Sessismo nel mondo dell’enologia: l’indagine de Le Donne del Vino

Sessismo superiore alle aspettative: questa è una delle prerogative che caratterizzano il mondo del vino italiano al femminile.

E non è tutto. Il “sesso debole” in questo settore, infatti, risulta ancora piuttosto penalizzato per molti altri aspetti: pur avendo infatti un livello d’istruzione medio alto (laurea o diploma) riceve ancora stipendi mediamente più bassi dei propri omologhi uomini e – per esigenze meramente professionali- “indulge” alla maternità quasi sempre dopo i 30 anni.

Ecco alcune delle evidenze emerse un’indagine-sondaggio promossa dall’Associazione nazionale Le Donne del Vino e che in parte andrà a confluire nell’indagine mondiale di Wine Business International, la prestigiosa agenzia britannica di analisi sul vino.

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La presentazione dell’indagine a Roma, nella sala conferenze dell’Associazione Stampa estera.


Commentando l’esito della ricerca, la presidente Donatella Cinelli Colombini, rileva: “Sul ruolo delle donne nel mondo del vino le cose vanno meglio, ma non bene e c’è ancora tanto da fare per raggiungere una reale parità di genere”.

La ricerca dell’Associazione La Donne del vino si basa su un questionario inviato nei mesi scorsi a produttrici, giornaliste, enotecarie, ristoratrici di tutte le parti d’Italia, cioè il 24% della compagine sociale. Diamo un’occiate alle peculiarità di ciascun settore

PRODUTTRICI

Livello di istruzione decisamente alto: il 43% ha almeno la laurea,  il 15% anche un diploma post universitario. Le Donne del Vino produttrici sono all’88% titolari o contitolari della cantina in cui lavorano, ma devono rimandare la nascita dei figli molto avanti nel tempo per cui la metà di chi ha fra i 40 e i cinquant’anni ha ancora figli minorenni. Non va meglio sul fronte pensione: benché il 19% delle produttrici abbia più di 60 anni, nessuna dichiara di essere in pensione.

Ancora più interessanti gli esiti dell’indagine relativa alla sezione che andrà a confluire nell’indagine mondiale di Wine Business International sulla condizione femminile del settore enologico. schermata-2017-01-23-a-15-18-43

Alla domanda “Pensi di ricevere lo stesso stipendio che ricevono gli uomini che svolgono gli stessi compiti?”, il 29,9% ha risposto “no” e il 18% “forse no” benché, come detto prima, a rispondere siano state soprattutto le titolari delle cantine e le stesse abbiano dichiarato di retribuire, nel 96% dei casi, allo stesso modo dipendenti maschi e femmine.

Per gli stessi motivi non sorprende che la domanda sugli atteggiamenti sessisti abbia ottenuto un “no” quasi plebiscitario (85%) benché ci sia anche chi è stata “insultata per non essermi sottomessa al boss” e si ammette che “le donne continuano a faticare il doppio per affermarsi anche nelle aziende familiari dove sono contitolari con uomini”. Più problematica la situazione nelle fiere dove il 21% delle produttrici ha dovuto difendersi dagli attacchi maschili o almeno contrastare un atteggiamento sessista.

ENOTECARIE E SOMMELIER DI ENOTECHE

Ancora peggio sembra andare ad enotecaie e sommelier (in posizione dipendente): nonostante l’elevato livello d’istruzione (per il 75% sono laureate o con diploma post universitario), infatti, lamentano di guadagnare meno dei colleghi maschi (ne è convinto il 63%). Anche in questo caso, infine, si registra un reale disagio a conciliare la carriera e la famiglia: benchè infatti il 50% abbia meno di 39 anni nella stragrande maggioranza dei casi non ha figli. schermata-2017-01-23-a-15-19-31

RISTORATRICI

Meno scolarizzate (33% con laurea o diploma post universitario) e in grande maggioranza ultracinquantenni (72%) le ristoratrici che hanno risposto al sondaggio sono per la stragrande maggioranza titolari dell’esercizio in cui operano e, fra le Donne del Vino, quelle meno colpite dai problemi di genere.schermata-2017-01-23-a-15-19-00

GIORNALISTE ADDETTE ALLE PR E MARKETING, ESPERTE E CONSULENTI

In questa categoria la fascia di età delle intervistate si concentra fra i 40 e i 59 anni (63%) e il livello di istruzione è molto alto con un 66% che possiede una laurea o un diploma post universitario, mentre aumenta il dubbio o la certezza di venire retribuita meno dei colleghi uomini (62%). Il 25% delle intervistate ha subito difficoltà collegate alla maternità arrivate, in un caso, fino al licenziamento. Il 39% ha dovuto difendersi da atteggiamenti sessisti. schermata-2017-01-23-a-15-20-05

CONSUMATRICI

Sul versante del consumo ci sono, invece, più novità positive, anche grazie all’abbandono progressivo del luogo comune che condannava la donna che bevesse vino in pubblico.

Per fortuna i tempi sono cambiati e le wine lovers in rosa sono sempre di più e sempre più consapevoli. Tuttavia (il “ma” non poteva mancare), al ristorante la donna dice la sua nella scelta del vino solo se è in coppia, mentre quando è in gruppo è ancora l’uomo a decidere.

DA SAPERE

Una cosa è certa: donne e uomini hanno un’telligenze di tipo diverso. E su questa poliedricità Gabriele Micozzi, docente di Marketing della Luiss Business School, presenterà una ricerca al prossimo Vinitaly: “Sto analizzando la zona di confort del cervello che differenzia il modo di pensare della donna dall’uomo, la capacità di provocazione della mente, le attività in cui viene coinvolta una donna e quelle in cui viene coinvolto un uomo, le intelligenze diverse: radar per la donna, tunnel per gli uomini, la velocità del pensiero che oggi è molto più sviluppata nelle donne”.