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Imballaggi: Sphere acquisisce Virosac e Rapid e rafforza il presidio in Italia

Orienta Capital Partners ha finalizzato la vendita di Virosac e Rapid, tramite la cessione dell’intera partecipazione nella holding Romagnasac, al Gruppo Sphere, attivo nel mercato del packaging domestico. Virosac offre una gamma di prodotti ecologici e innovativi realizzati in bioplastica finalizzati all’utilizzo nella Gdo e all’uso professionale, comprendendo sacchetti biodegradabili e compostabili per la gestione dei rifiuti e per il congelamento degli alimenti. Rapid invece è specializzata nella produzione di rotoli alimentari in alluminio, carta da forno e pellicole trasparenti, nonché vaschette in alluminio. Nel 2023 le due aziende hanno registrato un fatturato aggregato di oltre 60 milioni di euro e contano attualmente su un organico complessivo di 150 dipendenti.

Orienta Capital Partners ha acquisito Virosac nell’ottobre 2019 e Rapid nel giugno 2021, andando così a costituire un unico gruppo industriale. Durante la gestione di Orienta entrambe le aziende hanno beneficiato di un significativo impulso strategico-manageriale e, grazie al suo supporto, hanno ampliato l’offerta commerciale e i canali distributivi. Virosac e Rapid hanno infatti consolidato la propria posizione nella Gdo e potenziato la presenza nei canali Horeca, sviluppando innovativi strumenti di controllo delle performance e nuove strategie commerciali. Ciò ha portato il gruppo industriale ad affermarsi come uno dei principali player di riferimento in Italia e in Europa nell’home care.

“Siamo estremamente lieti di aver contribuito e sostenuto la crescita di Virosac e Rapid in questi cinque anni, rendendole un gruppo industriale di primo piano in Italia. Crediamo che la cessione al Gruppo Sphere rappresenti la migliore garanzia per il futuro e il consolidamento delle aziende, grazie alla comprovata esperienza e alla visione internazionale di un gruppo leader nel settore” ha detto Mario Gardini, Partner di Orienta Capital Partners.

Orienta Capital Partners è una società di investimento che supporta le aziende target nei momenti chiave del loro ciclo di vita, apportando una profonda esperienza industriale e finanziaria. Una gestione mirata alle sinergie industriali e commerciali, implementata nel corso dell’holding period, ha permesso al gruppo Virosac-Rapid di accrescere e sviluppare in maniera significativa le proprie attività e il giro d’affari. Oggi il fatturato consolidato è di circa 65 milioni di euro (dai 35 milioni di euro al momento dell’acquisizione nel 2019), con una crescita dell’86%, mentre l’EBITDA d’ingresso a 5 milioni di euro è aumentato dell’80%, attestandosi ora a circa 9 milioni di euro.

Con questa operazione, il Gruppo Sphere, da vent’anni presente in Italia con le sue filiali Comset, Flexopack e Ico, rafforza ulteriormente la propria posizione sul mercato italiano, consolidando così la sua base industriale e commerciale in un mercato chiave per la sua espansione futura, L’operazione è stata condotta da Mario Gardini in qualità di Partner di Orienta Capital Partners e Gianluca Gatta in qualità di Investment Manager di Orienta Capital Partners.

FoodSeed, sono 7 le startup selezionate per la seconda edizione

Sono sette le nuove startup made in Italy selezionate per la seconda edizione di FoodSeed, programma di accelerazione della Rete Nazionale di CDP Venture Capital SGR. Queste imprese emergenti sono pronte a trasformare la filiera agroalimentare con soluzioni innovative che abbracciano l’intera catena del valore, dall’agricoltura sostenibile alla trasformazione alimentare, integrando principi di economia circolare. Con una dotazione di 15 milioni di euro, il programma di accelerazione sostiene e promuove la crescita di innovative realtà italiane in grado di rispondere alle principali sfide del settore agroalimentare e contribuire alla sostenibilità e all’efficienza della filiera. Allo stesso tempo, FoodSeed favorisce connessioni strategiche con aziende, investitori e attori chiave del settore in un’ottica di open innovation, un approccio che mira a rafforzare il tessuto imprenditoriale nazionale e a favorire nuove sinergie per promuovere uno sviluppo tecnologico ed etico del comparto AgriFood. Ne è un esempio virtuoso, Foreverland, startup pugliese accelerata nella prima edizione di FoodSeed, che ha recentemente chiuso un round di investimento da 3,4 milioni di euro per la sua alternativa sostenibile al cioccolato a base di carruba, confermando così il ruolo chiave delle startup AgriFoodTech italiane come motori del cambiamento.

Vortex: trasformare gli scarti agroalimentari in risorse preziose
Vortex è una biotech company che trasforma i sottoprodotti agroalimentari in ingredienti ad alto valore aggiunto, applicabili in diversi settori come food & beverage, pet food e cosmetica. Il loro modello circolare mira a risolvere il problema della svalutazione economica e della sostenibilità ambientale legata alle tonnellate di scarti generati dalle industrie agroalimentari, che spesso vengono destinati a smaltimento o utilizzati per biomasse. Grazie a una tecnologia innovativa che stabilizza e standardizza i sottoprodotti – evitando, quindi, il loro deterioramento causato dall’elevato contenuto di umidità – Vortex è in grado di trattare sia scarti dell’industria agroalimentare morbidi, come le mele, che quelli secchi, come le nocciole, fino a quelli di produzione eliminati dalle regole della Gdo. Da questo processo nascono farine, paste ed estratti, applicabili in diversi ambiti dell’industria alimentare, pet food e cosmesi.

Nous porta in tavola l’alternativa sostenibile e salutare alla caffeina
Nous Energy è una startup biotech che sviluppa una nuova generazione di ingredienti per i mercati Food & Beverage e Nutraceutico. Il primo ingrediente creato è un’alternativa alla caffeina che migliora le prestazioni cognitive e fisiche, potenziando memoria, concentrazione e riflessi senza gli effetti collaterali tipici della caffeina, come picchi di pressione sanguigna o tachicardia, e favorendo il benessere gastrointestinale. Con questo nuovo ingrediente si stima una riduzione del 60% dello spreco d’acqua e del 65% delle emissioni di Co2 a piena produzione, rispetto all’estrazione della caffeina dai chicchi di caffè verde. La startup, impegnata nell’innovazione sostenibile, prevede di riutilizzare tutti i residui della produzione di Mindave entro il 2028, creando nuovi ingredienti e prodotti per ampliare il proprio portfolio.

Aflabox: l’intelligenza artificiale in campo per la sicurezza alimentare
Aflabox è una startup innovativa in grado di rilevare in tempo reale, nei cereali, noci e semi oleosi, la presenza di aflatossine, micotossine prodotte da due specie di Aspergillus, un fungo che si trova soprattutto in zone caratterizzate da clima caldo e umido. Utilizzando sensori UV e una tecnologia sviluppata con l’AI, Aflabox offre un rilevamento rapido, preciso ed economico di queste tossine, che possono causare gravi problemi di salute al consumatore come danni al fegato, tumori e compromissione del sistema immunitario. Un processo semplice e accessibile che elimina non solo la necessità di inviare campioni di prodotto in laboratorio, ma riduce anche i tempi e i costi di rilevazione dell’infestante. I risultati vengono, infatti, inviati immediatamente al cloud, per un controllo tempestivo e preciso. Nata per rispondere a un problema che è, attualmente, molto grave in Africa, Aflabox ha vinto una competizione con il World Food Program e prevede di estendere la sua tecnologia al monitoraggio di altri contaminanti e parametri qualitativi, con l’obiettivo di offrire un profilo completo e accurato dei cereali.

Asteasier: la nuova frontiera dell’Astaxantina
Asteasier è specializzata nella produzione di ingredienti di alta qualità per la nutrizione umana e animale. La loro tecnologia proprietaria ha permesso lo sviluppo di nuovi ceppi di microalghe in grado di produrre astaxantina naturale (AX) – carotenoide con forti proprietà antiossidanti e benefici per la salute cardiovascolare, cerebrale e oculare. Una soluzione completamente naturale che offre un’alternativa sostenibile all’astaxantina sintetica, oggi ampiamente utilizzata per la pigmentazione di salmoni e crostacei. Grazie a un processo di produzione semplificato e altamente efficiente, Asteasier riesce a ridurre i costi fino all’80% rispetto ai metodi tradizionali, rendendo economicamente accessibile l’astaxantina naturale, impiegabile anche nell’ambito nutraceutico. Oltre all’astaxantina, le microalghe utilizzate dalla startup sono in grado anche di produrre pigmenti blu, proteine e omega-3, rendendo l’azienda un punto di riferimento nella nutraceutica e nel settore dell’acquacoltura.

Mama Science: l’alternativa sostenibile alla plastica nel packaging alimentare
Mama Science, con sede a Bologna, nasce con l’obiettivo di affrontare uno dei problemi ambientali più gravi del nostro tempo: l’uso eccessivo di plastica, in particolare nel packaging alimentare. I tradizionali imballaggi, infatti, danneggiano il nostro ecosistema e il loro processo di produzione è altamente energivoro e nocivo per il clima. In un’epoca in cui la riduzione della plastica è una priorità globale, Mama Science si specializza così nello sviluppo di una gamma di prodotti avanzati, tra cui bio materiali quali film e coating per il packaging alimentare. Si tratta di materiali biomimetici 100% bio-based, che replicano le proprietà della plastica senza causare gli stessi dannosi impatti ambientali, offrendo un’alternativa sostenibile ed efficace ai tradizionali imballaggi plastici. I loro prodotti innovativi, ottenuti da materie prime di origine vegetale, aumentano la shelf life di alimenti quali verdure, carni e latticini. A seconda delle applicazioni, possono attribuire proprietà quali idrorepellenza e resistenza meccanica se utilizzati su supporti cartacei. Se applicati direttamente sui prodotti alimentari, riducono l’uso di plastiche per l’imballaggio, mentre nel caso del film consentono la completa sostituzione delle alternative realizzate con polimeri di origine sintetica.

BeadRoots: idrogel biodegradabili contro la siccità in agricoltura
Per combattere la siccità e migliorare la produttività agricola, BeadRoots, startup biotecnologica con sede legale a Lecce, ha sviluppato idrogel da polimeri superassorbenti naturali, derivati dalle alghe. Gli idrogel, applicati durante il trapianto, assorbono grandi quantità d’acqua e la rilasciano gradualmente alle radici quando necessario, riducendo l’evaporazione superficiale e ottimizzando l’uso delle risorse idriche. Questa soluzione 100% biodegradabile non solo è in grado di conservare l’acqua, ma nutre le piante e migliora la qualità del suolo grazie all’incremento di batteri benefici che hanno effetti positivi anche sulla produttività. Attualmente, BeadRoots sta testando gli idrogel su colture come orticole, vigne e legumi, con l’obiettivo di estendere l’applicazione a tutte le coltivazioni che richiedono ingenti quantitativi di acqua, soprattutto nelle aree a rischio siccità.

Alkelux: additivi naturali per combattere lo spreco alimentare
Combattere lo spreco alimentare con additivi antimicrobici naturali ricavati dagli scarti di liquirizia: così Alkelux, la startup biotech sarda, affronta una delle emergenze globali più significative. Solo in Italia, infatti, lo spreco di cibo nel 2023 ha superato i 9 miliardi di euro, mentre a livello mondiale questo fenomeno causa la dispersione di oltre 250.000 miliardi di litri d’acqua e l’utilizzo improprio di 1,4 miliardi di ettari di terreni agricoli. Gli additivi ricavati dalla startup, sotto forma di polvere, vengono integrati nei materiali di confezionamento per prolungare la durata di conservazione degli alimenti, come già dimostrato nei test condotti su fragole e altri prodotti. Il valore aggiunto della soluzione proposta da Alkelux risiede nelle sue caratteristiche uniche: completamente privo di metalli, solubile in acqua e a basso impatto ambientale, l’additivo non richiede modifiche agli impianti produttivi già esistenti. Ciò consente alle aziende del settore del packaging di adottare questa tecnologia senza affrontare costosi interventi strutturali, contribuendo così alla riduzione dello spreco alimentare in un’ottica sostenibile ed efficiente.

Anche quest’anno FoodSeed ha attratto talenti non solo dall’Europa, ma da tutto il mondo: ben il 15% delle candidature ricevute, infatti, arriva da Spagna, Romania, Regno Unito, India e Turchia. Un dato che conferma e avvalora l’impegno condiviso nel tutelare e promuovere l’eccellenza enogastronomica italiana nel mondo che, seppur ancorata alle radici della tradizione, necessita di una spinta verso un futuro sostenibile ed eticamente innovativo.

Eco packaging, da DS Smith una soluzione per le confezioni in PET da 1,5 litri

DS Smith, azienda attiva nel settore degli imballaggi sostenibili a base di fibre, ha realizzato una soluzione innovativa di imballaggio in cartone ondulato sostenibile per sostituire le maniglie in plastica delle confezioni multiple di bevande analcoliche in PET da 1,5 litri. La nuova soluzione è stata commissionata da Coca-Cola HBC in Austria nel 2023 e si prevede che in futuro sarà lanciata da altri clienti DS Smith in Europa, inclusa l’Italia.

DS Smith Lift Up è una maniglia in cartone ondulato riciclabile al 100% che migliora la funzionalità di trasporto per i consumatori ed è progettata per contribuire alla soluzione basata su carta kraft e cartone che riduce centinaia di tonnellate di plastica ogni anno in ogni mercato in cui viene lanciata. Inoltre, DS Smith Lift Up è stata progettata utilizzando l’approccio di DS Smith Circular Design Metrics (CDM), primo e unico nel settore, che si traduce in una significativa riduzione dell’impronta di carbonio per l’imballaggio e la produzione dei prodotti. Lo strumento consente all’azienda di valutare e confrontare la circolarità della sostenibilità di un prodotto attraverso otto diversi indicatori di sostenibilità, tra cui impronta di carbonio, progettazione per il riutilizzo, riciclabilità, rinnovabilità della fonte, contenuto riciclato e ottimizzazione della catena di fornitura. Questi indicatori aiutano a fornire un’indicazione chiara delle prestazioni di sostenibilità del design di un packaging e su dove focalizzare l’attenzione.

La soluzione di confezionamento DS Smith Lift Up può essere applicata a diverse dimensioni di bottiglie ed è prodotta in collaborazione con Krones, produttore di macchine confezionatrici. La maniglia del trasportatore ha un’impugnatura morbida che rende i prodotti facili da trasportare mentre rimangono al sicuro all’interno del loro imballaggio sostenibile. Questo è stato progettato per le bottiglie in PET destinate al consumo domestico. “Siamo orgogliosi di collaborare a questa soluzione di imballaggio innovativa, eliminando i rifiuti inutili e la plastica monouso. Il concept di DS Smith Lift Up è stato progettato impiegando l’approccio Circular Design Metrics di DS Smith, quindi, utilizza la minor quantità di materiale possibile, riduce l’impatto sull’ambiente e ha un design gradevole da vedere nei negozi e nei supermercati. La collaborazione con i nostri partner è fondamentale per ridurre la plastica monouso e realizzare cambiamenti innovativi su larga scala. Consideriamo il design sostenibile al centro di ciò che facciamo come azienda, e questo è un brillante esempio dell’opportunità che l’innovazione nel packaging possa aprire la strada verso un futuro più sostenibile per produttori, rivenditori e consumatori” ha commentato Stefano Rossi, CEO Divisione Packaging Solutions di DS Smith.

25° report di sostenibilità per Tetra Pak: il traguardo delle emissioni zero è vicino

Tetra Pak ha rilasciato il suo 25° Report di Sostenibilità che traccia i progressi compiuti dall’azienda nell’ambito del suo programma di sostenibilità. Il report si concentra su cinque aree interdipendenti: sistemi alimentari, circolarità, clima, ambiente e sostenibilità sociale ed evidenzia una riduzione del 20% delle emissioni di gas serra nella catena del valore e del 47% nelle proprie attività dal 2019. Questi risultati mostrano come Tetra Pak sia sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo di emissioni zero per le proprie attività entro il 2030 e conferma l’ambizione, a lungo termine, di collaborare con fornitori, clienti e stakeholder per giungere al medesimo traguardo lungo tutta la catena del valore entro il 2050.

In questo contesto, un altro traguardo importante è stato il lancio di un cartone asettico per bevande con una barriera a base carta, che riduce la propria impronta ambientale di un terzo (33%) e permette all’azienda di fare un passo avanti nella realizzazione di un packaging alimentare ancora più sostenibile. Si tratta di un risultato importante, reso possibile da un investimento di 100 milioni di euro su scala globale nella ricerca e sviluppo in ambito packaging nel 2023, un investimento previsto su base annua anche per i prossimi 5-10 anni. Il Rapporto di sostenibilità di Tetra Pak per l’anno fiscale 2023 evidenzia anche ulteriori successi dell’azienda nell’ultimo anno. In particolare, Tetra Pak ha ottenuto un riconoscimento per la sua leadership in materia di trasparenza aziendale e di performance per l’ottavo anno consecutivo, guadagnandosi l’inserimento all’interno della A List di CDP per la categoria Forests e ricevendo una A anche in termini di Water Security, nonostante fosse il primo anno di rendicontazione in quest’area.

L’impegno dell’azienda si è tradotto, inoltre, in diverse iniziative per la tutela degli alimenti, delle persone e del pianeta. Più in dettaglio, puntando sull’espansione dei programmi di alimentazione nelle scuole, Tetra Pak ha contribuito a far sì che 64 milioni di bambini in 49 Paesi avessero accesso al latte e ad altre bevande nutrienti; allo stesso tempo, si è adoperata per implementare attivamente i Principi Guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani, ma anche nel favorire il processo di riciclo dei cartoni per bevande. A questo riguardo, i numeri sono particolarmente positivi: la quantità di confezioni di cartone raccolte e inviate al riciclo in tutto il mondo è aumentata del 7% rispetto al 2022, mentre il volume di PolyAl inviato al riciclo è aumentato del 14%. Per accelerare i progressi in questo campo, Tetra Pak investe circa 40 milioni di euro all’anno in programmi di riciclo su scala globale, costruendo anche collaborazioni strategiche con numerosi partner industriali e non solo, in un’ottica di economia circolare. In Italia, degne di nota sono quelle avviate con Lucart, Cartiere Saci, Ecoplasteam ed Ecorevive, che puntano a dare una seconda vita ai materiali che compongono i cartoni per bevande, trasformandoli sempre più spesso in una materia prima seconda di grande valore per la produzione di nuovi prodotti. Ne sono un esempio i pallet a base di PolyAl progettati da CPR System per la Grande Distribuzione, ma anche la nuova piastrella per outdoor lanciata in collaborazione con Leroy Merlin e realizzata da Artemisia in TwoECO, un materiale riciclato a partire da PolyAl, insieme a una quota di segatura di legno. Di recente è stata, infine, presentata insieme a Felli una nuova soluzione per esterni, che incorpora a sua volta una percentuale di queste componenti, garantendo elevate prestazioni e versatilità.

“La collaborazione nell’industria alimentare è sempre più importante per alimentare in modo sostenibile una popolazione in crescita. La nostra presenza a livello mondiale e le nostre soluzioni end-to-end ci offrono ogni giorno l’opportunità di cooperare con tutti i soggetti interessati dell’intera catena del valore, dagli agricoltori e produttori di alimenti, ai fornitori, ai decisori politici, ai consumatori e ad altri attori. Siamo consapevoli della responsabilità che deriva da questo ruolo. Continuiamo a impegnarci a fare la nostra parte per trasformare i sistemi alimentari mondiali e per garantire che siano più sicuri, resilienti e sostenibili” ha commentato Adolfo Orive, Presidente e CEO di Tetra Pak.

“L’industria delle tecnologie e del packaging alimentare svolge un ruolo chiave nella creazione di sistemi alimentari più efficienti, resilienti e sostenibili. Grazie alla nostra posizione nel settore agroalimentare possiamo offrire un importante contributo, che si realizza in azioni concrete trasversali alle nostre operazioni e alla più ampia catena del valore. Per favorire un cambiamento efficace, riteniamo, infatti, che sia fondamentale avviare anche sforzi collaborativi a livello di sistema, coinvolgendo tutti gli stakeholder per creare sinergie strategiche. Le numerose partnership in corso e i risultati conseguiti testimoniamo il valore aggiunto di questo approccio e ci spronano a fare ancora di più per realizzare soluzioni sempre più sostenibili, supportando la transizione verso un’economia circolare” ha aggiunto Paolo Maggi, Presidente e Managing Director Tetra Pak South Europe.

Caffè Borbone, è tempo di nuovi packaging per cialde e capsule

In occasione del Cibus di Parma, Caffè Borbone ha presentato in anteprima i nuovi packaging delle miscele in cialda e in capsule compatibili con i sistemi a uso domestico Nespresso, Nescafè Dolce Gusto e Lavazza A Modo Mio che saranno disponibili alla vendita in Gdo dal mese di maggio. Da giugno, inoltre, si aggiungerà anche Bialetti, vera e propria novità: per la prima volta infatti, si potranno acquistare le capsule Caffè Borbone compatibili con macchine a marchio Bialetti anche all’interno dei punti vendita della grande distribuzione.

Tutti i nuovi packaging sono stati ripensati nel design grafico per offrire al consumatore non solo una descrizione dettagliata del prodotto, ma anche un vero e proprio racconto delle origini di Caffè Borbone, dalla nascita nel 1999 come piccola torrefazione legata alla tradizione del caffè napoletano fino al percorso verso prodotti sostenibili che hanno a cura l’ambiente. Questi packaging, infatti, sono realizzati con carta certificata FSC proveniente da foreste gestite in maniera responsabile.

“Desideriamo che tutti possano conoscere e comprendere l’impegno dell’azienda in ogni aspetto della produzione per garantire un’esperienza di consumo positiva e in linea con le sfide del mercato. L’obiettivo è offrire prodotti di ottima qualità sempre più innovativi ma che seguano la storica e ormai consolidata identità del brand, come infatti dimostrano i nuovi packaging che permetteranno di valorizzare la presenza di Caffè Borbone a scaffale, rendendo la marca distintiva e ancora più riconoscibile, aspetto fondamentale per continuare a essere competitivi anche all’interno della grande distribuzione”, afferma Marco Schiavon, Amministratore Delegato di Caffè Borbone.

L’impegno di Caffè Borbone per il consumatore si esprime anche attraverso la proposta di soluzioni di acquisto convenienti, come ad esempio Caffè Borbone Lovers, l’abbonamento mensile – da sospendere o cancellare in qualsiasi momento – per chi acquista sul sito e-commerce ufficiale di Caffè Borbone. Offre numerosi benefici tra cui costi di spedizione inclusi, prezzi vantaggiosi e piani personalizzati in base a quanti caffè si bevono al giorno, passando dal livello extra small per chi arriva a berne 2 all’extra large per chi ne beve fino a 6. Inoltre, esiste l’opzione Macchina e Caffè che permette di acquistare una nuova macchina a cialde ultra-scontata.

Agromonte, nuovo pack per Salse Pronte e Passate Siciliane

Nuovi formati speciali delle Salse Pronte e delle Passate Siciliane: queste le novità che Agromonte porta al Cibus di Parma.

La scelta del nuovo formato bipack, 2x330g per le Salse Pronte e 2x520g per le Passate Siciliane, va nella direzione di un approccio alla spesa più accorto e sensibile al risparmio, in seguito alla spinta inflazionistica che ha coinvolto anche i prodotti commodity come le salse e le passate. Un formato convenience quindi per Agromonte, che consente altresì di stoccare comodamente il prodotto in dispensa e usarlo al bisogno.

Le ricettazioni della Salsa Pronta di ciliegino, della Salsa Pronta di datterino, della Passata Siciliana di ciliegino e della Passata Siciliana di datterino restano le stesse, fatte solo con pomodori di prima scelta coltivati e trasformati in Sicilia. A cambiare è solo la proposta commerciale che prevede un cluster con due confezioni della stessa referenza.

Break Design firma il packaging con cui Bauli debutta nel frozen

Dietro alla creazione del packaging con cui Bauli sta per debuttare nel settore frozen, in collaborazione con Tonitto 1939, c’è Break Design. Per l’agenzia milanese la sfida più grande è stata quella di tradurre la tradizione di Bauli in un contesto visivo e comunicativo completamente diverso, adattandosi a uno scaffale, quello dei gelati, solitamente caratterizzato da un’estetica più contemporanea e vivace.

Il design dei nuovi packaging si concentra su alcuni elementi chiave quali media color, food appeal e l’inserimento di elementi moderni e dinamici, mantenendo un legame visivo con i valori fondanti del brand veronese. In fase di sviluppo, Break Design ha mantenuto continuità e autenticità garantendo una forte attenzione a scaffale legata alle abitudini del consumatore.

La nuova linea di gelati Bauli è realizzata con ingredienti italiani e di alta qualità. Un vero e proprio brand stretching che rappresenta una sfida tra l’equilibrio dell’identità del marchio principale e le aspettative del nuovo segmento di mercato.

Arriva un nuovo packaging green per Madama Oliva

Col restyling dei packaging della linea Freschissimi prosegue l’impegno di Madama Oliva nella sostenibilità ambientale e nell’economia circolare: da febbraio tutte le confezioni disponibili nel take away del reparto ortofrutta diventano in materiale RPET (riciclato e riciclabile al 100%) e i plus ambientali del prodotto saranno evidenziati sui packaging stessi. L’iniziativa intrapresa da Madama Oliva rappresenta un passo importante verso l’ambiente e si aggiunge al precedente restyling della linea Frutto d’Italia e del Mediterraneo, anch’essa in plastica riciclata con materia prima certificata ISCC PLUS (per un totale di circa 4,8 milioni di vaschette ogni anno).

“Considerato che ogni anno produciamo solo per questa linea circa 3 milioni di vaschette, si tratta di un contributo notevole all’economia circolare che ridurrà il consumo annuo di nuova plastica pari a circa 59 tonnellate” spiega Sabrina Mancini, Direttrice marketing di Madama Oliva. “Siamo dunque estremamente orgogliosi di poter dare un segno tangibile al tema della sostenibilità nel settore dell‘ortofrutta, anche perché al momento non esiste un prodotto in commercio con caratteristiche simili, totalmente senza conservanti e senza liquido di salamoia, con il plus della sostenibilità ambientale anche nel packaging”.

La politica green di Madama Oliva
La scelta di passare alla plastica riciclata rappresenta un investimento green che coinvolge in totale circa 7,8 milioni di vaschette prodotte ogni anno e un risparmio di 120 tonnellate annue di plastica. Madama Oliva, del resto, è stata pioniera della produzione a basso impatto ambientale. Certificata ISO 14000 ed EMA sin dal 2004, nel 2008 ha realizzato il più grande impianto fotovoltaico integrato registrato al tempo in Italia attraverso il quale, ancora oggi, produce oltre 2,1 milioni di KW/anno di energia elettrica per il fabbisogno produttivo, con un risparmio di 900 tonnellate/anno di Co2 altrimenti emesse in atmosfera.

“Tutti i processi di produzione sono automatizzati e ottimizzati per ridurre i consumi e la raccolta differenziata permette di contenere i rifiuti prodotti avviandoli quanto più possibile a riciclo o riuso. Di recente abbiamo stretto una collaborazione con Veolia, la multinazionale francese specializzata nella gestione di acqua, rifiuti e servizi energetici, che prevede la progettazione e la realizzazione del nuovo impianto di trattamento dei reflui per revisionare il ciclo dell’acqua industriale in modo da ridurne il consumo” conclude Sabrina Mancini.

Sostenibilità e circolarità: Parmalat lancia la prima bottiglia in R-PET bianco

Nel corso dell’ultimo anno il team Ricerca & Sviluppo di Parmalat ha collaborato con la filiera del riciclo per migliorare l’intero processo arrivando a definire un flusso specifico dedicato alle bottiglie bianche per il latte, per ottenere PET riciclato con cui realizzarne di nuove. Con un contenuto pari al 50% di PET riciclato quindi sarà possibile non immettere nel mercato l’equivalente di circa 150 milioni di nuove bottiglie all’anno e risparmiare così oltre 3.000 tonnellate di PET vergine, corrispondenti a 2.536 m3 di plastica vergine. Ogni bottiglia, al fine del suo ciclo di vita, potrà pertanto essere riciclata e reinserita all’interno del sistema produttivo creando nuovo valore per i consumatori, le aziende e l’ambiente.

Le etichette delle bottiglie di latte UHT ospiteranno un’etichetta speciale accompagnata da un QR code che fornirà le indicazioni di corretto riciclo. Un invito che vuole sensibilizzare e incoraggiare i consumatori alle buone prassi in materia di sostenibilità. Nei prossimi mesi inoltre verranno promossi una serie di laboratori sui temi del riciclo all’interno del programma Parmalat Educational che sensibilizza all’interno delle scuole, le nuove generazioni sul valore del riciclo.

“Da oggi le bottiglie in PET Bianco opaco potranno essere riciclate e reinserite all’interno del sistema, creando nuovo valore per i consumatori, le aziende e l’ambiente: con tale progetto riusciremo a risparmiare 150 milioni di bottiglie di PET vergine all’anno. Collaborare con l’intera catena del valore è essenziale, e la partnership con Dentis Recycling Italy rappresenta un pilastro fondamentale: la realizzazione di bottiglie con il 50% di plastica riciclata è un esempio tangibile dell’efficacia di collaborazioni strategiche tra realtà operanti in tutta la filiera per promuovere azioni di sostenibilità e ridurre l’impatto ambientale” commenta Maurizio Bassani, Direttore Generale di Parmalat.

“Quello realizzato con Parmalat è un progetto di economia circolare tecnicamente innovativo e frutto di un grosso lavoro di ricerca, che ha permesso di generare un nuovo flusso di riciclo meccanico per le bottiglie in PET Bianco opaco. Il progetto, che opera su scala industriale, permetterà efficienze ambientali importanti, concrete, costanti e misurabili: un risultato che potrà dare un contributo all’Italia per centrare gli sfidanti obiettivi europei dei prossimi anni” aggiunge Corrado Dentis, CEO di Dentis Recycling Italy.

Le nuove bottiglie saranno utilizzate non solo per i prodotti Parmalat ma anche per tutti gli altri marchi del portafoglio dell’azienda come Zymil, con l’obiettivo di avere il 100% di bottiglie riciclabili entro il 2024. Il Gruppo punta pure a migliorare la circolarità, selezionando con attenzione i materiali e garantendone la corretta riciclabilità e la promozione di un percorso educativo rivolto ai consumatori sulla corretta gestione dei rifiuti è parte integrante della strategia. Inoltre il Gruppo ha accelerato la transizione verso modelli di riduzione delle emissioni di carbonio, con l’obiettivo del -25% di emissioni di scope 1 e 2 entro il 2025, il -50% al 2033 e il raggiungimento del carbon net-zero entro il 2050.

Packaging sostenibili troppo costosi, come ridurre i costi per i retailer?

Entro il 2030, i retailer più ambiziosi prevedono di aumentare la quota di contenuto riciclato negli imballaggi al 50%, di ridurre l’impronta di plastica vergine del 50% e di passare a materiali riutilizzabili, riciclabili o compostabili al 100% per i prodotti private label. Tuttavia si continua a credere che l’adozione del packaging sostenibile rappresenti ancora uno scoglio importante a causa dei suoi costi onerosi e così, in parte, effettivamente è. La situazione cambierebbe però se tutti i retailer rispettassero i propri impegni in materia di sostenibilità: la domanda di plastica riciclata (circa 90 milioni di tonnellate) supererebbe di gran lunga l’offerta globale (circa 60 milioni di tonnellate) entro il 2030 e questo farebbe pressione sui prezzi erodendo i margini dei rivenditori.

I retailer possono però investire nelle proprie strutture e nelle proprie capacità, agendo sulla catena del valore più a monte, così da evitare di pagare nel tempo prezzi maggiorati per i materiali riciclati. In questo modo i distributori potranno ridurre i costi degli imballaggi in plastica in media del 15% e fino al 40% in alcune categorie.

Come creare una strategia di packaging più sostenibile?

Valutare e ottimizzare l’intero portafoglio di packaging
I retailer dovranno avere una visione a 360 gradi della propria impronta in termini di packaging, valutando ad esempio l’utilizzo delle materie prime, l’impronta ambientale, i costi e i formati di ciascun prodotto, nel quadro di un’ampia analisi di base. Una volta consolidati i dati, i retailer possono identificare le maggiori opportunità all’interno del proprio portafoglio, il che aiuterà a definire la strategia di packaging ottimale. Per comprendere veramente il portafoglio di packaging, i retailer dovrebbero creare team specifici che si occupino di packaging sostenibile. L’ideale sarebbe un gruppo interdisciplinare con esperienza sia nella sostenibilità sia nel procurement.

Integrare i principi di sostenibilità nel processo di design del packaging
I retailer possono sviluppare un piano informato per rendere più sostenibile tutto il packaging in futuro. Ciò richiederà l’integrazione dei principi di design per la sostenibilità nei processi di progettazione del packaging. Le leve del design per la sostenibilità includono la riduzione degli imballaggi in eccesso attraverso approcci come lo “skinny design” o la modifica dei formati di packaging. Un’altra leva è la scelta dei materiali: i rivenditori possono scegliere polimeri plastici riciclabili o biodegradabili e considerare materiali alternativi all’interno del proprio portafoglio di imballaggi, come la carta o il cartone. È inoltre possibile utilizzare metodi innovativi per l’approvvigionamento dei materiali, ad esempio collaborando direttamente con i fornitori di imballaggi per progettare packaging sostenibili.

Creare nuove partnership lungo la catena del valore
I retailer potranno stabilire partnership o esplorare nuovi modelli di ownership lungo la catena del valore per assicurarsi una fornitura scarsa, senza pagare un sovrapprezzo. Tra i potenziali partner vi sono i supplier di imballaggi, i gestori dei rifiuti, che possono contribuire a garantire che gli imballaggi utilizzati vengano restituiti al rivenditore per essere riutilizzati o riciclati, e i riciclatori meccanici e chimici, con i quali il rivenditore può co-investire in impianti di riciclaggio o stabilire accordi di offtake. I distributori potrebbero anche collaborare con i produttori di beni di consumo confezionati per esplorare nuovi modelli di consumo, come le soluzioni ricaricabili.

Sviluppare nuove competenze interne
I talenti interni dovrebbero sviluppare una profonda comprensione delle tecnologie di packaging e riciclaggio. Il potenziamento delle capacità interne, sia attraverso le assunzioni di talenti esterni sia tramite l’upskilling, dovrebbe essere una delle maggiori priorità. Anche la logistica inversa (reverse logistics) è importante per garantire che le materie prime raccolte finiscano nelle mani giuste per un’ulteriore lavorazione lungo la catena del valore. È fondamentale sincronizzare la logistica inversa con le attività di fornitura e approvvigionamento di tutto il business.

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