CLOSE
Home Tags Vino

Tag: vino

Giacenze in cantina e calo export, momento difficile per il vino

Secondo l’analisi Uiv e Vinitaly, la vendemmia 2023 si apre con una giacenza di vino in cantina pari a 45,5 milioni di ettolitri, l’equivalente di oltre 6 miliardi di potenziali bottiglie da 0,75/litri. Il dato riflette un’eccedenza dello 4,5% rispetto al pari periodo dello scorso anno a causa in particolare di un incremento senza precedenti degli stock per i vini di maggior qualità, con le Dop a +9,9% sull’ultima rilevazione pre-vendemmiale del 2022. L’altro indicatore di mercato – aggiunge l’Osservatorio – è anch’esso complicato, con la domanda extra-europea segnalata nel primo semestre in ulteriore contrazione.

Tra i top 10 buyer – che assieme rappresentano circa l’85% del mercato extra comunitario – le esportazioni a volume sono positive solo per la destinazione russa, con cali quantitativi in doppia cifra per Stati Uniti, Canada, Giappone, Norvegia, Cina e Corea del Sud. Complessivamente la riduzione tendenziale nella prima metà dell’anno segna un -9% a volume e un -5% a valore, con gli spumanti giù del 13% e i fermi imbottigliati inchiodati a -5%. Per entrambe le tipologie, il trend a valore indica un gap del 4%, ma mentre per gli sparkling l’aumento del prezzo medio è in linea con il surplus dei costi produttivi (+10%), lo stesso non si può dire per i fermi (+1%).

“Sulla prossima vendemmia – la cui paventata forte contrazione è ancora tutta da verificare – pesa una congiuntura che si sta manifestando in tutta la sua complessità” commenta Lamberto Frescobaldi, il Presidente di Unione italiana vini (Uiv). “Comprendiamo la volontà da parte delle nostre imprese di mantenere le quote di mercato, ma abbassare i prezzi – come per esempio con i rossi sfusi in Germania, che stanno scendendo verso le quotazioni spagnole a circa 50 centesimi/litro – rischia di diventare un pericoloso boomerang una volta fuori dalla crisi di potere di acquisto che coinvolge anche i nostri competitor. A tal proposito il fenomeno crescente dei prodotti a private label e gli imbottigliamenti del nostro vino fuori dall’Italia contribuiscono all’erosione del valore aggiunto”.

“L’Osservatorio aveva previsto un 2023 difficile, ciò si sta verificando nonostante l’economia globale abbia per ora tenuto lontano buona parte delle nubi recessive. Ciò che può fare Vinitaly è intensificare la costruzione di ponti commerciali con l’estero, in particolare nelle relazioni con i mercati extra-Ue, a partire da quello americano dove saremo partner della Camera di Commercio di Chicago per l’International Wine Expo. Da settembre a dicembre abbiamo infatti in programma una nuova campagna di internazionalizzazione con 25 appuntamenti in 15 Paesi e 4 Continenti. Da una parte per rifinire ulteriormente l’incoming per la prossima edizione veronese, dall’altra per garantire b2b direttamente sulle piazze estere” aggiunge Maurizio Danese, AD di Veronafiere.

Il 12 settembre Assoenologi, Ismea e Uiv rilasceranno le proprie previsioni vendemmiali in conferenza stampa al ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare.

Vendemmia difficile in Sicilia ma la qualità dell’uva non è compromessa

Nonostante il susseguirsi di condizioni climatiche estreme -dalle piogge torrenziali di maggio e giugno al caldo estremo di luglio- gli incendi e la presenza di attacchi fungini, tra cui la peronospora della vite, la condizione e la qualità delle uve in Sicilia non sembra essere compromessa. Grazie al ritorno delle temperature più fresche, il calo iniziale, stimato fino al 40% in alcune zone, potrebbe essere inferiore. Si comincia nella Sicilia Occidentale, con la raccolta della base spumante, per poi proseguire con le varietà internazionali come lo Chardonnay e il Sauvignon Blanc, seguite dai vitigni autoctoni. A chiudere questa lunga vendemmia siciliana saranno i produttori dell’Etna, a fine ottobre.

“A rendere unica la vendemmia siciliana – commenta Mariangela Cambria, presidente di Assovini Sicilia – è la varietà degli areali siciliani. Ogni territorio presenta delle condizioni climatiche e dei suoli unici che si traducono nella straordinaria diversità e varietà della produzione vitivinicola siciliana. A circa una settimana dall’inizio della vendemmia è ancora difficile e prematuro fare stime accurate sulla produzione. Sicuramente la Sicilia dimostra di saper governare, grazie ad una agricoltura e tecniche agronomiche sempre più sostenibili, l’effetto dei cambiamenti climatici puntando sulla qualità e non sulla quantità”.

Andamento stagionale annata 2023 e previsioni vendemmiali

Sicilia Occidentale
“Ad oggi la qualità delle uve è ottima, non avendo avuto problemi di oidio né di botrite; a causa del grande caldo abbiamo perso circa il 40% delle uve, anche se essendo tornate temperature più fresche le uve non bruciate stanno iniziando a riprendere vigoria per cui il calo potrebbe complessivamente essere inferiore. Siamo soddisfatti di come abbiamo gestito il problema peronospora, avendolo fatto preventivamente grazie all’ausilio di capannine meteo che hanno la capacità di indicare elettronicamente la probabilità della malattia, evitando danni irreparabili”, commenta Filippo Buttafuoco, tecnico viticolo di Cantine Settesoli.

Nell’areale viticolo di Regaleali, in provincia di Palermo, i mesi di marzo e aprile, tendenzialmente asciutti e freddi, hanno determinato un ritardo nel germogliamento generale di circa 10 giorni. “Questo ritardo ha contribuito a rendere più gestibile il successivo periodo molto piovoso ma tendenzialmente freddo, e reso la pressione delle patologie della vite, quali la peronospora, meno invasiva – commentano Lorenza Scianna e Laura Orsi, enologhe di Tasca d’Almerita. “Attualmente le vigne presentano una chioma adeguata, sono sane e si registra una diminuzione delle temperature medie cha lascia presagire una buona maturazione delle uve a partire dall’invaiatura di Pinot nero e Chardonnay che sta avvenendo in questi giorni- continuano Lorenza Scianna e Laura Orsi. Riguardo alle quantità, anche la tenuta di Sallier, a Camporeale, dovrebbe rispettare le medie storiche aziendali ma è ancora presto per cantare vittoria. La buona copertura vegetativa protegge l’uva da eventuali bruciature e aiuta a conservare aromi e freschezza. Infine, a Mozia, l’isola è poco influenzata dalle condizioni climatiche della terra ferma, l’alberello dovrebbe maturare subito dopo Ferragosto con quantità che rientrano nelle medie storiche di Mozia e con uve sane e croccanti”.

Etna e Nord Est
Manca ancora qualche mese all’arrivo della vendemmia sull’Etna dove fino a fine giugno si sono registrate basse temperature e piogge continue, tali da rendere difficili gli interventi in vigna, seguite dal caldo estremo di fine luglio con ridotte escursioni termiche tra giorno e notte e vento caldo. “Grazie alle sabbie vulcaniche molto drenanti, alle altitudini importanti e ventilazione costante, non c’è stata presenza di peronospora e, nonostante i picchi di temperature alte, le piante si mantengono bene”, commenta Maria Carella, enologa di Cantine Nicosia, sul versante Sud est di Trecastagni, Zafferana e Santa Venerina.

Sul versante Nord dell’Etna, Patricia Toth, enologa di Planeta, conferma che “La peronospora è sotto controllo grazie all’arrivo del caldo e delle alte temperature. Nelle zone alte, intorno a 900 metri, abbiamo delle uve stupende grazie alla diversa ventilazione di queste zone e anche alla struttura dei suoli. A Capo Milazzo, siamo nel Nord- Est dell’Isola, i venti che tante volte possono diventare una sfida quest’anno hanno trovato pace, l’allegagione e anche il controllo degli insetti alla data odierna sta procedendo bene”.

Sud-Est
“La vendemmia 2023 sarà una delle più difficili degli ultimi tempi. Quest’anno, caldo torrido di questi giorni a parte, abbiamo avuto piogge torrenziali e forti raffiche ventose nei mesi di maggio e giugno, importanti per la fioritura delle nostre uve, condizioni climatiche che hanno messo in ginocchio il duro lavoro che ogni giorno con la mia squadra portiamo avanti” commenta Arianna Occhipinti. “L’arrivo consistente della peronospora ha causato danni considerevoli per il 30-35 % circa della nostra futura produzione; i trattamenti di zolfo e rame (unici trattamenti che facciamo in vigna) in concentrazione maggiore, non sono bastati a contenere il problema. Avremo sicuramente una raccolta inferiore rispetto la vendemmia 2022. Questo non vuol dire però che la qualità delle uve sarà messa in discussione, anzi, possibilmente avremo meno quantità ma una maggiore qualità”.

“A Vittoria è importante sottolineare la posizione e il suolo dei vigneti. Ci troviamo sul pendio con un puro strato superiore sabbioso, che affaccia il mare, sopra Marina di Acate, dove appunto la sabbia e il movimento d’aria non hanno dato spazio ad un’umidità costante. Prevediamo buone produzioni come sul Nero d’Avola anche sul Frappato, tenendo sotto osservazione stretta i vigneti per controllare la presenza delle cocciniglie e cicaline. A Noto, come generalmente in tutta l’isola, ad oggi consideriamo circa una settimana o anche 10 giorni di ritardo nelle fasi fenologiche, con uve sane e davvero promettenti”, conclude Patricia Toth.

Vino italiano all’estero, i volumi restano piatti

Nel primo semestre di quest’anno sono tornate in linea di galleggiamento le vendite del vino italiano tra gli scaffali della grande distribuzione e retail nei top 3 mercati al mondo. Secondo l’Osservatorio Uiv-Vinitaly che ha elaborato gli ultimi dati di Nielsen-IQ, le vendite tricolori in Usa, Germania e Uk chiudono il semestre con un risultato tendenziale piatto a volume (-0,2%) e con un lieve incremento a valore (+1,3%, a 2,2 miliardi di euro). La performance – rileva l’Osservatorio – è migliore rispetto al primo trimestre (-4% volume e -1% valore) ma ancora insufficiente per dare respiro alle imprese di un settore tuttora fortemente penalizzato da un surplus di costi che incide per circa il 10% sul prezzo medio.

Il totale dei volumi commercializzati di vini fermi e frizzanti segna un +0,7%, complici gli incrementi in Uk (+3,2%) e soprattutto in Germania (+4,2%), sostenuta dalla forte domanda di frizzanti “low cost” tricolori. In controtendenza i fermi negli Usa, che cedono il 7,4%. Gli spumanti accusano invece un decremento del 2,8%, con gli Usa positivi (+2%), controbilanciati in negativo da Regno Unito (-6%) e Germania (-3,8%).

“Occorre fare in modo che le difficoltà congiunturali non si trasformino in strutturali, in queste situazioni diventa fondamentale la presenza e la promozione di bandiera del brand enologico italiano. Per questo, tra settembre e dicembre di quest’anno Vinitaly attiverà una nuova campagna di internazionalizzazione attraverso 25 appuntamenti tra fiere, road show e incoming sulla prossima edizione veronese organizzati in 15 Paesi e 4 continenti” commenta Maurizio Danese, l’Ad di Veronafiere.

“Rispetto al primo trimestre riscontriamo una timida risalita, ancora però troppo debole se consideriamo le tensioni vissute dal settore. Lo scatto in avanti dei volumi commercializzati in Germania è dovuto al raffreddamento dei listini, che nell’ultimo trimestre anziché aumentare sono scesi in media del 4%, con una contrazione anche rispetto al primo semestre del 2022. Variazioni sul prezzo medio che riteniamo essere troppo deboli anche negli Usa e in Uk, rispettivamente del 4% e del 3%” aggiunge Paolo Castelletti, il Segretario generale di Unione Italiana Vini (Uiv).

Dei 2,2 miliardi di euro commercializzati, 960 milioni (-0,3% tendenziale, -4,4% i volumi) sono frutto di acquisti di vino made in Italy nella Gdo statunitense; oltre 840 milioni provengono dalla domanda Uk (+2,4%, con i volumi -0,5%) e 400 milioni dalla Germania (+2,9%, +3,7% i volumi). Il primato dei volumi spetta ai tedeschi (84 milioni di litri venduti su un totale di 231 milioni nei 3 Paesi) ma il prezzo medio allo scaffale di 4,7 euro al litro è 3 volte inferiore a quello degli Stati Uniti (14,3 euro) e meno della metà rispetto al dato Uk (10,5 euro). In generale, è piatta la crescita dei listini per i fermi/frizzanti (+0,3%) mentre per gli spumanti l’aumento è del 4,9%. Il Prosecco, principale denominazione italiana commercializzata nel mondo, segna un -2% nei volumi (bene negli Usa, ancora negativa in Uk anche se in fase di recupero) e un +3,2% nei valori, per un corrispettivo (675 milioni di euro) che incide per il 31% su tutto il vino made in Italy commercializzato sui canali dell’off trade dei 3 Paesi.

Vino italiano ancora in difficoltà, calo nell’export e nei volumi della Gdo

L’Osservatorio Uiv-Ismea ha elaborato i nuovi dati Istat sulle esportazioni di vino nel primo quadrimestre e le vendite nella Grande distribuzione in Italia nel primo semestre, su base Osservatorio consumi ISMEA-Nielsen-IQ.

Nel primo quadrimestre, le performance del vino italiano nel mondo segnano un calo tendenziale dello 0,7% nei volumi e un +2% nei valori (export attestato a 2,36 miliardi di euro). Il semestre nella Gdo italiana si chiude invece con una contrazione del 3,9% sul fronte dei volumi accompagnato da un +3,5% nei valori (a 1,38 miliardi di euro). Entrambe le performance – rilevano ISMEA e Unione italiana vini (Uiv) – evidenziano le difficoltà di un 2023 in cui il surplus dei costi di produzione influisce in media per il 10% sul prodotto finito a fronte di incrementi dei prezzi di vendita molto più bassi, sia nelle piazze estere che interne.

L’Osservatorio rileva inoltre una tendenza al ribasso, specchio della congiuntura, dei prodotti commercializzati, sia sul mercato estero che su quello italiano. Al netto delle vendite di vino sfuso – venduto comunque a prezzi bassi –, il responso sui volumi commercializzati oltreconfine sarebbe infatti ben più negativo (-3,5%), con i vini imbottigliati a -4,2% e le Dop, in particolare, a -6,9%.

Tra gli scaffali della grande distribuzione italiana, seppur con segni di miglioramento, come il parziale recupero delle Dop che però non permette di invertire il segno negativo, la tendenza al ribasso si conferma per esempio nei trend delle bollicine, dove prosegue la corsa degli spumanti low cost (+8,6% volume) che fissano il prezzo a 4,6 euro/litro, quasi il 40% in meno della media del Prosecco. Per lo spumante del Nord-Est più venduto al mondo, che ha alzato i propri listini in coerenza con la crescita dei costi delle materie prime, il semestre si chiude con un -5,8% in termini volumici in particolare per effetto del brusco stop della Docg.

Il vino marchigiano Verdicchio celebrato da un quotidiano d’oltremanica

Il vino marchigiano Verdicchio di Moncaro torna sotto i riflettori con un articolo apparso sul quotidiano britannico Times of Tunbridge Wells dal titolo “Make the time to say ‘cin cin’ to Verdicchio” a firma del giornalista James Viner.

“Di tutti i Verdicchio entry-level presenti al supermercato”, annota il giornalista, “questo è quello che mi piace di più. Ha un tocco di fiori di sambuco, agrumi gialli, pera matura, mela Granny Smith, erbe verdi e sentori di mandorla e pesca bianca”. E ancora: “Così buono alla fine di una giornata calda; un delizioso aperitivo. Cosa c’è di meglio in una calda sera d’estate? Un drink fresco, estivo, con un finale brillante e vivace”.

“Il concetto di qualità globale ci sta molto a cuore – commenta il presidente di Moncaro, Doriano Marchettiun’attenzione che poniamo su tutta la gamma dei vini e che ci consente di veicolare l’eccellenza enologica marchigiana nel mondo, presidiando tutte le fasce di mercato. Segnalazioni e commenti positivi degli addetti ai lavori, riempiono di orgoglio, perché esistono vini per noi talmente familiari, che una volta assaggiati da operatori qualificati, e da un punto di vista meno “affettivo”, diventano dei must in grado di conquistare ampie fasce di consumatori e di attrarre l’attenzione su un intero territorio. Non solo dunque le etichette di alta e altissima gamma, ma anche i vini nelle fasce di prezzo più accessibili diventano grande strumento di promozione territoriale”.

La conferma: il Verdicchio Fondiglie, Miglior vino bianco d’Italia
Tra gli esempi di vini “Pop” che hanno messo d’accordo consumatori e critici enogastronomici, degno di menzione è il “Fondiglie” Verdicchio Superiore che prende il nome dall’omonima contrada del comune di Rosora (An) che ha ottenuto di recente il titolo di Miglior vino bianco d’Italia dalla giuria del Vinitaly, il massimo concorso enologico italiano. Sull’etichetta del Fondiglie è raffigurata un’ape e dei fiori in omaggio ai versi del poeta Trilussa, incisi sull’antico muro della casa padronale in Contrada Fondiglie, alle pendici dei monti Appennini, dove ci sono i vigneti dai quali proviene questo Verdicchio Superiore fruttato ed elegante.

Segno rosso per l’export di vino italiano, battuta d’arresto per lo spumante

Per le vendite del vino italiano all’estero si chiude un primo trimestre complicato, con volumi piatti (+0,1%) e una performance tendenziale in valore a +3,8% (1,8 miliardi di euro). A rilevarlo è l’Osservatorio Uiv-Ismea-Vinitaly che ha elaborato gli ultimi dati Istat sul commercio estero.

I volumi commercializzati sono tenuti a galla dall’exploit di vendite di vino sfuso (+13,4%) – che registrano però una forte contrazione dei listini (-9,2%) – e dei comuni, a +12,8%. In sofferenza, sempre nei volumi, i prodotti bandiera del made in Italy, a partire dai vini fermi Dop imbottigliati, che si scendono del -5,3% (+2,5% il valore) con i rossi a -6,6%. Giù anche gli Igp (-2,5%), dove la crescita dei bianchi (+8,3%) non è bastata calmierare la perdita dei rossi (-7,5%) e dove il segno rosso si evidenzia anche nei valori. Tra le tipologie, si conferma l’avvio difficile per gli spumanti (-3,2% volume e +7,3% valore), complice la contrazione dei volumi esportati di Prosecco (-5,5%), mentre prosegue la buona stagione dell’Asti Spumante (+9,1%) e degli sparkling comuni (+4,4%).

“In questo primo trimestre la coperta troppo corta è sempre più evidente: la crescita in valore è infatti insufficiente per far fronte al surplus di costi dettato da materie prime ed energetici, che influisce per circa il 12% su un prezzo medio aumentato di appena il 3,7%” ha detto il segretario generale di Unione Italiana Vini (Uiv), Paolo Castelletti. “Permangono le notevoli difficoltà dei rossi, in particolare quelli Dop e Igp, a cui si aggiunge la battuta d’arresto dello spumante. Più in generale, l’attuale congiuntura impone alla domanda scelte low cost, e per questo in termini volumici fanno meglio prodotti base che hanno ritoccato poco i listini. Ma a che prezzo?”.

“Il mercato mondiale del vino sta mandando segnali di cambiamento che sembrano favorire al momento i vini di fascia più bassa” ha aggiunto Fabio Del Bravo, responsabile della Direzione Servizi per lo Sviluppo Rurale di ISMEA. “Guardando alle dinamiche dell’export dei nostri principali competitor, la Francia appare particolarmente penalizzata dall’attuale orientamento del mercato, e registra una riduzione dei flussi in quantità del 7,5% (+3,4% gli incassi). I vini spagnoli, al contrario, sono favoriti da un prezzo più competitivo e spuntano delle progressioni sia in volume (+3,8%) che in valore (+11,4%). Per quanto riguarda il nostro export, siamo lontani dai tassi di crescita a cui settore ci aveva abituati negli ultimi anni. A complicare il quadro anche l’evidente rallentamento delle vendite alla distribuzione sul mercato interno e i quasi 53 milioni di ettolitri di vino stoccati negli stabilimenti che, sebbene in riduzione sui valori record dei mesi scorsi, fanno registrare una crescita di oltre il 4% sullo scorso anno”.

Sul fronte dei mercati, cresce in volume la piazza Ue (+7,3%) e si contrae quella extra-Ue (-7,7%); tra i top buyer gli Usa rimangono in terreno positivo (+0,4% volume, +10,8% valore) cresce, grazie agli sfusi, la Germania (+6,2% in volume e +5,6 in valore) mentre il Regno Unito cede il 13,5% (-7% il valore). In contrazione, nei volumi, mercati di sbocco ed emergenti come Canada (-24%), Svizzera (-8,4%), Giappone (-22,9%) e si conferma in caduta libera il mercato cinese (-43,7%). Volano gli ordini dalla Russia: +33,0%. Tra le regioni, rallentano i valori export per le top 3, con il Veneto a +3%, il Piemonte a +0,2% e la Toscana a +0,6%. Sopra la media gli incrementi di importanti regioni produttrici, come il Trentino-Alto Adige, l’Emilia-Romagna, la Lombardia.

Un cartellone che eroga vino: è successo per davvero, a Manchester

Un cartellone pubblicitario in grado di erogare vino, completamente gratuito: non è un’invenzione dell’Archimede Pitagorico disneyano bensì una trovata pubblicitaria varata da un punto vendita Aldi a Manchester, nel Regno Unito.

L’idea, come riportato da un articolo apparso su Forbes pochi giorni fa, nasce dopo un sondaggio che ha raccolto oltre 1000 estimatori di vino rosé e ha evidenziato come i mancuniani consumino in media ben 63 bicchieri di vino durante la stagione estiva, spendendo poco più di 11 sterline a bottiglia. Da lì la proposta di installare questo speciale cartellone/dispenser che eroga vino rosé a 19,2 gradi centigradi, la temperatura ideale per berlo.

La speciale “fontana” è rimasta a disposizione dei residenti e dei visitatori di Manchester per due giorni in St Ann’s Square.

Vino italiano, Uiv: i ritardi delle amministrazioni fanno crescere lo svantaggio competitivo

Ocm vino-Promozione e dealcolati sono stati i temi oggetto delle principali preoccupazioni di Unione Italiana Vini (Uiv), riunitasi pochi giorni fa in Consiglio nazionale.

Si allungano i tempi di approvazione della misura relativa alla promozione 2022-2023 del vino italiano nei Paesi terzi. Ora l’ok alla misura è ulteriormente rinviato al 21 giugno, con il competitor francese ha già emanato il bando da quasi 2 mesi e ora ha tutto il tempo per organizzare al meglio i programmi il cui avvio è previsto il prossimo 16 ottobre. Contestualmente Uiv rileva il permanere della situazione di impasse sul fronte della produzione e commercializzazione dei prodotti dealcolati, che in Italia restano ancora inibite nonostante il via libera da parte dell’Unione Europea (Regolamento 1308/2013) e le reiterate sollecitazioni dell’associazione imprese italiane del vino presso il ministero dell’Agricoltura per risolvere uno stallo che di fatto genera un evidente svantaggio competitivo. Per Unione Italiana Vini la situazione di stallo su questi due aspetti strategici risulta ancora più pesante nel contesto di brusco rallentamento dei mercati internazionali registrato in questi primi mesi dell’anno.

“Le istituzioni ci stimolano a una ulteriore crescita con l’obiettivo di superare il competitor francese nella leadership mondiale del mercato del vino” ha detto il presidente Uiv, Lamberto Frescobaldi. “Un obiettivo giusto, che le imprese italiane del vino sono consapevoli di poter raggiungere, a patto però che ognuno faccia la propria parte. Lo svantaggio competitivo generato dai ritardi delle amministrazioni nelle scelte non aiuta lo sviluppo del mercato, tra l’altro in un periodo di forte incertezza con un livello di giacenze ben oltre la soglia di sicurezza In diverse aree strategiche del Paese”.

L’analisi del mercato emersa in Consiglio, a cui hanno partecipato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso (in collegamento), e il presidente dell’Ice, Matteo Zoppas, acuisce l’apprensione degli imprenditori. Secondo l’Osservatorio Uiv, ad aprile il livello delle giacenze ha superato il +5% rispetto al pari periodo dello scorso anno, nonostante una campagna vendemmiale 2022 chiusa con volumi in contrazione dell’1%. In forte crescita gli stock delle Dop (+9%). Una situazione che comincia a riverberarsi sui prezzi dello sfuso – in discesa soprattutto al Sud – con la Germania che sta acquistando in regime di low cost. Anche le vendite all’estero evidenziate nell’anteprima export primo trimestre presso le principali piazze extra Ue, registrano la fatica di mercati importanti, in particolare in Uk, Canada, Giappone, Cina e Corea del Sud. In forte rallentamento, per la prima volta dopo anni di crescita, anche gli spumanti.

Cielo e Terra torna al Festival di Cannes per presentare la linea Appassionante

La cantina vicentina Cielo e Terra torna al Festival del Cinema di Cannes dove presenta in anteprima un vino moderno racchiuso in un’elegante confezione serigrafata.

“La linea Appassionante rappresenta la passione di quarta generazione per il mondo del vino e il piacere della vita. A Cannes lanciamo in anteprima Cielo 1908 Appassionante Rosé, con una confezione serigrafata: un buon vino si deve abbinare a una confezione speciale” spiega Pierpaolo Cielo, Vice-Presidente di Cielo e Terra. 

La novità presentata in anteprima al Festival del Cinema di Cannes si inserisce nella prestigiosa Cielo 1908 Signature Collection che sancisce il traguardo di una lunga tradizione fatta di passione, esperienza e amore per il vino. Da oltre un secolo infatti, l’azienda produce vini di valore che hanno conquistato il palato degli intenditori di tutto il mondo.

Vino italiano nella morsa inflazionistica, calano le vendite anche nel retail estero

Per il vino italiano il primo trimestre del 2023 sui canali retail di Usa, UK e Germania si chiude con saldi negativi: volumi in calo del 4% e valori a -1%. Uno stop che fa il paio con il risultato a marzo delle vendite allo scaffale in Italia (-6,1%) e che appesantisce le cantine italiane anche sul fronte delle giacenze, a +5,1%, con le Dop a +8,6%.

Secondo l’Osservatorio del Vino Uiv-Vinitaly su base NielsenIQ, sui tre principali mercati di esportazione a soffrire maggiormente sono, a sorpresa, i vini spumanti: a fronte di volumi in calo del 3% per i vini fermi (814.000 ettolitri), gli sparkling arrivano a -5% (245.000 ettolitri), con picchi negativi in UK (-10%) e Germania (-6%), mentre negli Usa per ora si viaggia ancora in terreno moderatamente positivo (+1%). Sui vini fermi, invece, il calo più vistoso viene marcato proprio dagli Stati Uniti (-9%), mentre Londra limita le perdite a -1% e Berlino segna stallo. A valore, complici i listini in aumento a causa del surplus dei costi produttivi, il saldo generale dice -1% (1 miliardo di euro).

Per il segretario generale di Unione italiana vini (Uiv), Paolo Castelletti: “In questo periodo il comparto è doppiamente frustrato: da una parte la sempre maggiore difficoltà dei consumatori alle prese con la pressione inflazionistica, dall’altra l’impossibilità per le imprese di rientrare da un surplus di costi produttivi senza precedenti a partire da quelli del vetro, a +70% in 12 mesi. Le imprese italiane del vino sono convinte che serva un’analisi approfondita con proposte migliorative delle dinamiche di filiera prima ancora di soluzioni tampone che si ripropongono a ogni crisi”.

Guardando i dati di vendita delle principali tipologie di vino, in molti casi è sempre più evidente il segno della crisi del potere di acquisto. Ad aumenti di prezzo – anche non eclatanti – viene infatti associata quasi automaticamente una decrescita delle vendite, con la ricerca di prodotti alternativi/similari e più economici: sul mercato tedesco questa equazione vale per esempio per Chianti Classico e Chianti o per il Primitivo, oltre che per gli spumanti italiani dove al Prosecco viene preferito lo sparkling tedesco o altri prodotti italiani a costo contenuto. Sul mercato americano, i dati negativi abbracciano tutte le principali produzioni italiane: dal Pinot grigio al Lambrusco, dal Chianti ai rossi piemontesi e toscani. In UK, precipitano le vendite di vini – perlopiù toscani – a base Sangiovese e quelle di Pinot grigio private label, arrivato a costare più della versione a marchio aziendale, ma sono in forte calo anche quelle di Prosecco, sia marchio proprio che del distributore, mentre tengono quelle del Rosé.

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare