Tomorrow”, l’evoluzione del retail

Retail Institute Italy presenta la prima edizione del convegno “Retail Tomorrow: The evolution of Retail, innovation and disruption”.

Oggi siamo di fronte alla 4^ rivoluzione industriale, caratterizzata da una serie di nuove tecnologie che fondono il fisico e il digitale ed hanno radicalmente mutato la tipologia di interazione che il consumatore ha avuto per decenni con il punto vendita.
Quando si tratta di shopping e consumatore, inoltre, le discipline che vengono adottate hanno sempre bisogno di mantenere un grado di flessibilità e adattabilità all’evoluzione del mercato e del cliente.
Nel corso dell’evento indagheremo le strategie che retailer e brand stanno adottando, scoprendo
• Le strategie digitali per personalizzare la customer experience
• Store Innovation, trend e visioni di oggi e domani
• Il futuro dello shopper marketing nell’era della digitalizzazione del pdv
• Il consumatore al centro: digital shopper engagement

Dove e quando

Il convegno avrà luogo a Milano in data 25 Maggio presso lo Sheraton Diana Majestic, dalle ore 9.00 alle ore 16.00. L’accesso è consentito previa iscrizione.
Il format prevede una mattina con una plenaria d’apertura ( ore 9.00 – 11.15) e delle sessioni parallele di approfondimento ( ore 11.30-13.00). Dopo il light lunch ( ore 13.00 – 14.00), la sessione pomeridiana ( ore 14.00 – 16.00).

Clicca qui per il programma

 

Per info e modalità di partecipazione: convegni@retailinstitute.it

Retail Institute Italy: la forza del network. L’intervista con Daniele Tirelli

Retail Institute Italy: questo- per decisione unanime dell’Assemblea dei soci – è il nuovo nome di POPAI Italia.

Due i catalizzatori di questo processo: l’abbandono dello stesso nome da parte della capofila storica USA e la partnership che l’Associazione ha stretto con l’istituto di ricerca, formazione e consulenza EHI* Retail Institute Germany

foto-tirelli“Questa svolta – ci spiega il presidente Daniele Tirelli sancisce un cambio di passo maturato nel tempo, con l’obiettivo di ridisegnare il nostro perimetro di impegno professionale, estendere a 360° gli interessi nell’ambito del retail e creare un network internazionale per potenziare sinergicamente la ricerca e la formazione professionale di questo settore.

Oggi le associazioni professionali, travolte dall’impatto con la quarta … o quinta rivoluzione industriale, non possono subire passivamente l’ibridazione che le nuove tecnologie imprimono ai vari mercati di riferimento. Serve evolvere in direzione originale, rompere gli steccati che impediscono il dialogo e la reciproca conoscenza tra operatori un tempo separati.”

Matura da queste considerazioni, dunque, l’idea nuova di un network fondato sulla cooperazione spontanea di entità peraltro autonome…

Esattamente. Vogliamo sottolineare come la trasformazione del mondo retail sia un fenomeno globale, che non può quindi prescindere dal confronto costante con le realtà internazionaliDa qui l’accordo con EHI: la sinergia con Retail Institute Germany, seppur nel mantenimento della completa autonomia operativa, ci darà l’opportunità di rafforzare la nostra attività conoscitiva in Paesi come Germania, Austria e Svizzera, e al contempo offrirà ai soci nuove modalità di supporto, di dialogo e di arricchimento del know-how, in particolare per tutto ciò che riguarda la commistione con l’ecosistema dell’innovazione tecnologica e del digitale. Da qui pure la nostra partecipazione al FIRAE, il Forum for International Retail Association Executives, di cui abbiamo attualmente la presidenza e che riunisce 32 Paesi.

immagine-convegno
Un momento di un Convegno dell’Associazione

In che modo questo cambio di passo farà sentire le sue conseguenze sul ricco carnet dei vostri appuntamenti istituzionali?

La presenza sempre più attiva negli ingranaggi internazionali ci consentirà di far leva sul coinvolgimento di speaker d’alto profilo i cui contributi saranno condivisi con gli associati in occasione dei diversi appuntamenti organizzati nel corso dell’anno. Quanto ai nostri incontri ormai storici, sono tutti riconfermati ma verranno ulteriormente valorizzati dal punto di vista dei contenuti proprio grazie ai nuovi apporti professionali resi disponibili dal nostro network internazionale.

Ci saranno anche diverse novità. Mi riferisco ad esempio alla prima edizione di “Supermarket 20-20”, in programma per la fine di marzo. Il tema di fondo sarà quello di allineare le diverse visioni di formati a libero servizio, con quello che accade fuori dai confini nazionali. Come il drive, il click & collect e l’e-commerce.

Infine, anche i nostri Tour, cioè le visite organizzate dall’associazione e dedicate al top e al middle management della distribuzione alla scoperta di flag store esteri, verranno potenziati con l’obiettivo di offrire sempre maggiori opportunità di confronto con realtà differenti e best practice innovative oltre i confini del nostro Paese.

L’attenzione alla formazione si riconferma dunque il vostro carattere peculiare…

Senza alcun dubbio. Il valore umano è la risorsa più preziosa di ogni azienda. Purtroppo oggi la frenesia dell’agire quotidiano tende a rendere marginale quello che dovrebbe invece essere prioritario.

Da qui il nostro impegno per rimettere sotto i riflettori la formazione offrendo un’offerta variegata e a vari livelli, finalizzata alla promozione di una maggiore consapevolezza degli scenari (nazionali, ma soprattutto internazionali) in cui prima o poi si sarà chiamati ad operare.

Non dimentichiamo, infatti, che tutto ciò che contribuisce ad arricchire il nostro bagaglio culturale prima o poi darà i suoi frutti.

 

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