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Esselunga vara l’enoteca online con oltre 1000 referenze disponibili in tutta Italia

È online il nuovo sito Enoteca Esselunga riservato esclusivamente al mondo del vino e dei distillati di qualità. L’importante novità dell’e-commerce è rappresentata dal fatto che è possibile ricevere gli ordini in tutta Italia e non solo nelle aree in cui Esselunga è presente con i propri negozi.

L’assortimento, di oltre 1000 referenze proposte esclusivamente online, comprende una grande varietà di etichette di vini italiani, esteri e distillati. Una selezione frutto di un meticoloso lavoro realizzato in collaborazione con oltre 350 aziende produttrici. L’enoteca online nasce anche per dare valore al prodotto e ai produttori. Progressivamente il sito sarà arricchito con informazioni e curiosità sui vitigni e le regioni di provenienza, la tipologia di terreno, le note di degustazione, la corretta temperatura di servizio e l’indicazione del calice migliore da utilizzare. Inoltre saranno presenti approfondimenti su aziende, territori e abbinamenti enogastronomici. Enoteca Esselunga si propone quindi di accompagnare l’esperienza del consumatore in diversi momenti, oltre all’acquisto.

Già negli anni Ottanta Esselunga, nell’intento di valorizzare la propria selezione di etichette, utilizzava nei negozi scaffali di colore verde per distinguere i vini dalle altre categorie di prodotto. Alla fine degli anni Novanta, presso il negozio di Casalecchio di Reno (Bologna) fu inaugurata una nuova modalità espositiva: un’area dedicata in cui le bottiglie venivano posizionate non solo in verticale ma anche inclinate. Oggi, negli ottantotto superstore Esselunga e negli otto caveau del format laEsse, l’enoteca ha una sua forte identità caratterizzata anche dalla presenza di un sommelier a disposizione della clientela. Inoltre, il servizio di consegna a domicilio “Esselunga a Casa” ha permesso di implementare l’offerta con la sezione Grandi Vini. Da questo percorso si è delineata l’idea di raggiungere tutta Italia portando a casa dei clienti etichette esclusive di vini e spirits attraverso un viaggio che parte da un magazzino a temperatura controllata, dove viene conservata ogni bottiglia proveniente direttamente dai produttori, lungo una filiera corta che permette di consegnare ovunque in modo veloce e garantito.

Vino Gdo: volano gli spumanti low cost a scapito di Chianti e Prosecco Docg

Si registra un lieve miglioramento delle vendite di vino nella grande distribuzione nei mesi estivi che portano il cumulato dei primi nove mesi di quest’anno, con un tendenziale in volume a -3,4% (nel semestre la perdita era del -3,9%) per un controvalore, sospinto dal caro prezzi, di 2,1 miliardi di euro che lascia la variazione a +3,4%. I vini fermi, rileva l’Osservatorio Uiv-ISMEA su base Ismea-NielsenIQ, segnano un -3,9% nei volumi (+2,6% i valori) mentre risale la tipologia spumanti, a +0,6% nelle quantità e a +6,2% nei valori (a 455 milioni di euro).

Secondo l’analisi dell’Osservatorio, permane un atteggiamento prudente dei consumatori tra gli scaffali, con acquisti “difensivi” che privilegiano i prodotti in promozione o alcune tipologie più convenienti a scapito di altre. È il caso degli spumanti low cost (“Charmat non Prosecco”, con 25 milioni di litri acquistate), che hanno ormai superato nelle vendite in volume anche il Prosecco Doc (24,8 milioni, comunque in risalita) e che si stanno sempre più affermando non più solo nei discount ma anche nei canali iper e super. Oppure denominazioni importanti come il Chianti Classico (volumi a -13,2%), o ancora il Prosecco Docg (-14,5%) che cedono quote a indicazioni geografiche o vini comuni che propongono prezzi più accessibili.

Nel complesso, i listini rimangono alti (+7% sul pari periodo 2022) e non è un caso se in generale si assiste a una maggior tenuta delle vendite laddove i costi sono più limitati. Per esempio, osserva l’analisi, l’unico formato a crescere tra gli scaffali, per i vini a denominazione come per quelli comuni, è quello di plastica e bag in box che in media presentano un prezzo di 1,8 euro/litro. Tra le tipologie, in quantità fanno leggermente meglio della media (-3,9%) i vini bianchi (-3%), i rosati (-3,6%) mentre ancora in difficoltà risultano i rossi (-4,8%). Gli spumanti virano in positivo (+0,6%) ma la crescita riguarda, oltre all’Asti (+4,5%), solo i già citati “Charmat non Prosecco”, senza i quali anche il comparto bollicine pagherebbe un -3,6% nei volumi.

Nel segmento IG, ancora segni meno per le principali tipologie; tra i primi 10, solo il Vermentino di Sardegna, il Puglia Igp e il Cannonau in dinamica positiva (+4%, +2% e +3% rispettivamente in volume). Chianti in regressione (-4.4%), mentre migliora leggermente la situazione del Montepulciano d’Abruzzo, che da -14% di marzo è arrivato a -9% a giugno per risalire a -6.6% di settembre. In forte discesa il Nero d’Avola siciliano, a -12%, così come la pattuglia dei Salento Igt (-9%), i Lambruschi emiliani (-11%), le Bonarde oltrepadane (-15%) e il Verdicchio di Jesi (-18,9%). Tra i veneti, Valpolicella a -2% e Bardolino a -3.4%, mentre il Soave continua a essere positivo, chiudendo il conto dei nove mesi a +5%. Tra i canali, oltre la media il gap nei discount, specie per il segmento Dop e Igp (-6,8%), segno che le tensioni sul carrello della spesa sono maggiormente percepite dai consumatori.

A un mercato interno debole – conclude l’Osservatorio Uiv-ISMEA e ai costi produttivi ancora alti, non fanno da contraltare le esportazioni: il dato Istat di oggi sui primi 7 mesi dell’anno evidenzia infatti una contrazione tendenziale sia nei volumi (-1,5%) che nei valori (-1,2%, a 4,45 miliardi di euro). Un peggioramento anche rispetto all’export del semestre – che segnava rispettivamente -1,4% e -0,4% – per effetto delle difficoltà nell’extra-Ue (volumi a -8,5%) non del tutto controbilanciato dalla domanda comunitaria (+5,4%). Tra i prodotti, è forte la domanda di sfusi (+13,1%) mentre sono in contrazione sia gli spumanti (-3,2%) che i vini imbottigliati (-4,9%), dove pesano le forti difficoltà dei rossi (-10%).

Acquisti online di vino e alcolici, un trend in continua crescita

Per gli addetti ai lavori, il 2023 è un’annata sfidante tra investimenti per preservare la qualità dei vini e gli eventi atmosferici straordinari che hanno messo i vitigni a dura prova. Le frequenti precipitazioni primaverili hanno portato all’insorgere di malattie delle viti come la peronospora, riducendo così i volumi produttivi della vendemmia soprattutto al Centro-Sud.

Vendemmia 2023: i dati di Uiv e Assoenologi
Nel report presentato al Ministero dell’Agricoltura da Unione Italiana Vini (Uiv) e Assoenologi si prevede un calo della produzione vitivinicola italiana sotto i 44 milioni di ettolitri nel 2023. Questa è la vendemmia più “leggera” dal 2017, con un -12% rispetto ai 50 milioni dello scorso anno. I dati lasciano ipotizzare, innanzitutto, il passaggio del primato produttivo mondiale dall’Italia alla Francia (peraltro anch’essa alle prese con un calo, al pari della Spagna), dove si stimano 45 milioni di ettolitri di vino (-2% sul 2022). Il report fotografa anche un’Italia divisa in due: alcune regioni del Nord sono riuscite a confermare i livelli di produzione dello scorso anno (+0,8% nel complesso), mentre al Centro, al Sud e nelle isole si registrano cali considerevoli (mediamente anche tra il -20% e il -30%). Va comunque specificato che si tratta di previsioni, considerato il lasso temporale dedicato alla raccolta sempre più dilatato: da agosto (in alcuni casi anche luglio) fino a novembre, per le uve particolarmente tardive.

La vendemmia varia da uva a uva e da regione a regione. Settembre è il mese che “da tradizione” viene associato alla produzione di vino. Ogni tipologia di vino ha il suo momento “perfetto”, ovvero quando acidi e zuccheri degli acini sono in un rapporto ideale e, allo stesso tempo, tannini e componenti aromatiche sono al giusto punto di evoluzione. Ad esempio, per uno spumante si vendemmia in anticipo in modo da mantenere una buona acidità (necessaria per la sua bevibilità e conservazione). Va da sé che per ottenere un vino dolce da vendemmia tardiva si posticipa il momento della raccolta, così da raccogliere uve il più zuccherine possibile.

Acquisti online per vini e alcolici 2022: l’analisi di Trovaprezzi.it
Trovaprezzi.it ha analizzato il comportamento degli italiani nella scelta e nell’acquisto online di vini e alcolici evidenziando un trend di continua crescita. Già nel corso del 2020 si era visto un aumento degli acquisti sul web dettato dalla pandemia da Covid-19, che aveva comportato la chiusura prolungata di negozi specializzati e lo stop di degustazioni in cantine ed enoteche. In quel contesto difficile, la categoria alcolici su Trovaprezzi.it aveva totalizzato circa 1milione e 200mila ricerche (+33% sull’anno precedente), mentre per la categoria vini le ricerche erano state oltre 2milioni e 900mila (+20% rispetto al 2019). L’anno successivo si era visto un ulteriore aumento (alcolici +2% e vini +3%), proseguito poi anche nel corso del 2022. Le ricerche relative ai vini nel 2022 sono state oltre 3milioni e 180mila (+10% rispetto al 2020) e quelle nella categoria alcolici hanno superato 1milione e 285mila (+8% rispetto al 2020).

Nel 2022 i vini più ricercati sono stati Cà Del Bosco Cuvée Prestige Franciacorta DOCG (da 31,50 e 35,90 euro per la bottiglia da 0,75L), Marchesi Antinori Rosso Tignanello Toscana IGT (a partire da 130* euro per il formato standard), gli champagne Moët & Chandon (prezzi a partire da 16* euro per la bottiglia da 0,20L), Tenuta San Guido Sassicaia Bolgheri DOC (a partire da 288* euro per la bottiglia standard), gli champagne Dom Pérignon (da 243* euro e 320** euro), i Santero 958 (da 5,50 euro) e Ferrari Trento Giulio Ferrari Riserva del Fondatore Trento DOC (da 160 euro per la bottiglia da 0,75L). Andando nel dettaglio troviamo alcune peculiarità regionali: i piemontesi hanno selezionato anche Gaja Barbaresco DOCG, Louis Roederer Brut Premier Champagne AOC e Santi Amarone della Valpolicella DOCG, mentre i veneti hanno mostrato interesse per Cà Dei Frati I Frati Lugana DOC, Frescobaldi Campo ai Sassi Rosso di Montalcino DOC, Livio Felluga Terre Alte Rosazzo DOCG e in generale per i prodotti della cantina Bepin De Eto. In Trentino- Alto Adige il vino preferito è stato Antica Fratta Brut Franciacorta DOCG; invece, in Valle d’Aosta si va sul Moscato D’Asti DOCG di Saracco oppure sul Barbera d’Alba DOC di Marchesi di Barolo. I friulani, infine, hanno indirizzato il loro interesse verso Primitivo di Manduria Lirica di Produttori di Manduria DOC e Pommery Champagne Brut Royal AOC.

Gli abitanti delle regioni del Centro hanno scelto Montevertine Le Pergole Torte Toscana IGT e Il Bruciato Bolgheri DOC (Toscana), il prosecco Carpene Malvolti e il barolo Rocche dei Manzoni (Marche); in Umbria, invece, le ricerche hanno premiato il Naturalis Historia Taurasi DOCG di Mastroberardino. Le regioni del Sud scelgono il prosecco Astoria e Di Majo Norante Tintilia Riserva Molise DOC (Molise), il Primitivo Moio 57 delle Cantine Moio (Campania), il prosecco Borgo Molino e Berlucchi Brut ’61 Franciacorta DOCG (Puglia), Armand De Brignac Brut Gold Champagne AOC e gli spumanti Valdo (Calabria). Nelle isole, invece, hanno ricercato molto anche prodotti “km 0” come Argiolas Turriga Isola dei Nuraghi IGT (Sardegna), G. Milazzo Bianco di Nera Sicilia DOC Frizzante e G. Milazzo Maria Costanza Bianco Sicilia DOP (Sicilia).

Giacenze in cantina e calo export, momento difficile per il vino

Secondo l’analisi Uiv e Vinitaly, la vendemmia 2023 si apre con una giacenza di vino in cantina pari a 45,5 milioni di ettolitri, l’equivalente di oltre 6 miliardi di potenziali bottiglie da 0,75/litri. Il dato riflette un’eccedenza dello 4,5% rispetto al pari periodo dello scorso anno a causa in particolare di un incremento senza precedenti degli stock per i vini di maggior qualità, con le Dop a +9,9% sull’ultima rilevazione pre-vendemmiale del 2022. L’altro indicatore di mercato – aggiunge l’Osservatorio – è anch’esso complicato, con la domanda extra-europea segnalata nel primo semestre in ulteriore contrazione.

Tra i top 10 buyer – che assieme rappresentano circa l’85% del mercato extra comunitario – le esportazioni a volume sono positive solo per la destinazione russa, con cali quantitativi in doppia cifra per Stati Uniti, Canada, Giappone, Norvegia, Cina e Corea del Sud. Complessivamente la riduzione tendenziale nella prima metà dell’anno segna un -9% a volume e un -5% a valore, con gli spumanti giù del 13% e i fermi imbottigliati inchiodati a -5%. Per entrambe le tipologie, il trend a valore indica un gap del 4%, ma mentre per gli sparkling l’aumento del prezzo medio è in linea con il surplus dei costi produttivi (+10%), lo stesso non si può dire per i fermi (+1%).

“Sulla prossima vendemmia – la cui paventata forte contrazione è ancora tutta da verificare – pesa una congiuntura che si sta manifestando in tutta la sua complessità” commenta Lamberto Frescobaldi, il Presidente di Unione italiana vini (Uiv). “Comprendiamo la volontà da parte delle nostre imprese di mantenere le quote di mercato, ma abbassare i prezzi – come per esempio con i rossi sfusi in Germania, che stanno scendendo verso le quotazioni spagnole a circa 50 centesimi/litro – rischia di diventare un pericoloso boomerang una volta fuori dalla crisi di potere di acquisto che coinvolge anche i nostri competitor. A tal proposito il fenomeno crescente dei prodotti a private label e gli imbottigliamenti del nostro vino fuori dall’Italia contribuiscono all’erosione del valore aggiunto”.

“L’Osservatorio aveva previsto un 2023 difficile, ciò si sta verificando nonostante l’economia globale abbia per ora tenuto lontano buona parte delle nubi recessive. Ciò che può fare Vinitaly è intensificare la costruzione di ponti commerciali con l’estero, in particolare nelle relazioni con i mercati extra-Ue, a partire da quello americano dove saremo partner della Camera di Commercio di Chicago per l’International Wine Expo. Da settembre a dicembre abbiamo infatti in programma una nuova campagna di internazionalizzazione con 25 appuntamenti in 15 Paesi e 4 Continenti. Da una parte per rifinire ulteriormente l’incoming per la prossima edizione veronese, dall’altra per garantire b2b direttamente sulle piazze estere” aggiunge Maurizio Danese, AD di Veronafiere.

Il 12 settembre Assoenologi, Ismea e Uiv rilasceranno le proprie previsioni vendemmiali in conferenza stampa al ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare.

Vendemmia difficile in Sicilia ma la qualità dell’uva non è compromessa

Nonostante il susseguirsi di condizioni climatiche estreme -dalle piogge torrenziali di maggio e giugno al caldo estremo di luglio- gli incendi e la presenza di attacchi fungini, tra cui la peronospora della vite, la condizione e la qualità delle uve in Sicilia non sembra essere compromessa. Grazie al ritorno delle temperature più fresche, il calo iniziale, stimato fino al 40% in alcune zone, potrebbe essere inferiore. Si comincia nella Sicilia Occidentale, con la raccolta della base spumante, per poi proseguire con le varietà internazionali come lo Chardonnay e il Sauvignon Blanc, seguite dai vitigni autoctoni. A chiudere questa lunga vendemmia siciliana saranno i produttori dell’Etna, a fine ottobre.

“A rendere unica la vendemmia siciliana – commenta Mariangela Cambria, presidente di Assovini Sicilia – è la varietà degli areali siciliani. Ogni territorio presenta delle condizioni climatiche e dei suoli unici che si traducono nella straordinaria diversità e varietà della produzione vitivinicola siciliana. A circa una settimana dall’inizio della vendemmia è ancora difficile e prematuro fare stime accurate sulla produzione. Sicuramente la Sicilia dimostra di saper governare, grazie ad una agricoltura e tecniche agronomiche sempre più sostenibili, l’effetto dei cambiamenti climatici puntando sulla qualità e non sulla quantità”.

Andamento stagionale annata 2023 e previsioni vendemmiali

Sicilia Occidentale
“Ad oggi la qualità delle uve è ottima, non avendo avuto problemi di oidio né di botrite; a causa del grande caldo abbiamo perso circa il 40% delle uve, anche se essendo tornate temperature più fresche le uve non bruciate stanno iniziando a riprendere vigoria per cui il calo potrebbe complessivamente essere inferiore. Siamo soddisfatti di come abbiamo gestito il problema peronospora, avendolo fatto preventivamente grazie all’ausilio di capannine meteo che hanno la capacità di indicare elettronicamente la probabilità della malattia, evitando danni irreparabili”, commenta Filippo Buttafuoco, tecnico viticolo di Cantine Settesoli.

Nell’areale viticolo di Regaleali, in provincia di Palermo, i mesi di marzo e aprile, tendenzialmente asciutti e freddi, hanno determinato un ritardo nel germogliamento generale di circa 10 giorni. “Questo ritardo ha contribuito a rendere più gestibile il successivo periodo molto piovoso ma tendenzialmente freddo, e reso la pressione delle patologie della vite, quali la peronospora, meno invasiva – commentano Lorenza Scianna e Laura Orsi, enologhe di Tasca d’Almerita. “Attualmente le vigne presentano una chioma adeguata, sono sane e si registra una diminuzione delle temperature medie cha lascia presagire una buona maturazione delle uve a partire dall’invaiatura di Pinot nero e Chardonnay che sta avvenendo in questi giorni- continuano Lorenza Scianna e Laura Orsi. Riguardo alle quantità, anche la tenuta di Sallier, a Camporeale, dovrebbe rispettare le medie storiche aziendali ma è ancora presto per cantare vittoria. La buona copertura vegetativa protegge l’uva da eventuali bruciature e aiuta a conservare aromi e freschezza. Infine, a Mozia, l’isola è poco influenzata dalle condizioni climatiche della terra ferma, l’alberello dovrebbe maturare subito dopo Ferragosto con quantità che rientrano nelle medie storiche di Mozia e con uve sane e croccanti”.

Etna e Nord Est
Manca ancora qualche mese all’arrivo della vendemmia sull’Etna dove fino a fine giugno si sono registrate basse temperature e piogge continue, tali da rendere difficili gli interventi in vigna, seguite dal caldo estremo di fine luglio con ridotte escursioni termiche tra giorno e notte e vento caldo. “Grazie alle sabbie vulcaniche molto drenanti, alle altitudini importanti e ventilazione costante, non c’è stata presenza di peronospora e, nonostante i picchi di temperature alte, le piante si mantengono bene”, commenta Maria Carella, enologa di Cantine Nicosia, sul versante Sud est di Trecastagni, Zafferana e Santa Venerina.

Sul versante Nord dell’Etna, Patricia Toth, enologa di Planeta, conferma che “La peronospora è sotto controllo grazie all’arrivo del caldo e delle alte temperature. Nelle zone alte, intorno a 900 metri, abbiamo delle uve stupende grazie alla diversa ventilazione di queste zone e anche alla struttura dei suoli. A Capo Milazzo, siamo nel Nord- Est dell’Isola, i venti che tante volte possono diventare una sfida quest’anno hanno trovato pace, l’allegagione e anche il controllo degli insetti alla data odierna sta procedendo bene”.

Sud-Est
“La vendemmia 2023 sarà una delle più difficili degli ultimi tempi. Quest’anno, caldo torrido di questi giorni a parte, abbiamo avuto piogge torrenziali e forti raffiche ventose nei mesi di maggio e giugno, importanti per la fioritura delle nostre uve, condizioni climatiche che hanno messo in ginocchio il duro lavoro che ogni giorno con la mia squadra portiamo avanti” commenta Arianna Occhipinti. “L’arrivo consistente della peronospora ha causato danni considerevoli per il 30-35 % circa della nostra futura produzione; i trattamenti di zolfo e rame (unici trattamenti che facciamo in vigna) in concentrazione maggiore, non sono bastati a contenere il problema. Avremo sicuramente una raccolta inferiore rispetto la vendemmia 2022. Questo non vuol dire però che la qualità delle uve sarà messa in discussione, anzi, possibilmente avremo meno quantità ma una maggiore qualità”.

“A Vittoria è importante sottolineare la posizione e il suolo dei vigneti. Ci troviamo sul pendio con un puro strato superiore sabbioso, che affaccia il mare, sopra Marina di Acate, dove appunto la sabbia e il movimento d’aria non hanno dato spazio ad un’umidità costante. Prevediamo buone produzioni come sul Nero d’Avola anche sul Frappato, tenendo sotto osservazione stretta i vigneti per controllare la presenza delle cocciniglie e cicaline. A Noto, come generalmente in tutta l’isola, ad oggi consideriamo circa una settimana o anche 10 giorni di ritardo nelle fasi fenologiche, con uve sane e davvero promettenti”, conclude Patricia Toth.

Vino italiano all’estero, i volumi restano piatti

Nel primo semestre di quest’anno sono tornate in linea di galleggiamento le vendite del vino italiano tra gli scaffali della grande distribuzione e retail nei top 3 mercati al mondo. Secondo l’Osservatorio Uiv-Vinitaly che ha elaborato gli ultimi dati di Nielsen-IQ, le vendite tricolori in Usa, Germania e Uk chiudono il semestre con un risultato tendenziale piatto a volume (-0,2%) e con un lieve incremento a valore (+1,3%, a 2,2 miliardi di euro). La performance – rileva l’Osservatorio – è migliore rispetto al primo trimestre (-4% volume e -1% valore) ma ancora insufficiente per dare respiro alle imprese di un settore tuttora fortemente penalizzato da un surplus di costi che incide per circa il 10% sul prezzo medio.

Il totale dei volumi commercializzati di vini fermi e frizzanti segna un +0,7%, complici gli incrementi in Uk (+3,2%) e soprattutto in Germania (+4,2%), sostenuta dalla forte domanda di frizzanti “low cost” tricolori. In controtendenza i fermi negli Usa, che cedono il 7,4%. Gli spumanti accusano invece un decremento del 2,8%, con gli Usa positivi (+2%), controbilanciati in negativo da Regno Unito (-6%) e Germania (-3,8%).

“Occorre fare in modo che le difficoltà congiunturali non si trasformino in strutturali, in queste situazioni diventa fondamentale la presenza e la promozione di bandiera del brand enologico italiano. Per questo, tra settembre e dicembre di quest’anno Vinitaly attiverà una nuova campagna di internazionalizzazione attraverso 25 appuntamenti tra fiere, road show e incoming sulla prossima edizione veronese organizzati in 15 Paesi e 4 continenti” commenta Maurizio Danese, l’Ad di Veronafiere.

“Rispetto al primo trimestre riscontriamo una timida risalita, ancora però troppo debole se consideriamo le tensioni vissute dal settore. Lo scatto in avanti dei volumi commercializzati in Germania è dovuto al raffreddamento dei listini, che nell’ultimo trimestre anziché aumentare sono scesi in media del 4%, con una contrazione anche rispetto al primo semestre del 2022. Variazioni sul prezzo medio che riteniamo essere troppo deboli anche negli Usa e in Uk, rispettivamente del 4% e del 3%” aggiunge Paolo Castelletti, il Segretario generale di Unione Italiana Vini (Uiv).

Dei 2,2 miliardi di euro commercializzati, 960 milioni (-0,3% tendenziale, -4,4% i volumi) sono frutto di acquisti di vino made in Italy nella Gdo statunitense; oltre 840 milioni provengono dalla domanda Uk (+2,4%, con i volumi -0,5%) e 400 milioni dalla Germania (+2,9%, +3,7% i volumi). Il primato dei volumi spetta ai tedeschi (84 milioni di litri venduti su un totale di 231 milioni nei 3 Paesi) ma il prezzo medio allo scaffale di 4,7 euro al litro è 3 volte inferiore a quello degli Stati Uniti (14,3 euro) e meno della metà rispetto al dato Uk (10,5 euro). In generale, è piatta la crescita dei listini per i fermi/frizzanti (+0,3%) mentre per gli spumanti l’aumento è del 4,9%. Il Prosecco, principale denominazione italiana commercializzata nel mondo, segna un -2% nei volumi (bene negli Usa, ancora negativa in Uk anche se in fase di recupero) e un +3,2% nei valori, per un corrispettivo (675 milioni di euro) che incide per il 31% su tutto il vino made in Italy commercializzato sui canali dell’off trade dei 3 Paesi.

Vino italiano ancora in difficoltà, calo nell’export e nei volumi della Gdo

L’Osservatorio Uiv-Ismea ha elaborato i nuovi dati Istat sulle esportazioni di vino nel primo quadrimestre e le vendite nella Grande distribuzione in Italia nel primo semestre, su base Osservatorio consumi ISMEA-Nielsen-IQ.

Nel primo quadrimestre, le performance del vino italiano nel mondo segnano un calo tendenziale dello 0,7% nei volumi e un +2% nei valori (export attestato a 2,36 miliardi di euro). Il semestre nella Gdo italiana si chiude invece con una contrazione del 3,9% sul fronte dei volumi accompagnato da un +3,5% nei valori (a 1,38 miliardi di euro). Entrambe le performance – rilevano ISMEA e Unione italiana vini (Uiv) – evidenziano le difficoltà di un 2023 in cui il surplus dei costi di produzione influisce in media per il 10% sul prodotto finito a fronte di incrementi dei prezzi di vendita molto più bassi, sia nelle piazze estere che interne.

L’Osservatorio rileva inoltre una tendenza al ribasso, specchio della congiuntura, dei prodotti commercializzati, sia sul mercato estero che su quello italiano. Al netto delle vendite di vino sfuso – venduto comunque a prezzi bassi –, il responso sui volumi commercializzati oltreconfine sarebbe infatti ben più negativo (-3,5%), con i vini imbottigliati a -4,2% e le Dop, in particolare, a -6,9%.

Tra gli scaffali della grande distribuzione italiana, seppur con segni di miglioramento, come il parziale recupero delle Dop che però non permette di invertire il segno negativo, la tendenza al ribasso si conferma per esempio nei trend delle bollicine, dove prosegue la corsa degli spumanti low cost (+8,6% volume) che fissano il prezzo a 4,6 euro/litro, quasi il 40% in meno della media del Prosecco. Per lo spumante del Nord-Est più venduto al mondo, che ha alzato i propri listini in coerenza con la crescita dei costi delle materie prime, il semestre si chiude con un -5,8% in termini volumici in particolare per effetto del brusco stop della Docg.

Il vino marchigiano Verdicchio celebrato da un quotidiano d’oltremanica

Il vino marchigiano Verdicchio di Moncaro torna sotto i riflettori con un articolo apparso sul quotidiano britannico Times of Tunbridge Wells dal titolo “Make the time to say ‘cin cin’ to Verdicchio” a firma del giornalista James Viner.

“Di tutti i Verdicchio entry-level presenti al supermercato”, annota il giornalista, “questo è quello che mi piace di più. Ha un tocco di fiori di sambuco, agrumi gialli, pera matura, mela Granny Smith, erbe verdi e sentori di mandorla e pesca bianca”. E ancora: “Così buono alla fine di una giornata calda; un delizioso aperitivo. Cosa c’è di meglio in una calda sera d’estate? Un drink fresco, estivo, con un finale brillante e vivace”.

“Il concetto di qualità globale ci sta molto a cuore – commenta il presidente di Moncaro, Doriano Marchettiun’attenzione che poniamo su tutta la gamma dei vini e che ci consente di veicolare l’eccellenza enologica marchigiana nel mondo, presidiando tutte le fasce di mercato. Segnalazioni e commenti positivi degli addetti ai lavori, riempiono di orgoglio, perché esistono vini per noi talmente familiari, che una volta assaggiati da operatori qualificati, e da un punto di vista meno “affettivo”, diventano dei must in grado di conquistare ampie fasce di consumatori e di attrarre l’attenzione su un intero territorio. Non solo dunque le etichette di alta e altissima gamma, ma anche i vini nelle fasce di prezzo più accessibili diventano grande strumento di promozione territoriale”.

La conferma: il Verdicchio Fondiglie, Miglior vino bianco d’Italia
Tra gli esempi di vini “Pop” che hanno messo d’accordo consumatori e critici enogastronomici, degno di menzione è il “Fondiglie” Verdicchio Superiore che prende il nome dall’omonima contrada del comune di Rosora (An) che ha ottenuto di recente il titolo di Miglior vino bianco d’Italia dalla giuria del Vinitaly, il massimo concorso enologico italiano. Sull’etichetta del Fondiglie è raffigurata un’ape e dei fiori in omaggio ai versi del poeta Trilussa, incisi sull’antico muro della casa padronale in Contrada Fondiglie, alle pendici dei monti Appennini, dove ci sono i vigneti dai quali proviene questo Verdicchio Superiore fruttato ed elegante.

Segno rosso per l’export di vino italiano, battuta d’arresto per lo spumante

Per le vendite del vino italiano all’estero si chiude un primo trimestre complicato, con volumi piatti (+0,1%) e una performance tendenziale in valore a +3,8% (1,8 miliardi di euro). A rilevarlo è l’Osservatorio Uiv-Ismea-Vinitaly che ha elaborato gli ultimi dati Istat sul commercio estero.

I volumi commercializzati sono tenuti a galla dall’exploit di vendite di vino sfuso (+13,4%) – che registrano però una forte contrazione dei listini (-9,2%) – e dei comuni, a +12,8%. In sofferenza, sempre nei volumi, i prodotti bandiera del made in Italy, a partire dai vini fermi Dop imbottigliati, che si scendono del -5,3% (+2,5% il valore) con i rossi a -6,6%. Giù anche gli Igp (-2,5%), dove la crescita dei bianchi (+8,3%) non è bastata calmierare la perdita dei rossi (-7,5%) e dove il segno rosso si evidenzia anche nei valori. Tra le tipologie, si conferma l’avvio difficile per gli spumanti (-3,2% volume e +7,3% valore), complice la contrazione dei volumi esportati di Prosecco (-5,5%), mentre prosegue la buona stagione dell’Asti Spumante (+9,1%) e degli sparkling comuni (+4,4%).

“In questo primo trimestre la coperta troppo corta è sempre più evidente: la crescita in valore è infatti insufficiente per far fronte al surplus di costi dettato da materie prime ed energetici, che influisce per circa il 12% su un prezzo medio aumentato di appena il 3,7%” ha detto il segretario generale di Unione Italiana Vini (Uiv), Paolo Castelletti. “Permangono le notevoli difficoltà dei rossi, in particolare quelli Dop e Igp, a cui si aggiunge la battuta d’arresto dello spumante. Più in generale, l’attuale congiuntura impone alla domanda scelte low cost, e per questo in termini volumici fanno meglio prodotti base che hanno ritoccato poco i listini. Ma a che prezzo?”.

“Il mercato mondiale del vino sta mandando segnali di cambiamento che sembrano favorire al momento i vini di fascia più bassa” ha aggiunto Fabio Del Bravo, responsabile della Direzione Servizi per lo Sviluppo Rurale di ISMEA. “Guardando alle dinamiche dell’export dei nostri principali competitor, la Francia appare particolarmente penalizzata dall’attuale orientamento del mercato, e registra una riduzione dei flussi in quantità del 7,5% (+3,4% gli incassi). I vini spagnoli, al contrario, sono favoriti da un prezzo più competitivo e spuntano delle progressioni sia in volume (+3,8%) che in valore (+11,4%). Per quanto riguarda il nostro export, siamo lontani dai tassi di crescita a cui settore ci aveva abituati negli ultimi anni. A complicare il quadro anche l’evidente rallentamento delle vendite alla distribuzione sul mercato interno e i quasi 53 milioni di ettolitri di vino stoccati negli stabilimenti che, sebbene in riduzione sui valori record dei mesi scorsi, fanno registrare una crescita di oltre il 4% sullo scorso anno”.

Sul fronte dei mercati, cresce in volume la piazza Ue (+7,3%) e si contrae quella extra-Ue (-7,7%); tra i top buyer gli Usa rimangono in terreno positivo (+0,4% volume, +10,8% valore) cresce, grazie agli sfusi, la Germania (+6,2% in volume e +5,6 in valore) mentre il Regno Unito cede il 13,5% (-7% il valore). In contrazione, nei volumi, mercati di sbocco ed emergenti come Canada (-24%), Svizzera (-8,4%), Giappone (-22,9%) e si conferma in caduta libera il mercato cinese (-43,7%). Volano gli ordini dalla Russia: +33,0%. Tra le regioni, rallentano i valori export per le top 3, con il Veneto a +3%, il Piemonte a +0,2% e la Toscana a +0,6%. Sopra la media gli incrementi di importanti regioni produttrici, come il Trentino-Alto Adige, l’Emilia-Romagna, la Lombardia.

Un cartellone che eroga vino: è successo per davvero, a Manchester

Un cartellone pubblicitario in grado di erogare vino, completamente gratuito: non è un’invenzione dell’Archimede Pitagorico disneyano bensì una trovata pubblicitaria varata da un punto vendita Aldi a Manchester, nel Regno Unito.

L’idea, come riportato da un articolo apparso su Forbes pochi giorni fa, nasce dopo un sondaggio che ha raccolto oltre 1000 estimatori di vino rosé e ha evidenziato come i mancuniani consumino in media ben 63 bicchieri di vino durante la stagione estiva, spendendo poco più di 11 sterline a bottiglia. Da lì la proposta di installare questo speciale cartellone/dispenser che eroga vino rosé a 19,2 gradi centigradi, la temperatura ideale per berlo.

La speciale “fontana” è rimasta a disposizione dei residenti e dei visitatori di Manchester per due giorni in St Ann’s Square.

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