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È benessere la parola chiave del 2018 per il sondaggio Coop: e a Natale consumi a +15,6%

Foto: Anna Dziubinska on Unsplash

Un 2018 in ripresa, in cui ripartono i consumi in settori “spenti” come arredo e casa mentre parole come benessere, novità e soddisfazione fotografano l’umore degli italiani: lo rivela il sondaggio di fine anno Coop-Nomisma insieme alle previsioni sui consumi del “Rapporto Coop” 2017.

Il sentiment insomma volge finalmente al sereno: tra le parole con cui gli italiani descrivono l’anno che è appena iniziato scendono i termini dalla connotazione negativa quali “timore” e “crisi”, due parole d’ordine del 2017 indicate rispettivamente da oltre il 10% e il 7,6% del campione, ora entrambe intorno al 4,5%. Salgono voci quali “ripresa” (15,4%), “cambiamento” (15,1%), “benessere” (10,3%), “novità” (7,9%). A crederci di più gli over 50 rispetto a generazioni più giovani. E il Mezzogiorno fa da apripista della “ripresa” (parola che qui arriva al 18%).

Un ottimismo che si riflette sulle intenzioni di spesa 2018 rispetto al 2017. Tutte le voci sono al rialzo, ma ad avanzare sono soprattutto i segmenti dedicati al tempo libero, ai viaggi, al piacere personale. Ritorna anche la vecchia passione degli italiani per la casa, accantonata co decisione negli anni della crisi: aumentano le spesa per arredamento, ristrutturazioni, grandi elettrodomestici. Consapevolmente poi gli italiani mettono tra le voci di spesa in aumento anche bollette, utenze e servizi sanitari.

Già il 2017 si era rivelato migliore rispetto alle attese sul versante consumi, sfiorando l’1,5%. Sono quindi buoni gli auspici anche per il 2018, grazie a un aumento del potere d’acquisto delle famiglie che dovrebbe raggiungere ritmi di crescita prossimi all’1%. Un bicchiere mezzo pieno che toccherà, stando alle previsioni, maggiormente i comparti dell’audiovisivo, computer e accessori (+ 8,5% nel 2018), telefoni e equipaggiamento (+7,8%) e solo in parte l’alimentare (+ 2,1%).

Andamento ancora positivo (+1%) anche per la distribuzione moderna, ma dimezzato nei ritmi di marcia rispetto al 2017, anno contrassegnato da un eccezionale effetto climatico.

Se è prevista una buona performance per il largo consumo confezionato (+1,3%) e del fresco ortofrutticolo (+ 1,6%), continua a registrare un andamento negativo il no food (-3,7%). A livello territoriale, la tendenza attesa è quella di una parziale inversione di tendenza rispetto al 2017: archiviata una fase in cui il Sud ha sovraperformato in confronto alla media nazionale, si osserva un incremento del fatturato più solido nel Nord Italia (+1,2% e +1,4% per le aree del Nord-Ovest e Nord Est).

 

Natale con incrementi a due cifre

Il rapporto fa anche un primo consuntivo delle vendite natalizie, che è decisamente positivo. La settimana di Natale ha fatto registrare un +15,6% (iper + super dati Nielsen per Coop) rispetto alla stessa settimana di un anno fa. Più carne che pesce, molta gastronomia e formaggi con un Centro Sud che guida ancora la classifica degli acquisti (Campania in testa con un +16,2% seguita da Molise, Umbria, Puglia). In controtendenza ma giustificato dall’effetto Natale anche il dato di un +9,7% segnato dai settori no food (che comprende giochi ed elettronica). 

La versione integrale del sondaggio “L’anno che verrà” e le Previsioni 2018 sono visionabili e scaricabili su http://www.italiani.coop

Spesa online anche per Picard, a domicilio o click and collect: al via il test a Milano

È spesa online a domicilio anche per Picard Italia, che inaugura un nuovo importante (e sempre più diffuso) servizio per i suoi clienti. Attualmente l’operazione è attiva sull’area di Milano, ma l’obiettivo è di ampliare progressivamente i bacini di utenza, fino a coprire l’intera rete dei 40 punti vendita italiani.

I clienti Picard possono effettuare la spesa sul sito http://prontospesa.picard.it/ scegliendo la fascia oraria e il giorno di consegna, oppure ritirare la spesa effettuata in uno dei punti vendita. Il servizio è attivo dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20 ; il sabato dalle 9 alle 13, con sei consegne per ciascuna fascia oraria.

Il pagamento avviene tramite procedura on line con carta credito e la consegna è gratuita per spese superiori a 50 euro; al di sotto di questa soglia, le spese di consegna sono di 5 euro.

È possibile ordinare qualsiasi tipologia di prodotti, surgelati e non, presenti sul sito Picard o presso i punti vendita: il rispetto della catena del freddo è garantito grazie ad appositi contenitori coibentati e camion frigoriferi.

Per uniformare i canali di vendita, sono applicate alla spesa on-line le stesse promozioni presenti in negozio.

Il robot per consegne made in Italy è partito da Cremona, ci consegnerà lui la spesa in futuro?

Un robot, progettato e realizzato in Italia nella milanese e-Novia (un incubatore che sviluppa competenze distintive con il gruppo di ricerca MoVe del Politecnico di Milano) anche se dal nome inglesissimo Yape (acronimo di Your Autonomous Pony Express) ha realizzato ieri la sua prima consegna a Cremona. La città che negli ultimi due mesi ha ospitato la sperimentazione in campo aperto. Percorso: 400 metri, dalla sede della locale Confcommercio al Municipio. Contenuto: un plico di fogli bianchi, “su cui si scriverà il futuro”.

Yape è una sorta di drone terrestre, che funziona tramite un’App collegata alla piattaforma di gestione che gestisce l’intero processo. Partendo dalla scansione in 3D del viso del cliente per il riconoscimento facciale. Una volta giunta a destinazione avvisa il richiedente che dovrà scendere in strada e mostrare le fattezze per il riconoscimento biometrico: solo allora lo sportello si aprirà e si avrà accesso al contenuto. La capacità di carico è fino a 70 chilogrammi (più che sufficiente, per dire, per una spesa anche pesante) e l’autonomia è di circa 80 km.

E la sicurezza, è la domanda che sorge spontanea nella mente di qualsiasi connazionale? Sarà garantita dall’intero set di telecamere ad alta definizione (tre sistemi distribuiti sui quattro lati del veicolo, che minimizzano la zona d’ombra fatti di 4 sensori LiDARS 3D in grado di “vedere” fino a una distanza di 35 metri; 4 videocamere con un cono visuale di 120° ognuna e con capacità di analisi dell’immagine e 8 sensori di prossimità), necessarie al robottino per interagire con l’ambiente e districarsi nel traffico cittadino tra cani, pedoni, semafori e segnali stradali, e che trasmette a un centro di controllo tutte le informazioni sull’ambiente circostante (e le fattezze biometriche dell’eventuale malintenzionato che volesse impossessarsi del contenuto).

Yape viaggia su due ruote dotate di motori elettrici autonomi che minimizzano il consumo di energia massimizzando l’agilità di movimento. Può effettuare rotazioni sul posto e superare ostacoli come le rampe dei marciapiedi o le rotaie del tram. Per questo è particolarmente adatto a muoversi negli spazi stretti e irregolari delle città italiane ed europee, sia su marciapiede (a una velocità massima di 6 km orari) sia su pista ciclabile (fino a 20 km orari).

Cremona è la cittadina lombarda piccola ma d’arte, e sufficientemente smart per coinvolgere il Comune in questo progetto innovativo, con il coinvolgimento della polizia municipale, che ha supervisionato il viaggio in assenza, ancora, di autorizzazioni non ancora esistenti per il nuovo mezzo di trasporto, mentre il mezzo veniva osservato a distanza dalla centrale operativa allestita al CRIT, Polo per l’Innovazione Digitale di Cremona, con cui e-Novia e il Comune di Cremona hanno stretto una forte sinergia nella fase dei test autunnali.

 

Soluzioni al traffico cittadino

Il mondo delle consegne ormai da qualche anno è in pieno fermento, e si fa un gran parlare di droni e dirigibili, tricicli o chiatte, testate da Franprix a Parigi, e naturalmente robot: testati da Metro in Germania e Domino’s Pizza in Australia, sono già utilizzati per consegne a Londra da JustEat e Tesco, mentre in California sono attivi DoorDash (pasti a domicilio) e Postmates (posta). Il motivo? I problemi di traffico e di logistica generati dal sempre più diffuso uso dell’e-commerce e del food delivery, specie nelle aree urbane. Dove solo nel (lontano?) 2015 sono stati consegnati 31 miliardi di pacchi, cifra che si stima salirà a 43 miliardi nel 2020. Ogni giorno a Milano vengono consegnati circa 150mila pacchi da 11mila camion vuoti in media per il 60%, che contribuiscono al 27% dell’inquinamento atmosferico. 

I vantaggi dunque si misurano in termini di sostenibilità (Yape è elettrico) e diminuzione del traffico su strada, assicurano dall’azienda. E magari pure dall’assenza di rivendicazioni sindacali che hanno visto anche recentemente i riders di Deliveroo e Foodora organizzare flash mob e biciclettate per chiedere più garanzie e migliori condizioni economiche.

Di sicuro c’è chi ci crede: Eldor Corporation, multinazionale dell’automotive con sede a Como, ha investito la considerevole cifra di 6 milioni di euro che contribuiranno a finanziare YAPE, “per raggiungere gli ambiziosi obiettivi nell’ambito della guida autonoma e della prossima integrazione dei sistemi connessi nelle smart city”. Al momento la società sta sondando vari distributori e società di spedizioni per stringere accordi. Obiettivo: portare i robottini nelle nostre strade (e sui nostri marciapiedi), per consegnare pasti, spese o pacchi di ogni tipo.

Inoltre, YAPE farà parte della sperimentazione della tecnologia 5G assegnata dal Ministero per lo Sviluppo Economico a Vodafone Italia per l’area strategica di Milano. La tecnologia per reti mobili di quinta generazione offrirà alta velocità e bassa latenza con possibilità di sviluppo enormi in moltissimi ambiti, tra cui, appunto, quello dell’automotive e della mobilità.

 

Come funziona

Ordini vocali anche in Gdo, Morrisons sale sul carro di Alexa

Prima tra le catene europee Morrisons, storica insegna della Gdo britannica, ha attivato gli ordini vocali dal suo sito di eCommerce tramite Alexa, l’assistente personale attivato dalla voce di Amazon già attivo in USA, Regno Unito, Germania, Austria e da ieri anche in Canada.

Addio lista della spesa, scarabocchiata su un pezzetto di carta o con il gesso sulla lavagnetta: il futuro della spesa (e non solo) passerà sempre più per gli ordini vocali.

Senza alzare un dito, ma solo a voce, sarà possibile formulare una lista intera o, più comunemente, aggiungere articoli di volta in volta, nel momento in cui ci si accorge di averne bisogno. Tramite Alexa sarà anche possibile non solo rivedere e correggere la lista, ma anche tracciare l’ordine chiedendo conferma della puntualità della consegna.
Evidenti i vantaggi per le persone disabili, e a breve sarà anche possibile ordinare dalla macchina, sempre che abbiate una BMW certo.
«I nostri clienti sempre più spesso usano i comandi vocali nella vita quotidiana – ha detto Matt Kelleher, direttore di Morrisons Online -: per controllare il meteo,  ascoltare musica o aggiornarsi sulle ultime notizie. È importante che noi seguiamo questa tendenza emergente e rendiamo Morrisons un luogo più facile e accessibile per fare la spesa online. È davvero emozionante pensare che i nostri clienti ora possono fare la spesa senza nemmeno accendere il computer o usare lo smartphone».

Per usare il servizio sarà necessario scaricare l’app di Morrisons, disponibile sui dispositivi Amazon Alexa (Echo, Echo Dot e Amazon Tap). 

Con Alexa su Morrisons.com si potrà: togliere articoli dal carrello, controllare l’importo dell’ordine, controllare se un prodotto è già stato ordinato, o se un prodotto è presente nell’assortimento di Morrisons, verificare se si può ancora modificare l’ordine e se la consegna arriverà nei tempi previsti.
Non solo; l’app non mancherà di consigliare prodotti basandosi su ordini precedenti, per aiutare il consumatore a fare la spesa.
È qui la spesa del futuro? “Alexa, chiedi a Morrisons di aggiungere il latte al carrello, che non ne vedo più nel frigo”. Più facile di così…

PierApp più scontrino, e il “passaparola” diventa digitale (e remunerativo)

Fare da “pierre” per il proprio negozio preferito in cambio di sconti e rimborsi.  È l’idea alla base di PierApp, l’applicazione premiata come soluzione più innovativa per la categoria “Progetto Outsider” in occasione della call4ideas “NextPOSition 2017” lanciata da Epson.

Tutto si basa sul potere del passaparola. L’applicazione, ideata da FullOver, sfrutta le potenzialità della tecnologia QR-code e della cassa intelligente Epson. Gli esercizi commerciali dotati di quest’ultimo strumento possono stampare in fondo allo scontrino un QR-code identificativo del punto vendita che contiene un ammontare in denaro. Che può essere “sbloccato” e utilizzato dal cliente se questi lo condivide con un contatto della propria rubrica o di uno dei social network e l’amico utilizza il buono sconto ricevuto. In pratica si tratta di un passaparola tecnologico e social che trasforma i clienti in veri “brand ambassador” delle proprie insegne preferite. Peraltro il meccanismo può essere replicato all’infinito, moltiplicando sia l’effetto pubblicitario sia i vantaggi per il cliente. Cliente che in ogni momento piò visualizzare i propri rimborsi nel suo portafoglio virtuale. Il rimborso del valore accumulato è sempre in denaro e fruibile direttamente sul conto corrente indicato dagli utenti al raggiungimento di una soglia prestabilita. PierApp è personalizzabile in base alle esigenze di ogni esercente, che può decidere sia l’importo del denaro da riconoscere al cliente PR sia l’entità del buono sconto. 

La premiazione al NextPOSition 2017.

PierApp spunta dal concorso di idee lanciato da Epson per dare seguito e sviluppare il “ExPOSition Events around you”, il progetto di geo-marketing in mobilità che trasforma lo scontrino in un veicolo di informazione e promozione, sviluppato in occasione di Expo 2015 da Epson e CEFRIEL per ampliare i servizi offerti ai clienti sul punto cassa e offrire in primis al settore retail e horeca, ma non solo, un efficace strumento di fidelizzazione della clientela, attraverso la segnalazione di eventi e iniziative in tempo reale.

«La collaborazione con Epson – ricorda Giancarlo Cassani di FullOver – è iniziata nel 2015 con il progetto Saltacassa. Lo sviluppo di PierApp era in cantiere già da diverso tempo e siamo orgogliosi che il premio NextPOSition ne abbia riconosciuto l’innovazione e la creatività. L’obiettivo è quello di trasformare i clienti abituali in veri e propri PR, che pubblicizzano l’esercizio commerciale attraverso un innovativo sistema di “pierraggio” che prevede una sorta di passaparola via web attraverso un’App dedicata. Grazie all’utilizzo molto trasversale adatto a diverse tipologie di esercizi commerciali e alla semplice implementazione che richiede solo un rapido settaggio della stampante, prevediamo di passare nell’arco di un anno dalle 50 installazioni del lancio a ben 500 installazioni in tutta Italia».

I robot entrano da Walmart, da gennaio al via in 50 punti vendita

Fare la spesa con un robot a fianco che si indiraffa avanti e indietro controllando l’assortimento sugli scaffali sembra materiale da film di fantascienza, ma dal gennaio prossimo sarà realtà in una cinquantina di supermercati Walmart americani, a partire da El Paso e Fort Worth in Texas e Jacksonville in Florida (ma un test preliminare è già stato effettuato in Arkansas, Pennsylvania e California).

I robottini sono alti circa 60 centimetri e hanno la funzione di controllare gli scaffali identificando prontamente mancanze di prodotto o prezzi o etichette sbagliati, ma, non avendo nessun tipo di braccio, non possono fisicamente riallocare i prodotti. La loro sarà una funzione di controllo continuo, con uan frequenza molto maggiore di quanto può fare al momento il personale “umano”. Maggior efficienza dunque e nessun licenziamento di personale, assicurano da Walmart, che sarà anzi libero di proporre un servizio più puntuale al cliente, dando informazioni e promuovendo le vendite.

C’è da dire che la guerra tra la prima insegna mondiale della Gdo Walmart e il gigante dell’online Amazon sta davvero dando il via a una successione di innovazioni tecnologiche che il retail non vedeva da tempo immemore.

Molte delle novità vanno nel senso di esentare dai compiti più noiosi o ripetitivi sia il cliente sia i dipendenti. Tra gli altri esempi, i distributori automatici giganti installati lo scorso luglio per consegnare l’intera spesa direttamente al cliente nel punto di pick-up, e i robot che fanno la spesa al posto del cliente, direttamente in magazzino.

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Dalla scienza alla trasparenza, cinque tendenze food per il 2018

Le tendenze alimentari sono in continua evoluzione, spinte dalle mode nate sui social, da chef creativi e da programmi e nuovi prodotti. Ogni anno puntuale arriva una classifica dei trend e questo di Mintel è la prima della lista per il 2018. Ecco come mangeremo, o cosa sarà nei nostri pensieri il prossimo anno in fatto di cibo secondo la società di ricerche americana.
Niente si rivoluzionario, ma piuttosto aggiustamenti di filoni già presenti da alcuni anni. Come la tracciabilità e la trasparenza, a qualsiasi livello di prezzo. L’alimentazione oggi più che mai è percepita non come semplice necessità nutritiva, ma come un mezzo per assolvere alle proprie necessità fisiche ma anche emozionali e psicologiche. E, se si cerca l’emozione, le consistenze particolari certamente risvegliano interesse. Sullo sfondo, la crisi alimentare prospettata da un aumento della popolazione mondiale e dal continuo prosciugamento delle risorse del pianeta che si cercherà di contrastare ingegnerizzando l’agricoltura e trasferendo in laboratorio la produzione di certi alimenti a bassa sostenibilità, prima fra tutte la carne. Sul fronte della distribuzione, la proliferazione dei canali di vendita alimentari porterà a un aumenta della personalizzazione di prodotto.
Ecco i 5 trend del 2018 secondo Mintel.

 

Trasparenza totale
Aumenta la diffidenza del consumatore che sempre più chiede rassicurazioni non solo sulla provenienza di un alimento e sula sua salubrità ma anche sulla sostenibilità dell’intero processo, cui si chiede una sorta di “patentino etico”. “La prossima onda dell’etichetta pulita sfiderà i produttori e i distributori a democratizzare la trasparenza e la tracciabilità in modo che i prodotti siano accessibili a tutti i consumatori, indipendentemente dal loro reddito”.

 

Pratiche alimentari autoimposte

La vita è sempre più frenetica e stressante, e l’alimentazione diventa il luogo dove trovare un bilanciamento e un equilibrio. Da qui una serie di prescrizioni anche auto imposte e la ricerca di cibo e bevande che incontrino il proprio desiderio di positività, da incorporare nella propria e sempre più personale definizione di benessere e salute.

 

Nuove Sensazioni

Secondo Mintel, “le consistenze sono il più recente strumento per coinvolgere i sensi e assicurare esperienze degne di essere vissute”.
Il 2018 sarà l’anno delle consistenze inaspettate che donano suoni, sensazioni e soddisfazione nuove. Una vera e propria “ricerca di esperienze reali” specie da parte delle generazioni più giovani, “che cercano connessioni con il mondo reale, e anche momenti da condividere sia di persona sia online”.

 

Trattamento preferenziale
La personalizzazione è già qui, portata dalla diffusione della spesa online e dalle opportunità tecnologiche che offre, dalle promozioni mirate ai servizi di abbonamento e di riordino automatico. Le opportunità per le insegne sono molteplici: “la tecnologia può portare a raggiungere nuovi livelli di efficienza, ma anche a creare prodotti suggerendo combinazioni e accostamenti e, in ultima istanza, a rendere la spesa ancora più semplice e immediata, efficiente e conveniente che mai”.

 

Il ruolo della scienza

Una rivoluzione tecnologica sta investendo (anche) la filiera agroalimentare, con nuove aziende che sperimento la produzione in laboratorio anziché nei campi (dove comunque anche qui sta entrando la tecnologia 2.0).
“Mentre i laboratori e cibi e bevande sintetici stanno emergendo solo ora, la tecnologia alla fine sarà utilizzata per progettare prodotti migliori dal punto di vista nutrizionale, il che aumenterà la base di consumatori di alimenti progettati in laboratorio oltre le persone con una coscienza ambientalista, per raggiungere persone alla ricerche di consistenza, efficacia e purità negli ingredienti”.

 

«Nel 2018, ci saranno grandi opportunità per produttori e distributori che vogliono aiutare i consumatori a riconquistare la fiducia nel cibo e nelle bevande e alleviare lo stress attraverso diete bilanciate ed esperienze alimentari memorabili. Inoltre, sta nascendo un capitolo eccitante nel quale la tecnologia aiuterà le marche e i retailer a creare connessioni personalizzate con i consumatori, mentre compagnie intraprendenti stanno usando la scienza per creare una nuova generazione di alimenti e bevande sostenibili» sintetizza Jenny Zegler, Global Food and Drink Analyst di Mintel,

Click&Collect: le opportunità per il retail

Click&Collect, il delivery dal duplice volto. Perché può essere un atout per il retail, ma può anche risultare controproducente se organizzato in maniera maldestra o sommaria.

Queste le evidenze della terza survey annuale Customer Pulse 2017 Europe di JDA/Centiro, condotta da YouGov.

Un dato è certo: agli europei il servizio piace, come dimostra il fatto che nell’ultimo anno vi ha fatto ricorso il 42% del campione. Ma il dato più interessante è che il 24% di essi, una volta giunto nello store per ritirare la spesa, ha fatto acquisti ulteriori, soffermandosi più a lungo in negozio.

Sarà poi compito dei retailer sfruttare questa predisposizione , rendendo la permanenza dei consumatori il più possibile piacevole e interessante. “Per sfruttare al meglio questa opportunità – precisa infatti Lee Gill, Group VP, Global Retail Strategy di JDA – i retailer devono integrare le interazioni da mobile nell’esperienza in-store, ad esempio con offerte push sui dispositivi mobili durante lo shopping”.

Quello che ai clienti non piace

Tuttavia ci sono anche delle defaillances: nel Regno Unito, per esempio, si lamentano problemi di organico; il 26% degli intervistati infatti ha segnalato attese troppo lunghe per il ritiro dell’ordine, a causa della mancanza di personale. In Germania che in Francia, invece, il 18% degli intervistati che ha utilizzato il servizio Click & Collect ha rilevato che gli articoli non erano più disponibili dopo aver effettuato l’ordine. In Francia, inoltre, il 17% degli intervistati ha ricevuto un articolo danneggiato e il 12% l’articolo sbagliato. Evidentemente la supply chain necessita di ripensamenti.

 

La ricerca

L’indagine, condotta da YouGov, ha coinvolto 8.238 consumatori in UK, Germania, Francia e Svezia.

Spesa online pronta a decollare ma il punto vendita resta, ci vuole integrazione

Intervista a Valentina Pontiggia, Direttore dell’Osservatorio eCommerce B2c, che dà i numeri di un settore, il Food&Grocery, tra i più performanti per il ritmo di crescita (900 milioni di euro nel 2017, +43% sul 2016), destinato grazie ai nuovi ingressi a crescere anche nel 2018. Oggi però copre solo lo 0,5% del mercato.
«Il ritardo dell’Italia rispetto ai principali mercati nell’eCommerce [ha una quota sulle vendite totali inferiore al 6% contro il 19% di Uk, il 15% degli USA e il 14% di Germania e Cina] permane ed è riconducibile alla ridotta penetrazione nei comparti di prodotto e specialmente nel Food&Grocery (0,5%). Nonostante il fermento imprenditoriale degli ultimi anni, il settore non è in grado di garantire una copertura territoriale diffusa e omogenea sul territorio italiano: solo il 15% della popolazione infatti può effettuare online la spesa “da supermercato” con livello di servizio idoneo, mentre un altro 55% della popolazione ha un accesso solo potenziale all’eCommerce, tramite iniziative sperimentali, isolate e con limitata capacità».

Va detto che, dopo l’arrivo di Amazon, nuove iniziative per la spesa online da parte delle insegne storiche sono in preparazione o sono partite nel 2017 (Easycoop, Selex, i drive di Nova Coop e di Esselunga, ad esempio) dunque ci si attende una diffusione sempre più ampia del fenomeno. Che non eliminerà il punto vendita fisico, fondamentale per il comparto ma che deve pensare prima di tutto all’integrazione.

La spesa più personale (e soddisfacente)? La sa l’inconscio, eBay sperimenta a Londra

È una grande notizia per gli eterni indecisi che impiegano ore a scegliere il colore della gonna o dei calzini da acquistare, mentre qualcuno penserà subito a un futuro distopico di controllo delle menti, dove non saremo neppure più in grado di decidere ciò che vogliamo acquistare: di certo è un esperimento affascinante quello fatto da eBay a Londra all’inizio del mese con il pop up “The Art of shopping”. L’ultima frontiera della personalizzazione. Obiettivo: “riportare l’ispirazione nello shopping” combinando neuromarketing, scienza e opere d’arte. Come a dire: solo l’inconscio conosce i nostri più reconditi desideri, anche di acquisto, e le neruoscienze ce li possono rivelare meglio di noi stessi.

In uno spazio che era una galleria d’arte curata da Saatchi Art i visitatori venivano incoraggiati a guardare le opere con una fascia in testa che monitorava le loro reazioni. A questo punto una tecnologia detta MyndPlay creava un carrello su misura de cliente, con una serie di prodotti consigliati. Perché – è il sottinteso – una esperienza di shopping piena e ispirata darebbe lo stesso piacere che può suscitare il godimento di un’opera d’arte, o di un corridore di formula 1 quando giunge alla fine del circuito.

 

Come ha detto il Vicepresidente di eBay UK, Rob Hattrell: «eBay incoraggia i consumatori e rigettare le cose noiose e grigie e smetterla di fare la spesa come tutti gli altri. Vogliamo che i consumatori siano più coraggiosi ed esprimano la loro individualità».

Pe inciso secondo eBay sarebbero circa la metà dei consumatori britannici quelli che sarebbe pronti a un approccio più personalizzato agli acquisti mentre gli altri preferiscono seguire il branco e restare nella comfort zone; ai primi punta eBay.

Fantascienza? Forse, ma intanto il pioniere delle aste online entro fine anno ha intenzione, secondo il Daily Mirror, di lanciare una homepage basata sull’intelligenza artificiale e il machine learning per assicurare un livello di personalizzazione mai raggiunto negli acquisti.

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