Retail Institute Italy: la forza del network. L’intervista con Daniele Tirelli

Retail Institute Italy: questo- per decisione unanime dell’Assemblea dei soci – è il nuovo nome di POPAI Italia.

Due i catalizzatori di questo processo: l’abbandono dello stesso nome da parte della capofila storica USA e la partnership che l’Associazione ha stretto con l’istituto di ricerca, formazione e consulenza EHI* Retail Institute Germany

foto-tirelli“Questa svolta – ci spiega il presidente Daniele Tirelli sancisce un cambio di passo maturato nel tempo, con l’obiettivo di ridisegnare il nostro perimetro di impegno professionale, estendere a 360° gli interessi nell’ambito del retail e creare un network internazionale per potenziare sinergicamente la ricerca e la formazione professionale di questo settore.

Oggi le associazioni professionali, travolte dall’impatto con la quarta … o quinta rivoluzione industriale, non possono subire passivamente l’ibridazione che le nuove tecnologie imprimono ai vari mercati di riferimento. Serve evolvere in direzione originale, rompere gli steccati che impediscono il dialogo e la reciproca conoscenza tra operatori un tempo separati.”

Matura da queste considerazioni, dunque, l’idea nuova di un network fondato sulla cooperazione spontanea di entità peraltro autonome…

Esattamente. Vogliamo sottolineare come la trasformazione del mondo retail sia un fenomeno globale, che non può quindi prescindere dal confronto costante con le realtà internazionaliDa qui l’accordo con EHI: la sinergia con Retail Institute Germany, seppur nel mantenimento della completa autonomia operativa, ci darà l’opportunità di rafforzare la nostra attività conoscitiva in Paesi come Germania, Austria e Svizzera, e al contempo offrirà ai soci nuove modalità di supporto, di dialogo e di arricchimento del know-how, in particolare per tutto ciò che riguarda la commistione con l’ecosistema dell’innovazione tecnologica e del digitale. Da qui pure la nostra partecipazione al FIRAE, il Forum for International Retail Association Executives, di cui abbiamo attualmente la presidenza e che riunisce 32 Paesi.

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Un momento di un Convegno dell’Associazione

In che modo questo cambio di passo farà sentire le sue conseguenze sul ricco carnet dei vostri appuntamenti istituzionali?

La presenza sempre più attiva negli ingranaggi internazionali ci consentirà di far leva sul coinvolgimento di speaker d’alto profilo i cui contributi saranno condivisi con gli associati in occasione dei diversi appuntamenti organizzati nel corso dell’anno. Quanto ai nostri incontri ormai storici, sono tutti riconfermati ma verranno ulteriormente valorizzati dal punto di vista dei contenuti proprio grazie ai nuovi apporti professionali resi disponibili dal nostro network internazionale.

Ci saranno anche diverse novità. Mi riferisco ad esempio alla prima edizione di “Supermarket 20-20”, in programma per la fine di marzo. Il tema di fondo sarà quello di allineare le diverse visioni di formati a libero servizio, con quello che accade fuori dai confini nazionali. Come il drive, il click & collect e l’e-commerce.

Infine, anche i nostri Tour, cioè le visite organizzate dall’associazione e dedicate al top e al middle management della distribuzione alla scoperta di flag store esteri, verranno potenziati con l’obiettivo di offrire sempre maggiori opportunità di confronto con realtà differenti e best practice innovative oltre i confini del nostro Paese.

L’attenzione alla formazione si riconferma dunque il vostro carattere peculiare…

Senza alcun dubbio. Il valore umano è la risorsa più preziosa di ogni azienda. Purtroppo oggi la frenesia dell’agire quotidiano tende a rendere marginale quello che dovrebbe invece essere prioritario.

Da qui il nostro impegno per rimettere sotto i riflettori la formazione offrendo un’offerta variegata e a vari livelli, finalizzata alla promozione di una maggiore consapevolezza degli scenari (nazionali, ma soprattutto internazionali) in cui prima o poi si sarà chiamati ad operare.

Non dimentichiamo, infatti, che tutto ciò che contribuisce ad arricchire il nostro bagaglio culturale prima o poi darà i suoi frutti.

 

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