
Packaging e prodotto sono due facce della stessa moneta, un legame approfondito nell’incontro: “Il Packaging design, progettare le nuove funzionalità del packaging tra creatività, efficienza e sostenibilità”. «Ogni volta che usiamo un prodotto – ha affermato Sonia Biondi, market & consumer understanding business unit manager Doxa – il brand ci parla attraverso il pack. La grafica identifica la marca e rappresenta il contenuto. Se il pack resta un contenitore, oggi gli sono richieste ulteriori funzioni: riciclabilità, sostenibilità ambientale, rassicurazione».
«Il packaging – ha confermato Francesco Buschi, strategy director di Futurebrand – è una delle espressioni principali della marca e deve rispondere alle nuove tendenze di consumo, che stanno modificando il mondo delle marche. C’è un ritorno alla materia prima, ai processi produttivi: il prodotto torna in primo piano rispetto al momento di consumo».
Questi nuovi approcci obbligano le marche tradizionale a ricontestualizzare la propria immagine (loghi, codici di colore, grafiche…) e permettono a nuovi brand di entrare sul mercato giocando su questi valori e di essere rilevanti. «Alcuni trend si incrociano e si sovrappongono tra loro – ha sottolineato – la trasparenza va di pari passo col gusto e il concetto di premium; la nostalgia con l’artigianalità».
La trasparenza, intesa come massima semplificazione del messaggio, si traduce nella scelta di pack ed etichette trasparenti, che fanno diventare il prodotto protagonista. Le etichette raffigurano le materie prime, il retropack acquisisce importanza. «La comunicazione – ha proseguito – rassicura e argomenta. Non si nasconde nulla e si mostra tutto». Questi concetti vanno di pari passo con l’espressione di un nuovo concetto di valore, espresso in maniera più semplice e meno pomposa, usando codici di altri settori (come quello della profumeria) e immagini della tradizione.
La nostalgia gioca su codici vintage per creare emozioni, che fanno sembrare antichi anche nuovi prodotti. Questo aspetto va spesso di pari passo con l’artigianalità, ricreata attraverso pack unici. Il gusto, infine, viene esaltato attraverso colori, materiali e forme che lo rendono evidente anche attraverso la confezione. Anche il colore ha mutato il suo ruolo. «Per farsi notare – ha affermato –bisogna rompere i dogmi di colore. Il colore è il mezzo più semplice per aiutare il consumatore nella navigazione dello scaffale. Ma bisogna saper usare i codici giusti ed essere coerenti».
Il bianco che distingue
Chi ha saputo lavorare sul colore per modificare la propria immagine a scaffale è Molino Rossetto, le cui referenza si distinguono andando a formare una “macchia bianca”. « Le nostre più grandi innovazioni – ha raccontato Caterina Gobbin, responsabile marketing di Molino Rossetto – sono nate analizzando uno scaffale vecchio, piccolo, monotono e poco accattivante e ascoltando e dialogando con il consumatore finale».
Negli anni l’azienda ha dapprima abbandonato i grandi formati per arrivare agli attuali pacchetti da 400-500 grammi, adatti alle nuove famiglie e che consentono un migliore sfruttamento dello spazio a scaffale. Poi sono stati introdotti i rivetti. «Questa soluzione – ha spiegato la Gobbin – è nata dalla necessità di gestire un numero sempre maggiore di referenze con lo stesso numero di macchine confezionatrici. Una soluzione dovuta ad una necessità di ottimizzare la produzione è diventata dunque un tratto distintivo».
Pack funzionali per i vegetali
Il mondo del vegetale non è insensibile alle nuove istanze. «Oggi gli individui hanno diverse dimensioni – ha affermato Giacomo Barasi, marketing manager fresh salads di Bonduelle Italia – socialità, individualismo, bilanciamento tra vita personale e professionale, wellness, attenzione al territorio… I vegetali incarnano tutti questi trend, declinandosi in varie modalità».
L’offerta di Bonduelle – tra fresco, conserve e surgelato – soddisfa tutte le esigenze, anche grazie alla corretta definizione del pack: vaschette pensate per il consumo dell’insalata in ufficio; buste riciclabili; pack microondabili; informazioni sulla traccibilità… «Ora la sfida per i pack della IV gamma – ha sottolineato – è il pack più verde. Per lo sfuso sono obbligatori i sacchetti biodegradabili a pagamento. Credo che questo impatterà anche sul mondo della IV gamma».
Strategie per le pl
La private label non sta certo a guardare. «Il packaging – ha affermato Alessandra Manzato, group category manager di Conad – è il veicolo dello storytelling e la leva strategica per avvicinarsi ai bisogni dei clienti e vincere la sfida commerciale con l’Industria di Marca. Uno dei primi punti di contatto di una marca con i consumatori è il pack».
Conad ha scelto di accompagnare la segmentazione del portafoglio con la rivisitazione della propria identità visiva. «Abbiamo rifocalizzato l’attenzione sull’offerta – ha proseguito – mettendo il pack al centro. Per esempio, per la linea base Conad siamo partiti dalla margherita, nostra icona, per creare un’immagine forte, senza copiare i leader dei vari segmenti. Nella linea benessere PiacerSi, abbiamo scelto un linguaggio che trasmette dinamicità e modernità, mentre per Alimentum (gamma dedicata agli intolleranti) abbiamo cercato di trasmettere anche il gusto».
Il coraggio di cambiare
La scelta di rompere gli schemi tradizionali è sempre coraggiosa, ma un cambiamento di immagine può influire sull’andamento di un prodotto e della categoria. «La scelta di usare per i baby food il pouch anziché il tradizionale vasetto – ha spiegato Olivia Erfurth, strategic account manager di Gualapack Group – ha permesso a una start up di raggiungere in pochi anni un fatturato superiore a 100 milioni di dollari e la stessa scelta da parte di una multinazionale in Costa Rica ha invertito i trend di mercato. I megatrend da seguire sono la riciclabilità, la crescita dell’eCommerce, le nuove abitudini alimentari e la praticità per il consumo fuori casa. Il pack flessibile può permettere anche alle icone classiche di cambiare e di fare tendenza».
di Elena Consonni