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Packaging ecosostenibili: soluzioni green al centro della crescita aziendale

Le aziende di packaging vivono una crescente pressione da parte delle autorità, ma non solo: il 71% dei consumatori europei dichiara di voler acquistare prodotti sostenibili e più circolari, nonostante fatichi ad individuare gli imballaggi realmente sostenibili. Nel frattempo il settore packaging continua a crescere e, nei prossimi tre anni, potrebbe mettere a segno un +21%, arrivando a toccare quota 1.200 miliardi di dollari di valore globale. Il tasso di crescita più rilevante è atteso nel segmento della carta rigida, che potrebbe superare quello della plastica entro il 2026. Di pari passo con la crescita del settore, crescono anche le sue ambizioni di decarbonizzazione – il numero di aziende produttrici di carta e imballaggi che si sono impegnate a raggiungere obiettivi di decarbonizzazione è passato da 5 (2019) a 164 (2022). Tuttavia, possono fare molto di più: oltre il 30% di esse non ha infatti raggiunto gli obiettivi prefissati di riduzione delle emissioni. Queste sono solo alcune delle principali evidenze del primo “Global Paper & Packaging Report” di Bain & Company.

“Il mondo paper & packaging si trova ad affrontare un’era nuova, in cui le decisioni non possono più essere prese esclusivamente sulla base di costi, funzionalità ed esperienza del consumatore: oggi la sostenibilità è un tema imprescindibile per tutti. Non esiste oggi un vero vincitore tra i materiali da imballaggio: ognuno presenta benefici e compromessi dal punto di vista della sostenibilità. L’opzione più green, infatti, può variare notevolmente a seconda dell’applicazione e dell’area geografica di riferimento” spiega Andrea Isabella, Senior Partner e responsabile italiano Advanced Manufacturing & Services di Bain & Company.

La ricerca di Bain evidenzia come, mentre le plastiche flessibili riescano ad ottenere risultati migliori per quanto riguarda le emissioni di carbonio legate alla produzione e al trasporto, questi materiali siano anche meno circolari e biodegradabili. Nel 2022 in Italia abbiamo assistito a un andamento positivo della produzione di imballaggi con una crescita in termini di fatturato rispetto all’anno precedente di circa il 3%.

“In generale l’industria della carta e degli imballaggi ha un impatto significativo sulla biodiversità, in particolare per quanto riguarda la gestione forestale e l’utilizzo dell’acqua” prosegue Mattia Bernardi, Partner di Bain & Company. “Solo il 22% delle aziende intervistate ha dichiarato di aver valutato l’impatto della propria catena del valore sulla biodiversità e solo il 31% sta agendo ora per affrontare la perdita di biodiversità. Le aziende che scelgono di agire sono pronte a trarre vantaggio riducendo la loro esposizione ai rischi legati alla biodiversità”.

Nel frattempo, l’attività di M&A è in aumento per gli operatori del settore, con circa 2.000 operazioni dal 2007 ad oggi. Solo nell’ultimo decennio, l’industria paper & packaging ha registrato un numero di operazioni di fusione e acquisizione due volte superiore rispetto all’industria manifatturiera in senso lato. Per quanto riguarda i materiali di imballaggio, le operazioni legate alla carta sono state più redditizie rispetto alla plastica e al vetro. Quest’ondata di deal conferma la centralità del settore e la necessità per gli operatori di cogliere tutte le opportunità legate alla sostenibilità.

“Le aziende leader del settore – ormai pienamente consapevoli di come un programma di decarbonizzazione e sostenibilità possa creare valore economico per la propria organizzazione, devono quindi valutare l’impatto ambientale dei diversi materiali e tenere conto del loro intero ciclo di vita, dall’estrazione e produzione delle risorse, al trasporto e al fine vita dei prodotti. Una strategia di sostenibilità efficace e coerente può ridurre i costi energetici dell’azienda e aumentare l’accesso a materie prime riciclate o rinnovabili a un costo competitivo, oltre a contribuire a stimolare la crescita organica. Insomma: le aziende all’avanguardia sulla sostenibilità, in quest’industria, possono ottenere un incremento dell’EBITDA compreso fra 4 a 6 punti percentuali, grazie all’uso efficace dei risparmi sui costi e delle leve commerciali” conclude Isabella.

Finanziamento da 45 mln di euro per il Gruppo Goglio

Il pool di banche formato da Banco BPM, Intesa Sanpaolo (Divisione IMI CIB) e UniCredit, assistito dalla Garanzia SupportItalia di SACE, ha erogato al Gruppo Goglio, impresa che opera nel settore del packaging, un finanziamento da 45 milioni di euro che sarà destinato a ottimizzare la gestione del circolante.

Guidata da oltre sessant’anni dal Cavalier Franco Goglio, oggi è una realtà industriale con un fatturato di oltre 500 milioni di euro e una presenza globale con sedi produttive negli Stati Uniti, Cina, Olanda e ora anche in Brasile. Nel corso degli anni, il Gruppo Goglio ha dedicato risorse e investimenti negli ambiti ricerca e sviluppo, maturando una grande attenzione agli impatti ambientali che lo ha portato a intraprendere un percorso di contenimento delle emissioni grazie ad un investimento in un cogeneratore di energia. Proprio in ottica di sostenibilità, nel quadro del finanziamento sono in via di definizione obiettivi ESG che verranno introdotti in corso del piano d’ammortamento.

“La costante spinta all’innovazione, coniugata ad una sempre maggior attenzione nei confronti della sostenibilità, e l’impegno nell’attività di ricerca e sviluppo rappresentano i pilastri fondanti della nostra strategia aziendale, nonché gli elementi distintivi della filosofia del Gruppo Goglio” ha dichiarato Franco Goglio, Presidente e Amministratore Delegato di Goglio SpA. “Il finanziamento erogato ci consentirà di continuare ad investire in questa direzione, consolidando la nostra crescita organica, e incrementando ulteriormente il nostro impegno ESG”.

Due nuovi packaging (ecosostenibili) per i kiwi di Zespri

Zespri, azienda attiva nella produzione e commercializzazione di kiwi, ha lanciato in Italia una nuova gamma di packaging studiata per essere in linea con le esigenze del mercato e con le strategie verso gli obiettivi di sostenibilità che il brand intende raggiungere entro il 2025.

La nuova confezione va incontro alle esigenze del consumatore, sempre più attento a comprare prodotti realizzati con una gestione etica delle risorse, dalla produzione fino allo smaltimento e al perseguimento di un basso impatto ambientale.

Il nuovo design consente un maggiore spazio per la comunicazione di importanti driver di acquisto e la relativa modalità di consumo rafforzando così l’impatto di visibilità a scaffale della marca. La struttura ridisegnata permette di ottimizzare le operazioni di confezionamento, assicura una buona visibilità e protegge ulteriormente il frutto al suo interno. Non ultimo, il nuovo pack ha come plus l’essere flessibile nell’adattabilità ai diversi calibri disponibili durante la stagione commerciale, confermando così l’attenzione del brand alla qualità dei suoi prodotti.

Sviluppate per le due varietà Zespri Green e Zespri SunGold, le due nuove confezioni sono realizzate in cartone ondulato, con il 30% di carta riciclata, certificata FSC (Forest Stewardship Council) e sono disponibili presso le insegne della grande distribuzione.

Imballaggi, come cambieranno secondo il nuovo regolamento europeo

L’imballaggio è necessario per proteggere e trasportare le merci, tuttavia gli approcci normativi differiscono da uno Stato membro all’altro e ciò crea ostacoli che impediscono il pieno funzionamento del mercato interno. Le differenze osservate di recente riguardano, ad esempio, le disposizioni in materia di etichettatura degli imballaggi, gli approcci per definire gli imballaggi riciclabili o riutilizzabili e le restrizioni alla commercializzazione di determinati formati di imballaggio. Per questo motivo, già nel 1994 è entrata in vigore la Direttiva 94/62/CE che mira ad armonizzare le misure nazionali relative alla gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio e a promuovere il riutilizzo, il riciclo e altre forme di recupero dei rifiuti di imballaggio, anziché il loro smaltimento finale, nell’ottica di contribuire alla transizione verso un’economia circolare.

La nuova proposta di Regolamento su Imballaggi e rifiuti di imballaggio adottata dalla Commissione UE modifica il Regolamento 2019/1020/UE sulla vigilanza del mercato e sulla conformità dei prodotti e la Direttiva 2019/904/UE sulla riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente, e abroga la Direttiva 94/62/CE sugli Imballaggi e rifiuti di imballaggio.

I principali contenuti del nuovo Regolamento Imballaggi
L’obiettivo principale del Regolamento è quello di ridurre i rifiuti di imballaggio pro-capite del 15% entro il 2040, rispetto al 2018. In tal senso, la proposta prevede tre principali direttive:

RIDUZIONE del peso e delle tipologie non necessarie di imballaggi, limitando principalmente la quantità dei materiali (plastica, vetro, carta, alluminio, ecc.) dispersi;
RIUTILIZZO Dal 1° gennaio 2030 sarà previsto un sensibile aumento delle percentuali di imballaggi riutilizzabili su grandi elettrodomestici, bevande da asporto, take away, scatole per trasporti;
RICICLO Dal 2030 i livelli minimi di materiale riciclato aumenteranno considerevolmente:

30% per gli imballaggi in plastica sensibili al contatto in PET;
10% per gli imballaggi in plastica sensibili al contatto diversi dal PET;
30% per le bottiglie di plastica monouso per bevande; 35% per tutti gli altri imballaggi in plastica.

A partire dal 2040, questi livelli minimi saranno destinati ad aumentare ulteriormente. Perché ciò avvenga le aziende dovranno proporre ai consumatori una certa percentuale dei loro prodotti in imballaggi riutilizzabili o ricaricabili, ad esempio bevande e pasti da asporto o consegne di e-commerce. La progettazione degli imballaggi sarà in formati standardizzati e l’etichettatura sarà resa più chiara e universale, i contenitori per la raccolta dei rifiuti riporteranno le stesse etichette e i simboli presenti saranno i medesimi in tutta l’UE. Alcune tipologie di imballaggio monouso saranno vietate, come ad esempio gli imballaggi monouso per alimenti e bevande consumati all’interno di ristoranti e caffè, imballaggi monouso per frutta e verdura fresca, flaconi di shampoo, lozioni e bustine in miniatura negli hotel.

I test di trasportabilità per garantire il riuso
Una delle principali missioni dell’imballaggio è quella di preservare l’integrità del prodotto, dal produttore, al trasporto e fino all’utilizzatore. Con i nuovi criteri di riutilizzabilità previsti da Regolamento UE, sarà sempre più necessario garantire questa integrità attraverso una progettazione ben studiata e verificabile attraverso delle prove di trasportabilità sull’imballo, che ne esaminino la robustezza e la resistenza a sollecitazione di vario tipo.

Gli imballaggi a contatto con gli alimenti
Le aziende che producono imballi saranno chiamate a rispettare i requisiti del nuovo regolamento e, nell’implementazione dei tanti cambiamenti, laddove si tratti di imballi alimentari o destinati al contatto con alimenti, l’idoneità dovrà sempre essere verificabile e garantita. I laboratori pH sono in grado di supportare le aziende coinvolte con analisi chimiche sui materiali a contatto con alimenti, assistenza tecnica e valutazione del rischio food contact e di prodotto.

Ecopackaging, Tetra Pak mette a punto una confezione di carta senza strato di alluminio

Il percorso di innovazione sostenibile per il packaging di Tetra Pak prosegue speditamente. Nel 2022 è stato messo a scaffale per un test commerciale sui consumatori un primo lotto pilota di confezioni monodose realizzate con barriera alternativa a base carta. Nel 2025 sarà pronta la produzione industriale su larga scala della prima confezione asettica con barriera a base carta, una soluzione alternativa agli attuali pack in cui è presente un sottilissimo strato di alluminio che, seppur garantendo la sicurezza alimentare, contribuisce a un terzo delle emissioni di gas serra legate ai materiali di base utilizzati.

“Presentare una nuova soluzione che è destinata a segnare un prima e dopo per il confezionamento asettico rappresenta per noi un motivo di grande orgoglio, ma al contempo di grande consapevolezza del valore condiviso, giorno dopo giorno, con i nostri partner, clienti e stakeholder della filiera agroalimentare” spiega Paolo Maggi, Presidente Tetra Pak South Europe. “Un ulteriore traguardo in un percorso che, a partire dall’invenzione della tecnologia asettica, segna la costante spinta all’innovazione sostenibile del packaging alimentare secondo Tetra Pak”.

Si prevede che le nuove confezioni con barriera alternativa a base carta possano offrire standard di protezione da luce e ossigeno, proprietà di protezione di qualità e caratteristiche organolettiche e nutrizionali del prodotto e shelf life comparabili con le confezioni asettiche tradizionali per prodotti a bassa acidità. Il tutto con un significativo incremento di materie prime da fonti rinnovabili utilizzate e quindi una riduzione delle emissioni di Co2 ancora superiore rispetto al passato per una tipologia di confezione – i cartoni per bevande – già conveniente sotto questo profilo.

“Nella roadmap di innovazione sostenibile Tetra Pak – evidenzia Laurence Mott, Executive Vice President Development and Technology Tetra Pak – l’incremento del contenuto di carta rappresenta una priorità chiave. I cartoni per bevande con barriera a base carta hanno infatti un chiaro potenziale per attirare l’interesse dei consumatori e realizzare un’economia circolare a basse emissioni di carbonio, aumentando l’attrattività di queste confezioni per le cartiere, grazie al maggiore contenuto di carta. L’approccio alla “paperization” è da tempo la direzione strategica che Tetra Pak ha scelto di percorrere prima che diventasse una tendenza per molte aziende ed è un criterio importante per rispondere in maniera efficace, e non contingente, alle prossime regolamentazioni europee in materia di packaging”.

Sostenibilità, Olio Sagra opta per un nuovo packaging in rPet riciclato al 100%

Sagra, uno dei brand del Gruppo Salov, conferma il proprio impegno in ambito sostenibile presentando le innovative bottiglie in r-PET realizzate col 100% di plastica riciclata dedicate alla gamma di oli di semi. Si tratta di un cambiamento fondamentale per il settore perché coinvolge un nuovo tipo di plastica sostenibile (proveniente al 100% dal riciclo di altre bottiglie), ma anche performante perché capace di mantenere le stesse caratteristiche di qualità, sicurezza e maneggevolezza per il consumatore delle bottiglie classiche.

Ogni elemento del nuovo packaging è stato studiato in ottica green: lo sleeve che ricopre la bottiglia (fondamentale per proteggere il prodotto dalla luce) è realizzato con un innovativo materiale in plastica riciclata; mentre l’imballo che sostituisce il film protettivo in plastica è in cartone 100% riciclato. Tutte soluzioni che apportano un taglio netto all’immissione di nuova plastica nell’ambiente e all’emissione di Co2, coinvolgendo direttamente l’utente finale in un percorso di consumo responsabile e di rispetto per il Pianeta.

“Dopo la realizzazione nel 2020 delle bottiglie in r-Pet al 50% il nostro impegno è continuato e siamo orgogliosi di presentare le nuove bottiglie in plastica riciclata al 100%. Per noi è importante che la sostenibilità diventi un elemento concreto e tangibile attraverso i prodotti che offriamo ai consumatori ogni giorno” dichiara Mauro Tosini, Direttore Commerciale di Salov.

Imballaggi IV Gamma, la Commissione Europea rischia di penalizzare il comparto

Relativamente alla proposta di regolamento su imballaggi e rifiuti d’imballaggio pubblicata il 30 novembre scorso dalla Commissione Europea, il Gruppo IV Gamma di Unione Italiana Food, pur condividendo lo spirito e l’intento della proposta, segnala come la procedura di approvazione di tale regolamento potrebbe incorrere in alcune criticità. L’Associazione monitora attentamente l’iter della proposta di Regolamento UE e sta svolgendo interlocuzioni istituzionali al fine di sensibilizzare le parti interessate sulle gravi ripercussioni che alcune prescrizioni potrebbero avere sul settore.

“Siamo convinti che sia fondamentale assicurarci che il regolamento sia scritto in modo chiaro e inequivocabile per evitare che possa essere interpretato in modo differente da Paese a Paese e applicato in maniera inutilmente restrittiva in alcuni di questi, andando a penalizzare un determinato settore” commenta Andrea Battagliola, Presidente del Gruppo IV Gamma di Unione Italiana Food. “Sarebbe grave infatti se il regolamento permettesse l’eliminazione indiscriminata degli imballaggi monouso al di sotto di 1,5 kg senza una giustificazione derivante da una solida base scientifica”.

La IV gamma in Italia ha chiuso il 2022 con un valore complessivo di 982 milioni di euro, impiega circa 30.000 persone ed entra regolarmente nel carrello di ben 20 milioni di famiglie. Tali numeri denotano il successo di una categoria di prodotti che risponde alle moderne esigenze nutrizionali, favorendo enormemente le occasioni e lo stimolo al consumo di frutta e verdura fresche, mettendole facilmente e rapidamente a disposizione dei consumatori.

Va ricordato, inoltre, che per la IV Gamma il packaging è fondamentale perché contribuisce a garantire la sicurezza igienico-sanitaria e la qualità organolettica degli alimenti, a preservarne i valori nutrizionali e a prolungarne la conservazione e la shelf-life. Inoltre l’imballaggio facilita le operazioni di trasporto, garantendo l’integrità dei prodotti e favorendo, al tempo stesso, una corretta comunicazione nei confronti del consumatore. Infine gli imballaggi riducono gli sprechi alimentari e assicurano un importante risparmio di risorse a monte, contribuendo anche a mitigare il livello di emissioni di Co2 correlate.

Barilla celebra con uno special pack la sciatrice Mikaela Shiffrin

L’atleta e medaglia d’oro olimpica Mikaela Shiffrin ha battuto il record di vittorie in Coppa del Mondo, riscrivendo la storia dello sci e conquistando il titolo della sciatrice con più medaglie d’oro di sempre ai Mondiali. Vincendo il suo 87° titolo, Shiffrin è diventata una leggenda a tutti gli effetti battendo il record detenuto per 34 anni dallo sciatore svedese Ingemar Stenmark, primo per 86 volte. Questa vittoria segna la fine di un inseguimento durato quasi un decennio, da quando Mikaela è entrata in scena nel 2011: sono trascorsi ormai 12 anni dalla nascita di questo forte legame in cui Shiffrin e Barilla hanno sempre condiviso priorità e valori. Fin dall’inizio, infatti, Barilla è al fianco di Mikaela per sostenerne i successi consolidando negli anni un legame di affetto fondato su sincerità, dedizione e passione, in pista come nella vita.

Per celebrare il titolo mondiale e augurare all’atleta il meglio per le sue imprese future, Barilla ha lanciato un progetto speciale con la consulenza strategica e creativa di Publicis Italy / Le Pub.

Se alla base del successo c’è sempre un’ottima ricetta, per l’occasione BluRhapsody by Barilla ha ideato, in edizione limitata, 87 pezzi di uno speciale pack dedicato a Shiffrin con all’interno una pasta a forma di “8” e “7” che onora il successo in Coppa del Mondo. La prima confezione sarà regalata a Mikaela come “gesto d’amore” e tributo al suo rapporto di partnership con Barilla; delle rimanenti 86 disponibili per l’acquisto sulla piattaforma Charity Stars, 9 saranno messe all’asta per cinque giorni dalla data di lancio e le altre 77 saranno vendute a un prezzo prefissato. Tutti i proventi derivanti dall’asta e dalla vendita andranno a sostenere Food for Soul, un’organizzazione no-profit fondata dallo chef Massimo Bottura per sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi dello spreco alimentare e della fame nel mondo.

Barilla e Mikaela hanno creato un rapporto speciale che le vede impegnate a mantenere un sodalizio duraturo, saldo e affiatato. Nel corso degli anni questa relazione si è consolidata e trasformata in una sincera amicizia basata su amore, rispetto e gratitudine. Per suggellare questo legame unico, Barilla ha dedicato a Shiffrin anche la campagna #ASignOfLovein87Seconds, firmata da Publicis Italy / Le Pub.

Madama Oliva sempre più green, packaging in plastica riciclata e riciclabile

Madama Oliva punta sull’economia circolare. L’intera produzione della linea Frutto cambia veste e diventa in plastica riciclata con materia prima certificata ISCC Plus. Il packaging della linea, già realizzata in plastica monomateriale riciclabile al 100%, si aggiunge dunque alle linee Freschissimi Eco, confezionate nei contenitori di carta/plastica separabile, che già a partire dal 2022 sono stati oggetto di un restyling per garantire il più efficace riciclo delle confezioni.

“Siamo fermamente convinti che la strada migliore per un futuro ecosostenibile sia quella dell’economia circolare – spiega Sabrina Mancini, direttrice marketing di Madama Oliva – per questo motivo abbiamo deciso di utilizzare plastica non solo riciclabile, ma anche riciclata, nella linea di punta dell’azienda. Si tratta di grandi volumi produttivi che contribuiranno a ridurre notevolmente il consumo di nuova plastica. Questo intervento si inserisce in una politica aziendale che da sempre favorisce il basso impatto ambientale. Siamo infatti certificati ISO 14000 ed EMA dal 2004, e nel 2008 abbiamo realizzato il più grande impianto fotovoltaico integrato registrato al tempo in Italia, attraverso il quale, ancora oggi, produciamo oltre 1,5 milioni di KW/anno di energia elettrica per il nostro fabbisogno, con un risparmio di 975 tonnellate/anno di CO2 emesse in atmosfera“.

Le prime confezioni prodotte con plastica riciclata, che entro l’anno verranno estese a tutta la linea Frutto, sono già disponibili nella nuova referenza: il Granmix Madama Oliva. Novità assoluta sul mercato italiano, si tratta delle migliori cultivar greche con una nuova ricetta e comprendono le olive verdi Halkidiki, che nascono nella zona di Salonicco dalle terre che si allungano nel mare Egeo, e le nere Kalamata, coltivate tra il mare e le colline a sud del Peloponneso. Olive fresche, condite con peperoni a filetti, basilico e aroma di limone, per un vortice di gusto e freschezza, pensate per il momento dell’aperitivo.

“Tutti i processi di produzione sono automatizzati e ottimizzati per ridurre i consumi e la raccolta differenziata permette di contenere i rifiuti prodotti avviandoli quanto più possibile a riciclo o riuso – continua Sabrina Mancini. Inoltre, di recente abbiamo stretto una collaborazione con Veolia, la multinazionale francese specializzata nella gestione di acqua, rifiuti e servizi energetici, che prevede la progettazione e la realizzazione del nuovo impianto di trattamento dei reflui per revisionare il ciclo dell’acqua industriale in modo da ridurne il consumo“.

La scelta di passare alla plastica riciclata rappresenta un investimento green che coinvolge circa quattro milioni di vaschette prodotte ogni anno. La linea Frutto è infatti il primo brand di mercato nel segmento delle olive confezionate fresche, ed è nata per esaltare la pluralità di cultivar italiane e greche, offrendo al consumatore un’offerta elevata e variegata, perfetta per soddisfare i diversi gusti e le varie modalità di consumo. Un prodotto fresco, naturale, senza conservanti, di elevata qualità, da sempre confezionato con un packaging moderno e un elevato contenuto di servizio.

Qualitaly, ricevuto a Marca il premio ADI Packaging Design Award

La sesta edizione del premio ADI Packaging Design Award si è tenuta al Marca Private Label Conference and Exhibition 2023 lo scorso 19 gennaio. Una commissione di esperti ha selezionato i vincitori tra le oltre 900 aziende espositrici. Il premio, nato per valorizzare i prodotti più innovativi nel comparto packaging è stato assegnato da una commissione di esperti formata da Anna Tortoroglio (Art Director, docente incaricata packaging presso Accademia Di Belle Arti, Bologna), Fabio Bignardi e Katia Mascia (DOC Design) Waldimiro Bendandi (Designer della comunicazione, art director) e Valentina Downey (Presidente ADI Delegazione Emilia-Romagna). La commissione ha ricercato i prodotti in grado di coniugare il packaging con l’innovazione e l’eccellenza progettuale. La Menzione d’Onore a discrezione della giuria è stata assegnata alla gamma di prodotti Qualitaly.

È stata Valentina Downey ad assegnare il premio ed esporre la motivazione: “Un riconoscimento per il progetto di immagine coordinata nel settore Food Service declinato in più categorie merceologiche, che dimostra attenzione alle necessità dell’utente in ambito professionale, favorendo l’utilizzo responsabile del prodotto in cucina attraverso il linguaggio cromatico e informazioni facilmente modificabili e trovabili”.

Cooperativa Italiana Catering, azienda operante nel settore distribuzione al Food Service, è quindi vincitrice con il rinnovato packaging dei prodotti Qualitaly. Il brand nato nel 1993, rinnova il look in occasione dei suoi trent’anni. Già noto nel settore della ristorazione professionale per la qualità della linea grocery, Cooperativa Italiana Catering ha deciso di estendere il marchio anche agli altri settori, che già commercializzava con brand diversi, declinando così la gamma su più linee di prodotto e su tre diverse temperature. Qualitaly diventa così la prima marca trasversale per il settore ristorazione professionale.

A ricevere il premio il Presidente di Cooperativa Italiana Catering Roberto Zanobi che esterna la sua gratitudine: “Grazie innanzitutto per questo premio, è una grande soddisfazione, ma soprattutto per il riconoscimento del progetto a cui la nostra Cooperativa tiene molto”. E ancora spiega la natura della Cooperativa che nasce per tutelare un tessuto di piccole-medie aziende del settore della distribuzione al Food Service, mercato del consumo fuori casa, oggi tutela dai colossi della commercializzazione web e dall’entrata nel settore di fondi di investimento esteri.

Le aziende associate si sono sempre distinte per la ricerca di prodotti di qualità contrassegnati dalla marca Qualitaly, una gamma di prodotti che abbraccia più categorie merceologiche, declinate su tre temperature. Con il nuovo restyling del brand, presentato al pubblico in occasione del Marca, la Cooperativa ha voluto non solo identificare maggiormente i propri prodotti con un design innovativo, ma fare del packaging uno strumento di comunicazione. L’etichetta è molto di più che un adempimento di legge. È arricchita da informazioni utili per dosare gli alimenti e utilizzarli al meglio.

I prodotti Qualitaly sono testati dallo Chef stellato Lucio Pompili, proprietario del ristorante Symposium di Cartoceto nelle Marche, che ne verifica la resa e restituisce i contenuti al packaging. Inoltre il linguaggio cromatico delle confezioni che distingue le singole categorie merceologiche dei prodotti è studiato per una miglior rotazione dei prodotti in dispensa. Il restyling della linea Qualitaly è progettato per ottimizzare l’uso degli alimenti ed evitare sprechi in cucina. Cooperativa Italiana Catering si fa così portavoce di una condotta responsabile nei confronti innanzitutto del cibo, ma anche dell’energia, nell’indicazione dei tempi di cottura. Qualitaly è una proposta anti-spreco testata e dichiarata nei packaging dei prodotti.

L’ideazione del nuovo packaging è basata su uno studio di settore effettuato dalla Dottoressa Manola Scomparin, Responsabile Commerciale della Cooperativa nell’ambito del Master di Filosofia Del Cibo e del Vino presso l’Università Vita-Salute San Raffaele, promosso dalla Direzione e mosso dalla passione condivisa per la ristorazione e la volontà di: “Non vedere appiattita la più grande risorsa che abbiamo in Italia”, come sottolinea il Presidente Zanobi. La direzione artistica è stata affidata allo studio creativo PaperPlane che ha saputo interpretare nel packaging i valori della Cooperativa.

Ma questo riconoscimento non finisce nei giorni della Fiera perché “Chi viene selezionato per questo premio concorre al Premio per l’Innovazione ADI Design Index 2023 e i prodotti con questa pubblicazione all’assegnazione del premio Compasso d’Oro, il premio più antico e autorevole per il design mondiale” come ricorda Valentina Downey al termine della premiazione.

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