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Eco packaging, da DS Smith una soluzione per le confezioni in PET da 1,5 litri

DS Smith, azienda attiva nel settore degli imballaggi sostenibili a base di fibre, ha realizzato una soluzione innovativa di imballaggio in cartone ondulato sostenibile per sostituire le maniglie in plastica delle confezioni multiple di bevande analcoliche in PET da 1,5 litri. La nuova soluzione è stata commissionata da Coca-Cola HBC in Austria nel 2023 e si prevede che in futuro sarà lanciata da altri clienti DS Smith in Europa, inclusa l’Italia.

DS Smith Lift Up è una maniglia in cartone ondulato riciclabile al 100% che migliora la funzionalità di trasporto per i consumatori ed è progettata per contribuire alla soluzione basata su carta kraft e cartone che riduce centinaia di tonnellate di plastica ogni anno in ogni mercato in cui viene lanciata. Inoltre, DS Smith Lift Up è stata progettata utilizzando l’approccio di DS Smith Circular Design Metrics (CDM), primo e unico nel settore, che si traduce in una significativa riduzione dell’impronta di carbonio per l’imballaggio e la produzione dei prodotti. Lo strumento consente all’azienda di valutare e confrontare la circolarità della sostenibilità di un prodotto attraverso otto diversi indicatori di sostenibilità, tra cui impronta di carbonio, progettazione per il riutilizzo, riciclabilità, rinnovabilità della fonte, contenuto riciclato e ottimizzazione della catena di fornitura. Questi indicatori aiutano a fornire un’indicazione chiara delle prestazioni di sostenibilità del design di un packaging e su dove focalizzare l’attenzione.

La soluzione di confezionamento DS Smith Lift Up può essere applicata a diverse dimensioni di bottiglie ed è prodotta in collaborazione con Krones, produttore di macchine confezionatrici. La maniglia del trasportatore ha un’impugnatura morbida che rende i prodotti facili da trasportare mentre rimangono al sicuro all’interno del loro imballaggio sostenibile. Questo è stato progettato per le bottiglie in PET destinate al consumo domestico. “Siamo orgogliosi di collaborare a questa soluzione di imballaggio innovativa, eliminando i rifiuti inutili e la plastica monouso. Il concept di DS Smith Lift Up è stato progettato impiegando l’approccio Circular Design Metrics di DS Smith, quindi, utilizza la minor quantità di materiale possibile, riduce l’impatto sull’ambiente e ha un design gradevole da vedere nei negozi e nei supermercati. La collaborazione con i nostri partner è fondamentale per ridurre la plastica monouso e realizzare cambiamenti innovativi su larga scala. Consideriamo il design sostenibile al centro di ciò che facciamo come azienda, e questo è un brillante esempio dell’opportunità che l’innovazione nel packaging possa aprire la strada verso un futuro più sostenibile per produttori, rivenditori e consumatori” ha commentato Stefano Rossi, CEO Divisione Packaging Solutions di DS Smith.

25° report di sostenibilità per Tetra Pak: il traguardo delle emissioni zero è vicino

Tetra Pak ha rilasciato il suo 25° Report di Sostenibilità che traccia i progressi compiuti dall’azienda nell’ambito del suo programma di sostenibilità. Il report si concentra su cinque aree interdipendenti: sistemi alimentari, circolarità, clima, ambiente e sostenibilità sociale ed evidenzia una riduzione del 20% delle emissioni di gas serra nella catena del valore e del 47% nelle proprie attività dal 2019. Questi risultati mostrano come Tetra Pak sia sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo di emissioni zero per le proprie attività entro il 2030 e conferma l’ambizione, a lungo termine, di collaborare con fornitori, clienti e stakeholder per giungere al medesimo traguardo lungo tutta la catena del valore entro il 2050.

In questo contesto, un altro traguardo importante è stato il lancio di un cartone asettico per bevande con una barriera a base carta, che riduce la propria impronta ambientale di un terzo (33%) e permette all’azienda di fare un passo avanti nella realizzazione di un packaging alimentare ancora più sostenibile. Si tratta di un risultato importante, reso possibile da un investimento di 100 milioni di euro su scala globale nella ricerca e sviluppo in ambito packaging nel 2023, un investimento previsto su base annua anche per i prossimi 5-10 anni. Il Rapporto di sostenibilità di Tetra Pak per l’anno fiscale 2023 evidenzia anche ulteriori successi dell’azienda nell’ultimo anno. In particolare, Tetra Pak ha ottenuto un riconoscimento per la sua leadership in materia di trasparenza aziendale e di performance per l’ottavo anno consecutivo, guadagnandosi l’inserimento all’interno della A List di CDP per la categoria Forests e ricevendo una A anche in termini di Water Security, nonostante fosse il primo anno di rendicontazione in quest’area.

L’impegno dell’azienda si è tradotto, inoltre, in diverse iniziative per la tutela degli alimenti, delle persone e del pianeta. Più in dettaglio, puntando sull’espansione dei programmi di alimentazione nelle scuole, Tetra Pak ha contribuito a far sì che 64 milioni di bambini in 49 Paesi avessero accesso al latte e ad altre bevande nutrienti; allo stesso tempo, si è adoperata per implementare attivamente i Principi Guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani, ma anche nel favorire il processo di riciclo dei cartoni per bevande. A questo riguardo, i numeri sono particolarmente positivi: la quantità di confezioni di cartone raccolte e inviate al riciclo in tutto il mondo è aumentata del 7% rispetto al 2022, mentre il volume di PolyAl inviato al riciclo è aumentato del 14%. Per accelerare i progressi in questo campo, Tetra Pak investe circa 40 milioni di euro all’anno in programmi di riciclo su scala globale, costruendo anche collaborazioni strategiche con numerosi partner industriali e non solo, in un’ottica di economia circolare. In Italia, degne di nota sono quelle avviate con Lucart, Cartiere Saci, Ecoplasteam ed Ecorevive, che puntano a dare una seconda vita ai materiali che compongono i cartoni per bevande, trasformandoli sempre più spesso in una materia prima seconda di grande valore per la produzione di nuovi prodotti. Ne sono un esempio i pallet a base di PolyAl progettati da CPR System per la Grande Distribuzione, ma anche la nuova piastrella per outdoor lanciata in collaborazione con Leroy Merlin e realizzata da Artemisia in TwoECO, un materiale riciclato a partire da PolyAl, insieme a una quota di segatura di legno. Di recente è stata, infine, presentata insieme a Felli una nuova soluzione per esterni, che incorpora a sua volta una percentuale di queste componenti, garantendo elevate prestazioni e versatilità.

“La collaborazione nell’industria alimentare è sempre più importante per alimentare in modo sostenibile una popolazione in crescita. La nostra presenza a livello mondiale e le nostre soluzioni end-to-end ci offrono ogni giorno l’opportunità di cooperare con tutti i soggetti interessati dell’intera catena del valore, dagli agricoltori e produttori di alimenti, ai fornitori, ai decisori politici, ai consumatori e ad altri attori. Siamo consapevoli della responsabilità che deriva da questo ruolo. Continuiamo a impegnarci a fare la nostra parte per trasformare i sistemi alimentari mondiali e per garantire che siano più sicuri, resilienti e sostenibili” ha commentato Adolfo Orive, Presidente e CEO di Tetra Pak.

“L’industria delle tecnologie e del packaging alimentare svolge un ruolo chiave nella creazione di sistemi alimentari più efficienti, resilienti e sostenibili. Grazie alla nostra posizione nel settore agroalimentare possiamo offrire un importante contributo, che si realizza in azioni concrete trasversali alle nostre operazioni e alla più ampia catena del valore. Per favorire un cambiamento efficace, riteniamo, infatti, che sia fondamentale avviare anche sforzi collaborativi a livello di sistema, coinvolgendo tutti gli stakeholder per creare sinergie strategiche. Le numerose partnership in corso e i risultati conseguiti testimoniamo il valore aggiunto di questo approccio e ci spronano a fare ancora di più per realizzare soluzioni sempre più sostenibili, supportando la transizione verso un’economia circolare” ha aggiunto Paolo Maggi, Presidente e Managing Director Tetra Pak South Europe.

Caffè Borbone, è tempo di nuovi packaging per cialde e capsule

In occasione del Cibus di Parma, Caffè Borbone ha presentato in anteprima i nuovi packaging delle miscele in cialda e in capsule compatibili con i sistemi a uso domestico Nespresso, Nescafè Dolce Gusto e Lavazza A Modo Mio che saranno disponibili alla vendita in Gdo dal mese di maggio. Da giugno, inoltre, si aggiungerà anche Bialetti, vera e propria novità: per la prima volta infatti, si potranno acquistare le capsule Caffè Borbone compatibili con macchine a marchio Bialetti anche all’interno dei punti vendita della grande distribuzione.

Tutti i nuovi packaging sono stati ripensati nel design grafico per offrire al consumatore non solo una descrizione dettagliata del prodotto, ma anche un vero e proprio racconto delle origini di Caffè Borbone, dalla nascita nel 1999 come piccola torrefazione legata alla tradizione del caffè napoletano fino al percorso verso prodotti sostenibili che hanno a cura l’ambiente. Questi packaging, infatti, sono realizzati con carta certificata FSC proveniente da foreste gestite in maniera responsabile.

“Desideriamo che tutti possano conoscere e comprendere l’impegno dell’azienda in ogni aspetto della produzione per garantire un’esperienza di consumo positiva e in linea con le sfide del mercato. L’obiettivo è offrire prodotti di ottima qualità sempre più innovativi ma che seguano la storica e ormai consolidata identità del brand, come infatti dimostrano i nuovi packaging che permetteranno di valorizzare la presenza di Caffè Borbone a scaffale, rendendo la marca distintiva e ancora più riconoscibile, aspetto fondamentale per continuare a essere competitivi anche all’interno della grande distribuzione”, afferma Marco Schiavon, Amministratore Delegato di Caffè Borbone.

L’impegno di Caffè Borbone per il consumatore si esprime anche attraverso la proposta di soluzioni di acquisto convenienti, come ad esempio Caffè Borbone Lovers, l’abbonamento mensile – da sospendere o cancellare in qualsiasi momento – per chi acquista sul sito e-commerce ufficiale di Caffè Borbone. Offre numerosi benefici tra cui costi di spedizione inclusi, prezzi vantaggiosi e piani personalizzati in base a quanti caffè si bevono al giorno, passando dal livello extra small per chi arriva a berne 2 all’extra large per chi ne beve fino a 6. Inoltre, esiste l’opzione Macchina e Caffè che permette di acquistare una nuova macchina a cialde ultra-scontata.

Agromonte, nuovo pack per Salse Pronte e Passate Siciliane

Nuovi formati speciali delle Salse Pronte e delle Passate Siciliane: queste le novità che Agromonte porta al Cibus di Parma.

La scelta del nuovo formato bipack, 2x330g per le Salse Pronte e 2x520g per le Passate Siciliane, va nella direzione di un approccio alla spesa più accorto e sensibile al risparmio, in seguito alla spinta inflazionistica che ha coinvolto anche i prodotti commodity come le salse e le passate. Un formato convenience quindi per Agromonte, che consente altresì di stoccare comodamente il prodotto in dispensa e usarlo al bisogno.

Le ricettazioni della Salsa Pronta di ciliegino, della Salsa Pronta di datterino, della Passata Siciliana di ciliegino e della Passata Siciliana di datterino restano le stesse, fatte solo con pomodori di prima scelta coltivati e trasformati in Sicilia. A cambiare è solo la proposta commerciale che prevede un cluster con due confezioni della stessa referenza.

Break Design firma il packaging con cui Bauli debutta nel frozen

Dietro alla creazione del packaging con cui Bauli sta per debuttare nel settore frozen, in collaborazione con Tonitto 1939, c’è Break Design. Per l’agenzia milanese la sfida più grande è stata quella di tradurre la tradizione di Bauli in un contesto visivo e comunicativo completamente diverso, adattandosi a uno scaffale, quello dei gelati, solitamente caratterizzato da un’estetica più contemporanea e vivace.

Il design dei nuovi packaging si concentra su alcuni elementi chiave quali media color, food appeal e l’inserimento di elementi moderni e dinamici, mantenendo un legame visivo con i valori fondanti del brand veronese. In fase di sviluppo, Break Design ha mantenuto continuità e autenticità garantendo una forte attenzione a scaffale legata alle abitudini del consumatore.

La nuova linea di gelati Bauli è realizzata con ingredienti italiani e di alta qualità. Un vero e proprio brand stretching che rappresenta una sfida tra l’equilibrio dell’identità del marchio principale e le aspettative del nuovo segmento di mercato.

Arriva un nuovo packaging green per Madama Oliva

Col restyling dei packaging della linea Freschissimi prosegue l’impegno di Madama Oliva nella sostenibilità ambientale e nell’economia circolare: da febbraio tutte le confezioni disponibili nel take away del reparto ortofrutta diventano in materiale RPET (riciclato e riciclabile al 100%) e i plus ambientali del prodotto saranno evidenziati sui packaging stessi. L’iniziativa intrapresa da Madama Oliva rappresenta un passo importante verso l’ambiente e si aggiunge al precedente restyling della linea Frutto d’Italia e del Mediterraneo, anch’essa in plastica riciclata con materia prima certificata ISCC PLUS (per un totale di circa 4,8 milioni di vaschette ogni anno).

“Considerato che ogni anno produciamo solo per questa linea circa 3 milioni di vaschette, si tratta di un contributo notevole all’economia circolare che ridurrà il consumo annuo di nuova plastica pari a circa 59 tonnellate” spiega Sabrina Mancini, Direttrice marketing di Madama Oliva. “Siamo dunque estremamente orgogliosi di poter dare un segno tangibile al tema della sostenibilità nel settore dell‘ortofrutta, anche perché al momento non esiste un prodotto in commercio con caratteristiche simili, totalmente senza conservanti e senza liquido di salamoia, con il plus della sostenibilità ambientale anche nel packaging”.

La politica green di Madama Oliva
La scelta di passare alla plastica riciclata rappresenta un investimento green che coinvolge in totale circa 7,8 milioni di vaschette prodotte ogni anno e un risparmio di 120 tonnellate annue di plastica. Madama Oliva, del resto, è stata pioniera della produzione a basso impatto ambientale. Certificata ISO 14000 ed EMA sin dal 2004, nel 2008 ha realizzato il più grande impianto fotovoltaico integrato registrato al tempo in Italia attraverso il quale, ancora oggi, produce oltre 2,1 milioni di KW/anno di energia elettrica per il fabbisogno produttivo, con un risparmio di 900 tonnellate/anno di Co2 altrimenti emesse in atmosfera.

“Tutti i processi di produzione sono automatizzati e ottimizzati per ridurre i consumi e la raccolta differenziata permette di contenere i rifiuti prodotti avviandoli quanto più possibile a riciclo o riuso. Di recente abbiamo stretto una collaborazione con Veolia, la multinazionale francese specializzata nella gestione di acqua, rifiuti e servizi energetici, che prevede la progettazione e la realizzazione del nuovo impianto di trattamento dei reflui per revisionare il ciclo dell’acqua industriale in modo da ridurne il consumo” conclude Sabrina Mancini.

Sostenibilità e circolarità: Parmalat lancia la prima bottiglia in R-PET bianco

Nel corso dell’ultimo anno il team Ricerca & Sviluppo di Parmalat ha collaborato con la filiera del riciclo per migliorare l’intero processo arrivando a definire un flusso specifico dedicato alle bottiglie bianche per il latte, per ottenere PET riciclato con cui realizzarne di nuove. Con un contenuto pari al 50% di PET riciclato quindi sarà possibile non immettere nel mercato l’equivalente di circa 150 milioni di nuove bottiglie all’anno e risparmiare così oltre 3.000 tonnellate di PET vergine, corrispondenti a 2.536 m3 di plastica vergine. Ogni bottiglia, al fine del suo ciclo di vita, potrà pertanto essere riciclata e reinserita all’interno del sistema produttivo creando nuovo valore per i consumatori, le aziende e l’ambiente.

Le etichette delle bottiglie di latte UHT ospiteranno un’etichetta speciale accompagnata da un QR code che fornirà le indicazioni di corretto riciclo. Un invito che vuole sensibilizzare e incoraggiare i consumatori alle buone prassi in materia di sostenibilità. Nei prossimi mesi inoltre verranno promossi una serie di laboratori sui temi del riciclo all’interno del programma Parmalat Educational che sensibilizza all’interno delle scuole, le nuove generazioni sul valore del riciclo.

“Da oggi le bottiglie in PET Bianco opaco potranno essere riciclate e reinserite all’interno del sistema, creando nuovo valore per i consumatori, le aziende e l’ambiente: con tale progetto riusciremo a risparmiare 150 milioni di bottiglie di PET vergine all’anno. Collaborare con l’intera catena del valore è essenziale, e la partnership con Dentis Recycling Italy rappresenta un pilastro fondamentale: la realizzazione di bottiglie con il 50% di plastica riciclata è un esempio tangibile dell’efficacia di collaborazioni strategiche tra realtà operanti in tutta la filiera per promuovere azioni di sostenibilità e ridurre l’impatto ambientale” commenta Maurizio Bassani, Direttore Generale di Parmalat.

“Quello realizzato con Parmalat è un progetto di economia circolare tecnicamente innovativo e frutto di un grosso lavoro di ricerca, che ha permesso di generare un nuovo flusso di riciclo meccanico per le bottiglie in PET Bianco opaco. Il progetto, che opera su scala industriale, permetterà efficienze ambientali importanti, concrete, costanti e misurabili: un risultato che potrà dare un contributo all’Italia per centrare gli sfidanti obiettivi europei dei prossimi anni” aggiunge Corrado Dentis, CEO di Dentis Recycling Italy.

Le nuove bottiglie saranno utilizzate non solo per i prodotti Parmalat ma anche per tutti gli altri marchi del portafoglio dell’azienda come Zymil, con l’obiettivo di avere il 100% di bottiglie riciclabili entro il 2024. Il Gruppo punta pure a migliorare la circolarità, selezionando con attenzione i materiali e garantendone la corretta riciclabilità e la promozione di un percorso educativo rivolto ai consumatori sulla corretta gestione dei rifiuti è parte integrante della strategia. Inoltre il Gruppo ha accelerato la transizione verso modelli di riduzione delle emissioni di carbonio, con l’obiettivo del -25% di emissioni di scope 1 e 2 entro il 2025, il -50% al 2033 e il raggiungimento del carbon net-zero entro il 2050.

Packaging sostenibili troppo costosi, come ridurre i costi per i retailer?

Entro il 2030, i retailer più ambiziosi prevedono di aumentare la quota di contenuto riciclato negli imballaggi al 50%, di ridurre l’impronta di plastica vergine del 50% e di passare a materiali riutilizzabili, riciclabili o compostabili al 100% per i prodotti private label. Tuttavia si continua a credere che l’adozione del packaging sostenibile rappresenti ancora uno scoglio importante a causa dei suoi costi onerosi e così, in parte, effettivamente è. La situazione cambierebbe però se tutti i retailer rispettassero i propri impegni in materia di sostenibilità: la domanda di plastica riciclata (circa 90 milioni di tonnellate) supererebbe di gran lunga l’offerta globale (circa 60 milioni di tonnellate) entro il 2030 e questo farebbe pressione sui prezzi erodendo i margini dei rivenditori.

I retailer possono però investire nelle proprie strutture e nelle proprie capacità, agendo sulla catena del valore più a monte, così da evitare di pagare nel tempo prezzi maggiorati per i materiali riciclati. In questo modo i distributori potranno ridurre i costi degli imballaggi in plastica in media del 15% e fino al 40% in alcune categorie.

Come creare una strategia di packaging più sostenibile?

Valutare e ottimizzare l’intero portafoglio di packaging
I retailer dovranno avere una visione a 360 gradi della propria impronta in termini di packaging, valutando ad esempio l’utilizzo delle materie prime, l’impronta ambientale, i costi e i formati di ciascun prodotto, nel quadro di un’ampia analisi di base. Una volta consolidati i dati, i retailer possono identificare le maggiori opportunità all’interno del proprio portafoglio, il che aiuterà a definire la strategia di packaging ottimale. Per comprendere veramente il portafoglio di packaging, i retailer dovrebbero creare team specifici che si occupino di packaging sostenibile. L’ideale sarebbe un gruppo interdisciplinare con esperienza sia nella sostenibilità sia nel procurement.

Integrare i principi di sostenibilità nel processo di design del packaging
I retailer possono sviluppare un piano informato per rendere più sostenibile tutto il packaging in futuro. Ciò richiederà l’integrazione dei principi di design per la sostenibilità nei processi di progettazione del packaging. Le leve del design per la sostenibilità includono la riduzione degli imballaggi in eccesso attraverso approcci come lo “skinny design” o la modifica dei formati di packaging. Un’altra leva è la scelta dei materiali: i rivenditori possono scegliere polimeri plastici riciclabili o biodegradabili e considerare materiali alternativi all’interno del proprio portafoglio di imballaggi, come la carta o il cartone. È inoltre possibile utilizzare metodi innovativi per l’approvvigionamento dei materiali, ad esempio collaborando direttamente con i fornitori di imballaggi per progettare packaging sostenibili.

Creare nuove partnership lungo la catena del valore
I retailer potranno stabilire partnership o esplorare nuovi modelli di ownership lungo la catena del valore per assicurarsi una fornitura scarsa, senza pagare un sovrapprezzo. Tra i potenziali partner vi sono i supplier di imballaggi, i gestori dei rifiuti, che possono contribuire a garantire che gli imballaggi utilizzati vengano restituiti al rivenditore per essere riutilizzati o riciclati, e i riciclatori meccanici e chimici, con i quali il rivenditore può co-investire in impianti di riciclaggio o stabilire accordi di offtake. I distributori potrebbero anche collaborare con i produttori di beni di consumo confezionati per esplorare nuovi modelli di consumo, come le soluzioni ricaricabili.

Sviluppare nuove competenze interne
I talenti interni dovrebbero sviluppare una profonda comprensione delle tecnologie di packaging e riciclaggio. Il potenziamento delle capacità interne, sia attraverso le assunzioni di talenti esterni sia tramite l’upskilling, dovrebbe essere una delle maggiori priorità. Anche la logistica inversa (reverse logistics) è importante per garantire che le materie prime raccolte finiscano nelle mani giuste per un’ulteriore lavorazione lungo la catena del valore. È fondamentale sincronizzare la logistica inversa con le attività di fornitura e approvvigionamento di tutto il business.

Aumentano i prodotti in packaging con informazioni ambientali: freddo e carni in testa

Durante il 2023, sul mercato nazionale, sono risultati in costante aumento i prodotti che riportano informazioni ambientali relative al packaging come richiesto dalla normativa vigente. Su oltre 136.000 prodotti di largo consumo analizzati nel quarto report di IdentiPack, l’Osservatorio nazionale sull’etichettatura ambientale, compaiono le indicazioni sulla tipologia di imballaggio e sul corretto conferimento in raccolta differenziata per il 50% di quelli a scaffale (+3,2 punti % rispetto all’anno precedente) e per il 74,4% di quelli effettivamente venduti (+2,6 punti % rispetto all’anno precedente).

Sono 60.246 i prodotti i cui imballaggi a scaffale presentano la codifica identificativa del materiale, ai sensi della Decisione 129/97/CE. Corrispondono al 44,1% del totale delle referenze a scaffale nel grocery (+5,3 punti percentuali rispetto all’anno precedente) e al 68,5% del totale delle confezioni vendute (+3,8 punti percentuali rispetto all’anno precedente). A oggi, inoltre, 10.399 referenze riportano marchi e informazioni ambientali volontarie. Rappresentano il 7,6% del totale dei prodotti a scaffale in grande distribuzione e quasi l’11% delle confezioni vendute.

Fra i settori merceologici analizzati, quello del freddo conferma la posizione di leadership per la comunicazione delle informazioni ambientali obbligatorie dei packaging: gelati e surgelati si aggiudicano il primo posto per incidenza di prodotti che riportano in etichetta la codifica identificativa del materiale, oltre alle indicazioni sulla tipologia di imballaggio e sul corretto conferimento in raccolta differenziata. In ottima posizione anche le carni, al secondo posto per quanto riguarda la presenza di informazioni sulla codifica identificativa del materiale. Bene anche il fresco, medaglia di bronzo per la comunicazione di informazioni sulla codifica identificativa del materiale e medaglia d’argento nel campo delle informazioni sul corretto conferimento dell’imballaggio in raccolta differenziata.

“È la prova che le aziende hanno risposto con efficacia nell’adeguarsi alla nuova normativa” commenta Ignazio Capuano, presidente CONAI. “Il graduale aumento degli imballaggi che comunicano in etichetta informazioni ambientali rappresenta un grande cambiamento: non si tratta solo di ottemperare a un obbligo, ma anche di aver compreso quanto sia importante fare comunicazione ambientale anche attraverso il packaging”.

Packaging monouso IV Gamma, filiera a rischio per voto UE

Nonostante gli incoraggianti segnali di apertura dimostrati dalla Commissione Agricoltura a luglio, la Commissione Ambiente dell’Europarlamento ha approvato la proposta di regolamento sulla riduzione dei rifiuti da imballaggio vietando, di fatto, l’utilizzo di confezioni monouso per frutta e verdura dal peso inferiore ad 1 kg. Questo voto sta facendo discutere e preoccupa il mondo produttivo dell’agroalimentare e, in particolare, le aziende della filiera di IV Gamma. Il Gruppo IV Gamma di Unione Italiana Food infatti sottolinea come questa proposta potrebbe avere un impatto fortemente negativo su un settore della IV gamma, che nel 2022 in Italia ha registrato un valore complessivo di 982 milioni di euro e dà lavoro a circa 30.000 persone, raggiungendo regolarmente ben 20 milioni di famiglie italiane.

I dati dimostrano il successo di una categoria di prodotti che risponde alle moderne esigenze nutrizionali, facilitando il consumo di frutta e verdura fresca e mettendola facilmente a disposizione dei consumatori e che, pertanto, andrebbe tutelata per la sua importanza nella promozione di abitudini alimentari salutari. Unione Italiana Food ha ripetutamente richiesto, a vari livelli, la modifica della proposta di regolamento, poiché ritiene che essa, chiedendo alle realtà produttive della IV Gamma di rinunciare agli imballaggi monouso dei propri prodotti, non tenga adeguatamente conto delle loro caratteristiche e necessità.

È fondamentale sottolineare che l’imballaggio, per la IV Gamma, svolge un ruolo fondamentale garantendo la sicurezza igienico-sanitaria e la qualità organolettica degli alimenti, preservandone i valori nutrizionali e prolungandone la conservazione e la shelf-life. Inoltre, le confezioni agevolano le operazioni di trasporto, garantendo l’integrità dei prodotti e consentendo una corretta comunicazione verso i consumatori. Infine, gli imballaggi contribuiscono a ridurre gli sprechi alimentari e a garantire un significativo risparmio di risorse, contribuendo anche a mitigare le emissioni di Co2 correlate.

Pur condividendo lo spirito e l’intento iniziale della proposta, Unione Italiana Food ricorda come, di fatto, non sia ancora stato ancora individuato un materiale che possa rappresentare una valida alternativa alla plastica per le confezioni di IV Gamma, né in termini di garanzia igieniche, né, tantomeno, in termini economici. Il settore ha investito e investe costantemente nella ricerca delle migliori soluzioni che consentano un effettivo riciclo dell’imballo. Già oggi la maggior parte delle confezioni di IV Gamma sono riciclabili e alcune realizzate con plastica riciclata. La decisione di vietare gli imballaggi monouso in plastica in modo indiscriminato, senza evidenze scientifiche, si tradurrebbe in gravi ripercussioni per tutta la filiera fino comportando da ultimo ulteriori costi per il consumatore in una situazione economica già difficile per le famiglie.

Proprio in considerazione di questi aspetti, l’invito del Gruppo IV Gamma di Unione Italia Food è quello di promuovere un confronto allargato ai diversi settori coinvolti nella decisione, per ottenere un cambio di posizione sul regolamento in vista della prossima votazione plenaria dell’Europarlamento sulla proposta prevista per metà novembre.

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