Osservatorio Omnichannel Customer Experience, il commento di Zeotap

Nei giorni scorsi è stata presentata la quinta edizione dell’Osservatorio Omnichannel Customer Experience, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano, che ha sottolineato come, sebbene per la maggioranza delle aziende l’omnicanalità è oggi una priorità, solo una percentuale molto ristretta di esse ha già sviluppato una strategia ad hoc.

Fabio Caldonazzo, Enterprise Account Director di Zeotap, la Customer Data Platform di prossima generazione, tra gli sponsor dell’evento, commenta così: “Stando ai dati dell’Osservatorio – ad oggi – solo poco più di un’azienda su cinque dichiara che al proprio interno esiste ed è ben strutturata una vista unica sul cliente. Questo è legato anche al fatto che solo il 26% delle imprese intervistate ha introdotto una Customer Data Platform. In effetti, anche il nostro report “The Data Secrets of Successful Marketers”, recentemente stilato interpellando 500 senior marketing leader in UK, evidenziava che l’unificazione di più fonti di dati in una visione unica del cliente ancora rimane una grande sfida. Noi di Zeotap siamo però convinti che ci siano ampie possibilità di miglioramento per il 2022:infatti, secondo quanto rivela la nostra ricerca, il 99% dei marketer che dichiara di non avere, ad oggi, una visione unica del cliente, ha intenzione di raggiungerla entro la metà del prossimo anno.

A guidare questo cambiamento sarà anche la necessità di prepararsi all’eliminazione dei cookie di terze parti da parte di Google nel 2023. Con la rimozione di questo pilastro fondamentale dell’indirizzabilità, i professionisti del marketing sono stati costretti a compensare rapidamente con una forte strategia di utilizzo dei dati proprietari, di cui l’approccio Single Customer View è il fondamento. Del resto, la nostra ricerca ha rivelato che i marketer di maggior successo sono già passati alle Customer Data Platform, con una differenza di 39 punti percentuali nell’adozione di CDP tra i marketer di minor successo e quelli di maggior successo.

Tornando ai dati dell’Osservatorio, anche in termini di data analysis vi sono opportunità ancora non esplorate: è solo il 28% delle realtà analizzate a portare avanti analisi evolute sui dati raccolti. La scarsa maturità delle aziende si riflette anche sulla data activation: un’azienda su tre giudica almeno buona la propria capacità di generare valore di business dai dati raccolti, ma solo il 6% la ritiene ottima. Sommando le considerazioni dell’Osservatorio con quelle che emergono dal nostro recente report, possiamo dire quindi che, per la gran parte delle aziende italiane, il percorso resta ancora lungo ed è necessario adottare una visione di insieme che vada oltre le singole tattiche. Cresce però la consapevolezza dell’importanza – o meglio dell’essenzialità – di investire in questa direzione per confermare il proprio vantaggio competitivo nel mercato odierno e in quello di domani”.