La Barbie in crisi sonda nuovi target e mette un bambino nello spot

Il debutto è avvenuto con lo spot della Barbie limited edition “griffata” Moschino: tra le tradizionali bimbe che giocano con vestiti e accessori (l’immancabile smartphone) c’è anche un maschietto. La mossa, che farà cadere dalla sedia i comitati anti-gender di casa nostra (la pubblicità comunque è andata in onda solo negli USA) sembra in realtà dettata dalla volontà di Mattel di attirare nuovi clienti. Ormai da qualche anno infatti la bambola più griffata del mondo registra paurosi cali di vendite, -16% solo nel 2014. Il target “storico”, le ragazzine preadolescenti, oggi snobba la Barbie che ha recentemente raggiunto la ragguardevole età di 56 anni, preferendole giochi elettronici e App per smartphone. Quindi la comunicazione si rivolge a bambine più giovani, a un pubblico multietnico e, ora, anche ai maschi.

È un piccolo passo verso il superamento dell’eccessiva genderizzazione dei giocattoli per bambini, bambole sullo scaffale rosa e armi e costruzioni sullo scaffale azzurro? Vedremo se altre grandi aziende decideranno di allineare la loro comunicazione ai cambiamenti della società.