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Ortoromi lancia in Italia il kale, superfood che spopola negli USA

Insal’Arte, brand di OrtoRomi, Società Cooperativa Agricola, propone una innovativa referenza di IV gamma, il Kale, da noi (poco) noto come cavolo riccio. Fonte di vitamina K, utile per la corretta coagulazione sanguigna e di vitamina B6, che rafforza le difese immunitarie, negli USA è praticamente un tormentone, uno di quegli alimenti-panacea che dovrebbero prevenire le più perniciose malattie moderna e assicurare benessere e salute.

Oltreoceano è il re (insieme all’avocado) dei blog di cucina e benessere, dove viene proposto come base per centrifugati, da mangiare crudo per sfiziose insalate o cotto per some sano contorno ipocalorico.

Nel sistema di valutazione Andi Score, sistema adottato dalla insegna americana Whole Foods Market, e i cui punteggi vengono calcolati a seconda del rapporto della quantità di sostanze nutritive per chilocaloria, il Kale realizza il punteggio massimo di 1000 punti, grazie al rapporto tra il basso contenuto calorico e le considerevoli qualità nutrizionali.

Per spingere e far conoscere il prodotto seguirà nel mese di giugno una pianificazione social dedicata, con uno storytelling e immagini emozionali ricreate col prodotto.

Nel mese di settembre poi il prodotto verrà campionato ad alcune blogger selezionate per la realizzazione di un ricettario ad hoc.

 

 

Poco alcol tante proprietà, Crea e Birra del Borgo inventano la birra per gli sportivi

Il Birrificio del Borgo ha contribuito alla realizzazione della birra sperimentale. Nella foto, uno scorcio della bottega BdB di Roma.

Una birra dedicata a chi fa attività sportiva, a bassa gradazione alcolica e che aiuta, grazie alle proprietà del particolare grano saraceno da cui è composta, a riprendersi dopo un’intenso sforzo fisico: è la “birra dello sportivo”, creata dal Crea, Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria in collaborazione con Birrificio del Borgo, uno dei più apprezzati e noti birrificio artigianali italiani (recentemente acquisito dal colosso Ab InBev).

La “birra dello sportivo” proviene infatti al 90% da grano saraceno tartarico, un tipo selvatico di grano saraceno ricco di quercetina e di rutina, dalle proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, che aiutano l’organismo a contrastare lo stress ossidativo causato da un pasto troppo abbondante o da un prolungato sforzo fisico. Inoltre, è a bassa gradazione alcolica (3%), piacevole al palato e praticamente senza glutine.
I suoi effetti benefici sono stati testati attraverso una sperimentazione condotta sullo staff tecnico della FISI (Federazione Italiana Sport Invernali) Trentino. «Abbiamo scelto gli sportivi – ha spiegato Giovanni Bonafaccia, il ricercatore Crea che ha coordinato lo studio – in quanto individui facilmente soggetti a stress ossidativo per il tipo di attività che svolgono, ideali quindi per poter evidenziare le proprietà di questa birra. Senza contare che in molti sport, come per esempio nel rugby, la birra viene comunemente utilizzata anche nel post gara». Il campione di atleti è stato diviso a metà: ad una parte è stato somministrato un pasto stressogeno, ossia ricco in grassi ed in carboidrati, accompagnato dalla birra di grano saraceno, all’altra parte ha consumato lo stesso pasto, insieme ad una birra commerciale.
I soggetti che avevano bevuto la birra di grano saraceno tartarico hanno mostrato un aumento della produzione di citochine, molecole che riparano i danni procurati all’organismo da stress ossidativi quali pasti abbondanti o prolungati sforzi fisici, e contemporaneamente una diminuzione del colesterolo.
I test proseguiranno su più ampia scala dopo le Olimpiadi, in quanto diverse Federazioni sportive hanno mostrato la loro disponibilità a partecipare. Ed è già pronta per la sperimentazione una versione light.

«Il contributo che la ricerca può dare all’innovazione in tema di alimenti e salute – ha affermato Salvatore Parlato, commissario straordinario Crea – è essenziale nell’aprire nuove ed interessanti prospettive di sviluppo del nostro agroalimentare a vantaggio di tutti, produttori e consumatori».

La birra è stata creata dal Centro di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione del Crea in collaborazione con l’Università di Viterbo e il Birrificio del Borgo, nell’ambito del progetto Alimed, finanziato dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.

Dossier Efsa: Coop toglie 120 prodotti all’olio di palma dagli scaffali

Coop, a seguito della condanna dell’Efsa, Autorità per la sicurezza alimentare europea circa la presenza nell’olio di palma di “contaminanti da processo a base di glicerolo” che risulterebbero genotossici e cancerogeni, ha deciso di togliere dalla vendita 120 prodotti che contengono il grasso sotto accusa. Inoltre, coerentemente con il “principio di precauzione”, Coop ha sospeso la produzione dei prodotti a proprio marchio che contengono olio di palma, accelerando il processo di sostituzione di tale ingrediente con olio extravergine di oliva o olii monosemi.

Coop ha già sostituito l’olio di palma in oltre 100 prodotti a marchio Coop , come quelli delle linee destinati per bambini (la fascia più a rischio di sovraesposizione secondo l’Efsa) “Crescendo” e “Club 4-10”, i prodotti della linea “Viviverde” e la crema spalmabile Solidal Coop. I prossimi mesi vedranno la sostituzione dell’olio di palma nei rimanenti 120 prodotti private label.

In un comunicato e in un volantino già visto in alcuni punti vendita, l’insegna si scusa con i clienti e i soci “per le mancanze temporanee di alcuni prodotti. Coop tutela i consumatori applicando i concetti di corretta ed equilibrata alimentazione. L’odierna decisione di eliminare l’olio di palma rientra in queste scelte di fondo”.

Margarine e ‘dolci e torte’ sono le principali fonti di esposizione a tutte le sostanze secondo l’Efsa, che ha fissato una dose giornaliera tollerabile (DGT) di 0,8 microgrammi per chilogrammo di peso corporeo al giorno (µg/kg di peso corporeo/giorno) per le sostanze incriminate 3-MCPD e i suoi esteri degli acidi grassi sulla base delle evidenze che collegano questa sostanza a un danno d’organo nei test sugli animali, mentre “le informazioni tossicologiche sono troppo limitate per stabilire un livello di sicurezza per 2-MCPD”. L’organismo ricorda come “la stima della media e le esposizioni elevate al 3-MCPD di entrambe le forme per le fasce di età più bassa, adolescenti compresi (fino a 18 anni di età), superano la DGT e costituiscono un potenziale rischio per la salute”.

Giuseppe Allocca, Presidente dell’Unione Italiana per l’Olio di Palma Sostenibile, promotrice di una recente campagna di “difesa” del controverso ingrediente, e di cui fanno parte aziende “consumatrici” quali Ferrero, Unilever Italy Holdings, Nestlé Italiana e Unigrà, ha commento: “Fa piacere vedere che l’EFSA riconosce gli sforzi fatti fin qui dai produttori, a livello volontario, che si è tradotto in un deciso miglioramento dei processi di raffinazione con conseguente significativo abbattimento delle sostanze potenzialmente nocive. La recente indicazione dell’EFSA pone nuovi e più ambiziosi obiettivi e rappresenta un ulteriore stimolo al lavoro dell’industria alimentare nella ricerca e adozione di processi di raffinazione ancora più sicuri di tutti i grassi vegetali e animali, e, quindi, anche dell’olio di palma. Intendiamo proseguire con rinnovato impegno su questa strada”.

A seguito della la ministra della Salute Beatrice Lorenzin ha chiesto al Commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare Vytenis Andriukaitis una valutazione della questione nei gruppi tecnici competenti presso la Commissione, per considerare l’eventuale necessità di procedere all’adozione di misure, anche in via precauzionale, finalizzate alla tutela della salute dei cittadini europei.

Avvertenze sul pacchetto, dopo le sigarette con Mars arrivano sugli snack ipercalorici

Farà discutere la decisione, per una volta presa dall’alto, è il caso di dirlo, di Mars Food che metterà un avvertimento sulla confezione dei suoi snack ipercalorici per stabilire un consumo massimo, oltre il quale l’assunzione può diventare dannosa. La decisione è parte del programma Global Health and Wellbeing Ambition, che intende informare su stili di vita ed alimentari sani per tutta la famiglia.

La multinazionale basata a Bruxelles ha individuato una serie di prodotti “da consumare occasionalmente”, non più di una volta a settimana, in quanto ad alto contenuto di grassi, zucchero e/o sale.

Come si legge in un comunicato dell’azienda: “Alcuni prodotti Mars contengono livelli di zuccheri, sale e grassi che garantiscono il loro sapore autentico. Per questo stesso motivo però non sono prodotti che possono essere consumati tutti i giorni. Siamo orgogliosi di essere una delle prime aziende alimentari multinazionali che si sono impegnate a fornire linee guida ai consumatori sulla confezione e sui nostri siti internet che stabiliscono quanto spesso questi alimenti “occasionali” possono essere consumati all’interni di una dieta bilanciata. Nel corso dei prossimi cinque anni vedrete delle nuove etichette sui nostri prodotti “occasionali”, che indicheranno quanto spesso possono essere consumati basandosi su quanto impiega l’organismo a riguadagnare l’equilibrio dopo avere mangiato questi alimenti. Si consiglia di non consumare molti di questi più di una volta a settimana”.

Il programma di Mars, Global Health and Wellbeing Ambition, si impagnerà anche a migliorare il contenuto nutrizionale dei prodotti e ad esplorare nuovi formati e opportunità di offrire prodotti in vari canali e a prezzi più convenienti. Cercherà anche di inspirare i consumatori a cucinare pasti più sani e condividerli con gli amici e la famiglia, coinvolgendo anche i dipendenti dell’azienda con cordi di nutrizione possibilità di cucinare e opzioni di cibi più sani.

La strada è lunga, certamente, ma siamo di fronte a una svolta, forse, epocale. Dopo le sigarette, ora potrebbe essere il turno degli alimenti ipercalorici e malsani a finire sotto la lente delle autorità perché è ormai un dato confermato da una miriade di studi scientifici come l’obesità sua la causa di una lunga serie di malattie del benessere, dal tumore alle  malattie cardiovascolari. E Mars potrebbe avere semplicemente anticipato una decisione che potrebbe diventare, nei prossimi anni, obbligatoria. A quando l’etichetta “nuove gravemente alla salute” su succhi di frutta e merendine?

Sano e pronto da mangiare, ecco lo snack che piace alle donne (infografica)

Sano sì ma anche veloce e pronto da mangiare, perché ormai non si ha più tempo di fare le torte e i biscotti della nonna (che peraltro sono ipocaloriche). È questo lo snack ideale per la maggioranza delle donne e sarebbe il caso di tenere conto, visto che sono loro a decidere la spesa famigliare, nel 75% dei casi.

I nuovi trend del pasto veloce e le necessità e i desiderata alimentari delle donne sono evidenziati in questa infografica di Arla Food Ingredients e, assicurano dall’azienda danese, “resteranno a lungo”.

HealthToGo

Integratori: aumenti a due cifre per un settore spinto dal nuovo salutismo

Un settore in crescita costante dal 2008, che ha superato indenne la crisi: è quello degli integratori alimentari. «Da settembre 2014 ad agosto 2015 sono state vendute 180 milioni di confezioni per un valore di 2,5 miliardi di euro, con una crescita anno su anno del 9,8% a valore del 9,2% a volume. Il mercato è triplicato negli ultimi 15 anni. E ha ormai superato le vendite dei farmaci senza obbligo di ricetta» ha spiegato Marco Fiorani, presidente di Federsalus, l’Associazione Nazionale Aziende Prodotti Salutistici (che comprendono integratori alimentari, alimenti arricchiti, prodotti dietetici, functional foods). Otto italiani su dieci dichiarano di aver usato un integratore nell’ultimo anno (+15% dal 2012), ed è sempre più diffuso il consiglio da parte dei medici, praticato dal 55% dei medici di medicina generale e dal 33% degli specialisti.
In quanto a canale, la stragrande maggioranza delle vendite avviene in farmacia e parafarmacia, con un valore di 2.285,3 milioni di euro e 151,6 milioni di confezioni vendute (+9,7% a valore e +9,2% a unità venduta) mentre la GDO ha movimentato 197,3 milioni di euro con un trend di crescita però superiore: +10,8% a volume e +10,4% a unità. Le tipologie più richieste nella grande distribuzione sono i prodotti a base di vitamine e minerali, i coadiuvanti del controllo di colesterolo e del peso, gli energetici, le barrette energetiche o sostitutive del pasto, e i probiotici.

Marco Fiorani, presidente Federsalus, al convegno "Gli integratori alimentari in pillole: vero o falso?".
Marco Fiorani, presidente Federsalus, al convegno “Gli integratori alimentari in pillole: vero o falso?”.

«Dietro a questi numeri c’è un la progressiva evoluzione del rapporto degli italiani con la salute, non più passivo ma attivo e progettuale – ha detto ancora Fiorani -, che si traduce in un’attenzione agli ingredienti contenuti negli alimenti e al cibo in generale, e nella pratica dell’attività fisica. Secondo una ricerca Eurisko chi consuma integratori è più attento alla salute ed effettua più controlli medici della media».

Fermenti lattici, primi consumatori in Europa
In Europa il mercato degli integratori vale 11,3 miliardi di euro nel 2014. Tra le differenti categorie (esistono 8000 integratori diversi) l’Italia in UE è prima nelle vendite di fermenti lattici, mentre i botanicals (estratti vegetali) si privilegiano in Germania, seguita però da Italia e Francia. In Italia piacciono anche le combinazioni (prodotti formulati con più sostanze), nel Regno Unito i grassi essenziali. Mentre nel Nord Europa l’uso di integratori tende ad essere quotidiano, nell’Europa mediterranea è più saltuario e legato a specifiche esigenze di salute.
«Per quanto riguarda la scelta, per i due terzi è influenzata dal medico o dal farmacista e solo per un terzo dalla pubblicità» conclude Fiorani.

Tecnologie “salutiste”: con Pro-cured il prosciutto ha fino al 15% di sale in meno

Una nuova tecnologia aiuta a calibrare alla perfezione il contenuto di sale del prosciutto crudo, permettendo di risparmiare fino al 15% di NaCl, a tutto vantaggio della salute dei consumatori e delle economie dei produttori. Rendere più efficienti i processi produttivi, ma anche migliorare la salubrità dei prodotti sembra una delle strade intraprese dalla ricerca alimentare in questi ultimi anni. Ne sono un esempio la riduzione della gradazione alcolica in alcuni vini (vd il caso Sainsburys) e l’introduzione di dolcificanti naturali come la stevia.

Il progetto in questione, che si chiama ProCured, finanziato dalla REA – Research European Agency con un investimento di 1,4 milioni di euro, in Italia è stato seguito da due attori: Fratelli Galloni, azienda che produce Prosciutto crudo di Parma, con circa 280mila cosce annue lavorate e un fatturato di quasi 30 milioni di euro, e SSICA – Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari, che promuove il progresso scientifico e tecnologico dell’industria conserviera italiana, attraverso attività di ricerca applicata, consulenza, formazione e divulgazione.

Già disponibile all’interno di uno degli stabilimenti produttivi di Fratelli Galloni, la macchina ProCured è uno strumento in grado di misurare il sale assorbito da ogni singolo muscolo della coscia di suino utilizzata per ottenere prosciutto: la macchina non intende sostituirsi all’uomo, che anzi rimane fondamentale nel processo produttivo, bensì minimizzarne gli errori di valutazione. La tecnologia si compone di due moduli: il primo sensore effettua una scansione della coscia di suino, fornendo informazioni dettagliate sulle caratteristiche della carne, in particolare pesando con estrema precisione la quantità di pura parte magra, priva di grasso esterno e di grasso intra e intermuscolare, invisibile allo sguardo umano. Il secondo sensore, che interviene dopo che la stessa coscia è stata trattata manualmente dalla squadra di salatori, monitora invece la quantità di sale che è stata assorbita dalla carne: se quest’ultima è in difetto, il team che cura la salagione può intervenire con un’aggiunta. Se invece è in eccesso, il modello flessibile di produzione adatta tempi e modi dello stesso alle necessità, così da ottenere un prosciutto con una quantità di sale corretta e costante in tutta la produzione

I vantaggi per i produttori del comparto dei salumi, DOP e non, riguarda quel circa 10% della produzione che “soffre” per problemi legati alle operazioni di salagione, che si traducono in difetti a livello di consistenza delle carni. Il risultato sono prodotti che possono essere immessi sul mercato come declassati. Attraverso la tecnologia ProCured, Galloni mira a ridurre questo 10% di difettosità, aspettandosi un beneficio economico di 300mila euro all’anno recuperati, pari a 10 euro a prosciutto riqualificato. Marcello Barilli, Responsabile Ufficio Qualità della Fratelli Galloni, spiega la portata dell’innovazione: «Già oggi i produttori di prosciutto crudo effettuano analisi predittive per garantire che il prodotto che arriva sulla tavola del consumatore sia di qualità. Si tratta però di controlli a campione, quindi su quantità limitate di prodotto: inoltre sono decisamente onerosi, in quanto il prosciutto, date le modalità delle analisi, viene successivamente distrutto. ProCured rappresenta un notevole passo in avanti per due motivi: da un lato permette di effettuare controlli su un numero di prosciutti statisticamente molto più significativo. Dall’altro, la natura non invasiva del test di rilevazione consente all’operatore di intervenire nuovamente sulla carne e di correggere i difetti di assorbimento».

Si consuma troppo sale. Arriva Essenziale con il 50% di sodio in meno

In Italia il consumo medio di sale è di 10,8 g tra gli uomini e di 8,4 g tra le donne, una quantità superiore al fabbisogno consigliato dall’OMS, secondo cui gli adulti dovrebbero consumare non oltre i 2 grammi. La stessa OMS ha dato indicazioni che in WEEuropa il sale quotidianamente consumato va ridotto del 30%.

«Vi sono solide evidenze che un eccessivo apporto di sodio, in particolare di cloruro di sodio, si associ con un aumento del rischio cardiovascolare – dichiara Maria Letizia Petroni, Medico Nutrizionista Clinico, Professore Associato settore Endocrinologia, Nefrologia, Scienze dell’Alimentazione e del Benessere – Questo aumentato rischio è dovuto a vari fattori, il maggiore dei quali è quello dello sviluppo di ipertensione arteriosa. Anche se questo vale soprattutto per quel 40% della popolazione che è sensibile al sale per predisposizione genetica».

La dottoressa Petrone ne ha parlato durante un incontro in occasione del lancio sul mercato di un nuovo sale marino a ridotto contenuto di sodio.

Essenziale_foto prodottoIl sale innovativo “Essenziale”, prodotto da Gemma di Mare (Compagnia Italiana Sali) contiene infatti  il 50% di sodio in meno rispetto al sale comune e percentuali significative di magnesio, potassio e calcio.

«Un sale naturale a basso tenore in sodio e di gusto gradevole, che si presta a tutti gli usi in cucina, rappresenta una vera e propria rivoluzione in campo nutrizionale – ha osservato Petroni – sia per la normale nutrizione umana che per la nutrizione clinica, cioè l’utilizzo in pazienti con ipertensione, cardiopatie, nefropatie lievi-moderate, osteoporosi e calcoli renali».

Il nuovo sale, già in distribuzione con il favore dei consumatori, ha richiesto alla Compagnia Italiana sali quattro anni di ricerche per arrivare a un prodotto che mantenesse sapidità e gusto pur con il 50% di sodio in meno. I sali iposodici in commercio, infatti, sono ottenuti tramite una preparazione farmaceutica degli ingredienti e vengono quindi percepiti come un “sale medicinale”, chimico, trattato e di sapore amaro.

Un nutrizionista nel pdv: parte la campagna Unaproa in 50 Pam e Panorama

Esperto nutrizionisti nel punto vendita per far conoscere le proprietà benefiche di frutta e verdura di stagione, evidenziando le diverse caratteristiche nutrizionali dei 5 colori dell’ortofrutta: giallo-arancio, bianco, rosso, verde, blu-viola: succede con la campagna “Nutritevi dei colori della vita” appena partita in 50 pdv Pam e Panorama. La campagna, cui il gruppo veneto aderisce per il secondo anno consecutivo, è promossa da UNAPROA, Unione Nazionale tra le Organizzazioni dei Produttori Ortofrutticoli, Agrumari e di Frutta in Guscio, è sostenuta dell’Unione europea e dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.

A partire dal 26 giugno, in 19 ipermercati Panorama e 31 supermercati e superstore Pam, esperti nutrizionisti saranno a disposizione dei consumatori per due giornate di consulenza, pronti a rispondere a ogni domanda e curiosità su frutta, verdura e alimentazione corretta.

5-colori-del-benessereTra i banchi di vendita dell’ortofrutta, all’interno dei quali saranno allestite delle coloratissime postazioni immediatamente riconoscibili, sarà possibile ottenere i preziosi suggerimenti di salute di “Nutritevi dei colori della vita” grazie ai consigli dal vivo dei nutrizionisti e all’utile “Guida ai colori del benessere” distribuita gratuitamente assieme a gadget come le shopper a forma di frutta e verdura e i segnalibri che elencano tutti i prodotti ortofrutticoli suddivisi per colore .

Come suggerisce la campagna e sottolineano numerosi studi scientifici, con almeno 5 porzioni giornaliere tra frutta e ortaggi di 5 colori diversi possiamo garantire al nostro organismo il giusto apporto di nutrienti e fitocomposti per mantenerci in salute.

“Per Pam Panorama i prodotti freschi rappresentano una delle eccellenze su cui puntiamo in modo particolare – dichiara Michela Airoldi, Direttore marketing di Pam Panorama -. Frutta e verdura nei nostri punti vendita arrivano sempre freschi, da fornitori accuratamente selezionati con i quali instauriamo un rapporto di fiducia e trasparenza basato sulla conoscenza reciproca. Siamo molto attenti a ciò che offriamo e ci appassiona molto il tema della salute. Per questi motivi vogliamo trasferire questa nostra attenzione sostenendo anche per quest’anno questa bella iniziativa lanciata da UNAPROA, alla quale crediamo molto”.

Carne di pollo aiuta la dieta e la salute secondo Nutrition Foundation Italy

Consumi di pollame, salute e benessere. Al rapporto tra questi tre temi è dedicato il il primo Documento di Consenso sul ruolo delle carni bianche in un’alimentazione sana ed equilibrata pubblicato da Nutrition Foundation of Italy (NFI), coordinato da Andrea Poli e Franca Marangoni con il supporto di esperti nazionali, con il contributo di Unaitalia (Unione Filiere Agroalimentari Carni e Uova).

In Italia i consumi delle carni avicole rappresentano circa il 25% del consumo totale di carne e sono molto al di sotto della media europea; il consumo di pollo, escludendo gli altri volatili, è pari a 13,6Kg l’anno pro-capite, contro i 17,8 Kg medi in Ue (dati Unaitalia e AVEC 2014).

Socondo il Documento di Consenso – che riassume e i dati più solidi descritti in letteratura al riguardo – le carni avicole sono un perfetto alleato per la salute e il benessere fisico ad ogni età, il cui consumo, in un’alimentazione varia ed equilibrata, si associa ad effetti neutri o favorevoli sul rischio delle principali patologie degenerative: come le malattie cardiovascolari, alcuni tipi di tumori e il diabete.

“Con la realizzazione di questo documento di consenso – spiega Andrea Poli, presidente di NFI – colmiamo una lacuna di carattere scientifico sul tema delle carni avicole e sul loro ruolo nell’ambito di una corretta alimentazione. Il documento conferma come le carni avicole siano caratterizzate da un profilo nutrizionale decisamente favorevole: gli studi epidemiologici che abbiamo analizzato mostrano come un adeguato consumo di carni di pollo, in associazione ad una dieta ricca di vegetali, con un apporto moderato di grassi, e ad uno stile di vita attivo, possa facilitare il mantenimento del giusto peso corporeo, con effetti complessivamente neutri o favorevoli sul rischio delle principali malattie degenerative tipiche della nostra società”.

“Ma il livelli di consumo di queste carni – aggiunge Poli – sono tuttora contenuti nel nostro Paese: un loro impiego più ampio, nell’ambito di una corretta alimentazione, con un apporto adeguato di proteine, sia vegetali che animali, consentirebbe un miglioramento della qualità complessiva della dieta nella popolazione italiana”.

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Il profilo nutrizionale delle carni avicole, infatti, comprende una componente proteica definita “nobile” che presenta cioè tutti e nove gli amminoacidi essenziali che l’uomo non è in grado di sintetizzare e che deve assumere attraverso la dieta. Hanno poi un basso contenuto di grassi (dall’1 al 9% a seconda dei tagli e della presenza della pelle) e sono soprattutto mono e polinsaturi. Contengono inoltre vitamine e minerali.

Anche per la salute, conclude il documento NFI, le carni avicole svolgono un ruolo neutro o addirittura positivo: esclusa qualsiasi correlazione tra l’assunzione di pollame e la mortalità per cause cardiovascolari, anzi consumare carni avicole, in alternativa ad altre fonti proteiche, potrebbe rappresentare una strategia utile per controllare il rischio coronarico. Esclusa inoltre ogni relazione tra il consumo di carni avicole e lo sviluppo della malattia diabetica di tipo 2, così come il consumo di carni bianche è stato associato a una riduzione del rischio di alcuni tumori.

Infine le carni avicole, secondo il documento, sono un alimento ideale per bambini, donne in gravidanza, anziani e sportivi.

Alla elaborazione del documento hanno collaborato alcuni dei principali rappresentanti della comunità clinica e nutrizionale italiana.

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