Centromarca: gennaio positivo per i prodotti di marca. Evitare gli aumenti dell’Iva

In un mercato che dà segni di ripresa, i prodotti di marca crescono in misura superiore alla media grocery. Lo segnala una nota diffusa da Centromarca puntualizzando che le vendite dei prodotti di marca hanno registrato un +1,2% a valore e +1,3% a volume, in linea con i segnali di ripresa del comparto grocery (+1,2% e +0,4% rispettivamente).

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«Sono segnali positivi, frutto dello straordinario impegno delle nostre imprese a sostegno della domanda», commenta Luigi Bordoni, presidente di Centromarca, ricordando gli investimenti effettuati dalle Grandi Marche nell’innovazione, nelle iniziative di marketing sui punti di vendita della moderna distribuzione e la crescita del +5% registrata dalla pianificazione pubblicitaria a fronte di un calo complessivo del mercato del -2,5% (fonte: Nielsen 2014).

«Nei prossimi mesi», sottolinea Bordoni, «avremo modo di verificare se la domanda manifesta effettivamente un’inversione di tendenza. Certo continueremo a collaborare con la moderna distribuzione con l’obiettivo di mantenere dinamiche le vendite al dettaglio». Nel 2014 la filiera ha investito in promozioni circa 8 miliardi di euro.

Stando alle rilevazioni relative alle prime settimane di febbraio, infatti, le vendite nella gdo sarebbero in leggera crescita, ma cautela vuole che si attenda almeno fino a marzo-aprile per capire se si tratta di una vera inversione della curva negativa oppure no.

Resta il fatto che se di ripresa dei consumi si dovesse trattare, incombe come un macigno la clausola di salvaguardia che, in mancanza di interventi di razionalizzazione e revisione della spesa pubblica, aprirebbe la strada a incrementi dell’Iva. Con il rischio di paralizzare ancora una volta i consumi, gli investimenti delle imprese, l’occupazione.

Secondo le elaborazioni di Ref Ricerche per Centromarca, nell’ipotesi di un intervento nella sua dimensione massima l’impatto degli aumenti Iva determinerebbe: incremento aggiuntivo dei prezzi al consumo superiore al 2%; riduzione dei consumi delle famiglie dell’1,8% e contrazione addizionale del Pil pari allo 0,8%.

Per questo Centromarca lancia l’appello al Governo per sterilizzare la clausola di salvaguardia Iva.