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A Vinitaly and the City arriva il Wine Truck di Esselunga

Il vino ha sempre avuto un posto di rilievo nelle strategie commerciali di Esselunga, che ha costantemente lavorato per valorizzare la categoria e darle un percepito di qualità. Fino ad arrivare a lanciare – a novembre 2023 – l’e-commerce dedicato Enoteca Esselunga. E proprio per dare visibilità a questa iniziativa, per la prima volta quest’anno Esselunga sarà presente come espositore a Vinitaly and the City, l’evento fuorisalone di Vinitaly che dal 4 al 6 aprile trasformerà il centro storico di Verona in un palcoscenico dedicato al vino e alla cultura per celebrare l’eccellenza vinicola italiana.

L’insegna allestirà il proprio Wine Truck Enoteca Esselunga e, con esperti sommelier, proporrà una mescita con 6 etichette esclusive che rappresentano la varietà della produzione enologica italiana. Riservato esclusivamente al mondo del vino e dei distillati di qualità accessibile, Enoteca Esselunga permette di ricevere gli ordini in tutta Italia e non solo nelle aree in cui sono presenti i negozi della catena. Il sito comprende una selezione di circa 330 cantine italiane e di circa 2.000 etichette italiane. Il truck Enoteca Esselunga sarà posizionato nel Cortile del Tribunale e si potrà accedere alle degustazioni venerdì 4 aprile dalle 18.00 alle 23.00, sabato 5 aprile e domenica 6 aprile dalle 15.00 alle 23.00.

I trend del vino in Gdo, aspettando i dazi di Donald Trump

Il peggio sul mercato interno sembra essere alle spalle, ma i dazi minacciati da Donald Trump e la perdurante debolezza a volume suggeriscono cautela. Il vino in Gdo è reduce da anni di grande sofferenza, a causa degli effetti a lungo termine degli aumenti dei costi di produzione e dei loro riflessi sugli scaffali. Tuttavia, a partire dal 2023, il mercato pur mantenendo il segno meno, ha cominciato a dare cenni di miglioramento e nel 2025 potrebbe proseguire nella stessa direzione, grazie in parte al raffreddamento dei prezzi – da non intendere come riduzione – e al conseguente scenario di maggiore stabilità. È questa, in sintesi, la visione della società di ricerche Circana, che ha diffuso in anteprima alcuni dati dello studio “Circana per Vinitaly” che verrà presentato nella sua interezza in una tavola rotonda in programma a Verona lunedì 7 aprile.
La Gdo resta il canale di vendita più importante per il settore, con 753 milioni di litri di vino e spumante commercializzati nel 2024, chiuso con un -1,3% a volume sull’anno precedente (fatta eccezione per lo spumante che sembra aver intrapreso un percorso diverso), in parte compensato da un +2,2% a valore. Andamento positivo per i vini in bottiglia a denominazione d’origine che registrano un +0,7%, confermata anche da altre categorie di vini che nel 2024 hanno registrato buoni risultati, in parte inaspettati.

I BEST PERFORMER A VOLUME E A VALORE
Nel 2024, crescono significativamente a volume, rispetto all’anno precedente, il siciliano Inzolia, con il +12,9%, il Primitivo di Puglia (+11,8%), quasi al pari del Vermentino (Sardegna, Toscana, Liguria) con il +11,7%, seguito dalla friulana Ribolla (+11,3%). La classifica dei vini “emergenti”, cioè quelli col maggior tasso di crescita rispetto all’anno precedente, elaborata invece a valore, mostra il Vermentino al primo posto con +13,5%, seguito dal Primitivo di Puglia con il +12,6%, dal trentino Lagrein che cresce dell’11,5% e dal Pinot Nero con il +9,8%.
Il costo medio per il vino a denominazione d’origine in bottiglia (Doc, Docg, Igt) è di 5,57 euro al litro, con un aumento medio del 2% sull’anno precedente, decisamente più contenuto rispetto al dato 2023, che aveva registrato aumenti superiori al 6%.

I PIÙ VENDUTI IN GRANDE DISTRIBUZIONE
In generale, gli italiani nei supermercati preferiscono i rosati ai bianchi, i bianchi ai rossi e i vini fermi a quelli frizzanti. Al primo posto il Prosecco (Veneto e Friuli V.G.) con quasi 50 milioni di litri venduti (+4,7% rispetto all’anno precedente), seguito dal Chianti (Toscana) con oltre 16 milioni di litri e dal Lambrusco (Emilia-Romagna, Lombardia) con oltre 15 milioni di litri, che però performano peggio dell’anno scorso (-2,9% e -4%). Da notare le buone performance del Vermentino (Sardegna, Toscana, Liguria), al sesto posto in classifica, che cresce dell’11,7% con oltre 11 milioni e 600mila litri venduti, della Ribolla (Friuli-Venezia Giulia), all’ottavo posto con quasi 8 milioni e 700mila litri venduti (+11,3%) e del Primitivo di Puglia, all’undicesimo posto con 7 milioni e 350mila litri (+11,8%).
Il 2024 ha visto migliorare il dato (pur sempre negativo) del vino. La frenata dovuta ai prezzi sembra alle spalle, in uno scenario che però non lascia del tutto spazio all’ottimismo e a previsioni di crescita sostenuta della categoria – dichiara Virgilio Romano, Business Insight Director di Circana –. Nel 2024, le scelte degli shopper si sono indirizzate verso un minor acquisto e verso brand/tipologie con un prezzo più basso per la salvaguardia del proprio budget di spesa, eppure segnali positivi ci sono e su quelli bisogna continuare a lavorare. Sarà necessario sfruttare questo attuale equilibrio, anche se ancora precario, per fare le scelte intelligenti e lungimiranti e trovare le strategie più efficaci per contrastare una situazione inalterata dal punto di vista dell’offerta e in calo dal punto di vista della domanda, avendo come faro il consumatore”.

Flessione nel comparto del vino nella distribuzione moderna

Il 2022 è stato un anno difficile per il mercato del vino nella distribuzione moderna a causa degli aumenti di costo delle produzioni e dei prezzi al pubblico. Il 2023 potrebbe essere un anno altrettanto complicato per i volumi, a causa del pieno manifestarsi degli effetti legati al prezzo ma potrebbe anche verificarsi un recupero nel secondo semestre, se l’inflazione calerà e se le promozioni diventeranno più incisive.

Questo il quadro che verrà presentato in dettaglio dall’istituto di ricerca Circana (già IRI) a Vinitaly (a Verona dal 2 al 5 aprile), nel corso della 19° tavola rotonda su vino e distribuzione moderna, organizzata da Veronafiere.

Un’anteprima della ricerca presenta i dati generali delle vendite nell’anno 2022, la classifica dei vini e spumanti più venduti (a volume) sugli scaffali della distribuzione moderna e la classifica dei vini “emergenti” (a valore).

Sul podio il Prosecco (Veneto e Friuli V.G.) con 46 milioni di litri venduti, il Chianti (Toscana) con 17 milioni di litri, il Lambrusco (Emilia Romagna) con quasi 17 milioni di litri. Si fanno notare le buone performance del Nero d’Avola (Sicilia) al 10° posto con quasi 8 milioni di litri, il Pignoletto (Emilia Romagna) al 12° posto con 6 milioni di litri, il Primitivo (Puglia) al 13° posto con quasi 6 milioni di litri.

La classifica dei vini “emergenti”, cioè quelli col maggior tasso di crescita rispetto all’anno precedente, elaborata a valore, mostra sul podio: Ribolla (Friuli V.G.) con +12%; Muller Thurgau (Trentino Alto Adige) con +10,0%; Vermentino (Sardegna, Liguria, Toscana) con +9,9%. Da notare i buoni piazzamenti in questa speciale classifica di Vernaccia (Toscana), Orvieto (Umbria, Lazio), Nebbiolo (Piemonte, Lombardia).

I dati dell’intero comparto vino mostrano una flessione, a volume, del vino (-5,4%), dei vini rossi (-7%), degli spumanti (-4,7%) che diventa -0,2% se si esclude il prosecco.

“Lo scenario geo-politico e le conseguenze sui prezzi hanno generato effetti non marginali sulle vendite, che però hanno resistito evitando un tracollo – ha dichiarato Virgilio Romano, Business Insight Director di Circana (già IRI). La fine del Covid potrebbe dare più certezze a tutti. Nel corso della tavola rotonda presenteremo i dati dei primi mesi dell’anno, in modo da approfondire i primi segnali che vengono dai mercati e che potrebbero condizionare il 2023. Senza drammatici ulteriori aumenti dei prezzi, le cantine e la distribuzione potranno tornare a confrontarsi sulla base delle scelte aziendali e delle strategie di medio-lungo periodo”.

Maurizio Danese, amministratore delegato di Veronafiere, ha sottolineato la rilevanza della tavola rotonda promossa con Vinitaly: “Nel tempo è divenuta uno dei luoghi privilegiati del dialogo tra le cantine e le insegne distributive, spesso caratterizzato da posizioni lontane. Per favorire l’incontro, in un periodo non facile per le vendite del vino, abbiamo anche rinnovato la formula, che consentirà ai rappresentanti dei produttori di porre direttamente domande ai distributori, in modo che il confronto sia sempre più costruttivo”.

Vino e GDO: tavola rotonda virtuale a Wine2Wine

Vino e Grande distribuzione di fronte al cambiamento”, questo il titolo della 16° edizione della tavola rotonda tematica organizzata da Veronafiere. Originariamente programmata in aprile a Vinitaly 2020, si terrà lunedì 23 novembre, dalle ore 11,00 alle 12,30, on line nell’ambito della manifestazione Wine2Wine Exhibition.

Verrà presentata la ricerca elaborata da IRI per Vinitaly che analizza l’andamento delle vendite del vino italiano nel canale della Grande distribuzione (Gdo) nei primi 10 mesi del 2020, con tendenze discontinue tra primavera, estate e autunno, causate dall’intensità variabile della pandemia Covid. Favorite anche dalla chiusura, totale o parziale, di ristoranti, bar e affini (il canale HoReCa), le vendite del vino sono complessivamente aumentate nella Gdo del 6,5% a volume.

Saranno esaminati l’andamento dei vari formati, dei vini a denominazione d’origine, degli spumanti e del prosecco in particolare, del vino a marchio del distributore (MDD), del vino biologico ed altro ancora. Il dibattito che seguirà la presentazione della ricerca cercherà di individuare le tendenze d’acquisto dei consumatori, di prefigurare lo scenario del 2021 e le possibili sinergie tra cantine e insegne della Grande Distribuzione.

Il programma

La tavola rotonda sarà aperta dalla presentazione della ricerca da Virgilio Romano, Business Insight Director di IRI e seguita dagli interventi dei discussant, con la conduzione di Luigi Rubinelli, Direttore di RetailWatch:

  • Federvini, Mirko Baggio (Responsabile vendite canale Gdo Italia di Villa Sandi)
  • Unione Italiana Vini, Enrico Gobino (Marketing Director del Gruppo Mondodelvino Spa)
  • Carrefour, Gianmaria Polti, Responsabile Beverage
  • Conad, Alessandra Corsi, Direttore marketing dell’offerta e MDD
  • Coop Italia, Francesco Scarcelli, Responsabile Vini, Birre, Bevande Alcoliche
  • Gruppo Selex, Fabio Sordi, Direttore commerciale.

Modalità di partecipazione

La tavola rotonda è gratuita e aperta a tutti;  per collegarsi sarà sufficiente collegarsi al link seguente:

https://www.vinitaly.com/it/wine2wine-exhibition-digital-edition/?utm_source=Fanini&utm_campaign=Wine2Wine20&utm_term=26&utm_content=digitaledition

 

 

Tendenze da Vinitaly: meno vino, ma per tutti

Meno vino ma per tutti. E se è green ancora meglio. È il focus di un’indagine realizzata da Nomisma per il Consorzio vini piceni in occasione del Vinitaly 2018 in corso alla fiera di Verona. Ma anche quello che si ricava girando per gli stand di un’edizione, la cinquantaduesima del primo salone italiano dedicato all’enologia, matura e consapevole. Priva forse degli eccessi comunicativi di qualche anno fa, ma assai centrata sui contenuti del bicchiere.

Biologico fuori dal ghetto: La prima tendenza che emerge dai padiglioni quest’anno affollatissimi (e sempre più forte emerge l’esigenza di ripensare la collocazione di una fiera diventata troppo grande per una città come Verona) è quella dell’evasione del vino biologico dal ghetto di un consumo di nicchia, riservato a una élite di consumatori informati, curiosi, aperti a nuove esperienze. Ormai sempre più aziende convertono la produzione al regime biologico, perseguono e vantano la certificazione malgrado i suoi costi, ne fanno una scelta di campo prima ancora che di mercato. E il mercato, per l’appunto, risponde: secondo l’indagine Nomisma succitata, realizzata su un campione di 1200 consumatori su tutto il territorio nazionale, il futuro dei vini italiani è per il 20% nel bio e nel 9% di etichette sostenibili.

Il più amato Il vino resta la bevanda prediletta dagli italiani. L’85% della popolazione tra i 18 e i 65 anni ne consuma più o meno regolarmente, con i testa i baby boomers, ovvero gli over 55 (88%) e gli uomini (88%). I giovani non mollano il colpo imponendo nuovo modelli di consumo: meno a pasto ma più da aperitivo (49%, tre anni fa era il 45), e anche mixati (scelti da sette millennials su dieci).

I più conosciuti E le tipologie? Il Prosecco è la più conosciuta (98% del campione) e amata (71%); ciò può naturalmente infastidire i winelovers più competenti ma riafferma la bollicina della Valdobbiadene e del trevigiano come un ottimo entry level dell’enologia. Poi i vini più conosciuti sono il Chianti (97%), il Pinot Grigio (94) e il marchigiano Verdicchio (88).

La fotografia del consumatore di Tannico: a chi piace cosa? Ma a dirci qualcosa di più su come i consumatori scelgono il vino arriva un’altra indagine presentata al Vinitaly, quella realizzata da Tannico, il primo sito per la vendita di vino online, che ha il pregio di essere la più completa mai realizzata nel nostro Paese sull’argomento, con ben 85mila consumatori interpellati.

La ricerca è articolata per tipologie, e svela che la Barbera (o il Barbera?) piace soprattutto agli uomini del Nord ma ha un trend di vendite in calo. Che il Barolo respinge le donne ma attira i top spender (ma non è una sorpresa, trattandosi di un vino che raramente costa meno di 25 euro a bottiglia). Che l’Alto Adige bianco seduce le donne, gli abitanti delle città e – a sorpresa – i pensionati. Che il Franciacorta per la sua eleganza seduce particolarmente gli abitanti dell’Emilia-Romagna (pur essendo bresciano). Che l’Amarone è un vino invernale, maschile e prettamente nordista. Che il Primitivo invece è il Barolo dei meno abbienti. Che il Prosecco (non chiamatelo prosecchino, per favore!) è molto amato dai più facoltosi malgrado la sua fama di bollicina easy. Che la Lugana (un bianco in grande risalita nei gusti dei consumatori) è un vino “provinciale” per definizione (nelle metropoli stenta). Che l’Aglianico è molto amato dalle persone più avanti con l’età. Che l’Etna (altro vino da qualche anno di grande moda) è invece prevalentemente metropolitano. Ah, gli imprenditori bevono molto Brunello di Montalcino. Beati loro.

Vini in Gdo, i buyer per Vinitaly vedono un 2018 positivo, ma i prezzi potrebbero aumentare

Vini a denominazione, vini a marchio del distributore, bollicine e vini tipici delle regioni: sono queste le categorie che si prevede nel 2018 saranno più vendute nella Gdo, con acquisti in aumento, ma anche un possibile rialzo dei prezzi dovuti a una vendemmia scarsa: è questo il sentiment diffuso tra i buyer vino della grande distribuzione che parteciperanno all’evento “Gdo Buyers’ Club” organizzato da Veronafiere per Vinitaly2018 (a Verona dal 15 al 18 aprile). Buone prospettive anche per il vino biologico, ancora di nicchia sugli scaffali dei supermercati.

Prezzo e valore dei vini comunuque aumentano nel canale: secondo laricerca IRI per Vinitaly le bottiglie da 0,75 si sono vendute nel 2017 con un prezzo medio di 4,32 euro al litro, con un aumento del 2,3% sull’anno precedente. Un processo di stabilizzazione del prezzo quasi fisiologico, che però potrebbe essere disturbato da aumenti di prezzo sensibili dovuti alla cattiva vendemmia del 2017.

 

La parola ai buyer

“L’aumento dei prezzi di vendita potrebbe portare a una riduzione degli acquisti – dice Francesco Scarcelli di Coop Italia –. Si rischia anche che l’aumento concesso all’acquisto si traduca in spinta promozionale, andando ulteriormente a svalorizzare il prodotto: l’invito che facciamo alle cantine è quello di essere flessibili, cercando di proporre listini sempre più in linea con il valore reale del prodotto”.

Aumenti che dovrebbero colpire più i vini da tavola, di uso quotidiano, che i vini a denominazione d’origine, secondo l’analisi di Valerio Frascaroli di Conad: “L’aumento dei prezzi è già in atto e proseguirà sui prodotti “tavola”. Sarà meno evidente sui prodotti di fascia medio/medio-alta dove una buona parte degli incrementi saranno probabilmente assorbiti dai distributori per non rallentare la crescita di questo segmento”.

La questione della definizione del prezzo più appropriato è semplificata nei vini offerti col marchio dell’insegna distributrice, un settore che nel 2017 ha pesato per il 13,7%  sulle vendite del vino e del 6% sulle bottiglie da 0,75cl (dati IRI, supermercati, iper, libero servizio piccolo) e sul quale diverse insegne puntano per il futuro.

“La nostra linea di vini a denominazione di origine a marchio Grandi Vigne – riferisce Marco Peduzzi di Iper, la Grande I –  presenta una fascia di prezzo molto ampia, tra i 4 e i 40 euro. Nel 2017 abbiamo venduto un milione di bottiglie, in un’offerta completa che comprende anche vino biologico, senza solfiti e anche mezze bottiglie”.

Anche il Gruppo Selex (insegne Famila, A&O ed altre insegne regionali) ha investito sul marchio “Le Vie dell’Uva”, come spiega Dario Triarico: “Sugli scaffali presentiamo 59 etichette con quel marchio con una fascia di prezzo per i vini più comuni che va dai 3 ai 5 euro e quella per le eccellenze enologiche regionali che va dai 6 euro in su. Nel 2017 abbiamo avuto una crescita delle vendite del 12% a volume”.

Nel 2018 nella Gdo potrebbero aumentare anche le vendite di vino e spumante biologico, oggi limitate a poco più di 4 milioni di litri per un valore di circa 24 milioni di euro, come testimoniato anche dal successo di un’insegna specializzata nel biologico come EcorNaturaSi: “Nel 2017 abbiamo registrato un incremento a volume del 9%, meglio i rossi dei bianchi, con gli spumanti oltre il 15% – spiega Michele Bonato – Ma questo è un settore ancora giovane che crescerà in tutta la grande distribuzione”.

 

Da Pignoletto a Passerina, i vini regionali più amati

Il 2017 ha fatto registrare un boom dei vini tipici delle regioni, che dovrebbe ripetersi nel 2018. Ecco i vini preferiti nelle diverse insegne: Capetta del Piemonte, Montecchio dalla Toscana, Terre de Trinci dall’Umbria (Gruppo Pam); Vermentino dalla Sardegna, Gewurztraminer dal Trentino Alto Adige, Pignoletto da Emilia Romagna (Conad); Primitivo dalla Puglia, Pecorino e Passerina da Marche e Abruzzo e Prosecco (Italy Discount); Chianti, Vermentino e Prosecco (Coop Italia).

Di vino e grande distribuzione si parlerà a Vinitaly2018 nei due tradizionali eventi organizzati da Veronafiere: la tavola rotonda del 16 aprile e il GDO Buyers’ Club del 16 e 17 aprile cui partecipano le catene Coop, Conad, Gruppo Selex, Carrefour, Iper la Grande I, Gruppo Vègè, Gruppo Pam, EcorNaturaSì, Italy Discount, S&C-Consorzio Distribuzione Italia.

Vini in Gdo, bianchi, bollicine e regionali i preferiti del 2017, 648 milioni di litri acquistati

È il canale principale del vino la Gdo, e con 648 milioni di litri venduti nel 2017 diventa un osservatorio privilegiato sui gusti in evoluzione degli italiani: che nel 2017 hanno privilegiato i vini bianchi fermi e gli spumanti secchie e i vini a denominazione d’origine e regionali. La fotografia la dà la ricerca elaborata per Vinitaly (a Verona, dal 15 al 18 apriledall’istituto di ricerca IRI. Gli italiani hanno acquistato 648 milioni di litri nella Grande distribuzione, per un valore che vede il traguardo dei 2 miliardi di euro (1 miliardo e 849 mila milioni di euro), dati inclusivi dei Discount.

Nelle tabelle gli andamenti delle principali tipologie per regione e tipologia. 

 

 

Tra i vini i cui acquisti crescono a doppia cifra: Grillo (Sicilia), Primitivo (Puglia), Ortrugo (Emilia Romagna), Ribolla (Friuli Venezia Giulia), Valpolicella Ripasso (Veneto), Cortese (Piemonte), Passerina (Marche), Chianti Classico (Toscana), Cannonau (Sardegna), Pecorino (Abruzzo/Marche), Falanghina (Campania). Mentre i campioni assoluti rimangono Lambrusco, Chianti e Montepulciano d’Abruzzo.

Le bottiglie da 0,75 a denominazione d’origine crescono nel 2017 del 2% rispetto all’anno precedente con 280 milioni di litri venduti. Gli spumanti (e champagne) aumentano del 4,9% con 68 milioni di litri. Da notare anche la performance del rosato frizzante che cresce del 3,9%.

Prosegue il trend negativo dei “bottiglioni” (fino a 2 litri) che perdono un ulteriore 2,5%, mentre i brick registrano una flessione dello 0,6%. Ancora di nicchia ma in crescita il formato “bag in box”.

In forte crescita le vendite di vino e spumante biologico che superano i 4 milioni di litri venduti, confermando un percorso che ha ancora ampi margini di crescita.

“Se la quantità di vino acquistato nella Grande Distribuzione è stabile da anni, i consumatori mostrano di apprezzare le novità, accogliendo favorevolmente le proposte delle cantine – spiega Virgilio Romano, Business Insight Director di IRI, coordinatore della ricerca –. I vini a denominazione d’origine vendono 5,5 milioni di litri in più nel 2017, così come crescono bollicine e vini bianchi, inoltre aumentano le tipologie regionali che si fanno apprezzare ogni anno per i tassi di crescita. I Vini emergenti si fanno apprezzare per posizionamenti di prezzo non bassi (oltre la metà superiore a 4 euro) e questo è un aspetto positivo perché dimostra la disponibilità del consumatore a premiare novità e valore. Il successo degli Spumanti ha spinto molte cantine a dedicarsi a questo prodotto, ormai sulla via della destagionalizzazione nella versione Secco. Infine, i prezzi nel 2018 dovranno sostenere una sfida non banale a causa della vendemmia 2017 poco generosa e al conseguente rialzo atteso».

Appuntamento a Vinitaly il 16 aprile alla tavola rotonda di approfondimento sulle vendite di vino nella Gdo, dove sarà presentata la ricerca IRI nella sua completezza,  con un focus sul mercato del vino italiano nei supermercati USA. Il 16 e 17 aprile si terranno gli incontri B2B del Gdo Buyers’ Club.

«La grande distribuzione organizzata si mantiene un canale di vendita molto importante per il mercato italiano – commenta Giovanni Mantovani, Direttore generale di Veronafiere – capace di far emergere nuovi vini e territori e di assecondare nel tempo la richiesta di prodotti di maggiore qualità anche per il consumo quotidiano. Un’evoluzione che Vinitaly sta seguendo negli anni diventando il luogo di analisi e confronto tra gdo e settore enologico e soprattutto proponendo alle cantine espositrici incontri B2B con i buyer delle insegne della distribuzione organizzata. Con l’International Packaging Competition Vinitaly da oltre venti anni promuove la cultura del comunicare con efficacia attraverso l’etichetta e la confezione il valore del prodotto»

Amazon si allea con Vinitaly Wine Club e apre lo store dedicato al vino italiano

Oltre 500 cantine, 300 denominazioni, 700 vini di qualità, debuttano oggi in una sezione dedicata nel marketplace del sito italiano di Amazon www.amazon.it/vinitaly. Il nuovo store online apre in occasione della 50a edizione di Vinitaly, il salone internazionale dei vini e dei distillati che si terrà a Verona dal 10 al 13 aprile, ed infatti nasce proprio dalla collaborazione tra la DotCom e Vinitaly Wine Club, l’e-commerce del vino italiano di Vinitaly.

L’offerta di vini su Amazon.it, già presente, si arricchirà dunque di nuove etichette vinicole Made in Italy, provenienti da tutte le regioni d’Italia, selezionate e vendute da Vinitaly Wine Club sul Marketplace di Amazon.it con consegna in 24/48 ore in tutta Italia.

All’interno dello store online, è possibile effettuare la ricerca del “vino del cuore” in base ad una serie di criteri quali Aromi, Abbinamenti, Regioni di provenienza, tipologia (bianco, rosso, spumante, rosé o dolce), premi insigniti dalle maggiori guide enologiche italiane, ma si possono anche seguire i suggerimenti di Vinitaly Wine Club, come ad esempio: i Grandi Vini Italiani, i migliori vini premiati sotto i 20 euro, i Prosecco di Conegliano Valdobbiadene, la Selezione Brunello di Montalcino DOCG, i Vini rossi Super Tuscan, i Vini rossi e bianchi sotto i 10 euro e molto altro.

Ogni settimana i clienti di Amazon.it potranno approfittare di offerte esclusive su una selezione di etichette. Si fa dunque sempre più ampia e profonda l’offerta di Amazon sul fronte food & beverage, dopo l’apertura al grocery nel luglio 2015 e di Prime Now per consegne in un’ora in alcune aree avvenuta lo scorso novembre, mentre a gennaio con Fresh è partito il fresco.

Vino in Gdo: segnali positivi. Le anticipazioni del Vinitaly

Vino italiano sugli scaffali della grande distribuzione: dopo anni di stasi, si registra una crescita più decisa delle vendite  sia in volume che a valore. In attesa della 50° edizione di Vinitaly (a Verona dal 10 al 13 aprile), l’istituto di ricerca IRI ha elaborato, in esclusiva per Veronafiere, i dati sull’andamento di mercato nel 2015.

Le vendite delle bottiglie da 75cl aumentano del 2,8% a volume rispetto al 2014, e le bottiglie da 75cl a denominazione d’origine (Doc, Docg, Igt) del 1,9%. Rispettivamente le vendite a valore crescono del 4,0% e del 3,8%.

“Una crescita doppiamente positiva – ha commentato Virgilio Romano, Client Solutions Director di IRI – perché non è stata stimolata né dalla crescita promozionale né da prezzi in calo. La pressione promozionale, infatti, rimane su livelli alti ma inalterati rispetto all’anno precedente, mentre i prezzi sono in aumento: i vini a denominazione di origine, ad esempio, hanno prezzi medi in crescita dell’1,9%. Dopo un lustro di assenza, la crescita contemporanea di volumi e valori ci lascia ben sperare per gli anni futuri”.

Risultati positivi anche per gli spumanti venduti in Gdo: + 7,8% a volume e +7,5% a valore, anche se il prezzo medio è leggermente ridimensionato rispetto al 2014. I vini biologici crescono a volume del 13,2% (a valore del 23%), ma i litri venduti sono ancora limitati: un milione e 630 mila.

“A poco più di un mese dal via del 50° Vinitaly, si tratta di anticipazioni che fanno ben sperare in una crescita più strutturale del mercato interno del vino” – spiega Giovanni Mantovani, Direttore generale di Veronafiere.

Il vino più venduto in assoluto nei supermercati italiani rimane il Lambrusco con 12 milioni e 771 mila litri venduti, sempre tallonato dal Chianti, che vince però la classifica a valore.
Al terzo posto sale lo Chardonnay, un bianco di vitigno internazionale, che cresce del 9% a volume. Si fanno notare le performance del Nero d’Avola (+4,6%), del Vermentino che cresce dell’8,5% e del Trebbiano (+5,6%).

Tra i vini “emergenti”, cioè quelli che hanno fatto registrare nel 2015 un maggior tasso di crescita, il primo posto va alla Passerina marchigiana, con una progressione del 34,2% che va a bissare il successo registrato negli anni scorsi dal Pecorino (Marche e Abruzzo), classificatosi stavolta 3°. Due bianchi con prezzi medi a bottiglia di circa 4 euro.
Da notare la seconda posizione del veneto Valpolicella Ripasso e la quarta posizione del piemontese Nebbiolo.

Continua la rinascita del vino nella Gdo nel 2015: tavola rotonda a Vinitaly

Crescono ancora le vendite di vino nella GDO nei primi due mesi del 2015. Con 78 milioni di litri segnano un aumento dell’1,3% in volume e dell’1,9% in valore rispetto allo stesso periodo del 2014. Analizzando poi il solo vino in confezione da 75 cl, la crescita è addirittura del 4,4% in volume e del 5,2% in valore. Sono le anticipazioni della ricerca IRI per Vinitaly. Proprio in occasione della fiera di Verona dal 22 al 25 marzo prossimi cantine e distributori discuteranno su come fare perché questa crescita non sia un fuoco di paglia, ma il punto di partenza per attuare nuove strategie e aumentare presenza e valore, controllando le promozioni e riqualificando gli scaffali e la comunicazione al consumatore.

Lunedì 23 marzo alle 10,30 è prevista l’11° edizione della tavola rotonda sul mercato del vino nella Grande Distribuzione in cui sarà presentata la ricerca completa elaborata da IRI per Vinitaly. Quest’anno saranno 12 catene le catene presenti al GDO Buyers’ Club, per gli incontri B2B con le cantine espositrici: Coop, Conad, Selex, Carrefour, Despar, Sigma, Gruppo VéGé, Agorà, EcorNaturaSì, Gruppo Gabrielli, Sisa e Italy-Discount.

 

Parlano le insegne

Circa l’andamento del mercato e i programmi per il 2015 si sono espresse alcune delle catene distributive presenti a Vinitaly, individuando alcuni temi centrali per lo sviluppo futuro.

La cantinetta comunica valore: “In Conad nel 2014 abbiamo registrato buone performance dei vini Doc/Docg (+5%) – osserva Valerio Frascaroli di Conad –, il che ci fa capire come una miglior selezione della proposta a scaffale sta portando nei punti vendita sempre più clienti che in passato rivolgevano gli acquisti di vino di qualità al di fuori dalla Gdo. Bisogna però migliorare l’ambientazione del comparto, presentando l’area dei vini e liquori come una vera cantinetta, cercando di migliorarne anche la ‘lettura’ da parte del consumatore. Nei negozi più grandi stiamo sperimentando anche la vendita assistita, con un addetto esperto in grado di indirizzare le esigenze del consumatore”.

Meno promozioni più scelta: Ristrutturazione dello scaffale e riduzione delle promozioni sono gli obiettivi di Coop, come spiega Francesco Scarcelli: “Lo scaffale dovrà essere più leggibile, e questo può significare anche più selezione a monte da parte del distributore. La promozione non dovrà essere la leva principale con cui fare le vendite, ma quella per sviluppare la conoscenza del prodotto e della varietà di abbinamenti al cibo”. Anche secondo Luigi Riva di Carrefour la spinta promozionale va rivista : “Nel 2014 abbiamo assistito a una sorta di polarizzazione dei consumi, con una forte crescita per i vini sotto i 3 euro e per quelli sopra i 6/8 euro. Pertanto nel 2015 manterremo alta l’attenzione sulle promozioni sulla fascia prezzo più bassa, ma lavoreremo anche sull’assortimento di fascia medio-alta. A livello di comunicazione, prosegue l’investimento sulle ‘etichette parlanti’ che forniscono al cliente maggiori informazioni nella scelta”.

Crescono le Private label: Nonostante una flessione complessiva nelle vendite di vino con marchio del distributore, il Gruppo Selex evidenzia il successo della sua linea, come ricorda Dario Triarico: “La nostra marca del distributore, ‘Le Vie dell’Uva’, ha fatto registrare una crescita di oltre il 20% a volume, grazie al suo riconosciuto ottimo rapporto qualità/prezzo”. Sul marchio del distributore ha puntato anche Sigma: “Da una parte abbiamo lanciato nel 2014 la linea di vini a marchio fantasia ottenendo da subito grande successo di vendite – racconta Alessandro Pritoni – Dall’altra abbiamo perseguito l’obiettivo della difesa del valore del vino, razionalizzando gli assortimenti per consentire una più facile lettura dello scaffale al consumatore, e cercando di avere un minore impatto della promozionalità”. Anche il Gruppo VéGé punta su una nuova linea di prodotti, come illustra Fabio Bocchini: “Nel 2014 abbiamo realizzato un trend a valore del +7,3% grazie soprattutto alla crescita dei vini Doc, Docg e degli spumanti. Nel 2015 è in fase di avvio un progetto incentrato sul lancio di una linea di vini realizzata in esclusiva per i supermercati del Gruppo VéGé. L’iniziativa nasce dalla volontà di esaltare le principali produzioni vinicole regionali”.

Vini del territorio. I vini regionali sono la chiave del successo del Gruppo Gabrielli nel Centro-Sud: “Lo scorso anno abbiamo chiuso con un + 4% a valore soprattutto grazie ai vini del nostro territorio (Marche e Abruzzo) – spiega Guido Fioravanti – Nel 2015 intendiamo valorizzare sempre più le aziende del territorio (politica del km 0) e migliorare la comunicazione: far conoscere i vini attraverso l’assaggio con l’ausilio del sommelier e guidare, attraverso l’uso di banner verticali, il consumatore all’acquisto con l’uso di ticket “parlanti” che aiutano l’abbinamento cibo-vino.” Anche Sisa punta a ristrutturare lo scaffale comunicando l’assortimento su base territoriale come spiega Germano Ottone: “Nel 2015 si rivedranno i display a scaffale, cercando di ridurre la fascia media, da qualche anno non più performante, incrementando la fascia medio-alta, inserendo vini di aziende importanti, suddivise per Regione. Stiamo anche ragionando sulla possibilità di creare un’etichetta esclusiva con vini importanti per regione, generando promozioni ad hoc e dando valore aggiunto agli scaffali”.

Comunicazione per ogni target. Revisione della spinta promozionale e comunicazione migliore sono nei programmi di Despar, come illustra Simone Pambianco: “La promozione nel 2015 non sarà solo pricing di breve ma anche e soprattutto di attività above the line come ad esempio le pagine istituzionali a volantino delle cantine selezionate e brochure a tema. Ci concentreremo sull’attività di revisione delle etichette in esclusiva continuando il focus sulla marca del distributore. Altro filone importante di sviluppo, sia pure in un contesto di nicchia, è rappresentato dall’ampliamento dei vini super-speciali di battuta alta che sono in continua crescita”.

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