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Tutto il mondo vuole dimagrire: l’avanzata del cibo sano, fresco e un po’ più caro

Fonte: NIelsen Global Health & Wellness Survey Q3 2014.

Cosa vogliamo per il nostro futuro, o quanto meno per il nostro 2015? La felicità, più soldi, un mondo migliore? Macché, la metà di noi come desiderio per il nuovo anno vuole dimagrire. Per raggiungere questo obiettivo prezioso, agognato dal 50% degli intervistati dall’ultima Global Health & Wellness Survey effettuata da Nielsen in 60 Paesi del mondo, le strategie passano principalmente per l’attività fisica e per un cambio nella propria alimentazione. Quindi per una dieta, che comprende porzioni più piccole, più alimenti freschi e meno prodotti industriali, meno grassi e zuccheri. E se il nuovo regime alimentare costerà un po’ di più pazienza, basta che non si esageri.

Stiamo insomma assistendo a un cambio negli stili di vita e nelle coscienze che coinvolge mezzo mondo, Paesi sviluppati ed emergenti, quanto meno nei desideri e nelle aspettative. Se poi tutto ciò si tradurrà in realtà, lo dirà l’analisi dei consumi di questo 2015 appena iniziato. Ma vediamo più in dettaglio i risultati della ricerca.

 

Back to Basics, l’ascesa del cibo sano, semplice e naturale

Dunque un intervistato su due quest’anno ha intenzione di perdere almeno un paio di chili. Per fare ciò, nel 75% dei casi cambierà il suo regime alimentare. Ma in che modo? Il 65% ridurrà i grassi (era il 70% nell’indagine realizzata nel 2011), il 62% mangerà meno cioccolato e dolci (stessa percentuale) mentre aumenta dal 55 al 57% la percentuale delle persone che per perdere peso hanno intenzione di introdurre nella dieta cibi più freschi e naturali. Il 41% ridurrà le porzioni, e il 37% consumerà meno alimenti confezionati. Aumenta la percentuale di chi si rivolgerà a una dieta con pochi carboidrati e molti grassi, dal 18 al 25%. Il 19% seguirà una dieta non specifica e l’11% opterà per un programma dietetico stile Weight Watchers.

Non solo: chi sceglierà di mangiare più sano è anche disposto a spendere un po’ di più, almeno fino e a un certo punto. E sono proprio i consumatori dei mercati emergenti quelli disposti a pagare di più pur di ottenere un’alimentazione più sana: il 94% in America Latina, il 93% in Asia-Pacifico e il 92% in Africa/Medio Oriente contro il 79% dell’Europa e l’80% del Nord America.

Va detto però che le definizioni di “cibo sano” non sempre coincidono nelle varie aree del Pianeta. Ad esempio gli OGM spaventano ma fino a un certo punto: se il 43% pensa sia importante evitarli, solo il 33% pagherebbe molto di più per non mangiarli.

Gli europei, i più restii al momento ad aprire il portafoglio per acquistare cibi con caratteristiche particolari, sono molto decisi in un caso su tre (31%) a pagare di più per alimenti naturali, ma se ben il 47% pagherebbe di più per acquistare alimenti senza OGM, solo il solo il 13% assegna un prezzo “plus” ai prodotti senza caffeina.

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