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Vino: l’Australia sorpassa la Francia nell’export verso la Cina

Foto di Wokandapix da Pixabay

L’export di vino versa la Cina, non marca bene. Almeno per quanto riguarda gli storici leader (in materia enologica) europei: francesi (-31,5% a valore), spagnoli (-16,9%) e italiani (-12,5%).

Fuori dal vecchio continente, invece, le cose vanno in direzione opposta. Specialmente per australiani e cileni che crescono rispettivamente del 4,8% e 8,4%.

Le cause

Il calo nell’import cinese di vini francesi ha riguardato i vini fermi imbottigliati – che rappresentano a volume il 95% del totale – diminuiti a valore di quasi il 34%, mentre ha risparmiato gli spumanti (principalmente Champagne) che all’opposto sono cresciuti di oltre il 24%. La stessa cosa, nel suo piccolo, ha riguardato l’Italia: mentre si sono ridotti gli acquisti a valore del 15% in seno ai vini fermi, quelli relativi agli spumanti hanno fatto registrare un +5%.

Il prezzo gioca un ruolo fondamentale negli acquisti dei vini da parte dei cinesi e gli accordi di libero scambio di cui godono australiani e cileni (che permette loro di entrare in Cina a dazio zero) li favoriscono rispetto ai competitor, anche nei confronti dei più blasonati francesi che fino a qualche anno fa sembravano immuni da queste logiche concorrenziali”, dichiara Denis Pantini, Responsabile Nomisma Wine Monitor.

Ne è riprova quanto accaduto all’import di vini statunitensi in questi primi cinque mesi: la guerra commerciale combattuta da Trump con la Cina a colpi di aumenti tariffari alle frontiere ha portato le vendite di vini Usa sul mercato cinese a -54% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: una bella botta per i produttori americani!

E’ invece fuori di dubbio come l’Australia abbia deciso di investire pesantemente sul mercato cinese, tanto da farlo diventare il primo mercato di sbocco dei propri vini. Oggi il 40% dei ricavi derivanti dalle vendite oltre frontiera dei vini fermi imbottigliati australiani deriva proprio dalla Cina quando dieci anni fa tale incidenza non arrivava al 4%.

“Ma il sorpasso australiano ai danni della Francia può anche essere interpretato come un cambiamento nelle modalità di consumo dei vini da parte dei cinesi, un segno di maturità e maggior consapevolezza negli acquisti, non più dettati solo dalla ricerca di status e notorietà, ma di qualità al giusto prezzo. E, in questo caso, il vino italiano può giocare la sua partita, a patto di farsi conoscere dal consumatore cinese” ha aggiunto Pantini.

La riduzione che ha interessato l’import dei vini italiani sul mercato cinese non ha fortunatamente trovato analogie sugli altri principali mercati mondiali. Restando in tema di mercati terzi, l’import di vini dall’Italia è cresciuto infatti – sempre a valore e nei primi cinque mesi del 2019 – di quasi il 10% in Giappone, del 2% in USA, Svizzera e Norvegia e dell’1% in Canada. Percentuali significative di incremento in Corea del Sud (+18%) e Brasile (+4%).

Aziende vitivinicole: 11,2 miliardi nel 2018, +52% in 10 anni

Quanto vale il mondo delle imprese vitivinicole? La risposta viene dall’Osservatorio Qualivita Wine e InfoCamere, che hanno svolto un’analisi sulle 3000 imprese italiane legate alla produzione di vini e alla coltivazione di uva, che nel 2018 hanno depositato il bilancio presso il Registro delle Imprese delle Camere di Commercio. Ne è emerso un fatturato di oltre 11,2 miliardi di euro e un valore aggiunto di 2 miliardi di euro, per una crescita che se per numero di imprese con bilancio depositato è stata pari al +33% in dieci anni, ha raggiunto il+52% in termini di fatturato e il +59% come valore aggiunto.

Profilo occupazionale

Si tratta dunque di una crescita evidentei n un settore settore (quello vinicolo, appunto) che – stando ai dati INPS – dà lavoro a 34.000 addetti nel 2018 (+123% in dieci anni, dal momento che erano poco più di 15.200 gli addetti del 2009)- e che evidenzia una capacità di investimento di queste imprese crescente negli anni (oltre 11 miliardi di investimenti nel 2018, +3,6% sull’anno precedente).

Geografia produttiva

A livello territoriale, in Toscana, Puglia e Veneto si concentra un terzo delle aziende nel settore della produzione di vino e coltivazione di uva con bilancio depositato nell’ultimo anno eSiena, con 180 imprese, è la provincia italiana con maggior numero di società di capitali in questa particolare graduatoria.

Vino: crescono DOC e DOCG, benissimo i biologici, successo per la MDD

Vino: in attesa di parlarne al prossimo Vinitaly, diamo un’occhiata all’andamento del comparto. Ciò che merge dalle analisi di IRI (dati 2018 a volume, ricerca IRI per Vinitaly 2019, iper+super+libero servizio piccolo) è che i vini Doc e Docg in bottiglia registrano il +5,3% nel primo bimestre 2019 (dopo una sostanziale tenuta nel 2018); gli spumanti il + 2,1%, i vini biologici il +18% (+ 11,8% gli spumanti bio); i vini a marca privata o marchio del distributore (MDD) in bottiglia il + 7%. La quota di mercato del vino MDD è arrivata al 14% di tutto il vino venduto nella Grande Distribuzione per un valore di 156 milioni di euro. I soli vini Doc e Docg a marca del distributore sono cresciuti dell’8%.

Un’insegna come Conad, per esempio, mette a scaffale ben 85 referenze MDD, che vendono a valore oltre 47 milioni di euro l’anno. Carrefour, con “Trancio Antico” e “Terre d’Italia” registra un costante aumento, soprattutto nella fascia medio-alta. La Coop propone i marchi “Assieme”, vini quotidiani provenienti da cantine del mondo cooperativo e  “Fior Fiore”, di fascia medio alta, con 17 referenze prodotte da note cantine, in collaborazione con l’Associazione Italiana Sommelier (entrambe spuntano una performance positiva nel 2018). Iper La Grande J ha lanciato già 13 anni fa il marchio “Grandi Vigne” che dispone di circa 80 etichette grazie alla collaborazione con 35 cantine vocate sul territorio e detentrici dell’intera filiera. Penny Market, convinta che i vini MDD trovino nel formato discount una opportunità vincente, propone tre brand: i vini di pregio D’Alleramo; gli spumanti Rocca Merlata; i vini in tetrapak Archetto.

A fronte della crescita dei vini MDD, il 2018 ha fatto segnare una contrazione delle vendite a volume di varie tipologie di vino, su cui ha influito la scarsa vendemmia del 2017 e l’aumento dei prezzi del vino.

“I prezzi dei vini si sono confermati in aumento per tutto il 2018 – spiega Luca Bacciocchi, Category Manager Vini di Carrefour –  fino alla nuova vendemmia che, grazie ai risultati positivi, ha portato un effetto deflattivo che si dovrebbe esprimere nel corso dell’anno corrente.

Analisi condivisa da Federico Scarcelli, buyer vino di Coop: “La pessima vendemmia del 2017 e il conseguente aumento delle quotazioni del vino ha portato aumenti di prezzo importanti: Coop ha limitato l’inflazione a scaffale dei vini tipici e degli spumanti al 2% mentre l’aumento dei vini tavola è stato intorno al 7%”.

 Va sottolineata anche la flessione, seppur modesta, delle promozioni, come riferisce Alessandro Chiapparoli buyer vino di Iper La Grande I: “Altro elemento che ha determinato l’aumento dei prezzi è stato una politica promozionale meno aggressiva rispetto al 2017, con un calo di 5% punti promo”.

“I prezzi nel 2018 sono mediamente aumentati del 4% circa anche nella nostra insegna – riferisce Valerio Frascaroli, buyer vino di Conad con un incremento in percentuale più marcato sui tavola/igt ed anche spumanti (punte anche del 10%) e meno importante nei Doc e Docg”.

Ha risentito meno dell’aumento dei prezzi del vino, grazie alla formula discount, come conferma Zoran Mihovski, buyer vino di Penny Market: “I prezzi dei vini, legati fisiologicamente alla qualità delle vendemmie hanno subito un leggero rialzo, con un dato medio di inflazione del 4,5%”.

Vini Coraggiosi: a chi piace “bere strano”? La ricerca di Tannico

Foto di gusaap da Pixabay

Nella vita ci vuole coraggio.Anche nel mondo dell’enologia. E alcuni vini ne hanno. Da vendere. Parliamo appunto di Vini Coraggiosi, cioè di quelle tipologie naturali, in anfora, biodinamiche e da viticoltura eroica che Tannico, l’enoteca online di vini italiani più grande del mondo, ha analizzato nel periodo 2015-2018 per comprenderne l’appeal sui suoi  oltre 100.000 consumatori.  Cosa è emerso? Che stanno andando alla grande, come dimostra la quota di mercato, quasi raddoppiata nel triennio 2015/2018 e passata dall’8% al 15% sul totale del venduto di Tannico.

All’interno del gruppo dei coraggiosi spiccano i vini vegani (65%), seguiti dai naturali e dai vini “eroici” (entrambi pari al 14,3% ciascuno) e infine i vini macerati che rappresentano ancora una nicchia scelta da meno del 2,5% dei consumatori analizzati.

A conferma della ricercatezza e consapevolezza crescente dei consumatori, tra le denominazioni che non hanno ancora cavalcato l’onda dei vini coraggiosi si evidenzia il Morellino (-98%), il Ripasso della Valpolicella e il Bolgheri (rispettivamente -90% e -89%), a favore invece di denominazioni meno note come Timorasso (+300%), Etna (+290%) e Inzolia (+281%) dove le vendite per i vini coraggiosi sono anche di tre volte superiori. Per quanto riguarda la provenienza geografica dei vini acquistati, vengono dall’Italia il 66% dei vini biodinamici venduti e il 60% dei vini derivati da viticoltura eroica. Sul fronte vegan, i clienti Tannico scelgono invece etichette straniere: dall’estero arriva infatti il 67% dei vini vegani acquistati, mentre sostanziale parità per l’origine dei vini naturali (50,4% dall’Italia e 49,6% dall’estero) e macerati (45%-55%).

Come li bevono i Millennial

Ma chi è il principale consumatore di Vino coraggioso? I risultati di Tannico confermano che le donne si dimostrano più “coraggiose” e disposte a sperimentare degli uomini, con le scelte d’acquisto che superano quantitativamente quelle maschili per quanto riguarda i vini naturali ed eroici (+12% rispetto al sesso opposto), biodinamici (+7,1%) e vegani (+7,5%). I Millennial invece, per definizione attenti alle ultime tendenze e al consumo consapevole, non seguono tanto il filone vegano (-20% di acquisti rispetto agli altri consumatori), quanto invece rivelano una predilezione per i vini macerati (+35%) e naturali (+17%). Per quanto riguarda invece le fasce di reddito, sono contemporaneamente i clienti con reddito basso (<12k euro) e molto alto (>42k euro) ad avere aumentato i consumi dei vini coraggiosi, con gli acquisti dei primi saliti del +3,2% e quelli dei secondi a +6,35% rispetto a 4 anni fa, dimostrando come su Tannico qualità e accessibilità di prodotti ricercati non siano appannaggio del solo cliente alto spendente.

E lo Zodiaco?

In ultimo, per gli appassionati di astrologia, Tannico ha analizzato anche il trend di consumo dei segni zodiacali, confermando e talvolta smentendo i caratteri attribuiti dallo zodiaco. L’Ariete rimane convinto delle sue scelte anche in tema vino, ed è il segno che maggiormente segue il trend “coraggioso” (+10,24%), seguito dal Leone (+9,52%), altro segno fieramente deciso, e dai Pesci (+5,5%), equilibrati, altruisti e attenti all’ambiente. L’Acquario, nonostante la vena anticonformista, risulta il segno con meno consumo di questa tipologia di vini (-10,5%), e risulta insieme al Cancro (-5,2%)  e allo Scorpione (-4,69%) tra i più refrattari all’acquisto dei ‘coraggiosi di Tannico’.

Vini coraggiosi: le tipologie

Vini biodinamici: certificati da enti privati e prodotti da aziende vinicole completamente autonome dal punto di vista energetico, in sintonia con l’ambiente e le fasi lunari;

Vini naturali, tutti quei vini che si legano a un processo spontaneo di evoluzione senza l’uso di fertilizzanti, diserbanti o concimi e con un contenuto di solfiti molto basso o uguale a zero;

Vini vegani, ottenuti senza l’utilizzo di ingredienti, additivi o coadiuvanti di origine animale;

Vini macerati, che nascono da uve bianche ma tenendo, come per i rossi, le bucce a contatto con il mosto per periodi variabili:

Viticoltura eroica, produce vini frutto di un vero e proprio lavoro visionario in luoghi remoti o dove clima, pendenza e altitudine rendono ancora più difficile il raggiungimento dell’obiettivo finale.

La metodologia della ricerca

La ricerca, resa nota in concomitanza con il lancio di VINI CORAGGIOSI, la nuova sezione del sito Tannico dedicata appunto ai vini spesso fuori dagli schemi tradizionali, si basa su  un Osservatorio privilegiato costituito da un network di 2.500 cantine e più di 100.000 clienti. Su questa base, Tannico è stato in grado di condurre la ricerca e analizzare le ultime tendenze attraverso Tannico Intelligence, il servizio di market analysis che l’enoteca online leader in Italia fornisce gratuitamente ai propri fornitori e ai consorzi.

Buon cibo e salute in scena a Milano alla 13a edizione di Golosaria

Andrà in scena tra sabato 27 a lunedì 29 ottobre negli spazi del Mi.Co – fieramilanocity la tredicesima edizione di Golosaria Milano che quest’anno ha per tema “Il buono che fa bene”.

Un tema nato per raccontare l’evoluzione del gusto nei primi 25 anni de ilGolosario: il cibo come piacere ma anche bene del corpo, anche grazie ai superfood. Ci sono poi le nuove comunità di produttori e di botteghe che cambiano volto contribuendo a tenere vive le città. Sarà il tema portante del talk show d’apertura, condotto da Paolo Massobrio e Tessa Gelisio, che vedrà la partecipazione del ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Gian Marco Centinaio.

Buono e Bene, dunque, come specchio dello “stile italiano” e del modello mediterraneo che saranno declinati a Golosaria secondo alcune suggestioni. A partire dai supercibi quotidiani, ovvero ingredienti del nostro artigianato e dell’agricoltura che, inseriti regolarmente nell’alimentazione, possono cambiare la vita. Dai cereali trasformati in farina ai formaggi a latte crudo fino a verdura e frutta, dalla Mela Rossa Cuneo, diventata anche simbolo dell’ortofrutta italiana al Macfrut, al baby frutto Nergi, alleati del benessere. Saranno il tema dell’area showcooking, dove si racconterà come il cibo sta cambiando e come noi cambiamo il nostro modo di avvicinarci alla tavola, con particolari declinazioni anche nell’Atelier dell’Arte Bianca e nello spazio dedicato alle eccellenze dei Maestri del Gusto di Torino. Nell’Agorà, il grande palco di Golosaria lunedì 29 si aprirà uno spaccato sulla ristorazione contemporanea con la premiazione dei Faccini e delle Corone Radiose del GattiMassobrio, il taccuino dei ristoranti d’Italia.‬

Quindi lo spazio dedicato ai 25 anni del Golosario; un sistema di comunicazione partito nel 1994 con poco più di 100 produttori che oggi racconta in mille pagine il gusto in modo trasversale, dalla carta al web. A Golosaria saranno riuniti più di 300 espositori di tutta Italia, fra cui alcuni storici protagonisti che, in questi 25 anni, hanno cambiato il modo di fare impresa. Golosaria però guarda anche alla nascita dei nuovi modelli, in grado di incontrare al meglio le sigenze della vita moderna. Quest’anno un focus speciale sarà dedicato anche alla bottega italiana e alla sua capacità di adattarsi allo spirito del tempo, per sopravvivere e continuare a essere una risorsa. Per questo domenica (ore 14) saliranno sul palco di Golosaria storici bottegai e giovani fondatori delle boutique del gusto per firmare, tutti insieme, il Manifesto della Bottega Italiana.‬

Uno spazio speciale sarà dedicato al formaggio, esempio di un’evoluzione che non ha mai lasciato le sue radici, ma anche di un alimento che, a sua volta, cambia in base alla materia prima. A Golosaria per la prima volta approderà FormaggItalia, il Salone Italiano dei Formaggi Artigianali che porterà, oltre a una rappresentanza unica di circa 60 produttori, con il concorso “Formaggi di Classe”.‬ Il Consorzio per la Tutela dei Formaggi Valtellina Casera e Bitto e del Consorzio Tutela Formaggio Montasio saranno presenti con show cooking e aperitivi a tema. Quanto al vino, 100 cantine italiane presidieranno l’area Wine e domenica 28 ottobre saranno premiati i Top Hundred. Un programma di wine tasting farà scoprire il potenziale enoico tricolore: un viaggio da Nord a Sud tra le etichette più rappresentative che non risparmierà anche alcune clamorose novità.‬‬

Ci sarà anche la mixology, con una speciale “isola” dove i professionisti del settore declineranno le ultime tendenze della miscelazione con una significativa rappresentanza del patrimonio liquoristico e delle firme degli spirits nostrani.

Corvo “scintillerà” a Natale nella sua esclusiva Limited Edition dedicata alla GDO

Corvo, che dal 1824 accompagna i momenti speciali della vita, a Natale ha scelto di scintillare grazie all’esclusiva confezione in Limited Edition, dedicata alla GDO, da regale e regalarsi nel periodo in cui è tradizione decorare la tavola di famiglia in modo ricco e sorprendente.
Per festeggiare questo momento magico i sapori e i profumi inconfondibili di Corvo Bianco e Corvo Rosso sono stati racchiusi in due raffinate bottiglie di vetro, finemente lavorato a rilievo con un motivo geometrico che ricorda le sfaccettature di un diamante e che renderanno preziose le tavole delle feste, accompagnando con eleganza le ricette della tradizione e non solo.
La perfetta trasparenza del vetro, le linee armoniche e il design slanciato e originale delle bottiglie catturano la purezza della luce e le rendono perfette per una mise en place classica ma con untocco di glamour in più, mentre il nuovo Corvo, più fresco e piacevole, adatto non solo al consumo quotidiano ma ideale anche come vino da aperitivo e da condividere con gli amici nei momenti di relax, renderà ancor più accoglienti e piacevoli le case illuminate per le feste di fine anno. Un regalo unico per un Natale pieno di luce e calore, in famiglia e con gli amici, che potrà essere utilizzato anche successivamente per portare in tavola con stile il vino Corvo preferito

Il Valpolicella Gruppo SUN ancora sul podio con il premio Plma

Con il vino Valpolicella di Villagraver il Gruppo Sun- Supermercati uniti nazionali, per il secondo anno consecutivo ritira il premio internazionale della Plma. Il riconoscimento è stato istituito dalla Plma – Private Label Manufacturers Association, organizzazione senza fini di lucro fondata nel 1979 per promuovere il marchio del distributore che racchiude oltre 4000 aziende socie nel mondo che vanno dalle società per azioni multinazionali alle piccole aziende a conduzione familiare.

Il vino che ha ottenuto il riconoscimento, una Denominazione di origine controllata, è un vino giovane dell’ultima vendemmia, prodotto nella zona di Verona, dal colore rosso brillante con profumo gradevole che lascia un sapore asciutto e delicato. Si sposa bene con primi piatti mediamente saporiti, carni bianche salsate o carni rosse semplici oltre che con pesci sapidi come l’anguilla.

“Ricevere anche quest’anno questo prezioso riconoscimento conferma la validità dei nostri prodotti che da sempre si contraddistinguono per qualità e innovazione – ha commentato Stefano Rango direttore genarale del Gruppo Sun –. Del resto noi lavoriamo per cercare di soddisfare appieno le esigenze e i bisogni dei nostri consumatori attraverso i nostri prodotti”.

Il Sun è stato tra i nomi vincenti annunciati in occasione della fiera internazionale annuale “Il Mondo del Marchio del Distributore” della Plma che si è svolta il 29 e 30 maggio presso il Centro Esposizioni RAI di Amsterdam che ha visto la partecipazione di oltre 14mila acquirenti e visitatori provenienti da oltre 110 Paesi.

Aldi punta sul vino con un nuovo sito web, e incassa un premio per l’Amarone

Punta su un’enoteca con una buona selezione di vini, ma anche sul consiglio, tallone d’Achille delle proposte di vino nella Gdo, Aldi con due iniziative: un nuovo sito web vinoteca.aldi.it e una brochure interamente dedicati al mondo dei vini, disponibile all’ingresso in tutti i negozi ALDI. 
Una vetrina online completamente dedicata ai diversi vini a scaffale e una guida cartacea utile all’esperienza d’acquisto sono i nuovi strumenti che ALDI ha realizzato pensando ai propri clienti. Sia gli esperti più preparati, che desiderano approfondirne la conoscenza, sia coloro che si avvicinano per la prima volta al mondo del vino possono conoscere le proposte di ALDI e il loro ottimo rapporto qualità-prezzo e individuare facilmente la bottiglia che meglio soddisfi le loro esigenze. Nel sito web e nella brochure, l’assortimento è infatti organizzato secondo l’occasione d’uso: per tutti i giorni, per un aperitivo, un’occasione importante, un dopocena, una festa o come regalo. Uno “stratagemma” per semplificare la scelta dell’etichetta ideale e accompagnare perfettamente il momento in cui si vuole degustare un buon vino, che facilita anche chi non è un esperto sommelier e comunque accelera la scelta a tutti.

 

Un premio all’Amarone

La grande attenzione che ALDI presta alla qualità dei propri vini è stata premiata: lo scorso 5 luglio il vino Amarone della Valpolicella San Zenone DOCG da 750 ml ha ricevuto il “Premio New Entry 2018” nella categoria Alcolici e birra, in occasione della nuova edizione dei Brands Award. Attraverso questa iniziativa, che nella prima metà dell’anno individua le migliori performance dei prodotti lanciati sul mercato della Gdo, sono stati proprio i clienti di ALDI a riconoscere l’interesse che il brand pone nei confronti dei propri prodotti enologici. L’Amarone della Valpolicella San Zenone DOCG è presente tutto l’anno in assortimento.
La Vinoteca ALDI è presente in ogni punto vendita ed è consultabile sia online sia attraverso la brochure dedicata. L’assortimento conta circa un centinaio di referenze tra vini rossi, bianchi, rosé, spumanti e frizzanti che incontrano i gusti più diversi e si adattano a ogni occasione d’uso. Nella scelta dei vini, ALDI ha puntato su un assortimento italiano che lascia spazio a tutte le aree di produzione d’Italia e alle principali varietà di uva.

 

Un punteggio dal sommelier

Proprio a dimostrazione della particolare attenzione che viene riservata al vino, il brand collabora con l’analista sensoriale Luca Maroni, punto di riferimento della degustazione enologica in Italia, che ha assaggiato dal 1987 a oggi oltre 300.000 vini. Grazie a questa collaborazione, ALDI offre ai clienti un percorso di scoperta, consentendo di apprezzare al meglio consistenza, equilibrio e integrità dei vini, misurati tramite una scala di punteggio da 0 a 99 ideata da Maroni stesso e chiamata “Indice di piacevolezza”.

Un double-decker per parlar di vino in città d’estate: lo mette Tannico a Milano

Vino d’estate, come promuoverlo in città? Ha pensato a un’iniziativa decisamente originale Tannico, l’e-commerce di vini italiani più grande al mondo, che ha deciso di “andare nel fisico” e ha installato al BASE di Milano (l’ex fabbrica Ansaldo in via Bergognone) uno speciale Double Decker. Si tratta del tradizionale bus inglese a due piani, riconvertito in Wine & Cocktail Bar d’eccellenza, con un déhor all’aperto e una terrazza di degustazione al piano superiore (praticamente un mini rooftop, trend assoluto dell’estate).

Non solo bar: fino al 9 settembre, il Double Decker di Tannico ospiterà un ricco programma di eventi serali, unendo una speciale selezione di vino e cocktail e qualche divertente proposta gastronomica con tanta musica, creando così il mood perfetto per brindare all’aria aperta in una serata cool e rinfrescarsi a fine giornata.
Il calendario del Double Decker di Tannico al BASE Milano prevede imperdibili appuntamenti settimanali:
Dal martedì alla domenica (ore 18.30 – 20.30): Tannico propone “Soup of the day: Champagne!”, happy hour a base di bollicine francesi a 5 €.
Lunedì (ore 18.30 – 20.30): per il Wine Monday, Tannico presenterà una cantina a settimana, con degustazioni guidate o aperitivi. I primi in programma sono Cantina Tommasi (lunedì 2/7), con i suoi intensi vini della Valpolicella; Cantina Bisol (lunedì 9/7), con il suo Prosecco Superiore Bisol, frutto di quasi cinque secoli di tradizione vinicola; Cantina Donnafugata (lunedì 16/7), con i suoi vini piacevolmente complessi e profondamente siciliani; Cantina Casa Rojo (lunedì 23/7), che porterà a Milano la Spagna e la sua enologia creativa e Cantina Antinori (lunedì 6/8), la tradizione toscana per eccellenza.
Le etichette di ogni cantina saranno riproposte a menù per un’intera settimana, fino alla presentazione della cantina successiva, anche se in drink list non mancheranno bollicine e cocktail.

Inoltre, Tannico stupirà gli ospiti con eventi speciali, come l’aperitivo di mercoledì 4 luglio in collaborazione con Monkey 47 e Fever Tree (ore 20.00-22-00), dove verrà presentato il Double Decker Signature Summer Drink, un fresco cocktail pensato per l’estate urbana.

Il calendario completo e in costante aggiornamento degli appuntamenti del Double Decker Summer Edition di Tannico può essere consultato a questo link.

Vino italiano sempre più online, ma si può fare di più: la ricerca FleishmanHillard

In cinque anni le prime 25 aziende italiane di vino hanno guadagnato 2,9 milioni di follower su Facebook, i Tweet settimanali sono diminuiti del 30%, le Chat sono in aumento. Però nel 2018 solo tre aziende avevano un e-commerce proprietario.

Dal 2014 a oggi la vitivinicoltura nazionale si è affacciata sul web. Sono migliorati i siti migliori e sono aumentati i canali social presidiati. Arrivano poi follower, con boom di Facebook e Instagram. L’ggiornamento contenuti è più frequente su Facebook, cala su Twitter ed è stabile su Youtube. L’e-commerce però viene quasi da tutti esternalizzato a beneficio dei portali specializzati e di quelli generalisti che aprono sezioni su vino e Made in Italy. Inglese e Tedesco sono le lingue straniere più utilizzate, vitigni autoctoni e sostenibilità i contenuti in ascesa. Chat, Wikipedia e SEO sono da migliorare, mentre da blockchain arrivano le opportunità per le certificazioni.

Questi in sintesi i risultati della quinta edizione della ricerca condotta da FleishmanHillard – Omnicom PR Group Italia, società di consulenza strategica in comunicazione con oltre 80 uffici in 30 Paesi, che ha analizzato la presenza e le attività online delle prime 25 aziende vinicole italiane per fatturato secondo l’indagine Mediobanca 2018, confrontando i risultati con i trend rilevati dal 2014.

 

2018 VS 2014, sempre più digital:

Quanto ai canali presidiati si è assistito a una rilevante crescita di Instagram: 15 aziende su 25 gestiscono un canale nel 2018, contro le sole 6 del 2014. In crescita, Facebook rimane il canale più amato (oggi 21 aziende contro le 17 del 2014), seguito da YouTube (18 vs le 15 del 2014) e Twitter (oggi 15 vs 11 del 2014). Come in passato, solo poche aziende (3) presentano una sezione dedicata all’e-commerce sul proprio sito: la maggioranza delle cantine preferisce affidare le vendite online a piattaforme esterne specializzate. Nove le aziende presenti su Wikipedia contro le 3 del 2014.

In crescita verticale il numero di follower e iscritti su tutte le piattaforme utilizzate dalle prime 25 aziende per fatturato, evidenziando come le cantine abbiano investito sui propri canali social negli ultimi 5 anni. I follower Facebook ammontano oggi in aggregato a 3.333.627, +657% rispetto ai 440.999 del 2014. Crescita importante soprattutto per Instagram, che assiste a un vero e proprio boom di follower, 63.064 nel 2018, contro i soli 746 del 2014 (+8.354%). Trend positivi anche per Twitter e YouTube, rispettivamente con oltre 27.000 e 4.000 follower in più.

L’analisi ha messo in luce anche una maggiore attenzione alla frequenza di aggiornamento sul canale Facebook: il 72% delle cantine propone oggi contenuti su base settimanale, rispetto al 65% del 2014. Stabile la situazione su YouTube: la maggioranza delle aziende (73%) preferisce concentrare i propri sforzi altrove, limitandosi alla pubblicazione su base mensile o sporadica. In calo la frequenza di aggiornamento su Twitter: nel 2014 il 91% delle aziende proponeva Tweet su base almeno settimanale, oggi solo il 60%.

Sul fronte dei contenuti, nel 2018 il 64% delle aziende parla di vitigni autoctoni (19% nel 2014), e il 40% suggerisce enoteche, percorsi e degustazioni, contro il 15% del 2014. Infine, il 76% presenta una sezione del proprio sito dedicata alla sostenibilità con focus su agricoltura sostenibile, efficienza energetica, certificazioni e attenta gestione delle risorse naturali.

La quasi totalità delle aziende (24 su 25) presenta nel 2018 siti in almeno due lingue, tipicamente italiano e inglese, mentre un’azienda su tre anche in tedesco, cinese a 1 su 25 (stabile). Ancora fermo l’e-commerce diretto: solo 3 aziende hanno adottato piattaforme di vendita sul proprio sito contro le 2 del 2014. Da segnalare un aumento di chat dedicate – quasi tutte su Messenger – che possono favorire il dialogo in tempo reale indirizzando gli utenti verso informazioni per loro rilevanti (come ricerca ed educazione su prodotti, eventi delle cantine, disponibilità di visite guidate, etc.). Nel 2018 ne fanno uso ben 16 aziende su 25.

“Negli ultimi 5 anni la digitalizzazione del settore vinicolo italiano si è contraddistinta per il presidio prima quantitativo e poi qualitativo dei principali canali social e con un ripensamento dei siti aziendali per migliorare l’esperienza degli utenti e facilitare visite alle cantine, al territorio e acquisti. Su questo punto abbiamo assistito all’esternalizzazione dell’e-commerce grazie al lavoro di qualità svolto dai principali portali, specializzati e generalisti, che hanno anche supportato in alcuni casi la promozione del vino Made in Italy all’estero. Tuttavia, in questo scenario pur positivo, spesso i brand hanno dovuto rinunciare al presidio del contatto diretto con il cliente lungo il processo di acquisto, che include anche la corretta condivisione dello storytelling sul prodotto” afferma Massimo Moriconi General Manager & Amministratore Delegato di Omnicom PR Group Italia.

“Oggi fare educazione circa valore e cultura del nostro vino, al fine di promuoverlo al meglio, passa anche dal saper cogliere nuove opportunità digitali come le certificazioni rese possibili da tecnologie come blockchain. Sarà interessante vedere lo sviluppo di quest’ambito – e quali investimenti verranno fatti in partnership pubblico-privato – che permetterà a gruppi selezionati di attori la possibilità di condividere e verificare tutta la filiera produttiva, fino all’approdo al consumatore. Uno strumento in più dunque, pensato con il coinvolgimento di partner specifici per i mercati più importanti, al fine di combattere il fenomeno degli “Italian Sounding Products” che continua ad arrecare grande danno alle nostre aziende. Relazioni business-to-business, relazioni istituzionali e comunicazione saranno i fattori chiave per il successo di queste nuove opportunità” conclude Moriconi.

Per l’edizione 2018 guida la classifica Frescobaldi, Mionetto segue al secondo posto, Masi Agricola e Antinori a pari merito al terzo, mentre in quarta posizione c’è la Casa Vinicola Zonin.

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