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Tecnologia di consumo: mercato italiano stabile nel 2024 (-0,6%)

Dopo un 2023 fortemente negativo (-6,3% a valore), quello da poco concluso è stato un anno di stabilizzazione per il mercato italiano della Tecnologia di consumo. Secondo i dati di GfK – an NIQ Company, le vendite nel nostro Paese hanno visto un trend sostanzialmente stabile: -0,6% a valore e 0% a unità, per un giro d’affari complessivo di 16,2 miliardi di euro a fine anno. Nel corso del 2024, il fatturato del settore Tech&Durables ha registrato un incremento del +1% nel canale online, mentre ha subito una leggera flessione del -1,1% nei punti vendita tradizionali. A fine anno, le vendite online hanno rappresentato il 26,8% del mercato Tech complessivo, un dato sostanzialmente stabile rispetto al 2023. Nonostante la leggera crescita, il peso dell’online in Italia rimane tra i più bassi in Europa.

Dietro il trend stabile del mercato si celano dinamiche molto diverse che interessano i principali comparti della Tecnologia di consumo. Il settore con la crescita maggiore rispetto al 2023 è l’Home Comfort, che registra un incremento del +8,4% a valore. Anche il Piccolo Elettrodomestico mostra segnali positivi, crescendo del +6,5% su base annua, in netta ripresa rispetto alla flessione del -1,2% registrata nel 2023. Il Grande Elettrodomestico chiude l’anno in positivo con un aumento del fatturato del +1,1%.

Registra un calo del -1% la Telefonia, che si conferma come il settore più importante per giro d’affari. Trend negativo anche per i settori dell’IT&Office (-4%) e dell’Elettronica di Consumo (-4,5%). Pur rimanendo in area negativa, per entrambi i settori il dato di chiusura anno è migliore rispetto a quello registrato nel 2023, quando avevano visto una contrazione rispettivamente del -8,6% e del -28,5% a valore. Il comparto più negativo in assoluto è quello della Fotografica, che chiude l’anno con un calo delle vendite del -8,6%.

Tra i prodotti che sono cresciuti di più nel corso del 2024, troviamo le Friggitrici ad Aria (+29,7% a valore), i prodotti per lo Styling dei capelli (+19,3%), i dispositivi per la Preparazione dei cibi (+16%), gli Spazzolini Elettrici (+15,5%) e le Asciugatrici (+13%). Si conferma quindi la richiesta da parte dei consumatori italiani di prodotti in grado di semplificare la vita di tutti i giorni, ma anche l’interesse per soluzioni per cucinare in modo più sano e rapido.

Secondo le previsioni del report Global Tech & Durables Outlook 2025 – realizzato da NIQ&GfK in collaborazione con la Consumer Technology Association (CTA) – dopo alcuni anni difficili, nel 2025 il settore T&D dovrebbe crescere del +0,9% a livello mondiale. Queste previsioni riflettono una stabilizzazione del comportamento dei consumatori, favorita dal rallentamento dell’inflazione, in un contesto di fiducia ancora fragile. In particolare, si prevede una stabilizzazione per i comparti del Grande e Piccolo Elettrodomestico, con una crescita trainata dalla domanda di prodotti che semplificano la vita, come lavastoviglie, aspirapolvere e dispositivi per l’igiene dentale. Anche il settore IT&Office dovrebbe tornare a crescere, grazie all’effetto sostituzione dei pc acquistati durante la pandemia e all’introduzione di nuove funzionalità legate all’Intelligenza Artificiale che dovrebbero stimolare la domanda. Nel 2024, produttori e retailer dovranno concentrarsi su prodotti che offrano un valore significativo per i consumatori, rispondendo alle esigenze specifiche dei diversi territori e intercettando le tendenze di consumo emergenti.

Black Friday, tecnologia di nuovo in cima agli acquisti degli italiani

Anche nel 2024 il Black Friday si è confermato come evento promozionale molto amato dagli italiani. Secondo i dati di Foxintelligence – società di NielsenIQ che opera nell’e-commerce measurement in Europa – l’high-tech si conferma come la categoria più acquistata in Italia, mentre sono cresciute rispetto allo scorso anno le vendite dell’home & kitchen (mobili, arredamento, elettronica per la casa) che si posiziona al secondo posto. Sul gradino più basso del podio troviamo l’abbigliamento (in calo rispetto al 2023), seguito da beauty e food, entrambi in crescita.

Tecnologia di consumo di nuovo positiva dopo due anni
Dopo due edizioni caratterizzate da un trend negativo (-2,3% nel 2022 e -11% nel 2023) quest’anno il Black Friday torna a essere positivo per il mercato italiano della tecnologia di consumo. Le rilevazioni effettuate da GfK per la settimana del Black Friday (dal 25 novembre al 1° dicembre 2024) mostrano infatti una solida crescita del fatturato del +4,9% a valore per le categorie più importanti del mercato della tecnologia di consumo (tra cui tv, pc, smartphone, tablet, wearable, frigoriferi, lavatrici, aspirapolvere, stampanti, ecc…). Per questo perimetro di prodotti, durante la settimana del Black Friday 2024 è stato generato un controvalore pari a 472 milioni di euro. La tendenza positiva ha interessato soprattutto i punti vendita tradizionali, che hanno registrato una crescita del +7,2% rispetto al 2023, mentre il canale online ha visto un incremento più ridotto (+1,1%). Durante la settimana del Black Friday, le vendite tramite internet hanno contribuito al 36% del fatturato totale.

Questo trend si inserisce in un contesto di generale ripresa del settore tech & durable, iniziata a luglio 2024. Dopo un periodo prolungato di contrazione, la domanda è tornata a crescere e le prospettive per novembre confermano questa tendenza. Infatti, anche le settimane antecedenti al Black Friday hanno registrato crescite a doppia cifra. La diffusione sempre più precoce delle promozioni, a partire da inizio novembre, ha distribuito le vendite su un arco temporale più ampio, con un impatto particolarmente evidente sulle categorie smartphone e tv che sono cresciute molto nelle prime settimane di novembre. Questo fenomeno suggerisce che i consumatori sono sempre più informati e reattivi alle offerte e che i retailer anticipano le loro strategie promozionali per intercettare la domanda. La settimana del Black Friday si conferma la più importante del 2024 per giro d’affari: rispetto al fatturato della settimana media riferita all’ultimo anno, si è registrato infatti un incremento del +132%.

I comparti e i prodotti tech più acquistati durante il Black Friday
I settori che hanno registrato i risultati migliori sono stati il piccolo elettrodomestico (+15,7%), l’home comfort (+10%) e l’informatica e office (+10%). Quest’ultimo ha vissuto un vero e proprio rimbalzo dopo le performance negative degli ultimi due anni. I primi segnali di ripresa si erano già visti durante l’estate e sono stati ulteriormente consolidati dai risultati positivi del Black Friday. Sicuramente le promozioni hanno dato un impulso alle vendite – soprattutto per quanto riguarda desktop pc e tablet – contribuendo alla crescita complessiva del settore. Positivo anche l’andamento del grande elettrodomestico (+5,4%) mentre registrano un trend stabile rispetto al 2023 l’elettronica di consumo (-0,4%) e la telefonia (-0,3%). Guardando alle tre categorie più importanti in termini di fatturato, registrano una performance stabile gli smartphone (+0,2%) e i tv (-0,6%) mentre crescono in maniera significativa rispetto allo scorso anno i pc portatili (+8,4%). I prodotti che hanno registrato le crescite più rilevanti – rispetto alla settimana del Black Friday 2023 – sono stati i dispositivi per la preparazione del cibo (quali ad esempio robot da cucina, frullatori a immersione, tritatutto, ecc…) che sono cresciuti del +52% a valore. Molto positive anche le vendite di friggitrici ad aria (+30%), tablet (+27%), condizionatori fissi (+22,5%) e spazzolini elettrici (+18,7%). L’impatto delle attività promozionali nella settimana del Black Friday 2024 è aumentato rispetto agli ultimi anni e si assesta al 33% dei volumi venduti con una riduzione di prezzo di almeno il 15%. I desktop pc sono stati il prodotto con la percentuale più alta di vendite promozionali (50%).

La chiusura dell’anno si preannuncia decisiva per il settore della tecnologia di consumo. Le festività natalizie rappresenteranno un test importante per capire se la ripresa degli ultimi mesi è destinata a proseguire. Sarà quindi fondamentale monitorare attentamente i dati di vendita per avere un quadro sull’effettiva salute del mercato e anticipare le dinamiche del mercato nel nuovo anno.

Non food: crescono profumeria, giocattoli e casalinghi. Rallenta l’elettronica

È un quadro molto difforme e sfaccettato quello delineato dall’edizione 2024 dell’Osservatorio Non Food di GS1 Italy, lo studio che raccoglie, organizza e sistematizza l’andamento di 13 comparti non alimentari e ne mette a fuoco giro d’affari, consumi, canali di vendita, innovazioni tecnologiche e tendenze di mercato. Uno scenario articolato e dinamico, in cui il team di ricercatori dell’Osservatorio Non Food ha individuato otto tendenze di fondo, trasversali a diversi comparti merceologici, che nel 2023 hanno modificato il profilo del comparto Non Food in Italia.

“Il 2023 ha segnato una nuova tappa nel percorso di ripresa dei consumi non alimentari, che mostra un trend di +6,2% nel quinquennio 2019-2023 – dichiara Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy. Questa tendenza di fondo ha mostrato un’intensità diversa all’interno dei singoli settori merceologici rispecchiando i differenti atteggiamenti degli italiani nei confronti degli acquisti di prodotti Non Food. Ad esempio, l’attenzione al benessere personale ha sostenuto la spesa destinata ai prodotti cosmetici e di automedicazione, mentre la conferma dei bonus statali ha incentivato gli italiani ad ammodernare le proprie case, con interventi di efficientamento energetico e di aumento del comfort domestico”.

La maggior parte dei 13 comparti analizzati nell’Osservatorio Non Food 2024 di GS1 Italy ha registrato un aumento annuo del valore delle vendite. I top performer sono i prodotti di profumeria (+11,1%), seguiti a distanza dai prodotti di automedicazione (+4,2%). Invece elettronica di consumo, edutainment, abbigliamento e calzature hanno chiuso l’anno con un risultato negativo. Queste performance hanno determinato dei cambiamenti nel ranking dei settori in base al loro giro d’affari. Dopo alcuni anni, il comparto abbigliamento e calzature è tornato in cima al podio, strappando la leadership all’elettronica di consumo. Al terzo posto si confermano mobili e arredamento e al quarto il bricolage. Complessivamente questi quattro comparti detengono una quota del 65,4% sul giro d’affari totale rilevato dall’Osservatorio Non Food 2024.

L’andamento dei comparti del Non Food
Battuta d’arresto nel 2023 per abbigliamento e calzature che si è fermato a 21,6 miliardi di euro di vendite (-0,9%). Questo comparto è lontano dai valori del pre-Covid (-5,6% tra 2019 e 2023) e l’unico canale in crescita è l’online (+8,6% rispetto al 2019). Al secondo posto scende l’elettronica di consumo, che in un anno ha perso il -4,8% delle vendite in valore, fermandosi a 21,1 miliardi di euro di sell-out. Su base quinquennale, invece, il giro d’affari risulta in crescita di +10,2%. Il comparto mobili e arredamento ha chiuso il 2023 con un aumento di +1,9% delle vendite, salite a 15,9 miliardi di euro. Nel periodo 2019-2023 il giro d’affari è cresciuto di +6,8%. In espansione anche il sell-out del bricolage (+0,7% sul 2022, +10,8% nel quinquennio), ammontato a 13,5 miliardi di euro. Al quinto posto nel ranking per fatturato si confermano i prodotti di automedicazione, con 8,7 miliardi di euro di giro d’affari, in crescita di +4,2% sul 2022 e di +16,8% rispetto al 2019.

Il miglior balzo in avanti, sia su base annua che nel quinquennio, è quello dei prodotti di profumeria, che hanno chiuso il 2023 con 7,5 miliardi di euro di vendite, in crescita di +11,1% sul 2022 e di +23,1% sul 2019. Altri comparti hanno generato nel 2023 un fatturato maggiore rispetto a quello ottenuto nel 2019. Sono i prodotti di ottica con 2,7 miliardi di euro di vendite (+1,3% annuo, +8,2% nel quinquennio), il tessile casa con 1,3 miliardi di euro (rispettivamente +0,9% e +2,8%), i giocattoli con 1,1 miliardi di euro (rispettivamente +2,7% e +0,4%). Invece l’edutainment ha chiuso il 2023 con 4,7 miliardi di euro di sell-out, in calo di -1,6% sul 2022 ma comunque in crescita di +13,8% rispetto al 2019. Tre comparti sono accomunati da un bilancio annuo positivo ma sono ancora al di sotto del sell-out che avevano nel 2019. Nel 2023 gli articoli per lo sport hanno raggiunto i 6,1 miliardi di euro di vendite (+1,5 rispetto al 2022, -0,4% nel quinquennio), i casalinghi hanno incassato 4,4 miliardi di euro di vendite (rispettivamente +2,8% e -0,9%) e la cancelleria ha totalizzato 1,2 miliardi di euro di vendite (rispettivamente +0,2% e -1,4%).

La rete commerciale tra chiusure e restyling dei punti vendita
Nel 2023 il rallentamento della ripresa degli acquisti non alimentari, penalizzata dal fenomeno inflattivo e dal carovita, ha avuto ripercussioni importanti anche sull’assetto della distribuzione Non Food. In un contesto in cui, per gli acquisti non alimentari, gli italiani preferiscono orientarsi sui punti vendita specializzati e, soprattutto in alcuni comparti, sul canale online, nel 2023 hanno abbassato la serranda circa 9.200 negozi, riducendo la rete del commercio fisso non alimentare a poco più di 493.500 punti vendita. Un fenomeno che prosegue da tempo e che riguarda tutti i comparti analizzati nell’Osservatorio Non Food, con un’accentuazione particolare in prodotti tessili e biancheria per la casa (-4,5% rispetto al 2022), da libri, giornali e cartoleria (-4,1%) e da calzature e articoli in cuoio (-2,6%). In termini numerici ad avere registrato il maggiore calo di esercizi (circa 2.900) è il comparto abbigliamento e accessori, che resta comunque quello con la rete più estesa e capillare (oltre 118 mila punti vendita), e che registra da tempo una riduzione delle proprie unità su tutto il territorio nazionale.

A questa fotografia si aggiunge la lettura della rete commerciale inaugurata dall’Osservatorio Non Food, che raggruppa le grandi superfici specializzate (GSS) e i grandi magazzini in cinque tipologie di agglomerazioni commerciali, che nel 2023 hanno perso complessivamente il -1,2% dei punti vendita. L’agglomerazione più significativa, con il 43,5% dei punti vendita totali, resta il commercio urbano centrale, che però in un anno ha registrato la chiusura di -2,1% degli esercizi. Bilancio 2023 negativo anche per la seconda tipologia di agglomerazioni commerciali: i centri commerciali (39,3% di quota), che hanno subìto un calo numerico di -0,4%. A diminuire sono state anche le attività presenti nei parchi commerciali (-0,8%), nelle aree periferiche (-0,3%) e negli altri poli, come stazioni e aeroporti (-3,8%). I factory outlet sono l’unica agglomerazione commerciale ad aver chiuso il 2023 con un aumento della rete di vendita (+0,8%). Entrando poi nel dettaglio delle diverse tipologie di punti vendita, l’analisi sull’evoluzione della rete commerciale nei 13 comparti merceologici rilevati dall’Osservatorio Non Food ha confermato la leadership delle grandi superfici specializzate (GSS): nonostante continui la razionalizzazione della rete (-1,3% rispetto al 2022), contano ancora 27.630 negozi. Apprezzati per l’ampiezza e la profondità dell’offerta, ma anche per i servizi di consulenza pre-vendita e il radicamento sul territorio, le GSS raccolgono il 56,2% delle vendite di articoli per lo sport, il 55,8% di quelle di elettrodomestici bruni e il 53,9% di quelle di abbigliamento e calzature. Inoltre, le GSS hanno quote a valore superiori al 35% in piccoli elettrodomestici, telefonia e tessile.

Nel 2023 la rete delle grandi superfici alimentari (GSA) è rimasta stabile a quota 25 mila punti vendita tra ipermercati, superstore, supermercati, superette e discount. Nell’universo del Non Food le GSA sono rilevanti solo in alcuni comparti, in cui superano il 10% di incidenza a valore (cancelleria, giocattoli, casalinghi e tessile), ma registrano quote in calo in tutti i comparti, in particolare nella profumeria. Anche la rete delle grandi superfici non specializzate (GSNS) ha vissuto un 2023 di grandi movimenti: è aumentata la numerica dei grandi magazzini (+1,9%), che ha raggiunto le 2.247 unità, mentre è diminuita quella dei cash & carry (-3,9%), attestata oggi a 368 unità. Complessivamente le GSNS hanno conservato le quote di mercato del 2022, mostrando variazioni molto contenute. I negozi specializzati continuano a mantenere una posizione di leader nei comparti in cui sono importanti la competenza, il servizio pre e post-vendita e la possibilità di personalizzare gli acquisti. La quota di mercato più alta si registra nei casalinghi (82,1% a valore), nonostante un calo annuo di -1,1 punti percentuali. Seguono la cancelleria (68,2%), il bricolage (63,8%) e l’ottica (65,0%). Nei prodotti di profumeria il 2023 è stato l’anno del ritorno alla leadership dei negozi specializzati, in catena o indipendenti, che sono arrivati al 32,4% di market share a valore. Il 2023 ha segnato una tendenziale stabilizzazione del peso dell’e-commerce, dopo i rilevanti aumenti registrati negli ultimi anni. In alcuni comparti il canale digitale ha visto diminuire il giro d’affari (come abbigliamento e accessori ed elettronica di consumo) e in altri lo ha aumentato (+1,9% negli articoli per lo sport, +13,7% nella profumeria, +4,2% nei farmaci da banco). I comparti dove le vendite online hanno un peso maggiore restano l’edutainment (55,7% di incidenza a valore, ma 83,3% nei videogiochi) e l’elettronica di consumo (28,2%, ma 43,7% in multimedia storage).

Rapporto Coop 2024: Italia in bilico tra ripresa e timori per il futuro

È un Paese inquieto quello che emerge dal nuovo Rapporto Coop 2024, in cui si riduce la quota di chi guarda con fiducia al futuro (che scende di 4 punti in due anni) e aumenta il timore (+ 11 punti percentuali 2024 su 2022). Secondo l’analisi sulla vita quotidiana degli italiani curato dall’Ufficio Studi Coop, le giovani generazioni, sulle quali si scarica maggiormente il peso del futuro incerto che si prospetta, pur non mostrando piena consapevolezza di ciò, sono più mobilitate dei loro coetanei europei ad attivarsi per cercare di cambiare la società in cui vivono; il 52% lo ha fatto rispetto a un 48% della media europea. Una inquietudine di fondo generata anche dal fatto che la maggioranza degli italiani (il 55%) è alle prese con una vita ben diversa dalle proprie aspettative di partenza molto spesso in senso peggiorativo (44% del campione). Un sentiment con cui gli italiani si proiettano in avanti che cozza con i dati dell’oggi.

Se è vero infatti che il potere di acquisto nel nostro Paese ha recuperato i livelli pre-pandemia e che oggi più di ieri sono diminuiti gli italiani che hanno vissuto situazioni di disagio profondo (l’ammettevano 20 milioni di persone nel 2022 rispetto ai 12 milioni di oggi) e che le famiglie in difficoltà ad affrontare una spesa imprevista di 800 euro passano dal 45% del 2023 al 33%, restano comunque ampie le difficoltà sociali del Paese. E anche questa faticosa tenuta non è avvenuta senza sacrifici. Innanzitutto, l’overworking è la leva principale con cui gli italiani provano a difendere il loro tenore di vita; infatti, già nel 2023 per ottenere redditi reali di poco superiori a quelli di 5 anni fa sono stati costretti a un surplus di ore lavorate (un miliardo e mezzo di ore in più). E, come spesso accade, sono molto ampie le differenze tra i settori economici. Ad esempio, i redditi per occupato dei lavoratori della sanità sono calati dell’8,5%, quelli dell’istruzione dell’11,2% mentre per altri come il settore costruzioni o l’ambito immobiliare i redditi sono cresciuti rispettivamente del 4,6% e del 6,4%. Forse anche per questo a precisa domanda il 75% degli intervistati non esita a dichiararsi insoddisfatto in primo luogo della propria retribuzione.

La parola chiave di oggi: risparmio
Con il recupero dei redditi anche i consumi tornano, in termini reali, ai livelli pre-pandemia (+0,3% nel 2023 rispetto al 2019), ma più che in passato sono ostaggio delle spese obbligate che limitano di molto gli spazi discrezionali delle famiglie. Non sorprende allora che la parola chiave con cui gli italiani si approcciano ai consumi sia il risparmio, di gran lunga il primo criterio di scelta negli acquisti (lo dice il 75% del campione) sia che si tratti di riempire l’armadio sia di scegliere un’auto (peraltro sempre più frequentemente usata, tanto che sono 15 milioni gli italiani che hanno rinunciato all’acquisto dell’auto nuova nel 2024), mentre rimane un miraggio la casa di proprietà (-2,1% le compravendite nel corso di quest’anno). Anche i prodotti tecnologici a partire dallo smartphone, fino all’altro ieri oggetto dei desideri, hanno perso buona parte della loro attrattività e le vendite a volume nell’ultimo anno scendono di oltre il 6% e proprio lo smartphone con i suoi accessori (-7,4% e quanto a numero di pezzi quasi un milione in meno anno su anno) insieme alle tv e ai pc registrano cali significativi (mentre crescono prodotti tech per la cucina e il beauty).

Nuove identità alimentari
Pur nel solco della tradizione, molti italiani si aprono alla scoperta di nuovi stili alimentari; più esploratori che custodi. Se un italiano su 3 (34%) infatti privilegia ancora la dieta mediterranea, si affermano le diete ricche di proteine non animali ovviamente, con l’iperproteico (7% dei consumatori, +2%) sul 2023, e tutti quegli stili attenti al peso forma; quindi, crescono il fit sport (6%, +2%) e il digiuno intermittente (7%, +3%) senza tralasciare che rimangono pressoché stabili il flexitariano, il reducetariano e il climatariano. Prevalgono dunque a ben vedere gli stili orientati al benessere e alla sostenibilità. Da sempre, d’altronde il cibo è per noi italiani rispetto alla media europea più di un nutrimento fine a sé stesso e, vista la propensione attuale, non stupisce come i nostri connazionali siano ben più attenti a una alimentazione sana rispetto al resto degli europei. Coloro che pensano di rafforzare questa propensione sopravanzano di 36 punti percentuali chi la diminuisce; una differenza più alta di quella europea che si ferma a 31 punti percentuali. E sempre gli italiani sono anche gli unici, almeno a parole, a dirsi disposti a pagare di più per avere prodotti salutari (complessivamente e al netto di chi non sarà disposto, +15%; a fronte di una media Ue ferma a +1%).

“Lo scenario delineato dal Rapporto Coop 2024 si introduce in un contesto straordinariamente complesso e in fondo atteso, viste le varie ragioni di tensione che affrontiamo quotidianamente, con alcuni dati più sorprendenti che confortano l’operato di Coop e le tendenze intraprese negli ultimi anni – commenta Maura Latini, Presidente Coop Italia. È indubitabile come la leva del risparmio si consolidi come primaria e la tutela del potere d’acquisto, soprattutto delle famiglie più in difficoltà, sia la rilevante ragion d’essere delle cooperative di consumatori”.

“I dati che mostrano uno stop alla caduta dei volumi del largo consumo sono senz’altro positivi, ma lo scenario dei consumi rimane ancora debole e caratterizzato da una grande “volatilità”. Se da una parte il quadro inflattivo sembra assestarsi, dall’altra si dovrà tenere conto del fatto che i prezzi, anche se stabilizzati, sono di fatto del 20% superiori a quelli del 2021 – aggiunge Domenico Brisigotti, Direttore Generale Coop Italia. Stiamo assistendo a una ripresa della spinta promozionale, funzionale a sorreggere i volumi e allo sviluppo della competizione intra marche e tra i canali. Da una parte prosegue la crescita della mdd e dall’altra quella del discount anche se sorretta dalle aperture. Coop sta consolidando il proprio percorso con la crescita della propria mdd che nel solo grocery ha aumentato di ulteriori 2 punti la propria quota verso il 2023 raggiungendo il 32%”.

“Il Rapporto Coop conferma la grande preoccupazione degli italiani per lo scenario internazionale e per le guerre in corso, mentre sul piano interno vengono percepiti alcuni miglioramenti della situazione economica e delle prospettive del Paese. Un Paese a due velocità dove comunque permangono ampie sacche di difficoltà – conclude Marco Pedroni, Presidente Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori). A tal proposito, nel corso di quest’anno le cooperative di consumatori hanno realizzato un risultato importante, rinnovando il contratto nazionale di lavoro che interessa oltre 60.000 dipendenti. Sul versante dell’impegno economico delle nostre cooperative invece, è ripartita la carta “Dedicata a te” rivolta a famiglie maggiormente in difficoltà promossa dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (Masaf). Una carta a cui Coop ha aggiunto lo sconto del 15% sui prodotti alimentari. Questo il contesto in cui Coop combatte l’inflazione e continua a sviluppare una forte politica di offerta di qualità e di convenienza con la sua amplissima gamma di prodotti a marchio”.

Barometro Consumi NIQ, stabili il largo consumo e i beni tecnologici

Nel secondo trimestre del 2024 la spesa dei consumatori italiani per i beni di largo consumo e per i beni tecnologici e durevoli è rimasta pressoché invariata rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (-0,3%). Da notare il persistente segno positivo di alcune categorie come i prodotti per la cura degli animali domestici, della persona, dei bambini e della casa, mentre permane la sofferenza dei device elettronici pur registrando un miglioramento rispetto agli ultimi quattro trimestri. Il dato emerge dal nuovo Barometro dei Consumi di NIQ che combina i dati di NIQ e GfK per misurare il giro d’affari dei prodotti del largo consumo, dei beni tecnologici e durevoli acquistati negli store in Italia.

Tra aprile e giugno, nel settore del largo consumo si nota un lieve calo del fatturato (-0,1% vs Q2 2023), che ha comunque superato i 31 miliardi di euro. I beni di prima necessità hanno mantenuto un livello stabile di vendite, con una crescita di alcuni prodotti specifici tra cui fresh food per un valore di oltre 11 miliardi (+0,6% vs Q2 2023) e snacking pari a 1 miliardo (+1,1% vs Q2 2023). Secondo il Barometro dei Consumi di NIQ, i prodotti per la cura della persona, per un valore di 1,8 miliardi hanno conseguito una solida crescita, con un aumento del +6,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, così come il settore della cura della casa, 1,5 miliardi, che ha visto un incremento del +3,9% sempre rispetto ai mesi aprile – giugno 2023. Bene anche per il petcare (circa 600 milioni) che ha visto una crescita del +3,3% rispetto al secondo trimestre 2023. I settori dell’ambient food, ovvero confezionati da scaffale, e dairy, latticini e derivati, hanno registrato una diminuzione del -2,5% e del -2,6% del valore (sempre Q2 2024 vs Q2 2023), con un giro d’affari rispettivamente di 5 miliardi e 3 miliardi.

“Il progressivo rientro dell’inflazione sta impattando sull’andamento delle vendite nel secondo trimestre dell’anno. In particolare, il largo consumo rallenta la sua corsa, sostenuta principalmente dai prezzi, e chiude il trimestre con un andamento rispetto al 2023 leggermente negativo (-0,1%). I beni per la cura della persona e della casa, in controtendenza rispetto alla media FMCG, registrano andamenti positivi” ha commentato Romolo De Camillis, Retailer Director NIQ Italia.

Per quanto riguarda il mercato dei beni tecnologici e durevoli invece, nel secondo trimestre del 2024 in Italia frena il calo delle vendite, raggiungendo un fatturato nel periodo aprile – giugno di quasi 14,8 miliardi di euro, pari a un -0,7% vs Q2 2023. In particolare il settore technical consumer goods (TCG), che include elettronica di consumo, telefonia, IT, prodotti per l’ufficio, fotografia e altri beni tecnologici, presenta un ricavo nel secondo trimestre pari a 2,7 miliardi con un -4,5% vs Q2 2023.

“Anche le vendite di beni durevoli e tecnologici si attestano nel trimestre leggermente al di sotto dei livelli dello scorso anno (-0,7%) interrompendo la fase di accentuata flessione riscontrata nei trimestri precedenti. Buoni segnali di crescita nei comparti DIY / home improvement (+0,9% vs Q2 2023 per un valore di questo trimestre di 6,7 miliardi) e home appliances (+0,7% vs Q2 2023 per un valore di 1,6 miliardi). Da citare anche il settore tech consumer goods che, sebbene ancora negativo, ha riportato un miglioramento rispetto ai quattro trimestri precedenti. In termini qualitativi osserviamo, anche nei dati degli ultimi mesi, una continua spending review degli Italiani che rimodulano rapidamente le loro scelte d’acquisto in funzione dei loro bisogni e dell’andamento dei prezzi” ha aggiunto Ivano Garavaglia, CS Retail Lead & RV Sales Deputy NIQ Italia.

Rallenta la tecnologia, in calo vendite di smartphone, pc e macchine fotografiche

La domanda di prodotti tecnologici in Italia continua a vivere una fase di rallentamento, come confermato dai dati GfK Market Intelligence relativi al primo semestre 2024. Il mercato italiano ha segnato una flessione del fatturato del -4,7% a valore rispetto allo stesso periodo del 2023, attestandosi a 7 miliardi di euro. Questo scenario evidenzia una persistente debolezza del settore dopo le vendite record registrate negli anni della pandemia. Qualche spiraglio arriva dai dati più recenti: nel mese di giugno il mercato della tecnologia di consumo, pur rimanendo in area negativa (-1,4% a valore) mostra segnali di stabilizzazione.

La negatività riguarda sia le vendite effettuate sui canali tradizionali – che sono diminuite del -5,3% rispetto al primo semestre del 2023 – sia quelle effettuate sul canale online, anche se in maniera più limitata: in questo caso il calo è stato del -2,9% a valore. Nel periodo analizzato, risultano negativi tutti i segmenti che compongono la tecnologia di consumo, con l’eccezione del piccolo elettrodomestico, che cresce del +5,8% rispetto ai primi sei mesi del 2023. In particolare, tra i prodotti più importanti per giro d’affari si segnala la crescita delle vendite di aspirapolvere (+2,4%). Perde terreno rispetto allo scorso anno la telefonia (-4,3% a valore) che si conferma come il settore più importante per giro d’affari generato. In questo comparto, I dati GfK evidenziano una contrazione della domanda di smartphone (-4,5%), parzialmente compensata dalla crescita delle vendite di smartwatch con SIM (+4,5%).

Tra i settori che hanno registrato le performance peggiori nel primo semestre del 2024 ci sono la fotografia (-12,4%) e l’elettronica di consumo (-10,2%) – quest’ultima da tempo alle prese con un calo della domanda. Il mese di giugno, tuttavia, ha mostrato un rimbalzo del +6,3% a valore per l’elettronica di consumo, un segnale incoraggiante attribuibile in parte ai grandi eventi sportivi dell’estate 2024 – Campionati europei di calcio e Olimpiadi – che hanno spinto molti italiani ad acquistare un nuovo televisore. Le vendite dell’home comfort (-0,2%) mostrano una leggera flessione nella prima parte dell’anno. Questo settore, sempre meno legato ai ritmi stagionali, sembra aver risentito di un inizio estate anomalo, con precipitazioni abbondanti e temperature sotto la media in molte zone d’Italia, ma nel mese di giugno ha visto tornare il segno positivo (+1,8% rispetto a giugno 2023). Il settore dell’information technology/office e il grande elettrodomestico chiudono il semestre in negativo, registrando rispettivamente un calo delle vendite del -8,7% e del -4,6% a valore. In questo caso, nemmeno il mese di giugno ha invertito questa tendenza.

Tecnologia di consumo, il 2023 è stato propizio per le friggitrici ad aria (+42%)

Se il 2023, caratterizzato da molteplici crisi, ha disatteso le aspettative di ripresa, si prevede che il mercato globale dei beni di consumo tecnologici e durevoli tornerà ad essere positivo nel 2024. Il fatturato dell’anno passato, al netto di tutte le problematiche insorte, sarà comunque al di sopra dei livelli pre-pandemici e questo in primis grazie alla crescita dei settori dell’IT & Office e del Piccolo Elettrodomestico, che hanno registrato performance ben superiori ai ricavi del 2019, rispettivamente con un +16% e un +21%. L’Elettronica di consumo (CE), invece, si è mantenuta debole.

Prezzo e Premium: due driver di crescita della domanda nel 2023
Secondo l’indagine internazionale GfK Consumer Life, nel 2023 il prezzo è stato un fattore sempre più importante nelle decisioni di acquisto dei consumatori. Retailer e produttori hanno risposto estendendo i periodi promozionali e offrendo più prodotti a prezzi scontati. Di conseguenza, i consumatori hanno avuto l’opportunità di acquistare prodotti con caratteristiche più elevate che non avrebbero potuto permettersi a prezzi normali. Accanto a questi segmenti più sensibili al prezzo, sono rimasti sul mercato anche consumatori con redditi più elevati e maggiormente resistenti alla crisi. Di conseguenza, nell’ultimo anno i prodotti premium hanno continuato a registrare performance superiori alla media. La domanda è stata particolarmente elevata per gli elettrodomestici con funzionalità che semplificano la vita, come gli aspirapolvere Wet & Dry. Nei primi dieci mesi del 2023, questi prodotti sono cresciuti del +2% rispetto all’anno precedente, mentre le vendite di aspirapolvere in generale sono diminuite del -2%. Anche i prodotti che rispondono a esigenze specifiche o legati a stili di vita emergenti hanno ottenuto risultati particolarmente positivi. Ad esempio, le friggitrici ad aria calda – che consentono di cucinare in modo più sano – sono cresciute del +42%, a fronte di un +38% delle friggitrici in generale. Allo stesso modo, le tastiere Bluetooth – che aiutano a mantenere in ordine lo spazio per lo smart working – hanno segnato un +17% a fronte del -2% registrato dal comparto tastiere.

Previsioni per il 2024
Secondo le previsioni GfK, nel 2024 la crescita sarà guidata dalle seguenti tendenze e innovazioni:

– A quasi quattro anni dall’inizio della pandemia, inizieranno i cicli di sostituzione dei prodotti, in particolare per categorie in rapida evoluzione come gli smartphone e i PC portatili. Di conseguenza, nel 2024 il comparto Telecom dovrebbe crescere, con una maggiore propensione verso i dispositivi di fascia alta;

– Il dati GfK evidenziano un aumento delle vendite di televisori in concomitanza con i grandi eventi sportivi. I Giochi Olimpici e i Campionati europei di calcio in programma nel 2024 dovrebbero quindi avere un impatto positivo sull’Elettronica di consumo;

– Le differenze regionali nelle performance del settore Tech erano già evidenti nel 2023. In Medio Oriente e Africa il mercato ha beneficiato dello sviluppo più recente (più +7% a valore nei primi dieci mesi del 2023, rispetto allo scorso anno). Il mercato cinese invece ha dovuto affrontare la deflazione, la crisi immobiliare e la scarsa fiducia dei consumatori, segnando un calo del -6%. Questa divergenza potrebbe aumentare nel 2024, poiché il PIL continuerà a crescere in aree emergenti come l’India, mentre Cina e Stati Uniti dovrebbero rallentare rispetto al 2023;

– Per il 2024 si prevede un ulteriore calo dell’inflazione a livello internazionale, che dovrebbe portare a un miglioramento della fiducia dei consumatori. Tuttavia i tassi di interesse rimarranno su livelli elevati, rappresentando un ostacolo agli investimenti sia per i consumatori che per le imprese.

Il Black Friday non salva la tecnologia di consumo, fatturato in calo dell’11%

Dopo la crescita record avvenuta negli anni della pandemia e un 2022 leggermente in negativo (-2,3%), dall’inizio di quest’anno il settore della tecnologia di consumo sta vivendo un rallentamento della domanda. Le ragioni? L’effetto saturazione registrato da alcuni settori cresciuti molto gli scorsi anni e il carovita. Si riteneva che il Black Friday avrebbe potuto risollevare tale settore ma così non è stato: il trend negativo infatti è proseguito anche nella settimana dal 20 al 26 novembre.

Le rilevazioni effettuate da GfK mostrano un calo del fatturato del -11% per le categorie più importanti del mercato della tecnologia di consumo (tra cui TV, PC, smartphone, tablet, wearable, frigoriferi, lavatrici, aspirapolvere, stampanti, etc). Per questo perimetro di prodotti, durante la settimana del Black Friday è stato generato un controvalore pari a 438 milioni di euro.

Anche le settimane precedenti al Black Friday sono state negative e il mese di novembre – solitamente decisivo per il settore – non sembra in grado di risollevare le sorti della tecnologia di consumo. La settimana del Black Friday rimane comunque la più importante del 2023 per giro d’affari: rispetto al fatturato della settimana media riferita all’ultimo anno, si è registrato un incremento del +117%. Il confronto è positivo anche rispetto alla settimana precedente: in questo caso la crescita è stata del +47% a valore. Il trend negativo ha riguardato sia i punti vendita tradizionali (-12%) che il canale online (-10%). Durante la settimana del Black Friday, le vendite tramite internet hanno contribuito al 38% del fatturato totale.

Tutti i comparti hanno registrato performance negative rispetto al Black Friday 2022, ma quelli che hanno sofferto di meno sono stati l’home comfort (-2%), il grande elettrodomestico (-3%), il piccolo elettrodomestico (-4%) e il telecom (-4%). La decrescita più notevole è stata invece quella dell’IT & office (-21%) e dell’elettronica di consumo (-25%), a causa di un rallentamento della domanda. In leggero calo risultano gli smartphone (-2%), mentre registrano trend decisamente negativi rispetto allo scorso anno i PC portatili (-24%) e i TV (-26%). Gli unici prodotti che segnano una crescita rispetto al Black Friday 2022 sono le lavastoviglie (+12%) e le stampanti multifunzione (+3%).

L’impatto delle attività promozionali nella settimana del Black Friday è calato rispetto agli ultimi anni, e si assesta al 38% dei volumi venduti con una riduzione di prezzo di almeno il 10. I mediatablets sono stati il prodotto con la percentuale più alta di vendite promozionali (54%). Negli ultimi anni le promozioni si sono moltiplicate, interessando anche altri periodi dell’anno. La settimana del Black Friday, pur mantenendo la sua centralità nel fatturato delle categorie tech, non è più quindi un appuntamento unico per i consumatori per fare buoni affari, dal momento che le attività promozionali sono sempre più presenti anche nelle settimane precedenti.

Mercato della tecnologia di consumo in contrazione, in Italia regge la telefonia

Nella prima metà dell’anno il mercato globale ha visto una contrazione del -6,3% a valore, con un fatturato di 390 miliardi di dollari. L’istituto di ricerche GfK prevede per l’intero 2023 una contrazione a valore del -3,4%, causata dalla saturazione del mercato e dal rallentamento della domanda. Nonostante questo, il valore del mercato è ancora superiore ai livelli pre-pandemici e offre opportunità di crescita in aree specifiche. Leggermente migliore la performance del mercato italiano, che chiude la prima parte del 2023 con un -4,9%. A livello globale, la domanda di prodotti T&D continua a rallentare: il mercato subisce gli effetti del contesto macro-economico – caratterizzato dall’incremento del costo della vita – dell’eccesso di scorte e della saturazione della domanda collegata alla crescita record degli scorsi anni.

Tutti i comparti della tecnologia di consumo hanno registrato un calo dei ricavi nella prima metà del 2023, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tuttavia, il settore IT e il piccolo clettrodomestico rimangono al di sopra dei livelli pre-pandemici. Nel dettaglio:

  • – Elettronica di consumo (TV, soundbar, ecc.): -12%
  • – Telefonia (smartphone, ecc.): -5%
  • – IT e Office (PC portatili, hardware, stampanti, ecc.): -12%
  • – Piccolo Elettrodomestico (friggitrici, mixer, ecc.): -1%
  • – Grande Elettrodomestico (condizionatori, forni, ecc.): -5%

“Le vendite sui canali tradizionali hanno recuperato terreno, mentre l’online si è stabilizzato dopo l’impennata registrata durante la stagione promozionale. Nella prima metà del 2023, il 35% delle vendite globali di Tecnologia di consumo è stato effettuato online, con un calo del -5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Questo leggero calo non interrompe il trend di lungo periodo verso l’omnicanalità, ma rende ancora più importante l’adozione di una strategia omnichannel” commenta Nevin Francis, esperto GfK.

In Italia, il mercato della tecnologia di consumo nella prima metà del 2023 segna un trend negativo a valore (-4,9%) e un fatturato generato di 7,3 miliardi di euro. Dopo la crescita degli ultimi anni, anche il mercato italiano sta rallentando, ma non in tutti i settori. Inoltre, se confrontiamo la performance totale con quella del primo semestre del 2019 il trend a valore continua a essere positivo (+12%). Analizzando l’andamento dei vari comparti emerge come la tendenza negativa sia legata principalmente dalla performance dell’Audio-Video, che registra un pesante -34% e dell’Information Technology, che vede le vendite a valore in calo del -8%. Per entrambi i settori, le cause di questo andamento sono ben note: l’Audio-Video aveva visto una forte crescita nel 2022 dovuta alla “coda” dello Switch-off, mentre l’Information Technology paga la forte domanda che c’era stata negli anni della pandemia per Smart Working e didattica a distanza.

La telefonia, il settore più importante per fatturato, registra un trend positivo (+3%) nel periodo compreso tra gennaio e giugno 2023. Crescono anche i comparti del grande elettrodomestico e del piccolo elettrodomestico, che segnano rispettivamente un +6% e un +4% rispetto allo stesso periodo del 2022. Le vendite online rimangono stabili intorno al 26% del fatturato sviluppato dal settore, ma solo la fine dell’anno ci dirà di quanto cresceranno a seguito dei grandi eventi promozionali che generalmente spingono gli acquisti in rete nel Q4.

L’aumento dei prezzi in tutti gli ambiti della vita sta intaccando le (già limitate) disponibilità di spesa dei consumatori. Secondo lo studio globale GfK Consumer Life, l’inflazione e i prezzi elevati sono tra le preoccupazioni principali per il 35% dei consumatori a livello internazionale. Questo è anche uno dei motivi principali dietro alla contrazione della domanda di prodotti Tech: in questo settore, i prezzi medi a livello globale sono aumentati notevolmente rispetto ai livelli pre-pandemici, con un più +29% a giugno 2023 rispetto a gennaio 2020 (misurati in dollari USA). Il rallentamento del mercato T&D varia comunque da regione a regione, a causa delle differenze nel potere d’acquisto e nei livelli di prezzo. Così, mentre l’Europa occidentale e i Paesi sviluppati dell’Asia hanno registrato una contrazione delle vendite a valore rispettivamente del -6% e del -11%, l’Europa orientale e il Medio Oriente hanno continuato a crescere nei primi sei mesi del 2023.

Il 2022 è stato contrassegnato da problematiche legate all’offerta, mentre quest’anno è contraddistinto dalla volatilità della domanda. Dal punto di vista della supply chain, i costi di spedizione sono già diminuiti di quasi l’80% rispetto all’anno scorso. Nonostante l’offerta sia di nuovo adeguata, il calo della domanda ha portato a una contrazione dei ricavi. Di conseguenza, brand e retailer devono puntare su trend a lungo termine in grado di attirare i consumatori. I prodotti che stanno continuano a crescere nonostante le difficoltà sono quelli che si caratterizzano per efficienza energetica e sostenibilità, maggiore praticità e flessibilità o caratteristiche premium a prezzi accessibili. Gli elettrodomestici smart, sostenibili ed efficienti dal punto di vista energetico non solo offrono al consumatore un risparmio, ma vengono percepiti come convenienti e di elevata qualità. Soprattutto in Europa, dove i prezzi dell’energia sono alle stelle, l’efficienza energetica è uno dei fattori di scelta più importanti per l’acquisto di grandi elettrodomestici. Le vendite a valore dei frigoriferi combinati con etichetta A, B e C, ad esempio, sono aumentate del +77% nella prima metà del 2023 e le lavastoviglie freestanding con le stesse etichette sono cresciute del +37%. Un altro esempio sono le friggitrici ad aria – che consumano meno energia e offrono una cottura più sana – cresciute del +54% nei primi sei mesi del 2023. Anche i prodotti che semplificano la vita dei consumatori hanno continuato a crescere, come i robot aspirapolvere con docking station (+23%).

Un altro trend di lungo periodo che ha sta influenzando positivamente il mercato globale nel 2023 – soprattutto nel settore IT – è il desiderio di flessibilità dei consumatori. A causa delle postazioni di lavoro più piccole e del fenomeno “workation” (lavorare dalle località di villeggiatura), le vendite di tastiere di piccole dimensioni sono cresciute del +11%, mentre i formati standard hanno registrato una contrazione del -10%, nella prima metà del 2023. Anche le tastiere e i mouse bluetooth sono sempre più popolari, con tassi di crescita rispettivamente del +15% e del +10% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Sebbene la domanda di prodotti premium non sia così forte come nel 2022, i modelli di fascia alta continuano a performare meglio della media del mercato, soprattutto nell’Elettronica di consumo. Ad esempio, nella prima metà del 2023 i televisori di fascia alta da oltre 75 pollici sono cresciuti del +5% a livello globale, mentre il mercato TV nel complesso è in calo del -15%.

Il costo della vita sempre più alto spinge i consumatori a valutare attentamente i loro acquisti e spesso il prezzo diventa un fattore decisivo anche quando l’acquisto è motivato da bisogni impellenti. Di conseguenza, il momento dell’acquisto è diventato ancora più strategico e le promozioni rivestono un’importanza sempre maggiore per incrementare i volumi di vendita. “Eventi promozionali come il Prime Day in Europa e il 6.18 in Cina hanno avuto un impatto positivo sulla crescita del mercato a valore nella prima metà del 2023. Anche se la crescita a volume non ha raggiunto i livelli degli anni precedenti, le settimane corrispondenti a questi eventi continuano a superare le performance della settimana media. Con l’avvicinarsi della fine dell’anno, brand e retailer dovrebbero monitorare con attenzione le dinamiche di vendita, per ottimizzare i livelli di stock e identificare i segmenti e gli articoli da promuovere per massimizzare i profitti. Un approccio cauto ma ottimista alle promozioni può intercettare nuove opportunità per incrementare le vendite nonostante il contesto difficile” conclude Nevin Francis.

Settore tech, le previsioni per il 2023 di Dynabook

Le conseguenze della pandemia, la situazione macroeconomica e l’aumento dei prezzi dell’energia rendono difficile prevedere cosa riserverà il 2023 in ambito tech. Ad ogni modo, nonostante l’attuale mercato rimanga incerto in alcuni settori, le aziende devono ancora effettuare investimenti tecnologici consapevoli per garantire la propria crescita, successo e resilienza. Dynabook presenta una serie di previsioni su quali saranno le tecnologie e le soluzioni a crescere più rapidamente il prossimo anno.

L’aggiornamento dei vecchi dispositivi sarà fondamentale per il risparmio energetico
La sostenibilità è tra i principali trend del 2023. Nonostante se ne parli da molti anni, la necessità di adottare comportamenti sostenibili rimane tra gli obiettivi aziendali, visto che le questioni ambientali, sociali e di governance (ESG) sono sempre più importanti, in particolare a causa del recente aumento dei prezzi dell’energia che ha colpito le aziende di tutti i settori. L’anno prossimo, le imprese si impegneranno nel compiere scelte più sostenibili: una delle aree in cui probabilmente si presterà maggiore attenzione è l’aggiornamento alle tecnologie più recenti, con l’obiettivo di risparmiare energia e di rispettare dl’ambiente.

La ricerca Dynabook ha rilevato che il 64% delle piccole e medie imprese europee (PMI) ritiene che le decisioni di acquisto dei notebook siano più importanti oggi rispetto a prima della pandemia e che il modello di lavoro ibrido continui a restare. La durata della batteria tende a diminuire nei dispositivi più vecchi e, di conseguenza, è sempre più importante il ruolo dell’energia per alimentare i device. Questo, unito all’aumento dei costi dell’energia, porta le aziende a cercare di adottare tecnologie più recenti, in grado di migliorare le prestazioni dei dispositivi. Inoltre, dato che gli obiettivi di sostenibilità globale sono sempre più al centro dell’attenzione per molte aziende, anche le tecnologie a minor impatto ambientale e sociale saranno un’area di interesse per i nuovi acquisti. Le aziende dovranno anche avere una maggiore sensibilità etica verso lo smaltimento dei vecchi dispositivi attraverso iniziative come la rivendita e il riciclo, che consentiranno di ridurre le emissioni di CO2.

Le iniziative per fronteggiare la carenza di competenze digitali
A seguito della pandemia da Covid-19, le aziende si stanno trovando ad affrontare la mancanza di professionisti IT qualificati con competenze digitali rilevanti. Un metodo efficace dal punto di vista dei costi per trovare nuovi talenti nel settore tecnologico è quello di investire maggiormente nella formazione di competenze digitali e nei programmi di assunzione. Sia che i nuovi talenti provengano dall’università, da tirocini, da programmi di assunzione per laureati o da cambi di carriera, le aziende che offrono i programmi di formazione saranno in grado di far acquisire al personale le competenze necessarie. Un altro modo per ovviare alla carenza di competenze è consentire ai dipendenti altamente qualificati di svolgere un ruolo centrale nella gestione e nel supporto del personale che lavora da remoto. Dal momento che la comunicazione di presenza favorisce un forte coinvolgimento dei dipendenti, le aziende che implementano un modello di lavoro ibrido di successo possono migliorare le competenze dei loro team attraverso l’uso di soluzioni basate sul cloud. Grazie alla costante evoluzione della tecnologia e dei modelli di business, a partire dal 2023 le aziende avranno sempre più bisogno di implementare programmi di formazione e di specializzazione per migliorare le competenze dei futuri dipendenti e prepararli ad affrontare il mondo digitale ibrido.

La sicurezza al centro dell’attenzione del lavoro ibrido
Il lavoro ibrido ha portato una serie di vantaggi ad aziende e dipendenti. Tuttavia, ha anche aumentato notevolmente i rischi per la sicurezza dei dati, che deve rimanere di primaria importanza e centrale nelle strategie aziendali di tutti i settori. Nonostante le grandi aziende si stanno impegnando per aumentare le proprie misure di sicurezza, la ricerca Dynabook ha rivelato che solo il 46% delle PMI europee considera il miglioramento della sicurezza informatica una priorità di investimento per i prossimi 12 mesi. Questo dato dimostra che non si stanno intraprendendo le misure necessarie per prevenire gli attacchi informatici ai dati sensibili delle aziende.

Nel 2023, le PMI dovranno considerare questo aspetto come un punto centrale delle loro strategie e cercare di rafforzare le misure di sicurezza, assicurandosi che i dipendenti che lavorano da remoto utilizzino soluzioni basate sul cloud per proteggere i dati. Inoltre, fornire ai dipendenti dispositivi sicuri che includano funzioni come l’autenticazione a due fattori e Windows 11 può contribuire a ridurre questi rischi.

Le difficoltà della supply chain restano ma si attenueranno
A seguito della pandemia, le difficoltà della supply chain sono ancora presenti e continueranno ad esserlo l’anno prossimo: quasi un quarto delle aziende prevede, infatti, che si tratti di una sfida almeno fino all’estate prossima. Inoltre, i recenti problemi economici globali non hanno aiutato, provocando un calo delle spedizioni di dispositivi tecnologici in tutta Europa. Tuttavia, nel 2023 inizia a intravedersi una luce in fondo al tunnel e, con la normalizzazione delle supply chain, il mercato potrà passare a un’offerta in grado di tenere il passo con la domanda e tornare ai tempi di consegna previsti, facilitando l’intera supply chain dei dispositivi tecnologici. È anche probabile che un maggior numero di aziende apra nuovi impianti di produzione accessibili in luoghi diversi per aumentare la produzione ed evitare che i problemi globali influiscano nuovamente in modo così importante.

Le tecnologie per aumentare la produttività dei dipendenti delle PMI
Secondo la ricerca Dynabook, per il 19% delle PMI europee la produttività dei dipendenti rappresenta la principale preoccupazione ed è importante che le aziende cerchino di risolvere il problema, supportando i propri dipendenti. Per le aziende di tutte le dimensioni, ma soprattutto per le PMI, qualsiasi perdita di produttività può rappresentare un costo. Per superare questi ostacoli, le PMI dovranno acquisire dispositivi, accessori e strumenti di comunicazione sicuri, nel tentativo di migliorare la produttività e di coinvolgere maggiormente il personale da remoto. Per agevolare questo processo, nel 2023 è probabile che i budget IT saranno orientati verso soluzioni tecnologiche più affidabili e un maggiore supporto IT per i dipendenti, indipendentemente dal luogo in cui lavorano.

La situazione macroeconomica, associata alla crisi energetica globale in corso, ha causato un effetto a catena in quasi tutti i settori lo scorso anno. Con l’arrivo del 2023, e mentre le aziende cercano di affermarsi in un panorama ibrido in continua evoluzione, è fondamentale che continuino a dare priorità ai loro budget IT per assicurarsi di essere in grado di restare competitive.

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