
Chi vive a Milano non può non conoscerla, la pizza di Spontini: morbida, con la mozzarella che cola, venduta a fetta, grande o piccola. Dopo oltre mezzo secolo dall’apertura (la prima pizzeria, in via Spontini angolo Buenos Aires, debuttò nel 1953) e l’apertura di altri cinque punti vendita in città e di uno nella vicina Monza, la svolta. Il nuovo format, testato nel punto vendita di via Santa Redegonda, presso Piazza Duomo, è più veloce e “easy”: qui il trancio si consuma da asporto o in piedi presso un bancone, e cambiano anche i colori, dal tradizionale rosso dell’insegna a un nero e oro molto fashion. Obiettivo, dichiarato, è quello di esportare il format in tutto il mondo, prima tappa Tokyo Omotesando.
“Proporremo il nuovo format, Point, in franchising all’estero partendo da due locali a Tokyo e uno a Kuwait, per poi espanderci in Medio Oriente – spiega Massimo Innocenti, titolare di Spontini -. In Europa pensiamo invece a un’espansione diretta, e puntiamo ad avere un pdv in ogni capitale. L’obiettivo è aprire 60 locali nei prossimi dieci anni”.
Una realtà storica dunque e di successo che pensa all’espansione, puntando su un solo prodotto Made in Italy e di successo. Quali i punti di forza? “Proponiamo un prodotto unico, il trancio di pizza, a un prezzo giusto, con un servizio veloce e puntuale. Nel nostro locale di via Santa Redegonda l’anno scorso abbiamo servito 500mila persone, in piedi, e la location centrale ci ha dato grande visibilità anche presso la clientela straniera”.

Immancabile la domanda su Expo: come si sta riflettendo sulla ristorazione in città? “Expo è stata una grande opportunità per la città che è stata messa a posto, penso al restyling della Darsena ad esempio. Però noi stiamo perdendo anche il 15/20% di fatturato: di giorno i turisti raramente si fermano in città, mentre i milanesi approfittano dell’apertura serale di Expo a 5 euro per andare a mangiare in uno delle centinaia di ristoranti interni”.