
In un contesto italiano in cui la Grande Distribuzione ha al suo attivo 85 miliardi di euro di fatturato, circa mezzo milione di occupati e oltre 26 mila punti vendita, Lidl Italia si è affermata come attore leader del settore, grazie alla sua capacità di coniugare crescita e sviluppo sostenibile. A metterlo in evidenza l’applicazione del modello dei “4 Capitali” (sociale, economico, umano e ambientale) di The European House – Ambrosetti. Basti infatti pensare che nel 2018 l’insegna ha realizzato 4,7 miliardi di euro di ricavi (+8,8% di crescita media annua negli ultimi 5 anni), posizionandosi come 5̊ azienda in Italia per tasso di crescita e 33̊ del Paese per dimensione. Nel settore della GD, Lidl è la 1° per tasso di crescita negli ultimi 5 anni e 9̊ per dimensione.
“Con l’80% dei prodotti in assortimento italiani, Lidl attiva un’estesa filiera di PMI, con un effetto indiretto e indotto rilevante”, dichiara Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di The European House – Ambrosetti. “Gli acquisti realizzati da Lidl hanno un effetto moltiplicatore del Valore Aggiunto pari a 3,4, con un contributo totale al PIL nazionale che cresce a 2,9 miliardi di euro: per ogni euro di Valore Aggiunto generato direttamente da Lidl se ne attivano 2,4 aggiuntivi nell’intera economia”.
Investimenti e occupazione
In controtendenza anche sul fronte degli investimenti, Lidl ha investito oltre 400 milioni di euro nel 2018, posizionandosi nella top-25 delle aziende in Italia.
“Questi risultati testimoniano l’impegno e la visione di Lidl che da oltre 25 anni è non solo un importante motore di crescita economica per il nostro Paese, ma anche un’azienda da sempre attenta a valorizzare il territorio, promuovendo innovazione e progresso lungo tutta la filiera distributiva e creando nuovi posti di lavoro”, dichiara Massimiliano Silvestri, Presidente di Lidl Italia. “Abbiamo superato la quota di 16.000 collaboratori e la nostra politica di assunzioni prevede in media l’inserimento di oltre 2.000 persone ogni anno, con un impatto molto significativo per l’occupazione italiana: ogni posto di lavoro creato da Lidl, ne attiva altri 4 nell’intera economia, per un totale di 82.000 generati negli ultimi 5 anni con effetto diretto, indiretto ed indotto. Il percorso intrapreso sino ad oggi non lo consideriamo un traguardo, bensì un primo passo verso nuove sfide e nuovi obiettivi”.
In uno scenario nazionale in cui un giovane su quattro è escluso dal mondo del lavoro e in cui la partecipazione femminile è tra le più basse in Europa, Lidl si distingue per una politica di assunzioni volta all’inserimento e alla valorizzazione dei giovani, in un’azienda dove un dipendente su due è under 35, e per un tasso di occupazione femminile superiore di 20 punti percentuali alla media italiana (63% vs. 43%). Nel 2018, un punto vendita su tre era guidato da una responsabile donna, con gender pay gap pari a zero.
Sostenibilità
L’azienda offre un contributo significativo anche al raggiungimento dei policy target su efficienza energetica e riduzione delle emissioni. Le fonti rinnovabili sono il 100% dell’approvvigionamento di energia elettrica di Lidl, che negli ultimi 6 anni ha evitato 620 mila tonnellate di emissioni.
“Nel corso degli ultimi cinque anni, abbiamo investito 1,6 miliardi di Euro sul territorio italiano e, considerato il piano da oltre 350 milioni previsto per questo esercizio, il volume complessivo salirà a circa 2 miliardi di Euro”, dichiara Luca Boselli, Amministratore Delegato Finanza di Lidl Italia. “Grazie a questo programma di sviluppo, come evidenziato dal modello sviluppato da The European House – Ambrosetti, Lidl Italia è riuscita a perseguire una crescita economica virtuosa, offrendo un contributo concreto ad un’economia sensibile alla tutela del capitale ambientale. Lo sviluppo sostenibile è un valore non solo da enunciare ma da perseguire con fatti concreti, costanza e determinazione”.
Significativo è infatti anche il contributo alla circolarità: le attività immobiliari di Lidl sono orientate ai target di zero consumo netto di suolo previsti per il 2050 dalla Commissione Europea (le nuove strutture sono costruite sfruttando meno dell’80% del potenziale volume edificabile).