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Largo consumo, in etichetta più informazioni sul materiale degli imballaggi

Nel 2024 è aumentato di +4,1 punti percentuali il numero dei prodotti di largo consumo che riportano in etichetta la codifica identificativa del materiale degli imballaggi in cui sono venduti, secondo la decisione 129/97/CE, volta a individuare il materiale di composizione del packaging. Si tratta di oltre 76.000 prodotti che costituiscono il 52,5% di quelli rilevati dal servizio Immagino e rappresentano il 76,6% delle confezioni vendute nel canale super e ipermercati (+2,2 punti percentuali). È quanto emerge dalla nuova edizione di IdentiPack, il primo Osservatorio nazionale sull’etichettatura ambientale del packaging per il largo consumo, frutto della collaborazione fra CONAI, il Consorzio Nazionale Imballaggi, e GS1 Italy. Questa settima edizione di IdentiPack ha analizzato le indicazioni presenti sulle etichette di un ampio e rappresentativo paniere, composto da oltre 145.000 prodotti di largo consumo digitalizzati dal servizio Immagino di GS1 Italy Servizi, responsabili dell’82,7% del giro d’affari 2024 del canale supermercati e ipermercati.

GELATI E SURGELATI I COMPARTI PIÙ VIRTUOSI
La maggior parte dei prodotti analizzati tratta in etichetta il tema della tipologia di imballaggi e le modalità per il suo corretto conferimento nella raccolta differenziata. Queste informazioni sono comparse sul 60,5% dei prodotti a scaffale, che hanno rappresentato l’82,5% di tutte le confezioni effettivamente vendute in Italia (+1,6 punti percentuali rispetto al 2023). Da Identipack emerge anche che la diffusione di informazioni relative ai packaging e alla loro gestione da parte dei consumatori è aumentata in tutte le categorie merceologiche del largo consumo confezionato. Ancora una volta a brillare è il comparto del freddo: gelati e surgelati hanno la più alta percentuale di prodotti e di confezioni vendute “parlanti” (rispettivamente 82,5% e 94,6%) mentre i maggiori tassi di crescita annua si rilevano per carni, cura casa e petcare; per questi ultimi due comparti vale sia per la percentuale di prodotti a scaffale sia per i prodotti venduti.
In crescita anche i prodotti e le confezioni vendute che forniscono informazioni aggiuntive per permettere ai consumatori di fare una raccolta differenziata di qualità. Tra le altre indicazioni rilevate in etichetta da Identipack spiccano infine le dichiarazioni e i marchi ambientali volontari, presenti sull’8,7% dei prodotti e sull’11,4% delle confezioni vendute.

Più prodotti in vetro nelle case italiane

Gli italiani amano i prodotti alimentari che usano il vetro come imballaggio: secondo una recente indagine commissionata da Coreve (Consorzio Recupero del Vetro) a YouGov sulle abitudini di consumo è emerso che conserve, olio, sughi, vino, birra, i prodotti tipici della gastronomia italiana vengono apprezzati sempre di più se proposti con questo tipo di confezionamento. Analizzando gli scontrini emessi in ogni tipo di canale di vendita, YouGov è riuscita a mappare il consumo in termini quantitativi e qualitativi. Dall’analisi emerge che è aumentata la frequenza d’acquisto di prodotti in vetro (+3,9% nell’ultimo anno) ma si è contratto leggermente il numero dei pezzi acquistati per scontrino (-3,2%).
Se si guarda alla tipologia di prodotto “solido”, sale anno su anno la percentuale di prodotti che adottano questo imballaggio in ogni categoria. Cresce ad esempio del 2,8% l’acquisto di confetture in vetro (che toccano il 78% del totale), del 3,2% i sughi pronti che superano l’83% del totale, del 4% i sottoli e sottaceti, in vetro nell’83,4% dei casi.
Anche i prodotti liquidi vedono una prevalenza di questo materiale e precisamente: il 94% dell’olio, il 98% degli aperitivi, il 72% delle birre e oltre il 67% dei vini.

Abbiamo voluto monitorare gli acquisti di prodotti di largo consumo – dichiara Roberto Saettone, Direttore Generale di Coreve – con un campione altamente rappresentativo delle quasi 26 milioni di famiglie residenti. La metodologia YouGov ha permesso di analizzare gli acquisti dei prodotti a prezzo fisso e variabile di largo consumo ad uso domestico acquistati in tutte le tipologie di negozi e canali. L’indagine mostra come su alcune tipologie di prodotto il vetro venga apprezzato dai consumatori in modo particolare: essi riservano una fortissima percentuale di acquisto a questo imballaggio sebbene le tonnellate di vetro consumate sia fuori casa che in casa possano variare considerevolmente da regione a regione”.

Gli imballaggi in plastica si fanno pubblicità con lo sport

Comunicare i benefici dei packaging in plastica con argomentazioni dimostrabili, ma anche con un linguaggio accattivante, immediato e trasversale. Sono questi gli obiettivi della nuova campagna pubblicitaria di Pro Food, l’associazione che rappresenta il 70% della produzione italiana di contenitori per alimenti, con 14 aziende e 29 impianti produttivi. Attraverso inserzioni sulla stampa B2B, la campagna mette in luce gli aspetti positivi dell’uso della plastica nella filiera agroalimentare. Per farlo, le creatività usano la metafora dello sport, che rispecchia valori positivi e arriva immediatamente a pubblici trasversali, sia di professionisti che di consumatori, con un linguaggio diretto e chiaro senza scadere nel “greenwashing”. Ecco allora che ogni tipologia di packaging viene calata in uno scenario sportivo, per dire che gli imballaggi in plastica in un campo da golf “Amano il green” e rispettano l’ambiente, in un campo da basket “Giocano sempre i tempi supplementari” ed evitano gli sprechi, sotto la rete da beach volley “Sono bravi a fare muro” e garantiscono l’igiene, sul campo da calcio “Giocano in attacco” e generano valore, di fronte a una piscina “Amano la trasparenza” e ispirano fiducia.

La nostra azione di sensibilizzazione sugli imballaggi in plastica si basa su dati scientifici ed evidenze dimostrabili – sostiene Mauro Salini, Presidente di Pro Food –. Con questa campagna aggiungiamo un concetto dall’impatto emozionale. Il tema dello sport non è scelto per caso: così come dietro un atleta di successo ci sono talento e duro lavoro, anche un prodotto apparentemente semplice come una vaschetta in plastica ha alle spalle tecnologia, ricerca, investimenti e progettualità, rispondendo a requisiti economici, ambientali, funzionali ed estetici”.

Tra i suoi obiettivi la campagna vuole accendere anche i riflettori sul Regolamento Europeo sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio (PPWR – Packaging and Packaging Waste Regulation), la cui entrata in vigore rischia a giudizio di Pro Food di compromettere, oltre al comparto ortofrutticolo, anche il settore Horeca, attraverso l’adozione di misure definite ideologiche dall’associazione, perché non terrebbero conto delle funzioni che svolgono gli imballaggi in plastica e non solo, limitatamente alla sicurezza e alla shelf life dei prodotti. La campagna ha fatto il suo debutto sui mezzi di comunicazione dei settori ortofrutta, packaging e retail in occasione di Macfrut, il salone internazionale dell’ortofrutta tenuto a Rimini dal 6 all’8 maggio, e proseguirà nei prossimi mesi.

Amarena Mix celebra i 100 anni di Jolly Colombani

Per festeggiare i suoi 100 anni Jolly Colombani si regala una novità: Amarena Mix, un succo ideato per esprimere al meglio la filosofia del brand tra tradizione e innovazione, con un occhio sempre attento al rapporto prezzo-qualità. Dolce, intenso e al tempo stesso caratterizzato da una leggera nota acidula, Amarena Mix viene presentato da Conserve Italia come un’innovazione nel mondo dei succhi per via del suo aroma originale. A rendere speciale il lancio è il design del pack in edizione limitata, affidato a Francesco Poroli, illustratore e art director di fama internazionale. L’artwork si ispira ai celebri Caroselli e rilegge in chiave contemporanea l’immagine storica del folletto Jolly, simbolo del brand originario di Portomaggiore (FE). Il risultato è una confezione vivace, colorata e ricca di dettagli, che racconta con stile la filiera agricola, il territorio, il lavoro sui campi degli agricoltori ma anche la bottega in cui il fondatore Giulio Colombani, nel lontano 1924, ha iniziato a lanciare prodotti che ancora oggi arrivano sulle tavole degli italiani.
Disponibile nel formato famiglia (brik da 1 litro) in Tetra Gemina, Amarena Mix si inserisce nell’offerta di Jolly Colombani, presente nella grande distribuzione organizzata e nel canale foodservice (mense, alberghi e catering). Oltre alle varie gamme di succhi di frutta, tutte prodotte con il pack in Tetra (Gemina e Crystal), il brand propone infatti polpe e passate di pomodoro, sughi e piatti pronti come zuppe e ragù vegetale, legumi e mais dolce.

Drugstore: aumentano gli acquisti, ma a 7 italiani su 10 non piacciono le confezioni di plastica

I drugstore, ovvero le catene di negozi di articoli per la casa, cura della persona, oltre a farmaci da banco, integratori e alimentari secchi (es. tisane), sono sempre più presenti nelle città e nelle abitudini d’acquisto degli italiani: il 68,9% delle famiglie li frequenta regolarmente per prodotti di igiene, casa e alimentari. Tuttavia, emerge anche un dato in dissonanza: più di 7 italiani su 10 (74%) si dice infastidito dall’eccesso di plastica nei packaging, mentre i consumatori più attenti all’ambiente – gli eco-attivi, pari al 23% delle famiglie– restano ancora poco coinvolti da questo canale. È quanto emerge dalla nuova ricerca “Il canale Drugstore dal punto di vista dello shopper”, realizzata da YouGov CP Italy, leader nelle ricerche sul largo consumo, su un panel di 15.000 famiglie rappresentative dell’intera popolazione italiana (26 milioni di nuclei familiari).
Gli eco-attivi sono consumatori consapevoli, attenti all’impatto ambientale delle loro scelte e pronti a premiare i brand (e i negozi) più sostenibili. Eppure, oggi generano solo il 21% del valore nel canale drugstore: un gap che rappresenta un’enorme opportunità di crescita per le insegne. “L’irritazione per l’uso eccessivo di plastica non è un dettaglio – sottolinea Marco Pellizzoni, Commercial Director Consumer Panel di YouGov –, è un indicatore di comportamento pronto a tradursi in scelta d’acquisto”. Il messaggio è chiaro: ridurre il packaging in plastica e comunicare con efficacia l’impegno ambientale può fare la differenza per intercettare un pubblico esigente. Non solo: anche la Gen Z, pur con un potere d’acquisto limitato, mostra crescente interesse per i temi della sostenibilità, rendendo il posizionamento green ancora più strategico. In un contesto competitivo e in rapido cambiamento, secondo YouGov, la sostenibilità non è più un plus, ma una leva chiave per rendere i drugstore più attrattivi, moderni e rilevanti.

Nasce Accademia del Basilico: Barilla porta in aula i coltivatori della filiera del pesto

Cresce la domanda di pesto a livello globale: +17% in volume dal 2023 al 2024 in base ai dati Nielsen. Una ragione in più per Barilla, il leader mondiale con una quota di mercato arrivata al 40,4% lo scorso anno, per rilanciare la sfida con Accademia del Basilico, un programma incentrato sulla formazione degli agricoltori coinvolti nella coltivazione del basilico per i Pesti Barilla, la cui produzione è concentrata nello stabilimento sughi di Rubbiano (PR). Realizzato in collaborazione con Dinamica, ente di formazione, certificato e specializzato nel settore agroalimentare in Emilia-Romagna e con il supporto di Open field, il corso si è sviluppato attraverso sette lezioni per approfondire varie tematiche, tra cui la salubrità del suolo, la gestione integrata dei problemi fitosanitari legati alla coltivazione del basilico e le innovazioni tecnologiche, coinvolgendo 21 partner dell’azienda, tra coltivatori e stakeholder.
L’obiettivo di Accademia del Basilico è duplice: da un lato, rafforzare il legame con i coltivatori e tutti gli attori strategici della filiera, per condividere con loro strumenti e competenze per migliorare continuamente le pratiche agricole nella coltivazione di quello che per Barilla è “l’oro verde”; dall’altro, valorizzare la filiera del basilico dell’azienda e il suo modello innovativo a vantaggio della più ampia comunità agricola, portando l’esperienza di Pesto Barilla anche al di fuori dei confini nazionali. “Con Accademia del Basilico Barilla vuole offrire ai propri coltivatori una nuova opportunità di crescita e di networking, dove tutti i partner coinvolti possono condividere esperienze e competenze, e acquisire nuove conoscenze sulle pratiche agricole responsabili per la coltivazione del nostro basilico – spiega Matteo Gori, Presidente della categoria sughi Barilla –. Grazie a questa iniziativa Barilla dimostra ancora una volta la propria attenzione all’ambiente, al territorio e alle persone, valorizzandone il saper fare, per continuare a perseguire un modello di agricoltura sostenibile, capace di integrare tradizione e innovazione”.

LOTTA A MALATTIE E PARASSITI
Partendo da un’introduzione panoramica sui principali problemi fitosanitari, i docenti che si sono alternati durante i diversi appuntamenti di Accademia del Basilico hanno analizzato gli impatti economici e produttivi delle malattie e dei parassiti che possono danneggiare le coltivazioni di basilico, spiegando come imparare a riconoscere i sintomi di alcune malattie, le infestazioni delle principali specie di insetti e le tecniche di prevenzione e controllo che è possibile adottare. Anche la regolamentazione vigente sui fitofarmaci e le pratiche di sicurezza nell’applicazione dei trattamenti sono state oggetto di discussione, con l’intento di mettere a fattor comune conoscenze e strategie per ridurre l’utilizzo di agrofarmaci. E ancora il tema dell’agricoltura 4.0 ha fornito l’occasione per discutere delle potenzialità di una gestione agricola “di precisione”, con focus sulle possibili applicazioni nella gestione agronomica del basilico. Grazie all’impiego di strumenti digitali sempre più sofisticati, è possibile non solo aumentare la resa produttiva dei terreni, ma soprattutto ridurre notevolmente l’impatto ambientale.

ACCORDI TRIENNALI E ROTAZIONE DELLE COLTURE
Barilla ha stretto con i propri basilicoltori legami triennali volti, da un lato, a garantire una produzione continuativa e di qualità, dall’altro a sostenere i coltivatori, l’economia e la produzione locale. Tra gli impegni contrattuali assunti da basilicoltori rientra la rotazione continua delle colture. Con l’obiettivo di preservare la struttura del suolo, aumentare la fertilità e ridurre la presenza di parassiti ed erbe infestanti, diverse specie vegetali vengono coltivate in uno stesso terreno in successione ricorrente, secondo una sequenza definita che evita la monocoltura. In questo modo il terreno non è sottoposto a progressivo esaurimento dei nutrienti. Al contempo, la rotazione colturale può ridurre la necessità di fertilizzanti ed erbicidi sintetici, migliorare la struttura del suolo e la sostanza organica, ridurre l’erosione e aumentare la resilienza del sistema agricolo. Inoltre, tutti i basilicoltori si impegnano contrattualmente a dedicare il 3% dei loro campi della filiera Barilla alla coltivazione di piante e fiori che promuovono la biodiversità, fornendo riparo agli insetti essenziali per l’ecosistema.

IL PROGETTO “MEZZO BIANCO”
L’impegno verso l’innovazione sostenibile si concretizza anche nella scelta del packaging, attraverso il progetto “mezzo bianco”, termine con il quale si indicano i vasetti alimentari con una percentuale di vetro riciclato più alta rispetto ai tradizionali contenitori in vetro bianco. I vasetti di Zignago Vetro scelti da Barilla contengono fino al 65% di vetro riciclato, ciò permette di diminuire significativamente il consumo di materie prime vergini e il consumo energetico. Inoltre, in termini emissivi, è stato stimato tramite specifica analisi che per la produzione del vaso in mezzo bianco le emissioni di CO2 sono ridotte del 28% rispetto a quello tradizionale in vetro bianco, a parità di fonte di approvvigionamento elettrico tra le due produzioni. Il vetro di Zignago Vetro è già utilizzato per oltre 43 milioni di vasetti di pesto, un numero che Barilla punta a far crescere, raggiungendo la totalità dei volumi di pesto nei prossimi anni.

IdentiPack, quasi il 60% dei prodotti in Italia rispetta la normativa

Nell’ultimo anno, in Italia, è proseguito il trend di aumento dei prodotti a scaffale che riportano in etichetta la codifica identificativa del materiale di composizione e le indicazioni sulla tipologia di pack e sul corretto conferimento in raccolta differenziata. Restano invece stabili, o caratterizzate da aumenti minimi, le certificazioni sulla compostabilità, le informazioni aggiuntive per la differenziata di qualità, marchi o altre indicazioni ambientali volontarie, e indicazioni per visionare digitalmente le informazioni ambientali. È quanto emerge dal sesto rapporto dell’Osservatorio IdentiPack.

Frutto della collaborazione tra CONAI, il Consorzio Nazionale Imballaggi, e GS1 Italy, l’Osservatorio continua a monitorare la presenza di informazioni ambientali sulle etichette degli imballaggi immessi al consumo in Italia, con il contributo dei dati di mercato di NielsenIQ. Con oltre 138.000 prodotti di largo consumo analizzati, IdentiPack rileva che le indicazioni a proposito di tipologia di imballaggio e suo conferimento in raccolta differenziata sono presenti sul 56,4% delle confezioni a scaffale (un anno fa sul 50%), percentuale che sale all’80% di quelli effettivamente venduti (un anno fa sul 74,4%). I prodotti i cui imballaggi a scaffale presentano la codifica identificativa del materiale corrispondono invece al 46,8% del totale delle referenze nel grocery (la percentuale era del 44,1% un anno fa), con un picco del 72,2% del totale delle confezioni vendute (a fine 2023 era invece il 68,5%). Marchi e informazioni ambientali volontarie sono oggi presenti sull’8,3% dei prodotti a scaffale in Gdo (con un aumento rispetto al 7,6% di un anno fa). Informazioni aggiuntive per fare bene la raccolta differenziata si trovano sul 6,9% dei prodotti (quasi stabile rispetto al 6,2% di fine 2023). Le certificazioni della compostabilità del packaging restano ferme allo 0,2% dei pack a scaffale (valore sostanzialmente stabile negli ultimi dodici mesi), mentre le indicazioni al consumatore per poter visionare digitalmente le informazioni ambientali si trovano sul 3,8% degli imballaggi in vendita (percentuale invariata rispetto a fine 2023).

Fra i settori merceologici, quello del freddo si conferma il più ricettivo sotto diversi punti di vista. È in testa per la codifica identificativa del materiale di composizione (con il 58,3% delle referenze) e per le indicazioni sulla tipologia di pack e sul corretto conferimento in raccolta differenziata (con un 78,7% dei pack a scaffale). Ed è l’unico a superare il 10% (14,4% delle confezioni in vendita) per la presenza di informazioni aggiuntive per una raccolta differenziata di qualità. Abbastanza bene anche le carni e il fresco, entrambi sopra il 50% per quanto riguarda i pack che riportano la codifica identificativa del materiale (54,2% le carni, 52,5% il fresco) e sopra il 60% per la presenza di indicazioni sulla tipologia di imballaggio e sul corretto conferimento in raccolta differenziata (65,5% le carni e 69% il fresco). Il cura casa si segnala invece come settore merceologico che ha la percentuale più alta (30,4%) di confezioni con indicazioni al consumatore di visionare digitalmente le informazioni ambientali.

“La comunicazione ambientale, seria e veritiera, è sempre più percepita come utile e necessaria – commenta Simona Fontana, Direttore Generale CONAI -. I consumatori hanno acquisito consapevolezza e le imprese hanno compreso che devono conformarsi alla normativa e, allo stesso tempo, costruire un rapporto di fiducia basato sulla trasparenza e sull’autenticità delle informazioni. La Direttiva 825, del resto, lo stabilisce con chiarezza: a partire dal 2026 in Italia, in assenza di dati scientifici e dimostrabili, non si potranno più fare green claim. Le comunicazioni volontarie saranno mediate dalle nuove disposizioni che sta dando l’Unione Europea. Oltre alla 825, infatti, è attesa per l’anno prossimo una nuova direttiva dedicata ai claim ambientali espliciti. Il dato che emerge dall’ultimo rapporto IdentiPack, ad ogni modo, evidenzia come le aziende siano in prima linea nell’adottare scelte responsabili: un passo significativo verso una circular economy in cui non solo la riduzione dell’impatto ambientale, ma anche la valorizzazione della sostenibilità diventano elementi fondamentali per un successo nel lungo periodo”.

“Questa edizione rappresenta una nuova tappa del percorso di IdentiPack di documentare l’evoluzione della comunicazione della sostenibilità attraverso le etichette dei prodotti di largo consumo venduti in Italia – sottolinea Bruno Aceto, CEO di GS1 Italy -. Un servizio informativo determinante per alimentare una cultura diffusa della sostenibilità e anche unico in termini di rappresentatività e autorevolezza, poiché si basa sui dati degli oltre 138 mila prodotti digitalizzati dal servizio Immagino di GS1 Italy Servizi, la stessa base dati dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy”.

Nonno Nanni, arriva un packaging natalizio in limited edition

Un pack speciale in edizione limitata con Babbo Natale: è la novità di Nonno Nanni, in previsione delle prossime festività. Nei prodotti più rappresentativi del brand si troverà quindi l’immagine di Babbo Natale, accompagnata da un augurio: un tocco speciale e un gesto di vicinanza verso tutti gli estimatori dei prodotti Nonno Nanni.

Da antipasti raffinati a proposte sostanziose, sono diverse le ricette che Nonno Nanni ha in serbo per questa ricorrenza, come ad esempio quelle a base del prodotto di punta dell’azienda, lo stracchino: un formaggio che unisce tutti, grandi e piccini, grazie alla sua consistenza morbida e al suo gusto avvolgente.

La ricetta: polenta con stracchino Nonno Nanni, pere e noci

Ingredienti per 4 persone:

250 gr di polenta precotta a mattonella
250 gr di stracchino Nonno Nanni
3 pere william o a vostro piacimento con una maturazione adeguata al consumo
noci, pepe e origano fresco q.b

Procedimento:

Tagliare la polenta precotta a rettangoli e grigliarla su una bistecchiera o su una superficie simile. Prendere lo Stracchino e spalmarlo sulla polenta, decorare con pere, noci, pepe e origano fresco.

Sostenibilità: FRoSTA lancia la nuova Paper Bag approvata da Legambiente

FRoSTA immette sul mercato la nuova Paper Bag, la busta per i surgelati composta al 90% di carta. Con la nuova Paper Bag l’azienda è riuscita a ridurre di un ulteriore 67% la quantità di plastica rispetto alla confezione precedente. Un risultato finora unico sul fronte dei surgelati in busta: per questo progetto, frutto di anni di ricerca e sviluppo, FRoSTA ha ricevuto l’approvazione di Legambiente che ha apposto il proprio logo sulle sue nuove confezioni con la dicitura “Prodotto consigliato da Legambiente”, inserendo il dettaglio nella sezione del sito dedicata come unico prodotto Food.

La nuova Paper Bag FRoSTA permette di abbattere l’impatto ambientale in modo drastico, la CO2 footprint ridotta del 65% rispetto alle confezioni fatte totalmente di plastica presenti oggi sul mercato del surgelato. Se per ogni 100 grammi di materiale, l’imballo in plastica tradizionale ha emissioni di CO2 intorno ai 285.89 grammi, l’attuale Paper Bag ne ha solo di 99.54. Inoltre la carta utilizzata nelle confezioni FRoSTA è come sempre certificata FSC, ente che supporta la gestione forestale responsabile e gli inchiostri sono totalmente a base di acqua. Tutto questo ha permesso di migliorare la classe di riciclabilità della confezione passando da C a B, come da standard ufficiale approvato da Aticelca, il sistema di valutazione ufficiale di riciclabilità della carta in Italia. Al momento sono cinque i prodotti FRoSTA a utilizzare per primi il nuovo imballaggio da settembre 2024, ma in modo graduale il passaggio riguarderà tutto l’assortimento FRoSTA coinvolgendo circa 40 prodotti.

Da anni, l’impegno di FRoSTA non è solo rivolto a produrre cibo gustoso e naturale, ma si concretizza in azioni di sensibilizzazione che vedono l’azienda al fianco di Legambiente da ormai cinque anni per la sostenibilità ambientale. In occasione della Giornata Nazionale dell’Albero, che si celebrerà il prossimo 21 novembre, FRoSTA rinnova il suo impegno per l’ambiente unendosi a Legambiente in attività concrete di riqualificazione del territorio e durante due appuntamenti di sensibilizzazione, in giro per l’Italia, presenterà la nuova Paper Bag. “Si tratta di un’ulteriore tappa di una collaborazione ormai consolidata tra le due realtà, Legambiente e FRoSTA, diverse ma complementari, che da anni si supportano e lavorano insieme per cercare di pensare e realizzare opere concrete per la salvaguardia dell’ambiente, supportandosi a vicenda. Impegno concreto sottolineato proprio da momenti come questi che ci vedono ancora una volta fianco a fianco sul territorio. La nostra ambizione come FRoSTA è diventare di esempio per altre realtà industriali come la nostra, perché per avere un impatto significativo serve essere sicuramente concreti, ma soprattutto uniti e numerosi. Questo è sicuramente uno dei principali obiettivi che condividiamo con gli amici di Legambiente” sottolinea Gianluca Mastrocola, AD FRoSTA Italia.

“Siamo molto felici di poter lavorare ancora una volta insieme a FRoSTA, un’azienda che crede fermamente nella sostenibilità e nella necessità di fare squadra per il bene del Pianeta e delle comunità – ha aggiunto il direttore generale di Legambiente Giorgio Zampetti -. La Festa dell’albero 2024 sarà l’occasione per aggiungere un ulteriore importante tassello a questa collaborazione ormai storica, passando dalla condivisione dei principi all’azione concreta sul territorio. Insieme metteremo a dimora nuovi alberi, che sono i nostri più grandi alleati contro la crisi climatica, contribuendo a migliorare la qualità della vita degli ecosistemi e delle persone”.

Gli appuntamenti per la giornata dell’albero
La prima tappa è prevista per lunedì 25 novembre, nell’Oasi di Monza, gioiello naturale per i cittadini. In questo luogo le recenti alluvioni hanno causato dei gravi danni alla vegetazione, danneggiando habitat delicati e la perdita della segnaletica che promuoveva la biodiversità. Il team di FRoSTA e Legambiente saranno di nuovo insieme per riqualificare quest’area naturale e per valorizzarla attraverso una nuova segnaletica. Questo evento evidenzia l’importanza della manutenzione e della protezione attiva degli spazi naturali, soprattutto in un’epoca di cambiamenti climatici che rendono più frequenti fenomeni atmosferici estremi.

La seconda tappa sarà in Molise, a Pietracatella (CB), venerdì 29 novembre. In questo secondo appuntamento il Team FRoSTA e Legambiente metteranno a dimora un frutteto per i cittadini e le cittadine che vorranno usufruirne e fare la raccolta dei frutti. La piantumazione di alberi da frutto non solo arricchisce la biodiversità locale, ma offre anche un’opportunità alle persone di prendersi cura e di godere dei frutti della terra.

Imballaggi: Sphere acquisisce Virosac e Rapid e rafforza il presidio in Italia

Orienta Capital Partners ha finalizzato la vendita di Virosac e Rapid, tramite la cessione dell’intera partecipazione nella holding Romagnasac, al Gruppo Sphere, attivo nel mercato del packaging domestico. Virosac offre una gamma di prodotti ecologici e innovativi realizzati in bioplastica finalizzati all’utilizzo nella Gdo e all’uso professionale, comprendendo sacchetti biodegradabili e compostabili per la gestione dei rifiuti e per il congelamento degli alimenti. Rapid invece è specializzata nella produzione di rotoli alimentari in alluminio, carta da forno e pellicole trasparenti, nonché vaschette in alluminio. Nel 2023 le due aziende hanno registrato un fatturato aggregato di oltre 60 milioni di euro e contano attualmente su un organico complessivo di 150 dipendenti.

Orienta Capital Partners ha acquisito Virosac nell’ottobre 2019 e Rapid nel giugno 2021, andando così a costituire un unico gruppo industriale. Durante la gestione di Orienta entrambe le aziende hanno beneficiato di un significativo impulso strategico-manageriale e, grazie al suo supporto, hanno ampliato l’offerta commerciale e i canali distributivi. Virosac e Rapid hanno infatti consolidato la propria posizione nella Gdo e potenziato la presenza nei canali Horeca, sviluppando innovativi strumenti di controllo delle performance e nuove strategie commerciali. Ciò ha portato il gruppo industriale ad affermarsi come uno dei principali player di riferimento in Italia e in Europa nell’home care.

“Siamo estremamente lieti di aver contribuito e sostenuto la crescita di Virosac e Rapid in questi cinque anni, rendendole un gruppo industriale di primo piano in Italia. Crediamo che la cessione al Gruppo Sphere rappresenti la migliore garanzia per il futuro e il consolidamento delle aziende, grazie alla comprovata esperienza e alla visione internazionale di un gruppo leader nel settore” ha detto Mario Gardini, Partner di Orienta Capital Partners.

Orienta Capital Partners è una società di investimento che supporta le aziende target nei momenti chiave del loro ciclo di vita, apportando una profonda esperienza industriale e finanziaria. Una gestione mirata alle sinergie industriali e commerciali, implementata nel corso dell’holding period, ha permesso al gruppo Virosac-Rapid di accrescere e sviluppare in maniera significativa le proprie attività e il giro d’affari. Oggi il fatturato consolidato è di circa 65 milioni di euro (dai 35 milioni di euro al momento dell’acquisizione nel 2019), con una crescita dell’86%, mentre l’EBITDA d’ingresso a 5 milioni di euro è aumentato dell’80%, attestandosi ora a circa 9 milioni di euro.

Con questa operazione, il Gruppo Sphere, da vent’anni presente in Italia con le sue filiali Comset, Flexopack e Ico, rafforza ulteriormente la propria posizione sul mercato italiano, consolidando così la sua base industriale e commerciale in un mercato chiave per la sua espansione futura, L’operazione è stata condotta da Mario Gardini in qualità di Partner di Orienta Capital Partners e Gianluca Gatta in qualità di Investment Manager di Orienta Capital Partners.

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